capitolo cinque


Un raggio di luce, filtrato in parte da un gruppetto di alberi, penetrò nella camera da letto di Affinity passando dalla finestra.
La ragazza allora sbattè ripetutamente le palpebre mentre socchiudeva gli occhi, quasi accecata dalla luce solare mattutina. Si girò in modo da finire con la pancia contro il materasso e attirò a sé un cuscino, schiacciandoselo contro il viso, mentre ascoltava il leggero suono dei rami che venivano sbattuti dolcemente contro le mura di casa sua dalla brezza del mattino. Inoltre, nonostante la porta della sua stanza da letto fosse chiusa, Affinity riusciva a sentire la canzone "Wouldn't It Be Nice" risuonare dalla stanza affianco assieme alla voce del padre, che la stava cantando a squarciagola.

La castana con un profondo respiro si sollevò dal materasso, allontanandosi dal conforto che il cuscino le offriva, e appoggiò la nuca sulla testiera del letto mentre si strofinava gli occhi. Non aveva dormito molto quella notte. La sua mente era stata troppo occupata a pensare e ripensare troppo a ogni singola cosa, e ovviamente la tempesta che era andata avanti tutta la notte non aveva aiutato affatto, ma non che avesse cambiato qualcosa, in realtà. Affinity aveva avuto problemi nell'addormentarsi da quando ne aveva memoria, ed era da allora che riusciva a riposare solamente cinque ore a notte se era fortunata. Tuttavia, non aveva mai capito la causa della sua insonnia. Forse era perché il suo corpo era ormai abituato ad addormentarsi tardi perché la castana finiva sempre i compiti a notte fonda, o forse erano soltanto le voci dei suoi genitori quando urlavano e discutevano ad esserle rimaste in testa e a non andarsene mai.

Affinity si stiracchiò, appena prima di allungare le braccia verso il comodino alla sua destra per prendere una penna e un quadernino. Lo aprì, scrisse sulla prima pagina, come fosse un titolo: "QUELLO CHE SERVE PER ESSERE UNA POGUE" e lo sottolineò più volte. Subito sotto fece il disegno di una scatolina, scrisse "un passato tragico" e lo collegò al disegno con una freccia.  
Un pesante sospiro uscì dalle labbra della castana mentre lasciava scivolare il suo sguardo sul disegno della scatola. Tamburellò la penna sopra di esso qualche altro secondo prima di decidersi a chiuderlo e a rimettere a posto il quaderno sul comodino. 
A quel punto Affinity si alzò definitivamente dal letto e si vestì indossando un paio di pantaloncini corti, una canotta altrettanto corta, e infilando i piedi in un paio di sandali. Poi camminò lentamente verso la finestra della stanza e posò lo sguardo sulla pila di rami spezzati e detriti vari cosparsi nel cortile di casa sua. Il canale, poi, era inquinato dalle decine di rifiuti prodotte dagli uomini, anche se sembrava che la maggior parte della barche fosse sopravvissuta all'uragano, e ciò significava che l'acqua non era contaminata da qualsiasi elemento tossico esse stessero contenendo.

Affinity raccolse la sua chioma ondulata in uno chignon e aprì la porta della sua stanza, solo per trovare suo padre che ballava e cantava una canzone dei Beach Boys mentre puliva la cucina.

"Buongiorno, peach!" Gridò lui per sovrastare la musica.

La castana sorrise sentendosi chiamare con il soprannome che il padre le aveva dato quando era una bambina. "Buongiorno!"

Daniel andò a spegnere il giradischi. "Non penso che tua madre si sia resa conto che mi sono tenuto questo giradischi." Disse con un sorrisetto. "Ma non ho idea di cosa farei senza di esso." Con aria drammatica posò la mano sulla fronte. "Mi toccherebbe ascoltare... la musica moderna!" Esclamò, fingendosi nel panico. "Assurdo!"

Affinity ridacchiò scuotendo la testa. Poi iniziò il suo giro di ricognizione della casa per vedere quanto era stata danneggiata dall'uragano.

"Quanti danni ha fatto?"

"Non troppi in realtà." Rispose il padre. "Questa è una vecchia casa ma resiste alla grande." Diede un colpetto al muro della cucina per dimostrarlo, ma questo al contrario fece uno strano suono. Sembrava quasi quello di due ali che sbattevano.

Daniel McCormick sollevò un sopracciglio guardando la figlia e corse assieme a lei nel cortile dietro l'abitazione, sul cui muro esterno posò l'orecchio. "C'è un cacchio di uccello nel muro." Mimò alla castana con le labbra dopo essersi allontanato dalla parete. "E quel piccolo bastardo non se ne andrà tanto facilmente."

"Possiamo dargli un nome?" Chiese Affinity, rivolgendo al padre il suo sorriso più adorabile.

"Se ci tieni davvero." Rispose lui senza poter fare a meno di sorridere a sua volta.

"Ora ci penso... Scuttle?"

"Intendi come quel pesce davvero stupido di 'La sirenetta'?"

"In realtà sarebbe un gabbiano ma si!"

"Va bene, ma sappi che Scuttle dovrà restare fuori casa."

"Okay, mi sembra giusto." Accettò Affinity mentre tornava dentro. "E ora, in cosa posso aiutarti?"

Proprio quando il padre stava per risponderle, la castana sentì qualcuno gridare. "Hey, Fin!"

Affinity allora si affacciò dalla porta, lanciò uno sguardo nel cortile e vide John B e JJ sulla HMS dei Pogue. 

"Abbiamo un vero e proprio mandato per vederti, oggi!" Urlò JJ.

La ragazza scosse la testa. "Non posso, devo aiutare mio p-"

"No, non deve!" Replicò Daniel McCormick, impedendo alla figlia di finire la frase.

Affinity si girò a guardarlo, confusa. "Si, che devo." Insistette.

"Nope, ho tutto sotto controllo. Vai a divertirti. Vai a fare la bambina." Rispose lui dolcemente.

"Ma-"

A quel punto Daniel girò i tacchi e andò ad accendere di nuovo il giradischi, mettendo "Surfin' Safari" a volume così alto da coprire le proteste della figlia. Iniziò anche a fare giravolte, ballando secondo il ritmo della canzone.

Affinity lo abbracciò di slancio, stringendolo fin quasi a strozzarlo. "Grazie."

"Su, esci, e vattene da qui!" Esclamò lui per sovrastare la musica.

E dopo quello, Affinity corse in camera sua a mettersi un costume da bagno sotto i vestiti. Una volta finito di prepararsi, uscì a passo spedito dall'abitazione e attraversò il cortile in tutta fretta per raggiungere la HMS dei Pogue. JJ le porse la mano, che la castana accettò, per aiutarla a salire sulla barca.

"Tuo padre è un tipo piuttosto forte." Rise il biondo, continuando a guardare Daniel McCormick che faceva giravolte su se stesso mentre andava a recuperare un grosso secchio dal cortile, il quale Affinity presumeva fosse per Scuttle.

"Dove sono Kie e Pope?" Chiese, una volta salita sulla HMS.

"Stiamo per andare a prenderli." Rispose JJ.

La castana era sinceramente sorpresa. Non si aspettava che né JJ né John B sarebbero andati a prenderla di loro spontanea volontà senza l'influenza di Kiara. Tuttavia non fece domande e andò ad appoggiarsi al parapetto della barca, guardandola solcare quelle acque piene di rifiuti sparsi ovunque.

"Agatha ha fatto il suo lavoro alla grande, non è vero?" Sbuffò Affinity.

"Quella matta." Borbottò John B, ironico.

"Amico, saremo costretti a pulire questo schifo per tutta l'estate." Si lamentò JJ.

"Il mio peggior incubo."

Poco dopo John B accostò nei pressi di un molo sul quale Pope stava passando una pompa per pulire.

"Guardate un po' chi abbiamo qui." Disse il Routledge ammiccando e facendo finta di parlare con un walkie talkie. "Abbiamo un mandato ufficiale incontrarla, signor Heyward."

"Non posso." Sospirò il moro. "I miei mi hanno rinchiuso a casa tipo quarantena."

JJ imitò la voce di un agente segreto. "Tuo padre è una femminuccia. Passo."

Affinity diede una manata sul petto al biondo, che fece una risatina.

"Ti ho sentito piccolo bastardo." Grugnì il padre di Pope, poco distante dal gruppetto.

"Ci serve tuo figlio!" Esclamò John B.

"E poi dovreste sapere le regole dell'isola, i giorni dopo gli uragani sono giorni liberi!" Aggiunse JJ con allegria.

Il signor Heyward fece una smorfia. "Questa chi se la sarebbe inventata?"

Il biondo poggiò il mento sul pugno chiuso e volse lo sguardo al cielo, fingendo di perdersi nei propri pensieri. "Uh, il pentagono direi? Abbiamo anche un attestato della sicurezza." Mentre lo diceva, si passò le mani sui pantaloni in cerca delle tasche. "Ho una carta."

"Credi davvero che io sia così stupido, ragazzo?"

"Pulirò il ponte domani." Promise Pope.

"Assolutamente no, lo farai adesso!" Ordinò suo padre.

Il moro guardò gli amici in cerca di aiuto.

"Sali sulla barca e basta." Mimò John B con le labbra.

Pope fissò il gruppetto un altro paio di secondi prima di girarsi verso il padre e borbottare un "mi dispiace", saltando subito dopo sull'imbarcazione. Una volta salito afferrò il Routledge per le spalle e lo scosse violentemente. "Vai, vai, vai!"

"Torna subito qui, ragazzino! Diamine, ora ti toccherà pulire tutti i gamberetti e tutti i pesci, e dovrai riordinare quello schifo di camera tua!"

"Te lo riporteremo tutto intero!" Urlò JJ da sopra la barca.

"E non mi piacciono i tuoi amici!"

"Voi ragazzi siete proprio determinati a morire, allora." Sospirò Affinity.

"Oh, Kook." Ridacchiò John B. "Non ne hai idea."

Poi fece curvare la HMS a destra e, dopo aver girato l'angolo, raggiunse il territorio di Figure Eight. E quattro moli più avanti, Affinity incrociò lo sguardo di Kiara, che teneva una borsa frigo fra le mani. Alla loro vista la riccia sorrise e agitò la mano in direzione della barca.

"Che sia per te la migliore della giornata." Disse John B, facendo la voce in falsetto.

"Giorno!" Esclamò Kie in risposta.

"Ooh che cos'hai lì? C'è anche del succo?" Chiese Pope dopo aver visto la borsa frigo.

"Il solito, qualche yogurt e dei pezzi di carote."

"Hai preso pure i succhi che piacciono a me?" Disse JJ facendo un sorrisetto.

"Ma certo."

Il biondo afferrò la mano dell'amica per aiutarla a salire sulla HMS. "E ora preparatevi all'impatto."

Kiara si lasciò cadere in un posto di fianco ad Affinity e subito dopo tirò fuori dalla borsa cinque birre, che passò ai suoi amici. La McCormick prese la bottiglietta e le tolse rapidamente il tappo, cercando di ricordarsi quando era stata l'ultima volta che aveva bevuto.

Kie fece cin cin con JJ. "Salute." Poi si avvicinò all'amica e sussurrò. "John B è venuto a prenderti?"

Affinity annuì facendo un timido sorriso. "Forse sto migliorando con i ragazzi?"

Kiara le tirò una spallata scherzosamente. "Te l'avevo detto."

La castana scosse la testa. "Prima dobbiamo vedere come andrà. È ancora troppo presto."

JJ a quel punto si alzò in piedi e andò a prua della barca. "Okay, siete tutti pronti?"

Affinity sollevò entrambe le sopracciglia. "A cosa?"

"Ai giochi, dolcezza. Hey Pope puoi far andare la barca un po' più veloce?"

Il moro in risposta diede una calciata al motore.

"Oh dio ora ci siamo. Si alza la velocità." Esultò John B, tornando al timone.

JJ stappò la birra e iniziò a rovesciarsela nella bocca spalancata, ridendo alla vista della bevanda che volava lontana da essa a causa del vento.

O meglio, non andò così tanto lontano, perché schizzò su viso di Affinity e sui capelli di Kiara.

"JJ me la stai buttando sui capelli!"

"Okay, JJ, smettila adesso!"

"JJ finiscila!"

Improvvisamente, però, la barca si fermò di botto e fece cadere tutti e cinque i ragazzi. JJ cadde in acqua dal bordo della nave mentre Pope sbatteva contro il timone e John B, Affinity e Kiara scivolavano a terra. La castana sentì la testa sbatterle contro la ringhiera.

"Gesù, Pope." Si lamentò, tenendosi il capo.

Tutti gli altri sospirarono mentre si rialzavano lentamente da terra. John B si affacciò sull'acqua per vedere dov'era finito JJ, che fortunatamente rispuntò in fretta sulla superficie.

"JJ, tutto bene?"

"Credo che i talloni mi siano arrivati a toccare il retro della testa." Disse il biondo tossicchiando.

"Tu stai bene, Fin?" Chiese Kiara.

Affinity si passò una mano sulla nuca. "Si, sto bene, ho solo colpito quella merda con la testa." Ridacchiò senza fiato.

John B si girò a guardare le due ragazze. "State bene?"

Entrambe gli risposero sollevando il pollice.

"Ma che diamine è successo? Che hai fatto, Pope?" Esclamò JJ una volta tornato sulla barca.

Pope si affacciò dal parapetto per dare un'occhiata all'acqua, e notò la barra di supporto su cui si era incastrata la HMS.

"C'è una barra di supporto." Constatò. "Il canale è stato cambiato."

Affinity si affacciò sul bordo a sua volta e, seguendo quello dell'amico, posò lo sguardo sulle barre sotto di loro.

JJ, allungandosi, riuscì a recuperare la sua  bottiglia di birra dall'acqua. "Almeno ho salvato la birra!"

"Congratulazioni, JJ, riesci sempre a concentrarti sulle cose importanti tu." Sbuffò John B.

Affinity intanto continuò a fissare l'acqua torbida che li circondava. Il suo sguardo lasciò le sbarre e si soffermò subito su un oggetto lì vicino, che però non era un oggetto tipicamente facile da trovare durante una normale gita in barca.
Era... bianco?
Ma poi, all'improvviso, la castana trovò una risposta ai suoi pensieri.

"Ragazzi... credo ci sia una barca la sotto."




















SPAZIO AUTRICE
ciaooo
come state?
io sono molto fiera di me pk sono riuscita a postare il capitolo entro oggi, enniente godetevelo<33
lasciate una stellina se vi è piaciuto e siate felici pk nel weekend dovrei postare il prossimo;)

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