𝐈𝐗. 𝑬IRWYN 𝑫E 𝑳OSSOTH ₉ manaar
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oc for: -zooff
roleplay: manaar
oc number: this is the only oc i'll make
𝐎𝐂'𝐒 𝐈𝐍𝐓𝐑𝐎𝐃𝐔𝐂𝐓𝐈𝐎𝐍
𝐧𝐚𝐦𝐞 ₉ eirwyn
𝐝𝐲𝐧𝐚𝐬𝐭𝐲 ₉ de lossoth
𝐚𝐠𝐞 ₉ twenty-one years old
𝐳𝐨𝐝𝐢𝐚𝐜 𝐬𝐢𝐠𝐧 ₉ gemini
𝐫𝐨𝐥𝐞 ₉ crown prince
𝐤𝐢𝐧𝐠𝐝𝐨𝐦 ₉ dalkwa
𝐦𝐛𝐭𝐢 ₉ intj-a
𝐞𝐧𝐧𝐞𝐚𝐠𝐫𝐚𝐦 ₉ 1w9
𝐚𝐥𝐢𝐠𝐧𝐦𝐞𝐧𝐭 ₉ n. good
𝐠𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫 ₉ cis amab
𝐩𝐫𝐨𝐧𝐨𝐮𝐧𝐬 ₉ he|him|his
𝐈. ₉ first name
» eirwyn «
❛ Il neonato che stringeva tra le braccia era il primo col suo nome. La coperta che dava calore al bimbo era bianca come la neve che si poteva ammirare dalla finestra, quella stessa neve che un giorno sarebbe stata famosa come la terra di quell'infante che pareva una bambola di porcellana.
Il primo col suo nome, scelto dalla sorella con gli stessi occhi color del ghiaccio. Parole che fuse insieme rispecchiavano ciò che sarebbe diventato.
Eirwyn il primo, così sarebbe stato presentato nel giro di trenta estati se non di meno. Emblema delle distese candide che rendevano soffici rocce d'argento, degli alberi spogli che con coraggio combattevano il perenne gelo, dell'acqua che vittima del freddo sembrava cristallo. Sarebbe stato questo il bambino che aveva aspettato con ansia.
Ma la verità è che aveva lasciato alla sua adorata primogenita il compito di chiamare il suo fratellino solo perché sapeva che quel nome significava anche "benedetto". Sapeva che suo figlio avrebbe conservato la gloria e lo splendore che l'aveva preceduto, o almeno ci sperava.
un nome maschile, talvolta dato anche alle bambine, di origine gallese. è formato dalle parole "eira" (neve) e "gwyn" (bianco, bello, giusto e benedetto). il suo significato varia dai punti di vista, di solito viene interpretato come "colui bianco come la neve". si è iniziato a usarlo di più nella prima metà del diciannovesimo secolo, di conseguenza è abbastanza recente.
ho scelto di chiamarlo in questo modo sopratutto perché, per quanto il significato stia benissimo con il personaggio e la sua storia, sembra un nome elfico, magico (non per niente tolkien usava molto nomi di origine gallese nelle sue opere).
𝐈𝐈. ₉ dynasty
» de lossoth «
❛ Aveva tredici anni e gli uomini a coorte stavano cominciando a definirlo un ragazzo più che un bambino. Si cresceva in fretta a dalkwa, serviva il calore di un cuore forte disposto a diventare di pietra per sopravvivere al freddo.
Suo padre lo invitava sempre più spesso a partecipare alla vita pubblica, e lui sempre più di rado accettava. Era giovane, adorava il romanticismo e le emozioni dei libri di cui amava l'odore, e non era ancora pronto a fingere ghigni di ghiaccio per compiacere gente che non gli sarebbe mai andata a genio.
Quella mattina aveva declinato l'ennesima offerta da parte del re di sfidarlo a duello e ora si trovava nella biblioteca del palazzo ad analizzare con occhi e dita ogni libro che poteva interessargli.
Quando prese in mano una raccolta di poesie, arrivò sua madre. Quella donna era la rappresentazione della società, lo specchio del ghiaccio che scorreva nelle vene del loro popolo.
« Non parlare, oggi non ho voglia di conversare. - cominciò a dire la madre - volevo solo dirti che ho convinto tuo padre a crescerti come un re necessita di essere allevato. Lezioni con la spada, galateo, lotta: devi iniziare a capire che i cavalli si usano solo perché sono veloci in guerra, non perché sono amici che ti fanno compagnia. A un re spetta la solitudine, se no rischia di venir pugnalato alle spalle. » e se ne andò.
Non ci volle molto a elaborare le parole, tutto ciò a cui Eirwyn pensava è a quanto sarebbe stato bello avere un altro nome di famiglia.
i lossoth, nell'universo di tolkien, sono conosciuti come gli uomini delle nevi. erano una razza di uomini che viveva in territori in cui la neve e il freddo erano solitamente perenni. ho aggiunto il "de" perché mi piaceva come suonava.
come si può dedurre senza problemi, eirwyn non va pazzo per il suo cognome. gli basta pronunciarlo e gli abitanti di dalkwa, in particolare la coorte, gli diranno cose che nemmeno lui sa sul conto dei suoi predecessori. la fama e la stima sono l'eredità che il trono e la corona si trascinano dietro.
negli occhi di sua madre ha colto l'odio e l'invidia, lussuria non nei confronti del marito ma dei gioielli che quest'ultimo le regalava per tenerla al suo fianco. in suo padre ha colto la vecchiaia precoce che lo sta mangiando da dentro risparmiando il carisma che mostra solo da ubriaco. lui non vuole condurre la loro vita, esistere per gli altri, sposarsi per soldi e non per amore, cavalcare un cavallo a cui non potrà nemmeno dare un nome.
eirwyn vorrebbe essere un uomo come gli altri, ma il suo cognome fa tutto tranne che concederglielo.
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𝐈𝐈𝐈. ₉ age and zodiac sign
❛ Si era svegliato con il mal di testa, le lenzuola che facevano da chitone al suo corpo pallido che non aveva mai sentito talmente fragile.
Non si poteva nemmeno definire simile al ghiaccio che abitava la sua terra e che trovava nei rami degli alberi spogli la propria casa, alla porcellana che in molti paragonavano alla sua pelle candida come la neve.
Era un pezzo di vetro che si era perduto, che nel suo regno gelido non si sarebbe mai potuto levigare. Un pezzo di vetro che faceva male a chiunque lo toccasse, ma che comunque rimaneva così facile da spezzare.
In poche parole, la sera prima aveva bevuto troppo vino. Calici di cristallo che venivano sollevati con noncuranza da uomini che festeggiavano il compleanno del futuro re solo per avere poi una storia da raccontare, smorfie da parte del principe che avrebbe preferito l'acqua fresca delle loro sorgenti al posto del liquido il cui sapore si doveva interpretare come un personaggio dei libri che adorava tanto.
Eirwyn ricordava di essersi sentito male, di aver vomitato quasi anche le membra che parevano più molli del dovuto. Rimembrava la musica, le risate, le donne, gli strati di vestiti indossati dagli uomini che al mattino sarebbero stati solo camice con lacci sciolti. E, nonostante tutto, non era lui il centro di tale festa.
Colui che un domani si sarebbe seduto sul trono non era morto infante, era diventato un uomo bello e brillante.
Eppure, in ventuno estati d'esistenza, Eirwyn non si era mai sentito così morto, era come se lo spettro del suo animo da bambino avesse preso il possesso di una mente corrotta dal vino.
eirwyn è nato a mezzogiorno in punto, si dice che quel venti di giugno sia stato il giorno più caldo che dalkwa abbia mai vissuto, che come vento aveva solo una brezza fresca che cullava chiunque si trovasse fuori casa.
il ragazzo ha ormai ventun'anni, è un principe ereditario, e la sua mente ragiona già come quella di un uomo che dovrà proteggere il suo trono e il suo popolo anche con i denti. questo non gli piace, il fatto che sia stato plasmato dalle parole altrui.
come la maggior parte delle persone consapevoli in modo eccessivo che stanno invecchiando, eirwyn già desidera tornare indietro nel tempo e vivere per davvero quella vita che ora sa di star sprecando.
» why twenty-one? «
perché ventun'anni? è solitamente l'età in cui si viene definiti maggiorenni, maturi abbastanza per conoscere il vero mondo degli adulti. in più, spesso e volentieri si sale al trono proprio a ventun'anni.
è un numero che racchiude disinvoltura e creatività, lui che si impegna tanto di essere entrambi senza successo. è, però, rifugio dell'intelletto, dei libri, della bellezza naturale e della nobiltà d'animo, che talvolta si presentano come caratteristiche della persona di eirwyn. è anche uno dei numeri che cela dietro ai suoi significati il coraggio, quello stesso coraggio che il principe desidera possedere.
come il numero ventuno, eirwyn dice di potersi adattare a tutto per poi lamentarsi ogni cinque minuti. la sensazione di sprecare la propria vita deriva dalla voglia di godersi ogni attimo e dalla paura di morire, in particolare di lasciare questa terra solo e senza una storia alle spalle.
» gemini «
» my mind... rebels at stagnation. give me problems, give me work, give me the most abstruse cryptogram or the most intricate analysis, and i am in my own proper atmosphere «
- sir arthur conan doyle
» down to earth, brilliant, logical, rational, overthinker, curious, dashing, reserved, detached «
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𝐈𝐕. ₉ kingdom and role
» crown prince of dalkwa «
❛ Aveva visto tante, troppe, volte la corona posata sulla testa di suo padre. Il peso di vite intere che faceva sprofondare un corpo, un corpo che invecchiava senza dare un senso alla propria esistenza. Una corona, un pezzo di ricchezza che adornava i capelli dei sovrani, aveva rubato ai nobili ciò che li rendeva tali.
Eirwyn pensava fosse incredibile il modo in cui un po' d'oro e una posizione di rilievo scolpita nel ghiaccio in una società algida potessero manipolare la mente di una persona.
Eppure eccoli lì i suoi genitori che gli chiedevano d'indossare medesima corona. Guardò il re, nei suoi occhi si coglieva la sincerità di un uomo che si sentiva stanco prima del tempo, un padre che sapeva che il giorno in cui avrebbe lasciato il trono a suo figlio avrebbe peccato di un inevitabile egoismo. Guardò la regina, il volto di marmo e pietra come la sala in cui si trovavano al momento, e la colse mentre studiava la sua esitazione, lei avrebbe dato di tutto per nascere con gli stessi predilegi di suo figlio.
Con le dita tremanti prese la corona. Fu orribile scoprire quanto essa sembrasse fatta per calzare al pennello sul suo capo, quanto il dorato stesse bene con il bianco della neve.
Il ragazzo sentì il peso del mondo pronto a sotterrarlo, gelosia e gola di successo impossessarsi dell'umiltà che cercava di preservare, la fama che contaminava la sua persona, i sensi di colpa di una vita intera che gli rimbombavano nella mente che gli stava per esplodere, il sangue che si congelava e il cuore che diventava di pietra...
« Questa corona appartiene a un re. temo di non essere ancora degno di portarla come voi, padre» disse Eirwyn mentre porgeva la corona all'attuale proprietario, « e poi, io sono solo un principe » .
eirwyn è nato e cresciuto a dalkwa, regno governato dalla sua famiglia da secoli.
a lui non è mai piaciuto il freddo, è sempre stato dell'idea che a porre dei confini alla sua libertà fosse il gelo in particolare. non usciva per parlare con coloro che sua madre definiva plebei, l'acqua che il suo popolo beveva evidentemente congelava persino il sangue dei bambini. erano rare le volte in cui rischiava di far male al suo cavallo per fare una passeggiata sul ghiaccio, rocce e neve per svuotare la sua mente dai pensieri. le nuvole erano tante, erano grigie, e coprivano il sole che sapeva avrebbe fatto perire i suoi occhi chiari. non si sentiva in vena di guardare le stelle, la luce della luna soffocata dall'argento del cielo. non poteva camminare a piedi scalzi per terra, sentire l'erba accarezzargli la pelle, né stendersi tra campi smeraldo di fiori colorati. per vivere doveva prima imparare a sopravvivere, a mentire e a sorridere senza alcun calore.
è il principe di un regno che non sente suo, e forse è per questo che suo padre confida così tanto in lui. forse, si pensa, quando eirwyn salirà al trono sarà il popolo a diventare lo specchio dell'essenza del re e non il contrario.
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𝐕. ₉ physical appearance and faceclaim
» cameron hill «
❛ Eirwyn odiava rimanere fermo per ore, aspettando che un uomo definito illustre e talentuoso riuscisse a catturare l'essenza del ragazzo rinchiusa in una prigione di ghiaccio.
Il suo ultimo dipinto ritraeva un uomo, così diverso dal bambino che faceva spesso da musa agli artisti del regno. Aveva abbandonato i tratti da infante ma mantenuto la bellezza da efebo, nonché ciò che rendeva possibile al suo corpo di porcellana di attirare a sé l'attenzione di tutti anche se solo per una volta. Spesso chi aveva l'intenzione di corteggiarlo, ma non solo, paragonava l'incanto della sua persona slanciata e delicata a un angelo o a una statua di marmo scolpita dal più abile degli scultori.
Fisicamente lui apparteneva al suo paese, i capelli che non aveva mai avuto tanto corti ereditati dalla madre erano soffici e candidi come la neve mentre gli occhi che aveva rubato al padre parevano due gemme di zaffiro intagliate nel ghiaccio. Fuori lui appariva freddo: solo le lentiggini chiare e le labbra rosee riuscivano a contrastare l'aria frigida delle vene bluastre e violacee che si pavoneggiavano in ogni centimetro della sua pelle color del latte.
Ciò che era facile notare era, però, il modo in cui la maggior parte delle volte gli artisti favorissero ritrarre solo il suo busto. Chi lo conosceva o visto da vicino sapeva che il principe non sarebbe mai arrivato ai sei piedi d'altezza, ma che anzi gli mancavano due pollici o tre per arrivare a tale misura.
Questo sicuramente non significava che non fosse in grado di rendersi imponente con la sola forza dello sguardo e del carisma che lo contrassegnava.
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𝐕𝐈. ₉ personality
he is: observant, brilliant, introverted, poker-faced, overthinker
alignment: neutral good
mbti: architetto, intj-a
enneagram: 1w9
"regole, limitazioni e tradizioni sono un anatema per il tipo di personalità dell'architetto: tutto dovrebbe essere aperto alla discussione e alla rivalutazione, e se vedono un modo, gli architetti spesso agiscono unilateralmente per mettere in atto i propri metodi e idee tecnicamente superiori, a volte insensibili, e quasi sempre poco ortodossi."
eirwyn è nato per essere re, è cresciuto per ereditare una corona. questo si vede subito dal suo carattere, che per quanto lui possa rinnegare è stato formato dal suo regno e dal sangue blu.
come ho già menzionato, il gelo di dalkwa non ghiaccia le menti delle persone affinché esse rimangano buone e innocenti come quelle dei bambini. anzi, è probabile che si cresca più velocemente del tempo per imparare a convivere con il freddo. il ragazzo è stato vittima di questo cambiamento radicale, le sue uniche armi erano la testa brillante e la lingua tagliente.
ma se il suo popolo gli ha conferito le competenze per attaccare, la vita a palazzo gli ha insegnato a difendersi.
lo si deve ammettere, a primo impatto eirwyn è algido come il suo popolo. gli sguardi che dà agli sconosciuti sono di pietra, e ancor peggio sono quelli che rivolge a coloro che desidererebbe poter ignorare. il suo volto ha sempre ingannato la sua mente, quel viso così bello che collaborava con il cuore e si concedeva di disprezzare il suo intelletto. studiava la sua persona e leggeva gli altri come un libro, con il tempo conoscere talmente bene il suo popolo significava imparare a serrare la mascella, mordersi la lingua e conficcarsi le unghie nei palmi delle mani, fingersi interessato o moderarsi. il principe è sempre dovuto stare un passo avanti a tutti, anche dinanzi a se stesso.
lo si vede subito che la superficialità che gli fa da maschera è in realtà una finzione, nessun uomo che si fermi alle apparenze scruta il mondo e i suoi abitanti come se fossero un'opera d'arte bramosa di avere un significato. al contrario, per quanto possa recitare la parte di colui che trova interesse solo nella compagnia di un buon libro, in realtà ama e si diverte a leggere ogni essere vivente che s'imbatti nel suo cammino.
come ho già detto, eirwyn ha vissuto nella sola realtà che veniva concessa a un bambino di origini nobili, eppure il suo animo è sempre stato umile. essere principe significa, nel suo regno, essere freddo come il clima, avere occhi di ghiaccio e un volto di pietra utili a rispecchiare la perfezione che gli era richiesta possedere, imparare a parlare solo per poi usare la lingua in politica e per salvarsi la pelle e per dare piacere a uomini che ingenui si sarebbero affezionati. essere un uomo per eirwyn significa conoscere il mondo, racchiudere nella sua persona pregi e difetti, aprire la bocca per proferire l'amore che si fa già vedere tramite il viso che lo tradisce sempre facendogli da specchio dell'anima, apprendere ogni visione e abbracciarla come se fosse la propria. da uomo il ragazzo poteva cadere e rialzarsi, ma da principe la terra poteva solo calpestarla e sputarci sopra. per eirwyn le due realtà sono interdipendenti tra loro, eppure si ritrova sempre a dover indossare l'abito dorato cucito con i fili che tessono il suo destino e dimenticare che dopotutto un principe è il primo tra gli uomini del suo regno.
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𝐕𝐈𝐈. ₉ backstory
quando eirwyn nacque, il regno sembrò festeggiare per giorni con una gioia sincera. dopo una figlia femmina, sua sorella ceridwen, arrivata dieci anni prima, eccolo l'erede maschio che si sarebbe portato sulle spalle gloria e racconti e miti e leggende.
frutto di un amore finto ma desideroso di abbandonarsi alla lussuria e diventare vero, è nato sotto schemi e programmi e gola di ricchezza. eppure, nonostante tutto questo, eirwyn era un bambino buono e dolce, con delle guanciotte rosse e dei ciuffetti candidi e scompigliati. un tesoro di figlio, di bimbo, e solo infine di principe: era un'opinione comune a dalkwa.
fin da subito la coorte poté sottolineare la somiglianza tra eirwyn e sua madre, belli da togliere il fiato, eleganti come statue di ghiaccio. ma c'erano degli aspetti di queste opere che differenziavano i due: il ragazzo era fragile, la regina era frigida.
infatti, era un dato di fatto che la regnante consorte fosse lo specchio della freddezza del suo popolo e delle sue terre. dopotutto, i suoi figli furono privati dell'infanzia a causa della donna. lei, che fu salvata dall'amore cieco del re, era gelosa della fortuna dei suoi bambini, bramosa di guidare entrambi come dei burattini senz'anima.
era strano, secondo gli altri, che eirwyn e sua sorella crebbero felici. ma non c'era da sorprendersi: erano uno il mondo dell'altra.
❛ Era il compleanno di Eirwyn, una festa per l'intero regno. Tredici anni, stava diventando un uomo piano piano, era un'occasione per celebrare dando il meglio di se stessi.
Sua madre aveva impiegato mesi interi a organizzare quest'evento così importante, anche se a lei, in realtà, non interessava niente. "Tutta una questione d'immagine" dicevano sempre a coorte.
E per quanto tutto il regno avrebbe fatto i salti mortali per realizzare ogni suo desiderio di compleanno, nessuno davvero sapeva cosa il suo cuore bramasse.
Era appena uscito dal palazzo, stava passeggiando spensierato nei giardini reali. Poi, però, ci fu qualcosa ad attirare la sua attenzione: sua sorella in groppa a un cavallo dalla chioma scura e maestosa. un purosangue, imponente e regale come il re che il loro padre non era mai stato.
Eirwyn, sorridente come di rado era, corse verso la donna.
« E questo chi è? » chiese il ragazzino, accarezzando il manto dello stallone.
« Il tuo nuovo cavallo » rispose sua sorella, « Ma vedendo la situazione, penso che sarà il tuo nuovo migliore amico » .
Aveva ragione, la ragazza, come lei era la sua persona preferita, quel cavallo sarebbe diventato il suo animale preferito.
il declino della sua vita arrivò poco tempo dopo: ceridwen, seconda al fratello in linea di successione, era entrata da alcuni anni in età di matrimonio. uno sposo illustre, bello e ricco, magari perfetto per aumentare l'eredità e il potere dei virtuosi de lossoth.
poi un giorno s'innamorò, e ahimè non di un nobile, bensì di un uomo comune e mondano, invaghito dell'arte e delle poesie e di sua sorella, soprattutto di sua sorella.
era un sogno per molti aristocratici vivere una vita da "plebei", "normale", e ceridwen colse l'occasione di realizzare questo desiderio, di spogliarsi delle vesti costose, lavarsi di ogni diritto e dovere di nobile: tanto il trono non l'avrebbe ereditato lei, era una donna dopotutto.
ma eirwyn, che un giorno avrebbe dovuto avere sulle spalle il peso del mondo come atlante, rimase distrutto dalla gioia di ceridwen. non lo sapeva il ragazzo che cosa fosse l'amore, non aveva idea che la sorella in realtà aveva provato fino all'ultimo di non peccare d'egoismo ma che aveva dovuto arrendersi dinanzi al desiderio umano di essere felice. eirwyn l'invidiava, era cosciente del fatto che non se lo potesse permettere lui di assaporare la più minima delle gocce di libertà. no, sapeva che sarebbe stato per sempre imprigionato nell'oscurità che avvolgeva la brillante corona che ogni re era chiamato a portare come un flagello.
❛ Era estate, Eirwyn non se lo sarebbe mai scordato. Aveva diciott'anni ormai, uomini e donne lo guardavano con desiderio, e lui era semplicemente troppo esausto dalle responsabilità di principe ereditario per dare loro il minimo delle giuste attenzioni.
Quel giorno decise di andare a cavallo a trovare Ceridwen e suo marito, il giovane Algeri, il cui nome significava letteralmente "rifugio". Non riusciva a crederci che un tempo aveva odiato sua sorella per essersi innamorata di quell'uomo, ora non era nemmeno capace di biasimarla, soprattutto adesso che aspettava suo nipote. Adorava quella coppia.
La loro casa si trovava nella zona più accogliente del regno, così perfetta per loro due, né troppo piccola né troppo grande, graziosa abbastanza per una famiglia così meravigliosa.
« Sei arrivato giusto in tempo » lo accolse Algeri quando arrivò, un sorriso ammaliante stampato sul suo viso, « sono diventato padre! Non ci sei stato quando sono svenuto, mi sono fatto male alla testa perché non c'eri tu a prendermi » .
Lo portò da sua sorella, esausta e in compagnia dell'ostetrica. La levatrice appena lo vide si alzò, s'inchinò e uscì dalla stanza.
Ceridwen teneva stretto tra le braccia un fagottino, suo nipote. Sorrise al fratello, se possibile ancora più gioiosa del marito.
« Vieni qui, te lo voglio presentare » disse sua sorella, stanca come di rado era stata. Eirwyn lo fece, non poteva fare altrimenti, ogni desiderio di Ceridwen era per lui un ordine.
Il bambino era adorabile, piccolo e fragile, soprattutto quando la donna lo porse al principe.
« L'abbiamo chiamato Deian » "amato", « Deian Eirwyn, per l'esattezza ». Disse l'ultima parte con un'espressione dolce sul viso.
Eirwyn non poté far altro che crederle, era così sincera, glielo si poteva leggere nello sguardo tutto l'affetto che provava per suo fratello.
Fu a quel punto che il bambino aprì gli occhi, color del ghiaccio, gli stessi del principe di Dalkwa. Fu a quel punto che il diciottenne capì per la prima volta cos'era l'Amore.
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𝐕𝐈𝐈𝐈. ₉ other stuff
i. ama bere e allo stesso tempo
odia il vino. ci tiene tanto alla
sua immagine, e quel liquido
scompiglia tutto ciò su cui ci
mette tanto impegno. l'alcol lo
rende se stesso e non lo sopporta ;
ii. è il padrino di suo nipote
deian, è stato anche il ragazzo
dei fiori al matrimonio di
ceridwen e algeri ;
iii. il suo cavallo si chiama arial
e significa "vigoroso" in
gallese ;
iv. ama indossare il blu, in
particolar modo quello scuro.
contrasta con la sua pelle di
porcellana ;
v. ha letto tutti i libri della
biblioteca del palazzo, e ci
sono decine di migliaia di
volumi in quella sala ;
vi. quand'era più giovane
passava mattine e pomeriggi
ad ammirare i soldati allenarsi,
ceridwen lo prendeva in giro
per questo ma lui si metteva
sempre a ridere con lei.
quegli uomini erano
semplicemente belli e lui
era semplicemente umano ;
vii. la sua più grande paura
è impazzire. sua madre dice
sempre che un re vive solo,
regna solo e diventa folle col
lento e doloroso passar degli
anni da solo. « la follia lucida
è ciò che contraddistingue un
re, ricorda questo » gli
sussurrava nell'orecchio sua
madre.
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