Cαριƚσʅσ 28

Jisoo arrivò a casa di Jennie e vide le macchine delle sue amiche già parcheggiate nel piazzale.

Bussò alla porta di casa e le venne ad aprire Chaeyoung, con un' espressione che non lasciava trasparire nulla di buono.
Si guardarono preoccupate, senza dirsi nulla e Jisoo entrò in casa.

Trovò Jennie seduta sul divano con la testa tra le mani e Lisa che le sedeva accanto, accarezzandola.
Jisoo si avvicinò a lei, dicendo:

«Jennie...»

Si abbassò, inginocchiandosi per essere all'altezza del suo viso, e lei alzò gli occhi rossi pieni di lacrime verso Jisoo.

«Ciao, grazie per essere venuta», fece con un filo di voce.

«Avrei voluto fare prima, ma mi hanno trattenuta in ufficio. Ehi...», le disse Jisoo, alzandole il viso.

«Mi dispiace ragazze, oggi non riesco a smettere di piangere»

Non riusciva a vederla in quello stato. Jennie era sempre stata così forte, era il motore di loro quattro e ora sembrava così piccola e indifesa.

«Non devi dispiacerti, sai che con noi puoi essere te stessa e sfogarti quanto vuoi», la rassicurò Chaeyoung, toccandole dolcemente i capelli.

«Adesso ti riprendi un attimo e poi parliamo. Vuoi un bicchiere di acqua?», le chiese Lisa.

«Sì, grazie...», rispose lei tra i singhiozzi.

Aveva mandato un messaggio a tutte loro dicendo che stava male, che era in crisi.
Aveva litigato pesantemente con Kai e lui aveva preferito andare a casa dei genitori, lasciando il loro appartamento a Jennie.
Tutto questo a nemmeno un mese dal loro matrimonio.

Jennie cominciò a sorseggiare l'acqua che le aveva portato Lisa e cercò di riprendere a respirare normalmente.
Vedendola tranquillizzarsi, Jisoo le chiese:

«Ti va di raccontarci?»

Jennie, tenendo lo sguardo basso, iniziò a parlare:

«Sono nella confusione più totale ragazze. Mi scoppia la testa. Vorrei smontarla e ripararla per capire se qualche ingranaggio si è rotto...»

«Quale è il problema?», le chiese Chaeyoung.

«Il problema sono io. Tutto questo casino lo sto creando io», fece Jennie accorata.

Gli occhi le si riempirono di nuovo di lacrime, ma riuscì in qualche modo a trattenerle e ad andare avanti.

«Ho paura. Ho cominciato ad avere una paura incredibile. Manca un mese al matrimonio e io non sono più sicura di volerlo», ammise lei.

Jisoo pensò di aver capito male.
Non era possibile che quelle parole fossero uscite dalla bocca della sua migliore amica.
Quella innamorata, quella certa al cento per cento del suo uomo, del suo futuro marito, quella che aveva lottato contro il tempo, contro le difficoltà, contro tutti, per portare avanti la sua storia e mantenere integro il suo amore.
Non pensava che quei dubbi potessero nemmeno lontanamente sfiorarla.

«Jennie ma che dici, hai sempre voluto sposare Kai. Siete fatti l'uno per l'altra», fece Lisa.

«Non lo so più. Ultimamente abbiamo litigato spesso, come non abbiamo mai fatto in tutti gli anni che siamo stati insieme»

«Ma è normale, siete sotto pressione per l'organizzazione del matrimonio.
Avete dovuto conciliare così tante cose...», la interruppe Chaeyoung.

«No, non è lo stress, c'è qualcos'altro. Qualcosa che non va in me, anche se non so cosa», disse Jennie con aria confusa.

Si guardava le mani e sembrava essere seriamente in difficoltà.

«Mi stanno venendo in mente mille domande a cui solitamente non ho mai pensato.
È davvero l'uomo della mia vita?
Lo amo ancora come all'inizio, oppure è abitudine?
Sono pronta a passare la vita insieme a lui e solo a lui?»

«Jennie, non devi farti queste domande inutili...», fece Chaeyoung, cercando di minimizzare.

«Perché non dovrei farmele se le penso?»

«No, infatti, credo che tu faccia bene a portele. Ma devi anche dargli una risposta», le disse Jisoo.

Purtroppo conosceva bene quella sensazione.
L'aveva provata anche lei con Suho, fortunatamente non a ridosso di un matrimonio, ma comunque prima di una scelta decisiva come quella di andare a vivere insieme.
Quasi dall'oggi al domani, tutto quello che probabilmente aveva archiviato nella sua mente e nel suo cuore per tanto tempo, era affiorato.
Aveva tirato avanti, cercando sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno, mettendo sul piatto della bilancia tutto il buono che c'era tra loro e preferendolo sempre alle cose che invece non andavano.
Poi, d'un tratto, è come se la bilancia si fosse del tutto squilibrata verso quello che non andava.
E il tarlo delle emozioni e delle sensazioni negative aveva cominciato a fare spazio in lei.
Provava lo stesso senso di colpa che ora vedeva negli occhi dell'amica, ma non poteva minimamente credere che l'amore che c'era tra lei e Kai potesse essere paragonato alla fragilità di quello tra lei e Suho.

«Non trovo alcuna risposta ragazze. Sono nel pallone. Più ci penso più non so cosa mi stia prendendo.
Ha cominciato a darmi fastidio tutto di lui e conviviamo da tempo!
Il modo in cui si siede stravaccandosi sul divano, il modo in cui ripiega i calzini, come beve dalla bottiglia, come si soffia il naso...vi pare normale?»

Si guardarono tutte e tre sconcertate, accorgendosi che la situazione fosse più grave di quanto si aspettassero.

Jisoo riconobbe anche quel segnale. Suho nell'ultimo periodo della loro storia sembrava non riempirla più,ma anzi, sentiva quella presenza come ingombrante nella sua vita, come se il posto che da sempre aveva occupato accanto a lei non gli appartenesse più.

«Abbiamo litigato perché ero strana da giorni.
Qualsiasi cosa dell'organizzazione del matrimonio mi mandava fuori di testa.
Gli rispondevo continuamente male e lui alla fine si è stancato e mi ha lasciato spazio per riflettere. Solo che io sto ancora così.
Piango solamente e non trovo una ragione»

«Jennie devi un attimo tranquillizzarti e razionalizzare la situazione», le fece Jisoo.

«Per te è facile sei sempre razionale, ma io non ci riesco...»

Jisoo rimase colpita da quelle parole, come se Jennie stesse descrivendo una persona che conosceva ma che non cambaciava più con quella che sentiva di essere.
Nell'ultimo periodo era come se avesse accantonato la testa, facendosi trasportare solo dalla pancia e dall'istinto.

Taehyung non le permetteva di ragionare, ma le faceva scaturire emozioni e sentimenti che riuscivano a essere sempre più veloci dei suoi pensieri.
Jennie continuò:

«Due giorni fa sono andata a fare la prova dell'abito. Sentivo di non essere come le altre volte che l'ho indossato. Appena mi sono vista allo specchio ho avuto una sensazione di oppressione e sono scoppiata a piangere.
Per fortuna ho fatto finta che fossero lacrime di gioia per l'emozione»

Jisoo non poteva credere che i sentimenti di Jennie fossero così labili.
Se lo erano i suoi e quelli di Kai, allora nessuno aveva speranza.
Doveva aiutarla a uscire da quel vortice di caos che la stava imprigionando e che le offuscava i pensieri.

Le si avvicinò, accarezzandole il viso con entrambe le mani dolcemente e, guardandola negli occhi, le disse:

«Jennie nessuno di noi può dirti cosa sentire o cosa non sentire. Però chiudi gli occhi, fa un respiro profondo...»

Jennie ubbidì.

«...pensa a te con lui e pensa alla te senza di lui. Credi siano la stessa persona?»

«Non lo so, perché?»

«Perché se con o senza di lui senti di essere la stessa, forse le cose non devono andare, forse il ruolo che ha svolto nella tua vita è terminato qui e la sua presenza non ti arricchisce più.
Se invece pensi che senza di lui potresti non essere più quella che sei, allora probabilmente Kai è fondamentale.
È l'altra metà della mela che ti completa.
Pensaci Jennie, sono sicura che dentro di te sai quale è la risposta»

Sapeva di essere stata diretta, di averle fatto anche prendere in considerazione un aspetto "scomodo" che forse preferiva non vedere.

Jisoo era consapevole di quanto
l'introspezione fosse un esercizio faticoso, a volte doloroso, ma necessario.
Quanto essere sinceri e schietti con il proprio io richiedesse uno sforzo immenso, perché a volte le vere menzogne sono quelle che si raccontano a sé stessi.
Lei aveva dovuto trovare una risposta a quelle domande, e semplicemente aveva capito che Suho aveva smesso da tempo di camminarle accanto, ma era come rimasto indietro, e lei aveva continuato a camminare per la sua strada.

Il percorso dopo la rottura l'aveva fatta inciampare, traballare, perdere l'equilibrio, ma non si era mai girata a guardare le orme che aveva lasciato indietro.
Ora sentiva di non affondare più, ma di procedere nella sua direzione, forse con qualcun'altro pronto a lasciare le impronte accanto alle sue: Taehyung.

In quell'esatto momento rifletté sulla stessa domanda che aveva posto all'amica.
Se Taehyung fosse uscito dalla sua vita in quel momento cosa avrebbe lasciato?
Una Jisoo integra o una a metà?

"Mi lascerebbe semplicemente vuota".

Fu la risposta che diede a sé stessa.
Avrebbe lasciato l'involucro che era Jisoo quando l'aveva incontrata, circa un mese prima, e che piano piano aveva riempito di speranza, intesa, serenità, felicità, sana inquietudine ...vuoto e spoglio.

In quell'esatto momento capì quando quel ragazzo dal sorriso squadrato fosse diventato importante per lei, e quanto gli dovesse.
Mentre Jisoo era assorta nei suoi pensieri, Jennie la guardava fissa riflettendo su sé stessa.
Ad un tratto fece:

«Non c'è stato un giorno della mia vita che non abbia pensato a quanto Kai fosse il dono più grande che mi fosse capitato e credo di pensarlo tutt'ora.
Non potrei mai essere la stessa senza di lui.
Insomma guardatemi in questo momento, vi sembro io?», chiese risoluta alle amiche.

«No, non siamo abituate a vederti così a pezzi, sei sempre la nostra motivatrice!», fece Lisa.

«Non sono io senza di lui...», si ripeté Jennie, convincendosi sempre più di quello che aveva realizzato in quel momento.

Poi guardò Jisoo e disse con sguardo sincero:

«Grazie...»

«A che servono le amiche razionali? Oltre a essere il solito mattone, ogni tanto riesco anche a farvi ragionare!
Abbraccio di gruppo?», rispose Jisoo, allargando le braccia verso le sue tre amiche.

Si abbracciarono strette, conscie di esserci sempre le une per le altre, in tutti i momenti che la vita gli avrebbe riservato.

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