25. Splendente🌶️

Damien si chiuse la porta alle spalle, facendosi sferzare il viso dall'umidità della serata. Nuvole scure si muovevano veloci nel cielo e minacciavano brutto tempo. Sentiva il rumore della pioggia scrosciante il lontananza ma, nonostante questo, non si affrettò comunque a raggiungere la sua baita.

Aveva bisogno di pensare: fin da quando aveva incontrato Sunshine si era convinto che il potere della fata fosse l'unico modo per sconfiggere Dominous e proteggere Hestrya, allora perché le aveva suggerito di andarsene?

"Perchè provo questa sensazione?" si chiese, ripensando al momento in cui aveva visto la fata riversa a terra, mentre implorava il suo aiuto con lo sguardo. Per qualche motivo, non riusciva a sopportare quella vista. Sapeva di aver fatto la scelta giusta a non intervenire; non poteva permettere che gli altri soldati sospettassero qualcosa o che il Primo Generale Brux scoprisse che non aveva reso Sunshine una schiava sessuale, come gli aveva fatto intendere. Eppure, quel senso di vuoto che aveva provato nell'infermeria, spostando la mano tremante di Sunshine dal suo braccio, continuava a non attenuarsi.

Ma ormai il danno era fatto, l'aveva mandata via. E non riusciva nemmeno a pentirsi totalmente della sua scelta.

«Ce la farò da solo...» si disse, mordendosi l'unghia del pollice. Ora, doveva formulare un nuovo piano e trovare l'ampolla al più presto.

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Dopo i due giorni passati nell'infermeria per guarire dalla costola rotta, Sunshine si sentiva di nuovo fisicamente in forma. Mentalmente, era tutto un altro paio di maniche. La discussione con Damien l'aveva sconvolta e aveva riflettuto per tutto il tempo su quale decisione prendere. "Posso davvero tornare a casa?" si era domandata, ripensando all'assurdità della missione che le avevano affidato. Come potevano pensare che una ragazza, che non era mai stata su un campo di battaglia, fosse in grado di salvare delle creature rapite?

«E' impossibile...» constatò a bassa voce, consapevole che da sola non sarebbe mai riuscita a salvare nessuno. "Posso davvero abbandonare Ninfea?" Il ricordo del volto livido della sua amica la fece sussultare e si portò la mano davanti alla bocca per tentare di sopprimere i singhiozzi.

«Fa ancora male?» le domandò preoccupata la dottoressa, vedendo il viso pallido della fata. «No, tutto bene.» rispose Sunshine, asciugandosi le lacrime con la mano. «Sto bene.» ripetè, alzandosi dal letto. «Ora vado.»

La dottoressa annuì e fece un cenno con la testa, tornando a concentrarsi sullo smistamento di alcune erbe medicinali sullo scaffale.

Sunshine uscì fuori e attraversò il lungo corridoio, fino al campo d'allenamento. Erano giorni che pioveva in modo incessante e si erano formate diverse pozzanghere sul terreno sabbioso. Gli allenamenti, erano stati interrotti a causa del forte diluvio e ai soldati era stato richiesto di rimanere nei casolari fino a nuovo ordine.

Era quindi il momento perfetto per scomparire. "La pioggia coprirà lei mie tracce." riflettè la fata, guardando il campo d'allenamento deserto. Dopotutto, Damien aveva ragione.

"Sono troppo debole..." Con il suo esile corpo, non sarebbe mai stata in grado di competere a livello fisico con i soldati di Dominous e avrebbe finito di nuovo per farsi male. Allungò la mano verso la pila di sacchi bagnati davanti a lei. Senza che se ne rendesse conto, aveva attraversato il campo di allenamento e si era ritrovata davanti al mucchio di sacchi pieni di sabbia che non era riuscita a sollevare i giorni prima. "Ho davvero fatto tutto il possibile?" si domandò, toccando il tessuto bagnato.

«ℓιηƒα ∂ι νιтα, gσνєяηαтα ∂αℓ ѕσѕριяσ ∂єℓ мση∂σ...» cominciò a recitare Sunshine, guidata dall'istinto. Sollevò le mani al cielo, lasciando che la pioggia fredda le cadesse sul viso. Intorno a lei, le gocce di pioggia iniziarono a scintillare, diventando miriadi di cristalli intorno al corpo della fata. Mosse le mani in cerchio, guidando la pioggia in un turbine in cui aria e vento si mischiavano, fino a formare un unico elemento. «...¢ση¢є∂ιмι ℓє тυє ℓα¢яιмє ∂ι ¢ιєℓσ!»

La pioggia aveva smesso di cadere, comandata ormai dalla fata. Intorno a lei, i diamanti vorticavano ma, al posto della loro corazza dura, sembravano possedere una consistenza vischiosa. Sunshine abbassò le mani, conducendo i cristalli sopra i sacchi. Appena si posarono, si sciolsero su di essi. I sacchi vennero avvolti da un fluido trasparente e iniziarono a spostarsi sotto il controllo della fata.

Sunshine concentrò tutte le sue energie e anche le goccioline nelle pozzanghere cominciarono ad innalzarsi per unirsi al suo incantesimo. I sacchi si mossero e il fluido sembrò quasi tremolare. Infine, cominciarono uno ad uno a sollevarsi in aria.

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Damien fu disturbato dal forte vociare che proveniva all'esterno del suo alloggio e si affacciò alla finestra, vedendo alcuni soldati intenti a correre in direzione del campo di allenamento.

«Ma che succede?!» Il demone guardò verso il cielo nero, sentendo il rumore incessante della pioggia ma non scorgendo alcuna goccia d'acqua. Decise di uscire fuori e seguire la massa di uomini per capire da dove provenisse il rumore. Man mano che si avvicinava al punto pieno di soldati e cadetti, il suono della pioggia non faceva che aumentare d'intensità.

All'improvviso, qualcosa nell'aria attirò la sua attenzione: alcune scie di acqua si stavano librando nel cielo, scintillando come diamanti. «Guardate!» urlò qualcuno fra la folla e Damien si fece spazio per vedere con i propri occhi quello che stava succedendo.

Rimase sconvolto alla vista della fata di fronte ai sacchi di allenamento. Muoveva le braccia come se stesse danzando e la pioggia intorno a lei seguiva armoniosa i suoi movimenti. Dietro la sua schiena, l'acqua formava una strana forma: erano ali da fata. Erano coperte dai capelli rossi della ragazza, ma Damien era certo che quelle fossero proprio ali, anche se non completamente formate. Vibravano lentamente, al contrario del suo cuore che aveva cominciato a battere come non mai. Non l'aveva mai vista così splendente.

«Sunshine!»

Le corse incontro, spintonando gli uomini rimasti attoniti davanti allo spettacolo. «Sunshine...» la richiamò. «Cosa stai facendo?!» le chiese il demone, osservando la pila di sacchi che veniva sollevata e disposta in una colonna ordinata dalla magia della fata.

«Damien, io sono una strega...» gli sussurrò. Volse poi lo sguardo verso di lui, posando l'ultimo sacco. «Se c'è qualcosa che non sono in grado di fare, vorrà dire che inventerò una formula magica per trovare la soluzione.»

Sunshine sorrise, rilasciando il controllo della pioggia, che riprese a cadere come prima. «E non sono debole.» indicò i i sacchi che aveva sollevato. «Devo solo scoprire le mie vere abilità.»

Si avvicinò al demone, paralizzato davanti a lei. «Posso farcela, credi in me.» Lo guardò con fare deciso, facendo incatenare i suoi occhi a quelli ambrati del demone. Brillavano quasi quanto le gemme che aveva evocato prima. «Alleati, giusto?» gli chiese.

Damien mosse le labbra ma dalla sua bocca non uscì alcun suono. Era rimasto senza parole. Allungò il braccio, spostando i capelli dalla guancia bagnata della fata. «Alleati.» rispose, ricambiando il sorriso senza rendersene conto. «Credo che dovremmo andare...» esordì Sunshine, osservando gli uomini intorno a loro che erano rimasti a fissarli, nonostante il diluvio fosse ricominciato.

«Che seccatura...» il demone alzò gli occhi al cielo e alzò il braccio, attirando l'attenzione di su sé. «Avete visto cos'è in grado di fare la mia apprendista...» cominciò a parlare «perciò la prossima volta che vorrete sfidarla, sappiate che non sarà così facile batterla.» li avvisò, invitandoli a tornare ai casolari.

«Andiamo.» annunciò Damien, una volta che tutti i soldati se ne furono andati. La pioggia era ancora aumentata d'intensità e vedeva le spalle della fata tremare per il freddo. Sembrava anche pallida, ma forse era dovuto allo sforzo per l'incantesimo. Si incamminarono a passi svelti verso l'alloggio del demone e tolsero immediatamente gli stivali all'ingresso. Erano fradici e infreddoliti, perciò accese subito le candele. «Tieni, puoi mettere questa.» la invitò Damien, aprendo l'armadio e dando una sua camicia alla fata. Con nonchalance, il demone si tolse agile la camicia bagnata e la buttò in un angolo ai piedi del letto.

«Non ti spogli?» chiese il demone, accorgendosi che Sunshine era rimasta immobile a fissarlo con la camicia in mano. La fata arrossì di colpo. «Sì, subito...» disse, sbottonando il primo bottoncino del vestito che indossava, mentre Damien si girò di schiena. "Non avrei mai pensato di trovarmi in questa situazione." si disse la fata, rimanendo senza vestiti in mezzo alla stanza del demone. Non sapeva bene quale fosse il modo giusto di reagire ed era grata che Damien si fosse girato senza che lei avesse il bisogno di chiederglielo. Aveva reso tutto meno imbarazzante.

Indossò la camicia che il demone le aveva prestato e cercò di coprirsi le cosce il più possibile con il tessuto bianco. Fece per richiamarlo, quando qualcosa attirò la sua attenzione. Sulla schiena del demone, dove avrebbero dovuto esserci le ali, c'erano invece due enormi cicatrici.

«Mi spieghi la faccenda delle ali?» chiese, avvicinandosi a lui. Toccò con delicatezza la pelle umida e fredda del demone, passando le dita sulla cicatrice. Lui si voltò, bloccandole entrambi i polsi e spingendola contro il muro. Le loro fronti si sfioravano e sentiva il soffio caldo di Damien sul suo viso.

«Noi demoni siamo molto sensibili in quel punto.» le sussurrò all'orecchio con voce roca. Dei brividi attraversarono il corpo della fata, facendole venire la pelle d'oca. Damien le passò la mano dietro la schiena, scendendo piano verso la sua vita. Sentiva il tocco leggero del demone e, anche se la stava solo sfiorando, Sunshine percepiva le sue guance infiammarsi. «E cosa succede se ti tocco lì?» gli chiese, non riuscendo a staccare gli occhi dalle labbra del demone. «Succede che divento pericoloso...» rispose Damien, con una scintilla di desiderio negli occhi. Il demone piegò la testa di lato, avvicinando la sua bocca a quella della fata, che chiuse gli occhi e dischiuse la bocca. Le labbra di Damien erano fredde ma, la sua lingua, era bollente. Sunshine mise le braccia attorno al collo del demone per aumentare l'intensità del loro bacio e lui la sollevò dalle natiche, appoggiando la schiena della fata contro la parete. Sunshine era schiacciata fra lui e il muro ruvido, eppure non si era mai sentita così libera.

Libera di lasciarsi andare a quelle emozioni che aveva soppresso da fin troppo tempo, che non era mai stata in grado di provare con le creature del villaggio in cui era cresciuta. 

Passione, lussuria, Amore... Erano sentimenti a cui non aveva mai ceduto e che, tranne in rari casi, come l'affetto che provava per sua nonna e Ninfea, non era mai stata in grado di provare.

Ma il modo in cui le mani di Damien si muovevano sul suo corpo, così voraci e desiderose di un contatto più profondo, rendevano chiaro il fatto che non fossero gli stessi sentimenti.

«Sunshine...» le sussurrò il demone, fermando il loro bacio per un istante. Le sue dita erano scivolate fin sotto la camicia e sfioravano l'inguine della fata. Damien la guardò negli occhi, attendendo un suo cenno. «Sì...» confermò la fata, muovendo la testa affermativamente.

Damien morse piano il collo della fata, catturando poi di nuovo le loro labbra in un bacio. Il cuore di Sunshine batteva forte, mentre sentiva le dita del demone scorrerle sulla pelle, sempre più vicino alla sua intimità. Si lasciò andare in un gemito di piacere quando lui le sfiorò il clitoride con le dita. Sentì inumidirsi in mezzo alla gambe e la durezza del demone che spingeva sulla sua coscia. Damien spinse con delicatezza un dito all'interno della fata, che cominciò ad ansimare sempre più forte sotto il tocco del demone. Era la prima volta che provava quel tipo di sensazione e non riusciva a pensare ad altro che al piacere che stava provando. «Damien...» gemette Sunshine, quando il demone le infilò anche un secondo dito. La fata inarcò la schiena, godendosi il movimento delle dita dentro di lei.

«Mh... mh...» sospirò profondamente, sentendosi accaldata e a corto di fiato. Il demone si bloccò all'istante, portandola a terra, con grande disappunto della fata. «Perchè ti sei fermat-» chiese Sunshine, ritrovandosi le labbra del demone sulla fronte. «Tu scotti!» le disse, sgranando gli occhi. La prese per le gambe e la sollevò, portandola sul letto. «Ma... Aspetta, non puoi...» cercò di protestare, smettendo di lamentarsi quando si rese conto che la stanza aveva cominciato a vorticare intorno a lei.

Damien la fece sdraiare nel letto, mettendosi affianco di lei per impedirle di muoversi e alzarsi. «Riposati.» le disse, con un tono autoritario. «Non smetti mai di dare ordini?» gli chiese la fata, sbuffando e accoccolandosi al suo petto. «Potrebbe piacerti...» la informò Damien, sorridendole sbieco. Sunshine si limitò a dargli un buffetto sul petto come risposta. Il demone rise, immergendo il viso nei capelli di Sunshine. Rimasero qualche secondo in silenzio e cominciarono a respirare all'unisono. «Pesca...»

«Mh?» domandò Sunshine, sul punto di addormentarsi.

«I tuoi capelli...» disse Damien, accarezzando alcune ciocche di capelli rossi. «Profumano di pesca. Sono rare, qui a Jarthis.»

«Mia nonna...» mugugnò la fata. «Mi preparava un olio alla pesca, da mettere sui capelli ogni volta dopo aver fatto il bagno...» Sunshine sorrise nel dormiveglia, pensando che dopo tutto quel tempo era impossibile che ne fosse rimasto l'odore. Si addormentò, sognando sua nonna, mentre le spazzolava con cura i capelli e li accarezzava, immersa nel profumo di pesche.

SPAZIO AUTRICEEEEE

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

Ok scusate mi ricompongo. Che ne pensate di questo capitolo? xD

Sappiate che non era prevista una scena spicy in questo capitolo ma evidentemente i personaggi non erano del mio stesso parere AHAHAAHAH

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