Cαριƚσʅσ 60
Jisoo si rigirava da una parte all'altra del letto, tenendo gli occhi chiusi. Le ci volle qualche secondo per capire di non trovarsi a casa sua.
Aprì gli occhi gonfi dal sonno e notò la scrivania e l'armadio di fronte a lei, lievemente illuminati dai tiepidi raggi del sole che trapelavano attraverso le persiane.
Si stiracchió e rimase per qualche minuto a fissare il soffitto della stanza di Taehyung, pensando a quello che era successo la sera prima.
Dopo averle presentato i suoi coinquilini, Taehyung era andato al locale insieme a Bambam, lasciandola sola in casa con Joy.
Si erano studiate in silenzio per qualche minuto: Jisoo si era sentita estremamente in imbarazzo, dal momento che l'altra l'aveva squadrata da capo a piedi, fino a quando aveva deciso di rompere il silenzio:
«Hai cenato? Ci dovrebbe essere qualche scatola di ramen istantaneo in dispensa»
«Oh grazie, ma non vorrei disturbare...»
«Tanto sono di Tae. Ha fatto scorta, perché non l'ho visto mangiare altro negli ultimi tempi», fece lei, dirigendosi verso la cucina e muovendo nell' aria i lunghi capelli neri.
"Strano, non è da Taehyung mangiare sempre cibo pronto", pensò Jisoo.
«Tieni», disse Joy, porgendole una scatola.
«Grazie...»
«Io vado a letto», disse, superandola e dandole le spalle per raggiungere quella che doveva essere la sua camera.
«Notte Misoo »
«Jisoo...», puntualizzò lei, ma troppo tardi perché la porta della stanza si era già richiusa con un tonfo.
Jisoo stette un attimo a pensare allo strano comportamento della ragazza,
per poi andare in cucina a mettere un po' di acqua a bollore.
Cenó in solitudine, guardando l'ampio finestrone del salotto e osservando tutti i particolari di quel nuovo ambiente.
Decise poi di prepararsi e andare subito a letto.
Afferrò il cellulare e lo accese: erano le 9:00.
Non arrivava nessun rumore dal resto della casa, probabilmente stavano ancora tutti dormendo.
"Mi alzo o resto a letto?", pensò tra sé.
Capì di non riuscire più a prendere sonno, così spostò le coperte e, lentamente, si alzò.
Appoggiò la mano sulla maniglia della porta, tenendola ferma per qualche minuto, per poi aprirla lentamente, cercando di non fare rumore.
Si ritrovò davanti il divano letto e, su di esso, la sagoma di Taehyung coperto dalle lenzuola.
Jisoo si fermò a guardarlo: dormiva profondamente, steso a pancia in giù, abbracciando il cuscino; i capelli erano più scompigliati del solito, il viso rilassato e il respiro regolare.
Quanto le era mancato osservarlo dormire, restare in disparte senza valicare quella distanza che le permetteva di cogliere tutti i particolari del suo volto senza farsi notare.
Notò che non aveva la maglietta, e le braccia possenti fuoriuscivano da w ad sotto il lenzuolo: in quel momento Jisoo avrebbe desiderato essere quel cuscino.
Allontanò dalla testa quella fantasia e distolse lo sguardo da Taehyung, per poi dirigersi in punta di piedi verso il terrazzo.
I raggi che trapelavano dalle tende promettevano una bellissima giornata di sole e Jisoo non vedeva l'ora di poter godere finalmente della vista sull'oceano che offriva quella casa.
Aprì entusiasta la grande vetrata, quando si accorse di non essere sola.
Seduta su una sedia di vimini, con le gambe stese e appoggiate a un tavolino di vetro, c'era Joy, intenta a fumare una sigaretta.
Jisoo avrebbe voluto fare un passo indietro senza farsi sentire e sgattaiolare come se niente fosse nella sua stanza, ma oramai era troppo tardi: Joy si era accorta della sua presenza e la stava fissando senza un minimo accenno di sorriso.
Indossava una sottoveste bianca estremamente corta, che metteva in risalto i numerosi tatuaggi sulle braccia, sulla schiena e sulle gambe.
Automaticamente Jisoo guardò il suo pigiama rosa a fiori e si sentì una cretina.
«Buongiorno Daegu...», esclamò, tirando una boccata di sigaretta.
«Come scusa?», chiese Jisoo, pensando di aver capito male.
«Non vieni da lì? Scommetto che una vista come questa ve la sognate...»,
disse, facendo un cenno con la testa per indicare il panorama di fronte a lei.
Aveva ragione, quella visuale era da togliere il fiato: la luce del sole riverberava sulla superficie dell'acqua, creando dei giochi di luce che facevano somigliare l'oceano a una miniera di diamanti.
I gabbiani volavano alti in stormi ben organizzati, per poi planare e gettarsi tra le onde.
La lenta danza della marea seguiva la coreografia di sempre, allungandosi verso la battigia per poi ritirarsi.
«Vieni, prendi una sedia. Vuoi una sigaretta?», le disse, invitandola a sedersi accanto a lei.
«No grazie, non fumo...», rispose Jisoo, sistemandosi sulla sedia.
«Ah certo, come non detto...»
Ripiombò il silenzio.
Entrambe guardavano oltre il balcone, godendosi la brezza leggera di prima mattina e l'aria salmastra.
Jisoo si sentiva a disagio in sua presenza e avvertiva anche un certo senso di antipatia nei suoi confronti, cosa che le dava estremamente fastidio, dal momento non le piaceva giudicare affrettatamente le persone.
Quella ragazza aveva un modo di fare diretto, sgarbato, quasi mascolino, che cozzava con la sua immagine così femminile.
«Come mai sei venuta a Busan?
Di cosa ti occupi?», ruppe il silenzio Joy.
"Cazzo e adesso cosa rispondo?
Nella vita sono una farmacista, ma ultimamente la mia attività principale è sopportare Taehyung e cercare di capire cosa gli frulli per la testa", pensò tra sé durante il suo solito flusso di pensieri incontrollati.
Venne presa dal panico, spiazzata da quella domanda a cui non era preparata.
In una frazione di secondo si guardò intorno alla ricerca disperata di un' ispirazione. Notò delle riviste poggiate sul tavolino e disse:
«Sono una giornalista...», mentì, deglutendo.
Vide Joy alzare un sopracciglio sorpresa.
«Ah e per quale giornale scrivi?»
"Ma quante domande fa?", si lamentò Jisoo interiormente.
«Una rivista locale di Daegu, non credo che venga venduta anche qui...», rispose, soddisfatta della sua furbizia.
«Scrivi un articolo su Busan?»
Joy, inconsapevolmente, le aveva servito la risposta su un piatto d'argento.
«Esatto! Dovrò descrivere un po' la città, capirne i ritmi, le abitudini, le attrazioni...»
«Fico! Io sono nata e cresciuta qui, se ti serve qualche informazione chiedi pure...», le propose Joy.
«Grazie, per adesso mi limiterò a chiedere a Taehyung di portarmi a fare un giro in città...»
«Non so quanto possa essere utile, è stato quasi sempre in casa questo mese. Non che la sua presenza mi infastidisca, anzi...», fece lei con un sorrisino, prima di dare un'altra boccata di sigaretta.
Jisoo a quella parole sentì una vampata di calore salirle fino al cervello.
Si ritrovò a serrare i pugni delle mani, cercando di non far trapelare il suo irrigidimento.
«Voi due siete amici?», chiese Joy.
"Mai stati in realtà", rispose Jisoo tra sé .
Era la verità: tra loro c'era stata attrazione fin dall'adolescenza e questo li aveva portati a non poter stringere una vera e propria amicizia, poiché l'interesse che provavano reciprocamente era sempre stato più forte.
«Sì, eravamo compagni di classe alle superiori...», rispose, pronunciando quella che era una mezza verità.
«Io non ho mai creduto all'amicizia uomo donna, per quanto mi riguarda è possibile un solo tipo di amicizia...», fece Joy, ammazzando la sigaretta nel posacenere.
Jisoo la guardò con aria interrogativa.
«...scopamicizia...», disse sfrontata l'altra, passandosi una mano tra i capelli lunghi e portandoseli di lato.
Jisoo non sapeva cosa ribattere, sentiva sempre e solo quel bollore al volto che non le dava tregua.
La gelosia si stava impossessando di lei.
D'un tratto, la porta finestra si spalancò, mostrando un Taehyung assonnato che si stropicciava gli occhi, con indosso solo un paio di pantaloncini grigi.
Jisoo deglutì, osservando dopo tanto tempo i rilievi decisi dei suoi addominali scolpiti.
«Buongiorno...», disse lui, guardando dritto verso Jisoo, con gli occhi semichiusi che si stavano ancora abituando alla luce del sole.
«Ciao...», rispose lei fredda.
Come gli veniva in mente di stare a torso nudo di fronte a un' altra?
Evidentemente avevano questo grado di intimità e il solo pensiero le faceva ribollire il sangue.
«Buongiorno! Sigarettina?», chiese Joy con il sorriso sulle labbra.
«Sì, grazie...», disse Taehyung prima di avvicinarsi, mettere una sigaretta tra le labbra e farsela accendere da Joy.
«Siediti, vuoi un caffè?», gli chiese lei servizievole.
«Sì, ti prego...», rispose lui sempre più assonnato.
«Vado a prepararlo. Ne faccio uno anche per te, Misoo?», le domandò Joy, incamminandosi verso la cucina.
«No grazie, sono a posto...»
"Jisoo, J-I-S-O-O, brutta cretina!".
Cercò di allontanare tutte le imprecazioni che Joy le suscitava e tornò a guardare Taehyung, intento a fumare e a osservarla.
«Dormito bene?», le chiese.
«Sì, tu? Sei tornato tardi ieri sera?»
«Alle 4:00, come sempre. Che ti va di fare oggi?»
"Tutto, tranne che stare qui dentro",
pensò Jisoo interiormente.
«Non lo so, scegli tu. Conosci meglio la città», rispose asciutta.
Sapeva di non riuscire a mascherare il disagio e il nervosismo che provava in quel momento e, dalla confusione negli occhi di Taehyung, sembrava che se ne fosse accorto anche lui.
Joy rientró con una tazzina di caffè in mano.
«A te...» disse, porgendoglielo.
Mentre si piegava verso di lui, gli passò una mano sulla spalla nuda e Jisoo non poté fare a meno di puntare gli occhi sul quel gesto.
Pensò che erano talmente vicini che lui poteva sicuramente sentire l'odore della pelle di lei e dei suoi capelli e solo il pensiero la fece rabbrividire.
Si sentiva in subbuglio e, dal un lato, voleva allontanarsi dalla loro vista, dall'altro non aveva la minima intenzione di lasciarli soli.
Fortunatamente Taehyung finì il suo caffè in un sorso, si alzò in piedi e, sfregandosi le mani, disse:
«Ci prepariamo?»
«Portala nei posti migliori, deve scrivere un bell' articolo su questa città», disse Joy, mettendosi a sfogliare una rivista.
Taehyung la guardò perplesso e Jisoo gli fece cenno di far finta di niente.
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Dopo circa mezz'ora si ritrovarono a uscire di casa.
Taehyung chiuse la porta alle sue spalle e si fermò per un attimo a osservare Jisoo che lo stava aspettando.
Lei si domandò cosa avesse da guardare, visto che aveva optato per indossare qualcosa di comodo e non troppo impegnativo: una semplice t-shirt bianca oversize e un paio di pantaloni neri aderenti.
Lui le sorrise, inforcò gli occhiali da sole e si diresse verso la sua auto. Salirono in macchina e partirono.
Jisoo continuava a essere assalita dai pensieri e dalle domande, a cui voleva dare assolutamente una risposta.
Ne aveva bisogno.
Quel viaggio doveva essere l'occasione per avere tutto più chiaro, per tornare a Daegu ed essere sicura della scelta presa, bella e brutta che fosse.
Non poteva cominciare a riavvicinarsi a lui con mille dubbi che le ronzavano nella testa.
Così decise di intraprendere un discorso prendendolo alla larga:
«Così Bambam lavora con te. Anche lui segue il corso?»
«No, lui è un dipendente fisso del locale, è una sorta di tutor.
Anche se siamo coetanei, ha molta più esperienza di me, si è formato a Bangkok, essendo thailandese...»
«Ed è lui che ti ha offerto l'alloggio?»
«Sì, per i primi giorni sono stato in hotel. Poi Bambam mi ha parlato dell' appartamento e del fatto che avessero una camera in più da affittare. Così mi sono trasferito da loro...»
«E Joy invece? Che fa?»
«Vive per lo più di rendita, ha ereditato la casa da suo nonno, ci vive e prende il nostro affitto. La sua famiglia dovrebbe stare molto bene economicamente.
In più è una tatuatrice »
Jisoo aprì la bocca sorpresa e disse:
«Ma non è illegale?», disse, riferendosi alla professione.
«Sì, ma il suo studio apparentemente è un centro estetico, in più offre di sottobanco la possibilità di tatuarsi.
È molto brava, certi tatuaggi in alcuni punti se li è fatti da sola...»
Jisoo stette a pensare a quali punti avesse visto lui, ma cercò di sorvolare e di andare avanti con le domande.
«E tra lei e Bambam c'è qualcosa...?», chiese Jisoo, cercando di sondare il terreno.
Taehyung fece un sorrisetto e poi disse:
«"Qualcosa" ogni tanto sì, ma che dura una notte e basta. In realtà sono solo amici»
Jisoo ripensò alle parole di Joy sull'amicizia e cominciò a mordersi l'interno della guancia.
«E lei è sempre così gentile con gli amici, oppure tu sei particolarmente fortunato?», lo provocó, mettendolo alle strette e venendo subito al punto.
Taehyung girò leggermente la testa verso di lei confuso, per poi riportare lo sguardo sulla strada.
«Che vuoi dire?»
«Stamattina ti ha riempito di attenzioni: sigaretta, caffettino... mani ovunque...», sputò il rospo lei.
«E dimmi Kim, come sta invece il nostro Jungkook? Tutto bene?
Ha finito di ronzarti attorno, oppure?», disse a un tratto lui, con il tono della voce alterato.
«Non cercare di sviare il discorso, ora stiamo parlando di te e di quella!
Io non ho mai girato mezza nuda di fronte a un altro!»
«Cooosa?», fece lui, ridendo istericamente.
«Stamattina eri a petto nudo davanti a lei!
A Busan non si usano più le t- shirt?»
«Io per lo meno non mi scatto selfie abbracciato a lei!», ribatté Taehyung amaro, riferendosi alla foto di lei e Jungkook al color party.
«Ti stai arrampicando sugli specchi! Per tua informazione, io stessa sono voluta andare a parlare con Jungkook a quattro occhi per mettere in chiaro la situazione e dirgli che non mi interessa!», continuò Jisoo.
Sentiva le pulsazioni aumentare per la rabbia.
Ecco, stavano già litigando dopo nemmeno ventiquattr'ore insieme.
«Ah, lo hai addirittura dovuto specificare!
Perché evidentemente lui ci stava provando con te, prova a negarlo!»,
ringhiò lui, mentre i suoi occhi erano coperti dagli occhiali da sole e Jisoo non poteva scorgerli.
«Non posso controllare i comportamenti altrui.
Posso solo essere schietta e diretta per evitare fraintendimenti»
«Appunto, non posso farlo neppure io. Non ho mai incoraggiato Joy, è semplicemente un'amica, che tu ci creda o no!», disse lui, cercando di mettere un punto alla discussione.
Jisoo rimase in silenzio, tentando di farsi bastare quelle parole, nonostante non le fosse piaciuto il tentativo di Taehyung di contrattaccare per difendersi e gettarle fumo sugli occhi.
Lui teneva il volante con il braccio destro, guidando con sicurezza come era solito fare.
Si inumidiva e si mordeva continuamente le labbra.
A un tratto ruppe il silenzio:
«E poi le tipe come Joy non mi piacciono per niente, troppo scontate...»
Jisoo non rispose, rimase immobile, facendo finta di non aver sentito.
«...oramai mi attraggono solo i casi patologici, le ragazze complicate che non riesco a decifrare», continuò Taehyung.
Jisoo colse la provocazione e disse, guardando la strada:
«Una volta dicevi che riuscivi a leggermi tutto in faccia...»
«Già, quando tutto era più semplice. Adesso non riesco più a farlo...», disse Taehyung amaramente.
Jisoo lo guardò per un attimo senza farsi notare.
Pensò che per lei fosse lo stesso.
Non riuscivano più a capirsi.
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Hola! nuovo capitolino notturno per voi❤️
È ora di andare a letto bomambo XD
Spero che i miei deliri notturni vi piacciano...
Come sempre vi chiedo un supporto con una stellina e se vi fa piacere lasciate un commentino 😉
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