Pettirosso Grande e Grosso
Ed è arrivato, finalmente, martedì.
Dio, quanto lo aspettavo. Sono successe un botto di cose, mentre aspettavo con ansia la mia punizione. Patrick e Pete sono insieme, finalmente, e adesso passarono le ore a commentare How I Met Your Mother e a tenersi la mano. Tyler e Josh ieri sera hanno scopato per la seconda volta, e Brendon ha annunciato ufficialmente che non troieggerà più, rifiutando Sisi, che ha la quinta e un culo che solo a guardarlo ci vorresti immergere la faccia.
Ho passato le notti intere ad immaginare cosa avremmo fatto io e Way.
Di sicuro non le tavole.
Non dopo che mi ha inviato la foto del suo amichetto e che l'ho visto in perizoma fucsia, non dopo che si è ubriacato e mi ha seguito nel bagno di quel ristorante e baciato in modo molto poco casto e innocente, dicendomi che se non beve è in imbarazzo con me perchè sono troppo puttana.
Così, quando finiamo anche le lezioni del pomeriggio, corro nell'aula di arte come se avessi il pepe nel culo, mentre Brendon mi ricorda che se scopiamo devo dargli dieci dollari, abbracciando Ryan.
Ho intenzione di passare subito all'attacco, un attacco abbastanza sexy. La mia strategia di oggi dovrà essere infallibile, impeccabile, precisa e molto molto veloce, dato che la Ballato è a scuola e non so dove potrebbe essere.
Entro senza esitare, il più silenziosamente possibile, e lui è seduto sulla sua sedia da prof, sta scrivendo qualcosa su qualche verifica di storia dell'arte, in rosso, e si sta dannatamente mordendo il labbro. Non mi ha nemmeno notato, tanto è concentrato.
Sorrido, mi avvicino alla cattedra con passo felpato e nel silenzio più assoluto. Mi chino verso il suo orecchio, schiudo le labbra e sussurro, con un sospiro sonoro, chiudendo gli occhi per godere appieno del momento:
- Professore - la mia bocca sfiora il lobo del suo orecchio, facendolo sussultare per lo spavento.
I fogli cadono per terra, e la sua sedia produce un rumore insopportabile mentre si sposta bruscamente all'indietro, terrorizzato.
Posso sentire il suo cuore battere a mille.
Mi sto già divertendo molto, e non abbiamo nemmeno iniziato a fare qualcosa di serio, ma guarda un po', Troietta Iero ha trovato il suo nuovo cicci.
- Aspetti, la aiuto subito - mi offro, ridacchiando, mentre ancora mi sta guardando ad occhi sbarrati.
Con una mossa progettata, mi sono messo i pantaloni bassi, stamattina, e giro il culo verso di lui mentre mi piego, così mi basta mandare in avanti solo il busto per fargli vedere i miei boxer scuri e le mie irresistibili chiappe.
Sento un fremito, dietro di me. Eccitazione. È palpabile nell'aria.
Appoggio i fogli sulla cattedra, e finalmente lui parla:
- Grazie, Iero. Davvero molto gentile. Ora tira fuori il materiale e fai lo schizzo della tavola. Tra poco ho finito e passo a vedere come te la cavi.
Sorrido sotto i baffi, ma obbedisco. Prima, deve sembrare tutto quasi normale.
Si vede che è in imbarazzo, probabilmente si è reso conto di cosa ha fatto giovedì e di come mi ha letteralmente scopato la bocca nel bagno di quel ristorante e starà pensando a come rimediare, oppure pregando che io non ricordi niente.
Traccio qualche linea, guardo la pioggia fuori dalla finestra, cancello la mia orribile bozza per evitare di bloccargli la crescita del pene e perdo tempo fino a che non si alza per venire da me, ignaro del mio piano malvagio.
Ecco a voi Lord Sassy Iero, genio del male.
- Perché il foglio è bianco? - chiede, scuotendo la testa, disapprovandomi totalmente. Oh, vedrà come mi approverà tra qualche minuto! Implorerà perchè io approvi lui, piuttosto!
- Non sono capace di disegnare. Lo dice sempre anche lei - ribatto, guardandolo negli occhi e pregandolo di fare qualcosa per aiutarmi.
Subito dopo aver emesso un sospiro di rassegnazione, fa il movimento che io ho sempre sognato: da dietro, si china verso il mio foglio, sovrastandomi, e comincia a disegnare qualcosa, concentrato. E' solo un abbozzo, ma le sue dita che stringono la matita nella mia mente perversa posso solo significare una cosa sola. Inoltre, si morde le labbra, sento i suoi capelli neri che mi solleticano il viso e le sue braccia che mi circondano completamente.
- Non è difficile - ora parla in tono quasi dolce, sussurrando piano, e ha la testa così vicina alla mia che quasi non respiro - Devi solo lasciare che il concetto che hai in testa si trasmetta alla tua mano...
E se il mio concetto fosse scoparlo?
Oh, dannazione. Così non posso resistere.
Volto il viso di lato, catturato dall'istinto: in un secondo le mie labbra sfiorano le sue, delicatamente, e subito dopo appoggio la mia testa al suo petto, con un mugolio voglioso.
Si sistema i pantaloni, raddrizzandosi improvvisamente, e posso notare, con una certa soddisfazione, che il suo pacco si è gonfiato all'inverosimile a formare un'enorme erezione che è lì ad aspettare solo e solamente me.
- Bene, adesso prova tu - dice, sbrigativamente, tornando alla cattedra e ricominciando a scribacchiare, con una mano sul cavallo dei pantaloni per cercare di calmare i bollenti spiriti.
Eh no.
Non così in fretta, GeeGee.
Mi alzo, deciso. Ora o mai più.
- Iero, siediti al tuo posto e fai quella tavola, ti terrò qui fino alle dieci di sera, se necessario - mi sfida con lo sguardo, aggrottando le sopracciglia e assumendo quel suo cipiglio severo che forse dovrebbe scoraggiarmi dal mio intento.
Ma adesso non funziona più niente.
So che mi vuole, anche se mi tratta in questo modo e fa di tutto per non darlo a vedere, e questo mi basta per continuare.
- Si è sbilanciato troppo con quella foto e quel bacio, nel ristorante, ne è consapevole, vero? - lo stuzzico, rinfacciandogli le sue stesse azioni, poi, ridacchiando come una troietta, arrivo alla cattedra e, con entrambe le mani, spingo i fogli ai bordi, protendendomi verso di lui.
Comincia a tremare, eccitato e allo stesso tempo imbarazzato:
- Ero ubriaco in entrambi i casi - la voce gli trema lievemente, mi guarda negli occhi, timoroso. Way timoroso! Me ne vanterò fino a quando non avrò ottant'anni.
- Una scusa più che credibile, in effetti... - annuisco, poi, dopo aver girato intorno alla cattedra, mi siedo esattamente davanti a luinello spazio libero dai fogli con un piccolo salto di lato.
Ha praticamente il mio petto in faccia, sento il suo respiro sulla mia maglietta, santo cielo. Non trova nemmeno la forza di ordinarmi di andare al mio posto come al solito, tanto è eccitato.
- Ma mi dica, professore... - mi piego in avanti, mandando il sedere lievemente più indietro e giocando un po' con il primo bottone della sua camicia - A chi stava pensando, quando si stava masturbando nel bagno dei professori, un pochino di tempo fa?
Lo vedo impallidire tutto d'un colpo.
Ho fatto centro.
Adesso mi deve rispondere.
- L-la professoressa Ballato ed io stiamo insieme - disse, come se fosse un'argomentazione convincente, abbassando lo sguardo sulle mie dita, sotto il suo mento, come se ne fosse tentato irresistibilmente.
- Oh, questo si sapeva - sussurro, con un sorriso.
La mia mano si sposta sul suo collo, dal pomo d'Adamo ai capelli, poi i lobi, gli zigomi e le clavicole, che si intravedono appena dalla camicia immacolata. Adoro spaziare in questo modo su di lui, adoro il fatto che non provi nemmeno a ribellarsi.
Rido, sommessamente:
- Ma io ho sentito qualche piccolo complimento al maschile... e ha parlato anche di un grande uccello, professor Way - sbatto le palpebre, pronunciando tutto quello con una scioltezza e un'innocenza che so essere abbastanza provocanti per ridurlo ai miei piedi.
- Devi esserti sbagliato... - manda giù il groppo in gola, alzando lo sguardo sul mio e scuotendo la testa, poco convinto della sua stessa bugia.
- Già, devo essermi proprio sbagliato, allora, perché avrei giurato di aver sentito il mio nome mentre riempiva tutto il bagno con il suo orgasmo - mi lecco la bocca, tenendo le gambe ben allargate per fargli vedere bene a cosa andrebbe incontro se solamente mi dicesse di sì.
Lentamente, come vinto da una forza irresistibile, appoggia la mano sinistra su una delle mie cosce, senza rispondere.
Non aspettavo altro.
- Frank... - ormai le sue labbra sono troppo vicine per cambiare direzione. Lo bacio, saltandogli a cavalcioni sulle gambe e tirandolo verso di me per il colletto della dannata camicia. La mia lingua si attorciglia attorno alla sua con uno schiocco, facendolo gemere, poi comincio a inglobare la sua bocca nella mia, emettendo dei leggeri mugolii.
- Oh, non me ne fotte niente se sta con la professoressa Ballato - mormoro, mentre la sua mano si allunga per stringermi il sedere delicatamente - Sono sicuro che mi preferisce a lei. Che mi preferisce anche a Jackie, e alla Nestor. Che mi preferisce a tutti.
Geme, quando gli slaccio uno dei bottoni della camicia e comincio a baciargli insistentemente il collo, mordicchiando la pelle in ogni angolino e leccando ampie zone vicino al petto, cercando i suoi punti deboli.
- Dio, Frank. Io... - tenta di dire qualcosa, ma come premo con due dita sul suo membro si blocca, in un gemito acuto e incontrollato.
- Sh. Lo so, io lo so, che non vede l'ora che io glielo ficchi in qualche posto - ribatto, sorridendo ancora.
- Sei così...
- Troietta - scendo dalla cattedra e mi inginocchio davanti alla sua sedia, completando la frase e abbassandogli appena i pantaloni già (non così tanto misteriosamente) slacciati.
La sua erezione è una cosa troppo enorme per essere descritta.
Ciao, piccolo GeeGee. Diventeremo grandi amici, tu ed io, sappilo.
- Professore. Lei è fidanzato! - esclamo, con espressione molto seria, indicando il suo membro stortando la bocca, per rimproverarlo.
- E gay - aggiunge, con un sorriso, poi invita la mia testa verso il suo pettirosso grande e grosso (e Frank Iero ha fatto rima, baby! Boom!) che sta per piombare direttamente tra le mie labbra, oh sì.
Comincio dapprima a massaggiarlo un po', appoggiando una mano sul tessuto e premendo regolarmente, poi, con le dita libere, prendo a solleticarlo dolcemente sulla punta, sfiorandola e appoggiandoci la lingua, emettendo qualche piccolo sospiro. A quel punto non si può più trattenere: geme forte, cominciando a sporcarsi tutti i boxer, e avvolge i braccioli della sedia con entrambe le mani, mentre butta la testa all'indietro.
- Mh, la Ballato le ha mai fatto una cosa del genere? - lentamente, infine, abbasso i boxer, perché il suo pettirosso prenda il volo verso la mia graziosa boccuccia da puttanella.
Senza fiato, non mi risponde nemmeno, perché ho già cominciato a leccarlo un pochino, ai lati. Niente di serio, ma lui a quel punto comincia a strillare come una quattordicenne e capisco che aspettava di scoparmi tipo da quando era all'asilo nido e io non ero ancora nato.
- Se lo faceva, non lo faceva così bene, scommetto - osservo, per poi giocare con la punta, ormai completamente bagnata.
La pelle già dura si tende ancora di più, e il membro si inarca lievemente per il piacere, in preda all'eccitazione.
- Hai r-ah-agione... - ammette, annuendo e allungando le mani per toccarsi mentre lo lecco.
Immediatamente, gli dò un leggero schiaffo con le dita, scuotendo la testa:
- Ci provi e giuro che smetto - lo sfido, con un sorriso, e lui sospira sonoramente, sbiancando.
- N-no, ti prego, ti prego, vai avanti, non lo faccio più - sembra un bambino, tanto mi prega, con tono acuto.
Ridacchio, e poi, senza dire una parola, con l'indice e il medio prendo a esercitare pressione e carezze sui testicoli, mentre con la bocca comincio ad accogliere il suo uccellino.
Il contatto con le mie labbra calde lo fa pulsare e fremere, con movimenti impercettibili ma continui, e diciamo che non è una cosa così piccola da gestire. Mi aiuto con le dita, sistemandolo meglio, poi prendo a succhiare e a inghiottirlo sempre di più, fino a quando non capisco che mi toccherà la gola. Non sono esattamente un tipo di persona molto molto grossa e robusta, anche se piccolo Frank è un aggeggio spietato e di dimensioni molto più enormi di quanto si potrebbe immaginare, ma per il resto del corpo sono abbastanza fine.
Comincia a gemere.
Gemere e gridare. Cazzo, è così bello ed eccitante sentirlo gemere per me che quasi vengo nei pantaloni. Ho detto quasi.
Uh, e la Ballato potrebbe essere nei paraggi, ma, andiamo, cosa può importarmene? Potremmo sempre scappare in Canada assieme, se proprio ce ne sarà il bisogno.
Quando l'ho inghiottito quasi tutto, comincio a masturbare a un ritmo folle la piccola parte che resta fuori dalla mia bocca. Trema, contorcendosi, e sospira sempre più forte, alternando le grida a dei respiri profondi per cercare di calmarsi.
Chissà se la Fields accendesse le telecamere, ops.
- Frank, Frank! - gridando il mio nome, alla fine, viene, schizzando, nella mia bocca. Non ci penso nemmeno due secondi e inghiotto, allontanando la bocca dal suo pacco e sorridendogli. Adesso sono sicuro che non sarà più così indisponente, nei miei confronti.
- Allora? - domando, ghignando, tornando a cavalcioni su di lui e tirandolo per la cravatta come Ray ha sempre desiderato fare. Penso proprio che sia molto soddisfatto del nostro lavoro di oggi.
- Oh, Dio - sospira, ansimando, prendendomi per il sedere e attirandomi ancora di più a lui, spingendo le nostre erezioni l'una contro l'altra.
- Professore, vuole fare tutto subito? - domando, lasciandogli un bacetto sulla punta delle labbra e subito dopo mettendomi a ridere.
- Oh, sì. Sì - mi guarda ad occhi spalancati, passando le mani sulla mia schiena e sulle mie cosce, come se fosse assetato di me - Sì, ti prego, nei bagni del ristorante mi avevi detto che oggi...
Non si contiene, non ha nemmeno il controllo delle sue mani, figuriamoci quello del suo cervello. Impazzisce, per me.
- Ah-ah - scuoto la testa, con un sorriso furbo - Io avevo detto che oggi l'avremmo fatto. Non ho assolutamente specificato cosa.
Mi alzo, gli sistemo la cravatta, vado al mio banco e comincio a mettere via le mie cose, pienamente convinto che non farò mai quella dannata tavola.
Interdetto, mi guarda, aggrottando le sopracciglia:
- Nel linguaggio generale, quando una persona dice "lo facciamo" intende sesso, Iero - ribatte, incrociando le braccia al petto.
Quando mi sono messo lo zaino sulle spalle, con l'aria più troia, stronza e allo stesso tempo dannatamente provocante che posso sbatto le ciglia e dico, dolcemente:
- Professore. Si chiama suspance - sorrido, gli lancio un bacio e poi esco dalla porta, soddisfatto. Adesso si può scordare di concentrarsi sulla Ballato e il suo intimo di pizzo, scervellandosi su un'ipotetica data per scopare con me.
Angolo autrice:
Amatemi, tre capitoli in un giorno solo.
...
Okay. Non ho una vita, se ve lo state chiedendo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top