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Il dottor - ormai ex dottor - Daidara Mitosaka era famoso per essere burbero. Un grande burbero, dalle cui labbra fuggiva sempre uno sbuffo, un sospiro o una frase borbottata sottovoce. Tuttavia, era anche risaputo che, sotto la scorza da perennemente arrabbiato, nascondesse un cuore d'oro, nel quale risiedevano i sentimenti piรน dolci che una persona potesse avere. Questo lato "coccoloso", si puรฒ dire, lo mostrava solo ai suoi piรน cari amici, ai figli - nonostante si ritrovasse pure a battibeccare con loro, ma in famiglia รจ normale vedere una situazione del genere - e alla moglie. Forse lei era una delle prime persone che l'aveva rapito, l'aveva incantato e lo aveva aperto al mondo. Con lei passava un sacco di momenti dolci, fin da quando stavano insieme. Non aveva mai avuto problemi col rovinare qualche loro momento importante - matrimonio escluso... -, perchรฉ alla fine risultava ancora piรน bello di come era stato programmato. Ma quella sera aveva seriamente paura di combinare un pasticcio. Si trovava nel giardino di casa Kovacs, la loro nuova casa in Ungheria da ormai qualche anno. Era addobbato in modo molto suggestivo: dal gazebo bianco, al cui interno erano presenti delle sedie coordinate ad un tavolo - inutile aggiungere che vi erano pure una teiera e un piatto di biscotti -, si dipartivano due file di lanterne accese che illuminavano l'ambiente circostante. Alcune pendevano pure dal salice nell'angolo del giardino opposto al gazebo, ma non erano le uniche a penzolare nella brezza notturna: erano accompagnate da alcuni fogli di pergamena, su cui erano scritti dei testi e dei commenti a questi ultimi. Nascoste da alcune delle luci, delle casse musicali erano accese e pronte a riprodurre la musica che uno stereo, all'interno della casa e sorvegliato da due fratellini, avrebbe fornito loro. L'azzurro alzรฒ lo sguardo al cielo, trovandolo fortunatamente limpido: la luna e le stelle si vedevano chiaramente in quella distesa cobalto. No, non era stato lui a organizzare cosรฌ bene il giardino, bensรฌ i suoi figli. Giร ... I suoi figli piccoli avevano preparato un nuovo anniversario di matrimonio che lui stesso aveva commissionato. "Speriamo che le piaccia..." pensรฒ, seduto al tavolo del gazebo. Stava aspettando l'arrivo della moglie, tirata di sicuro in inganno dal figlio minore. Il piccolo Kovacs, difatti, aveva come sommo hobby quello di fare scherzi alla madre. Daidara aveva deciso, quindi, di usare quel fatto a suo vantaggio, chiedendo al figlio di portare la moglie in giardino senza che lei si accorgesse di nulla. Per l'appunto, poco dopo, si sentรฌ la porta finestra chiudersi, lasciando una donna bionda chiusa fuori di casa. - Jร nos.... Jร nos, fammi entrare! Katalina, mi senti? Apritemi, per favore! - Kibล Seizano, colei che una volta portava il titolo di "Ultimate Astronomer, aveva iniziato a bussare sulla porta finestra che collegava la casa al giardino, ma i figli sembravano essersi volatilizzati. Un colpo di tosse la fece girare, e solo allora si accorse dell'ambiente cosรฌ suggestivo. Rimase a bocca aperta: che cosa stava succedendo? - Daidara...? - Lo stupore di Kibล aumentรฒ notevolmente quando il marito la raggiunse di lato, circondandole la vita con un braccio e stringendola a sรฉ. - 'Sera, Kibล... - mormorรฒ, la voce ovattata dalla mascherina che aveva sulla bocca. Prima ancora che la moglie potesse aprire bocca, le offrรฌ l'altra mano. - Non so come dirlo, ma... Mi concedi di accompagnarti in un viaggio? - chiese, e dovette correggersi immediatamente visto lo sgomento della bionda. Stava facendo un pasticcio o delle lasagne? - M'intendo, stasera non ci muoviamo di qui. Perรฒ devo fare un percorso, con te, perchรฉ tu sai benissimo che sera รจ oggi. -. - รˆ il nostro anniversario di matrimonio, Daidara... Che stai facendo? -. L'azzurro si rifiutรฒ di rispondere, sorridendo da sotto la mascherina, e ripropose la mano davanti a lei. - Vogliamo scoprirlo insieme? -.

L'astronoma si concesse qualche secondo prima di dare una risposta: fissรฒ lo sguardo sulle lanterne, sul salice coperto di pergamene, e poi alzรฒ lo sguardo. Era un climax per niente organizzato, ma ebbe un gran effetto: rimase incantata dalla luna piena che splendeva in cielo, circondata dalle stelle. - Una perla attorniata da innumerevoli diamanti, avvolti da un manto di lapislazzuli indistinguibili a occhio nudo. - Il lato stilnovistico di Daidara uscรฌ allo scoperto, facendogli mormorare quelle parole all'orecchio della moglie. - Vedi quel cratere laggiรน, sulla Luna? Una volta tu eri lรฌ, a occuparne lo spazio con la tua figura angelica. E ora sei qui, scesa per darmi speranza, Kibล. Per me, per i nostri amici, per i nostri figli. - Continuรฒ, mentre la mano della ragazza sfiorava quella tesa del dottore. - Stasera il cielo ha deciso di guardarci da vicino, nel giorno in cui festeggiamo un altro anno di matrimonio. Vuoi partecipare anche tu? - chiese, sentendosi la mano venire afferrata. Si voltรฒ la bionda, che lo stava fissando coi suoi occhi celesti. La bocca era giร  schiusa in un brillante sorriso, quando gli arrivรฒ la risposta definitiva. - Non so cosa tu abbia programmato, ma sappi che la speranza segue sempre la sua stella...! - sussurrรฒ, stringendo di piรน la mano del marito. Daidara sorrise ancora, il cuore che aveva preso all'improvviso a battere a mille. - D'accordo. Ora, se vuoi seguirmi... -. La condusse verso il centro del giardino, si separรฒ un poco da lei per andare a staccare una pergamena dal salice e tornรฒ da Kibล. - Per favore, non fare domande. Scoprirai tutto tra pochissimo - la rassicurรฒ lui, posandole la pergamena in mano. - Leggi il titolo, prima. -.
La bionda abbassรฒ lo sguardo sul foglio, e iniziรฒ a leggere un'elegante scritta in corsivo. -"'La Goccia', preludio opera 28, numero 15, Frรฉdรฉric Chopin"...? - chiese, rialzando lo sguardo. E, dopo poco, le lievi note di un pianoforte si levarono nell'aria.

https://youtu.be/HVau-JRGirg

"L'avevo ascoltato tante volte, ma dopo decine e decine di volte che l'avevo ascoltato, una volta, mentre ero seduto in sala, mio papร  mise su ancora questo pezzo. Improvvisamente avevo capito che non avevo compreso nulla di quello che era 'La Goccia'. Infatti, il vero tema del pezzo non era la musica in primo piano. Il suo significato vero era una cosa apparentemente monotona, tanto monotona da ridursi a una nota che si ripete continuamente. Ma quella รจ la nota che dal principio alla fine domina e decide del significato di tutto il brano di Chopin. Che decide dal principio alla fine cos'รจ la vita dell'uomo: sete di felicitร . Qualunque cosa ti piaccia, ti attiri e desideri, al momento ti fa lieto, ma subito dopo passa. Eppure c'รจ una nota che rimane intatta e nella sua semplicitร  assoluta, nella sua univocitร , domina tutta la vita: la sete di felicitร . รˆ quella nota dominante che sbriciola le pietre e muove tutta la realtร  del tempo della nostra vita. La muove come l'acqua del fiume muove i ciottoli. Come il mare muove la sabbia. [...] Questa sete di felicitร  viene percepita come una cosa travolgente e inevitabile dell'esperienza umana e tuttavia come qualcosa di assolutamente lontano. Come qualcosa di non ancore trovato o forse come qualcosa di ancora perduto. Per questo, se parliamo di tristezza, in un mio libro precedente avevo scritto: "Quando parliamo di tristezza o di melanconia, ascoltare un brano di Chopin รจ molto piรน efficace di tante parole." Come abbiamo sperimentato, per esempio con i canti napoletani. Per cui questa travolgente domanda di felicitร  diventa in Chopin, inevitabilmente, la malinconia, la nostalgia di qualcosa di lontano, nel tempo o nello spazio.
Siccome al mio papร  piaceva Chopin piรน di tutti gli altri, avevo sentito almeno un centinaio di volte questo quindicesimo preludio di Chopin.
Finchรฉ una volta, improvvisamente, mi sono improvvisamente accorto che la bellezza del preludio di Chopin era apparentemente determinata, dettata dalla melodia di primo piano - che รจ bellissima, ha delle variazioni bellissime -, ma l'attrattiva del pezzo, la profonditร  del pezzo, la veritร  del pezzo non era nella melodia di primo piano: era in una nota che incominciava a farsi sentire leggerissima e poi cresceva, cresceva, cresceva, cosรฌ che la melodia passava in seconda linea e invece ingrossava questa nota, sempre quella, sempre quella - proprio "mono-tono" -, sempre quella; e poi passava in secondo piano e poi ripassava in primo piano.
E quando uno incomincia ad accorgersi di quella nota, capisce che il tema del pezzo รจ quella nota e non la melodia, e quella nota diventa come una fissazione.
Tant'รจ vero che alla terzultima o penultima battuta finalmente sembra che questa nota sia stata vinta: la melodia prende il sopravvento e detta le sue note lentamente, quasi dominando il campo. Ma dopo quattro o cinque di queste note che dominano il campo, tac tac tac: la goccia ritorna.
E io ho capito improvvisamente, sentendo questo preludio di Chopin - dopo averlo sentito cento volte -, che questo รจ il senso della vita: il senso della vita รจ come quella nota, sempre quello, uniforme. Tutto il colore, tutta la varietร  della vita รจ nell'apparenza; ma, pur essendo la varietร  della vita, il colorito della vita, tutto nell'apparenza, non รจ quello il tema della vita. Quello che l'uomo vuole non รจ quello, quello che l'uomo aspetta non รจ quello: รจ piuttosto quella fissazione lรฌ, che รจ il desiderio di felicitร , il desiderio della felicitร .
Quella nota li รจ nella melodia ciรฒ che nell'uomo รจ il desiderio della felicitร , l'esigenza del cuore, vale a dire il punto di fuga.
Sentitelo questo preludio di Chopin e poi vedrete. Dopo che ho capito questo, in tutti i pezzi di musica mi risulta la stessa cosa!

Don Luigi Giussani"


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"Se noi ci focalizziamo su questo estratto, รจ facile intuire che la nota di fondo รจ il legamento di tutto il brano. Pure un non esperto in musica come me puรฒ capire che nel brano ci sono piรน diverse melodie: una melodia serena che si ripete due volte a inizio brano, una piรน drammatica che ne domina lo sviluppo, e torna infine la serenitร  della prima parte. Si puรฒ ricondurre questo susseguirsi di melodie alla vita: momenti sereni, momenti di difficoltร , momenti piรน belli o brutti. O momenti in cui semplicemente vuoi non esistere piรน. E non cerchi ciรฒ che, invece, vuole provocarti per farti capire dov'รจ la strada da seguire. Parlo per esperienza personale, ma puรฒ essere facilmente ricondotta all'esperienza sensibile di ognuno di noi: come ben sapete, ho ribadito piรน volte nelle mie lettere e nei miei libri precedenti che la musica era inconcepibile. Per me era una concezione assurda: come poteva esistere qualcosa che riempiva il vuoto dell'esistenza umana se quest'ultima รจ stata concepita per essere nuda e cruda? Non รจ di certo stato il mio unico punto debole di tutta la teoria. Sapete benissimo anche che io ambivo al non-essere, allo sparire dal mondo. E l'unico modo per raggiungerlo, era capire l'essere e fare l'esatto contrario. Poco tempo fa ho vissuto un'esperienza decisamente intensa, nella quale tutto ciรฒ in cui credevo e basavo le mie ambizioni รจ crollato. Perchรฉ io stessa le ho fatte crollare, sostituendole con basi piรน vere. Non mi soffermerรฒ ora sul come ho capito quale doveva essere l'orientamento del mio filosofare. Vi basti sapere che dietro questa scelta c'รจ una persona, un manipolatore di metalli: insieme abbiamo iniziato un percorso. "Siamo, possiamo": questo รจ il suo motto. Ed รจ quello a cui dobbiamo tutti attingere: siamo esseri umani con menti straordinarie, possiamo arrivare dove vogliamo. E quindi si รจ rivoluzionato anche il mio modo di vedere la musica, soprattutto con questo preludio di Chopin. La melodia intorno alla nota sono i nostri momenti deboli, i nostri punti di forza, le nostre convinzioni. Ma รจ tramite la fragilitร  umana e tramite la fragilitร  della mente umana che si puรฒ attingere alla fonte di tutto: questo รจ rappresentato dalla variazione di quel Sol diesis o La bemolle a dir si voglia. Perchรฉ poi, la nota originale รจ ciรฒ che ti muove e a cui devi tendere.
Se tu guardi a quella nota e durante tutto l'ascolto del brano cerchi di trovarla, la vedi come presente; lega tutte le melodie. E cos'รจ che lega la nostra vita insieme? C'รจ chi dice Dio, chi dice il Lรณgos, chi dice l'uomo: c'รจ anche chi, dopo un percorso lunghissimo, dice tutte e tre le cose. C'รจ chi dice "il sentimento piรน forte", l'amore: questo sta noi deciderlo. Questa nota รจ la nostra essenza piรน profonda, e tutte le altre melodie a lei agganciate non sono altro che tutto ciรฒ che circonda la nostra essenza: la vita in tutte le sue mille sfaccettature. Fatto sta che quella nota c'รจ, e va raggiunta.

L. K. Eleutheriou, ontologa"

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La donna lesse attentamente i due commenti del brano classico, con gli occhi fissi sulle parole scritte sulla pergamena. Terminรฒ la lettura che l'ultimo accordo del Preludio stava svanendo. Sรฌ, aveva potuto sentire forte e chiara la nota cercata, soprattutto perchรฉ il Sol diesis non si sente spesso all'interno dei componimenti classici.
- Daidara... - Alzรฒ lo sguardo sul ragazzo lรฌ davanti a lei, immobile. Poco dopo, quando il silenzio calรฒ nel giardino, il dottore si mosse verso il salice, di nuovo. Ne tornรฒ con un altro frammento di pergamena. - So che questo preludio ti ha mosso, ma dobbiamo proseguire il viaggio - disse sottovoce. L'astronoma guardรฒ l'inizio della pergamena, e a momenti le tremavano le mani. - Daidara...! - chiamรฒ, con voce incrinata. Incrinata dalla gioia. E la musica riprese.

https://youtu.be/zp7NtW_hKJI

La donna rimase ferma dov'era. Non aveva bisogno di leggere la pergamena, poichรฉ quel testo lo conosceva bene. Abbandonรฒ il foglio a terra, prendendo invece per mano il dottore. - Ho... Ho bisogno di essere io a fare dei commenti relativi ai versi che sentirai - commentรฒ quest'ultimo, prendendo la moglie per entrambe le mani e iniziando a volteggiare piano.

'Cause you're a sky, 'cause you're a sky full of stars
I'm gonna give you my heart
'Cause you're a sky, 'cause you're a sky full of stars
'Cause you light up the path

- Mi spiace parlarci sopra, ma devo. Kibล, ogni volta che sento questa canzone penso a te e a come sei entrata nella mia vita. Esattamente come la presenza della luce che illumina la strada - iniziรฒ Daidara, facendo volteggiare un'altra volta la donna.

I don't care, go on and tear me apart
I don't care if you do

'Cause in a sky, 'cause in a sky full of stars
I think I saw you

- Hai presente il fulmine che squarcia il cielo? Beh, non sei cosรฌ violenta come il fulmine... - e qui si prese un leggero schiaffo sulla spalla, - ...Ma l'effetto รจ simile: entri nella vita delle persone come un fulmine a ciel sereno, e strappi un sorriso almeno a cinque persone su sette. E anche se dovessi soffrire per raggiungerti, lo farei. E se un giorno ti dovessi vedere in cielo, darei tutto ciรฒ che posso per venire da te. - Durante la parte strumentale, Kibล si fermรฒ e scosse appena la testa. - Non rinunciare alla tua vita o alle opportunitร  per me. Vivi sereno - ribattรฉ, per poi sorridere. - Ora tocca a me! - E poco dopo ripartรฌ la parte cantata.

'Cause you're a sky, 'cause you're a sky full of stars
I want to die in your arms
'Cause you get lighter the more it gets dark
I'm gonna give you my heart

- Ci sono certe stelle, Daidara, che muoiono e permangono luminose nel cielo. Non รจ la prima volta che io ti chiamo cielo e tu mi chiami stella... E ora รจ il momento giusto per dirlo: se devo morire, voglio fare come la stella che muore nel cielo. Voglio averti sempre accanto, Daidai, anche nella morte - sorrise, stringendogli le mani. -Sarร  fatto. Inoltre, piรน si farร  buio piรน tu risplenderai, in quanto stella - aggiunse l'azzurro.

I don't care, go on and tear me apartI
don't care if you do
'Cause in a sky, 'cause in a sky full of stars
I think I see you
I think I see you

- Ho un bisogno di-sperato di sapere che cosa tu intendi col vedermi in un cielo pieno di stelle, Daidara. Io sono giร  qui, non devi cercarmi in cielo - chiese la donna, avvicinandosi a lui. - Semplicemente intendo che ti vedo come una stella discesa dal cielo - ribattรฉ lui, sorridendo da sotto la mascherina. - Come ho detto prima con la Luna. Io ti vedo in un cielo pieno di stelle perchรฉ, osservandolo, sento te. -.

'Cause you're a sky, you're a sky full of stars
Such a heavenly view
You're such a heavenly view

Ripresero a volteggiare insieme, lasciando che le note si disperdessero nell'aria a ritmo con loro. La bionda abbassรฒ piano la mascherina del dottore, sulla cui bocca risiedeva uno splendido sorriso. Lui la strinse delicatamente per i fianchi, chinandosi in avanti. - Sei una bellissima visione paradisiaca... Anzi, la mia bellissima visione celestiale. - si dissero l'un l'altro, in riferimento alla canzone giunta ormai al termine. E mentre le note di questa si affievolivano, un tiepido bacio nacque sulle loro labbra.

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"E un tiepido bacio nacque sulle loro labbra."
Siamo giunti a questo momento, no? Ma non รจ finita. Vedrete finalmente la felicitร  che a questi due amanti spetta. Prima di proseguire, perรฒ, dovrete assistere ad un altro evento. Piรน drammatico. E poi potrete godervi il lieto e meritato fine che spetta a questa coppia.

Invece no.

No, non sono cosรฌ dolce come si sarebbe potuto pensare. Vi gusterete prima un finale dolciastro, che preannuncerร  la tragicitร  di quell'evento. Forse non vi disperete, ma chissร . C'รจ sempre un margine di possibilitร .
Chissร  chi cederร  per primo.
Forse voi? O forse loro?
Dopotutto non sono altro che marionette, che voi muovete a vostro piacimento.
E un tiepido bacio nacque sulle loro labbra.
Un finale troppo utopico per essere vero.
Godetevi lo spettacolo.

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- Va bene, va bene. La mia intenzione era di presentare altri due brani, ma mi sa che sono costretto a presentarne uno solo - Poco dopo essersi separati dal bacio, un vento freddo pervase il giardino, scuotendo in modo poco rassicurante le fronde del salice e le pergamene. Ma come il dottore pronunciรฒ quelle parole, si quietรฒ improvvisamente. Ancora una volta tornรฒ al salice, ancora una volta tornรฒ con il foglio scritto. Ancora una volta lo porse alla moglie, che ancora una volta iniziรฒ a leggerlo. Ancora una volta la musica riprese, saltando perรฒ un brano. Saltรฒ "La Campanella", di Liszt. Ma non importava molto.ย Ancora una volta.

Sรฌ, ancora una volta.

https://youtu.be/EWb4LUpL6Io

- Daidara, รจ una canzone di addio... - volle puntualizzare Kibล, leggermente perplessa. L'azzurro si risistemรฒ la mascherina, il sorriso rattristato. - Parla di ciรฒ che avrei detto, fatto e pensato se tu fossi andata via prima del tempo - confessรฒ. Entrambi, senza volerlo, ebbero gli occhi lucidi.

You burn so bright, I see the stars

The way that you laugh, it's like a heavenly choir
You made me feel invincible

When you're with me, I can take on the world

Entrambi ispirarono fortemente. La tristezza, perรฒ, scomparve in fretta: pure una canzone di addio puรฒ essere bella. - Mi ricorda moltissimo la canzone precedente. Tu che mi paragoni ad un elemento celestiale... - iniziรฒ la bionda. Ma Daidara fu piรน veloce. - Ora capisci anche che, con te accanto, posso fare tutto. Tutto. -

You were a comet and I lost it
Watching for comets, will I see you again?
You burn so bright, you burn me up tonight

- Tu mi vedrai sempre, Daidara... Sempre! Io non sono ancora sparita, e non scomparirรฒ mai...! E-e non ti voglio bruciare, non voglio farti del male... - L'azzurro le si avvicinรฒ, stringendola tra le sue braccia. - Non succederร , Kibล... Non succederร . -

Say my name, I'll be there
I didn't know, you should've said that you cared
It's not too late for broken hearts
Take my hand, make a wish on a star

- Esprimi qualsiasi desiderio, tenterรฒ di esaudirlo... - L'astronoma si era calmata, piano piano, durante la parte strumentale. Quella strofa era ancora piรน potente, sapeva che parole andavano usate. - Di' il mio nome, sarรฒ lรฌ in caso tu ne abbia bisogno. Per riparare un cuore rotto non รจ ancora troppo tardi - recitรฒ il dottore, stringendo l'amata tra le sue braccia.

You were a comet and I lost it
Watching for comets, will I see you again?
Everybody needs someone but they can't feel like this
How can I breathe with this burning in my chest?
You were gone so fast, I want you back

- Non... Non voglio perderti - mormorarono poi all'unisono. Non parlarono piรน, da quel momento in poi. C'era solo la musica, e i pensieri che coincidevano. Fluivano come acqua.

You were a comet and I lost it
(Time to spread my wings and fly)
Watching for comets, will I see you again?
(Time to fly away so high)
Now I see you, I'm frozen in time
All your colors burst into life
I don't dare close my eyes
'Cause a love like this happens once in a lifetime

Quell'ultima frase fece palpitare i loro cuori. Fortissimo. Era una frase forte, che esprimeva tantissimo. Anche qui, nessuna parola. Solo il silenzio, e una tacita intesa.

You were a comet and I lost it
Watching for comets, will I see you again?Everybody needs someone but they can't feel like this
How can I breathe with this burning in my chest?
You were gone so fast, I want you back
You were a comet and I lost it
(Time to spread my wings and fly)
Watching for comets, will I see you again?
(Time to fly away so high)
You burn so bright, you burn me up tonight

ใ€Žโœ™ใ€

Che scena commovente, vero? Perdonate il fatto che non l'abbia narrata bene, ma non sopporto certe cose troppo diabetiche.
Ma ora... Si entra nel mio campo.
Buon divertimento.
Un'ultima cosa: la"kibล", ora, non sarร  che una mera e falsa certezza.

ใ€Žโœ™ใ€

https://youtu.be/K3DG_80swBk

In un'altra dimensione, l'anniversario di matrimonio non sarebbe potuto esistere. No. Motivo? Niente di cosรฌ complicato. Basta dare un'occhiata lร , a quell'edificio. Due figure, entrambe vestite di celeste, adagiate a terra. Con decorazioni cremisi.
Sono ragazzi giovani.
Erano ragazzi giovani.
Sono morti.
Kibล, Ultimate Astronomer, gli occhi insanguinati e coperta di ferite, giace sul tetto della scuola. E Daidara, Ultimate Doctor, voleva spiccare il volo. Ma si รจ frantumato al suolo, fragile calice di cristallo.
I corpi sono morti.
Non le anime.
Non ancora.
Aprรฌ gli occhi, mettendo a fuoco un ambiente celeste e blu insieme, punteggiato di piccoli diamanti. Kibล sfrecciava verso l'alto, spinta da chissร  quale forza. Come una meteora, potente. Infuocata, ma di ghiaccio. Una cometa.
Opposto a lei, Daidara compiva lo stesso gesto. La testa puntata verso l'alto, fissando la volta del cielo che stava per raggiungere. Velocissimo anche lui, come la luce.

Here we are
Riding the sky

Painting the night with the sun
You and I
Mirrors of night
Twin flames of fire
Lit in another time and place

Entrambi non sapevano dell'altro. O meglio, erano coscienti che esistesse, ma per le loro menti attualmente vuote non era minimamente passata l'idea che, forse, la propria metร  stesse compiendo lo stesso identico tragitto. Non sapevano l'uno dell'altra. Ma i loro gesti erano gli stessi. Comete che, lanciate a velocitร  supersonica, la testa puntata in alto e le braccia tese lungo i fianchi, erano avvolte da un fascio di ghiaccio. Esso si scioglieva mano a mano che sentivano il calore liquefarle. Lucenti si muovevano nell'aria, uniche fonti luminose in quella distesa cobalto. Sotto la scorza gelida, erano vivi. Specchi opposti, uno davanti l'altra; ma distanti, come se fossero agli opposti di una stessa orbita. Fiamme ghiacciate, due gocce d'acqua congelate; erano state sparate in alto da un'altra dimensione, da un altro tempo.

I knew your name
I knew your face

Your love and grace
Past and present now embrace
Worlds collide in inner space
Unstoppable, the song we play

C'era una piccola memoria che, piano piano, scavava nelle loro menti fredde per uscire allo scoperto. Un nome, un volto. Un amore e una grazia: si stava delineando il ritratto della persona a loro piรน cara. Un sorriso dipinse i loro volti altrimenti statici, grazie a quella memoria cosรฌ calda. Ma un altro ricordo apparve, che li spense immediatamente: passato, presente. Dov'erano? Erano... Morti. E la possibilitร  di vedere l'amato, o l'amata, era nulla. Urlare, si poteva solo urlare: ma la forza doveva ancora tornare. Si abbandonarono quindi all'unica forma di consolazione dolorosa che conoscevano. Insieme al ghiaccio, volavano anche lacrime. Le comete piangono? E se possibile, possono piangere un amore perduto?

Burn the page for me
I cannot erase the time of sleep

I cannot be loved so set me free
I cannot deliver your love or caress your soul so
Turn that page for me
I cannot embrace the touch that you give
I cannot find solace in your words
I cannot deliver you your love
Or caress your soul

La consapevolezza di quella scoperta era terribile. Nella mente di uno nacque l'immagine della sua amata dai capelli in filigrana d'oro, che non respirava piรน. Che non viveva piรน. E quindi, che non poteva piรน amarlo, che non poteva piรน carezzargli l'anima con la sua presenza. Nella mente dell'altra apparve la visione della sua stella dai soffici capelli color cielo, distrutto in mille pezzi. Che non poteva piรน toccarla. Che non poteva piรน darle parole di sollievo. Che non poteva piรน carezzarle l'anima con la sua presenza. Era stata voltata la pagina, anzi, bruciata orribilmente: solo allora un grido unanime abbandonรฒ quelle bocche immobili, risuonando come mille trilli e scampanellii: la voce angelica. Il pianto angelico.

Age to age
I feel the call

Memory of future dreams
You and I
Riding the sky
Keeping the fire bright
From another time and place


Quel pianto celestiale, melodioso ma carico di un'angoscia profonda, scosse le loro anime. Sfreccianti verso la volta del cielo riuscirono a percepire di non essere soli. Abbassarono pian piano la testa, i volti rigati di lacrime. E lo stupore si convertรฌ ben presto in un altro pianto liberatorio, anche se di gioia. Da tempo a tempo si sarebbero sempre chiamati, in vita e in morte. Sรฌ, anche l'amato era morto. Ma era lรฌ. Erano di nuovo insieme. Sembravano memorie di sogni futuri, come se quell'esperienza sarebbe diventata un ricordo. Sempre cavalcando il cielo riuscirono a cambiare rotta, pian piano e sfrecciavano in alto sapendo che prima o poi si sarebbero incontrati. Il fuoco del loro amore e di loro comete li teneva vivi da un'altra dimensione, da un altro tempo.

I know your name
I know your face
Your touch and grace
All of time cannot erase
What our hearts remember stays
Forever on a song we play

Un nome, un volto. Un tocco, un amore e una grazia: sรฌ. Erano loro. A quel pianto melodioso si aggiunsero quei due nomi. Nomi che erano potenti. Kibล e Daidara, Daidara e Kibล. La speranza e la stella, la stella e la speranza. Tutto quel tempo passato insieme non poteva distruggerlo nemmeno la morte. Loro sopravvivevano. I loro cuori finalmente ricordavano, e sarebbero rimasti per sempre: una costante che mai sarebbe stata piegata. Un amore indistruttibile e mai indimenticabile. Mai. Mai...?


Burn the page for me
I cannot erase the time of sleep

I cannot be loved so set me free
I cannot deliver your love or caress your soul so
Turn that page for me
I cannot embrace the touch that you give
I cannot find solace in your words
I cannot deliver you your love
Or caress your soul

La consapevolezza di quella costante era una benedizione gratificante per loro: ma il peggio doveva ancora arrivare. Sempre piรน vicino, sempre piรน vicini: potevano ormai guardarsi in viso tranquillamente. Tentarono di prendersi per mano, ma improvvisamente la loro ascesa si interruppe in modo brusco. Continuarono a salire, piano piano, liberi dal ghiaccio. Attraversarono uno specchio di vetro liquido. Forse erano arrivati in paradiso. Il tanto agognato paradiso degli spiriti amanti descritto da quel poeta italiano, un certo Alighieri. Il sorriso si riformรฒ sui loro volti, ma fu di breve durata.

Orrore d'ogne tipo li circondรฒ, un freddo terrificante e uno scenario apocalittico. Il Destino li aveva puniti perchรฉ troppo utopici. In un mondo crudele non poteva esistere il lieto fine. Nemmeno nella morte. Un demone li percosse con il remo della barca, e a tutti gli urli delle altre anime dannate si unรฌ quello dei due amanti, piรน il loro pianto. Era straziante. Abbandonati sull'altra sponda, sorpassarono il cerchio del Limbo. Un altro demone li giudicรฒ, ma non avvolse spire attorno al suo corpo: inusualmente, prese una foglia secca e la sbriciolรฒ. Fu subito chiaro: altri diavoli presero i due giovani ragazzi, ignorando le urla e il pianto di dolore. Raggiunsero un posto buio sconosciuto anche all'Alighieri, e li lanciarono nel vuoto. Un vento tagliente iniziรฒ a sbatacchiarli in giro. Si cercarono con le mani, non riuscendo a prendersi. - Kibล! - chiamava lui. - Daidara! - piangeva lei. A partire dai piedi, iniziarono a sgretolarsi come coriandoli. Il panico aumentรฒ, le grida di terrore erano sempre piรน strazianti. Facevano male. Si guardarono negli occhi. Tesero le loro mani. - KIBลŒ! -. - DAIDARA! -. Le dita si sfiorarono appena. Si sgretolarono subito dopo. E poi il loro viso. - Kib... -. - ...ara... -.
Morirono anche le anime.

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