Cαριƚσʅσ 12

"In ritardo come sempre.
Ci mancava quella dannata macchina!".

Jisoo stava correndo trafelata verso il luogo dell'appuntamento.
Aveva dovuto prendere la metro, dal momento che, sulla sua auto, era comparsa una spia lampeggiante sconosciuta.
Era andata dal meccanico quella mattina stessa: si era rotta qualche strana valvola legata al motore e non c'era modo di sapere quando sarebbe potuto arrivare il pezzo di ricambio.
Alias sarebbe stata a piedi per un tempo indeterminato.
Odiava non poter essere indipendente e dover prendere i mezzi di trasporto.
Soprattutto perché il tragitto casa-ufficio richiedeva di fare diversi cambi, che le avrebbero imposto di svegliarsi prima del solito.

Mentre pensava a quanto la sua routine quotidiana si sarebbe complicata, le squillò il cellulare.
Immaginava di chi si trattasse, così rispose senza prestare attenzione al nome che compariva sullo schermo.

«Jisoo ma dove sei?», disse Chae senza nemmeno farle prima pronunciare "pronto".

«Sto arrivando!», rispose con il fiatone.

«A piedi?»

«Sì, è una lunga storia. È per questo che sono in ritardo. Cinque minuti e dovrei essere lì»

«Saresti stata in ritardo comunque, come sempre.
Dai ti aspettiamo. Corri!», disse Chae, ridendo.

Affrettò il passo e dopo poco si trovò davanti nell'elegante vetrina di un negozio, sormontata dall' insegna "Atelier Mariee".
Dentro, sedute su degli eleganti divanetti color cipria, trovò le sue tre amiche, intente a parlare e a guardarsi intorno eccitate.
Quella scena era l'emblema della sua esistenza: loro perfette senza la minima sbavatura, bellissime, sorridenti e serene, lei distrutta dalla corsa, affannata, con il viso completamente arrossato, che cercava di riprendere aria.

«Ce l'hai fatta! Che è successo?», l'accolse Jennie, alzandosi.

«Guasto alla macchina. Sono a piedi e vengo dall'ufficio», rispose Jisoo, poggiando sul divano giacca e borsa mentre cercava di riprendersi.

«Potevi chiamarci! Ti saremmo venute a prendere!
Sei solo in ritardo di dieci minuti, è andata bene, di solito tardi anche mezz'ora!», esclamò Lisa sarcasticamente.

Jisoo le fece una smorfia e risero tutte insieme.
Vennero interrotte dall'arrivo di una signora impeccabile avvolta in un tailleur blu, doveva essere la proprietaria dell'atelier, che chiese:

«Siete tutte? Possiamo iniziare?»

«Sì siamo pronte, anzi sono pronte!», disse Jennie, rivolgendo un sorriso alle amiche.

Quel giorno si trovavano lì per scegliere il loro vestito da damigelle.
Jennie aveva voluto anteporre la loro scelta a quella del suo vestito da sposa.
Diceva sempre che dovevano essere tutte e tre bellissime al suo matrimonio, anche se non quanto lei, ovviamente.

Jisoo non amava andare a fare shopping, a differenza delle sue amiche. Spesso non riusciva a trovare quello che realmente le piacesse o che la facesse sentire a suo agio.
Si stava sforzando di apparire entusiasta per Jennie, per renderla felice, ma in quel momento avrebbe desiderato di tutto tranne che provare abiti su abiti.

«Che stile vi piacerebbe?»

«Per quanto mi riguarda amo i vestiti attillati...», disse Lisa.

«A me piace il taglio alla greca», fece Chae.

Jisoo non disse nulla e le altre si girarono verso di lei, attendendo la sua proposta.

«Ehm non ho un vero e proprio modello in mente...», ammise.

«Bene, direi che vi mostreremo varie opzioni, così potrete farvi un'idea», disse la signora, prendendo in mano la situazione.

«Potremmo scegliere modelli diversi ma dello stesso colore!», propose Chae.

«Sì, potrebbe essere un' idea!
Oppure lo stesso modello ma con dettagli diversi!», fece Lisa.

«L'importante è che tutte siate a vostro agio e stragnocche!», disse Jennie, facendo l'occhiolino alle amiche.

Poi, guardando Jisoo, le chiese:

«Ehi? Ci sei? Tutto bene tu?»

«Oh sì, sì, certo tutto ok!
Sto ancora pensando alla macchina, scusate!», mentì Jisoo con un sorriso tirato.

La verità è che non aveva la minima voglia di indossare nulla, inoltre doveva ammetterlo, quella situazione la metteva a disagio, perché inevitabilmente si sarebbe dovuta confrontare con le sue amiche.
A loro stava sempre bene tutto, sapevano indossare con disinvoltura ogni capo, mentre lei spesso preferiva nascondersi, più che mostrarsi, nonostante non avesse alcun tipo di difetto.
Era un lato del suo carattere insicuro e paranoico.

«Alla macchina eh? O a qualcuno?», chiese Lisa, ammiccando.

Jisoo si lasciò sfuggire un sorriso che parlava da solo.

«Oooh allora la nostra Jisoo avrà qualcosa da raccontarci dopo!», fece Chae, suscitando la curiosità delle altre.

Furono interrotte dall'arrivo della signora, seguita da una ragazza più giovane, cariche di vestiti di ogni foggia.

"Si inizia", pensò Jisoo.

Cominciarono a provare vari abiti.
Le altre sembravano entusiaste di ogni modello, mentre lei si guardava allo specchio e riusciva a focalizzarsi solo sui difetti: si sentiva un pesce fuor d'acqua, indossando quegli abiti eleganti, lei che amava uno stile casual e semplice.
Non poteva esternare apertamente il suo disagio, così si limitó ad abbozzare un sorriso e dire che il vestito era carino.

Mentre stava per andarsi a cambiare per l'ennesima volta, fu però colpita dal colore di un abito appeso ad una stampella.
Era una tonalità tra il rosso scuro e il fucsia, le faceva venire in mente un calice di vino rosso.
Elegante, corposo, passionale.
Si avvicinò per osservarlo.

«Signorina, ha notato il nostro modello amaranto? Ottima scelta, è un colore unico», chiese la signora.

«Sembra molto bello effettivamente», fece Jisoo, mentre sfiorava l'abito.

«Sei sicura di sentirti bene? Hai appena detto che un abito è molto bello ...», fece Jennie.

«Abbiamo trovato un vestito che piace anche a te? Miracolo! Dobbiamo provarlo allora!», disse Lisa, avvicinandosi per vedere il modello.

«Prendo tre taglie dell'amaranto?», chiese la commessa più giovane.

«Sì grazie! Forse è la volta buona», disse Jennie.

Una volta indossato l'abito, uscirono dai camerini e sentirono la futura sposa esclamare:

«Wow»

Jisoo fissò il suo riflesso sul grande specchio davanti a sé: la gonna morbida scendeva suinosa fino ai piedi, mentre il corpetto attillato abbracciava perfettamente il suo busto.
Il decolté era sorretto da un elegante scollo a cuore.

Si sentiva bella finalmente, tanto che stentava a riconoscere la sua figura, al pari della bellezza delle altre due amiche.

«Ragazze direi che lo abbiamo trovato...», disse Chae.

«Non avrei mai pensato che mi potesse piacere un vestito scelto da Jisoo, ma questo è stupendo! Allora che ne pensi?», le chiese Lisa.

«Penso che è perfetto», rispose sinceramente Jisoo.

«Sarete le damigelle più belle che potessi desiderare!», disse Jennie, alzandosi piena di gioia e stritolandole in un abbraccio di gruppo.

Un volta uscite dell'atelier, decisero di andare a prendere un aperitivo insieme.
In realtà Jisoo poteva già immaginare il processo che la stava attendendo.
Appena si misero sedute, Chae esordì guardandola:

«Quindi?»

«Quindi ordiniamo! Per me sicuramente un calice di vino bianco», rispose Jisoo, cercando di deviare la conversazione inutilmente.

«RACCONTA!», dissero tutte e tre in coro.

Jisoo tirò un lungo respiro, arrendendosi e disse:

«Il giorno dopo la festa delle lanterne mi ha invitata a pranzo. Siamo andati a mangiare del sushi, abbiamo parlato di tante cose e il tempo è volato...»

«E...?», la incalzò Jennie.

«Ci siamo baciati...tanto», ammise Jisoo, arrossendo.

«Tanto quanto? Fino a...?», chiese Lisa, sbattendo le mani eccitata.

«No, ci siamo andati vicino il giorno dopo, ma mi sono fermata»

«Ti sei fermata? E perché?», fece Chae con la stessa faccia sconvolta delle altre.

«Perché abbiamo deciso di conoscerci meglio, di non bruciare subito le tappe»

«Lo avete deciso insieme, oppure lo hai imposto tu?», chiese Jennie, esternando una domanda più che sensata.

«Se non lo avessi fermato probabilmente lui sarebbe andato oltre. Gli ho spiegato la mia difficoltà ad approcciarmi a una nuova persona dopo Suho e lui è sembrato del tutto comprensivo. Mi ha detto che mi vuole conoscere e approfondire tutti gli aspetti del mio carattere perché riesco a trasmettergli qualcosa che altre persone non gli hanno suscitato...»

«Wow quindi oltre ad essere fico ha anche una testa!», esclamò Lisa.

«Lui preferisce dire che si fa trasportare dalla pancia.
È un tipo molto istintivo, il mio opposto insomma...»

«Credo che l'importante sia che vi siate chiariti e che ti rispetti Jisoo, non è da tutti», ammise Chae, per poi chiederle di nuovo:

«Tu come ti senti? A parte la difficoltà di avere a che fare con un nuovo ragazzo dopo così tanto tempo. Ti piace? Ti fa stare bene?»

Questa per Jisoo non era una domanda: era la domanda, quella che si era posta più e più volte.
E la risposta era sempre suonata la stessa, chiara e lampante:

«, sto provando sensazioni che avevo perso da tempo, e che non credevo nemmeno più di poter provare.
Taehyung mi fa bene»

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top