𝐈
"- 𝕻𝖔𝖙𝖗𝖊𝖇𝖇𝖊 𝖆𝖓𝖉𝖆𝖗𝖊 𝖕𝖊𝖌𝖌𝖎𝖔...
- 𝕮𝖔𝖒𝖊 𝖕𝖔𝖙𝖗𝖊𝖇𝖇𝖊 𝖆𝖓𝖉𝖆𝖗𝖊 𝖕𝖊𝖌𝖌𝖎𝖔?
- ..𝖕𝖔𝖙𝖗𝖊𝖇𝖇𝖊𝖗𝖔 𝖆𝖛𝖊𝖗 𝖒𝖎𝖓𝖆𝖙𝖔 𝖎𝖑 𝖉𝖎𝖛𝖆𝖓𝖔."
Mark Lauren passeggia tra le bancarelle del mercato delle pulci di una cittadina vecchia quanto il liquore che conserva nella tasca del giubbotto - rigorosamente - di pelle. Nota delle nuvole sui cigli della strada e neanche si propone di restare sdraiato insieme a loro per assaggiare la morbidezza che creano quando sfumano.
Non cede neanche uno sguardo alle donne che, ammaliate, lo fissano con voglia sfiziosa perché non gli è mai piaciuto cedere e neanche cadere, per carità. E quelle donne stanno proprio cadendo, a pezzi, in rottami e - che ne posso sapere - anche sotto le sue suole.
Mark Lauren inciampa su se stesso ed ammira quanta bellezza si nasconde in quegli occhi uccisi da un militare. E dice che è bello, fugace, caldo e soffice, proprio come l'America che si porta dentro.
Cadono sulle persone delle parole confuse tranne che a lui che cadono virgole sbagliate sotto comando di un punto troppo orgoglioso, però, si ripete, son pur sempre parole quelle.
Quel Mark Lauren che passeggiava, inciampava, prima tra le bancarelle, poi su se stesso e poi ancora sulle parole, brulica di paura da trasformare in possessione. Proprio quel ragazzo, forte e possente, magari anche morto, deve per forza camminare per di lì sennò la retta via si smarrisce e - per carità - nessuno vuole cominciare a contare le ire di quella malvagità.
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Voglio dare inizio ad una nuova fase, almeno spero. Ho cancellato alcune storie, non so se ci avete fatto caso, per poter iniziare con questa. Non mi aspetto nulla da essa, perché le altre storie hanno dimostrato che non so portare nulla avanti, però, voglio comunque provare. Sooooo, ecco a voi Virgin Lauren. Fatemi sapere cosa ne pensate, così possiamo discuterne un po'.
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