39. Rinascere

«Damien, svegliati!» un grosso schiaffo in pieno viso lo fece risvegliare e si ritrovò davanti allo sguardo agitato di Castiel che gli sosteneva la testa. Alcune macchie scure gli coprivano la visuale e vedeva le mani del Gran Cavaliere di fronte al suo viso. «Mi riconosci? Hai sbattuto la testa.» lo avvisò il suo amico, aiutandolo in fretta a sedersi. Damien si toccò la testa dolorante e si rese conto del sangue che gli colava dalla ferita. Aveva provato ad attutire la caduta con le braccia ma non era servito a nulla; nella Foresta delle anime morte il terreno era costellato di rocce appuntite ed erano fra esse che si scagliabruma si riparavano.

Esseri viscidi, ma allo stesso tempo fumosi, discendenti di quegli dei della morte che si erano lasciati corrompere dalla magia nera. Un fruscio nell'ombra li mise in allerta e Castiel si allontanò di scatto dal corpo del demone e brandendo la sua spada. «Riesci ad alzarti?» domandò a Damien. Lui provò a muoversi ma perse l'equilibrio quasi subito. Le sue gambe erano molli e sentiva la testa pesante. Tutti i suoni erano ovattati, come se fosse immerso nell'acqua. Notò Castiel fargli un cenno ma non riuscì a sentire la sua domanda. Capì ciò che gli voleva dire quando si rese conto che gli aveva passato un pugnale fra le mani. «Proverò a ucciderne il più possibile, proteggiti se qualcuno si avvicina troppo!» gli indicò le decine di mostri intorno a loro. Quello che aveva fatto non era servito a niente, i suoi fulmini non erano stati in grado di sconfiggere i loro nemici che, semplicemente, non avevano fatto altro che ricomparire dalla nebbia scura intorno a loro. Damien guardò le sue mani insanguinate e il viso paonazzo del suo amico che stava combattendo e si rese conto che la Foresta, tetra e oscura come la sua anima, sarebbe stata la loro tomba.

«Com'è ironico...»

Tra tutti i luoghi in cui sarebbe potuto morire, il destino l'aveva condotto lì. Avrebbe finito per vagare come uno spirito perduto per tutta la sua esistenza, ma questo non sarebbe comunque bastato per espiare i suoi peccati. Umani, demoni, innocenti... sua madre. Tutte persone che aveva ucciso per poter raggiungere il suo scopo. Come una scintilla, gli apparve davanti il viso di Sunshine. Sorrideva, ma nei suoi occhi c'era sempre quell'ombra che sembrava spezzarla dall'interno. Non riusciva a comprendere come una persona così splendente, potesse portare dentro di sé un'oscurità simile. La stessa oscurità che aveva visto nel suo sguardo, quando gli aveva premuto un coltello in mezzo al petto.

Il tradimento, l'abbandono... sfumature di emozioni che lui conosceva bene. E molto spesso, era lui ad essere dall'altra parte. Era lui quello che feriva gli altri.

Damien sorrise e abbandonò il coltello a terra. Che senso aveva lottare?

Anche con l'ampolla, forse non sarebbe riuscito a proteggere Hestria. Dominous sapeva che era impossibile sopravvivere nella foresta e lo aveva mandato apposta per liberarsi di lui. Il demone affondò le dita nella terra e strinse il fango fra le sue dita. Non riusciva a capire dove avesse sbagliato, per quale motivo era stato mandato a morire? Dominous non poteva aver certo scoperto il suo piano di impossessarsi del potere dell'ampolla, altrimenti sarebbe stato ucciso all'instante. Quando l'aveva convocato nella sala del trono, avvolto nel suo mantello color cremisi, lo sguardo che il suo Re gli aveva rivolto era carico d'odio. La bramosia nei suoi occhi, il suo risentimento, era un'emozione che non aveva mai visto negli occhi scuri del Dio della Morte. Era solito mantenere un'espressione annoiata, distante. Invece, quando gli aveva ordinato di cercare all'interno della Foresta delle Anime morte e aveva corrucciato le sopracciglia, aveva intravisto un'espressione quasi... umana.

Il sangue della ferita alla testa colò sul suo occhio sinistro e la vista si scurì per un istante, prima che ebbe il tempo di scorgere un'altra creatura arrivargli addosso. Damien ascoltò per un'ultima volta il fruscio del vento fra i rami spogli che lo circondavano e il rumore metallico della spada di Castiel che si scontrava contro i corpi corazzati degli scagliabruma, prima che si dissolvessero nell'aria. Una spinta decisa lo fece cadere all'indietro ed evitò per un soffio gli artigli della creatura che stava per squarciargli il petto.

«Che ci fai qui seduto? Alzati!» lo intimò Sunshine, che impugnava la spada di fronte a lui. Le ginocchia della fata erano piegate e i piedi affondavano nel terreno fangoso, mentre spostava lo sguardo da destra e sinistra in attesa di capire quale scagliabruma avrebbe attaccato per primo. Damien la squadrò come se avesse visto un fantasma e rimase immobile.

«Cosa stai aspettando?!» la fata provò a tirarlo per il braccio e sollevarlo da terra, ma senza successo. Il demone non aveva intenzione di collaborare.

«Tu non sei davvero qui. Avevi detto che al nostro prossimo incontro mi avresti ucciso.» si portò la testa tra le mani, immergendo le dita fra i capelli insanguinati. «Tu non sei qui.» Sembrava completamente aver perso il senno. Doveva riprendersi, altrimenti sarebbe finito davvero per morire lì.

«Ti ucciderò dopo che ti avrò salvato.»

Tutto ciò non aveva affatto senso, e la fata ne era più che consapevole.

Lo odiava e l'avrebbe odiato per sempre. Ma non sarebbe morto così, non l'avrebbe permesso.

Il demone spalancò gli occhi sorpreso e la sua risata si disperse nell'intera foresta, fra le grida rognose degli scagliabruma sempre più vicini a loro.

«Allora salvami, fatina.» E nei suoi occhi ambrati si riaccese una scintilla.

Damien piantò il ginocchio sul terreno e fece leva sulle braccia per rialzarsi. Raccolse da terra il pugnale e si posizionò dietro Sunshine. Schiena contro schiena, come se in realtà non fossero nemici mortali, erano pronti a proteggersi a vicenda. Uno dei mostri si scagliò contro la fata e i lunghi artigli della creatura tintinnarono contro il metallo della spada di Sunshine. Il colpo di frusta fu più forte di quello che si aspettava e, se non ci fosse stato il demone contro il suo corpo, sarebbe di sicuro stata spazzata via. «Credevo fossi qui per salvarmi. Per ora non ti sta riuscendo bene.» le sussurrò Damien con un filo di voce e il solito tono ironico. Sunshine alzò gli occhi al cielo. Se fossero sopravvissuti, l'avrebbe di certo ucciso. «E' perché mi sei d'intralcio!» infilzò uno scagliabruma con la spada e il demone l'aiutò a calciarlo lontano. Per quanti ne uccidessero, sembravano non finire mai.

«Sunshine!»

Lumio la chiamò in lontananza e la fata si voltò giusto in tempo per vedere uno scagliabruma lanciarsi contro di lui. Gli artigli sguainati, pronti a trafiggere il petto del ragazzo, totalmente disarmato. La voce le morì in gola e non fece nemmeno in tempo a chiamare il suo nome. Gli occhi della fata si chiusero in un istante, orripilati dalla scena di budella e sangue che era stanca di vedere. Si aspettava di sentire le urla di dolore di Lumio, ma un botto enorme la costrinse ad aprire gli occhi di scatto. Dove prima c'era la creatura intenta ad attaccare, ora c'era una coltre di polvere verde e dorata. Lumio era con entrambe le braccia alzate, il respiro affaticato dallo sforzo, ma vivo. Le sue ali scintillavano nel grigiore lugubre della foresta e alcune piccole chiazze di erba rigogliosa erano cresciute ai suoi piedi. La magia delle fate poteva far rinascere anche la Foresta delle anime morte. E, come se l'avesse letta nel pensiero, Damien diede voce a quello che passava per la mente di Sunshine:

«Ora possiamo sconfiggere gli scagliabruma.»

SONO TORNATA! So che questo capitolo non è abbastanza dopo tutta l'attesa che vi ho lasciato, ma ho affrontato un brutto periodo di blocco e non avevo proprio voglia di scrivere. Ero indecisa se creare un "volume due" per LVDL ma alla fine ho deciso che su Wattpad sarà un unico volume, per la pubblicazione cartacea si vedrà, dato che ho intenzione di ampliare il tutto. COMUNQUE, SONO TORNATA YEEEEE. Tornerò ad aggiornare una volta a settimana, questa volta ogni venerdì alle 21 (oggi è un'eccezione dato che non volevo farvi aspettare troppo -sono ridicola-). Seguitemi su instagram e restate aggiornati, vi vediamo venerdì prossimo🌺

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