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Mi sveglio alle 7.30 con il suono della mia sveglia. Vado nel bagno della mia camera, mi sciacquo la faccia e mi lego i capelli dandomi una truccata leggera, mi sciolgo i capelli per rilegarli in una coda bassa e lasciare due ciocche di pochi capelli sciolti che coprono leggermente il viso. Apro l'armadio che ho sistemato ieri e scelgo di indossare un paio ci jeans chiari, una camicia bianca e una felpa azzurra sopra, lasciando il colletto della camicia fuori dalla felpa e infilarla nei pantaloni, indosso le converse nere e mi guardò allo specchio un'ultima volta prima di uscire. Ieri, dopo avermi fatto visitare tutti i singoli angoli di tutto l'edificio, i ragazzi mi hanno dato appuntamento per oggi alle 8.15 davanti alla stanza di Marcus e Callum. Sono le 8.10 e io sono già davanti alla loro stanza. Prendo il telefono dalla tasca dei jeans per vedere se qualcuno mi ha scritto ma niente. I miei genitori probabilmente ancora dormono, è domenica, non mi preoccupo neanche dei messaggi inesistenti da parte delle mie due amiche.

Sento il rumore di una porta aprirsi, alzo la testa e vedo Marcus uscire sorridente dalla sua stanza. "buongiorno" spengo il telefono e lo rimetto in tasca. "buongiorno"
"a quanto pare sei l'unica puntuale qui" mi dice ridendo. Annuisco ridendo anche io.
"dico agli altri di incontrarci direttamente al piano di sotto" dice dirigendosi verso le scale per scendere. Faccio per seguirlo ma mi blocca. "no tu aspetta Callum, si stava mettendo le scarpe, ci vediamo di sotto" annuisco alle sue parole e rimango ad aspettare che la porta si apri di nuovo. Riprendo il telefono e iniziò a scorrere nella home di instagram presa dall'ansia. Non so per quale motivo, ma sono agitata all'idea di stare sola con Callum. Con Marcus e Arthur non era cosí...

I miei pensieri vengono interrotti dal rumore della porta che si apre. Alzo lo sguardo mettendo di nuovo il telefono in tasca. "hey" rimango un attimo ferma a pensare mentre Callum chiude la porta della loro stanza. "hey, Marcus mi ha detto.." mi interrompe sempre sorridendo. Ma come fa a sorridere tutto il tempo? "si so tutto, vieni, prendiamo l'ascensore, siamo svegli da poco non voglio rischiare di cadere per le scale" dice ridendo.
Rido per non piangere. Sono terribilmente claustrofobica. Solo il nome di un ascensore mi fa venire una fitta al cuore. Comunque voglio evitare di fare figuracce e di far cadere Callum, e sicuramente me perché sono imbranata a livello nazionale, dalle scale. Ci dirigiamo verso l'ascensore e Callum preme il bottone per chiamarlo. Le porte si aprono e faccio un grande e profondo respiro prima di entrare, beccandomi uno sguardo interrogativo da Callum.


Appena l'ascensore parte mi stringo al poggia mano di ferro chiudendo gli occhi mentre senso il vuoto sotto i piedi.

"tutto okay?" la voce di Callum mi fa riaprire gli occhi, ma vedendo le mura strette dell'ascensore li chiudo velocemente. "ehm sisi"
"si certo, che hai?" diretto il ragazzo.
"sono claustrofobica e mi terrorizzano gli ascensori" dico tutto d'un fiato.
"perché non me lo hai detto?" mi chiede lui preoccupato.
"io non-" non faccio in tempo a finire la frase che vengo interrotta da un movimento improvviso e bruscò dell'ascensore.
"cos'era?" chiedo guardando Callum.
"è troppo presto per essere arrivato al piano terra" dice lui. Infatti le porte non si aprono.
Iniziò a respirare molto più velocemente di prima e sgarro gli occhi. "come?" non so se è riuscito a capire considerato il fatto che a mala pena riesco a respirare. "tranquilla, chiamo qualcuno e usciremo dall'ascensore prima delle 9" dice lui prendendo il telefono dalla tasca e digitando un numero. "prima delle 9?! ma mancano 40 minuti, non riesco a stare 40 minuti qui dentro-" mi interrompi guardando la faccia preoccupata di Callum che rimette il telefono in tasca senza aver parlato con nessuno. "che c'è ora?" chiedo cercando di non svenire.
"non prende" un mancamento. L'unica fortuna dello spazio stretto è che ho sbattuto la schiena sulla parete e non sono caduta a terra.
"tranquilla c'è un tasto fatto apposta per questo" mi dice tranquillo avvicinandosi al tasto con la Campanella sotto i numeri. Lo preme e dopo un piccolo suono acuto una voce metallica pronuncia una frase velocemente "verranno mandati degli aiuti al più presto"

"al più presto, sentito? andrà tutto bene" sto per svenire, ma non so se è per il fatto che sono bloccata in un ascensore, dove non prende, oppure per il fatto che Callum mi ha appena preso la mano. Guardò la sua mano intrecciata nella mia e lui nota cosa sto guardando. Sorride e mi stringe a se. "tranquilla" mi dice facendomi chiudere gli occhi per evitare di esplodere.

Rimaniamo così per non so quanto tempo, mi ero tranquillizzata, o almeno così pensavo, finchè l'ascensore non si è mosso di nuovo. Sento di nuovo il vuoto sotto di me. "hey, tranquilla lo hanno fatto ripartire" dice Callum staccandosi da me e guardandomi in viso. Quasi sicuramente sono appena arrossita. Mi allontano da lui girandomi verso la parete e prendendo un grande respiro. Torno ad attaccarmi al passa mano fino a che l'ascensore non si ferma e le porte si aprono. Con uno scatto più veloce della mercedes esco dall'ascensore e mi appoggio al muro tornando a respirare normalmente. "vuoi prendere un po' d'aria?" chiede Callum indicando la porta che da verso la piccola pista privata dell'Academy. Faccio di no con la testa ricomponendomi. "sto morendo di fame andiamo" dico andando verso la porta della sala pranzo.


Appena entro nella stanza si alzano tutti in piedi e mi accerchiano velocemente. "era ora!" dice Gianluca. "scusate l'ascensore-" non mi fanno il tempo di scusarmi per il ritardo e Arthur mi da un pacchetto. "cosa?" "dai non fare la modesta muoviti apri" dice Gianluca. Sorrido imbarazzata e scarto il pacchetto tirando fuori dalla carta una maglietta rossa con il logo della Ferrari Driver Academy sul petto, la bandiera dell'Italia su una manica e la scritta "Lara" sotto di essa. Sorrido guardandola. "ma è stupenda grazie mille" dico cercando di non scoppiare a piangere. È incredibile quante emozioni mi abbiano fatto provare questi ragazzi in soli due giorni. "ovviamente hanno portato un altra ventina di magliette semplici rosse della FDA nella tua stanza" dice Marcus. Sorrido annuendo. "ora fai parte di questa famiglia" dice Dino. Credo di avere gli occhi lucidi. "benvenuta" dicono tutti in coro.
Che carini sembrano programmati.
Si lanciano tutti in un abbraccio che io ricambio totalmente, è solo il secondo giorno con loro e già li adoro. "grazie".

"va bene, ma io sto morendo di fame e mi avete fatto aspettare 30 minuti qui, quindi se gentilmente facciamo colazione con questi ben di Dio" inizia a parlare Robert lancia do sguardo innamorati ai pancakes sul tavolo "e poi andiamo a fare una corsa sui kart ve ne sarei profondamente grato" ridó alla sua frase è mi stacco dall'abbraccio con i ragazzi. "ha ragione anche io sto morendo di fame"
"oh ti adoro" Robert si fionda sui pancakes e gli altri lo seguono a ruota.

Non so perchè ma mi stavo guardando intorno e ho notato gli occhi di Callum fissi su di me. Arrossisce e si volta andandosi a sedere a tavola. Non ho mai privato niente di simile, non so cosa voglia dire, ma la sensazione è fastidiosa e piacevole allo stesso tempo.

Credo di aver trovato quelle persone che sono meno anche dei tuoi parenti e molto più di amici, quelle persone che ti fanno sentire felice anche nei momenti più tristi, che non ci penserebbero due volte a salvare te al posto loro.

"Lara muoviti, Robert si sta rubando tutti i pancakes"
"oh arrivo!" mi fiondo verso il tavolo e mi siedo.
Dopo la colazione ci alziamo dal tavolo per andare verso la pista, ma Gianluca ferma tutti. "prima vai in bagno e cambiati la maglietta" mi dice indicando una porta alla fine della stanza"
"vado" dico entrando nella stanza. Mi guardò allo specchio appena entrata e mi accorgo si star sorridendo senza un vero motivo.
Tolgo la felpa e la camicia, indosso la maglietta rossa, la sistemo per bene, è corta perfettamente sopra l'inizio dei pantaloni, non mi piace ammetterlo ma mi sta una meraviglia.

Esco dal bagno e vedo i ragazzi sorridere. Marcus si avvicina a me e mentre ci avviamo verso la pista mi mette un braccio dietro le spalle " ora sei ufficialmente una di noi".

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