Una doccia molto eccitante
Angolo autrice:
Adesso stupisco hhayre, che, poverina, deve sempre scorrere tutto il capitolo prima di arrivare al mio piccolo spazio di sfogo da asociale. È da troppo che non pubblico qualcosa e così oggi BORDELOOOO.
A parte questo, il capitolo è smut. Molto. Quindi vi ho avvertiti.
Dopo martedì, non ci siamo più scritti. Probabilmente è stato abbastanza imbarazzante farlo, anche se mi sono accorto di quanto mi vergognavo solamente rileggendo la conversazione tutta di fila. Non è nemmeno stato questo granché. Cioè, mi ha invitato ad uscire e per quello okay, sono praticamente un lama in calore, ma nel resto ho visto una sorta di timidezza che non avevo mai provato, anche se Brendon mi ha subito rassicurato dicendo che i primi tempi è normale, perché non sono abituato a una cosa del genere. Ci ho creduto, perché è vero: nessuno mi ha mai mandato un messaggio del genere, nessuno ha mai chiesto delle informazioni (intendo a parte la lunghezza del pene o cose simili) su di me a uno dei miei amici, nessuno mi ha mai fatto sentire in questo modo.
I giorni sono volati, letteralmente. Le lezioni sono passate in un battibaleno, continuo a pensare ad altro (cioè, a Gerard) e non riesco nemmeno a concentrarmi a basket: oggi Oli mi ha battuto, ma solamente perché continuo a riflettere sul fatto che ieri Gee non ci fosse. Ci hanno mandato a casa prima perché il corso di educazione sessuale per i maschi non si sarebbe potuto svolgere, senza di lui, e le due ore di arte erano buche.
Ho provato a mandargli un paio di messaggi e mi sono concesso di tentare una chiamata.
Forse Lindsey ha scoperto tutto? Venerdì però lei c'era, e oggi mi ha persino dato una pacca sulla spalla quando la mia squadra ha perso, dicendo che comunque rimanevo il migliore. Ma che vuole me ne importi delle partite di basket, ora? Diamine.
A volte la gente è davvero stupida.
Sta di fatto che nemmeno stamattina l'ho visto, ma può darsi che ci sia, perché non lo incrocio quasi mai nei corridoi, e il sabato non c'è la mensa né il pomeriggio quindi non lo posso vedere, praticamente, a meno che non vada a cercarlo nella classe in cui ha lezione.
Sospiro, sotto il getto della doccia.
Brendon mi ha già detto che può trattarsi semplicemente di febbre, che comunque mi manderà un messaggio, nel caso non potesse venire a prendermi, domani sera.
Tutti se ne sono già andati, mentre io sono rimasto qui a lavarmi come al solito. Ho bisogno di stare un po' da solo.
Mi sciacquo i capelli, cercando di alleggerire la testa dalle considerazioni su Way e sul perché e il per come non sia venuto.
Forse sono troppo ansioso.
Anzi, molto probabilmente sì, devo solo imparare che non è solamente un appuntamento per trombare e che la persona non è che ci viene e basta, perché ha voglia del mio pene. Che è una cosa più complicata e che se è malato non può, e pazienza, dovremo aspettare.
Poi le luci si spengono.
Di nuovo.
Merda.
La nostra scuola è uno schifo.
Sbuffando, cerco di recuperare lo shampoo e il bagnoschiuma tastando le piastrelle della doccia ai miei piedi. Non ricordo nemmeno dove li ho messi.
Da quanto tempo sono qui?
Probabilmente mi sono fermato a pensare a Gerard e hanno cominciato a chiudere la scuola per il weekend.
Sto per gridare che io sono ancora dentro al bidello, quando due mani mi stringono le cosce.
Rimango senza fiato, cerco di voltarmi ma una voce mi precede:
- Scusa, non riuscivo ad aspettare - Gerard comincia a baciarmi il collo. Posso sentire il suo petto sulla mia schiena: è nudo, penso, o almeno senza maglietta.
- Hai... hai... - ansimo, mentre i baci si abbassano sempre di più.
- Ho spento le luci, sì. Almeno non controlleranno, e noi saremo liberi di fare quello che vogliamo - sussurra, con le labbra dannatamente sulle mie chiappe.
Sto per urlare.
Seriamente.
- Dio, Gerard - voglio voltarmi e impormi, ma lui non me lo permette, dato che ha la bocca seppellita nel mio culo e mi sta leccando lì dietro, così mi tiene la schiena in modo che non riesca a girarmi.
- Ah, ah - non riesco a non gemere, cerco di farlo piano, però, per non destare dubbi.
La sua lingua mi lecca il dannato buco, con movimenti lenti e pieni di goduria, facendomi pulsare l'amico Fritz, intento a cercare di non sborrare dappertutto. Mentre lo fa, mugola, con quella sua voce morbida e calda, facendomi sospirare ogni secondo.
- Oh, Frankie - finito il lavoretto preliminare, si alza, e finalmente sento il suo pene duro e eretto strusciare contro di me.
Avevo ragione, allora: è nudo.
Assieme a me.
In una doccia.
Della scuola.
Quasi non riesco a crederci.
Mi prende i fianchi, giocando con le sue labbra e la sua lingua assieme al mio lobo dell' orecchio:
- Le foto hot sarebbero state molto squallide in confronto a questo, avevi ragione - mormora, ridacchiando, spostando la mano sinistra sul mio sedere e stringendolo lievemente.
Solo in questo momento, mentre strizzo gli occhi per il piacere, mi accorgo che io ho mille cose da chiedergli, e che Lindsey probabilmente è ancora in palestra a sistemare le cose.
E che forse sente tutto il casino che facciamo.
- Gee, forse non... non è il momento giusto, Lindsey è... ancora... tu... - non riesco ad articolare nemmeno una sillaba, lui sta respirando su di me e il suo corpo mi sta spingendo sempre di più contro la parete della doccia.
- Invece ti sbagli, è un momento perfetto - sorride, poi, lentamente, sento il suo pene cominciare a penetrarmi, da dietro.
La mia erezione comincia a farsi molto vistosa. E molto bagnata. E non bagnata solo di acqua.
Mi viene naturale aggrapparmi alla parete, appoggiandomici sopra per cercare un sostegno: il pettirosso è dannatamente enorme, ed è lento e piacevole e non so cos'altro.
Al diavolo le mie domande, adesso è qui ed è per me, quindi lasciamo stare le mie paturnie mentali. Se la Ballato ci scopre, si può sempre zittire coinvolgendola in una cosina a tre. Non sarebbe bello come stare da solo con Gee, ma di certo renderla colpevole sarebbe l'unico modo per non farla parlare, e non sarebbe certo così orribile, anche se non sono sicuro che le permetterei di toccare Gerard.
- Merda - stringo i denti, quando, con una spinta più forte, entra completamente in me, in un grido roco che mi lascia senza fiato.
- Ti piace? - ansima, allungando le mani verso il mio amichetto, che freme al solo sfiorare le sue dita.
Annuisco, vivacemente, poi gli faccio segno di cominciare a fare avanti e indietro, sbattendo i miei fianchi contro i suoi.
Sono troppo impaziente, ma d'altronde abbiamo poco tempo.
Anzi, non so nemmeno che ore sono, ma non mi importa molto. I bidelli passano a controllare, quando devono chiudere. E non sono ancora arrivati.
- Aah - gemo, sentendolo sospirare su di me - Ah, Gee, è... è...
Caldo.
Fa caldo, lui scotta, io scotto e il suo pettirosso dentro di me brucia peggio dell'inferno, ma non smetterei per nulla al mondo. Quando comincia a uscire ed entrare, poi, è il delirio.
Io tiro indietro le braccia e le appoggio sul suo sedere, per spingerlo piu forte dentro di me, mentre sono schiacciato tra le piastrelle fredde della doccia e il suo corpo bollente. Gerard geme direttamente nelle mie orecchie, e io dimentico persino come respirare, quando lui prende a masturbarmi a ritmo sostenuto sul davanti, con una mano sola, mentre con l'altra mi regge il bacino, facendo pressione sul principio del pube e regalandomi uno sfrigolante senso di eccitazione.
Tutto questo sotto il getto dell'acqua e il profumo del bagnoschiuma che ci inebria le narici e ci spinge solamente a continuare.
- Sei bello, sei bellissimo - mi bacia la testa, una, due, tre volte, all'infinito, per un tempo che sembra lunghissimo.
Poche spinte ancora e vengo, questo è poco ma sicuro.
- Aah, Gerard, Ger-aaah-rd! - conficco le dita nel suo sedere, spingendolo verso di me e muovendo sinuosamente i fianchi per facilitarlo.
- Frankie, io sto... sto per... oh, oh, Frankie - il suo tono si abbassa ulteriormente, e all'improvviso lo sento ansimare più velocemente.
Sta per raggiungere l'orgasmo.
- Ah, ah! Aah! - spingo più veloce, voglio di più e di più ancora, e il ritmo aumenta ulteriormente, diventando disumano. È troppo, troppo piacevole per pensare di fermarsi, mi sta sfondando il culo (no, non ci sono mezzi termini fini per dirlo) ma non penso nemmeno per un secondo di interromperlo. Ormai non sento nemmeno più il dolore, tante sono le volte che ho fatto questo con qualcuno.
- Avanti, Frankie - stringe il mio pene, massaggiando la punta e facendo pressione sul resto, mentre continua a entrare e uscire.
Strizzo gli occhi:
- Sì, sì! - esclamo, quando sento l'orgasmo uscire da me, finalmente, e il suo seme caldo riempirmi, dietro, in uno schizzo che penetra violentemente nel mio corpo.
Tolgo le mani dal suo sedere, mentre entrambi ansimiamo, ma lui non lascia nemmeno per un secondo i miei fianchi, senza fiato, continuando a baciarmi i lati del viso.
- Oh, Frankie - sussurra, per l'ennesima volta, al mio orecchio, mentre sento ogni mio arto pulsare.
Cerco di respirare in modo normale, ma mi volto, senza riuscire a resistere, e lo vedo per la prima volta, oggi, direttamente: i capelli neri scompigliati e bagnati, il fisico sporco del suo stesso orgasmo, e gli occhi castani che luccicano nello sfiorare i miei, le labbra rosse e gonfie per tutti i baci, le dita che ancora indugiano su di me.
Lo bacio, senza riserve, e immediatamente la sua lingua si scontra con la mia, schioccando.
- Sei pazzo - dico, appena ci stacchiamo per respirare un po'.
Annuisce, leccandosi le labbra:
- Di te - mormora, prendendomi le mani e sfiorando la mia bocca con la sua.
Ben presto, la passione vince di nuovo. Ci sediamo sul pavimento delle docce, io sopra di lui, e continuiamo il nostro gioco, solo con più calma. Quando penetra in me, mi stringe vicino a sé con entrambe le braccia, in modo dolce, e continua a baciarmi, accarezzarmi, intrecciare le dita con le mie. All'improvviso, accanto a lui sento una cosa che non ho mai provato con nessun altro.
Mentre sospiro, mentre mi abbraccia, mentre dice il mio nome, nel mio cuore si fa largo una serena tranquillità.
Mi sento... a casa.
Lui ormai è il mio tutto.
Nessuno può capire, nessuno può distogliermi da lui, nessuno può separarci, nessuno può farmi cambiare idea.
Mi sento come quando si è immersi nel mare.
Quel silenzio.
Quella pace.
Li posso avere qui, con una persona.
Vengo presto, su di lui, con un sorriso.
Mi abbraccia di nuovo, dopo essere uscito da me con delicatezza, io pronuncio ancora il suo nome, fino allo sfinimento.
È semplicemente tranquillo.
Qualcosa che non ho mai avuto.
- Gee... io... - prima di potermi fermare, mi sto già rannicchiando su di lui, con gli occhi chiusi, improvvisamente assonnato.
C'è calma.
Solo noi.
Noi e il calore del nostro abbraccio.
Ed è così bello.
Oh, così bello.
- Cosa, Frank? - domanda, accarezzandomi il viso e abbassando le palpebre a sua volta.
Siamo troppo stanchi.
Ma lo devo dire.
Adesso.
- Io... - mi ci vuole uno sforzo immane per pronunciare le parole - Io credo di essermi innamorato di te.
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