30. Vendetta

Il frastuono di un tuono caduto vicino alla baita li fece sussultare e si accorsero in quel momento che aveva iniziato a diluviare. Il rumore della pioggia scrosciante si scontrava sul vetro della finestra della stanza e riempiva il silenzio di Sunshine e Silton che si erano messi ad ammirato l'improvviso acquazzone. "Come fa a sapere sempre tutto? Non c'era neanche una nuvola prima." constatò la fata mentre accarezzava il mantello nero che Damien si era assicurato che lei portasse con sé prima di uscire.

Silton la accompagnò all'ingresso della baita e attesero qualche minuto sulla soglia in attesa che smettesse di piovere. «Si sta facendo buio, vuoi restare qui?» le domandò l'elfo, notando che il temporale sembrava non voler cessare. Sunshine osservò le gocce che cadevano dal cielo uno dopo l'altra e sbuffò, accantonando il pensiero di tornare all'alloggio del demone per ringraziarlo.

«Va bene.» accettò infine, mentre chiudeva la porta dietro sé. Silton la condusse in cucina e iniziò ad apparecchiare la tavola per la cena. Notò che aveva preso due piatti di porcellana dal mobile e li stava sistemando accanto alla coppia di posate sul tavolo.

«Solo due?» chiese la fata. «E Castiel?»

«Riunione improvvisa con Lord Damien. Non mi ha parlato dei dettagli ma sembrava di fretta.»

Sunshine si accorse del tono evasivo con cui l'elfo le aveva risposto e fu tentata di domandargli altro, ma si erano appena riconciliati e non voleva causare di rischiare un altro litigio.

«Va bene.» ripetè. Ormai questa frase sembrava diventata un mantra. Non c'era nulla che nella sua vita andasse bene eppure, per qualche motivo, non poteva far altro che rispondere in quel modo.

«Qual è il piano?» domandò Silton mentre addentava un boccone di bistecca. Un rivolo scuro gocciolò dalla carne cotta al sangue e la fata trattenne a stento una smorfia di disgusto. Guardò fuori dalla finestra e si concentrò sull'intensa pioggia che cadeva dal cielo, per evitare il rumore di Silton che masticava. «Ci mischiamo alla folla in attesa che Dominous faccia il suo ingresso nel salone, poi appena abbiamo un diversivo cerchiamo le fate.» spiegò la fata, mentre con il dito disegnava le diverse fasi del piano sul tavolo. Erano chiare solo nella sua mente, ma sperava comunque che Silton avesse capito.

«E come farete tornare le fate a casa?»

«A questo ci penserò io.» rispose evasiva. "Di certo non posso rivelare che sono una fata anche io". Non poteva nemmeno permettersi di rivelare il punto di teletrasporto che le aveva indicato il Pegaso.

«Mh.» annuì Silton, poco convinto. Riprese a mangiare e Sunshine provò ad imitarlo. Evitò con cura le foglie di insalata che erano state a contatto con la carne e offrì la sua bistecca all'elfo che sembrava essere ancora affamato. «Per riuscire a finire gli abiti in tempo non ho nemmeno mangiato.» si giustificò lui imbarazzato e accettò di buon grado la cena della fata.

Dopo qualche ora, Sunshine si congedò nella stanza di Silton. Avrebbe dormito nella camera da letto dell'elfo mentre lui avrebbe passato la notte nella stanza del Gran Cavaliere.

«Per qualsiasi cosa, non esitare a venirmi a svegliare.» le comunicò Silton, lasciandosi sfuggire uno sbadiglio a bocca aperta.

«Certo, non preoccuparti.» rispose la fata con un cenno della mano e un sorriso. Le occhiaie di Silton dimostravano come, oltre a mangiare, non avesse probabilmente nemmeno dormito. Avrebbe evitato di svegliarlo.

Entrò in camera e accese il candelabro attaccato alla parete per farsi luce. La stanza era spoglia come la ricordava e si sedette sul letto dell'elfo osservando le ombre che traballavano a causa del vento che si infiltrava dalle finestre. Non aveva ancora smesso di piovere e la fata rimase in silenzio ad ascoltare il fruscio degli alberi che circondavano la baita. Chiuse gli occhi, stringendosi le braccia intorno al corpo come se fosse avvolta da un abbraccio. "A breve, potremo davvero abbracciarci." sospirò Sunshine, mentre con il pensiero vagava alle braccia esili della sua migliore amica. Le mancava il suo sorriso, che sbocciava improvviso come i fiori alla festa di primavera. Non vedeva l'ora di incrociare di nuovo gli occhi verdi di Ninfea, così brillanti e attenti. "Hai sempre lanciato occhiatacce a chiunque mi prendeva in giro..." ricordò la fata, mentre si lasciava sfuggire una timida risata. Era ansiosa persino di vederla volteggiare con quelle ali verdi che le aveva segretamente invidiato per anni.

"Mi manchi."

Mancava poco. Doveva resistere solo un giorno e presto sarebbero state insieme, unite come un tempo.

↞┈ · 🙦∘◦❁◦∘🙤 ·┈↠

«Silton! Dov'è la spazzola?» urlò Sunshine, facendo risuonare la sua voce dal bagno al corridoio.

«Ti ho già detto che l'ho portata sul tavolo.» le ripetè l'elfo con un sospiro.

«Ah, giusto.»

Sunshine uscì dal bagno con i bigodini in testa e una sottoveste bianca. Scansò le diverse paia di scarpe che Silton aveva lasciato lungo il corridoio e raggiunse la stanza in cui l'elfo teneva i suoi lavori da sartoria. Per poco non le arrivò un sandalo in testa mentre l'elfo armeggiava ansioso nella scarpiera.

«Silton, smetti di cercare, indosserò degli stivali sotto la gonna.» ribadì Sunshine. Anche se doveva presenziare ad un ballo, la sua missione le imponeva comunque di indossare scarpe comoda. "Devo essere pronta a tutto, potrei aver bisogno di scappare."

«Uff, va bene.» sbuffò l'elfo, chiudendo finalmente i cassettoni pieni di sandali troppo eleganti. Il volto di Sunshine era invece illuminato da un'espressione vittoriosa: già si era dovuta arrendere ai bigodini e al vestito stupendo, ma decisamente troppo appariscente, quindi poter indossare almeno degli stivali la rendeva felice.

«Quanto devo tenerli ancora?» domandò la fata. Fece dondolare la testa e i capelli attorcigliati si mossero piano, causandole un leggero fastidio alla testa. Da quanto si era svegliata, Silton sembrava come impazzito: continuava a correre fra le stanze mentre cercava accessori che si abbinassero al vestito. Sunshine non riusciva a comprendere la sua agitazione rispetto al ballo, ma era anche lei emozionata all'idea di andare del castello di Dominous. "E soffiargli sotto il naso le fate che ha catturato." Il pensiero la rendeva orgogliosa e, nonostante la paura di incontrare l'uomo che aveva ordinato l'attacco al suo villaggio, si sentiva finalmente sicura di sé. Si sarebbe goduta il ballo, divertendosi sotto gli occhi di colui che voleva le fate morte e avrebbe danzato ai suoi piedi con supponenza, mentre liberava le fate nel luogo in cui lui si sentiva più sicuro. "Gliela farò pagare."

E un'improvvisa determinazione si fece strada nella sua mente: sarebbe stata la creatura più bella quella sera. Un gioiello splendente in grado di offuscare la figura del Dio della Morte.

«Silton, aiutami a truccarmi per favore.»

«Certo.» sorrise l'elfo, facendole l'occhiolino. «Di solito trucco Castiel per le battaglie, cercherò di andarci piano con te.»

Tirò fuori dal mobile un cestino di legno e lo aprì, rivelando alcune polveri di diversi colori. Erano per la maggior parte scuri e ricordavano i colori della foresta di notte. Tra essi risaltava anche una polvere rossa scura. «Queste sono quelle che usa per mimetizzarsi...» indicò il nero e il verde scuro «...e quello rosso è per confondere il nemico e fargli credere di avere ferite.»

«Per fortuna possiamo considerare questo ballo una battaglia.» ridacchiò Sunshine, toccando con il dito le polveri. Una macchia nera le rimase sul dito e provò a ripulirsi, senza successo, sulla sottoveste bianca.

«Aspetta, faccio io.»

Chiuse gli occhi e le dita delicate dell'elfo le sfiorarono le palpebre. Il tocco di Silton era leggero e si affidò a lui anche per la scelta della tinta sulle labbra. Lui inumidì la polvere con un po' d'acqua e creò un composto oleoso che le spalmò sulle labbra.

«Ora passiamo al vestito.» le disse, una volta concluso il trucco. Sunshine era curiosa di vedersi allo specchio ma Silton glielo impedì. «Vedrai a risultato concluso.»

La fata si avvicinò quindi all'abito che era stato sistemato sul pavimento ed entrò all'interno della voluminosa gonna blu. Lo sollevò da terra, facendo aderire le spalline e il corpetto al corpo. Tenne la mano davanti al seno mentre Silton le legava i lacci dietro la schiena e le mancò il fiato per un attimo quando li strinse troppo stretti. «Scusami, non imparerò mai.»

Silton le sciolse i bigodini sulla testa e i capelli le caddero a morbidi boccoli sulle spalle. La fata passò con delicatezza la spazzola fra i capelli rossi e li districò, creando delle onde voluminose. Il ricciolo ribelle le si posò davanti agli occhi e l'elfo le sistemò una rosa blu nei capelli.

«Perfetta!» Silton guardò poi fuori dalla finestra verso il Sole che stava ormai tramontando. Senza che se ne accorgessero, era già arrivato il momento di andare al ballo.

Sunshine indossò gli stivali e sistemò la gonna in modo che il tessuto di seta li nascondesse. L'elfo le consegnò una giarrettiera di cuoio che allacciò alla coscia sinistra e ci infilò all'interno un piccolo pugnale. «Solo per precauzione.» sorrise imbarazzata la fata, mentre osservava lo sguardo giudicante di Silton.

Sentirono bussare alla porta e il cuore di Sunshine cominciò a battere forte dall'agitazione. "Non devo avere paura." si disse, anche se non sapeva dire se la sua ansia fosse dovuta solo a quello o se c'entrassero anche due occhi ambrati. Si avviò di corsa verso la porta d'ingresso e la spalancò, aspettandosi di trovare il sorriso sornione del demone. Invece, si ritrovò davanti lo sguardo scocciato di Yul.

«Che ci fai tu qui?» domandò con astio la fata.

«Guarda che nemmeno io vorrei essere qui e...» fece per rispondere, ma si bloccò con la bocca spalancata dopo aver osservato Sunshine. «So-sono qui per farti da scorta.» balbettò Yul, evitando accuratamente di soffermarsi sulle curve della fata.

Sunshine ignorò la sua reazione e continuò stizzita con le sue domande: «Perchè Damien non è qui? Non dovrebbe farmi lui da scorta?»

Yul sembrò riacquisire la solita compostezza e il cinismo che lo contraddistingueva. «Lord Damien » parlò lui, mentre sottolineava sprezzante l'appellativo, «come tutti gli altri generali e nobili del Regno deve presenziare anche alla cerimonia prima del ballo.»

«Gli eventuali accompagnatori sono invitati ad assistere alle danze, perciò sono qui come scorta, sotto ordine dello stesso Lord Damien.» aggiunse, mentre indicava la carrozza grigia dietro di lui e il cavallo legato alla recinzione. Sunshine fece una smorfia di disgusto e Yul gonfiò il petto con fare pomposo.

«Non fare quella faccia, sono una delle reclute migliori e non c'è nessuno meglio di me per svolgere questo compito.»

Sunshine alzò gli occhi al cielo e in quel momento comparve anche Silton. Alla vista di Yul, si nascose rapido dietro la porta.

«Ciao, Silton. Non ti vedo da quando ti ho rotto il naso.» commentò con una risatina sadica.

Sunshine ebbe l'impulso di afferrare il pizzetto di Yul e schiacciare la sua faccia nel fango ma si contenne. "Non posso perdere tempo così, rischierei di far saltare il piano."

«Silton, io vado. Ti aggiornerò il prima possibile.»

Sunshine fece per scendere le scale ma si bloccò prima dell'ultimo gradino. Schioccò le dita in direzione di Yul e gli indicò il terreno fangoso.

«Sdraiati.»

«Come?!»

«Ho detto sdraiati. Se non vuoi che il mio vestito si macchi di fango e che faccia fallire il compito che Lord Damien ti ha affidato, sdraiati.» ripetè la fata, con lo sguardo fisso nei suoi occhi neri di rabbia.

Yul mosse il braccio e Sunshine pensò che stesse per caricare un pugno, invece lui strinse i denti e fece come gli era stato ordinato. Si sdraiò a pancia in giù sul terreno, rivolgendo la schiena alla fata per permetterle di camminare sopra di lui.

«Sei ottimo come tappezzeria.» aggiunse la fata, mentre con lo stivale camminava sul corpo di Yul facendolo affondare nel terreno fangoso. Salì sulla carrozza con più lentezza del previsto e lasciò lo sportello aperto. «Chiudilo con delicatezza e fai attenzione a non sporcare gli interni, non vorrei fare brutta figura davanti a Re Dominous.»

Yul si morse il labbro fino a farlo sanguinare ed eseguì di nuovo gli ordini senza fiatare. Sunshine dette un'ultima occhiata all'elfo che era rimasto ad osservare la scena e ricambiò con gioia il suo sorriso.

Era vendicativa? Sì, ma le piaceva terribilmente.


SPAZIO AUTRICE

VABBE RAGA MA VI HO FATTO PURE SUNSHINE BAD GIRL, COSA VOLETE DI PIU'?

Comunque questo capitolo è leggermente più breve ma se riesco vorrei pubblicare un capitolo anche venerdì per festeggiare le 35K. Intanto un GRAZIE DI CUORE a tutti voi che leggete e commentate la mia storia, mi fa sempre piacere ricevere un vostro voto o messaggio!

Spero che continuerete a sostenermi e spero di non deludervi, a presto❤️

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top