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George's pov
"George"
"Celine" mi alzo di scatto non appena sento la voce della piccola Leclerc. Non parliamo ne ci vediamo da una settimana e mi manca da morire. Mi mancano i suoi sorrisi, i suoi commenti su qualsiasi errore in un qualsiasi film, le mie magliette e felpe indosso a lei, il suo viso e i suoi capelli. Appoggio la testa e le mani sulla porta e chiudo gli occhi respirando lentamente cercando di rallentare il battito. E se fosse un allucinazione? Aspetto il più possibile e credo di essermi calmato ma non appena sento di nuovo la voce della ragazza il mio cuore torna a battere troppo velocemente per capire cosa sto facendo. "George se non vuoi parlarmi insomma io.." smette di parlare non appena apro la porta velocemente e ci troviamo uno di fronte all'altra a guardarci in silenzio. Non so cosa fare, ho i muscoli e la mente bloccati. Grazie a Dio Celine è una ragazza dieci mila volte più pronta di me e si lancia in un abbraccio. "scusa George" non riesco a risponderle, si sente in colpa per me, ma è solo colpa mia. Lei si stacca dal nostro abbraccio con gli occhi lucidi e una faccia che non riesco a decifrare, ma se fossi in lei sarei spaventata e triste, non ho risposto alle sue scuse, sembra che io non voglia avere niente a che fare con lei. Sono in preda al panico, non capisco cosa faccio, l'ho già detto, ma è così. Appoggio le mani sulle guance delicate di Celine è noto il trucco colato di Celine che prima non avevo visto. Sorrido e poso le mie labbra sulle sue. Lei posa le sue mani dietro la mia testa e inizia a tirare delicatamente i miei capelli. Non appena ci stacchiamo dal bacio poso le mani sui fianchi di Celine e la guardo in viso. Lei arrossisce. "non devi scusarti Celine, è stata colpa mia, avrei dovuto aiutarti mentre invece ti ho solo attaccato, non mi sono differenziato per niente da Jacques." "George non dire così" la blocco nel parlare. "no Celine non darti la colpa, se ne avessi parlato con me io sarei andato nel panico, non saremmo andati a cena e ti saresti spaventata ancora di più. Scusami scusami veramente tanto Celine" lei rimane a guardarmi senza dire nulla. "ti amo George" sorrido alle sue parole e la baciò di nuovo. "ti amo anche io Celine, più di qualsiasi altra cosa nella vita" mi abbraccia e rimaniamo così per non so quanto tempo. Finché non mi squilla il telefono. Mi stacco dal nostro abbraccio lanciando milioni di sguardi di scuse a Celine che sorride scuotendo la testa mentre si siede sul lettino e io rispondo alla chiamata di mia sorella. "Elisabeth?" "George sono Marc, è entrata in travaglio, quando puoi venire? Comunque ho visto la gara mi dispiace tanto, andrà meglio alla prossima" sento la voce del marito di mia sorella dall'altra parte del telefono. "parto subito" dico attaccando al telefono e mettendolo in tasca. "che succede?" mi chiede Celine. "mia sorella sta per partorire a Londra, devo andare" dico uscendo dalla camera ancora con la tuta addosso. "vengo con te" sento la mano di Celine stringere la mia mentre camminiamo e le sorrido. "da quanto ti vesti così elegante e ti trucchi così tanto?" le chiedo facendola ridere. "pensa che era proprio per fare ingelosire te" mi dice lasciandomi un bacio sulla guancia prima di appoggiare la sua testa sulla mia spalle mentre continuiamo a camminare fuori dal circuito. "Lando?" le chiedo continuando a ridere per quello che ha fatto quel piccolo pilota inglese. Lei annuisce e scoppia a ridere. "fermeremo un taxi?" mi chiede ridendo. Annuisco a malincuore, odio i taxi. Celine me ferma uno e saliamo dirigendoci verso l'aeroporto piu vicino, dove c'è il mio jet privato. Una volta saliti sull'aereo Celine prende in mano il telefono. "Charles" la vedo allontanare il telefono dall'orecchia, probabilmente Charles le sta urlando contro. "charles fermo, zitto basta, smettila" rido sentendo le sue parole. "charles, ho fatto quello che mi hai detto, sono andata da George, abbiamo fatto pace, ma hanno chiamato George perché la sorella è in travaglio, siamo sul jet, ti chiamo appena finiamo tutto okay? Ciao ti voglio bene" spegne la chiamata e scoppiamo a ridere insieme. Si siede sulle mie gambe e mi accarezza i capelli mentre le lascio un bacio leggero sulle labbra. "raccontami di tua sorella, non mi hai mai detto nulla" sorrido e iniziò a parlarle della sua relazione con quel Marc, che a me non è mai stato simpatico e poi della gravidanza.
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