Cαριƚσʅσ 23 (Pαɾƚҽ 2)

Seojoon ha insistito per una serata a quattro: lui, Cho, una sua amica e io.
Si è fissato che devo mettere la testa a posto, che mi serve una ragazza. Veramente io sto benissimo anche da single.
Ho accettato comunque l'invito, perché mi ha detto che saremmo andati a mangiare una pizza nel mio locale preferito.
Sono arrivato in anticipo e mi sono messo a fumare per aspettarli.
Non ero nervoso, anche se quello era il mio primo appuntamento combinato.
Li ho visti arrivare in lontananza: Cho parlava con l'amica.
Mi è piaciuta da subito.
Non so come spiegarlo, ha alzato gli occhi verso di me, mi ha sorriso e ho sentito una scarica.
Ho pensato che fosse davvero carina.
Si chiama Wheein.
Mi sono presentato e credo che quando le ho stretto la mano fosse sudata, non mi capita mai.
Abbiamo cominciato a parlare tranquillamente: ha un anno meno di me, studia economia all'università.
Sembra molto intelligente, simpatica, è stata al gioco e mi ha sorriso per tutta la serata.
Abbiamo parlato di tutto: dallo sport, alla musica, agli animali.
Ero nervoso, tanto.
A fine serata le ho chiesto se poteva darmi il suo numero e ha risposto di sì.
Penso che la contatterò a breve.
Vorrei incontrarla da solo.

Jisoo leggeva bramosamente.
Da quelle parole, sembrava che tra loro due fosse scattato il classico colpo di fulmine. Qualcosa di così forte da averli connessi in un attimo.

Ci siamo visti.
Abbiamo fatto una passeggiata per il centro di Daegu.
È veramente un ciclone.
Riesce a zittirmi e nessuna c'è mai riuscita.
È matta come un cavallo, piena di energia, di sogni, di aspettative.
In questo momento sento di non avere grandi ambizioni, non so che fare della mia vita.
Lei invece ha le idee chiare: vuole finire gli studi e poi partire per l'estero.
Mi affascina, è trascinante.
A un certo punto, non ce l'ho più fatta e ho deciso di baciarla.
Così, in mezzo alla strada, sotto gli occhi di tutti.
E lei non si è allontanata ma ha ricambiato il bacio.
Non so cosa ho provato, forse tutto in un momento.
Mai sentito niente del genere.
L'ho riaccompagnata al campus e lei mi ha invitato a salire in camera sua.
Lo abbiamo fatto.
Dio, se lo abbiamo fatto.
È veramente brava.
Mi spaventa perché è come se fosse anni luce avanti a me.
Credevo di avere esperienza, ma mi sento come un ragazzino alle prime armi.
Oggi ci rivediamo, sempre da lei.
Già so come andrà a finire.

Jisoo era immersa nella lettura e sentiva una voragine salirle dallo stomaco fino alla gola.
Era così difficile per lei leggere di quanto fosse perso per un'altra, che tra l'altro sembrava essere il suo esatto opposto.
Così libera, energica, piena di vita.
Erano andati a letto insieme già dalla seconda uscita.
Sembrava esserne stregato.
Leggeva di un Taehyung del tutto inesperto, insicuro, immagine che cozzava con quello che aveva da sempre conosciuto.

Andò avanti, sorbendosi dettagli sulle loro uscite e sul sentimento di lui che cresceva.
Non capiva più se quella lettura potesse aiutarla a capirlo meglio, o se si stesse tramutando in una tortura.

Oggi è stato un giorno importante.
Eravamo sul letto dopo averlo fatto.
Non ho resistito e ho dovuto dirle quello che sento da un po'.
Le ho detto che mi sono innamorato di lei.
Non l'ho mai detto a nessuna, non ho mai sentito nulla del genere prima d'ora.
Wheein è tutto quello che ho sempre voluto.
Lei mi ha detto che sente le stesse cose.
Penso di aver toccato il cielo con un dito.
Lo abbiamo fatto di nuovo.
Stavolta abbiamo fatto l'amore.
WHEEIN È MIA!
Vorrei gridarlo al mondo ma per adesso lo scrivo qui.

Jisoo continuò a leggere di vacanze insieme, uscite con gli amici, viaggi.
Era un Taehyung inedito per lei, quasi sdolcinato, stucchevole.

Si stava domandando come fosse lei a quell'età: parallelamente stava vivendo i primi anni della sua storia con Suho.
Sì, forse l'entusiasmo dei vent'anni, la prima storia d'amore seria, avevano avuto tutto un altro sapore anche per lei.
Eppure continuava a domandarsi dove fosse andato a finire il ragazzo che aveva scritto tra quelle pagine.
Lui che si vantava di non sentirsi cambiato, di essere lo stesso di sempre, sembrava in realtà così diverso.

I racconti si diradarono: probabilmente la loro storia filava così liscia che Taehyung non sentiva la necessità di confidarsi con il suo diario.
Gli scritti riniziarono anni dopo, quando già vivevano insieme a Sidney.

Sono nervoso. Venire in Australia probabilmente non è stata una grande idea.
Wheein è molto soddisfatta del suo lavoro e passa la giornata in ufficio.
Io invece resto tutto il giorno a casa, cercando un lavoro e sforzandomi di capire questa lingua di merda.
Sta diventando tutto difficile.
Lei cerca di spronarmi, ma quando lo fa sembra offensiva, come se non mi stessi impegnando abbastanza.
Ce la sto mettendo tutta ma non vedo prospettive.
Mi sento svuotato.
Passo le mie giornate al pc, controllando tutti gli annunci.
Poi preparo da mangiare per entrambi, così che quando lei torna dall'ufficio non debba mettersi ai fornelli.
Non parliamo più.
Lei non mi racconta della sua giornata e io forse non ho nemmeno voglia di ascoltarla.
Non trombiamo nemmeno più.
Io la cerco, ma lei mi dice di essere stanca.
Ho bisogno di una svolta.

Qualche settimana dopo:

Ho finalmente trovato lavoro!
Mi hanno assunto in un bar.
Per ora servo ai tavoli.
Non posso prendere ordinazioni perché non parlo bene l'inglese. ma sto migliorando.
Devo dire che mi piace.
Il capo mi ha detto che sono portato.
Oggi ero talmente felice che le ho voluto fare una sorpresa, visto che non stiamo passando un bel periodo.
Sono passato davanti a un negozio di animali e ho visto un piccolo cucciolo di Pomerania.
L'ho portato a casa e Wheein è esplosa di gioia.
Lo abbiamo chiamato Yeontan.
Ora siamo una famiglia: io, lei e la nostra palla di pelo.
Le cose tra noi sembrano essere un po' migliorate anche se ci vediamo sempre meno, perché quando io parto per andare al lavoro, lei spesso non è ancora rincasata dall'ufficio.

Jisoo continuava a leggere.
Percepiva un baratro: la loro storia stava colando a picco.
La gioia e l'entusiasmo dei primi anni, non trapelavano più dalle parole di Taehyung.
Si stavano allontanando, stavano diventando sempre più due estranei, ognuno con la propria vita e le proprie esigenze, anche se dormivano sotto lo stesso tetto.
Si percepiva la sua volontà di salvare il salvabile, ma sembrava non bastare.
Raccontava di una lei sempre più fredda, sempre più concentrata su sé stessa, sempre meno incline ad andargli incontro.
Fino al punto di rottura.

Jin mi ha chiamato una settimana fa.
Papà sta peggiorando.
Sembrava una cosa da niente, ma ora i medici non sono per nulla ottimisti.
Mi ha chiesto di tornare a Daegu.
Potrebbe essere l'ultima volta che lo vedo.
Mi sento uno schifo.
Sono partito, fregandomene della mia famiglia, pensando solo a me stesso.
Potrei perdere mio padre e non avere nemmeno il tempo di dirgli tutto quello che ho dentro: quanto gli voglio veramente bene e quanto mi dispiaccia per tutti i problemi che gli ho causato.

Un nuovo scritto, datato pochi giorni dopo:

Ho deciso di partire.
Sto aggiustando le cose al lavoro: ho spiegato tutta la situazione al capo ed è stato molto comprensivo.
Quello che non riesco a capire è invece l'atteggiamento di Wheein.
Ha detto che mi raggiungerà appena potrà, ma non credo in senso definitivo.
Quando le ho chiesto se dobbiamo disdire l'affitto dell' appartamento, ha dato di matto.
Ha detto che questa è e rimane casa sua, e che se non voglio tornare sono solo fatti miei.
Non so cosa deciderò di fare, credo che lo capirò quando sarò con mia madre e i miei fratelli.
So solo che avrei desiderato un altro appoggio da parte sua.

C'erano diverse pagine bianche, poi Jisoo notò poche righe scritte:

Papà ci ha lasciati.
Non ho più lacrime, non sento più niente.
So solo che lei non è qui con me.
E non ci sarà più.
Non ho bisogno di presenze assenti nella mia vita.

Il quarto quaderno terminava con quelle parole lapidarie, che segnavano la fine della sua storia.
Jisoo poteva percepire il vuoto incolmabile che Taehyung aveva provato in quel preciso momento della sua vita.
Le scese una lacrima.
Si affrettò ad asciugarla e afferró l'ultimo quaderno, il più recente.

Non scrivo da parecchio.
Ora ne sento la necessità, sempre per mettere in ordine i pensieri.
È ripiombata dal passato e sta scompigliando tutto: Jisoo.
L'ho rivista una sera al locale, con Jimin e altri nostri ex compagni di classe.
Credo che abbia subito capito qualcosa, perché non ho potuto fare a meno di guardarla.
È diventata ancora più bella di quanto mi ricordassi.
Ho trovato varie scuse per rivederla, ero curioso di sapere come era andata la sua vita e, devo ammetterlo, volevo anche capire che effetto mi facesse starle di nuovo accanto dopo tutti questi anni.
Ieri sera ci siamo visti alla festa delle lanterne. Non è successo nulla, non eravamo soli.
Mi intriga. Non è solo bellissima, è furba e, come sempre, imperscrutabile.
Credo che sappia che mi fa un certo effetto e gioca con me per vedere le mie reazioni.
Ieri le sarei saltato addosso, aveva un vestitino bianco corto e attillato.
Non lasciava molto spazio all'immaginazione.
Ma volevo che fossimo soli per non sprecare il momento.
Così oggi l'ho invitata a pranzo fuori.
Abbiamo passato tutto il tempo a parlare di noi, in realtà ci eravamo già raccontati giorni fa.
Sembra così pura, e sembra che la sua purezza le abbia lasciato tante ferite da dover ricucire.
Per tutto il tempo mi sono chiesto se fosse fragile o fosse una combattente.
Proprio per questo non sapevo come comportarmi.
Poi ho preso coraggio e le ho detto che mi interessa, lei allora mi ha baciato e io credo di aver perso la testa in quell'esatto momento.
Il suo profumo e la sua pelle mi hanno portato su un altro pianeta.
Non so se sia per il fatto che avevo una cotta per lei ai tempi del liceo, ma non mi sentivo così attratto da qualcuna da tempo.
Almeno non così totalmente.

Jisoo muoveva velocemente i suoi occhi da una riga all'altra, sorridendo e trattenendo l'emozione che sentiva.
Sembrava che quello che lei stessa aveva vissuto in quei momenti non fosse unidirezionale, ma che lo avessero vissuto entrambi.

Ci stiamo conoscendo.
Credo di aver esagerato giorni fa.
Ho tentato un approccio fisico un po' più spinto e lei mi ha fermato.
Sono stato un coglione, dovevo aspettare.
È speciale. Lo è sempre stata e non posso comportarmi con lei come con tutte le altre.
Devo riuscire ad abbattere le barriere che ha costruito attorno a sé.
Le mie già le sta scalando.
Mi basta un suo sorriso o un suo sguardo e sento di stare di nuovo bene.

La pagina successiva:

Sono felice. Mi sento carico. Potrei fare il giro della Corea a piedi.
Stanotte è stata indescrivibile e anche stamattina.
Sto perdendo la testa per lei.
Non riesco ad ammetterlo a me stesso ,ma tra queste pagine posso farlo.
Ogni attimo con lei mi scava dentro e mi lava via tutto.
Jisoo mi sta curando.
Non so se sto riuscendo a farle capire tutte le emozioni che provo, non sono mai stato bravo a farlo.
Non so come andrà, so che in questo momento vorrei che quello che stiamo costruendo non finisse mai.
Sì, sento che stiamo costruendo davvero qualcosa.
Non è il solito castello di sabbia.
Io la SENTO e credo che per lei sia lo stesso.
Ero anestetizzato, ma lei sta riuscendo a farmi tornare a respirare a pieni polmoni.

L'ultimo diario terminava con quelle parole.
Jisoo lo chiuse e se lo portò al petto.
Ora sapeva chi fosse.
Quella lettura era stata come incontrarlo di nuovo, forse così profondamente da conoscerlo per la prima volta.

"Devo vederlo", pensò.

Ne sentiva la necessità.
Incartò nuovamente i quaderni, prese le chiavi della macchina e chiuse la porta di casa.
A quell'ora doveva già essere al locale.
Mise in moto e cominciò a guidare il più veloce possibile.
Sorrideva.
Non sapeva nemmeno cosa gli avrebbe detto.

Arrivò all'ON e si mise a correre per raggiungere l'entrata del locale.
Le luci che illuminavano i tavoli erano accese, ma non c'era ancora nessuno.
Vide Jin, intento ad apparecchiare una tavolata.
Lo salutò rapidamente con un:

«Ciao! C'è Tae?»

«Sì, dovrebbe essere in veranda...»

La guardò interdetto e confuso.
Lei si affrettò ad allontanarsi e a dirigersi verso il punto che Jin le aveva indicato.
Lo scorse in lontananza, intento ad asciugare dei calici.

Taehyung alzò gli occhi e Jisoo vide la sua espressione sorpresa.
Non fece altro che fiondarsi tra le sue braccia e abbracciarlo con tutta la forza che aveva.
Voleva che sentisse quanto anche lui fosse importante per lei.
Taehyung ricambiò l'abbraccio, stringendola a sua volta e lei, con il viso affondato sul suo collo, riuscì solo a dirgli:

«Ciao Kim Taehyung, sono Kim Jisoo piacere di conoscerti»

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Scusate per questo capitolo lunghissimo diviso in due parti.
Ma avevo bisogno di descrivere tutto al meglio.
Vi sta piacendo questa storia???
Fatemi sapereeee

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