π•Ύπ–Šπ–ˆπ–”π–“π–‰ π–ˆπ–π–†π–•π–™π–Šπ–— π–•π–”π–Žπ–“π–™ π–™π–π–—π–Šπ–Š:π–Œπ–”π–”π–‰ π–“π–Šπ–œπ–˜ π–œπ–†π–“π–™π–Šπ–‰

"𝑾𝒉𝒂𝒕 𝒂 π’”π’Šπ’π’π’š π’ˆπ’‚π’Žπ’†, π’π’Šπ’‡π’†"

π‘³π’–π’π’ˆπ’ π’Šπ’ˆπ’π’π’•π’ 𝒂𝒍𝒍'π’Šπ’π’•π’†π’“π’π’ 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒇𝒐𝒓𝒆𝒔𝒕𝒂, 𝒐𝒓𝒆 𝟎𝟎:𝟏𝟐 𝒅𝒆𝒍 πŸπŸ– π‘΅π’π’—π’†π’Žπ’ƒπ’“π’† πŸπŸ•πŸ—πŸ–

La notte: placida, indomabile, duratura.
Il tepore della luna non portava con sΓ© caldi messaggi confortanti, piuttosto il piccolo barlume di speranza che guidava la fazione irlandese, andava affievolendosi lentamente.

Non esiste salvezza per noi,
Il nostro destino Γ¨ quello di soccombere in battaglia.
Chiudere gli occhi ed esalare l'ultimo respiro, nella migliore delle ipotesi dinnanzi ad un manto di stelle.
Quale miglior modo per morire?
Accompagnati dalla consapevolezza di aver combattuto per una giusta causa.

L'intera rimanenza del villaggio di Dunmore East proseguiva lungo la via che conduceva al castello dei protestanti.
Lo sgomento prese il sopravvento: oramai avevano perso tre membri fondamentali all'interno della fazione, mai avrebbero potuto trionfare, tranne che con qualche miracolo celeste.

Nessuno verrΓ  ad aiutarci, tanto vale arrenderci.

Inutile spiegare loro che non tutto era perduto, ci fu chi, incapace di assimilare quanto accaduto, non esitΓ² un solo istante a privarsi della vita.

Con i suicidi e il morale a terra, aumentarono anche i sensi di colpa di Cathair, capo del loro villaggio; furono le sue scelte errate a condurre alla morte quegli uomini e quelle donne? O forse la loro eccessiva debolezza? Sperava qualcuno gli avrebbe fornito quelle risposte a quella moltitudine di domande.

Con forza, egli strinse le briglie del proprio cavallo, quasi ciΓ² potesse essergli di conforto alcuno, il suo villaggio aveva perso la fiducia nei suoi riguardi, mai ci fu sentimento peggiore che arrivΓ² a provare.
Paragonabile alla peggiore sconfitta.

I minuti passarono ma lo stato d'animo afflitto di Cathair non sembrava volersi attenuare.

Fu Connor, il fratello minore, a sbarrargli la strada: le parole di Gabrielle lo avevano mosso, o meglio dire, indotto ad agire.

I due si scambiarono una veloce occhiata, in quel frangente non vi erano distinzioni sociali, erano solo due fratelli che si accingevano ad intrattenere una conversazione.

"Prima che tu mi ripeta che sei tu il capo e le decisioni spettano a te, ti direi di fermarti ad osservare per qualche istante tuo figlio" non si rivolsero alcun saluto, Connor iniziΓ² a proferire parola, sapeva di fare la cosa giusta, ciΓ² era piΓΉ che sufficiente a parer suo.

Cathair istintivamente volse lo sguardo verso il piccolo Jonah: le lacrime scorrevano a fiumi dai suoi occhi scivolando sulle gote rosate, l'intera attenzione era rivolte ad Ailis.

Era la sua prioritΓ  assoluta.

"Ho preso la scelta migliore per tutti, che piaccia o meno.
Tanto le conseguenze le affronterΓ² personalmente, giusto?" apparentemente poteva sembrare un discorso alquanto egoistico, la veritΓ  era che Cathair Eogan Moore si batteva solo per il bene della sua gente.

Cosciente di aver "sacrificato" tre tra i migliori membri del villaggio per salvare altre mille vite.

Connor, da un lato aspettandosi una simil risposta, scese dal proprio cavallo avvicinandosi al fratello-"Le conseguenze le affronterΓ  Dunmore East, non di certo tu da solo" per quanto le decisioni fossero sua prerogativa, l'effetto di tali scelte toccava l'intera popolazione.

Non gli lasciΓ² il tempo di formulare risposta, con forza lo afferrΓ² dai lembi della calda camicia di lino che indossava, trascinandolo a terra.

"Vedila come una mia vittoria personale, caro fratello."

Pronunciate queste parole con forza sganciò un destro che colpì, seppur i suoi tentativi di schivarlo, la mascella di Cathair.
Per la prima volta in vita sua non si sentì inferiore a lui, adesso aveva ottenuto una sua piccola rivincita.

𝑸𝒖𝒂𝒍𝒄𝒉𝒆 π’Žπ’†π’•π’“π’ π’‘π’Šπ’– π’Šπ’ 𝒍𝒂, 𝒐𝒓𝒆 𝟎𝟎:πŸπŸ“ 𝒅𝒆𝒍 πŸπŸ– π’π’π’—π’†π’Žπ’ƒπ’“π’† πŸπŸ•πŸ—πŸ–

Poco distante da dove la lite si consumΓ², Ailis e Gabrielle seguivano la folla, decidendo in tal modo di capitolare dinnanzi ai precisi ordini di Cathair.

Per quanto nessuna delle due approvasse ciΓ², si videro obbligate a seguirlo, piΓΉ che altro per evitare di rimanere sole in balia della notte.
Difficilmente sarebbero arrivate vive al giorno seguente, non senza venire scoperte dai soldati inglesi rifugiati all'interno della foresta.

Gli occhi dell'arciera erano puntati costantemente sulla zona sud del bosco, abbracciando l'illusione di vedervi tornare CΓ‘el, Farren e Rowan sani e salvi.

CΓ‘el avevi promesso che mai mi avresti lasciato,
Allora perchè ora non sei più con me?

Dotata di immensa empatia, Gabrielle riuscì a capire cosa Ailis stesse provando in quel preciso istante.
Dolcemente le si avvicinΓ² stringendola in un caldo abbraccio, sapeva in quel momento ne aveva bisogno piΓΉ che mai.

Abbandonandosi tra le braccia della messaggera muta, ella si lasciΓ² andare in un pianto sconsolato, arrivando a inzuppare il mantello porpora che le copriva le spalle.

Non vi erano necessarie parole, quell'abbraccio poteva racchiuderle tutte.

Quale rimedio piΓΉ indicato se non quello di piangere tra le braccia di una persona a te cara?

Gabrielle le afferrΓ² il viso, costringendola in quel modo a guardarla negli occhi, con il pollice della mano destra le asciugΓ² le ultime lacrime rimaste sulle guance.
Le sorrise come per dirle-"AndrΓ  tutto bene, te lo prometto"

𝑰𝒏𝒕𝒆𝒓𝒏𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒇𝒐𝒓𝒆𝒔𝒕𝒂, 𝒐𝒓𝒆 𝟎𝟎: 𝟐𝟎 𝒅𝒆𝒍 πŸπŸ– π‘΅π’π’—π’†π’Žπ’ƒπ’“π’† πŸπŸ•πŸ—πŸ–

Se al villaggio si pensava alla loro presunta morte, CΓ‘el, Farren e Rowan in compagnia dei due irlandesi del nord, tentavano di ritrovare la retta via per ritrovare il gruppo.

"Ci siamo giΓ  passati di qua, genio del male"

"Ma non Γ¨ vero, Γ¨ la prima volta che ci passiamo!"

Aodh e Coilin erano piΓΉ simili a Rowan e Farren di quanto non credessero; entrambi propensi a battibeccarsi in qualsiasi momento della giornata.

Fu quasi istintivo per CΓ‘el trovare delle somiglianze tra le due coppie di litigiosi-"Sicuri di non essere voi due sotto mentite spoglie?"

I due si guardarono a vicenda scuotendo in contemporanea la testa-"Di certo io sarei il tipo alto e piΓΉ intelligente" decretΓ² di sana pianta Rowan, senza colsultare Farren.

"A chi stai dando della grassa, eh?" Ed ecco come una battuta insignificante si trasformΓ² in un pretesto per riprendere a farsi la guerra vicendevolmente.

Lo spadaccino irlandese, a quella scena, si mise in mezzo per evitare scoppiassero ulteriori litigi inutili, stavano solo perdendo tempo, senza riuscire a ritrovare il sentiero principale della foresta.

Il rossiccio, seppur adorasse litigare con Farren, rivolse tutti i suoi pensieri alla leggenda della spada arcobaleno.
Non gli passΓ² neppure per la mente l'idea potesse trattarsi dell'eroe menzionato nel mito.

Sembrava quasi terrorizzato alla sola idea di provarci, e se avesse fallito?
Fondamentale non sarebbe cambiato un bel nulla, dunque spinto da un brivido di follia decise di provarci.

Tossendo si schiarì la voce-"Emh Sancho Panza e Don Chisciotte, potrei mica provare ad impugnare quella spada? Tentar non nuoce alla fine" i suoi amici lo guardarono increduli, credeva forse di essere lui oggetto dell'antica leggenda legata a quella spada?

Alla risposta affermativa di Coilin e Aodh, Rowan prese un sospiro di sollievo chiudendo gli occhi per una frazione di decimo di secondo.

Stava concentrandosi o era solo scena?

La spada gli scivolΓ² dalla mani, provocando in tal modo uno strano bagliore che presto arrivΓ² ad illuminare l'intera area circostante.
Cosa diamine era accaduto?

Deciso a non volerci piΓΉ provare, la spia lasciΓ² la spada a terra indietreggiando di qualche passo, ciΓ² che accadeva a quella cianfrusaglia antica non era affar suo.
Sebbene in un primo momento credette l'esatto opposto.

π‘³π’–π’π’ˆπ’ 𝒅𝒐𝒗𝒆 π’”π’Š 𝒕𝒓𝒐𝒗𝒂𝒗𝒂 π’Šπ’ π’—π’Šπ’π’π’‚π’ˆπ’ˆπ’Šπ’ π’…π’Š π‘«π’–π’π’Žπ’π’“π’† 𝑬𝒂𝒔𝒕, 𝒐𝒓𝒆 𝟎𝟎: 𝟐𝟐 𝒅𝒆𝒍 πŸπŸ– π‘΅π’π’—π’†π’Žπ’ƒπ’“π’† πŸπŸ•πŸ—πŸ–

Jonah, avendo furtivamente spiato il litigio tra il padre e lo zio, non potè fare a meno di avvicinarsi a Connor.

La sua piccola mano gli strinse il morbido tessuto della sua tenuta da combattimento-"Zio, grazie." nessuno lo aveva mai ringraziato, non per qualche sua azione almeno.

Ma soprattutto, non era mai stato chiamato in quel modo: Zio, doveva essere qualcosa di importante per Jonah, altrimenti lo avrebbe chiamato semplicemente Connor, come d'abitudine.

"Non l'ho fatto solo per te, ti sia chiaro questo" per quanto le dolci parole non fossero il suo forte, provΓ² ad essere perlomeno un minimo gentile; pur fallendo miseramente.
Ad interrompere quel gradevole dialogo tra zio e nipote, fu uno strano luccichio in cielo.

Quale stregoneria poteva mai essere? D'altronde era notte fonda, non vi erano fonti di luce simili nei dintorni.

L'intero villaggio si voltΓ² in direzione della luce, piΓΉ che mai brillante in cielo, che fosse qualche angelo venuto in terra per porre fine alle loro sofferenze?

Estasiati da quella scena rimasero immobili ad osservare quel meraviglioso spettacolo di luce, dando tempo e modo ai tre dispersi di ritrovare la strada.

Notizie positive all'orizzonte, finalmente.

CΓ el, Farren e Rowan, percorrendo il tragitto e guidati dalla magica spada, riuscirono ben presto a ritrovare i loro affetti piΓΉ cari.
Sbucarono improvvisamente da dietro un'immensa sequoia secolare, ritrovandosi davanti le lame delle spade dei loro stessi compagni.

La forma piΓΉ grande di coraggio Γ¨ quella che ti spinge a non arrenderti, mai.

In un'altra occasione gli abitanti di Dunmore East avrebbero urlato a squarciagola per l'immensa gioia nel vederli fare ritorno, intatti.
D'altronde era bello averli ritrovati, sebbene non fossero trascorse neppure due ore.

Ailis e Jonah, facendosi spazio tra le persone con lievi gomitate, si lanciarono a capofitto sopra CÑel, fortuna che era abbastanza forte da non perdere l'equilibrio-"Ti odio, ti odio da morire CÑel Doyle, perchè devi sempre farmi spaventare?" furono queste le parole della sua amante, la quale con tenerezza gli lasciò un tenero bacio sulle labbra.

Adesso la loro relazione segreta non era piΓΉ un segreto, tutto il contrario.

"Rowan, non sono carinissimi?"

"Per nulla, mi fanno venire il voltastomaco" semplice dedurre da chi provenissero quelle voci.

Tuttavia, non solo Ailis e Jonah erano felici di aver ritrovato CΓ‘el, con altrettanta contentezza Gabrielle raggiunse Farren stritolandola in un forte abbraccio, al punto da farle mancare il fiato per una manciata di secondi-"Mi sei mancata anche tu ma piano, non respiro Gabi!" le due amiche si sorrisero a vicenda, promettendosi con lo sguardo che niente e nessuno le avrebbe mai piΓΉ separate.

PiΓΉ formale fu, al contrario, l'incontro tra Rowan e Cathair, la "fredda" stima reciproca li portΓ² a salutarsi con dei semplici sguardi di approvazione, non vi era bisogno di ulteriori effusioni romantiche, le scenette precedenti bastavano e avanzavano.

"Che hai fatto sotto l'occhio, qualcuno ha osato picchiarti prima che potessi farlo io? Allucinante"

Cathair mentì, non voleva il  villaggio odiasse Connor ulteriormente.

Da un lato meritava quel trattamento, o almeno ciΓ² era quello che gli era stato ripetuto piΓΉ volte.

π‘΄π’‚π’π’‚π’‰π’Šπ’…π’† π‘ͺ𝒂𝒔𝒕𝒍𝒆, 𝒐𝒓𝒆 πŸπŸ‘:πŸŽπŸ“ 𝒅𝒆𝒍 πŸπŸ• π’π’π’—π’†π’Žπ’ƒπ’“π’† πŸπŸ•πŸ—πŸ–

"Uno sparo lacerΓ² il silenzio creatasi.
Tante urla di seguito, in successione."

Lo sai che all'inizio la vita e la morte erano due innamorati?
No non come CΓ el e Ailis.
Loro non si vedevano mai, vivevano e si amavano a distanza, ogni giorno, ogni ora, ogni secondo.
La vita, talmente era infatuata della morte, che le inviava degli splendidi doni.
Era la morte che, volendo dimostrare a sua volta il suo amore nei confronti della vita, accettava questi doni, accogliendoli e conservandoli per sempre.

Quando il rumore di uno sparo ruppe il tremendo silenzio creatasi, non ci fu tempo per ragionare o capire cosa fare.

In caso di pericolo, la naturale inclinazione dell'uomo Γ¨ quella di urlare, per necessitΓ , per bisogno.
Vi fu chi, preso dal panico, iniziΓ² a correre verso il piano superiore, inutile dire che quelle persone non ci arrivarono mai all'ala nord.

Malahide Castle ha tante storie da raccontare.
Oh, se solo potesse parlare...

Penny e Caitlin, ancora miracolosamente vive, guardandosi negli occhi, compresero di non dover neanche prendere in considerazione l'idea di fuggire.
Piuttosto prigioniere, mai morte, giusto?

L'orfana protestante, tenendo la mano della giovane artista, cercΓ² con lo sguardo il suo cane, speranzosa di ritrovarlo ancora in vita, magari intento a scondinzolare felice.

Per sua immensa sfortuna, il suo fedele amico e compagno di una vita, giaceva in una pozza di sangue.
Era stato il primo colpo partito ad ucciderlo.
Chiuse gli occhi, probabilmente ancora incredula, desiderava si trattasse di un brutto incubo destinato presto a finire, eppure così non fu.

La situazione stava degenerando, non solo aveva perso il suo cane, ma stava anche perdendo numerosi compagni.

Perchè, dimmi perchè la vita è così ingiusta?
Perchè ci sono persone fortunate che nascono nel lusso e nella consapevolezza di non doversi mai battere e altre che invece sperano di arrivare ai trent'anni senza venire massacrate prima?

Parthalan, il nobile caduto in rovina, si avvicinΓ² alle due ragazze raccomandando loro di non muoversi per nessun motivo al mondo.

Quando sarebbe terminata quella carneficina? Con la loro ingiusta morte?

"E io che credevo di poter vivere ancora a lungo..." fu Penny a mormorare quella frase, la stessa ragazza ottimista che qualche minuto prima aveva rassicurato Caitlin sul loro futuro.

"Non penso accadrΓ , purtroppo." tutto ad un tratto gli spari terminarono: tre, erano rimasti solo in tre.

π‘ͺπ’π’π’—π’†π’π’π’š π‘½π’Šπ’π’π’‚π’ˆπ’†, 𝒐𝒓𝒆 πŸ“:πŸ“πŸŽ 𝒅𝒆𝒍 πŸπŸ– π‘΅π’π’—π’†π’Žπ’ƒπ’“π’† πŸπŸ•πŸ—πŸ–

Finalmente, dopo le continue e petulanti richieste da parte dei soldati inglesi, il giorno seguente i membri piu valorosi e utili dell'esercito inglese sarebbero partiti alla volta dell'Irlanda.

Uccidere, stroncare, massacrare, distruggere.

La tensione non aveva fatto chiudere occhio a Sabine, la quale era rimasta per svariate ore dinnanzi alla porta di Donn, attendendo egli aprisse.

Sapeva aveva bisogno di tempo, per cui alla fine scelse la soluzione piΓΉ logica,Β  lo lasciΓ² per un po' da solo, solo trascorrendo del tempo in solitudine sarebbe ritornato il Donn che solo lei conosceva bene.

Con le mani dietro la schiena passeggiava per Clovelly Village, l'aria mattutina intrisa di salsedine era un toccasana per il raffreddore, gliel'avevano ripetuto spesso.

Stessi volti, nulla di nuovo che la colpisse, ad eccezione della stratega inglese che a passo svelto si prodigΓ² ad entrare all'interno di una piccola baracca di legno.

Sguardo freddo, solita espressione imprevedibile.
Difficile da codificare.

Vi era una cosa certa, però, che Sabine riuscì ad individuare, la ragazza non voleva essere seguita.
Perchè altrimenti continuare a guardarsi indietro e ai lati?

Poteva finalmente, tentare di carpire informazioni su quella sconosciuta ragazza, tutti vi aspiravano dopotutto.
In punta di piedi e reggendo con le mani il proprio vestito, si avvicinΓ² di soppiatto alla costruzione, a dir poco fatiscente.

Vi era un'altra persona al suo interno, non era da sola, dunque.
Tuttavia il tono di voce eccessivamente basso non le permise di origliare l'intera conversazione.

Íde, unico nome che  riuscì a comprendere.

Dunque, il nome reale di Miss Unknown non poteva che essere quello, Íde.

Per quanto attenta fosse stata, provare ad ingannare una stratega in casa sua fu una scelta a dir poco suicida-"A casa tua non ti hanno insegnato che origliare le conversazioni altrui Γ¨ molto grave?" la ragazza spuntΓ² davanti Sabine, braccia incrociate al petto e inconsueta espressione facciale, quasi divertita.

Sabine, rimanendo calma e impassibile, tentΓ² di pensare ad una giustificazione plausibile e un minimo credibile.
Tempo, doveva guadagnare tempo.

"Non mi interessa sapere come mai ti trovassi fuori dalla baracca, ma se solo provi a fare parola con qualcuno di ciΓ² che hai visto o sentito, la prossima arteria carotidea che reciderΓ² sarΓ  la tua."

Nessuno voleva dire nessuno, non avrebbe potuto farne parola neanche con Donn.

π‘ͺπ’π’π’—π’†π’π’π’š π‘½π’Šπ’π’π’‚π’ˆπ’†, 𝒐𝒓𝒆 πŸŽπŸ—:πŸ’πŸŽ 𝒅𝒆𝒍 πŸπŸ– π‘΅π’π’—π’†π’Žπ’ƒπ’“π’† πŸπŸ•πŸ—πŸ–

Delle nuvole grigiastre presero il controllo del cielo cristallino, nessuno credeva sarebbe venuto a piovere.
Il loro viaggio sarebbe stato in tal modo compromesso?

Con l'avvicinarsi delle nuvole cariche di pioggia sul villaggio, cresceva al contempo il malcontento dei soldati inglesi; per loro non sarebbe stato un problema anticipare la partenza pur di scampare alla tempesta.

"Partiamo ora"

"Si, almeno eviteremo la pioggia battente!"

"Si, esatto. È vero"

La prospettiva dei combattenti sembrava chiara, fin troppo.

La piccola Abigail, in compagnia delle due sorelle barriera, in disparte osservava le assurde richieste dei guerrieri.
Come partire senza un piano adatto?

"Siete tutti degli idioti, la stratega non avrΓ  ancora creato un piano.
Come pensate di vincere contro gli irlandesi, altrimenti?" Le parole di Althea non lasciavano trasparire alcun dubbio, la pensava come la bambina spadaccina e la sorella.

"Probabilmene sarete anche i primi a morire per mancanza di idee sul campo di battaglia, non vi conviene parlare così tanto" Penelope a sua volta intervenne, partire con una strategia adeguata costituiva almeno la base di una sapiente arte combattiva.

Se usato nel modo giusto, anche uno scudo puΓ² trasformarsi in un'arma valida.

La piccola Abigail, concordando con quelle parole, annuì vivacemente battendo le mani alle due.
La pensava nello stesso identico modo, perchè fingere il contrario?

Con inspiegabile allegria iniziò a canticchiare, nulla di così eccelso, una semplice canzoncina di guerra appresa da alcuni adulti dentro la locanda.

π‘ͺπ’π’π’—π’†π’π’π’š π‘½π’Šπ’π’π’‚π’ˆπ’†, 𝒐𝒓𝒆 𝟏𝟎:𝟎𝟎 𝒅𝒆𝒍 πŸπŸ– π‘΅π’π’—π’†π’Žπ’ƒπ’“π’† πŸπŸ•πŸ—πŸ–

Il gelido venticello proveniente da Ovest non sembrava voler risparmiare i lunghi capelli castani di Sabine.

Sedeva pensierosa sulla sabbia della spiaggetta del villaggio di pescatori, la lunga linea dell'orizzonte le sembrΓ² piΓΉ profonda del normale, quella mattina.
O forse i suoi pensieri le impedivano di rimanere concentrata troppo a lungo sull'immensa distesa d'acqua.

Donn, uscito dal suo periodo di "allontanamento sociale", la cercΓ² per svariati minuti, arrivΓ² addirittura a credere di averla smarrita.

Scomponendosi leggermente le si avvicinΓ² sedendosi al suo fianco, era insolito non si trovasse a girovagare per il villaggio alla ricerca di qualcosa da fare.

InclinΓ² la testa lateralmente non sentendola aprire bocca, qualche strano pensiero la turbava, rendendola piΓΉ silenziosa del dovuto.
La conosceva fin troppo bene per farsi sfuggire un simile particolare.

Non le chiese perΓ² la motivazione, se avesse voluto avrebbe parlato lei, entrambi godevano di una sconfinata fiducia reciproca.

"Domani partiamo, quindi" conversare non era mai stato il suo forte, salvo per qualche discorso inerente il combattimento o la guerra.

Dopotutto lui in mente aveva solo quello.
Specificatamente quello con l'aggiunta di Sabine, che talvolta arrivava ad offuscare ogni suo pensiero circa l'uccisione dei nemici.

"Dovresti essere piΓΉ felice, finalmente ti troverai faccia a faccia con gli irlandesi, potrai ucciderne a bizzeffe"

"SarΓ² felice solo se il tuo sguardo mi cercherΓ  sul campo di battaglia, come sempre."

MARY'S SPACE:

Come ogni giovedì ecco il tanto atteso aggiornamento.
Premetto che fino a ieri la mia intenzione era quello di rimandare di qualche giorno, non avevo letteralmente scritto NULLA.

CiΓ² che vedete in questo capitolo Γ¨ frutto esclusivo di un mezzo pomeriggio di scrittura intensiva, nulla di piΓΉ.
Ritornando alla nostra cara storia: questo capitolo Γ¨ stato ricco di colpi di scena:

Anzitutto neanche Rowan Γ¨ il leggendario spadaccino di cui parla la leggenda.
Fuori un altro sostanzialmente.

Poi, lo sparo per fortuna non ha colpito nessuno dei vostri personaggi, ma solo il cane di Caitlin.
Ditemi se ve lo aspettavate o meno.

Infine ma non per importanza, si scopre finalmente qualcosa in piΓΉ su Miss Unknow, il suo nome.
Meglio di niente.

E niente, come sempre fatemi sapere che ne pensate, baci e al prossimo aggiornamento.

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