capitolo 21



BLAKE

ci sono persone a cui noi apriamo il cuore. anche se non vorremmo. ma è inevitabile, perche quella persona è entrata tra le sue schegge e le sue crepe senza chiedere il permesso.

la vita può averci schiacciato,
i sentimenti che un tempo provavamo ci sono ritornati indietro come boomerang, sbattendoci in faccia le loro conseguenze.

però arriva sempre quella persona che ti fa sperare di nuovo.
quando la vedi e dici: "ok, un ultima volta."

per me è stata una ragazzina ormai diventata donna che risponde al nome di Sherly Adams.

quando la vidi per la prima volta, i suoi capelli rossi e gli occhioni verdi, il corpo carnoso e sinuoso, accese in me una fiamma.
tuttavia si sa, a chi l'amore non gli è stato insegnato è difficile che lo sappia riconoscere.

all'inizio del nostro rapporto scambiai quella scintilla per vera e pura attrazione fisica.

ma non mi resi mai conto che effettivamente per lei provassi molto, molto di più,
se non quando vidi il suo sorriso brillante risplendere per un altro ragazzo.

aveva gli occhi che spruzzavano allegria e vera felicità da tutte le parti e un sorriso a trentadue denti mentre ballava attaccata a un corpo maschile che non era il mio.

e dio se era bella, ristretta in quel vestito nero
che vagava da un lato all'altro del suo corpo in sincronia con i movimenti dei suoi fianchi, su cui si appoggiavano languidamente le mani del britannico.

pensai che con me lei non era mai stata così felice.
poi ritornai in me, e pensai anche che non avevano diritto di starsene chiusi nella loro bolla di dolce amore nel locale dove io avevo invitato Sherly. pensai che lui non aveva il diritto di toccarla.

mi avvicinai lentamente facendomi spazio tra la gente, accorciando la distanza tra me e quella coppietta così felice da far venire il voltastomaco, spezzando il loro incantesimo.

sul viso limpido della rossa ci vidi un incrinatura di disperazione che non le avevo mai visto prima. non mi guardò in faccia, forse non ne aveva il coraggio.

-Oh, ma tu sei lo stronzo... il tipo dell'ultima volta-
l'inglese parlò per primo vedendomi bloccato al suo fianco, il suo completo bianco stonava completamente spiccando sull'intera folla,
il suo accento era fastidioso ai limiti del possibile e il modo in cui si posizionò davanti a Sherly per 'proteggerla' mi fece girare i coglioni più del dovuto.

-e tu sei quello intelligente,vero?-
sibilai infastidito, mentre lo scannerizzai da testa ai piedi.

gli occhi marroni erano contornati da lunghe ciglia che mi fecero venire in mente quelle di un pavone. i lineamenti e le espressioni tutt'altro che maschili mi fecero dubitare delle sue preferenze.
i suoi capelli erano neri come i miei, ma non mi sarei mai azzardato a confrontarlo con me.
non c'era paragone.

avrei vinto io, naturalmente.

-Non ci siamo presentati-
mi allungò la mano, e io la guardai come se potesse trasmettermi qualche malattia. la ritirò subito, imbarazzato dal mio sguardo giudice.

-Conan. tu sei...?-
continuava a parlare, non arrivava a capire che
in quel modo alzava solamente di più la soglia della mia seccatura.

-Blake.-
pronunciai a denti stretti,ma non lo stavo più guardando.
osservavo la ragazza di fianco a lui cercando viziosamente un suo sguardo. avrei dovuto capire che cosa stava passando nella sua testolina rossa.

quando lei alzò il viso incrociai i suoi occhi smeraldini, ma non ci vidi la minima emozione passare. alzò il mento a volermi sfidare.

mi passò in mente l'idea di strattonarla per un polso e portarla fuori da quel posto pieno di gente sbronza, ma quando cercai di convincermi che ancora ci stavo pensando, eravamo già fuori dal club.

-Lasciami, stronzo, mi fai male!-
Sherly stava urlando e le persone mi squadravano come fossi un malintenzionato,  ma non me ne curai minimamente, e forse esagerai alzando un dito medio agli eroi che cercavano di intromettersi.

-Che cosa vuoi?- sibilò quando la portai sul retro per avere un po' di privacy.
scoppiai a ridere buttando la testa all'indietro.

-che cosa voglio? fai davvero o scherzi?-

mi avvicinai a lei arrivandole a un centimetro dal volto, i miei occhi bruciavano di odio.

-Forse...forse voglio che quel ragazzo prenda fuoco solo per aver osato toccarti.-

sussurrai lottando contro il mio istinto di tuffarmi tra le sue labbra a quella distanza così ristretta.
la presi per le spalle e la buttai all'indietro fino a stringerla tra il mio corpo e il muro.

con gli occhi ci strillavamo odio, ma i nostri corpi urlavano nient'altro che desiderio ai massimi livelli.

-O forse voglio punire te per averglielo permesso.-

bisbigliai al suo orecchio giocherellando con il cerchio argentato che lo ornava.

-Blake...- 
poggiò le mani sul mio petto, allontanandomi.

la distanza mi fece ritornare in me. presi un sospiro e mi ricordai il motivo per cui eravamo lì.

-oggi ho provato a dirti che ero occupata... ma sei corso via. ero qui già da prima che mi scrivessi-

provò a scusarsi lei toccandosi nervosamente i capelli. era dispiaciuta, si vedeva.
ciò che però rimbombava nella mia testa era solo una domanda e una sola.

-tu non hai capito... io non sono incazzato per questo.-

-e per cosa allora, Blake, per cosa?-

domandò lei, ma dal tono rassegnato sembrava quasi una preghiera.
in due falcate ero davanti a lei. bastava sporgermi per baciarla, ma non lo feci.

-perché lui ti stava toccando. perché tu gliel'hai permesso. Sono incazzato perché se non ci fossi stato io chissà a che punto sareste arrivati...-

-Blake! io non sono di tua proprietà!-
urlò quasi a farmi male, mi respinse con tutte le forze che aveva.

infilai le mani in tasca per soffocare la voglia di stringerci i suoi fianchi morbidi. mi stavo trattenendo come non lo avevo mai fatto.
lei per me era fuoco, non mi potevo avvicinare senza bruciarmi.

restammo a guardarci negli occhi per non so quanto tempo, quando ero con Sherly le ore potevano sembrare secondi.
le sue iridi verdi mi attraevano e io pensai di dovermi incollare le scarpe al pavimento, per resistere a quei magneti del colore dello smeraldo.

afferrai il mio pacchetto di Lucky Strike e ne sfilai una sigaretta.
me la portai alla bocca e la accesi sotto lo sguardo della rossa. inalai quel fumo dal leggero retrogusto di menta.

-Non puoi fare queste scenate ogni volta che esco con un ragazzo. Non siamo più ragazzini.-

qualcosa si spense dentro di me a quelle parole. forse si spense la speranza che lei potesse provare ancora qualcosa per me.

il colpo che tirai al muro di fianco a lei la fece sussultare. si spostò allontanandosi da me il più possibile e i suoi occhi spaventati furono un altra doccia fredda per me.
le nocche presero a sanguinare ma lo nascosi nelle tasche della felpa.

-ti odio-
sussurrò lei come se non volesse farsi sentire. peccato che io l'avessi sentita ed ero pronto a ricambiare.

-Anche io, Sherly, da morire-
sputai queste parole consapevole del fatto che io la odiavo solamente perché non potevo averla.

-Bene.- ricambiò lei, acida.
raccolse la borsa e fu pronta ad andarsene. qualcosa, però la trattenne ferma a guardarmi.
forse voleva scorgere cosa provavo dal mio sguardo, che però era freddo e non lasciava trapassare niente.

-Bene.-
buttai per terra la sigaretta schiacciandola con la suola delle scarpe.

-Almeno ci eviteremo problemi in Canada.-

tornai a guardarla il secondo dopo.
mi accigliai però, a vedere il suo sguardo confuso. aveva gli occhi sgranati e le sopracciglia alzate.

-Che..Cosa hai detto?-

-Non lo sai ancora? andremo in Canada con i nostri genitori per tre mesi.-

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