19. Velo di tenebra
Dopo qualche ora, Sunshine e Damien tornarono alla piccola casetta nel bosco.
Hestria li attendeva davanti all'ingresso principale con una lampada ad olio in mano e batteva nervosamente il piede sul terreno umidiccio.
«Dove siete stati?!» domandò con tono apprensivo, cercando di scrutare la risposta nella mente di Sunshine. La fata fissò il demone negli occhi e arrossì al pensiero del lungo abbraccio con lui.
«Abbiamo visto le stelle, ora scusami, vado a riposare.» le disse Sunshine, cercando di evitare il contatto visivo. Salì di fretta le scale e chiuse la porta della camera dietro di sé.
«Damien.» Hestria non disse altro e al demone bastò un'occhiata per capire quello che sua sorella voleva dirgli. Era così fra loro, ormai non avevano più bisogno di parlare.
«Sto facendo tutto questo per te.» rispose Damien a bassa voce, evitando anche lui lo sguardo giudicante di Hestria.
«Lei si fida. Tu puoi fidarti.»
«Non posso rischiare.» Non poteva farlo, non quando c'era in gioco la vita di sua sorella.
«Tu non sei questo. Tu non sfrutti gli altri, sei una persona gentile.» gli disse, alzandosi in punta di piedi e allungando il braccio per accarezzargli la guancia. Damien si scansò, avvolgendo le ali intorno al proprio corpo per costringere sua sorella ad allontanarsi.
«Non lo sono più da molti anni. Ho ucciso molte persone per arrivare dove sono.» ribatté il demone lanciandole un'occhiata truce.
Hestria sbuffò, stringendo fra le mani i lembi del suo vestito e resistendo all'impulso di tirare un pugno al fratello. «Se la farai soffrire, non ti perdonerò.» lo avvisò, facendogli una linguaccia prima di correre via e raggiungere Sunshine al piano di sopra.
"Ti proteggerò, a costo di farmi odiare da te."
Damien si coricò sul divano che c'era in cucina e si coprì il viso con la mano per ripararsi dalla luce delle candele accese nella stanza.
Chiuse gli occhi, ripensando all'abbraccio con Sunshine e al calore della sua pelle. Dopo tutto quello che la fata aveva passato, con quale coraggio riusciva ancora ad abbandonarsi nelle sue braccia? Ripensò alle lacrime che scendevano dal viso arrossato di Sunshine e, nel dormiveglia, vide ondeggiare i suoi capelli rossi. Allungò la mano per toccarli e sentì bruciare, accorgendosi che invece era il bagliore rossastro della luce proveniente dalle candele.
«Mi brucerai...» sussurrò, prima di addormentarsi profondamente.
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«E' stato bello rivederti, Hestria.» la salutò Sunshine con un abbraccio. Erano ormai passati due giorni da quando si trovava con lei e Damien nel bosco, ed era certa che Silton fosse preoccupato per lei.
Non lo vedeva dalla rivolta in piazza e Sunshine sperava che lui non si fosse ferito e che fosse al sicuro con Castiel. Le venne un groppo in gola al pensiero di non essere riuscita a salvare Ninfea ma lo scacciò velocemente dalla testa. "Devo prima ottenere il potere necessario per uccidere Dominous, solo così saremo davvero al sicuro."
Damien salutò sua sorella con un cenno della testa e lei si limitò a guardarlo truce; Sunshine non sapeva dirne il motivo, ma percepiva la tensione fra loro.
«Cercherò di tornare entro un mese. Fai attenzione.» disse freddo il demone, voltandosi e dando le spalle ad Hestria. La fata accennò un sorriso e seguì Damien fuori dalla casa, chiudendo la porta dietro di sé.
L'aria del bosco era fresca e le goccioline di rugiada sulle foglie degli alberi più adombrati, non si erano ancora asciugate del tutto. Si percepiva il pigolio di alcuni passerotti che si zittivano al loro passaggio, probabilmente non abituati alla presenza di altre creature.
Dopo un po' che camminavano in silenzio, Sunshine decise di parlare: «Da quanto tempo nascondi tua sorella nel bosco?» chiese incuriosita. Hestria aveva detto che erano anni che Damien lavorava nell'esercito di Dominous, ma era curiosa di sapere di più sul suo alleato.
«Sette anni.» rispose il demone lapidario. Non sembrava che volesse intavolare una conversazione.
«Wow, è tanto tempo...» esordì Sunshine, spostando con la mano alcuni rami che le coprivano la visuale. Dopo qualche altro minuto di percorso, Sunshine decise di ignorare l'atteggiamento passivo del demone e di continuare con le sue domande: «Perché stanno cercando proprio Hestria? Capisco che i poteri psichici siano molto rari e in più sa leggere nel pensiero, però insomma...»
Venne interrotta dallo scricchiolio di un ramoscello sul terreno che Damien aveva appena calpestato.
«Non ho idea del perché la stiano cercando.» rispose il demone, stringendo i pugni «So solo che devo uccidere Dominous, è lui che ha mandato Syver e te a cercarci, dieci anni fa. Piuttosto....» squadrò la fata con fare sospettoso «secondo te perché non ricordi niente?»
Effettivamente, la sua domanda aveva senso. "Perchè non ricordo?" si chiese Sunshine. A parte gli sguardi truci che le rivolgevano gli abitanti nel villaggio, aveva da sempre vissuto in armonia con sua nonna e Ninfea. Cercò di fare mente locale per ripescare gli avvenimenti degli anni precedenti, ma non c'era nulla che le facesse pensare che i suoi ricordi potessero essere stati manomessi o addirittura rimossi. A parte l'accumulo magico in cui sua nonna aveva perso il braccio non c'era...
«Nonna!» gridò la fata euforica, colta dall'improvvisa realizzazione. «Mia nonna ha perso il braccio, dieci anni fa!» disse con un sorriso soddisfatto per aver trovato la soluzione.
«Strano modo di reagire...» osservò Damien, sollevando il sopracciglio stranito.
«Sì, va bene, non era quello che intendevo...» Sunshine alzò gli occhi al cielo. «Dico solo che non ricordo nulla di quello che è successo. Potrebbe avermi mentito e potrebbe aver ottenuto in quel modo il diario della Creatrice del Sole. Le tempistiche coincidono.»
«Tua nonna ha quel libro?!» Damien si bloccò di colpo, afferrando il polso di Sunshine. La guardava con uno sguardo indecifrabile e la fata si sentì intimorita da quegli occhi così glaciali.
«Aveva, se ne sono impossessati quando hanno attaccato il villaggio...» "E l'hanno uccisa." concluse, solo nella sua mente. Non aveva voglia di riaprire quel discorso.
Damien lasciò andare il polso di Sunshine e lei riprese a respirare in modo normale. Il demone si passò stanco una mano fra i capelli corvini, sospirando: «Quindi, potrebbe essere nel castello di Dominous...» Sunshine si mordicchiò l'unghia rovinata dell'indice, cercando di riflettere. Aveva senso che il diario fosse nelle mani del Dio della Morte, ma allora per quale motivo non aveva ancora ottenuto il potere della Creatrice? Nemmeno lui riusciva a trovare il significato in quelle pagine bianche?
"C'è qualcosa che non torna..."
«C'è qualcosa che non torna.» Damien diede voce ai suoi pensieri. «Se ha il diario perché non ha ottenut... stai giù!» Il demone spinse Sunshine a terra, bloccandole la bocca con la mano per impedirle di parlare. Poi, con un cenno della testa, le indicò i due soldati che sonnecchiavano nel bosco.
«Shh.» il demone si mise il dito davanti alla bocca e sbuffò piano. «Merda, il passaggio per rientrare a Jarthis si trova lì.» Poco distante dagli uomini che russavano vistosamente, il muro difensivo che proteggeva l'ingresso per l'Impero costeggiava l'intero bosco. Con un occhio molto attento, però, si potevano scorgere alcune crepe sotto le edere rampicanti che ricoprivano un piccolo pezzo del muro.
"Quanto avrei voluto conoscere questo passaggio prima" pensò Sunshine mordendosi l'interno guancia. A quest'ora, forse, sarebbe riuscita ad introdursi nel castello.
"Ma non avrei scoperto del mio passato."
Fissò Damien, che digrignava i denti nel tentativo di trovare una soluzione. «Allora, io li distraggo e tu ti infili in quel buco, è un passaggio che porta direttamente al campo d'allenamento, dovrai strisciare e...» Sunshine gli poggiò il dito sul labbro, interrompendo il suo flusso di spiegazione.
«Aspetta, lascia fare a me.»
Damien corrucciò le sopracciglia, poco convinto. «Qual è il tuo piano?»
«Ora vedrai. Stammi dietro.»
Damien sospirò, questa volta seguendo i movimenti della fata di fronte a lui che aveva cominciato a strisciare. Il demone immerse controvoglia le braccia nel terreno fangoso e si nascose con Sunshine dietro un cespuglio di rovi, a pochi passi dai soldati addormentati. Poteva sentire il russare affannoso di uno dei due uomini e il cigolare metallico dell'armatura dell'altro soldato, che ad ogni suo respiro si alzava e abbassava vistosa. Fece un cenno con la testa alla fata e lei cominciò a muovere le mani, facendo strani gesti con le dita.
«Velo di tenebra, con te fugge anche il mio respiro.»
Nello stesso istante in cui finì di pronunciare l'incantesimo, Damien si accorse che il suo corpo sembrava essere diventato iridescente, come se non avesse più forma fisica ma aleggiasse nel bosco sotto forma di pura luce. «Wow.» mimò con le labbra e fissò sbalordito Sunshine che ricambiò con un sorriso soddisfatto. La sua pelle risplendeva di mille colori, ma allo stesso tempo, rifletteva la luce che aveva addosso, quasi scomparendo. Era praticamente trasparente.
"Ora il problema è riuscire a farli spostare..." rifletté Sunshine. Nonostante fossero invisibili, infatti, non potevano comunque avvicinarsi al passaggio segreto, con il rischio di farlo scoprire anche ai due uomini. Guardò Damien in cerca di un eventuale suggerimento ma lui non sembrava avere alcun piano in mente.
"Vorrà dire che userò un altro piccolo incantesimo!" Sunshine sogghignò, mordendosi le labbra. Damien la osservò di sottecchi e rimase incuriosito dal suo gesto. Sembrava che la fata avesse in mente qualcosa di interessante e si lasciò sfuggire un sorriso nel vedere la sua espressione divertita.
«Spicchi di Luna e luci brillanti, invoco coniglietti saltellanti. Soffio di vento, polvere di Luna, coniglietti monelli siate la loro sfortuna!» sussurrò Sunshine con un filo di voce, schioccando le dita una volta recitata la formula magica. Dalla sua mano si liberarono alcune piccole scintille rosate, che si posarono nel terreno su cui erano sdraiati i due uomini. Dal fango, spuntarono uova di un bel rosa acceso.
«Questo è un incantesimo che ho inventato da piccola quando mi facevano i dispetti.» fece un sorrisetto beffardo schioccando di nuovo le dita.
Le uova cominciarono a schiudersi, producendo un rumore simile a quello di centinaia di campanelle, svegliando di soprassalto i soldati. Si girarono di scatto in direzione del rumore e si trovarono circondati da decine di conigli rosa che li guardavano con i loro piccoli occhietti spalancati.
«Via, via!» urlò uno dei due uomini, allungando il braccio per allontanarli. L'altro sbuffò, girandosi per tornare a dormire. «Smettila, sono solo dei conigliet...» Fu interrotto dal grido di dolore del suo compagno e il soldato si voltò giusto in tempo per vedere l'uomo che correva in giro con un coniglio attaccato al dito e altre decine di loro che gli andavano dietro.
«Andate via!» urlò il soldato, mentre tentava di staccarsi il coniglio dal dito. Prese il coltello e provò ad attaccarlo ma ad ogni taglio che gli faceva dalle sue ferite ne spuntavano altri, Si ritrovarono presto circondati da centinaia di coniglietti rosa che gli saltavano addosso e che li sommergevano ad ogni attacco.
«Scappiamo!» urlò uno di loro togliendosi a fatica un coniglio dal viso. L'altro lo seguì e terrorizzati fuggirono via, inseguiti ormai da migliaia di zampette che li rincorrevano veloci nel bosco.
Sunshine asciugò il sudore che le imperlava la fronte e constatò di avere ancora abbastanza energie rispetto al solito. Forse, senza i suoi poteri da fata, sarebbe diventata una strega a tutti gli effetti?
«Problema risolto.» dichiarò Sunshine, facendo svanire l'incantesimo di invisibilità.
Arricciò il naso, aprendosi in un ampio sorriso soddisfatto.
La risata di Damien avvolse l'intero bosco, facendo volare via alcuni uccellini appollaiati negli alberi vicini. «Coniglietti assassini? Davvero, Sunshine?»
Aveva quasi le lacrime agli occhi e si stringeva la pancia dolorante, per i crampi dalle troppe risate.Lei gli si avvicinò di scatto, puntandogli il dito contro. «Esatto. Quindi non farmi arrabbiare.» lo avvertì con un finto tono minaccioso.
«Ah sì? Pensi di potermi fermare con dei coniglietti? Ti credevo più pericolosa.» le sussurrò. Si era pericolosamente avvicinato al suo orecchio e ad ogni parola la fata percepiva il respiro caldo sulla sua pelle.
«E tu sei pericoloso?» gli domandò Sunshine, con un groppo in gola.
«Più di quanto pensi.»
Damien le mise una mano fra i capelli rossi, alzandole piano la testa per avere accesso al collo più facilmente. Un solo morso di quei canini le avrebbe potuto recidere facilmente la giugulare ma per qualche motivo, Sunshine non era in grado di ritrarsi. Non riusciva staccare lo sguardo dagli occhi ambrati del demone, come se lui l'avesse soggiogata con un incantesimo. Il demone appoggiò le labbra sulla sua pelle, chiudendole in un leggero bacio.
«Dobbiamo andare.» disse staccandosi dalla fata ed avviandosi silenziosamente verso il passaggio segreto fra le mura.
«S-sì.»
Sunshine toccò nervosa il segno umido che le aveva lasciato sul collo. Si odiò per il cuore che le batteva furiosamente nel petto. Per la prima volta nella sua vita, aveva realizzato di essere attratta da qualcuno.
E quel qualcuno, era un suo nemico.
SPAZIO AUTRICE
Riassunto degli eventi importanti di questo capitolo
Damien: Kissino sul collo
Sunshine: NON TOCCARMI CON QUESTA CASUALITÀ cit
Scherzi a parte, cosa ne pensate di questo capitolo?xD
Sunshine sta capendo di provare attrazione per Damien, ma sarà lo stesso per lui o la sta solo usando per il suo scopo? eeeeeeeh ma chi lo sa, di certo non io che non ho ancora scritto altro xD
Grazie a Shutupneens per avermi aiutata con l'incantesimo/filastrocca di Sunshine!😍
I coniglietti sono ispirati all'anime Re:Zero, solo che questi sono meno mortali xD
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