πΌπ π π‘π π ππππ π’π πππππ ππππ, πππππ ππ π π‘ππππ
Non lo so perché faccio cose stupide ma quando sono disperato le mie azioni diventano ancora più stupide, così quella mattina mi ritrovo sotto casa di Edoardo.
Busso e sento il cuore salirmi in gola, sono mesi che non ci vediamo.
Viene ad aprirmi, fa per richidermi la porta in faccia, così la blocco con una mano.
"Aspè Edoà , è importante." Lo imploro, così con aria svogliata apre la porta e mi fa entrare.
"Che me devi di?" Chiede portandosi una sigaretta alla bocca.
"Come stai? Valentina? Come va la gravidanza?" Parto a raffica, in realtΓ non ho idea di come cominciare il discorso.
"Sei venuto fino a qua per chiedere queste cose?" Chiede sarcastico.
Scuoto la testa.
"Tu lo sai che Morena Γ¨ incinta?"
"Morena? Che?" Sembra stordito. "Che cazzo stai dicendo?" Mi urla contro e si massaggia la fronte.
Balzo indietro quasi spaventato, Edoardo non mi da nemmeno il tempo di parlare che riprende.
"E mo che voi da me, eh? Glie dovrei di de toglierlo, no? Così te liberi del fardello."
"Ma che cazzo c'avete tutti quanti, eh? Ma ve sembro così tanto uno stronzo?" Urlo io stavolta, tutta la rabbia che mi porto dentro.
"Morena lo vuole togliere, no io. Io so disperato, per questo sto qua." Mi massaggio nervosamente il viso, tolgo il cappellino per poi risistemarmelo, ripeto un'infinitΓ di gesti nevrotici mentre Edoardo mi guarda stordito.
"Che cazzo stai a dì? Perché Morena vuole toglierlo?" Mi chiede fissando il vuoto.
"PerchΓ© nun se fida de me, pensa che sparirei." Spiego rassegnato.
"Che sei 'na testa de cazzo non posso mica darle torto..." risponde e intanto sentiamo il campanello, Edoardo mi fa segno di tacere, guarda poi nello spioncino.
"Γ lei." Mi sussurra e afferra poi la maniglia.
"Buongiorno." Morena entra distrattamente, si blocca poi non appena mi vede. "Te che ci fai qua?" Mi chiede subito inquisitoria.
"Non posso veni a trova il mio amico?"
"So mesi che non vi parlate, mo ti trovo qua." Sbuffa alzando gli occhi al cielo.
"Te piuttosto, hai da dirmi niente?" Edoardo le si avvicina, Morena guarda prima verso me poi in terra.
"Che te dovrei dì?" Chiede togliendosi la borsa e poggiandola sul divano, cerca di allontanarsi da Edoardo e dalle sue domande scomode.
"Mah, niente, magari che sei incinta." Edoardo non ci gira troppo intorno.
"Pure a lui sei venuto a dirlo?" Morena si infuria. "Ma lo vuoi capire o no che non voglio più niente con te?" Mi strattona, così Edoardo la afferra per le spalle e cerca di calmarla.
"Morè, è un bambino, no 'na cazzata. Pensace bene, anzi, pensatece bene. Perché guarda che ne ha diritto pure lui." Spiega con una calma che non mi aspettavo da lui, Edoardo ragiona e cerca di far ragionare pure sua sorella che in questo momento sembra totalmente fuori di se.
"EdoΓ , sono affari miei e basta." Morena urla, poi si rivolge a me. "Smettila di cercare l'avvocato del diavolo e lasciame in pace." Gli occhi le si riempiono di lacrime che pulsano forti per venir giΓΉ.
"Non ti amo piΓΉ, Lauro." Dice con un tono pacato, io sento come se il cuore mi fosse appena esploso nel petto.
Sento piccoli frantumi, sgorga sangue, Morena mi ha ucciso in 5 parole.
"Sei sincera?" Le chiedo con un filo di voce e un briciolo di coraggio che mi Γ¨ rimasto.
Annuisce. "L'ho capito stando lontana da te, sto meglio. Stare con te Γ¨ come stare con un coltello puntato alla gola che non sai mai quando viene affondato e t'ammazza."
Stavolta le lacrime le lascia scorrere, come cascate le rigano il viso, qualcuna si lascia morire fra le sue labbra, qualcun altra continua la corsa.
"T'ho amato più di quanto ti posso dire, t'ho amato pure mentre il coltello mi sgozzava ma mo basta. Vederti su quel giornale con quella mentre io ero qua a pensare al modo più carino per dirti che saresti diventato papà mi ha fatto capire che avrei trascorso la mia intera vita a imparare a perdonarti." Tira su con il naso e si asciuga le lacrime, un po' sembra si ammonisca per averle lasciate cadere, così si ricompone.
"Il problema Γ¨ che io non ti ho amata, io ti amo ancora e forse non riuscirΓ² mai a smettere di farlo." Le dico e sembra come se le mie parole le avessero dato uno schiaffo in faccia.
"à troppo tardi, Laurè." Mi porta le mani al viso, poggia la sua fronte contro la mia. "Saremo sempre quelli giusti al momento sbagliato io e te, so 20 anni che non ci troviamo, non lo faremo mai." Si stacca da me e sembra quasi abbia aspirato via tutte le forze del mio corpo.
Forse c'hai ragione te, Morè, sta vita sembra divertirse a farci rincorrere senza acchiapparci mai.
PerΓ² quanto fa male, a me sembra de morire.
BαΊ‘n Δang Δα»c truyα»n trΓͺn: AzTruyen.Top