Capitolo 34 pt.2



SHERLY

-Sher, guarda qui che bello...-

mi voltai verso Ivy, che faceva gli occhi a cuore a un vestito rosso in una vetrina del centro commerciale.
sorrisi e feci per entrare nel negozio insieme a lei.

-Dio, che noia voi ragazze, non fate altro che guardare i vestiti.-
sbuffò Conan, che ci guardava annoiato.

-Pessima scelta venire qua.-
scosse la testa Connor. Con quel movimento i suoi capelli biondi gli si scompigliarono sulla fronte e mi rivolse un'occhiata divertita da sotto le sopracciglia folte.

-Venite dentro con noi, almeno vi insegniamo un po' di cultura.-
li invitò la mia amica prendendomi sotto braccio.

-E poi sempre meglio guardare i vestiti che passare le giornate a fare l'ecografia al culo di ogni ragazza che vi passa accanto.-
aggiunsi io ridendo.

-Le hai sentite? abbiamo due amiche sessiste...-
Connor si rivolse al moro con la bocca spalancata.

si scambiarono qualche altra battutina poi entrarono con noi.
durante la perlustrazione di quel negozio che sembrava infinito ci dividemmo:
Ivy e Connor si diressero al secondo piano.

-Questo secondo me ti starebbe bene.-
Conan mi mise sotto al naso un vestito nero e lungo.

-Se volessi diventare una suora in clausura lo comprerei certamente.-
esclamai prendendo in mano quella stoffa dalla fantasia triste.

lui scoppiò a ridere.
il suo sorriso dalla dentatura perfetta mi piacque molto, emanava serotonina pura.
la melodia della sua risata era piacevole da ascoltare.

-Simpatica la rossa...- mormorò dandomi uno sguardo che non seppi riconoscere.
fece scivolare lentamente i suoi occhi lungo il mio corpo e i miei capelli.

imbarazzata mi voltai fingendo di guardare un'altro reparto. dondolai le dita sulle file appese di capi come a volerne saggiare la morbidezza.

sospirai.
In quel periodo troppe cose mi avevano messo agitazione, ansie, paranoie...
non sarebbe certo bastata una giornata shopping con gli amici a tranquillizzarmi.

che limite potevo arrivare a sopportare?
I miei sentimenti stavano ostacolando Emily.
mamma si sposava con un'altro uomo.
Tuttavia, non un uomo qualunque.
Il padre di Blake.
Il mio rapporto,con lui, stava andando in rovina.

Io a quel ragazzo lo odiavo.
anzi no.
odiavo solamente il fatto di non riuscire ad averci un rapporto stabile.
odiavo i suoi sbalzi d'umore.
odiavo il modo in cui mi faceva sentire amata e speciale per poi distaccarsi di nuovo, come niente fosse.

Ma odiavo anche me stessa perché non riuscivo mai a capirlo troppo bene.
i suoi silenzi per me erano ancora un mistero, e forse lo sarebbero stati per sempre.

Lui conosceva tutto di me.
Ma io cosa sapevo di lui?

avevo trovato l'amore dove probabilmente non doveva esserci.
ma pensandoci bene, esiste una risposta alla domanda: "dov'è l'amore?"
si. per me esisteva.
l'amore soggiornava tra il colore celestino delle sue iridi profonde.

eppure il nostro rapporto era la prova che certe volte i sentimenti non bastano.

-Ehi, Sherly, tutto bene?-

sussultai e alzai lo sguardo di scatto.
mi ritrovai con il naso attaccato al petto di Conan, e alzai gli occhi per incontrare i suoi.

-Si... si perché?- domandai un po' impacciata, facendo un passo indietro.

-Hai gli occhi lucidi.-

-Oh, mi è solo entrato qualcosa in un occhio.-

gli sorrisi e solo in quel momento mi accorsi che in pugno teneva stretto un vestito.
-Ivy mi ha detto di dartelo, l'ha trovato al piano di sopra.-

mi porse quel capo e io lo ammirai.
era davvero bello.
blu elettrico, la forma era morbida sulle gambe. Aveva uno scollo a barca e le maniche a sbuffo.

il colore non era scelto a caso.
Secondo la mia migliore amica il blu era il colore che si intonava al meglio con i miei capelli.

-È stupendo. lo voglio provare.-
senza pensarci troppo afferrai Conan per un braccio e lo trascinai con me verso i camerini femminili.
ed effettivamente, a giudicare dalla sua faccia confusa, non avevo fatto una gran bella mossa.

-Vuoi per caso che ti aiuti a cambiarti?-
scoppiò a ridere.
Quella frase mascherava un doppio senso, ma nel suo tono c'era poca malizia.

-Tu resti fuori, cretino-

entrai dentro e richiusi la tenda alle mie spalle.
mi spogliai ed infilai poi quel meraviglioso vestito.

mi guardai allo specchio e mi accorsi che alla base della schiena c'era una zip da chiudere.

-Conan, puoi chiamare Ivy?-

-Perché?- lo sentii parlare da fuori.

-Mi deve allacciare là zip.-

-Ivy è alla cassa adesso. Vuoi che faccio io?- domandò.

provai ad allacciarmelo da sola ma in quel modo lo tiravo troppo e rischiavo solo di romperlo.
uscii.
sentivo gli occhi scuri del mio amico  bruciarmi addosso.

-Sei carina- Ammise piegando le labbra verso l'alto.

mi girai e sentii le sue dita sfiorarmi la schiena. Poggiò una mano sulla mia spalla e con l'altra tirò su là zip.

poi, il rumore di un flash ci fece sobbalzare entrambi.

-Top! questa la metto su Instagram!-
esclamò Ivy, che dopo averci fatto una foto cominciò a digitare sullo schermo del telefono.

-Grazie Conan, tu aspettaci all'uscita insieme a Connor.-
lo lasciai e in meno di un secondo afferrai la mia amica per un braccio e la portai in un angolo.

-Ma si può sapere che fai?- le chiesi quando fummo da sole.

-Il nostro piano, no?- mi fece un occhiolino e non riuscii a trattenere un sorrisetto.

-Non sono più sicura di volerlo fare.-

-Sei venuta benissimo, guarda. Posso almeno metterla sul privato?-

e chi glielo spiegava adesso che di come ero venuta era l'ultima cosa di cui mi preoccupavo?
mi rassegnai.

-Ok, ma prima assicurati che Blake lì non ti segua.- sussurrai, quasi imbarazzata di quello che avevo detto.

-Perfetto, storia messa!- esclamò.
-Cosa dicevi?- aggiunse, tornando a rivolgermi attenzione solo in quel momento.

-Non deve vedere la foto! assicurati che non ti segua.-
mi affiancai a lei per controllare.

-Oooh, certo.-
andò sulla lista dei followers del suo profilo privato.
scorse, e dopo un po' entrambe ci bloccammo, perché apparse il nome utente di Blake.

anche Ivy si allarmò.
-Cazzo. ora gli blocco la visione delle storie.-
quando lo fece tirai un sospiro di sollievo.

-Fifa, eh?!-
scherzò lei dandomi una pacca sul sedere.
scossi la testa divertita e tornammo dagli altri.
pagai il vestito che avevo ancora indosso e uscimmo da quel centro.
arrivammo al parcheggio, arrivata l'ora di separarci.

-Io sono stata bene, secondo me dovremmo rifarla.-
commentò la mia amica.

-Te lo scordi.- ribattè Connor, che non aveva aspettato altro di uscire da quel posto.
si avvicinò a Ivy e la prese sulle spalle di peso, sogghignando.

-Mettimi giù stronzetto!- gridò lei mentre era a testa in giù, che non sapeva se ridere o piangere.

poi lui si rivolse a Conan, al mio fianco.
-Che ne dici, le portiamo in uno Strip club per ricambiarle lo sfavore?-

ci liberammo tutti in una risata, soprattutto alla scena in cui i due ragazzi cominciarono a battibeccare in modo infantile.

-Secondo me sono follemente innamorati.-
sussurrò Conan e mi venne naturale sorridere.

-Con i modi diretti che ha lei, domani sono già fidanzati.-
ridacchiai e ci scambiammo uno sguardo complice.

-Comunque quel vestito ti sta bene.-
lo sentii dopo un po'.

-Grazie.- risposi, un po' in imbarazzo.

dopo avermi rivolto varie attenzioni,si abbassò per allineare i nostri volti. i suoi occhi scuri brillavano, mi colpirono tanto da farmi trasalire.
le sue labbra carnose e color pelle erano a poco dalle mie.

-Sei davvero bella, Sherly, mi piaci.- mormorò al mio orecchio.
le nostre guance si toccavano, quel tocco così esplicito ma tenero al tempo stesso mi fece arrossire.

-Sono lusingato dall'idea di andare a comprare una telecamera, davvero, magari capite quanto sia imbarazzante questa scena.-

no.
no, no no no.
mi sto sognando tutto, vero?

il suono di un battito di mani lento mi colpì dritto nel petto.
-Romeo e Giulietta ultima generazione.- continuò quella voce con tono sprezzante.

mi voltai con il minimo movimento.
ad ogni secondo recitavo una preghiera diversa.
quelle speranze furono invano, perché i miei occhi incontrarono comunque degli altri color azzurro celeste.

-Oh, avanti, avete perso l'uso della lingua?-
Il tono fin troppo ironico di Blake nascondeva un'ira che si sforzava di nascondere.

-Ciao- lo salutò Conan, evidentemente a disagio.
si schiarì la gola.
-Come... Come stai?-

-Stavo da dio. Poi ti ho visto infrangere il metro di distanza interpersonale da Sherly.-

-non capisco quali tipi di diritti pensi di avere su di me.-
sibilai stringendo la mascella.

le braccia conserte, i capelli corvini disordinati e il ghigno malizioso gli davano un'aria strafottente ai massimi livelli.
sentivo il cuore spingere contro la cassa toracica.

il diavolo reincarnato in un dio.
ecco cosa sei.

-per capire questo tipo di diritti non ci vuole una laurea in giurisprudenza.-
ribattè acre alla mia frecciatina.
La sua altezza gli concedeva il privilegio di guardarci tutti dall'alto al basso.
Ma quella era solo una della tante cose che intimidivano di lui.

sbuffai infastidita.
-Andiamo via ragazzi.-

mi voltai seguita da tutti gli altri senza degnargli più di uno sguardo.
ma proprio quando pensai che lui avesse mollato, due grosse mani si piantarono sui miei fianchi.
poi cominciai a sentirmi più alta, finché capii che Blake mi aveva caricato.

successe troppo velocemente, in meno di un secondo mi ritrovai capovolta e la mia pancia appoggiava sulla sulla sua spalla marmorea.

-Ma che cazzo...fai!?- balbettai, perché dei sobbalzi non mi permettevano di avere una visione chiara.

-Andiamo via, no?-
me lo immaginai con la sua smorfia sfacciata stampata in faccia.

feci resistenza provando a sollevarmi, ma persi l'equilibrio e finii solo per rotolare sul suo braccio.
quasi gridai dallo spavento, ma poco prima che mi scaraventassi al suolo, Blake mi afferrò per il collo, mentre una mano la appoggiò sotto alla mia testa per attutire il colpo.

riaprii gli occhi e mi ritrovai completamente sotto al suo corpo vigoroso, le sue dita mi circondavano la gola in una presa ferrea.

il suo volto era di pietra.
Poi un sorriso lo accennò soltanto.
-Questa è la prova concreta che se provi ad allontanarti da me ti fai solo del male.-

mi ricomposi alzandomi, e quando mi girai verso il parcheggio i miei amici non c'erano più.

-Ti va di camminare?- mi chiese.

una domanda, due possibili risposte:
ascoltare l'orgoglio e andare via,
o ascoltare il cuore e seguirlo?

feci un accenno poco sicuro.
poi lo seguii.
ci incamminammo per le vie della città mentre il sole si spegneva.
Il cielo era dipinto da pennellate che variavano dal rosa alle sfumature verdi.
quel tramonto fu un paradiso.

Nessuno di noi parlava, ne ci guardavamo. Eppure, senza alcun tipo di connessione, io lo riuscivo a sentire molto più vicino a me di quanto altre volte lo fosse stato.
Quando poi si fece buio, rimanemmo illuminati solo dalla luce dei lampioni mentre i club serali si animavano di gente.

passammo forse più di un'ora in questo modo. Ascoltare e osservare ciò che ci circondava persi tra il mondo vero e il mondo dei nostri pensieri.

poi, tutto ad un tratto, lui si fermò.
era davanti a me e non riuscivo a capire il perché.
cercai di sporgermi, ma lui mi precedette voltandosi verso di me.

-Cosa ti farebbe sentire meglio?-
mi chiese sottovoce, dopo alcuni minuti di solo contatto visivo.

-Cosa?- sollevai un sopracciglio e i suoi tratti si rilassarono.

-Nel nostro rapporto. Indipendentemente da come lo vogliamo chiamare.-
mi spiegò lentamente, con voce roca.
le sue guance scavate erano risaltate dal chiaroscuro che creava la luna, precisamente sopra di noi.
-Con che elemento ti sentiresti meglio?-
concluse.

non ci pensai due volte a rispondere.
-Voglio solo... sentirmi amata.-
confessai sommessamente.

e cosi, quando pronunciai quelle semplici quattro parole, qualcosa nel suo sguardo, qualcosa nel modo in cui mi guardava, cambiò drasticamente.
i suoi occhi brillarono sotto il chiarore di quella notte, le labbra si dischiusero e nel suo corpo la tensione sembrò volare via insieme alla brezza.

poi, con lentezza, le sue labbra fecero scivolare fuori una frase che mi riempì il cuore:

-si vis amari, ama.-

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