"𝑯𝒐𝒑𝒆, 𝒇𝒊𝒈𝒉𝒕, 𝒂𝒏𝒅 𝒎𝒂𝒚𝒃𝒆 𝒚𝒐𝒖 𝒘𝒊𝒍𝒍 𝒕𝒓𝒊𝒖𝒎𝒑𝒉"

 𝑳𝒖𝒐𝒈𝒐 𝒓𝒆𝒎𝒐𝒕𝒐 𝒏𝒆𝒍 𝒎𝒂𝒓𝒆 𝒅'𝑰𝒍𝒓𝒂𝒏𝒅𝒂, 𝒅𝒂𝒕𝒂 𝒊𝒈𝒏𝒐𝒕𝒂

Un sibilare insistente rendeva il tragitto via mare particolarmente fastidioso, erano giorni che erano partiti, sotto precise indicazioni dei loro superiori di fare ritorno nella loro patria. Una traversata immensa, la nazione inglese sembrava quasi un lontano miraggio, per immensa sfortuna di chi attendeva con impazienza il momento del loro arrivo, o meglio dire, quello in cui avrebbero fatto ritorno a casa con il bottino di guerra.

Non esisteva il combattimento per una giusta causa, al contrario in certe circostanze prevaleva esclusivamente lo spirito di sopravvivenza, perchè alla fine è l'istinto primordiale dell'uomo-bestia a guidare le sorti all'interno di una società dove la disuguaglianza è all'ordine del giorno. 

𝑳'𝒖𝒐𝒎𝒐 𝒆̀ 𝒏𝒂𝒕𝒐 𝒍𝒊𝒃𝒆𝒓𝒐 𝒎𝒂 𝒐𝒗𝒖𝒏𝒒𝒖𝒆 𝒆̀ 𝒊𝒏 𝒄𝒂𝒕𝒆𝒏𝒆

Per quanto fosse stato criticato, Rousseau aveva lasciato un importante insegnamento, mai ci fu una frase a tal punto appropriata, specialmente in un simile contesto di guerra.

Mentre le dolci parole del filosofo francese affondavano all'interno delle menti delle reclute, come fossero mille pugnali scaraventati con barbara irruenza nelle viscere umane, vi era chi lasciandosi trasportare dalle rabbiose onde marine ignorava quanto le accadeva intorno.

"Credevo Rousseu fosse di tuo gradimento..." una voce calda, ma di certo poco confortante,  una mano bruta che le scivolava sotto la gonnella di stoffa nera. Una moltitudine di sguardi divertiti, in guerra tutto era lecito, quasi  come un'amnistia generale, dove persino calpestare la dignità di una donna non era che una gentil concessione.

Vano, ogni qualsivoglia tentativo di ribellarsi, credeva potesse addirittura compromettere il proseguimento della sua vita come detenuta. L'ingenuità del suo villaggio, la bontà del suo animo, l'avevano condotta ad una condizione di prigionia, era forse questo il prezzo da pagare?

Eppure lei alle favole ci credeva ancora, sperava che un principe azzurro o di qualsiasi altro colore esistente, un giorno l'avrebbe salvata, resa finalmente libera; al diavolo l'indipendenza della nazione, non le interessava più nulla.

Viscida la presa sui suoi fianchi, quando la costrinse a mettersi in piedi, l'umiliazione peggiore era quella di osservare con amara consapevolezza gli sguardi dei soldati che bruciavano come delle ferite non curate,  presto sarebbe diventata un prezioso incasso per mezzi-uomini.

"Facciamo un piccolo affare: tu mi dai informazioni sul villaggio di Dunmore East e io ti risparmierò da questi uomini, la scelta è tua" perchè quella voce pronunciata in prossimità del suo orecchio sembrava una tortura ancora peggiore della traversata in mare? probabilmente per il semplice fatto che era stato in grado di metterla dinnanzi ad una scelta esistenziale ardua: tradire la fiducia dei suoi "compagni d'armi" o infangare il proprio orgoglio diventando succube di uomini nemici?

Non ci pensò due volte, la sua vita e la sua integrità morale valevano di più di una causa, in partenza persa -"T-i dirò tutto, te lo prometto" provò a liberarsi dalla presa ferrea sul suo braccio, senza riuscirci, non era nelle circostanze per poter dettare lei le condizioni.

"𝐕𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧𝐢 𝐦𝐞𝐦𝐛𝐫𝐢 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐟𝐨𝐫𝐭𝐢 𝐚𝐥𝐥'𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐯𝐢𝐥𝐥𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐃𝐮𝐧𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐄𝐚𝐬𝐭, 𝐟𝐨𝐬𝐬𝐢 𝐢𝐧 𝐯𝐨𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐨𝐬𝐞𝐫𝐞𝐢 𝐬𝐟𝐢𝐝𝐚𝐫𝐥𝐢 𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐮𝐧 𝐧𝐮𝐦𝐞𝐫𝐨 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐢𝐨𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐮𝐨𝐦𝐢𝐧𝐢. 𝐎𝐥𝐭𝐫𝐞 𝐚𝐝 𝐚𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐛𝐚𝐭𝐭𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐞𝐬𝐩𝐞𝐫𝐭𝐢, 𝐢 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐩𝐢𝐚𝐧𝐢 𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐚𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐠𝐫𝐚𝐧 𝐥𝐮𝐧𝐠𝐚 𝐥𝐚 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐞𝐬𝐩𝐞𝐫𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐬𝐮𝐥 𝐜𝐚𝐦𝐩𝐨 𝐝𝐢 𝐛𝐚𝐭𝐭𝐚𝐠𝐥𝐢𝐚" teneva lo sguardo chino, la vergogna e i sensi di colpa la stavano logorando internamente, come aveva potuto rivelare tali informazioni ai nemici?

L'uomo, il quale non aveva l'aspetto da combattente,  le sorrise dolcemente, con un tocco delicato le accarezzò una guancia- "Ti ringrazio, sei stata molto gentile, adesso meriti una giusta ricompensa per il tuo lavoro" con uno spintone forte la ragazza finì in balia di tutti quei soldati.

L'aveva ingannata, per le donne irlandesi non vi era alcun premio di buona condotta, tantomeno per una manciata di informazioni, nel concreto, praticamente inutili.

Le urla disperate della ragazza riecheggiavano per molte miglia nell'immensità del mare d'Irlanda, i più sensibili si allontanarono da quell'atroce spettacolo per evitare di soccombere dinnanzi alle richieste d'aiuto della giovane. I suoi vestiti vennero ridotti in piccolissimi brandelli di stoffa, le sue gote pallide divennero di una tonalità  violacea per lo sforzo nel dimenarsi con ferocia, le sue dita ricolme di graffi vari nel cercare di afferrare qualche arma e liberarsi, in tal modo, da quegli uomini.

"𝑽𝒊 𝒑𝒓𝒆𝒈𝒐, 𝒂𝒃𝒃𝒊𝒂𝒕𝒆 𝒑𝒊𝒆𝒕𝒂̀, 𝒗𝒊 𝒔𝒖𝒑𝒑𝒍𝒊𝒄𝒐" la sua voce, ad ogni parola pronunciata, divenne più flebile, le mancava il fiato persino per chiedere disperatamente aiuto.
Finchè, sebbene non fosse trascorso molto tempo, la sua piccola mano smise di muoversi, le sue gote ritornarono bianche, e la sua bocca smise di produrre suoni o richieste di aiuto.

Quel giorno, la dignità di quella donna venne orrendamente rubata con furbizia e con una mancanza totale di rispetto, nessuno difatti osò accorrere in suo aiuto.

D'altronde era uno spettacolo che divertiva, quello di vedere una giovane ragazza venire privata della sua purezza, della sua vita.
Non stupirà sapere che, come lei, moltissime furono le vittime di guerra, donne risparmiate in un primo momento, spogliate in seguito di ogni diritto.

L'orgoglio della nazione irlandese venne  infangato, ma la cosa più grave fu la perdita di una vita per una stupida guerra che, nella peggiore delle ipotesi, avrebbe visti uniti due regni. Una questione di stato che, tuttavia, portò allo stupro e alla morte di innumerevoli vite.

Il suo corpo venne gettato in mare, senza vestiti addosso, come fosse una bestia privata persino di un pezzo di sfoffa a coprirle il  corpo. 

Nessuno mai vendicò la sua morte, ed ecco che il più atroce dei crimini passava inosservato sotto sguardi allietati e felici dei nemici.

𝑳𝒖𝒐𝒈𝒐 𝒔𝒄𝒐𝒏𝒐𝒔𝒄𝒊𝒖𝒕𝒐, 𝒇𝒐𝒓𝒆𝒔𝒕𝒂 𝒊𝒓𝒍𝒂𝒏𝒅𝒆𝒔𝒆, 𝒅𝒂𝒕𝒂 𝒊𝒈𝒏𝒐𝒕𝒂.

Il luccichio della spada arcobaleno rendeva visibile la via secondaria che conduceva al villaggio di Dunmore East- "Che diamine fai, brutto idiota? così gli inglesi ci scopriranno" borbottò una voce cadenzata e con un buffo accento del nord Irlanda, il suo compagno era fin troppo ingenuo, ma poter con disinvoltura reggere quella bramata spada tra le braccia non poteva che essere motivo di incommensurabile orgoglio.

"Hai una qualche idea migliore? Non so, magari accendere qualche altra candela, visto che di fuoco ne abbiamo visto fin poco oggi" replicò il piccolo uomo fingendo di usare la spada contro il ragazzo al suo fianco. 

In tutta risposta, questi non esitò a dargli un manrovescio in pieno volto-"Provaci se hai il coraggio" sbottò con un pizzico di ironia, non avrebbe mai potuto farlo, lo sapevano bene entrambi.

I due proseguirono il loro percorso in lungo e in largo, dovevano trovare gli irlandesi prima che lo facessero gli inglesi, consegnargli la spada arcobaleno e aiutarli a combattere.

"Ma siamo sicuri di dovergli dare questa meravigliosa spada? Mi ci ero affezionato" sbuffò l'uomo più anziano e basso di statura, oramai quella spada era in grado di farlo sentire invincibile, pur consapevole non sarebbe mai riuscito a brandirla.

"𝑳𝒐 𝒔𝒑𝒂𝒅𝒂𝒄𝒄𝒊𝒏𝒐 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒗𝒂𝒍𝒐𝒓𝒐𝒔𝒐
𝒅𝒂 𝒔𝒂𝒏𝒊 𝒑𝒓𝒊𝒏𝒄𝒊𝒑𝒊 𝒑𝒆𝒓𝒗𝒂𝒔𝒐
𝒂𝒍𝒍'𝒊𝒏𝒕𝒆𝒓𝒏𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒏𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒊𝒓𝒍𝒂𝒏𝒅𝒆𝒔𝒆,
𝒊 𝒄𝒖𝒊 𝒑𝒐𝒔𝒕𝒆𝒓𝒊𝒐𝒓𝒊 𝒓𝒊𝒄𝒐𝒓𝒅𝒆𝒓𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒍𝒆 𝒔𝒖𝒆 𝒊𝒎𝒑𝒓𝒆𝒔𝒆,
𝒊𝒍 𝒔𝒖𝒐 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒊𝒕𝒐 𝒂 𝒕𝒆𝒓𝒎𝒊𝒏𝒆 𝒑𝒐𝒓𝒕𝒆𝒓𝒂̀
𝒆 𝒍𝒂 𝒔𝒑𝒂𝒅𝒂 𝒂𝒓𝒄𝒐𝒃𝒂𝒍𝒆𝒏𝒐 𝒃𝒓𝒂𝒏𝒅𝒊𝒓𝒂̀" 

Così recitava la leggenda intorno alla magica spada arcobaleno, forse qualche stupida idiozia inventata per evitare il furto di suddetta arma? Restava il dilemma irrisolto della sua pesantezza, quell'arma sembrava pesare più di trenta chilogrammi, allora quale folle sarebbe riuscito a combatterci?

"Senti, io non lo so se questa leggenda è vera o meno, però se questa spada dovesse finire in mani sbagliate potrebbe causare l'apocalisse, morti ovunque, una tragedia da evitare" affermò con saggezza l'altro, era rimasto loro solo Dunmore East, nei precedenti villaggi nessuno era stato in grado di sollevarla da terra.

"A me non dispiacerebbe rimanere da solo in Irlanda, ci sarebbe più cibo per noi" chiunque non avrebbe tardato ad individuare quei due, uno fin troppo razionale e diplomatico, l'altro viziato, mangione e soprattutto fifone- "E poi cosa ti fa pensare che in quel villaggio troveremo lo spadaccino di cui parla il mito?"

Era la paura a farlo parlare, voleva evitare di finire ucciso dai suoi connazionali per una stupida spada forse totalmente inutile, chi mai li avrebbe creduti? Li avrebbero scambiati per impostori, spie della fazione inglese, sostanzialmente per dei truffatori belli e buoni.

"𝑺𝒕𝒓𝒂𝒏𝒆 𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊𝒆 𝒗𝒆𝒏𝒈𝒐𝒏𝒐 𝒏𝒂𝒓𝒓𝒂𝒕𝒆 𝒔𝒖 𝒒𝒖𝒆𝒍 𝒗𝒊𝒍𝒍𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐:
𝒖𝒏 𝒄𝒂𝒑𝒐𝒗𝒊𝒍𝒍𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐 𝒔𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐 𝒆 𝒃𝒖𝒐𝒏𝒐,
𝒖𝒏𝒂 𝒎𝒂𝒈𝒂 𝒂𝒎𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒆𝒓𝒃𝒆 𝒄𝒖𝒓𝒂𝒕𝒊𝒗𝒆,
𝒖𝒏𝒂 𝒎𝒆𝒔𝒔𝒂𝒈𝒈𝒆𝒓𝒂 𝒂𝒇𝒇𝒆𝒕𝒕𝒂 𝒅𝒂 𝒎𝒖𝒕𝒊𝒔𝒎𝒐
,𝒖𝒏𝒐 𝒔𝒑𝒂𝒅𝒂𝒄𝒄𝒊𝒏𝒐 𝒆 𝒖𝒏'𝒂𝒓𝒄𝒊𝒆𝒓𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒊 𝒑𝒓𝒐𝒕𝒆𝒈𝒈𝒐𝒏𝒐 𝒍𝒆 𝒔𝒑𝒂𝒍𝒍𝒆 𝒂 𝒗𝒊𝒄𝒆𝒏𝒅𝒂,
𝒖𝒏𝒂 𝒔𝒑𝒊𝒂 𝒇𝒊𝒏 𝒕𝒓𝒐𝒑𝒑𝒐 𝒇𝒖𝒓𝒃𝒂 𝒆 𝒂𝒃𝒊𝒍𝒆 𝒂 𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊𝒓𝒆, 𝒑𝒆𝒓 𝒏𝒐𝒏 𝒅𝒊𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊𝒄𝒂𝒓𝒆 𝒊𝒍 𝒇𝒊𝒈𝒍𝒊𝒐𝒍𝒆𝒕𝒕𝒐 𝒅𝒆𝒍 𝒄𝒂𝒑𝒐 𝒆 𝒔𝒖𝒐 𝒇𝒓𝒂𝒕𝒆𝒍𝒍𝒐"

Non vi era descrizione più azzeccata per il gruppo, in Irlanda erano celebri le loro gesta, in battaglia e non.

"𝑬 𝒒𝒖𝒊𝒏𝒅𝒊? 𝑨 𝒎𝒆 𝒔𝒆𝒎𝒃𝒓𝒂𝒏𝒐 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒅𝒆𝒊 𝒎𝒂𝒕𝒕𝒊, 𝒐 𝒇𝒐𝒓𝒔𝒆 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒅𝒆𝒊 𝒏𝒐𝒏-𝒎𝒐𝒓𝒕𝒊 𝒄𝒉𝒆 𝒂𝒎𝒃𝒊𝒔𝒄𝒐𝒏𝒐 𝒂𝒅 𝒖𝒄𝒄𝒊𝒅𝒆𝒓𝒄𝒊 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒊" l'uomo paffutello pronunciate quelle parole, divorato da pensieri negativi, lasciò cadere la pesante spada arcobaleno fuggendo all'impazzata per il bosco.

La cosa certa è che quei due insieme erano in grado di far ridere, pure i polli e le galline.

MARY'S SPACE:

Non è un capitolo vero e proprio, non ci sono i vostri personaggi, o meglio alcuni vengono solo citati.

La lunghezza è breve se paragonata agli altri capitoli, allora perchè pubblicarla?
È relativamente semplice: la prima parte è una sorta di messaggio-ricordo, rivolto a tutte quelle donne che in battaglia hanno dovuto subire stupri, violenze e, che sono andate incontro alla morte.
Per quanto il preferisca rendere il capitolo più leggero possibile, era giusto un momento dedicato anche a loro, spero possiate capire.

La seconda parte invece, serve piu che altro, a far quadrare l'intera situazione: la leggenda della spada arcobaleno tra le altre cose.
Spero sia un pizzico più chiaro adesso!

Domanda del giorno: Chi credete sia lo spadaccino di cui parla la leggenda, vi dico solo che vi stupirà saperlo!