𝐿'𝐼𝑁𝐶𝑂𝑁𝑇𝑅𝑂

Quello era un dì come tanti altri, lì nel Punto Zero.
Esso, altri non era che un centro di addestramento e la residenza dei Time Master.
Era formato da numerosi giovani volenterosi, dai severi insegnanti e da un consiglio.
Quest'ultimo era composto dai più anziani, erano loro a prendere le decisioni: sceglievano tra noi tenenti e aspiranti capitani, chi era destinato a salire di rango ed entrare a fare parte della loro èlite.
La nostra preparazione era sia fisica che mentale.
La forza non bastava a contrastare i nemici, bisognava essere scaltri, freddi e calcolatori, per poterci trasformare in macchine da guerra.
Tutto era studiato nei minimi dettagli e solo i più valorosi, i più tenaci, sarebbero divenuti dei paladini della Terra, il nostro pianeta natio.
Mi mancava la mia vecchia vita, avevo tutti i miei amici lì, nonostante ciò, questo era il mio sogno.
Avrei fatto di tutto per coronarlo, l'unico frangente e l'unica variabile non calcolata, che arrivò innaspettata, era che presto avrei cambiato idea.
Proprio quel giorno il mio destino sarebbe mutato, lasciando spazio a qualcosa di inaspettato, qualcosa di ancora più grande e importante di un titolo.
Un sentimento semplice e nobile, il quale faceva sentire importanti, faceva stare bene.
Era travolgente: ti faceva stare svegli la notte nel pensare ai momenti passati insieme.
Ti faceva sentire vivo: faceva sentire i brividi, il cuore accelerava i battiti, in tutte le occasioni ci si sfiorava o semplicemente ci si sorrideva, ed era fantastico.
Era potente: era poter guardare la persona in questione, e vedere la realizzazione di un futuro assieme
La consapevolezza di non volere passare un istante di più della tua esistenza senza di essa.
Era un sentimento chiamato 𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒.
Era qualcosa di eterno: una fiamma che mai si sarebbe spenta.
L'amore era millantato da poeti e cantori, come il sommo Poeta Dante con Beatrice, fece di lei la sua guida nei nove cieli del Paradiso della Divina Commedia.
Come l'amore di Paolo e Francesca; come quello provato da Petrarca per Laura, Fiammetta per il Boccaccio...
Qualcosa di meraviglioso e raro.

E io sono Miranda Coburn, e questa è la mia storia.

❦︎

"Tenente Hunter!" esclamai quando raggiunsi il mio nuovo partner lavorativo.

Era posizionato nel centro di quella stanza poco illuminata e, come tutti noi tenenti, indossava un'uniforme grigiastra, composta da tre pezzi, un pantalone comodo, il quale permetteva dei movimenti fluidi durante gli allenamenti, una polo a collo alto dalle tonalità scure e una caban abbottonata completamente, del medesimo colore dei pantaloni.

Aveva un'espressione contrariata, e le sue chiare sopracciglia erano aggrottate sopra i suoi sfuggenti occhioni verdi.
Il suo naso era leggermente storto, portava una barbetta ben curata, lo rendeva più mascolino e riempiva il suo viso scarno.
Le sue labbra erano incurvate verso il basso, in un sorriso tutt'altro che amichevole e teneva le braccia conserte.

Non aveva preso bene il cambio di compagno, cui i nostri superiori c'avevano obbligato a stare.
Il ragazzo che mi precedette aveva deciso di tornare alla sua vita precedente, non se la sentiva di continuare con quel percorso fin troppo ostico.
Io invece cambiavo spalleggiate quasi continuamente, l'ultimo aveva scelto di abbandonarmi quando durante un test, avevo ben pensato di togliere la gravità per mettere in difficoltà gli invasori, e lui, non ascoltando il mio suggerimento di prestare attenzione ai protocolli in procinto di attuare, si ruppe il setto nasale.

Chissà come sarebbe andata con quest'ultimo.

"Tenente Coburn!" rispose.

"Oggi dovrete battervi contro i Pirati del Tempo, prendete posto all'interno della navicella. Gary, l'intelligenza Artificiale, vi aiuterà. In bocca al lupo, aspiranti Time Master!" ci augurò il nostro insegnante dagli altoparlanti.

A quel punto, non ci rimase che eseguire e attendemmo la simulazione di un attacco da parte dei finti invasori.

"La vedo poco convinto. Qualcosa non va?" ruppi il silenzio.

"Oh, no! È tutto perfetto. Con lei accanto, l'esame andrà a rotoli." replicò senza peli sulla lingua.

"Sta per caso insinuando che io la turbo? Sa bene quanto me che le relazioni tra noi futuri paladini della Terra sono vietate."

"Lo so a meraviglia. Infatti, non è ciò che intendevo! Conosco la sua reputazione, per questo motivo, io sono poco fiducioso di portare a termine questo esame. Soprattutto se dovrò coordinare le mie decisioni con le sue." la sua replica fu secca e acida.

"Non è colpa mia se ragiono fuori dagli schemi. La sua bassa stima nei miei confronti non mi sfiora minimamente, che le sia ben chiaro. Lei, di sicuro, è qui perché qualcuno l'ha garantito per lei. Le sue abilità sono molto scarse da ciò che mi è arrivato all'orecchio!"

Quello cui pensava lui non mi importava, ormai avevo le spalle larghe e le varie insinuazioni, scivolavano via, non mi scalfivano.
Accadeva il perfetto contrario, mi fortificavano e spornavano a fare del mio meglio.

"Staremmo a vedere!" disse semplicemente, "E, se lo vuole sapere, io non sono stato raccomandato da nessuno. Chi ha voglia di prendersi la responsabilità nell'aver consigliato un orfanello ribelle, il quale non riesce a seguire le regole?"

"Mi dispiace, non sapevo che fosse un orfano." mi scusai.
Provai compassione per lui, sicuramente non dev'essere stato facile per un bambino crescere senza genitori.
Tentò di dirmi altro, ma Gary, l'I.A. dell'astronave, ci informò dell'intrusione.

"Forza andiamo!" proferii con enfasi.

"Cosa?" sbraitò con incredulità, "Vorrebbe realmente abbandonare la cabina di controllo? Io non la seguirò in quest'azione suicida."

"Provi a fidarsi e venga immediatamente con me!" l'afferrai per una manica dell'uniforme grigia indossata e lo condussi fuori di lì, seppure il suo netto rifiuto, "Se lei fosse uno di loro, dove si recherebbe in primo luogo?"

"Mi sta sottoponendo a un esame per caso? Chi si crede di essere?"

"Una che sa il fatto suo! Constato che la sua inettitudine è a un livello talmente alto, tanto da non riuscire a trovare la soluzione di un indovinello per infanti." lo schernii.

"Oh... ma grazie per il complimento! Quindi? Che ha mente? Ha intenzione di rendermi partecipe? Perché, se non se lo rammenta, è un test che dovremmo svolgere assieme." mi ricordò.

"Sta a guardare, Pivello!" ribadii con sicurezza, poi, rivolgendomi all'I.A., impartii quest'ordine, "Gary attiva il protocollo '𝑆𝑃𝐴𝑅𝑇𝐴𝐶𝑈𝑆'. Per il mio collega e me il protocollo '𝐺𝑅𝐸𝐸𝑁𝐷𝐴𝐿𝐸'. Per piacere."

Con l'attivazione del primo ordine, creai una distorsione dei corridoi della navicella.
Creando, infiniti tunnel in continuo movimento, non permettendo agli intrusi di trovare vie di fuga.

"Ma fa sul serio?" era sempre più indignato e si divincolò dalla mia stretta, "Così rimarremmo intrappolati proprio come loro. Vuole realmente risolvere il problema con una zappata sui piedi? Ci espelleranno per il mancato superamento della simulazione, me lo sento."

"Ho attivato anche il formulario 'GREENDALE'. Sa cosa significa ciò? Ha bisogno di ripassare tutti i comandi segreti? Non se le ricorda? Le devo dare ripetizioni?" gli domandai con saccenza.

"No. Me le ricordo tutte!" rimbeccò stizzito.

La situazione non stava andando bene, mi interrogai su quanto sarebbe resistito con me.

"Allora se le conosce, sa che il secondo ordine annulla il primo, ma ho puntualizzato sul fatto che fosse implementato solo per noi due. Ciò, dà a noi il vantaggio di lasciare immutata la nostra percezione, sarebbe come se non fosse stato ordinato nessun comando segreto, il quale distorca e muti la morfologia delle stanze. Ci sarà ben utile per arrestare qualsiasi individuo indesiderato che gironzola spaesato e senza una meta precisa. Ammettilo: sono un genio, perché i Pirati sono caduti in una trappola. Vedrai quanto sarà vantaggioso per noi! Se avrò ragione e supereremo la prova rimarrai con me sino all'esame finale, il quale consiste nel realizzare un viaggio attorno ad Antares." proposi con spavalderia.

Se non trovavamo un compagno o una compagna stabile, l'esame finale sarebbe slittato.
La mia offerta lo colse di sorpresa, rise nervosamente, si grattò la fronte, infine annuii, seppure le sue guance si colorirono appena.
Comunque, con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale, stanammo quasi tutti i Pirati del Tempo.
Giravano disorientati lungo i corridoi, i quali si erano trasformati in trappole per topi, senza alcuna via d'uscita.

"Visto, uomo di poca fede!" esultai, dopo aver sparato a uno di loro con la pistola narcotizzante.
Era l'ennesimo che facevamo fuori, l'avevamo mandato a fare sogni tranquilli per qualche oretta.

"Beh... devo ammettere che in fondo se la cava bene, Tenente Coburn. Mi ha stupita!" si complimentò, ricredendosi della sua iniziale opinione sul mio conto.

"Lo so. Potrebbe imparare molte cose da me!" sogghignai.

"Certo, come farsi uccidere in un'azione suicida? Preferisco seguire i protocolli io!"

"E da quando Rip Hunter segue le regole?"

"Oh, io sono bravo in qualsiasi cosa, sia a seguirle sia a infrangerle. Ne vuole una dimostrazione?" si pronunciò, colpendone un altro.

"Mi alletta questa cosa. Sicuramente avrò modo di constatarlo. Avremmo diverse simulazioni da svolgere insieme prima di poter essere dei Maestri del Tempo a tutti gli effetti. Chissà se sarà in grado di sbalordirmi!" lo guardai con eloquenza e gli sorrisi, allontanando ogni inimicizia.
Dal canto suo, rimase qualche secondo imbambolato, il suo sguardo mi fece venire le farfalle allo stomaco e distolsi il contatto visivo, toccò a me avvampare.
Sentivo le guance in fiamme, non mi ero mai sentita così.

"Attenta!" quando si accorse che uno di loro ci aveva scovato e stava sfoderando la sua arma, pronto a spararci, fu troppo tardi.
Con un gesto disperato, mi spinse contro una parete fredda e grigia della navicella, con l'intento di proteggermi.
Si mise davanti a me, con il suo corpo tonico, mi fece da scudo.
Sapevamo entrambi che i proiettili usati, erano in gomma e non avremmo assolutamente rischiato la vita.
Ma la sua metodica mi colpii, nessuno aveva mai fatto tanto per me.
Nessuno si era spinto a sabotare una sua prova per salvare me, seppure non l'avessi rischiata seriamente.

Fu romantico.

Ci trovammo così tanto vicini, i nostri corpi si stavano sfiorando, il suo petto toccava il mio, percepivo il suo respiro sul mio collo, il suo dolce profumo mi inebriò i sensi...
Mi osservò, soffermandosi sulle mie labbra sottili e si morse, con fare nervoso, le sue.
Poi guardò poco più in su e incrociò i miei occhi, inizialmente, aveva un'espressione preoccupata, si aspettava una mia reazione di dissenso per il gesto compiuto, non arrivò.
Quindi mi sorrise brioso, pur non capendone il motivo.

"Ciao!" sussurrai, ricambiando il sorriso.

"Ehi!" mi rispose in leggero imbarazzo.

In quel momento di distrazione dei proiettili ci colpirono in pieno. Avevamo perso.
Tuttavia entrambi capimmo di aver vinto qualcosa di straordinario e raro, che andava oltre agli esami, al di là dell'organizzazione stessa e ai loro divieti.

❦︎

"EHM..EHM!" qualcuno si schiarì la voce.

Noi, presi alla sprovvista, sussultammo e ci allontanammo con uno scatto fulmineo l'uno dall'altra.

"Chiedo umilmente venia... ma noi..." tentò di giustificare il suo comportamento inadatto, ciononostante, il nostro insegnante non gli diede la chance per continuare.
Anzi, ci fece la ramanzina.

"Tenenti, mi dispiace annunciarvi che il test appena fatto è stato un grande disastro. Tenente Coburn, come sempre, ha avuto un'ottima intuizione. Purtroppo vi siete deconcentrati e fatti uccidere proprio nell'ultimo momento. Lo volete passare o no l'esame?"

"Sì!" esclamammo in coro.

"Allora vi voglio più concentrati. Domani vi darò un'ultima possibilità. Se la sprecherete, sarete fuori dall'organizzazione!"

"Sì signore!" rispondemmo affranti.

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"Ciao, superato il test? Com'è il tuo nuovo partner? Hai nuovamente rotto il naso a qualcun'altro?" volle sapere la mia compagna di stanza.

"Uhm... bè, diciamo bene. Dovremmo ripetere il tutto. Il Tenente Hunter non è tanto male e ho fatto la brava, non ho infortunato nessuno. Tu hai svolto il compito, da me intrapreso oggi, circa sette giorni fa, giusto? Quanto ti hanno dato, Jade?"

Jade Kingslee, era il nome della mia amica.
Era alta, aveva una folta chioma corvina e teneva sempre i suoi capelli lunghissimi, raccolti in una coda da cavallo.
Aveva un incarnato olivastro, io a confronto ero bianca come un lenzuolo e il volto contornato di lentiggini, lei non ne aveva nemmeno una e la invidiavo, a me non piacevano.
Aveva gli occhi scuri, con un taglio leggermente a mandorla, i quali truccava pesantemente, abbondando di eyeliner nero.
Io preferivo essere più acqua e sapone, ovviamente del fondotinta, per coprire gli enestetismi cutanei, e il mascara, per allungare le mie ciglia, lo usavo, seppure sempre in ridotta quantità.
Aveva un naso corto e piccino mentre le labbra erano carnose, le quali colorava di un bel rosso acceso.
Caratterialmente eravamo molto simili: caparbie, grintose, amavamo poi passare i pomeriggi in biblioteca, a leggere libri inerenti al nostro ambito, avevamo ottimi voti sulla maggior parte delle materie.
Quella, che ci superava in tutto, era la tenente Eve Baxter ed era molto spocchiosa.
Avevo legato molto poco con la medesima, lei se ne fregava di tutti noi e io avevo lo stesso riserbo per lei.
Deteneva ogni genere di record: era la più brava sia in campo teorico, e non mi stupiva se passasse le ventiquattro ore del giorno a buttarsi a capofitto nello studio; sia sul pratico.
I nostri superiori erano stupiti nel vederla all'altezza di ogni evenienza e decisero di anticiparle, di ben sei mesi, il suo esame finale.
Questione di qualche settimana e sarebbe divenuta una Time Master a tutti gli effetti e il capitano di una navicella.

"Un punto inferiore ad Eve." sospirò gravemente lei, "Mi chiedo quanto ci metterà ad eseguire il volo attorno all'Antares. Scommetto che impiegherà meno di quattro ore e mezza, l'ultimo record è stato questo e lei lo batterà."

"Anche noi ci riusciremo, vedrai. Non capisco perché non ci abbiano accoppiate pure per le varie simulazioni. Cioè, saremmo state un fantastico team!"

"Perché ci temono. La Baxter è la loro preferita, l'hanno raccomandata, e noi le potremmo fare il culo."

"Concordo con te, hai assolutamente ragione!" asserii.

"Allora raccontami del tuo nuovo amico. L'hai spaventato?"

"Nah, non credo. È solo che non è della mia stessa veduta. Ho stretto un accordo con lui e ha accettato. Cioè il patto giova ad entrambi, sarebbe stato da cretini rifiutare. Tu eri a conoscenza della sua situazione?"

"Ovvero?"

"È un orfano."

"No! Perché te ne importa tanto?"

"Per il fatto di essermi comportata da stronza... a tal proposito, quanto ho prima che chiudano i cancelli del dormitorio?"

"Venti minuti. Non dirmi che hai intenzione di andare a scusarti e avventurarti nei meandri tenebrosi degli alloggi maschili, cui nessuna fanciulla ha la possibilità di metterci piede." accompagnò il suo piccolo monologo con movimenti teatrali.
Era troppo buffa quando si comportava così, poteva benissimo fare i casting per un film.

"Esattamente!"

"Sei una pazza, lo sai?"

"Lo so, grazie!"

Chiusi la porta giallastra dietro di me.
Percorsi il lungo corridoio, formato da piastrelle quadrate color avorio, le pareti di ogni ambiente era di un bianco immacolato.
Gli edifici di quel pianeta erano spesso tinteggiati, il più delle volte era un'occupazione espletata dagli allievi più irruenti, come punizione da svolgere per pagare la penale di un danno.
Per l'esterno avevano optato per un crema, e possedeva tante piccole vetrate e un enorme portone.
Procedetti a grandi falcate, inizialmente nessuno mi prestò attenzione, nell'attimo in cui misi piede nell'ala dei ragazzi, percepii le varie occhiate sgomente dei presenti.
Alcuni mi osservavano con aria grave e scossero la testa al mio passaggio.
Altri ancora a bocca aperta per il mio gesto inatteso.
Solo pochi convenirono con la mia iniziativa, dicendomi che era ora che qualcuno abbattesse le barriere e violasse una regola stupida come quella imposta.
In ogni caso l'espressione più stupita fra tutte fu quella di Rip, non si aspettava di certo una mia visita.

❦︎

Quando si accorse di me ad attenderlo davanti alla sua stanza, affrettò il passo e in pochi secondi si trovò dinnanzi a me.
Si era cambiato, ora aveva addosso una tuta, con probabilità era appena stato ad una sessione sfiancante di combattimento, persino il suo viso dimostrava quanto fosse stato impegnativo quanto svolto durante l'ultima ora.
Io stessa avevo indossato qualcosa di più comodo, rispetto alla scomoda uniforme, odiavo quella gonna e specialmente il colore smorto, purtroppo non potevo farci nulla, così avevano scelto loro e noi dovevamo farcelo andare bene.

I suoi occhi si illuminarono e poggiò, per qualche attimo, una mano sulla mia spalla.
Quel tocco, mi fece avvampare e abbassai lo sguardo imbarazzata.

"Tenente Coburn, che ci fa qui? Non dovrebbe trovarsi in quest'area."

"Ah sì? E per quale motivo? Tiene un mostro all'interno della sua camera?"

"Ehm... no... però... sa cosa potrebbe accaderle se i nostri superiori scoprissero che lei si è venuta qui per me?" lo vedevo angustiato.

Che si preoccupasse per le mie sorti?

"Uh... che paura!" scherzai, sprezzante del pericolo, sorridendogli amichevolmente.
Sorrise di rimando e si morse il labbro inferiore.
Mi sarebbe piaciuto avere la capacità di leggergli nella mente, per avere chiarezza su cosa pensasse della sottoscritta.

"Se vuole, può darmi del tu." spezzai nuovamente il silenzio.

"Certamente!"

"Sono qui per scusarmi per le offese fatte quest'oggi. Non sapevo fossi un orfano."

"Acqua passata! Ho avuto in realtà una madre, anche se adottiva. L'amore materno, donatomi da Mary, è stato comunque immenso. Mi scuso a mia volta per il comportamento adottato."

"Dimenticato tutto!"

"Bene, quindi amici?" mi propose speranzoso.

"Sì, amici!" accettai ben volentieri.

"Ehm, ti vuoi accomodare?" mi domandò.

"Sai che non posso, ci espellerebbero immediatamente!" declinai, riferendomi alle severe regole cui dovevamo sottostare, tra cui l'assoluto divieto di avere relazioni sentimentali.

"Giusto! Mi era passato di mente." sì giustificò, grattandosi la fronte nervosamente.
Non potei fare a meno di emettere una risatina divertita.
Era così tenero.

"Allora, non mi sbagliavo quando ho detto che in realtà io ti turbo." a quelle parole divenne rosso, e per non metterlo in ulteriore difficoltà, mi affrettai ad aggiungere, "Scherzo ovviamente. Allora, ci vediamo domani, Pivello!"

"Senza indugio!" esclamò.

"Cerca di essere un po' più professionale!"

"Da che pulpito!" alzò gli occhi verso il cielo.

"Beh, tu mi sei saltato addosso, non il contrario." gli feci notare.
Al ricordo di quell'innaspettato contatto arrossii nuovamente, le mie mani sudarono e il cuore accelerò i battiti.
Lui lo notò subito e ne fu estasiato.

Cosa ci stava accadendo?

"Solo perché tu, ti eri soffermata a osservare ammirata il sottoscritto."

"Non montarti la testa!" dissi, distogliendo lo sguardo dal suo, così penetrante.

"Se lo vuoi sapere, non voglio essere la tua fonte di distrazione."
sussurrò al mio orecchio.
Ciò scatenò una serie di brividi lungo la schiena, eravamo molto vicini, troppo, per i miei gusti.

"Vale lo stesso per te! A domani." lo salutai.

"Buona serata, Miranda."

❦︎
Ma ciau!
Ho ripreso in mano questa vecchia One Shot, l'ho un po' modificata per fare di essa una Long, spero che l'idea vi possa piacere.
Io amo alla follia Rip e Miranda e volevo dedicare loro una storia, e, se vi piacciono le storie d'amore, non vi resta che inserire la storia nella vostra biblioteca privata per non perdervi i prossimi aggiornamenti.

Questa prima parte, la potete trovare nella storia principale, "Ricordi Frammentati", e probabilmente qualche altro capitolo saranno pubblicati in entrambe le storie, se amate ship la TimeBurn (Rip e Miranda), vi invito a leggere la storia da cui ne prende spunto, "Ricordi Frammentati".

PS : Jade Kingslee ed Eve Baxter, sono due personaggi apparsi in "Legends of Tomorrow", la prima è conosciuta come la Pellegrina, e ho solo voluto dare un po' più di spessore a lei, magari prima di essere la Pellegrina, poteva avere un cuore, chi lo sa 🤷🏾‍♀️, a me piace pensarlo, quindi ecco a voi quella che sarà la migliore amica della nostra protagonista.
Mentre la seconda è una Time Master, la quale Rip e la sua squadra di Leggende, incontrano durante la 1° stagione, denominiamola Miss Simpatia, che è ciò di cui pecca questo personaggio.

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