𝐗𝐈𝐕. 𝑹OHAN 𝑩ECKER ₉ dead school

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oc for: ljthivm
roleplay: dead school
oc number: one and only
random: mi sento in colpa per
farti leggere tutto questo
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sono troppo brava a fare playlist
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𝐎𝐂'𝐒 𝐈𝐍𝐓𝐑𝐎𝐃𝐔𝐂𝐓𝐈𝐎𝐍 ::

𝐧𝐚𝐦𝐞 ₉ rohan
𝐧𝐢𝐜𝐤𝐧𝐚𝐦𝐞 ₉ han (solo)
𝐬𝐮𝐫𝐧𝐚𝐦𝐞 ₉ becker
𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐭𝐫𝐲 ₉ indian | german
𝐧𝐚𝐭𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐢𝐭𝐲 ₉ american
𝐩𝐫𝐨𝐧𝐨𝐮𝐧𝐬 ₉ cis amab he | him | his
𝐚𝐠𝐞 ₉ diciassette anni
𝐳𝐨𝐝𝐢𝐚𝐜 𝐬𝐢𝐠𝐧 ₉ cancer
𝐦𝐛𝐭𝐢 ₉ enfj-a
𝐞𝐧𝐧𝐞𝐚𝐠𝐫𝐚𝐦 ₉ 2w1
𝐜𝐥𝐮𝐛 ₉ club di cucina
𝐬𝐞𝐱𝐮𝐚𝐥𝐢𝐭𝐲 ₉ asexual biromantic

𝐈. ₉ first name

» rohan «

« Rohan » esclamò un giorno una giovane donna chiamata Naisha al marito, un uomo di nome Klaudius e di sua eguale età.
Si trovavano nella loro nuova casa, la prima che condividevano, comperata apposta per la famiglia che presto sarebbero diventati.
Lei aspettava un bambino, si svegliava con la nausea e passava le giornate a capire come si sentisse, le sue emozioni un turbine.
Lui la guardò, un sopracciglio inarcato a mo' di domanda.
« Nostro figlio, lo potremmo chiamare Rohan » disse lei, il suo tono faceva comprendere ch'era una cosa ovvio da capire.
« E cosa vuol dire? » le chiese. Era un nome islamico, seguiva la cultura della moglie, ed era sicuro che celasse un significato meraviglioso.
« Ascendente. Se il piccolo ha preso da me, e si spera sia così, allora emergerà in questo mondo. Lo cresceremo migliore di quanto siamo stati noi, e vedrai come il suo nome gli starà bene » rispose.
« Mh, mi hai convinto » replicò il marito, il quale non ebbe il coraggio di dire che amava il nome soprattutto perché era un adoratore di Tolkien e de "Le bizzarre avventure di JoJo".

rohan è un nome di origine sanscrita, attestato anche in hindi, bengalese, kannada e marathi. è diffuso in vari paesi del subcontinente indiano, ma non è impossibile trovarlo in altre zone dell'asia, in particolare il giappone. vuole dire "ascendente" nelle lingue derivanti dal sanscrito, però può variare di significato in altre idiome, come nel giapponese, nel gaelico (la cui versione è rowan) e nell'arabo.
rohan è il nome di uno dei personaggi del manga e anime "le bizzarre avventure di jojo", oltre ad essere il modo in j.r.r. tolkien chiama una delle terre di arda. mi piace pensare che il padre di rohan, che chiameremo klaudius, fosse un fanboy e amante di tali interpretazioni del nome di suo figlio così differenti e fantasiose.

𝐈𝐈. ₉ last name

» becker «

« Non ci posso credere che volevi chiamare nostro figlio Benjamin! È così comune come nome, e poi ha chiamaramente la faccia da Rohan » sospirò la donna, tra le braccia un fagottino di coperte pastello che nascondeva e proteggeva un neonato beato.
« Suona anche bene, Rohan Becker » disse Klaudius, guardando il figlio innamorato, « e poi, in mia difesa, pensavo che sarebbe diventato capace di dare un nuovo significato al suo nome e cognome, nel caso l'avessimo chiamato come avevo suggerito io » .
Nessuna scusa avrebbe convinto sua moglie. Di Benjamin Becker ne esistevano almeno tre di ben conosciuti, tutti illustri inventori, o forse artisti o chimici.
« E, amore, pensa che pure di Rohan ce ne sono tanti. Ma l'hai detto anche tu, no? Renderà il suo nome e il suo cognome, relativamente comuni, unici e straordinari. Tutto perché assomiglia a me, ovviamente » continuò il suo discorso Klaudius.

becker è interpretato come un cognome derivante dall'inglese arcaico o dal tedesco. in questo caso è l'ultima opzione quella giusta, e di conseguenza il suo significato è una professione, il panettiere ( infatti bäcker in tedesco ).
è molto diffuso e accanto a tale cognome si vede spesso il nome benjamin, che suoni bene? che davvero i ragazzi chiamati così diventino celebri come coloro che li hanno preceduti? bè, se questo nome ha avuto fortuna, cosa dovrebbe dire "il panettiere emergente" quale è rohan?

𝐈𝐈𝐈. ₉ nicknames

» han (solo) «

A volte Rohan detestava le persone che lo circondavano. E no, normalmente non era vero, ma un giorno si avvicinò al non sopportarli più.
Lui e il suo gruppo d'intimi stavano pranzando al loro solito tavolo, le conversazioni erano forzamente legate tra di loro, non serviva il senso logico quando stavano insieme. Erano una cerchia d'amici intima quanto pubblica, parlavano a voce alta e a volte sussurravano nelle orecchie come se fossero stati il Grillo Parlante.
Fatto sta che un discorso tirava l'altro, mentre discutevano in una lingua confusionaria che capivano solo loro.
Improvvisamente a uno di loro s'illuminò il volto. Che avesse finalmente ucciso la noia che li perseguitava in questi momenti? I loro argomenti erano così pigri che non avevano neanche l'energia o la forza di unirsi tra di loro.
« Ragazzi, fra un po' un anno è passato e nemmeno un soprannome abbiamo dato a Rohan! » esclamò medesima persona.
Stava per concludersi il primo anno di superiori, ed effettivamente non c'era ancora un termine nel loro vocabolario che rappresentasse il ragazzo.
Subito tutti gli altri cominciarono a mostrare il loro assenso. Era un tale scandalo.
« Mh, penso che "Han" sia troppo semplice, ma sono sincera che altro non mi viene in mente » disse sovrappensiero una sua amica.
« Ehy, ma non c'è un personaggio in Star Wars che si chiama Han Solo? Ci sta come soprannome, non credete? » rifletté lo stesso ragazzo che aveva messo inizia al discorso, ma al quale non voleva portar fine.
« Oh Dio, sì! Per abbreviare lo potremmo chiamare anche Solo, voglio dire, tra di noi è l'unico a cui va bene la solitudine, non per dire » disse un'altra sua conoscente.
« E dovreste apprendere anche voi a stare bene da soli » borbottò esasperato Rohan.
« Ah ma Solo, tu ci ami lo stesso anche senza dote » esclamò un'altra voce.
« Lo so » disse Rohan, perché se doveva essere Han Solo allora immedisimarsi nei suoi panni era d'obbligo.

i suoi amici lo chiamano han solo, proprio come uno dei protagonisti della saga cinematografica star wars. a volte solo han, a volte semplicemente solo, ciò che esce dalla bocca dei ragazzi è una continua alternazione tra i due soprannomi, che alla fine sono uno che si separa per necessità. a rohan piace? bè, forse lo sapevano quando lo dissero, ma han solo, e magari come cosa è banale, è stato uno dei primi amori e idoli del nostro caro ragazzo. venir chiamato come lui non è altro se non un onore immenso, dopotutto. poi sono passati anni da quando hanno cominciato ad attribuirgli tale nomignolo, ormai è una parte di lui.
la sua famiglia, invece, lo chiama roro (risale al dopoguerra questo soprannome, quando suo fratello minore non sapeva dire bene le parole, tra cui il suo nome. poi la famiglia ha continuato a chiamarlo così), o han.
un giorno suo fratello di quattro anni, poi, disse una cosa che han non dimenticherà mai: " Ma se tu sei la terra di Rohan, allora i tuoi figli saranno i Rohirrim? ". Effettivamente aveva senso come ragionamento, ma lo disse ad han alle tre di notte, e quindi tutto ciò ch'ebbe come riconoscimento fu un pupazzo di peluche in faccia.

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𝐈𝐕. ₉ age and zodiac sign

» seventeen «

I diciassette anni per Rohan erano quell'età in cui si veniva processati sapendo che nemmeno la corte d'assise ti avrebbe preso sul serio.
Non si era più bambini, ma non si era ancora adulti. Non potevi votare, ma potevi essere un imbecille e finire nella burocrazia venendo incolpato per un crimine. Era meraviglioso il diritto civile, soprattutto quando si abitava in America, la quale si vantava della libertà di un popolo di secoli addietro che si distingueva per la sua passione per la schiavitù..
Forse non era il periodo più bello da vivere, troppe responsabilità di due mondi completamente differenti: l'infanzia e l'età adulta. Inoltre, in mezzo c'era la consapevolezza che l'adolescenza stava volando via dalla sua vista.
Ma, in realtà, era la crescita di per sé qualcosa di troppo complicato da comprendere. Forse perché era impercettibile, difficile da cogliere. I genitori vogliono capire i figli, i figli vogliono capire loro stessi. Il ciclo della vita, non è così? Una confusione eterna.
L'unica fortuna era che Rohan era ordinato di suo, ma non abbastanza. La crescita era un puzzle con pezzi diversi o carenti, nemmeno il più brillante degli uomini sarebbe riuscito a completarlo.

rohan è nato il dodici luglio, da poco era passata la mezzanotte e il cielo scuro era illuminato da stelle brillanti, morte quanto vive. la sua nascita è stata frutto di tante ore di travaglio, e sua madre, amante della storia, realizzò nel pomeriggio che la data coincideva con quella della morte di alexander hamilton.
a rohan festeggiare il suo compleanno piace, adora passare il tempo a divertirsi con le persone a cui tiene di più e sentirsi amato. ciò, però, non significa che han capisca del tutto questo periodo della sua vita. non comprende la sua età come vorrebbe ma alla fine gli basta vivere e crescere bene e felice, dopotutto si chiama "benificio del dubbio" e non maledizione.

» cancer «

" we are all broken, that's how the light gets in "
- ernest hemingway

» caring, intuitive, (over)sensitive, cautious, people pleaser, loyal, hard-working, selfless, loving, needy, moody, creative «

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𝐕. ₉ physical appearance and faceclaim

» nic kaufmann «

Rohan passava tanto tempo dinanzi allo specchio. Per quanto gli piacesse il mito di Eco e Narciso, lui non era come quest'ultimo. A volte, però, desiderava esserlo.
Non fraintendete, Han sapeva di essere un bel ragazzo. Ma com'era amarsi? Apprezzare la propria persona al punto tale d'infatuarsene, credendo di essere l'ottava meraviglia del mondo? Glielo avevano detto, ch'era bello, ma lui stentava a crederci. Aveva un concetto più ambizioso di bellezza, pensava ch'essa dovesse catturare l'anima e il respiro oltre agli occhi.
I suoi occhi chiari, color del mare ed ereditati dal padre dal sangue ariano, ormai non lo distinguevano più dagli altri. Venivano complimentati dai parenti, ma si perdevano negli altri sguardi contenenti l'oceano. In un mondo così vario, niente era peculiare o unico. Che fosse triste? Che fosse fantastico? Rohan non lo sapeva, gli andava bene scomparire, gli andava bene fare il bagno nelle luci del palcoscenico.
Il suo volto era così giovane, com'era giusto che fosse. Forse sarebbe rimasto tale per anni ancora. Caramello, con delle labbra rosee e dei lineamenti delicati quanto definiti, pareva uno di quei visi destinati a diventare immortale ed essere intagliato nelle statue di marmo. Eppure la sua vista non toglieva il fiato.
I suoi capelli erano scuri, a volte li teneva mossi e altre trascorreva ore in bagno ad arricciarli per bene. Loro dovevano incorniciare il suo volto, le sue emozioni, proteggere il capo che conteneva la sua anima. Ciò non voleva dire che non fossero banali, forse il contrario.
Era alto, in forma e attento alla sua immagine. In certe occasioni sembrava che la gente lo cercasse solo per il suo aspetto gradevole. Han lo diceva sempre, però, di non essere attraente: le persone decidevano di andare da lui, potevano benissimo resistergli. Possedeva il carisma del bravo ragazzo, dolce e carino ma aveva sempre creduto che ci fosse un problema con questo: la bontà non è eterna, è una fonte d'energia esauribile.
Sarebbe mai stato davvero bello? Avrebbe mai posseduto quella bellezza potente ma disinvolta, consapevole d'esistere e ignara di essere così forte e irresistibile. La desiderava, a volte, quella bellezza che faceva rimembrare una persona per sempre. Bramava di essere piacevole alla vista di chi lo guardava senza il bisogno di doverci provare. Era bello, ma d'una bellezza generica.

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𝐕𝐈. ₉ personality

he is: sweet, compassionate, moody, intuitive, emotional, supportive, hardworking
alignment: lawful good
mbti: protagonista, enfj-a
enneagram: 2w1

"I Protagonisti sono persone autentiche e premurose che non parlano a vuoto, e nulla li rende più felici di essere alla guida, unendo e motivando il proprio team con entusiasmo contagioso."

rohan è una persona complicata quanto semplice, hai l'impressione di capirlo per poi renderti conto di aver sbagliato ad analizzare la sua intera personalità. probabilmente certi individui sono dei quadri dalle infinite interpretazioni, ma allo stesso tempo l'infinito è uguale a zero.
è sicuramente un animo buono e attento, sempre premuroso e altruista. dal corpo docenti della scuola e dagli studenti stessi è visto come il golden boy dell'istituto, il classico stereotipo del bravo ragazzo americano disponibile e brillante. però, sapete, la sua è un'immagine curata in un modo meticoloso. siamo onesti, fa parte del suo naturale essere magnanimo, ma ce ne vuole d'impegno per farsi amare.
è uno di quegli individui che si sente bene facendo del bene agli altri, che prova un senso di colpa perché non si è assicurato di aiutare tutti coloro che ne avevano bisogno. è semplicemente nato così, con un'anima giovane e pura e innocente.
è una persona che ci tiene, tiene a tutto e a tutti. s'interessa e si preoccupa in un modo quasi eccessivo, e per quanto male questo comportamento possa fargli a lui non importa: rohan vuole essere adorato, desidera che ogni suo merito gli venga attribuito. è peculiare come questo ragazzo sia un misto d'egoismo e altruismo. eppure, nonostante ciò, l'ultima parte è quella che eccelle di più tra le due. è il classico amico che ti riempie di complimenti solo per vedere la tua gioia comparire nel tuo volto, che fa di tutto per farti sorridere e che ha un album fotografico con i ricordi più belli della vostra amicizia.
inoltre, è quel soggetto che lavora duro. non procrastina mai, passa notti intere a studiare, cerca di spendere tutta la sua energia nel costruirsi un futuro. è ambizioso e consapevole, sa che per andare da qualche parte dovrà dare il massimo di se stesso, infrangere i suoi limiti, spaccarsi la schiena. è cosciente del fatto che sono straordinarie le occasioni in cui i sogni diventano realtà, ma se questi desideri sono l'epitome di ciò che sei o che vorresti essere e di ciò che ti dà vita, allora raggiungere il proprio obiettivo è l'unica cosa che si può fare.
è una persona particolare, una volta che s'apprende il modo quasi preciso in cui lo si deve guardare. normalmente si presenta come un soggetto calmo, attento, e all'improvviso lo vedi colmo di entusiasmo, irrequieto. può passare dal rivolgere sorrisi calorosi a tutti a ignorare anche i suoi migliori amici, come se l'accogliente fuoco nel camino si fosse esaurito. ci sono delle volte in cui rimane a fissare il vuoto, perso non si sa dove, a cercare di prendere le redini delle sue emozioni. rimane un ragazzo d'oro, certo, ma forse dentro di sé contiene anche del rame, dopotutto.
rohan è ambiverso: seleziona lui quel che vuole far vedere agli altri. tra le mura della scuola deve echeggiare la sua esemplare bontà, i suoi pregi più grandi, le parti più oscure di sé possono essere impercettibili se non direttamente insignificanti. la verità è che a lui non interessa essere il migliore, gl'importa divenire affidabile sotto gli occhi dei suoi coetanei e dei suoi docenti.

strenght :: he's lovable
ora, siamo chiari: il suo duro lavoro dà i suoi frutti. talmente un bravo ragazzo che è difficile non amarlo, non fa mai niente di male e vuole così bene a tutti che non oserebbe nemmeno recare un torto a qualcuno.
rohan è nato buono, è sempre stato un giovane dallo spirito nobile e il cuore d'oro. gli viene spontaneo essere attento agli altri, sostenerli e aiutarli. quando può sorride, perché un sorriso è contagioso quanto uno sbadiglio se sincero.
si fa voler bene con poco, qualche parola di miele e un'immensa semplicità che suscita simpatia sono tutto ciò che serve per sopravvivere alle scuole superiori, e forse più tardi nella vita.

strenght :: anything but naive
è successo che la sua bontà e la sua generosità venissero scambiate per ingenuità, e chiunque abbia commesso quest'errore non si è mai fermato a conoscerlo per davvero.
rohan è gentile, ma difficilmente perdona. è intuitivo, è sveglio di comprendonio ed è furbo come poche persone sono. di conseguenza, non prendetelo per fesso perché non lo è e mai lo sarà. vedete, lui non è ingenuo, tende a proteggere gli altri dall'oscurità che incombe sul mondo da sempre, fa del suo meglio ma sa che gli angoli bui delle stanze esisteranno per l'eternità. rohan è un ragazzo coi piedi per terra, è il sole che caccia via le nuvole in modo tale che la testa non rimanga dentro a esse, e ahimè è consapevole abbastanza che l'alba dei tempi fu preceduta da un vuoto scuro.

sometimes a strenght and sometimes a weakness :: he's sensitive
ebbene sì, nessuno si può sorprendere del fatto che sia un soggetto sensibile. è empatico, comprensivo, e ciò può anche significare che è quel tipo di persona che piange se ti vede di malumore.
non ci vuole molto a far suscitare in lui qualunque tipo di passione forte. per esempio, è il tipo di persona che si mette a piangere pensando all'estinzione dei dinosauri, provando pena per la distruzione che ci fu.
in inglese verrebbe definito hsp, highly sensitive person, e avrebbe del tutto senso essendo lui un individuo abbastanza ansioso che pensa, sente e guarda le cose da un punto di vista più profondo rispetto a quello generico. l'impatto che questa sensibilità ha su di lui è ancora più difficile da controllare, influenzando esso gli sbalzi d'umore cerca di tenere a bada.
si crede che l'alta sensibilità faccia in modo che la mente si sovraccarichi senza fatica, anzi con una certa passione proprio come rohan quando si mette davanti ai fornelli.
la sensibilità che possiede stimola anche la sua creatività, che tra apici e picchi è perennemente presente nelle sue giornate.

strenght :: he's the mom friend
ebbene sì, il suo carattere lo rende il mom friend del suo gruppo di amici e questo gli ha fatto sviluppare un po' degli aspetti già esistenti in precedenza della sua personalità.
rohan ha sempre messo gli altri prima di se stesso, tant'è che col tempo si è ritrovato con la necessità di aiutare coloro che ne hanno bisogno. si preoccupa spesso, è sempre all'allerta e attento a ciò che gli accade intorno. e per lo stesso motivo ha capito che ormai è felice solo se gli altri lo sono, se qualcuno è triste allora lui, empatico com'è, diventerà altrettanto malinconico.
ma non si deve dimenticare che questa compassione, questa empatia, è un altro punto di forza del ragazzo, lo rende un punto di riferimento e infonde facilmente fiducia. chi ha bisogno sa che lo troverà lì pronto ad ascoltare ciò che si ha da dire, più che disponibile a dare consigli o/e un semplice comforto.
i suoi amici lui li ha adottati, cucina loro i fine settimana, li porta in giro con la sua macchina e il suo zaino e le sue borse sembrano essere appartenuti a mary poppins. diciamo che rohan è la persona che dà una buona influenza sugli altri, riesce a convincere abbastanza spesso quasi chiunque a fare i compiti e i professori amano fargli fare ripetizioni a chi pensano abbia bisogno.

weakness :: "am i enough?"
mettiamo le cose in chiaro: l'unico vero desidero di rohan è essere amato. è una sua convinzione che l'affetto altrui sia un baratto, si debba avere in cambio di qualcos'altro. di conseguenza, fa di tutto per essere soggetto del bene degli altri, pensando che sia così che le cose vanno.
semplicemente, ha paura di non avere valore, che i suoi meriti non gli vengano riconosciuti e così facendo che le persone non abbiano più un motivo ragionevole per amarlo. è un'ansia costante, un terrore che spesso e volentieri gli fa venire gli incubi e guida le sue azioni, persino quelle più spontanee sono state contaminate da questa irrefrenabile fobia.
teme di non essere abbastanza, è insicuro di se stesso. è fermamente convinto che per ottenere l'amore e stima altrui, di cui è bisognoso, debba dimostrare a chi lo circonda solo il meglio della sua persona. fare meno del suo massimo è una mancanza di rispetto verso se stesso, un'occasione mancata per venir voluto bene.

weakness :: he's so selfless that he becomes selfish
ebbene sì, rohan è stato capace molteplici volte di oltrepassare quel vuoto che distanzia l'altruismo e l'egoismo. lui, alla fine, il bene lo fa perché non può farci a meno, è una parte di lui donare il suo massimo agli altri. la sua felicità dipende da quella che riesce a far comparire sul volto di chi lo circonda, a braccia aperte aspetta chi lo cerca per avere consigli e conforto.
ma, e c'è un ma, dietro a tutta questa spontaneità c'è una preparazione del tutto intenzionale. i dolci portati alla classe, le ripetizioni ai suoi compagni, i consigli sempre pronti a venir proferiti e uditi, la bontà gratuita: sono tutte cose che fanno parte del suo comportamento quotidiano e che allo stesso tempo servono per farlo sentire bene e in pace col mondo. è un interesse personale, in fondo, il suo amore incondizionato per quello degli altri.

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𝐕𝐈𝐈. ₉ backstory

rohan nacque il dodici luglio del 2004, testimoni di tale gioia furono le stelle che brillanti illuminavano il cielo scuro e intenso.
era il figlio primogenito di una giovane coppia da poco sposata, che si godé la luna di miele fino all'apice del possibile. sua madre, naisha brar, era una donna umile d'origine indiane, sveglia, ambiziosa ed elegante. suo padre, klaudius becker, era un uomo di natali tedeschi e fortunato abbastanza d'avere avuto una vita semplice per una persona svogliata quanto lui.
i suoi genitori glielo diranno sempre, a rohan: avrebbero voluto avere uno l'identità dell'altro. ma non c'era da sorprendersi, si erano incontrati all'università e fin da subito si vedeva quanto fossero diversi tra di loro.
naisha era lì per aver ottenuto una borsa di studio, per aver presentato ai vari colloqui pagine intere di crediti e meriti che si era spezzata in due per possedere e per avere ambizioni nella vita. klaudius era il contratio, svogliato com'era le aspirazioni che aveva non valevano molto sotto agli occhi dei genitori, che alla prima occasione riuscirono a farlo entrare nella facolta che più garbava loro. s'incrociarono qualche volta, poi però s'iscrissero allo stesso corso e, una volta assegnati come compagni per un progetto, klaudius s'innamorò della ragazza.
avete presente il corteggiamento, ciò che fa da avo al dating se ci pensiamo? è quel che il giovane cercò di fare per conquistare naisha. e ci riuscì, perché per quanto potesse apparire ridicolo, era pur sempre un pensiero dolce. il cuore di lei, che si vociferava fosse ghiacciato, si sciolse; anzi, batté in un modo assurdamente veloce il giorno del loro matrimonio.
un po' di tempo dopo, come già accennato in precedenza, nacque rohan. il bambino era il primo figlio dei suoi genitori, il primo nipote dei suoi zii e dei suoi nonni, era un nuovo inizio e un esperimento, qualcosa che si pensava valesse la pena di vivere fino in fondo. era un adorabile miscuglio d'una mente brillante e una dolcezza infinita, innocente e puro. veniva vestito come un bambolotto, con due occhioni chiari che splendevano sotto due sopracciglia corrucciate mentre cercava di fare un discorso complesso. gli si voleva bene, non si poteva fare altrimenti, si faceva amare.
quando cominciò ad andare a scuola, poi, il bambino crebbe affermando il suo carattere così innocuo e gentile. faceva disegni alle maestre e aiutava sempre i compagni, nessuno gli chiedeva di farlo, era una cosa istintiva. con gli anni però si capì che il suo era anche un sistema per difendersi, come i serpenti sputano veleno lui era buono.

« Papà, perché piangi? » chiese una voce da infante, appartenente al piccolo Rohan. Era appena entrato nel salotto di casa, aveva finito tutti i compiti e ora voleva solo guardare un po' di televisione! Se lo meritava, dopotutto.
Non si aspettava, però, di trovare il proprio padre in lacrime, le mani sulla fronte e la schiena curva. Stava male, si vedeva subito, ma perché? Vederlo malinconico faceva diventare triste anche Rohan.
« Non è niente, meiner Liebe, non ti preoccupare » gli disse Klaudius, un sorriso che cercava di tranquillizzare il figlio, sapeva quanto sensibile potesse essere, aveva preso da lui.
« Non ti credo! » esclamò il bambino, un dito accusatore puntato sul petto del padre. Era piccolo, è vero, ma pensava di essere degno della verità anche lui.
« Va bene, allora... » sospirò l'uomo, prendendo in braccio Han. « È una cosa difficile ciò che ti sto per dire, sai? Qualcosa che forse impiegherai anni a capire, nemmeno io ho finito di metabolizzare. Devi sapere che a volte le persone sono guidate dal desiderio e dalla mente, hanno i piedi per terra e non hanno le ali per raggiungere l'amore caldo che si trova vicino al Sole bollente. Un giorno leggerai il mito di Icaro: lui volò guidato dal suo cuore. Non avere mai paura di bruciarti » .

ed è così che rohan, alla tenera età di otto anni, apprese che sua madre se n'era andata, e tutto perché voleva più di quanto lui e suo padre potessero darle. non era l'amore il centro del suo mondo, ciò che la rendeva felice. il signor becker aveva compiaciuto questa voglia della donna di separarsi, e successivamente divorziare, perché era l'esatto contrario di lei. la gioia dell'uomo veniva dopo quella di naisha. rohan passò anni interi a chiedersi se i suoi genitori si fossero amati davvero, e sì, si amarono. ma a volte tale sentimento per qualcuno non è abbastanza. è per questo che col tempo il ragazzo cercò di dare agli altri amore e qualcosa di più, per non farli andare via. voglio dire, come si colma il vuoto che una persona lascia?
rohan era un icaro fantastico, volava sempre verso l'amore, verso il sole, e sorvolava le nuvole e le ombre. col tempo, poi, imparò che forse le nubile la luce la proteggevano, invece che nasconderla.
gli anni che seguirono furono tranquilli, erano lui e suo padre contro il mondo. finché il loro duo non divenne un trio. suo padre era un bell'uomo, ancora giovane, carismatico e con una personalità meravigliosa e devota: era questione di tempo prima che si trovasse qualcuno capace di amarlo come meritava di essere amato. la compagna del signor becker era una donna chiamata ilary, ed era gioiosa quanto il suo nome. erano una famiglia davvero felice, non era tutta un'illusione.
e poi questo trio diventò un quartetto, rohan aveva finalmente un fratello minore.
quando cominciò la scuola superiore sapeva che sarebbe andato tutto bene, se lo sentiva. e così fu, non poteva essere altrimenti. stringeva amicizia velocemente, portava dolci fatti a casa da lui giusto per il gusto di vedere i suoi compagni e i suoi docenti estasiati. c'erano delle materie che gli piacevano meno delle altre, ma in esse trovò come vicini di banco coloro che divennero i suoi migliori amici con il proseguire dei mesi.

Era giunto il primo giorno di seconda superiore, e con lui anche la prima pausa pranzo.
Rohan aprì il telefono, e si ritrovò una notifica di Snapchat: una foto di suo fratello, il piccolo Caesar di appena un anno, tutto sorridente e con in una mano un cucchiaio tre volte la sua manina. Sopra una didascalia di suo padre, "Buon pranzo meiner Liebe!" .
Il ragazzo replicò la stessa identica espressione del suo fratellino, i due avevano ereditato le stesse smorfie dal signor Becker.
Rohan, seduto al tavolo della mensa con i suoi amici, fece una foto alla caoticità di quel momento. Era uno di quegli attimi che avrebbe incluso in un album fotografico un giorno. C'era chi urlava, chi litigava, chi addentava il cibo come se la propria vita dipendesse da questo.
Mandò lo scatto al padre, scrivendo "Buon pranzo anche dai miei di figli, lieber Vati!" .
Il ragazzo amava le sue famiglie, li adorava.

fu così che rohan si ritrovò a passare gli anni del liceo a essere una madre che portava in giro i suoi bambini ubriachi, che andava alle partite di football dei suoi figli con il viso dipinto, che si portava nella borsa o nello zaino degli spuntini fatti la sera prima, che sorrideva alla vista della sua famiglia dinamica ma meravigliosa.
alla fine rohan era felice con poco, era amato e stava bene con la sua vita. era riuscito a sfiorare il sole e ad abbracciare l'amore.

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𝐕𝐈𝐈𝐈. ₉ categoria e pensieri sulla scuola

Secondo Rohan, tutto era una questione di sopravvivenza. Questo includeva la scuola superiore, la quale a volte si tramutava in un caos indomabile.
Lui ci andava bene, era brillante in molte classi e aveva piacere nell'imparare. Il fatto era che aveva degli occhi che funzionavano a dovere, non passavano inosservati i problemi imprigionati tra le mura dalla pittura screpolata.
Il ragazzo aveva avuto la fortuna di essere estroverso, di sapere bene come comportarsi con le altre persone, che queste fossero coetanee o meno. Rohan sapeva vendersi.
Un sorriso spontaneo, qualche dolcetto appena uscito dal forno offerto tanto per, un'offerta o due di fare da tutor a un compagno di classe: non ci volle molto per lui decifrare la guida per sopravvivere a scuola.
Forse l'avrebbero scelto per fare il valedictorian speech, ma niente era certo. Ce n'erano molti di studenti semplicemente fantastici.
Tanti di questi preferivano stare da soli, oppure assecondavano chi li voleva escludere. Altri, invece, si notavano perché non volevano farsi vedere, s'eri taciturno spiccavi nella confusione del liceo. Per non parlare di chi era estroverso come Rohan, che o si prendeva gioco di questa parte nascosta del sistema scolastico oppure che, proprio come lui, quasi veniva pressato a ignorare tutto questo o minimo, era obbligato a vedere tali "peculiarità" sbagliate e ad aiutarle facendo loro da modello.
Era un mare omogeneo la scuola superiore, che nella sua calma forzata faceva affogare tutti. Non c'era via di fuga

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𝐈𝐗. ₉ club

Rohan e la compagna di suo padre, Ilary, avevano una cosa in comune che sovrastava tutte le altre: la cucina.
Lui e la donna avevano legato guardando MasterChef, cercando di riprodurre poi le varie ricette eccentriche e stravaganti che la serie faceva vedere a casa.
Lei, prima della convivenza, si recava a casa dei Becker ogni sabato pomeriggio solo per il ragazzo. Vedevano due puntate del programma e si mettevano davanti ai fornelli fino alla tarda sera. Scherzavano, si sporcavano i grambiuli di cose che Klaudius aveva poi paura di toccare o lavare nella lavatrice.
Per quanto amore ci potesse essere in cucina, però, i loro piatti erano solo la copia dei sentimenti dei concorrenti.
Fu così finché un giorno cambiò tutto.
Rohan si era impegnato il venerdì pomeriggio a preparare un piatto dalla ricetta inedita, voleva tanto sorprendere Ilary.
E ce la fece. Non era niente di complesso, solo una portata semplice che conteneva tutta la passione del ragazzo. Amava cucinare, quanto valeva far gustare questo amore nei suoi piatti.
« Ma è fantastico, Han! Mio Dio, è davvero buono, credimi tesoro » disse la donna, un sorriso brillante sul suo volto delicato. Prese un'altra forchettata e la porse al compagno, « Klaudius tieni qua, prova anche tu » .
Il padre guardò Rohan adorante, « Meiner Liebe, hai talento da vendere » .
Queste reazioni lo portarono a iscriversi, qualche tempo dopo, al club di cucina della sua scuola.
Han era sensibile, provava delle emozioni troppo forti per la sua vita, per il suo corpo. Ma non abbastanza grandi per la sua anima, la quale frammentata finiva nei suoi piatti.

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𝖝. ⨾ pronouns and sexuality

» cis amab he | him | his «
» biromantic asexual «

La scuola superiore serviva a conoscere la propria persona, cominciare a farsi un'identità.
Rohan non era un'eccezione.
Era un ragazzo che stava piano piano iniziando ad essere familiare con la tossicità mascolina, le pressioni che sia un sesso che l'altro dovevano affrontare. L'adolescenza, poi, sbarcava nel porto della vita dei giovani per sconvolgere l'equilibrio che con fatica avevano costruito.
Rohan, però, era riuscito a far pace con se stesso e a riconquistare il bilancio nella sua esistenza.
Amava amare, non gli importava chi. Alle feste, anche da ubriaco, non gli piaceva condividere la sua intimità con qualcuno.
Ci aveva messo tempo a decifrare questa parte di sé, tanto abbastanza da esserne sicuro. Era vero, non si smetteva mai di crescere e cambiare, ma per il momento era stabile.
Era sabato quando decise di dire ciò che sentiva. Lui e Ilary avevano cucinato insieme, come tutti gli altri fine settimana. Caesar, di quattro anni appena compiuti, era stato portato a letto dopo aver sbadigliato per l'ennesima volta mentre raccontava entusiasta una delle sue giornate all'asilo. Ora stavano finendo di mangiare il dolce.
Rohan colse l'occasione nel silenzio. « Ich bin schwul » disse, in modo tale che solo il padre potesse capirlo.
E così fu, infatti, perché Klaudius completò la citazione dicendo « Und das ist auch gut so » . Era stata la frase enunciata da un passato sindaco di Berlino per fare coming out.
"sono gay e questa è una buona cosa" si traduceva così in modo letterale.
« Non so cos'abbiate detto ma vi amo entrambi, continuate così, siete fantastici » esclamò Ilary, sorridente come sempre.

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𝐗𝐈. ₉ relationships

he's waiting ...

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𝐗𝐈𝐈. ₉ curiosities

i. come forse si è
già capito, rohan riesce
a parlare in tedesco.
è la sua seconda
madrelingua ;

ii. soffrì della
sindrome
dell'abbandono
quando i suoi
divorziarono ;

iii. la sua prima parola
è stata "schnitzel".
significa cotoletta in
tedesco e suo padre, quando
rimaneva a casa solo con
suo figlio, sapeva cucinare
solo quella ;

iv. ormai si è specializzato
in dolci tedeschi e
salati indiani. in questo
modo non dimentica
le sue origini ;

v. suo padre sta aspettando
di chiedere a ilary la mano
perché vorrebbe tanto che
rohan fosse il suo testimone,
e questo dovrà attendere
la maggior'età del ragazzo ;

vi. neil perry di dead poets
society kinnie ;

vii. ama leggere i romanzi
psicologici ;

viii. masterchef, hell's
kitchen e the great
american baking show
sono la sua vita ;

ix. è quella persona che
nei bar ordina cose
dolcissime, complesse
e dal nome lungo ;

x. il motivo per cui va
bene a scuola? "non ho
sangue americano
nelle mie vene" ;

xi. il primo appuntamento
di ilary e suo padre è stato
a un parco giochi, ognuno
teneva una delle mani di
un rohan entusiasta ;

xii. la sua canzone preferita
è "i do adore" di mindy
gledhill ;

xiii. forse non sembra il
tipo, ma adora i film
thriller e horror ;

xiv. nonostante il fatto
che i suoi impiattamenti
siano delle opere d'arte,
la materia in cui va
meglio è matematica ;

xv. ha tuttora dei
pupazzi sul letto, un tempo
era uno di quei bambini
che aveva paura di farli
sentire esclusi e quindi se
li teneva sempre accanto.
della serie, quando cadevano
rohan li prendeva e chiedeva
loro scusa .

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𝐗𝐈𝐈𝐈. ₉ playlist

i. the older i get : sasha sloan

ii. i do adore : mindy gledhill

iii. you've got a friend in me : randy newman

iv. talk to me : cavetown

v. trying my best : anson seabra

vi. comfort crowd : conan gray

vii. here comes the sun : the beatles

viii. under pressure : queen and david bowie

ix. if you want love : nf

x. sweater weather : the neighborhood

xi. elysium : bear's den

xii. golden : harry styles

xiii. all this could be yours : return to tackyland

xiv. home cooked meal : granger smith

xv. riptide : vance joy

xvi. line without a hook : ricky montgomery

xvii. someone to you : the banners

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𝐗𝐈𝐕. ₉ aesthetic and outfit

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