Cαριƚσʅσ 18

«La smetti?», disse Jisoo, dimenandosi da lui che l'abbracciava da dietro, baciandole
il collo e le spalle.

«Non ne ho alcuna intenzione»

«Hai detto che vuoi uscire?
Come facciamo se non mi lasci vestire?»

«Non sei male nuda»

«Non suona proprio come un complimento», fece Jisoo, facendo la finta offesa.

«Direi che te ne ho fatti anche troppi oggi: ti ho detto che sei bella, che sei sexy, che sei brava, che mi fai impazzire...», continuò lui, lasciandole piccole baci tra il collo e l'orecchio che le facevano solletico.

Non era ancora riuscita a rivestirsi.
Dopo la colazione, erano tornati ad attirarsi come due magneti, fino a ritrovarsi sotto la doccia insieme.

⚠️🔞

Lui l'aveva insaponata con estrema accuratezza, passando le sue mani su ogni centimetro del suo corpo.
E lei si sentiva morire ad ogni tocco.
Aveva iniziato dalle spalle massangiandogliele, aveva continuato lungo il seno e ne aveva approfittato per baciarglielo e succhiarle i capezzoli, poi era sceso con le mani fino al ventre, perdendosi inevitabilmente lì.

Ad un certo punto Jisoo era talmente inebriata, da non accorgersi che aveva spinto la testa tra le sue cosce e glie le aveva allargate.
Sentì la sua lingua invaderla di puro, purissimo piacere e sentì le gambe cederle, tanto da doversi aggrappare al box della doccia.
Lui sembrava insaziabile, sembrava volesse restare a darle quel piacere struggente per sempre, fino a farle perdere la ragione.
Aveva urlato e quasi gli aveva chiesto di smetterla per quanto il suo corpo non ce la facesse più.
Aveva avuto un nuovo orgasmo, che l'aveva fatta scivolare seduta sul piatto della doccia, mentre lui riprendeva fiato soddisfatto.

Le aveva permesso solo di riprendersi un po' prima di girarla, metterla a novanta gradi ed entrare in lei.
Con una mano si era aggrappato al suo fianco per reggersi e spingere al meglio dentro di lei, con l'altra le aveva tastato un seno.
Avevano continuato così, con l'acqua calda e avvolgente che scorreva sui loro corpi, coprendo con il suo scroscio il suono dei loro ansimi.

⚠️🔞🔚

«Quindi passiamo a casa tua?», gli chiese lei, dopo che era riuscita ad allontanarsi dai suoi baci.

«Sì, ho bisogno di cambiarmi anche se sono lindo e pulito», fece lui con un sorrisetto, riferendosi alla doccia insieme.

«Ok, poi che facciamo?»

«Dobbiamo avere per forza programmi?
Vediamo quello che ci va di fare, magari vestiti stavolta»

«Scemo!», fece lei sorridendo e buttandogli addosso l'asciugamano.

Jisoo preparò i vestiti che voleva indossare e si chiuse in bagno, sapendo che se continuava così non le avrebbe dato tregua.
Si infilò un paio di jeans chiari e una semplice maglietta beige, pensando che quel look casual sarebbe andato bene qualsiasi cosa avessero scelto di fare.

Mentre si stava truccando, sentì bussare alla porta:

«Che fai?»

«Secondo te?»

Sembrava un bambino alla ricerca di attenzioni.

«Posso entrare?»

Jisoo apri la porta e si affacciò fuori:

«Solo se mi lasci preparare»

«Giuro, sono innocuo ormai»

Lei gli aprì definitivamente la porta e tornò a osservarsi allo specchio.
Taehyung le si avvicinò e si sistemò con una mano i capelli scompigliati: quel look un po' più trasandato di prima mattina gli donava.

Mentre lei si stava mettendo il mascara, lo sorprese a osservarla con le braccia conserte.

«La finisci di fissarmi? Sei inquietante»

«Mi piace guardare una donna mentre si fa bella, avete una gestualità particolare che noi uomini non siamo abituati a vedere»

«Sì, ma mi imbarazzi! Puoi uscire di nuovo? Grazie!», disse lei, spingendolo fuori dalla porta con tutta la forza che aveva.

«Non truccarti troppo, non ne hai bisogno!», lo sentì urlare fuori dalla porta e le scappò inevitabilmente un sorriso.

Una volta preparati uscirono di casa, salirono nella macchina di Taehyung e si diressero verso il suo appartamento.
Jisoo era curiosa di vedere il posto in cui viveva, dove trascorreva le sue giornate quando non era con lei o al locale.
Taehyung stava guidando tranquillo come sempre, quando allungò la mano destra verso di lei poggiandogliela sul ginocchio aperta.
Jisoo capì le sue intenzioni e mise la mano sul palmo di lui intrecciando le loro dita.
Lo vide sorridere mentre guardava la strada e Jisoo fece lo stesso.

"Non farti castelli in aria, cerca di rimanere con i piedi per terra, ti sta solo stringendo la mano.
Come se foste una coppia.
Ma che ti salta in mente?
Solo perché avete passato la notte e la mattina a fare sesso non vuol dire niente, lo sai da te.
Invece vuol dire cavolo, eccome se vuol dire per me".

Jisoo era sommersa dal suo continuo flusso di pensieri. Le sue speranze si scontravano sempre con la sua razionalità.
Poteva rappresentare ciò che provava o ciò che desiderava come un palloncino che cercava di scappare via e di volare, ma che veniva trattenuto a terra da un nodo legato a una pietra, rappresentazione della sua estrema cautela e volontà di tutelarsi.
Voleva viverlo, ma aveva paura di consumarsi e non poteva permetterselo proprio ora che stava riscoprendo sé stessa.

Cosa le aveva detto Taehyung giorni prima riguardo al concetto del per sempre?
"Ciò che rimane di qualsiasi rapporto, relazione e incontro è indelebile, ma non per forza devono durare nel tempo..."
Ecco, voleva proprio questo: godersi quella mano intrecciata alla sua e la sensazione di essersi appartenuti per tutta la notte, a prescindere da come sarebbe andata il giorno dopo o quello dopo ancora.

«Di nuovo pensieri?
Dai pace al criceto nella tua testa, lo fai correre troppo, sai?», fece lui.

"Si accorge di tutto", pensò lei.

«È inevitabile pensare, tutti pensiamo ogni secondo anche se magari non ce ne accorgiamo, no?»

«Dipende che genere di pensieri: un conto è riflettere h24 sulla propria esistenza come fai tu, un conto è pensare che boxer mi metto? Spero di non averli tutti in lavatrice, esempi di quello a cui penso io in condizioni normali»

Jisoo scoppiò a ridere.

«Hakuna matata: grande filosofia.
"Senza pensieri la tua vita sarà...chi vorrà vivrà in libertà"», fece lui, canticchiando.

Portò la mano destra intrecciata a quella di Jisoo alle labbra e la baciò.
Taehyung aveva ragione: doveva sgombrare la mente e godersi quell'attimo.
Una bella giornata di sole, in ferie, in compagnia del ragazzo che le stava donando tante sensazioni positive.
Non doveva avere bisogno di altro.
Le si disegnò un sorriso sul volto che non riusciva a togliere.

«Ecco, ora va meglio, molto meglio con quel sorriso! Sennó ti vengono le rughe di espressione a forza di aggrottare la fronte e non so quanto possa essere attratto dalle donne rugose, dovrei provare...», fece lui con il suo solito tono ironico.

«Cretino!», esclamò Jisoo, dandogli un pugnetto sulla spalla.

«Tra un pensiero e un altro siamo quasi arrivati Miss»

Erano dall'altra parte di Daegu, in un quartiere che Jisoo non aveva mai frequentato.
Era meno "tranquillo" del suo, abbastanza caotico, poco verde e molto urbanizzato, con palazzi costruiti uno accanto all'altro.

Taehyung svoltò in una strada secondaria e parcheggiò sotto un palazzo in mattoncini rossi.

Non sembrava essere particolarmente accogliente, ma come diceva lui "mai giudicare un libro dalla copertina" .

«Dentro è sicuramente meglio», fece lui, leggendole per l'ennesima volta nella mente.

Salirono le scale fino all'ultimo piano ed entrarono nell'appartamento.

«Prego», disse, facendola entrare per prima.

Jisoo si ritrovò nel salotto e cominciò a guardarsi intorno: era minimalista, arredato sui toni del grigio.
Un grande divano in pelle nera era posizionato di fronte a una tv a schermo gigante, a cui erano attaccate casse e una console della playstation.
Poco più in là l'angolo cottura sempre sui toni del grigio, con una penisola e degli sgabelli alti.
Le mura della stanza erano tappezzate da quadri di fotografie in bianco e nero che rappresentavano scorci di città e metropoli.
Una vetrata, che dava dall'altra parte della strada rispetto a dove avevano parcheggiato, illuminava tutto l'ambiente.
Jisoo pensò che era il classico appartamento "maschile", ma lo trovò ben arredato e pulito.

Subito videro zampettare verso di loro Yeontan che li accolse scodinzolando e facendo mille giravolte su sé stesso.
Si fiondò verso Jisoo, ignorando Taehyung.
Lei si abbassò per riempirlo di coccole.

«Traditore», fece Taehyung, osservando la piccola palla di pelo.

«Ehi bastardo, si può sapere dove eri finito?»

Sentirono una voce maschile provenire dal resto dell'appartamento.

«Ti ho mandato un messaggio e non ti sei degnato di rispondere, ero quasi preoccupato!»

Seojoon comparve in salotto, in tuta.

«...ma evidentemente stavi più che bene»

Terminò la frase non appena si accorse della presenza di Jisoo.
Lei si affrettò a salutarlo:

«Buongiorno!»

«Ciao...ehm, mi dispiace di solito non ci salutiamo così», fece Seojoon sorpreso.

"Che situazione imbarazzante", pensó Jisoo.

«Sì, scusa. Come vedi sono vivo.
Hai portato fuori Yeontan?», gli chiese Taehyung.

«Certo, non mi ha dato tregua, per fortuna attacco il pomeriggio al lavoro»

«Siamo passati perché mi devo cambiare, poi riusciamo subito. Vado di lá allora ...», disse Taehyung, dirigendosi verso quella che doveva essere la sua camera e dando una pacca sulla spalla all'amico.

«Offrile qualcosa...», lo sentirono gridare in lontananza.

Seojoon appariva in imbarazzo, quasi non sapesse come muoversi nella sua stessa casa.
Lo vide dirigersi in cucina e aprire il frigo.

«Abbiamo birra, coca cola, vino rosso, succo di mirtilli...»

«Dell'acqua va benissimo», fece lei.

«Ok...», rispose lui, afferrando un bicchiere e cominciando a riempirlo.

«Mi dispiace di essere piombati in casa senza avvisarti...», si scusò Jisoo, immedesimandosi in lui.

Era per evitare situazioni come quella che non avrebbe mai voluto condividere la casa con un coinquilino.

«Tranquilla, probabilmente Tae non si ricordava nemmeno che fossi in casa.
Non sta mai dietro ai miei orari di lavoro»

«Di cosa ti occupi?»

«Sono un agente immobiliare»

«Ah bello!»

"Bello. Che espressione da demente Jisoo."

Non le pareva un tipo di tante parole e sicuramente non lo era nemmeno lei, faceva sempre fatica a non far cadere un silenzio imbarazzante.
Cominciò a bere la sua acqua proprio per avere la scusa di non parlare, quando si accorse che Seojoon la stava osservando.
Poi ad un tratto le disse:

«Credo che tu gli piaccia molto»

Jisoo quasi si strozzò a quelle parole, e cominciò a tossire.

«Ehi tutto bene?», si affrettò a chiederle lui, avvicinandosi per vedere come stesse.

«Sì, scusami, bevo sempre troppo velocemente e mi è andata l'acqua di traverso...comunque, cosa te lo fa pensare?», chiese lei incuriosita.

Ora che aveva modo di parlare con qualcuno che conosceva Taehyung in sua assenza, non aveva intenzione di perdere quell'occasione per poterlo capire meglio.

«Sei la prima ragazza che fa salire qui, solitamente le fa aspettare sempre in macchina...»

«Oh beh, credo che abbia immaginato che non mi avrebbe fatto piacere», minimizzò lei.

«E in questo periodo ha dato più volte buca a me e ai ragazzi per vederti quando era libero.
Non ha mai rinunciato alle nostre serate playstation o bevute...»

Effettivamente Jisoo era consapevole del fatto che Taehyung ritagliasse gran parte del suo tempo libero per stare insieme lei.
Questa cosa le aveva sempre fatto estremamente piacere, ma non voleva che trascurasse le sue amicizie.

«Tae è un libro aperto, è completamente trasparente. È impossibile che tu non ti sia accorta di quanto puoi interessargli.
Non ti conosco, e quindi prendi le mie parole solo come il tentativo di protezione di un amico: prenditi cura di lui»

Le disse quelle parole guardandola intensamente, come se quella fosse una richiesta.
Jisoo non sapeva cosa rispondere e riuscì solo a fare uno sguardo interrogativo.

«Posso assicurarti che è un bravo ragazzo e che dona sé stesso a pochi, soprattutto dopo le sofferenze che ha passato nell'ultimo periodo. Suo padre, Wheein...
Quindi se si sta veramente facendo conoscere da te vuol dire che sta cercando di fidarsi»

"Wheein. Deve essere il nome della sua ex. Non me l'ha mai nominata",
pensó Jisoo.

«Credimi, sto capendo quanto sia speciale e lo dimostra il fatto che ha un amico come te che si preoccupa così tanto. Non ho alcuna intenzione di ferirlo o usarlo se ti può tranquillizzare», fece lei, sorridendogli.

«Ti chiederei anche di farlo stare meno sulle nuvole, ultimamente si scorda tutto, ha sbagliato due lavatrici e non trova mai le chiavi di casa, però credo che su questi aspetti tu non possa farci nulla», disse Seojoon.

«No, mi dispiace anche perché sono una frana anche io per queste cose», ammise Jisoo divertita.

Non pensava gli facesse questo effetto e le fece piacere scoprirlo.

«Sparlato abbastanza di me?»

Taehyung comparve in salotto, si avvicinò a Jisoo e le scoccò un bacio sulla tempia, in modo del tutto naturale, come se lei fosse di casa.
Come se fossero una coppia.
Per un attimo Jisoo rimase in imbarazzo, si era abituata ai suoi gesti affettuosi, ma non di fronte ad altre persone.
Si era cambiato: aveva un paio di pantaloni grigi della tuta, una maglietta nera attillata e le scarpe da ginnastica.

«Mai abbastanza! Ci sarebbero troppe cose da raccontarle, ma non voglio spaventarla», fece Seojoon, sogghignando.

Si vedeva che la sua espressione era cambiata e che gli facesse piacere vedere l'amico così pieno di energie e sereno.

«Senti, me la presti?», gli chiese Taehyung, indicando un mazzo di chiavi.

«Quando ti deciderai a comprarla anzi che fare il figo con la mia?», disse Seojoon, alzando gli occhi al cielo.

«Quando avrò tutti i tuoi soldi. Bene, allora grazie! Noi andiamo. Ripasso stasera per cambiarmi prima di andare al locale», disse lui, afferrando le chiavi e spingendo Jisoo fuori dall'appartamento.

Lei riuscì solo a salutare Seojoon con un "ciao alla prossima" prima che Taehyung richiudesse la porta alle sue spalle.

«Visto? A differenza tua io non ho problemi a farti vedere con me dai miei amici...», fece, quasi in tono di sfida.

Jisoo si limitò a roteare gli occhi e a scendere le scale.
Uscirono fuori.
Taehyung non si diresse verso il suo suv, ma scese nel parcheggio sotterraneo.

«Dove stiamo andando?», gli chiese Jisoo, non capendo cosa avesse in serbo.

Lui aprì uno dei box e fece:

«Dove, non lo so, ma ci andiamo con questa»

Jisoo si ritrovò di fronte a una moto nera, cromata, a cui erano appesi due caschi.

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Ciao lettore/lettrice se sei arrivato fino a qui e la storia ti piace perché non mi lasci una stellina? E un follow?
Vorrei tanto capire se questi Jisoo e Tae vi stanno appassionando o meno...
Io li amo ma è inevitabile...

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