𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 8- 𝑴𝑶𝑵𝑺𝑻𝑬𝑹

"Jungkook!"

Jimin era impaurito, mentre il suo ragazzo, urlando, gli lanciava oggetti di ogni tipo.

A partire dai cuscini del divano, fino alle bottiglie di birra vuote, che finivano per sfrantumarsi contro il muro, facendolo spaventare.

Quella sera, Jungkook aveva bevuto più del dovuto, e Jimin ne avrebbe subito le conseguenze.

Il giovane dai capelli rosati era rannicchiato a terra, vicino al muro della stanza. Si copriva la testa con le braccia, cercando di far sparire il mostro che tanto amava, davanti a lui.

"Alzati." disse, il moro.

Ma Jimin era rimasto lì.
Il suo corpo tremava, il suo cuore batteva all'impazzata. Non riusciva a muoversi, era come se fosse entrato in un altra dimensione. Esternato da quella situazione.

"HO DETTO DI ALZARTI CAZZO!"

L'urlo di Jungkook, però, fece risvegliare Jimin, che, con occhi rossi e pieni di paura, lo guardava.

A quel punto, Jungkook lo tirò per i capelli, costringendolo a mettersi in piedi.

Un piccolo urlo di dolore era scappato dalle labbra del rosa, ma il più alto non sembrava minimamente preoccuparsene.

Le mani di Jimin erano contro la parete mentre il moro era dietro di lui, tirandogli ancora i capelli. Si era avvicinato al suo orecchio, per sussurrargli qualcosa.

"Ricorda che l'hai voluto tu. È soltanto colpa tua se adesso sto facendo tutto questo."

Il viso di Jimin era completamente bagnato mentre, confuso, ascoltava le parole del suo fidanzato.

"C..che vuoi fare?" chiese, con voce tremolante.

"Ti farò capire a chi appartieni una volta per tutte."

A quel punto, Jimin aveva capito.

E non voleva.

"Jungkook..amore, no, ti prego, non voglio.."

Il più piccolo, però, gli aveva abbassato i pantaloni, come se niente fosse.

"È colpa tua, Jimin.." ora anche i suoi pantaloni erano a terra, insieme ai boxer. "E adesso ne pagherai le conseguenze."

Gli occhi di Jimin non smettevano di piangere.

Delusione,
paura,
pentimento.

Ormai non sapeva più nemmeno lui cosa provare.

Jungkook era entrato in lui con una stoccata decisa, facendo stringere gli occhi al maggiore, che continuava a maledire se stesso per essere cosi sbagliato.

Cos'ho sbagliato?
Perché sono nato così?
Jungkook ha ragione.

Se lo ripeteva sempre, giorno dopo giorno. Ed iniziava a crederci veramente. Iniziava a credere di meritarsi tutto quello che stava subendo.

Jungkook continuava a spingere in lui; i gemiti mascolini e il suono delle loro pelli che si scontravano tra loro, erano gli unici suoni udibili nella stanza.

Ma Jimin non provava alcun tipo di piacere.

"Hmm..amo il tuo culo più di ogni altra cosa, amore."

A Jimin non restava altro che aspettare che finisse. Si era poggiato con la fronte al muro, senza dire niente. Stringeva gli occhi, sperando che quell'incubo finisse il prima possibile.

"Oh, cazzo..ci sono quasi."

Jungkook era venuto dentro di lui, con un gemito soffocato. Dopodiché, aveva circondato i fianchi di Jimin con le sue braccia e aveva poggiato la testa nell'incavo del suo collo, lasciandogli piccoli baci.

"Ti amo, Jimin."

"...lo so."

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