capitolo sette
Affinity era stata al Boneyard, ossia la spiaggia dove i giovani che abitavano le Outer Banks davano feste e si riunivano per avere una serata di divertimento assoluto tutti assieme, almeno un centinaio di volte. Lì persino i Pogue e i Kook riuscivano a tollerarsi e a condividere in pace quella parte di spiaggia.
E fu lì che John B accostò il furgoncino, al lato della strada, dove la sabbia incontrava la ghiaia, per poi andarlo a posizionare in un parcheggio poco distante.
"Diamoci dentro!" Esultò il castano mentre assieme a JJ apriva lo sportello e saltava giù dalla macchina, con quattro o cinque pile di bicchieri di plastica fra le mani.
Kiara e Affinity trascinarono il fusto di birra fuori dal bagagliaio, Pope invece prese con sè il tubo di plastica con rubinetto da attaccarci. Quando le ragazze raggiunsero il tronco d'albero vicino al centro della spiaggia, lasciarono cadere il fusto sulla sabbia per permettere al moro di montarci sopra la pompa. John B aprì una busta di bicchieri della Red Solo, ne attaccò uno al fusto finchè non fu piena fino all'orlo, e l'offrì a Kiara. JJ, dall'altra parte, ignorò completamente i bicchieri e tirò a se la pompa per rovesciarsi la birra direttamente in bocca. Il resto del gruppo iniziò a sbuffare mentre cercava di schivare la bevanda che il biondino schizzava per aria. Affinity allora gli strappò di mano il tubo e riempì un bicchiere che gli porse un secondo dopo. Il Maybank lo prese delicatamente per poi avviarsi verso il mare barcollando, come se si fosse già del tutto ubriacato. Affinity alzò gli occhi al cielo e poi riempì un bicchiere per John B e uno per Pope, ma quest'ultimo lo rifiutò, permettendo alla castana di prenderselo per se.
Non ci volle molto, forse una quindicina di minuti, prima che il resto dei giovani dell'isola raggiungesse la spiaggia. Dozzine di kooks e pogues arrivarono sempre più in fretta, assieme a gruppi di turisti che venivano chiamati Turons. Alla McCormick era sempre piaciuto stare in mezzo alla gente, ma proprio non riusciva a sopportare gli stupidi, idioti ubriachi che in qualche modo riuscivano sempre a farsi notare durante le feste. Si ritrovò costretta, quindi, ad allontanarsi dalla folla per andarsi a sedere vicina al mare quanto bastava perchè l'acqua superasse la costa e raggiungesse le sue dita dei piedi. La castana si strinse nella giacchetta che aveva indosso quando la leggera brezza marina iniziò ad innalzarsi. L'unico suono a raggiungere le sue orecchie fu quello delle onde che lambivano la costa finchè non sentì la sabbia scostarsi alle sue spalle. Un ragazzo, che Affinity non riusciva a riconoscere, si sedette di fianco a lei.
Doveva essere un turista.
"Ehi, ma ciao." Il ragazzo le rivolse un sorriso che lasciava trasparire quanto si fosse ubriacato quella sera.
"Uh, ciao?" Rispose Affinity a disagio. "Sei completamente ubriaco, non è vero?"
"Psh, no." Borbottò lui, trascinando tuttavia la "o" con voce strascicata.
"Certo." Sbuffò la castana, sarcastica. "Sono venuta quaggiù proprio per evitare idioti ubriachi come te."
Il ragazzo fece una smorfia. "Beh, questo non è molto carino da parte tua."
Affinity fece un sospiro esasperato e si alzò in piedi. "Andiamo, amico, lascia che ti riporti dov'eri prima."
Lui si alzò a sua volta. "Perchè non lasci che sia io a portare te-"
"Se completi quella frase, ti do in pasto agli squali."
"Accidenti." Disse l'ubriaco, confuso. "Sei una dura."
La ragazza alzò gli occhi al cielo e pose il braccio del ragazzo attorno alla sua spalla.
"Beh, guarda un po' chi è che vuole chi ora?" Ridacchiò lui.
"Sta zitto."
Dopo diversi minuti in cui Affinity provò a far camminare il ragazzo da solo, senza riuscirci minimamente, i due raggiunsero di nuovo la folla. Da essa emerse un altro ragazzo che velocemente prese l'ubriaco e liberò la McCormick dal suo peso.
"Gesù, Owen." Grugnì il ragazzo appena arrivato. "Siamo qui da appena venti minuti e sembra che ti abbia travolto un autobus." Posò lo sguardo su Affinity. "Sono davvero dispiaciuto che ti abbia infastidito, ma grazie davvero per averlo trascinato fin qui, sarebbe affogato altrimenti."
La castana forzò un sorriso. "Certo, nessun problema."
I due a quel punto le diedero le spalle e si incamminarono lontano dalla spiaggia. Affinity sospirò e andò a cercare Kiara, che tuttavia la trovò per prima.
"Cosa ti è successo?" Chiese la riccia, raggiungendo l'amica alle spalle.
La McCormick si girò per guardarla bene in viso e fece una risatina. "Non ne voglio parlare."
Lo sguardo di Kiara volò oltre la spalla dell'amica e notarono qualcosa, o meglio qualcuno, che stava in piedi proprio dietro di lei. Gli occhi le diventarono di ghiaccio. "Cosa diavolo ci fai lei qui?" Disse la riccia a denti stretti.
Affinity si girò seguendo lo sguardo della Carrera e vide Sarah Cameron seduta sulla sedia per i bagnini con ai piedi Topper, il suo ragazzo, che cercava di convincerla a scendere.
Affinity, Kiara e Sarah erano state migliori amiche, anni prima. Erano un trio inseparabile e facevano qualsiasi cosa assieme. L'anno prima, però, Sarah aveva dato una festa senza invitare Kiara. Già, la cosa più crudele e drammatica di sempre. La McCormick non ne aveva mai saputo la ragione, ma il party era stato interrotto dalla polizia e Sarah aveva accusato Kiara di averla chiamata. La loro amicizia era terminata quasi subito dopo, e nonostante Affinity avesse fatto del suo meglio per mantenere i rapporti con entrambe, aveva fallito miseramente. Le tre ragazze avevano continuato ad allontanarsi e così le uniche persone rimaste alla McCormick erano diventate i suoi genitori, o meglio, suo padre.
Affinity si girò di nuovo verso la riccia. "Non lo so." Disse, alzando le spalle.
Suoni indistinti di spari e imprecazioni raggiunsero le orecchie delle due ragazze, interrompendo la loro conversazione e costringendole a volgere lo sguardo dall'altra parte della spiaggia dove due ragazzi, circondati da una folla di gente, si stavano fronteggiando. E sfortunatamente, uno di quei due era loro amico.
"Merda-" Imprecò in un sospiro Affinity mentre correva verso di lui assieme a Kiara. Le due riuscirono a farsi strada tra le persone e arrivarono in prima fila in tempo per vedere Topper tirare un pugno a John B. Il Routledge cadde sull'acqua del mare, dando all'altro l'opportunità di assestargli un calcio nell'intestino.
"Hey, John B, non costringermi ad affogarti come ha fatto tuo padre!" Gridò Topper al castano, rannicchiato su se stesso.
Poi si girò, abbassando la guardia, e permise a John B di alzarsi per abbatterlo, facendolo cadere assieme a lui.
"Ragazzi, smettetela!"
"Topper!"
"John B, lascialo perdere, amico!"
Ma i due ragazzi continuarono a lottare, assestandosi a vicenda pugni sulle costole o peggio. John B riuscì anche a riprendersi abbastanza da tirare un pugno parecchio pesante al biondino.
"Ecco di cosa stavo parlando!" Lo incoraggiò JJ.
"John B, smettila!" Urlò invece Affinity.
Invece diversi altri colpi vennero scambiati fra i due ragazzi prima che John B riuscisse a riacquistare abbastanza agilità da colpire e far cadere in acqua Topper, che tuttavia stringeva con forza la maglia del castano e lo trascinò a terra con se. Continuando la lotta, il biondo era riuscito a salire sulla schiena del Routledge e stava tenendo la sua testa premuta contro l'acqua, impedendogli di respirare. John B iniziò a soffrire a causa della presa di Topper che continuava a spingerlo con sempre più forza contro il mare.
"Topper, basta!" Sarah piangeva, impotente.
Pope si guardò attorno, gli occhi pieni di frenesia. "Lo sta affogando!"
Affinity allora decise di andare in soccorso del castano dato che chiunque altro sembrava essere intenzionato a restare lì in piedi senza fare nulla per aiutarlo. Ma non fece che pochi passi prima di sentire la presa di JJ sul braccio che la respinse indietro. Il suo sguardo volò sulla pistola che penzolava dalla mano destra del biondo.
"JJ, no!"
JJ tolse la sicura e premette l'arma contro la testa di Topper. "Già, hai capito cos'ho in mano." Disse, quasi ringhiando. "è il tuo turno, ora, fratello."
"JJ, amico, rilassati!"
La folla però si zittì immediatamente quando vide Topper alzare le mani in segno di resa, il corpo intero che tremava.
"Metti giù la pistola!" Implorò Sarah.
"Hai detto qualcosa principessa?" Ribattè JJ, vendicativo. "Stiamo tutti bene qui!" Il biondo lasciò andare Topper, che corse a rifugiarsi da Sarah, allontanandosi dalla spiaggia assieme a lei. "Okay, tutti quanti, ora ascoltate! Andate via dal nostro cazzo di lato dell'isola!" JJ puntò la pistola verso il cielo e sparò due colpi, guadagnandosi le occhiate e le grida di terrore dei ragazzi che cercavano disperatamente di lasciare il Boneyard.
Pope e Kiara lo raggiunsero velocemente, e iniziarono a sgridarlo per la stupidaggine che aveva combinato. Affinity invece procedette lungo la spiaggia e raggiunse il corpo svenuto di John B, che stava per essere portato via dalle onde del mare. La castana si sedette sulle ginocchia e si portò la testa del ragazzo sulla gamba.
"Gesù, John B, cosa diavolo avevi in testa?"
I suoi occhi si socchiusero per un secondo, solo per poi chiudersi di nuovo senza nemmeno essere seguiti da una risposta.
"Ragazzi, aiutatemi a rimetterlo in piedi!"
Kiara e JJ corsero verso Affinity per aiutarla a tirare John B fuori dall'acqua mentre Pope andava a prendere il furgoncino. La McCormick afferrò le braccia del castano meglio che poteva e lasciò che Kiara e JJ gli prendessero i piedi per riuscire a trasportarlo nel furgone. Una volta raggiunto, Pope aprì lo sportello e i tre amici vi salirono subito, portando con loro il corpo svenuto del Routledge che lasciarono steso sul pavimento. Il tragitto fino a casa di John B (chiamata Chateau, come Affinity aveva appreso pochi minuti prima) fu estramente silenzioso, e perfino JJ, che era alla guida, non disse una parola. Quando arrivarono, i quattro trascinarono senza difficoltà l'amico dentro casa sua per poi lasciarlo e ripartire sul van, facendosi accompagnare da JJ ognuno a casa propria.
Affinity fece un cenno di saluto ai suoi nuovi amici, gli diede le spalle per aprire la porta, e con aria stanca rientrò in casa. Incrociò lo sguardo del padre, che si era seduto ricurvo con la testa fra le mani alla vista dell'entrata della figlia.
"Eccoti qua." Sospirò felicemente.
La castana si lasciò cadere al suo fianco sul divano e si rannicchiò su se stessa, poggiando la testa sulle gambe del padre.
"Com'è andata la giornata?" Le chiese.
"Assolutamente fuori di testa." Borbottò lei in risposta.
"Hm, ma davvero?" Ridacchiò il padre. "Scommetto che l'evento clou della giornata non è stato tirare un uccello fuori da una parete. Ovviamente perchè credo che questo sia ancor di più da fuori di testa."
"Oh mio dio, quanto ci hai messo a tirarlo fuori da lì?"
"Diciamo che mi sono seduto per la prima volta nella giornata quarantacinque minuti fa." Rise l'uomo, smettendo di parlare a causa della stanchezza.
"Wow." Lasciò uscire Affinity con uno sbuffo. I suoi pensieri però volarono alla conversazione avuta con Shoupe qualche ora prima. "Hey, uh, papà, indovina chi ho incontrato oggi?"
Daniel alzò gli occhi per puntarli in quelli della figlia. "Chi?" Chiese.
"L'agente Shoupe."
Il padre si rabbuiò e riportò lo sguardo al pavimento. "Oh, davvero? E... immagino che ti abbia raccontato tutto?"
"Già." La castana deglutì, ignorando il nodo che le si era formato in gola. "Papà, mi dispiace così tanto per essermi dimenticata di chiedertelo. Mi è completamente passato di mente e so che non è una scusa questa ma-"
"Fin, va tutto bene." Disse il padre espirando profondamente. Affinity, però, aveva notato con quale facilità i suoi occhi si erano incupiti quando l'aveva sentito nominare.
"Cos'è successo fra voi due?"
Daniel si sistemò per bene sul divano. "Shoupe non era un semplice compagno per me, era il mio migliore amico. Siamo cresciuti e ci siamo uniti alle forze di polizia insieme, eravamo persino i primi della classe. Eravamo davvero felici di essere diventati partner, ma... a lui non piaceva molto tua madre, diceva di avere un brutto presentimento riguardo a lei. Ma io ero giovane e perdutamente innamorato, perciò ho ignorato i suoi avvertimenti anche se era evidente quanto avesse ragione a chiamarla 'una serpe'. E quando me ne sono andato per unirmi a tua madre nel settore immobiliare, non lo so, Shoupe dovrà aver pensato che l'avevo tradito. Non mi ha più parlato per dieci anni." Il McCormick si strofinò il viso con le mani. "Dev'essere stato lui a rifiutare la mia richiesta di ritornare nelle forze poliziesche."
Affinity rimase senza parole, senza sapere come reagire alle informazioni che aveva appena appreso. Ma poi, la stessa domanda che aveva continuato a infastidirla per tutta la giornata le tornò alla mente...
"Cosa diavolo avrebbero fatto ora?"
E così decise finalmente di chiederlo.
"Cosa faremo adesso?"
"Onestamente, non lo so. Andrò a cercarmi un lavoro domani."
"Dovresti parlare con il padre di Kiara!" Suggerì la castana. "Anche se non sai cucinare potresti fare da cameriere."
Il padre sorrise e le diede un bacio in fronte. "Lo farò, peach. Ora però vado a letto." Annunciò alzandosi in piedi.
"Bene." Sbadigliò la figlia. "Vado anch'io, notte."
"Notte."
Affinty mosse i piedi fino alla sua camera e una volta arrivata si lasciò cadere sul letto, affondandovi dentro, senza trovare la forza per rialzarsi e andarsi a mettere il pigiama.
Tuttavia, per quanto ci provasse e nonostante l'estenuante stanchezza che credeva di sentire, il sonno rimase una cosa sconosciuta per la McCormick. Poco dopo si allungò per afferrare il telefono dal comodino e, controllando l'orario, notò che erano le 3:46 della mattina.
Rimise il cellulare a faccia in giù da dove l'aveva preso e decise di alzarsi dal letto e infilarsi dei sandali. Non sopportava l'idea di dover restare ancora a girarsi e rigirarsi nel letto, e visto che ormai non si sarebbe più addormentata, tanto valeva provare a distrarsi un po'. In punta di piedi passò sulla pedana scricchiolante che portava all'ingresso e aprì la porta, cercando di non fare rumore per non svegliare il suo povero padre. La richiuse delicatamente alle sue spalle e fece una corsetta leggera per le scale lungo la via di fronte casa sua. Era buio, talmente buio da far sembrare l'acqua del porto inchiostro. Non c'era luce sulle strade, e non ce n'era stata dall'uragano, dato che gran parte della corrente non era ancora stata ripristinata al Cut.
Affinity non sapeva esattamente dove fosse diretta, ma sapeva di aver bisogno di un posto tranquillo dove tenere lontani gli orribili scenari che le stavano invadendo la mente. Non poteva farne a meno. Il mondo era ancora sottosopra per lei. La castana girò l'angolo e iniziò a camminare lungo la passerella che portava al canale. Poco dopo si sedette sul bordo, lasciando i piedi dondolare e finire in acqua, smuovendola mentre tracciava cerchi immaginari con le dita dei piedi. Emise un pesante sospiro. Era come se fino a quel momento avesse trattenuto il respiro senza nemmeno rendersene conto, e ora che l'aveva capito, il macigno che prima sentiva di portare sulle spalle se n'era andato. Affinity sentì le lacrime minacciare di uscirle dagli occhi, ma non aveva idea del perchè il suo corpo necessitava piangere. Forse si era tenuta troppe cose dentro? Forse il peggio non era ancora arrivato? Forse tutto ciò che aveva sempre avuto era stata la sua vita "perfetta", in realtà intrappolata in una bolla?
Lacrime calde iniziarono a scorrerle lungo le guance e le spalle a tremare mentre era scossa da violenti singhiozzi. Si premette una mano sulle labbra e portò le ginocchia al petto, rannicchiandosi e facendo tutto quello che poteva per non emettere alcun suono.
Peccato però che qualcuno l'avesse già sentita, e che quel qualcuno si stesse sedendo proprio di fianco a lei sul bordo della passerella.
"Affinity?" Disse una voce.
La castana sollevò la testa dalle ginocchia e si asciugò in fretta le lacrime, riconoscendo subito dopo lo sconosciuto nonostante l'oscurità.
"John B?" L'aveva riconosciuto dal suo odore. "Oh mio d-, stai bene? Sembravi aver perso la testa prima."
"Non so perchè me la stai chiedendo tu quando dovrei essere io a chiederti la stessa cosa." Ribattè. "Tu stai bene?"
Affinity inspirò profondamente. "Credevo di sì, ma ormai non lo so più."
John B rimase in silenzio per qualche secondo prima di ricominciare a parlare. "Cos'è successo? Ti è successo qualcos'altro alla festa?"
La ragazza scosse la testa. "No, è per mio padre."
"Ti va, uh-, ti va di parlarne?"
La castana esitò. Lui non era proprio la persona con cui avrebbe parlato più volentieri in quel momento... ma almeno era qualcuno. "Rircordi quando ho detto che mio padre ha lavorato per il dipartimento di polizia delle OBX?" Mormorò riluttante.
"Sì."
"Beh, ha provato a riprendersi il lavoro, ma il dipartimento non ha accettato la sua richiesta perchè uno degli agenti ha detto qualcosa di male su di lui o roba simile, perchè li aveva lasciati anni fa per unirsi a mia madre nel lavoro con gli immobiliari. Quindi, adesso non sappiamo cosa fare. Semplicemente non riesco a capire come faccia mia madre a mandare a puttane la mia vita nonostante non sia nemmeno più con me."
"Mi dispiace davvero tanto, Fin. Tuo padre sembra una persona davvero piacevole, sono sicuro che troverà facilmente un lavoro."
Affinity posò il mento sulle ginocchia. "Lo spero." Trascorsero un paio di minuti di silenzio prima che la McCormick trovasse il coraggio di fare una domanda che l'aveva tormentata per tutta la notte. "John B, quando tu e Topper stavate, ecco, lottando, lui ha detto qualcosa riguardo tuo padre. Di cosa stava parlando?"
Nonostante la totale oscurità, la castana capì immediatamente che l'amico si era irrigidito sentendo la domanda. "Preferirei non parlarne."
"John B." Sospirò Affinity. "So che non mi conosci e non ti piaccio nemmeno per quanto me ne possa importare, ma non è che devo per forza conoscerti perchè me ne freghi qualcosa di te. Puoi sempre parlarmi. Lo so per esperienza personale che spesso è più facile aprirsi con i completi sconosciuti."
"Non sono ancora pronto per dirti di mio padre." Rispose il Routledge, risparmiandole almeno per una volta il silenzio come risposta.
La castana rimase leggermente ferita, ma lo capiva. Era ancora "quella nuova" nel gruppo e gli altri avevano tutte le ragioni del mondo per dare più importanza al loro legame. La sua mente, poco dopo, volò al relitto che avevano trovato il giorno prima e si ricordò come John B era sembrato fin troppo interessato a quella Grady White. Affity si rese conto che avrebbe potuto aiutarlo, e decise di farlo in quel momento esatto, nella speranza che ciò le avrebbe aperto una strada nel gruppo e l'avrebbe aiutata ad ottenere la fiducia dei suoi nuovi amici.
"So quanto disperatamente vuoi raggiungere quella barca, John B." Constatò la ragazza. "Non ho bisogno di sapere nient'altro per capirlo."
John B si spostò da dov'era seduto. "E allora?"
"Io posso aiutarti ad entrarci."
SPAZIO AUTRICE
ciaoo, come va?
scusate se sono sparita per più di un mese, ma la scuola e le uscite stesse mi hanno tolto un sacco di tempo che prima usavo per tradurre, quindi scusatemi pk avevo promesso un aggiornamento alla settimana e ora sono costretta a pubblicarne uno al mese</3
spero di riuscire ad essere un po' più produttiva ma credo per quello dovrete aspettare Giugno, perdonatemi:(
cmq, se vi è piaciuto il capitolo lasciate una stellina o fatemelo sapere dai commenti, e resistete che maggio sta finendo e pure la scuola<3
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