𝑆𝑖̀, 𝑙'π‘Žπ‘šπ‘œπ‘Ÿπ‘’ 𝑒̀ π‘π‘–π‘’π‘π‘œ, π‘šπ‘Ž 𝑙𝑒 𝑠𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑙𝑒 𝑠𝑑𝑒𝑠𝑠𝑒

Un altro anno Γ¨ passato, un altro 31 dicembre ha scoccato la mezzanotte e con i fuochi di artificio sono esplosi pensieri e desideri di tutti. Tranne i miei.
Io non voglio piΓΉ pensare, ho spento il cervello da quando Morena ha deciso di ritornarsene a Londra.

Sono ritornato a collaborare con Edoardo, in quest anno Valentina ha dato alla luce la loro bellissima bambina.
Ho partecipato alla loro felicitΓ , me ne sono rubato un pezzetto come se fosse pure mia.
In quest anno mi sono aggrappato a qualsiasi forma di speranza che potesse ricordarmi che la vita va avanti.
Come, chissΓ .
Ma va.

Sono in studio, il lavoro va alla grande, almeno quello.
Passo tanto tempo qui a scrivere, lascio il mondo fuori e mi nascondo da tutto e tutti.

Edoardo piomba rumorosamente, in altro modo proprio non ce la fa. Edoardo Γ¨ un uragano di vita.

"Tanti auguri a me, tanti auguri a me." Urla cantando e battendo le mani.

"Oh, fratè, auguri." Gli dico togliendomi le cuffie e abbracciandolo.

"Me sto 'a fa vecchio." Dice sedendosi sullo sgabello girevole, gira su se stesso 3/4 volte.

"Senti..." dice improvvisamente smettendola di fare il pagliaccio e cambiando completamente espressione. "Te devo dì 'na cosa." Continua e si zittisce di nuovo.

"Edoà, me stai a fa venì l'ansia, dimme." Lo rimprovero.

"Non è così facile." Sbuffa e mette le mani conserte. "Morena è ritornata a Roma e chiaramente stasera verrà al party." Cala il viso.

"Ah." Dico appena e sospiro. "Eh vabeh, che me frega, io sto co Sara, sto bene. Morena Γ¨ acqua passata."

MacchΓ©, ce sto provando ad andΓ  avanti, me so aggrappato a Sara come un disperato, ma io tremo ancora se solo sento dire "Morena".
Ma ce devo riuscì, me la devo dimenticà.

"Guarda che se non te la senti de venì lo capisco." Edoardo poggia la sua mano sulla mia spalla.

Scuoto la testa. "No, io il tuo party non me lo perdo."

So un bugiardo, EdoΓ .
Ce vengo per guardarla.
Che vita avrΓ  fatto nell'ultimo anno?
Si sarΓ  innamorata? Ci avrΓ  mai pensato a me? A noi? A quel bambino nostro mai nato?

"Ao, va tutto bene?" Mi scuote, devo essermi perso ancora una volta nei miei pensieri.

"Benone, ci si vede stasera." Sorrido forzatamente.

Così la sera arriva e con lei un gran mal di stomaco, vorrei dire a Sara che la festa non si fa più, potrei restarmene a casa pure io, del resto Edoardo capirebbe, ma non gliela do vinta, no.

Morè, te sto dimenticando piano piano come se fa con le tabelline.
Te ricordi solo quelle che se dicevano a cantilena, nelle canzoni.
Te dimentico, 'o giuro.
Smetterai di essere la mia bella canzone.

Così arrivo spavaldo al ristorante, c'è un'aria sofisticata, per niente alla Edoardo.
Servono champagne giΓ  dall'ingresso, Γ¨ una bella atmosfera rilassata.
Io perΓ² so teso, come una corda di violino.

"'A bello." Edoardo sembra piΓΉ teso di me, mi batte la mano su una spalla. "Che te posso parlΓ  n'attimo?" Mi bisbiglia, intanto vedo Valentina cercare di distrarre Sara.

"Che sta a succede?" Chiedo ansioso.

Edoardo mi porta in un posto piΓΉ appartato, delle gocce di sudore gli bagnano la fronte.

"Senti Laurè, Morena si è presentata a casa nostra oggi, no?" Comincia e si massaggia le tempie.

"Eh, me lo hai detto sarebbe venuta, embe?"

"Eh, nun sta sola." Edoardo continua.

"Edo, te l'ho giΓ  detto, io sto con Sara e nun me frega piΓΉ niente. Ha trovato l'amore? So contento per lei, nessuna scenata, to giuro." Mi vesto di maturitΓ , dentro sto morendo, ma non lo dirΓ².

"Diciamo che non l'ha proprio trovato, l'ha fatto." Edoardo parla in maniera confusionaria.

"Ao, ma quanti champagne te sei giΓ  scolato?" Chiedo ridendo e dandogli uno schiaffetto giocoso su una guancia.

"Lauro, noi no ne sapevamo niente, l'abbiamo scoperto appena abbiamo aperto la porta che per poco non ci prendeva un coccolone a tutti. Morena nun ha abortito." Lo dice tutto d'un fiato, poi sospira come se si fosse tolto un fardello, come quando vomiti e sei stordito ma c'hai lo stomaco piΓΉ leggero.

"Che cosa?" Urlo, così Edoardo mi fa segno di abbassare la voce.
"Tu sorella Γ¨ 'na stronza." Gli dico preso dall'impeto. "PerchΓ© non me l'ha detto, eh?"

"Lauro, non l'ha detto manco a noi, manco a mi madre." Edoardo cerca di minimizzare un po' la cosa, ma Γ¨ grave.

"EdoΓ , Γ¨ mi figlio." Dico e penso che quasi mi si ferma il respiro.

"Amore, ma si può sapere che succede?" Sara ci piomba addosso, così ci zittiamo entrambi.

"Niente amo, se parlava de lavoro." Dico, intanto Valentina da dietro fa dei segni, Morena Γ¨ arrivata.

Adesso ho ancora di piΓΉ il cuore in gola, adesso non vedrΓ² solo lei ma pure nostro figlio.
E non posso dire nulla, non ora, non qui.
Non a Sara che di 'sta storia del bambino non sa niente.
Così sospiro e raggiungo la sala, tengo Sara per mano.

'O devi vedè Morè, che nun te penso più.
Nun te sogno piΓΉ.
Non faccio l'amore co lei e mi immagino te.

Ed eccola che appare, come sempre sembra una Madonna.
Madonna, che donna.
Ha un vestito lungo color champagne tutto in paillettes, uno spacco vertiginoso sulla coscia sinistra rifinito da delle piume, la schiena totalmente scoperta sulla quale si appoggiano i suoi boccoli platino.

Mi si è fermato er core, voglio morì ora, con 'sta visione celestiale.

Ha in braccio il bambino, sarΓ  impressione ma me somiglia. Sembra il giusto mix tra me e lei.
Balzo, perdo i battiti.

Sara mi spintona.
"Oh, ma te sei imbambolato?"

"No amo." Scuoto la testa e cerco un bicchiere, ho bisogno di bere.

Morena corre a salutare Valentina e sua nipote, abbraccia Edoardo, si ritrova poi faccia a faccia con me.

"Ciao." Farfuglia appena imbarazzata.

"Ciao." Ripeto meccanicamente e la fisso.
Sara tossisce, così capisco che devo presentarla.

"Lei Γ¨ Sara, la mia fidanzata." Dico impettito.

"Tanto piacere, io sono Morena, la sua ex." Dice inviperita, quanto me piace quando fa la stronza, pure se m'ha appena messo nei casini.

Però so contento, me volevi colpì? Allora te rode?

"Non mi avevi detto che eri stato insieme alla sorella di Edoardo." Sara mi tira per il braccio.

"Sì amo, 'na storia così, acqua passata." Minimizzo.

Mica ce so morto dietro lei e le sue coscie, mica ho passato 20 anni ad immaginarmi il sapore della sua bocca, mica me so ubriacato di ogni suo bacio e di ogni orgasmo.
Niente de tutto ciò, 'na storia così.

Mi avvicino appena posso a Morena, sorseggia dello champagne mentre saltella con il bimbo in braccio.

"E questo deve essere mio figlio, no?" Le dico, così si volta con lo sguardo vitreo.

"E chi può dirlo." Fa spallucce, poi riprende. "È figlio tuo, sì. Non ce l'ho fatta, so scappata da sopra alla sedia come 'na vigliacca quando sono andata a fare l'aborto."

"E perchΓ© cazzo non me l'hai detto, eh?" Le dico a denti stretti.

"Perché c'avevo paura che facessi del male pure a lui, che poteva provare lo stesso dolore mio di amarti e sentirsi abbandonato, così me ne so scappata a Londra." Mi spiega con gli occhi di lacrime.

"Mh, chi mi dice che Γ¨ veramente figlio mio?" La punzecchio, lo so che lo Γ¨ ma ora lo stronzo lo faccio pure io.

"Ah beh, possiamo aspettΓ  che cresca, se viene su uno stronzo Γ¨ sicuro figlio tuo." Mi dice e mi volta le spalle.

"'O posso vede?" Le chiedo quasi implorante.

Così si volta e me lo porge.
"Lui Γ¨ Daniele." Dice soddisfatta.

"Daniele, ciao." Gli prendo una manina. "Io sono..." sto per dirgli "papà", ma poi mi ricordo di Sara, di 'sto gran casino che abbiamo combinato io e Morena, così mi arresto. "Sono Lauro." Dico con un velo di nostalgia, non è esattamente così che mi aspettavo di conoscere mio figlio.

"Sembra una brava ragazza e state bene assieme, non ti preoccupare, non sono tornata per romperti le scatole." Smette di stare sulla difensiva. "Non dirΓ² nulla." Scuote la testa.

Vorrei dirle che invece io voglio che si sappia, voglio che 'sto figlio me chiami "papΓ ", ma sono sconvolto, spaventato, me sento un attimo come se mi avessero messo in un frullatore, quindi me ne sto solo zitto e aspetto che la serata passi velocemente.

Ho bisogno di andarmene a casa, da solo, di piangere e leggermi dentro.

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