33. Nessuna scelta (pt. 2)
Sunshine si bloccò con il coltello a mezz'aria a pochi centimetri dalla gola di Dominous. Non riusciva più a controllare il suo corpo, avrebbe solo voluto infilare la lama nella carne del Dio della Morte ma qualcosa le impediva di muoversi. Era forse quello che le aveva detto?
"E' assurdo. Io sono viva." Lei era viva, altrimenti non avrebbe sentito il cuore martellarle in modo così prepotente nel petto. La distanza che separava i loro volti era minima e non riusciva a comprendere perché le sue mani tremavano al pensiero di uccidere colui che le aveva causato così tanto dolore. Aveva il respiro affannato e le mani sudate, quindi strinse con più forza l'impugnatura del coltello per evitare che le scivolasse ma, a parte questo, non era in grado di fare un solo passo.
Dominous allungò il braccio verso di lei e accarezzò una ciocca dei suoi capelli rossi. Sunshine si sentì attraversare da una scarica elettrica mentre con il polpastrello lui si avvicinava al suo viso. I suoi occhi erano intrisi di sofferenza, nostalgia e... amore. Il Dio della Morte si rimise in piedi e la fata indietreggiò spaesata, sbattendo la schiena contro lo scaffale dietro di lei. La libreria tremò e alcuni libri caddero a terra, ma Sunshine non riusciva a staccare gli occhi dall'uomo davanti a sé. Era schiacciata fra lo scaffale della libreria e il corpo di Dominous, con il coltello ancora stretto fra le mani ma senza avere la volontà di colpirlo.
«Io ti ho uccisa.»
Quelle parole la colpirono come un pugno e con uno scatto deciso tagliò la ciocca di capelli su cui il Dio della Morte aveva posato il dito. Un pezzo della sua falange volò via mentre Sunshine lo fissava rabbiosa, ormai pronta ad attaccarlo.
Dominous rise e la sua risata roca risuonò per tutta la biblioteca. Il suo viso era corrucciato e non era più calmo come aveva mostrato fino a quel momento.
«Ti conviene tornare nel salone.» sbraitò, indicando il punto da cui Sunshine era entrata dal quadro. Il sangue sul suo dito si riversò sul pavimento in tante goccioline scure, mischiandosi ai capelli rossi che la fata aveva tagliato. «Vai da quel demone.»
Sunshine rimase spiazzata da quel tono così sprezzante. Perchè sembrava così infastidito da Damien? Ripensò alla cerimonia di premiazione improvvisa per cui era stata richiesta la presenza del demone."E se fosse una trappola?" Damien era solo, circondato dalle decine di soldati presenti nella stanza. Sunshine tremò, volgendo lo sguardo prima su Dominous e poi in direzione del quadro della biblioteca. Aveva solo due scelte: combattere contro il Dio della Morte e provare ad ucciderlo, oppure scappare e salvare Damien.
Il suo cuore perse un battito quando si accorse di essersi voltata verso il quadro e di aver iniziato a correre pochi istanti dopo. Non aveva avuto nemmeno il tempo di pensarci che il suo corpo si era mosso da solo per raggiungere il demone. Corse più veloce che poteva senza voltarsi indietro ma si rese presto conto che Dominous non aveva intenzione di seguirla. Aveva abbassato lo sguardo verso il terreno, con il viso coperto dai capelli bianco perla. Si gettò con forza contro il quadro e lasciò l'unica occasione di vendicarsi dietro di sé.
"Damien, resisti!" pregò la fata, mentre percorreva all'indietro il corridoio che portava alla sala da ballo. La stranì non vedere alcuna guardia nel suo percorso, nonostante il corpo fosse stato spostato. Segno che chi aveva visto il cadavere del soldato, per qualche motivo, non aveva dato l'allarme.
Ma il suo cervello era in tilt, non riusciva a pensare ad altro che al demone con decine di spade conficcate nel ventre. Se gli fosse successo qualcosa, non si sarebbe mai perdonata di averlo lasciato lì in balia del Primo Generale e degli altri soldati. Lo immaginava con un rivolo di sangue nella bocca mentre la fissava con i suoi occhi ambrati, ormai spenti dal bacio della morte.
Arrivò davanti all'ingresso del salone e sentì un forte brusio al suo interno, ma le voci erano confuse e non riusciva a distinguerle. Con il cuore in gola, entrò nella stanza fra le decine di persone che urlavano.
Vide Damien sul palco, inginocchiato di fronte al Primo Generale Brux, che aveva una spada affilata in mano.
"Damien!" provò a gridare, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono. Chiuse gli occhi, terrorizzata dal vedere la lama insanguinata del generale levarsi sulla testa del demone. Ma questo non accadde.
Sunshine riaprì gli occhi, mentre Brux posava con cura la spada sulle spalle di Damien. Non lo stava ferendo, faceva tutto parte della cerimonia. Damien si rialzò e con un sorriso tirato osservò la folla che strepitava e il suo viso impallidì quando incrociò gli occhi di Sunshine. Lo vide mordersi il labbro con fare preoccupato mentre continuava a spostare gli occhi dalla fata alle persone entusiaste di fronte a lui. Brux lì zittì con un cenno della mano e continuò il suo discorso cerimoniale: «E' con la carica di Primo Generale che elevo il qui presente Lord Damien a cavaliere. Grazie a lui, siamo riusciti ad ottenere il diario della Creatrice del Sole!»
Sunshine si portò la mano alla bocca, scioccata dalla situazione. Grazie a Damien avevano ottenuto il diario? Nessuno a Jarthis sapeva che erano le fate a custodirlo e nemmeno dove si trovasse il villaggio delle fate. Ripensò al momento in cui il demone le aveva mostrato la mappa dell'antica Prysmia. Lei gli aveva indicato il suo villaggio, ma lui non era sembrato affatto stupito. Era un'informazione molto importante per un demone, eppure non era apparso curioso di sapere di più. Era quasi come se...
"Sapeva tutto. E' stato lui a condurli a noi."
Il castello di carte composto da tutte le speranze della fata si dissolse in un attimo. Lui lo sapeva. Le aveva sempre mentito! L'aveva baciata, l'aveva avvolta fra le sue ali con così tanta cura, ma era sempre stato un inganno. O forse lei era stata troppo ingenua per cascarci. Un'ondata di nausea attraversò tutto il suo corpo e tentò di uscire dalla stanza nonostante le gambe traballanti. I suoi piedi si rifiutavano di muoversi e le venne un altro conato al pensiero di come si era lasciata soggiogare da lui. Gli aveva donato tutto, si era concessa a lui in un modo così fisico e mentale che non aveva mai permesso a nessun altro. Il tocco di Damien era impresso sulla sua pelle e poteva ancora sentire le sue dita che scavavano con forza fra le crepe aperte del suo cuore. Avrebbe giurato di sentirlo andare in pezzi nello stesso istante in cui aveva capito di essere stata tradita per tutto il tempo, ma riusciva ancora chiaramente a percerpirne i battiti accelerati.
«Sunshine! Sunshine!» Damien era sceso dal palco e cercò di raggiungerla. Sunshine sentiva la voce del demone sempre più vicina a lei ma non si voltò. Non voleva guardarlo negli occhi. Scansò a fatica le persone che la osservavano confuse e raggiunse l'esterno il più velocemente possibile.
La mano salda di Damien le afferrò il braccio e la costrinse a voltarsi. Il suo viso era sudato e i suoi occhi apparivano scuri nonostante fossero illuminati dal riflesso della Luna piena.
«L'ho fatto per proteggere Hestria! Dovevo trovare il modo di recuperare il diario e...»
Uno schiaffo lo colpì in pieno viso e lui sì zittì, osservando il viso della fata rigato dalle lacrime. Sunshine gli strattonò il braccio e lui lasciò andare la presa. Il rumore del mare mosso al di là dello strapiombo contornava il rumore dei loro respiri affannati.
«Sunshine, ti prego, è stato prima di conoscerti, se l'avessi saputo non avrei mai mandato i soldati al tuo villaggio!» il suo tono era disperato e le vene del suo collo sembravano sul punto di scoppiare. Fece un passo verso di lei e cercò di prendere di nuovo la mano della fata ma si ritrovò la lama del coltello contro il suo petto.
«Mia nonna è morta a causa tua.» gli sussurrò ad un soffio dall'orecchio. Conficcò la punta del coltello nella carne del demone, lasciandogli una ferita poco sotto lo sterno. Sotto la sua camicia tagliata, si intravedeva un rivolo di sangue scuro che spiccava sulla sua pelle diafana.
«La prossima volta che ci incontreremo, ti ucciderò.»
Con disprezzo, la fata guardò per l'ultima volta gli occhi ambrati di Damien, e corse senza mai voltarsi indietro. Ancora un volta, non potè far altro che rimanere ad osservare Sunshine che si allontanava da lui.
SPAZIO AUTRICE
OPS
Con questo si conclude il capitolo 33. Mi odiate? xD
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