↬6. "Wo! Wo! Non si insultano le madri morte"
Liam non poteva assolutamente immaginarsi che avrebbe commesso un reato proprio il giorno più importante per sua madre dopo il compleanno. Si maledisse per la sua stupidità, per aver fatto una cazzata e soprattutto perché non c'era Theo a prendersi lui la colpa e soprattutto perché in un'emergenza del genere il suo cervello è andato in tilt finendo dietro alle sbarre della stazione di polizia.
Jenna era felice come una Pasqua, aveva appena ricevuto la colazione a letto, cucinata appositamente da Theo che arrivò di mattina presto a casa Geyer portando un enorme regalo tra le braccia e una bottiglia di vino.
Liam al dire il vero, pensava che Theo fosse uno stronzo leccaculo che voleva ottenere l'amore di Jenna. Liam lo sapeva che lo faceva di proposito a fare grandi cose per sua madre, solo per addolcirla oppure per far fare una figura di merda a Liam.
Quel giorno Theo si presentò di mattina presto, era entrato in casa Geyer grazie a David che aveva il turno di notte e quindi stava rientrando dal lavoro. David al dire il vero si ritrovò un piccolo ragazzino quasi ventenne dentro ad un camion davanti alla porta di casa con un grosso regalo nei sedili posteriori e con un mazzo di rose in mano ed uno di gigli bianchi nei sedili posteriori. Si guardava ogni volta nello specchietto del guidatore per vedere se i suoi capelli fossero ordinati e sembrava proprio che stesse per andare ad un primo appuntamento oppure a conoscere i genitori della sua futura sposa.
Fatto sta che non era assolutamente così. Liam si ritrovò a svegliarsi con l'odore della cioccolata calda adornata con Marshmallow e poi pancake con sciroppo d'acero e burro. Letteralmente Liam si fiondò al piano di sotto con gli occhi da cerbiatto bisognosi di nutrirsi ma al posto di ritrovarsi sua madre ai fornelli o suo padre, si ritrovò Theo con quello stupido grembiule rosa con unicorni, una camicia bianca con cravatta nera.
Liam si voltò un po' intorno, notando che sul divano vi era appoggiata una giacca nera. Era strano, per Liam era la prima volta che vedeva Theo vestito elegante, con un completo nero, come se stesse andando ad un funerale oppure ad una cena di gala o anche a fare la spia per la Cia sotto-copertura.
<Buongiorno Lupetto> Theo fece un mezzo sorriso mentre cercava in qualche modo girare il pancake che stesse cucinando. Liam sorrise a vedere quella visione. Uno stupido ragazzino con le maniche della camicia arrotolate mettendo in una strana posizione la pentola per non bruciarsi, per non sporcarsi e tantomeno rovinare quello che stesse facendo.
Liam si sedette sulla sedia rialzata dell'isolotto davanti al cuoco e appoggiò il gomito sopra ad esso così da poter appoggiare il volto sul proprio palmo della mano. Non si sarebbe mai aspettato che gli sarebbe piaciuto vedere come prima cosa al mattino Theo che gli preparasse qualcosa da mangiare.
<Buongiorno Stronzo> Fece afferrando un mirtillo di nascosto e dalla vista di Theo per mangiarlo.
Liam rimase a fissare Theo cucinare e porgergli un piatto di Pancakes pieno di sciroppo d'acero, burro, fragole e mirtilli. Theo sapeva benissimo come Liam volesse i pancakes e sicuramente quanto sciroppo dovesse mettere, cioè li voleva proprio annegati nello sciroppo d'acero che più che Pancakes era solo sciroppo e burro.
Liam poi ricevette una cioccolata calda con marshmallow per accompagnamento e si gongolò felice di poter avere una colazione del genere e magari avere anche una chimera tutto fare che gli facesse ogni singola cosa così da non farla lui. Forse Theo lo stava viziando troppo.
Liam, mentre prendeva un boccone più di burro e sciroppo che di pancakes, vide Theo sistemare un piatto di quella prelibatezza su un vassoio di legno con del succo di mirtilli, un caffè, un tost con la marmellata ed un set di posate.
<Appena che finisci, sali con questo dalla signora Geyer> Theo fece spolverandosi le mani nel suo grembiule rosa.
Liam si chiese perché questa volta Theo non volesse prendersi il merito di aver cucinato la colazione per Jenna. Forse bastava il grande regalo che era sul tavolino in salotto? Era un po' sospetto ma tutta la sua ansia andò via bevendo un sorso di quel paradiso fatto a marshmallow.
Theo iniziò a pulire il casino che avesse combinato, lavando piatti e scodelle e decise di preparare una tisana per il signor Geyer il quale si andò a buttare nel letto dopo aver finito un turno di sette ore.
Liam spolverò il suo piatto, e con la pancia piena salì nella camera dei suoi genitori per svegliare sua madre la quale gli baciò tutte le guance non appena vide la sorpresa fatta dal figlio.
Dopo una mezz'oretta, Theo vide tornare Liam accompagnato da sua madre con un sorriso che le riempiva completamente il volto e la pancia piana dalla sazietà.
La donna vedendo Theo dietro alla cucina che finiva di posare l'asciugamano diede un colpo al petto del figlio come a dire "stronzo mi hai mentito!". La donna corse verso la cucina e abbracciò il suo bambino vestito anche fin troppo elegante per un giorno come tutti gli altri.
<Grazie amore mio> fece Jenna stringendo Theo. era divertente perché la donna era un po' più bassina di Liam e quindi arrivava a Theo nel busto. Theo sentì uno strano calore al petto, un calore che non aveva mai provato in vita sua, come affetto genitoriale.
<Colpa di Liam> Theo indicò Liam in imbarazzo, cercando di nascondere il volto con la propria mano ed esitando nel ricambiare l'abbraccio di Jenna.
<Mamma non mi ha mai chiamato in quel modo...> Brontolò quasi con le lacrime agli occhi Liam.
<Ma stai muto che sono ancora arrabbiata con te perché alla tua nascita mi hai fatto aspettare 17 ore in sala parto> ringhiò la donna strofinando il volto sulla camicia bianca di Theo.
<Ecco da dove deriva la sua lentezza> Theo alzò le sopracciglia per punzecchiare Liam e sogghignò divertito.
<Sappiate che vi odio> borbottò Liam mettendosi con le braccia incrociate e riempiendo il petto di aria per poi sbuffare innervosito.
<Ci ami al dire il vero~> fece la donna staccandosi un po' da Theo per afferrare con l'indice ed il pollice la guanciotta del proprio figlio ormai diciottenne.
<Oh sì, che ci ama, vero Liam?> Theo gli fece l'occhiolino leccandosi le labbra e Liam ora non sapeva se morire dentro oppure colpire in faccia Theo. Voleva colpirlo così dannatamente tanto in faccia da fargli sporcare la sua cazzo di camicia bianca piena di sangue.
<Di che ci ami, Liam Eu-> proprio prima che Jenna dicesse il secondo nome di Liam venne fermato da quest'ultimo che le mise una mano nella bocca per fermarla dal parlare.
<Si si come volete!> Liam guardò sua madre dritto negli occhi cercando di fulminarla con lo sguardo e anche dirle che non avrebbe dovuto dire il suo secondo nome davanti a Theo ma alcune volte poteva sembrare un po' stupida nel comprendere il linguaggio del figlio oppure solo malvagia nel non importargliene niente se Liam si vergognasse o meno.
Theo non fece altre domande.
Si spostarono verso il salotto, Jenna si sedette sul divano, più ci si buttò di sopra. Jenna aveva programmato la sua giornata: la mattinata la voleva passare davanti alla televisione; poi appena che suo marito aveva almeno quattro ore di sonno e un po' di carica, uscire ed andare alla fiera del paese che si teneva ogni anno per la festa della mamma e questa volta voleva proprio che Theo venisse con loro.
Però l'attenzione di Jenna finì su quel pacco enorme sul tavolino davanti al divano. I suoi occhi si sgranarono, le mani fremevano e il desiderio di scartare il regalo era ancora più grande di quanto potesse immaginare. Voltò il suo sguardo verso Theo e poi verso Liam per poi puntarlo nuovamente verso il regalo ed ulteriormente verso di Theo.
<Posso?> Fece gli occhioni dolci per cercare di convincere Theo a poter scartare ora il suo regalo.
<Aspetta! Ho anche io un regalo per te!> Liam ne andava fiero, questa volta sapeva che non avrebbe sbagliato nel fare un regalo a sua madre.
Salì come un piccolo cucciolo di Golden retriever per le scale con una velocità sorprendente, poi entrò in camera sua e prese la scatola con la carta decorata che aveva posato sopra alla scrivania. Liam sapeva che qualsiasi cosa Theo avesse regalato a Jenna, sicuramente Liam l'avrebbe battuto per originalità. Riscese al piano di sotto e posò il suo regalo accanto a quello di Theo. Voleva maledirlo in trecento modi differenti. Perché doveva fare dei regali a Jenna quando non è neanche sua madre?
Jenna afferrò il pacco di Theo con la carta argentata messa in maniera bizzarra al tal punto che si poteva notare essere la prima volta che Theo incartasse un regalo. Jenna la tolse delicatamente ed aprì la scatola di cartone. I suoi occhi si illuminarono quando videro un meraviglioso carillon con base di legno con diverse incisioni decorative e con una sfera di cristallo con dentro una rosa. Lei lo afferrò delicatamente con le mani come se fosse l'oggetto più prezioso e delicato che avesse e girò l'asticella per far partire la musica. La stanza si riempì del suono della colonna sonora del Piccolo Principe e la donna quasi si mise a piangere.
Jenna posò il carillon sul tavolo e saltò in piedi per abbracciare nuovamente Theo che si ritrovò ancora una volta in enormi difficoltà nel mostrare affetto e ricambiare l'abbraccio ma questo non scoraggiò per nulla la donna che avrebbe fatto di tutto pur di fare si che gli abbracci tra di loro sarebbero diventati naturali.
Dall'altra parte Liam rimase con la bocca aperta e con il suo orgoglio ferito. Che diavolo era quella cosa?! Perché il primo regalo che Theo facesse a sua madre era così fottutamente bello?! Ora il suo sembrava una schifezza. Fanculo Theo!
Liam quasi era sul punto di togliere il suo regalo dal tavolino mentre gli altri due erano distratti ma venne fermato dallo sguardo di Theo.
<Sicuramente Liam avrà fatto di meglio, giusto Liam?> Così l'attenzione ricadde sul povero beta che era rimasto impietrito mentre cercava di nascondere il regalo dentro ai pantaloni del pigiama per poi scappare al piano di sopra.
Liam ringhiò, quel brutto stronzo doveva metterlo in imbarazzo anche con sua madre? Non era già abbastanza il fatto che Jenna preferisse Theo al posto del suo legittimo figlio?!
Jenna si staccò da Theo e stese le mani per ricevere il regalo di Liam. Lei sbatteva le palpebre più volte in attesa che il figlio le porgesse il regalo e invece Liam era fermo sul valutare di scappare oppure lanciarlo contro la finestra e ops, rotto.
Alla fine glielo diede, mise una mano dietro al collo imbarazzato, sicuramente non era come quello di Theo ma comunque c'era dell'affetto dietro a quel regalo.
Jenna aprì la scatola togliendo la carta azzurra da regalo con i pupazzi di neve e si ritrovò davanti una tazza con la citazione "Mamma: frase Preferita: COME TI HO FATTO TI DISTRUGGO. La mamma rivendica la sua posizione di Creatore o il suo potere decisionale. Se ha deciso di darti al mondo, se la fai arrabbiare, può decidere di farti sparire".
Jenna lesse la frase, fece un ampio sorriso e aprì le braccia cercando di abbracciare il proprio figlioletto. Lo strinse tra le sue braccia e gli diede diversi bacini sulla guancia in segno di ringraziamento.
<La tazza più bella del mondo!> Jenna quasi urlò nell'orecchio di Liam mentre lo stritolava con fin troppa forza per una donna così piccola e carina.
Liam fece la linguaccia a Theo mentre veniva stritolato nell'abbraccio e intanto lo ricambiava. Lo sapeva! Il suo regalo era il migliore! Solo che non sapeva che quella donna avrebbe sicuramente utilizzato quella tazza contro di lui. Il potere delle madri era così spaventoso.
Dopo che la donna sistemò i suoi due regali in casa cercando la migliore posizione per il carillon così che tutti potessero vederlo, e usufruì subito dell'utilità della tazza, si sedette sul divano prendendo il telecomando ed accendendo la televisione.
Ci fu una sensazione di pace in quel momento e di felicità in quella casa. Theo prese la sua giacca da sopra al divano e l'indossò. Era arrivato il momento di andarsene, non poteva rimanere oltre.
La sistemò abbottonandola e prese un bel respiro vedendo la porta. Era fermo come se avesse paura di fare un altro passo, come se quello che stesse per andare a fare sarebbe diventato realtà se fosse uscito da quella porta.
Jenna vide l'agitazione scritta sul volto di Theo e gli afferrò il polso facendo spostare l'attenzione del ragazzo dalla porta a lei.
<Theo, cosa succede?> Chiese la donna con un sorriso sul volto ed ancora sdraiata nel divano.
<Devo fare una cosa, non si preoccupi Signora Geyer> Theo si leccò le labbra sentendole secche. Perché provava così tanti sentimenti? Perché non poteva tornare quella stupida chimera assassina che voleva solo il potere? Voleva fare tacere il cuore di Tara che batteva dentro di lui e voleva fare tacere la voce della sorella nella sua testa che gli ripeteva in continuazione che non si meritava tutto quell'affetto, che si meritava solo di morire.
Jenna sentiva qualcosa provenire da lui, non sapeva bene come spiegarlo ma le sue parole uscirono ancora prima che il suo cervello le registrasse <perché non vieni con noi alla fiera della mamma? La fanno ogni anno, ci saranno le giostre e tante altre cose divertenti>
Theo spostò lo sguardo verso Jenna, con quei occhi luccicanti ed innocenti come se dentro di lui vi fosse un bambino ancora piccolo ed innocente che non conoscesse la parte divertente della vita. Ma poi quella innocenza sparì di colpo, Jenna lo vide abbassare il capo e guardare il parche del salotto.
<Vado da mia madre> Disse semplicemente appoggiando una mano su quella di Jenna per farle allentare la presa sul suo polso delicatamente. Era il momento di fare i conti con tutti gli errori che avesse commesso, con tutto quello che avesse fatto e con la consapevolezza che in quel mondo fosse sempre stato solo e lo sarebbe sempre stato.
Gli occhi di Jenna però si illuminarono come la stella più luminosa in cielo <Voglio conoscerli! Voglio conoscere i miei futuri consuoceri!> La donna si rialzò nel divano e si mise in ginocchio appoggiando i gomiti sull'appoggia schiena del divano.
Theo però non voleva che Jenna venisse con loro, non voleva che vedessero quella parte di lui, non voleva che sapessero cosa avesse fatto, non voleva che quella realtà diventasse ancora più vera rendendolo vivo e non più un sogno.
Liam sentì la conversazione dalla sua camera da letto. Appena sentì che Theo stesse andando da sua madre e Jenna che urlasse quelle parole corse subito verso il salotto. Anche Liam voleva conoscerli, voleva assolutamente conoscere i genitori di un serial killer e capire se era a causa dei geni che fosse diventato in quel modo.
Jenna non poteva trattenere la sua felicità come Theo non poteva impedire di essere afferrato ed di essere strapazzato per essere convinto dalla donna a portarla con sé.
<Potremmo andare insieme alla fiera della mamma! Fare la prima uscita tra consuoceri! Potremmo fare tante cose! Poi ci saranno i brunch, le colazioni nelle tavole calde, poi anche le cene in famiglia! Cosa fanno i consuoceri? Oddio cosa fanno?!> La donna iniziò a parlare a vanvera, entusiasta, troppo energetica e piena di vita, era impossibile da capire come una donna altra un metro e cinquantacinque potesse essere così energetica.
<Mamma quante volte devo dirtelo? Siamo solo amici!> Ringhiò Liam cercando di fermare sua madre dall'essere così iperattiva e soprattutto nel fantasticare su trecento Mila scenari tutti inventati perché sicuramente lui e Theo non sarebbero mai diventati qualcosa di più che di semplici amici.
<Devo assolutamente incontrare i miei consuoceri! Tienilo fermo, Liam> fece Jenna porgendo il polso di Theo al figlio per tenerlo in quella casa fin quando Jenna non si sarebbe preparata.
Quello che non capiva Liam era che Theo fosse cresciuto come un animale selvatico. Quando Theo vedeva un pericolo o quando gli veniva puntato contro un fucile, capiva che doveva fuggire il prima possibile. Mentre la follia di Jenna si stava sviluppando, già Theo aveva programmato sette modi per fuggire da quella casa dove almeno in sei Liam finiva sbattuto contro una delle pareti della casa e non nel senso buono per Theo.
Liam fissò Theo e Theo fissò Liam.
Liam poteva decisamente vedere Theo sgranare gli occhi e mettersi in modalità pericolo facendo illuminare i suoi occhi di ambra. Liam poteva decisamente fiutare la sensazione di pericolo che Theo stava trasmettendo, come se lo stesse per attaccare da un momento all'altro. Liam fece illuminare i suoi occhi di ambra facendo percepire a Theo che comunque avrebbe reagito e si sarebbe difeso.
Ed in quell'istante Theo aveva pianificato altri cinque modi per scappare. Quando un cervo veniva messo alle strette da un fucile, ovviamente egli scappava e correva dalla parte opposta un po' a casaccio per non farsi beccare. Così doveva fare anche Theo. Riuscì a far mollare la presa a Liam, era leggera e quello stupido lo doveva fermare in maniera più appropriata tipo con delle manette se voleva che continuasse tutto quello.
C'era bisogno di professionalità e non ne vedeva da nessuna parte!
Theo si girò e la possibile via di uscita era proprio la porta sul retro collegata alla cucina. Solo che Liam fu leggermente più veloce e gli afferrò l'altro polso facendolo voltare a sé. Theo ancora una volta era in trappola. Quando un cervo ha due fucili puntati contro come può evitare i proiettili?
Theo sicuramente avrebbe risposto prima o poi a quella domanda se solo le mani di Liam non si fossero fermate sul suo volto, preso a coppa ed accarezzato nel modo più gentile ed amorevole possibile. Il cuore di Tara finì con il perdere un battito e se era più che consapevole che quella volta in quell'ascensore quando disse 'non morirò per te', stava mentendo, ora il cuore di Tara non faceva altro che mentire al cervello di Theo.
In fin dei conti quei sentimenti erano di Tara, giusto?
<Hai rapinato una stazione di servizio, hai estorto del denaro a un bulletto della scuola, sei entrato in casa di altri per derubarli, giri nudo e hai rapito una persona, non credo che per te sarà difficile presentarmi i tuoi, vero?> Liam sembrava un po' incazzato, solo un po', d'altronde fece illuminare anche i suoi occhi di ambra mentre guardava quelli grigi di Theo.
E Liam sapeva che quando Theo aveva gli occhi grigi era come se il suo mondo si stesse sgretolando. Ma ora non gli importava davvero molto perché Theo faceva sempre così tante cose assurde e per una cosa normale diventava l'essere più strano di questo mondo. Forse poteva sembrare insensibile ma non gli importava. Ora era arrivato il momento di sapere chi avesse messo al mondo un psicopatico rapinatore serial killer.
Theo poteva essere un Windows 11 ma quando Liam lo toccava così delicatamente e faceva sentire la sua presenza sulla propria pelle, Theo smetteva di funzionare. Il cervo era appena stato colpito e stava perdendo sangue.
Il cervo sarebbe stato servito a cena insieme al purè di patate.
Jenna dall'altra parte aveva svegliato David dandogli dei piccoli colpetti sul volto e poi urlando. Poi iniziò a sistemarsi nel modo più elegante possibile per fare colpo sui genitori del suo dolce genero. Ancora non aveva capito che Theo e Liam non si stessero frequentando e che probabilmente Liam non lo avrebbe frequentato a prescindere.
Dopo un'ora e mezza dove Theo era stato decisamente immobilizzato da Liam incatenandolo davvero con quelle catene che tenesse sempre nella sua stanza e trascinandolo con sé ovunque in casa fin quando tutti non si fossero preparati, erano finalmente pronti.
Jenna con un bellissimo completo elegante da lavoro con pantaloni, giacca e tacchi neri, come se stesse andando a fare colpo su un possibile cliente per avere la causa che le farebbe guadagnare tanti bei soldoni; Liam con la sua solita felpa verde ed un paio di jeans strappati; David si era svegliato da poco dopo due ore di sonno, non si poteva pretendere da lui di essere elegante o quant'altro, si era messo solo una camicia a scacchi e un paio di pantaloni avana.
Uscirono dalla porta di casa della famiglia Geyer ancora con Theo incatenato, ormai a Jenna non faceva più effetto vedere quelle catene, Liam le aveva usate un paio di volte contro di Theo.
<Beta con problemi di rabbia mi faresti solo prendere i fiori che ho lasciato nel camion?> Theo alzò le catene attaccate ai suoi polsi facendogliele vedere.
<Oh sì, scusa> Liam in po' imbranatamente cercò le chiavi delle catene ai polsi di Theo e quasi gli cadde dentro alle grate di un tombino facendo quasi venire voglia a Theo di staccargli la testa.
Theo prese il mazzo di gigli bianchi dal sedile posteriore del camion e prese un bel respiro, non poteva più scappare, sarebbe andato via il suo onore insieme ai centocinquanta dollari che avesse speso per quello stupido carillon. Sbuffò mentre vedeva Liam guardare ogni sua singola mossa per prevenire un'eventuale fuggita e Theo sembrò completamente senza via di fuga.
L'eccitazione della famiglia Geyer nel conoscere quella Raeken era fin troppo evidente nei loro volti. Theo si sentiva come se se li avesse portati lì si sarebbero spenti e non voleva spegnere la luce negli occhi di Jenna.
Salirono in auto, Theo guardava fuori dal finestrino nel sedile dietro al sedile del guidatore mentre sentiva una stupida presenza fissarlo in continuazione.
Però la gioia di Jenna e il fervente interesse di David andarono a spegnersi man mano che Theo diede le indicazioni per trovare la sua famiglia.
Jenna parcheggiò davanti a quel luogo, nella strada opposta all'entrata.
<Dovevi dircelo Theo, mi dispiace infinitamente, non dovevo insistere, mi dispiace> Jenna strinse il volante con le proprie mani e sentiva un nodo in gola, non riuscendo a sapere che cosa dire in questa situazione.
<Ho scoperto dove si trovassero un anno fa, dopo che Liam mi ha riportato indietro> Theo non specificò che stesse all'inferno, non disse nulla di Tara ed il suo riprendersi ciò che era suo, non disse quanto fosse solo stupido nel perseguire la ricerca del potere solo per diventare un esperimento fallito <ma non sono riuscito mai a fare un passo oltre a quel cancello>
Ora tutti i piccoli tasselli che Liam aveva appreso di Theo erano collegati.
Ecco perché abitava da solo in un lurido motel con la moquette umida.
Ecco perché faceva strane cose per sopravvivere.
Ecco perché lavorava in una tavola calda.
Ecco perché Theo si sentiva sempre così solo ed immeritevole.
<Theo dovevi dirmelo> Liam appoggiò una mano sulla spalla di Theo volendolo confortare, volendo dargli tutto il suo appoggio. Non poteva credere che sotto a quello strato di persona arrogante potesse esserci un ragazzo così debole.
<Non voglio la vostra compassione> Theo tolse la mano di Liam dalla sua spalla <erano delle stupide teste di cazzo, dei mormoni troppo devoti alla chiesa ed a Dio, mi consideravano solo la loro punizione divina> Theo alzò gli occhi al cielo facendo un piccolo sogghigno strano tra il ridere e la nostalgia <ma Tara non aveva colpa>
Liam sapeva che Theo fosse strano nel esprimere i suoi sentimenti ma quella conversazione sembrava decisamente diversa, come se a Theo non gliene importasse molto della morte dei suoi genitori, ma solo quella di Tara.
<Tara era tua sorella?> Chiese Jenna voltandosi dal sedile per vedere Theo ancora guardare fuori dal finestrino e tenere il mazzo di fiori in mano.
<Io, mia sorella, una punizione e un demone, a seconda di come la si vede> Theo scrollò le spalle cercando un po' di sdrammatizzare sentendo una sensazione di peso sulle sue spalle più forte di quello che normalmente sentisse. Erano giudicanti, lo sapeva. Ma in fin dei conti quelle parole erano vere.
Tara era il demone che lo perseguitasse durante la notte nei suoi sogni.
Tara era la punizione per essere stato avido, bisognoso di cambiare se stesso, bisognoso di potere ed apatico alla vita.
Tara era ed sarà sempre sua sorella.
Il cuore di Tara batteva dentro di lui.
E Liam comprese che in quelle parole vi fosse qualcosa di più che di semplici parole acide sputate per sembrare insensibile.
<Andiamo? Se rimango ancora intrappolato in questa macchina potrei commettere un omicidio> Theo mise una mano sulla maniglia della porta e l'aprì uscendo velocemente dalla macchina.
Liam sentendo quel "andiamo" gli si illuminarono gli occhi. Perché con una sola parola Theo fece comprendere che non volesse essere da solo, che volesse avere compagnia, che quelle persone che fossero in quella macchina, erano le uniche persone a cui rivelare chi fosse veramente. Che Liam fosse l'unico che sapesse tutta la verità su di Theo.
Scesero dalla macchina ed accompagnarono Theo a varcare il cancello del cimitero. Si persero un po' nella ricerca delle lapidi giuste ma poi le trovarono.
Per la famiglia Raeken era stata organizzata una tomba di famiglia. Sulla lapide c'erano quattro incisioni. Ogni membro dalla famiglia Raeken era scritto su quella lapide e vi era anche il nome di Theo. Jenna sbiancò guardandola, la data di morte di tutti e quattro era segnata sul 2006.
Il volto di Liam si incupì e guardò subito Theo per comprendere che cosa diavolo stesse provando ma Theo non provava niente, Theo non riusciva a provare niente a vedere il suo nome su quella lapide.
Perché Theo era morto, non sapeva precisamente quante volte, ma era morto e quello dentro di lui era solo il cuore di Tara che continuava a pompare sangue in tutto il suo corpo. Gli venne quasi da ridere al dire il vero. Che fine stupida, che vita stupida.
Alzò lo sguardo oltre alla lapide, intorno al cimitero vi era il bosco, e Theo vide la figura di Tara tra quei alberi. Non si muoveva, rimaneva lì a guardarlo, e Theo non riusciva a sfuggire al suo sguardo.
Theo non meritava di trovarsi davanti a quella tomba, non si meritava di poter compiangere ciò che avesse perso, non si meritava di essere triste e non si meritava di avere delle persone così dolci al suo fianco.
Theo si sentiva come Tara.
Quel mondo non era fatto per lui, eppure cercava di sopravvivere in tutti i modi perché il suo corpo implorava di andare avanti.
Theo ritornò nella realtà solo sentendo il calore della mano di Liam intorno al suo bicipite. Doveva ammettere che Liam fosse diventato una costante calmante nella sua vita.
Theo guardò gli occhi oceano di Liam e pensò che non potesse esserci niente di meglio che sentirsi liberi guardandoli.
<Volevo che tu fossi l'unico a sapere chi fossi veramente> Theo fece un piccolo sorriso sincero perdendosi in quello sguardo azzurro di Liam pieno di confusione e di tristezza, sbuffò un po' divertito cercando di togliere via quel velo di tristezza <poi sai com'è tua madre, per essere alti quanto uno gnomo da giardino, siete una famiglia fin troppo impegnativa>
Liam spostò il capo un po' all'indietro sentendosi offeso e mettendo il broncio <abbiamo solo cinque centimetri di differenza>
<Non ti sento! Sei troppo basso, la tua voce non mi arriva all'orecchio!> Theo mise un grande sorriso sulle sue labbra. Adorava vedere le reazioni di quel piccolo beta sempre pieno di rabbia. Sapeva che fin da quando fosse arrivato a Beacon Hills, l'unica persona a cui non avrebbe mai voluto fare del male fosse quel ragazzino che avesse accanto a sé.
<Fottiti stronzo>
Theo rise e non voleva essere in nessun altro posto che in quello e con quelle persone. Anche se Tara lo continuasse a guardare da dietro agli alberi dalla foresta, anche se la sua presenza gli stringesse il respiro facendogli mancare l'aria, anche se sentisse ancora le mani di Tara sul cuore di Tara, ora si sentiva solo un po' più leggero, le sue spalle si erano alleggerite.
Pensava ancora che non si meritasse di stare lì, di portare i fiori preferiti di Tara sulla sua tomba e della sua famiglia. Non riusciva ancora a passare su quel ponte dove fosse morta Tara da quando fosse tornato dall'inferno ma prima o poi lo avrebbe accettato. Prima o poi se avesse continuato ad andare avanti, avrebbe avuto di più la forza per farlo, avrebbe accettato i suoi errori e forse Liam avrebbe visto che era cambiato.
Theo posò i fiori sulla lapide di famiglia e Jenna gli insegnò che cosa bisognasse fare quando si avesse un defunto da onorare. Theo per colpa dei suoi genitori e per colpa dei Dread Doctors smise di credere in Dio, era strano rivolgergli una preghiera, non riusciva a ricordare neanche una parola ma grazie a Jenna che lo aiutò, poté fare qualcosa. Sapeva che una preghiera non avrebbe cambiato le cose così come soffiare sulle candeline per esprimere un desiderio, ma forse se continuava a credere che una preghiera potesse cambiare le cose, forse avrebbe creduto che anche lui potesse cambiare veramente.
<Ora però andiamo alla fiera?> Chiese Theo in un momento decisamente un po' imbarazzante. Jenna gli aveva detto che dopo la preghiera bisognava fare un minuto di silenzio e mentre c'era quello strano silenzio imbarazzante Theo parlò facendo quella domanda che fece voltare tutte e tre i suoi accompagnatori <che volete? Non sono mai andato ad una fiera, vivevo nei boschi> alzò le spalle con fare evidente ricevendo un colpo da parte di Liam alla nuca.
Si era fatta ora di pranzo, David non poteva sperare di vedere l'ombra di un letto ormai, Liam invece continuò a parlare di tante cose da fare alla fiera e così anche Jenna, sembrando gli unici a dover intavolare una conversazione nella loro strana lingua perché poi diventavano incomprensibili e Theo riceveva un'occhiata da parte di David come se gli dicesse di dover avere pazienza.
Liam non aveva mai visto niente di più bello al mondo del volto di Theo completamente illuminato dalle luci della fiera e dallo sguardo stranito e confuso per le troppe persone che vi fossero presenti. Liam vedeva Theo che si girava intorno cercando di capire che diavolo succedesse e perché ci fossero così tante urla strane di bambini e pianti e poi anche tante strane risate. Ovviamente per uno che non fosse mai andato ad una fiera avere il volto schifato mentre sentiva dei bambini piangere. Era divertente per Liam.
Liam pensava che Theo avesse una avversione per i bambini che piangessero perché Theo, appena ne vide uno che stava correndo con un gelato in mano mentre piangeva per andare dalla mamma la quale si trovasse dietro a loro mentre entravano alla fiera, si spostò così velocemente lanciando Liam di lato e facendolo sbattere contro Jenna e David solo per non voler toccare quell'essere mostruoso.
Liam rise anche se aveva ricevuto un colpo sulla spalla da Jenna che stava cadendo nella bancarella dello zucchero filato accanto portandosi dietro anche David.
<Cosa diavolo aveva quel mostro?!> Urlò Theo indicando il bambino con il viso completamente sporco di gelato al cioccolato e fragola con il cono che si stava sciogliendo nella mano, poi con i capelli completamente scompigliati e sporchi di stelle filate, brillantini e coriandoli.
<Era un bambino, Theo e sicuramente piangeva perché il gelato gli si stava sciogliendo> Fece Liam spintonando la spalla di Theo per metterlo al suo posto così da stare dritto <non hai mai visto dei bambini piangere?>
<Ho visto persone piangere ma solo perché venissero aperte in due senza anestesia> Theo crucciò lo sguardo mettendo in evidenza con ironia di nuovo il suo passato <e poi perché c'è tutto questo casino?!>
<Sei proprio un vecchio brontolone> Liam sbuffò alzando gli occhi al cielo <Mamma sto portando Theo alla bancarella delle caramelle!> Liam afferrò con un sorriso la mano di Theo e la strinse forte tirandolo a sé.
<State attenti e divertitevi! Ci incontriamo da Tonio's per mangiare!> Jenna li salutò con un cenno di mano e li vide andare via. Sentiva la sensazione che la sua famiglia fosse finalmente al completo.
Theo non rimase per nulla a fissare la mano di Liam stretta alla sua. Al volto felice di Liam tutto il tempo mentre gli indicava ogni bancarella che volesse fare e non rimase neanche a fissare Liam trasmettere la gioia più bella che Theo avesse mai visto.
Liam trascinò Theo prima nella bancarella delle caramelle prendendo uno zucchero filato e una mela caramellata. Porse lo zucchero filato a Theo e gli disse di mangiarlo e che fosse buono.
Theo con esitazione lo fece sorridendo e prendendone alcuni pezzi piano piano guardando come Liam stesse cercando di mangiare la mela caramellata come se fosse un piccolo scoiattolo quando nascondeva la ghianda dentro alla bocca <posso?> Theo indicò la mela chiedendogliene un pezzo solo per assaggiare e Liam gliela porse. Theo fece uscire le due zanne per affondare i suoi denti sulla mela e staccarne un pezzo. Sembrava come se il caramello volesse attaccargli i denti e sciogliersi in bocca. Era buona. Liam riuscì anche lui a dargli un morso imitando come Theo avesse fatto e poi rubò un pezzo di zucchero filato a Theo.
Liam trascinò in tutte le bancarelle Theo, facendogli comprare un sacchetto di caramelle di tutti i diversi tipi, waffle e hot dog ed anche tutto il cibo che Theo non avesse mai provato stando ad una fiera. Videro anche la gara per le torte più belle in onore alla mamma. Vinse Nolan ma aveva una strana maschera sul volto come se non volesse essere riconosciuto ma per un essere soprannaturale era facile farlo dall'odore.
Liam fischiò il nome di Nolan e Theo rise vedendo il povero Nolan scappare imbarazzato dopo aver preso la coccarda del primo posto.
Gli occhi di Theo si illuminarono quando vide una bancarella dove vi era tiro al bersaglio e si poteva vincere un enorme peluche di un lupetto.
<Scommetto venti dollari che non riesci a colpire tutti e tre i barattoli e vincere> fece Liam uscendo venti dollari dalla tasca. Guardò il volto di Theo e lo vide fare un ghigno.
<Oh, bel lupetto, non mostrerò di certo le mie doti solo per venti dollari> mise una mano sul tavolo della bancarella e alzò le sopracciglia verso di Liam per sfidarlo.
<Allora cosa vorresti?> Liam ritirò il denaro rimettendolo in tasca e si avvicinò a Theo con aria di sfida.
<Un appuntamento> il cuore di Tara si fermò per un attimo perché il cervello di Theo non riuscì a connettere bene con la sua bocca e quindi essa aveva fatto tutto da sola <cioè, sulla ruota panoramica>
Liam lo guardò e poi spostò gli occhi sul petto di Theo per sentire il suo battito, era accelerato e non lo era mai stato neanche quando avesse avuto una marea di uomini che gli puntassero contro delle pistole <D'accordo, ma al posto della ruota ti porto su quella> Liam indicò la giostra con dei sedili che andava in alto e veniva lanciata in cielo per poi ricadere sulla struttura ad una velocità assurda.
<Hai mangiato come un maiale e vorresti fare quello? Se mi vomiti addosso ti faccio rimpiangere di essere vivo>
<Come sei melodrammatico, non ti vomiterò addosso>
<Lo spero per la tua vita>
<Tanto non farai neanche un colpo, pivello> Liam si appoggiò sul fatto che Theo non avesse mai giocato ne ad un videogioco dove si sparasse ne tantomeno ad un gioco dove era truccato tutto. Theo non sapeva dei trucchetti che utilizzassero i venditori solo per far perdere i clienti.
Però Theo impugnò il fucile come se lo avesse impugnato da una vita, non si mise neanche in posizione per vedere dentro al binocolo e sparare ai barattoli, ne tanto meno usare due mani per tenere il fucile. Lo impugnò solamente, lo regolò per colpire i barattoli e sparò un colpo al lato della base di uno dei barattoli facendolo cadere dallo scaffale così portandosi anche gli altri due con sé. Liam rimase di sasso mentre il venditore stava porgendo a Theo il grande peluche da lupo
<Cosa stavi dicendo? Che non ci sarei riuscito, piccolo beta?> Ed ancora una volta Liam vide quello stupido ghigno sul volto di Theo che gli faceva provocare dentro solo una strana rabbia da volergli colpire la faccia ripetutamente.
<Solo fortuna del principiante> fece una smorfia e si voltò dandogli le spalle e mettendosi le mani nelle tasche.
<Non vuoi il peluche?>
Liam si voltò <l'hai vinto tu, perché dovrebbe interessarmi?>
<È ingombrante come te, magari potreste farvi compagnia> l'unica cosa che in quel momento pensasse Theo era un "ti prego prendilo".
<Forse mi stai scambiando per te stesso? Non voglio un peluche> Liam non riusciva a comprendere lo sguardo e la sorta di supplica che Theo stesse cercando di dimostrare volendogli dare quel peluche con così tanta insistenza.
<Non vorresti avere qualcosa da torturare con le tue continue lamentele prima di andare a dormire al posto di chiamarmi?> Theo stava decisamente pensando a quanto potesse essere stupido. Capiva che fosse alto come un gnomo da giardino più un succo di frutta ma proprio non aveva neanche un briciolo di cervello?
<Non ti piacciono le mie chiamate? E poi non mi lamento! Esprimo dei pensieri riguardante la mia giornata! Alec è un coglione e lo sai!> Brontolò Liam sentendosi offeso. Se non gli piacevano le sue chiamate allora bastava dirglielo, perché diavolo non glielo diceva? Non l'avrebbe più stressato. Anzi non si sarebbe più lamentato di Alec. Non è vero, lo avrebbe fatto comunque.
<Non è questo che voglio dire, cioè-> forse Theo iniziò ad avere un leggero tic all'occhio.
<Oh mio dio! Siete riusciti a prendere il peluche gigante?!> La voce di Alec si fece largo tra la folla capitolando davanti ai due che sembravano avere decisamente una lite o forse era solo Theo che voleva staccare la testa a morsi a Liam.
<Alec?>
<Amico! Desideravo un peluche come questo da quando avevo sette anni e voi siete riusciti a prenderlo? Posso averlo?!> Alec guardò con occhietti dolci e da cucciolo bastonato.
Theo non voleva dare il peluche ad Alec, preferiva tenerlo lui ed usarlo come appendi vestiti lanciato in una parte della camera del motel che darlo ad Alec. Poteva essere il suo preferito tra la combriccola di stupidi ragazzini dentro al piccolo branco ma Theo voleva che Liam lo avesse. Perché Liam non capiva?
Però Theo ricevette uno strano cenno con il capo da parte di Liam che sembrava gli stesse dicendo "dagli quello stupido pupazzo, Theo". Theo grugnì e ancora con uno strano tic all'occhio e la sua poca volontà nel donare il peluche che avesse vinto, lo tese verso di Alec.
Alec lo afferrò e lo alzò in cielo per poi tenerlo tra le braccia <grazie> la voce si poteva sentire a tre chilometri di distanza ed urlò dalla felicità <Mama sei fantastica!> Alec poi abbracciò Theo e Theo aveva già quindici piani sul come uccidere Alec nel peggior modo possibile senza la possibilità di ritrovamento di cadavere.
Però poi Theo sentì una mano appoggiata alla sua spalla e l'odore di Mason che si faceva largo nelle sue narici. Voltò il capo un po' di lato per vedere il volto di Mason simile al suo, come se comprendesse la sua sofferenza momentanea.
<Poi lo recupero io, so che volevi darlo a Liam> sussurrò Mason vicino all'orecchio di Theo sapendo che lui lo avrebbe sentito comunque, anche se avesse parlato a fil di voce, grazie ai sensi amplificati <la prossima volta non insultarlo, dovresti dirglielo e basta> fece un piccolo sorriso sincero.
Non importava quante volte Theo gli dicesse "tutto questo l'ho fatto per non farti catturare" oppure "non morirò per te", sapeva perfettamente che non poteva meritarsi i sentimenti di Tara. Il suo cervello continuava a dire che doveva fermarsi, che doveva fermare il cambiamento prima che tutto andasse a puttane e ne sarebbe rimasto fregato, ma non riusciva a fermare il cuore di Tara.
Per Theo non importava se Liam non ricambiasse, o che stesse solo fingendo di non notarlo solo perché così Theo non si sarebbe allontanato da lui a causa dell'imbarazzo di un possibile rifiuto. A Theo non importava perché pensava che anche solo poter stare accanto a Liam era abbastanza e quindi non doveva fare assolutamente il passo in avanti, non doveva rovinare niente e non doveva assolutamente e fottutamente spingersi oltre.
Però la cosa che dava più fastidio a Theo e che Mason era un genio. Prima o poi gli avrebbe fatto mangiare un cazzo di dizionario solo per fargli capire che alcune cose non bisognava sapere o conoscerle o magari dirle al fidanzato, perché così Theo si ritrova con due persone che lo compativano e se solo non fossero stati amici di Liam, li avrebbe eliminati e nascosto il loro corpi in qualche landa desolata nella foresta. Lo aveva già fatto un paio di volte, in passato, ed ancora nessuno aveva trovato i corpi, poteva dire che fosse un genio e che avesse dell'esperienza quindi era meglio non giocare con il fuoco ma se lo avesse detto a quei ragazzini sarebbe finito decisamente dietro alle sbarre.
<Mason? Corey? Che ci fate qui?> Chiese Liam guardando altre Theo per vedere i due ragazzi con le mani intrecciate fra di loro dimostrandosi tutto l'amore possibile con un così semplice tocco.
<sai com'è mia madre, giusto?> fece Mason quasi un po' sofferente ma dimostrando un piccolo sorriso <voleva portare il fidanzato bianco di suo figlio ad un raduno di "famiglia", ho sette zie che stanno lottando per chi salire per prima sulla ruota panoramica> quasi gli scappò una piccola risata di sofferenza. Mason era sicuro che non voleva che Corey incontrasse anche la zia di quindicesimo rango ma a quanto pare sua madre era un dittatore fatto in carne ed ossa.
<perchè avete delle famiglie così prolifere?> Era una domanda che Theo fece uscire dalla sua bocca forse non pensandoci davvero molto così da ritrovarsi lo sguardo sia di Liam che di Mason puntato contro <Perchè mi guardate come se avessi rapinato un'altra pompa di benzina?>
<un'altra?> Mason chiese.
<Theo fino a prova contraria sei ancora in parte umano, in questi casi si usa "accondiscendenza"> Liam gesticolò un po' con le mani guardando gli occhi di Theo che potevano solo trasmettere "cosa diavolo stai facendo? Sta fermo con quelle cose".
<è come una carta dei pokemon> Fece Alec stringendo il suo pupazzo <però io preferisco Charizard>
<Davvero stiamo paragonando i sentimenti umani a delle carte dei Pokemon?> Mason rise e si sentì nuovamente vivo e senza pressioni da parte della sua famiglia.
Theo rimase a fissare quel gruppo di coglioni che iniziarono a parlare "vivacemente" di quale pokemon fosse il migliore, finendo anche con Liam che stava per strappare il peluche ad Alec dicendo che non lo meritasse e che avrebbe preferito che si togliesse dai coglioni.
Theo rise non intromettendosi nella discussione, non solo perchè non gli interessasse molto dell'argomento ma anche perchè non ne sapesse veramente nulla ma non glielo avrebbe detto, non in quel momento, non davanti a tutti. Quindi quando gli chiedevano delle opinioni si limitava sempre a dare ragione a Mason solo per fare dispetto a Liam e farlo arrabbiare maggiormente ed adorava quel broncio sempre all'ingiù quando sembrava rimanere ferito.
Poi Theo vide il peluche che volesse dare a Liam andare via stretto tra le braccia di Alec e qualcosa dentro di lui non voleva smettere di seguire con gli occhi la figura che stava sparendo in mezzo alla folla insieme a Mason e Corey.
Grugnì ed crucciò lo sguardo vedendo ormai Alec con il suo peluche sparire dalla visuale. Alla fine Mason avrebbe ridato il pupazzo a Theo e Theo invece gli attaccò un sasso intorno al corpo e lo lanciò contro la finestra di Liam così rompendola ma almeno Liam avrebbe avuto un pupazzo. Ovviamente Theo poi scappò ridendo e vedendo Liam imprecare contro di lui, ma quello sarebbe successo solo due giorni dopo al fiera.
La sua attenzione in quel momento però venne risvegliata quando un piccolo lupo che aveva rifiutato il suo peluche gli diede un piccolo colpo alla spalla con la propria. Theo si voltò verso di Liam e lo vide con le mani nelle tasche posteriori dei Jeans, con le punte delle converse in alto e poi in basso dondolandosi avanti ed indietro un po' a disagio e con lo sguardo puntato verso l'attrazione turistica che tanto desiderasse fare.
<quindi> quasi Liam si voleva mettere a fischiare ma quando mise le labbra pronte per farlo non gli uscì nient'altro che il fiato con qualche imprecazione interiore sul perchè non riusciva a farlo.
<quindi che cosa?> Theo non smise neanche un secondo di guardare il lupo che evitasse il suo sguardo, perdendosi nella sua fottuta innocenza. Non cercò neanche di nascondere il sorriso che si fosse fermato sulle proprie labbra e i suoi pensieri che spingessero sul far dire a Liam che cosa volesse fare davvero.
<hai sicuramente imbrogliato> borbottò mordendosi l'interno della guancia.
<oh che peccato!> Theo mise in atto ogni suo briciolo di arte recitativa, anche se mentiva e recitava da quando avesse nove anni, <se la pensi così allora niente quella giostra che tanto vorresti fare, che peccato, davvero!> la voce sembrava quella di una madre per attirare il figlio a mangiare le verdure con un trucchetto strategico così da convincere il bambino che le verdure le stesse mangiando di sua propria volontà.
<non è questo che sto dicendo!> Liam voltò subito il capo verso di Theo e premette le labbra una sopra l'altra cercando di dire qualche parola che non facesse montare l'ego di Theo ma anche convincerlo di fare Cyberspace.
Theo voleva baciarlo. Voleva afferrare il volto di Liam tra le sue mani e baciarlo. Theo però si perse in quei meravigliosi occhi illuminati, con diversi colori, dalle luci delle tende e dal panico che solo Liam potesse avere.
<quello che sto dicendo è che ti permetto di fare il Cyberspace con me anche se hai imbrogliato> mise un piccolo broncio con fare superiore ma Theo non sentì neanche una sua parola. Non sentì nient'altro che il battito del cuore di Liam e tutte quelle strane emozioni che gli stessero percorrendo il corpo e che non potesse fermare. Era pietrificato e per la prima volta nella sua vita aveva paura di fare un passo per andare avanti.
Solo che quel passo non lo fece da solo. Theo sentì la mani di Liam avvolgere il suo polso e tirarlo per farlo camminare ed ad un tratto si ritrovò a fissare la mani di Liam e la sua schiena che andavano avanti tra la folla trascinandolo. Forse anche lui poteva provare almeno un po' di felicità, almeno per una volta.
Si ritrovarono a fare la fila e poi a salire sulla giostra e mettersi le protezioni necessarie per non volare via e morire. Theo non smise neanche un secondo di guardare il volto felice di Liam, ogni sua piccola sfumatura, ogni piccolo dettaglio di felicità e di terrore e anche quando gli vomitò nella giacca si limitò nel non soffocarlo con quella.
Appena scesi dalla giostra Liam sprizzava gioia ed euforia da tutti i pori, Theo stava camminando davanti al beta, non aveva mai testato la sua resistenza ad alte quote e poteva dire che non riusciva a sentirsi le gambe. Se Theo non fosse stata una persona che non voleva dimostrare il suo panico, avrebbe baciato il terreno e ringraziato di poter ancora appoggiare i piedi a terra.
<è stato fottutamente fantastico> la voce di Liam riecheggiò nelle orecchie di Theo che erano decisamente semi chiuse.
<ciò che mi sorprende è che tu non-> Theo si voltò verso di Liam con un sogghigno quasi deluso sul non aver avuto ragione, ma al posto di completare la frase si impanicò.
Vide Liam accasciarsi portando le mani allo stomaco e Theo corse subito verso il suo soccorso decisamente preoccupato quando alla fine Liam gli vomitò non solo sulla giacca ma anche sulla camicia bianca e sulla cravatta. Theo allontanò la mani da Liam alzandole come se vi fossero dei cazzo di cacciatori che gli stessero puntando contro delle armi e prese un bel respiro chiudendo gli occhi e cercando la sua pace interiore per non uccidere il beta di Scott.
Liam dall'altra parte dopo aver vomitato non solo la mela caramellata, ma anche le caramelle, il pretzel, l'hot dog, tacos e qualche altra cosa in quella poltiglia disgustosa, accennò un lieve sorriso e gli scappò una risata sommersa nel guardare Theo.
"Non uccidere il beta di Scott, non uccidere il beta di Scott" Theo lo continuava a ripetere anche a voce alta mentre Liam invece iniziò a ridere ad alta voce puntandogli il dito contro come se fosse uno spettacolo da vedere.
<mio Dio> fece Liam riuscendo a riprendere l'aria dai suoi polmoni dopo aver riso per venti minuti lasciando Theo in quello stato <posso farcela, oddio> cercava di calmarsi ma ogni volta che riaprisse gli occhi vedeva Theo in quello stato e si chiedeva se fosse il giorno più bello della sua vita.
<io lo ammazzo, giuro su Dio che ti ammazzo> ringhiò con tutte le sue forze Theo serrando i pugni e prendendo un bel respiro.
<non ci riusciresti mai> Liam gli rispose ridendo e tentando di mettergli le mani sulle spalle ma poi le allontanò facendo un verso un po' schifato <che schifo>
<se non vuoi finire mangiato dai piragna-> Theo non finì neanche di completare la minaccia rivolta a Liam che questo si asciugò le piccole lacrime che gli sorsero ai lati degli occhi per aver riso troppo e furono ciò che fermarono una povera e stupida chimera persa d'amore a commettere un omicidio.
<su su> Liam sorrise ancora di più <qui vicino c'è un posto dove puoi cambiarti>
Alla fine Theo si fece accompagnare da Liam in una piccola tenda dove vi erano tantissimi vestiti perché veniva usato per lo più come posto per gli oggetti smarriti oppure per tenere gli abiti di scena di qualche spettacolo che veniva realizzato durante la fiera. Entrarono dentro a quel ripostiglio e si ritrovarono con degli appendini ripieni di costumi da clown.
<Theo, Theo> Liam ricercò la sua attenzione afferrando uno dei vestiti da clown <che ne dici di questo? Ti starebbe un incanto>
<oh no, lascio l'onore a te visto che ridi da tre ore> Theo alzò gli occhi al cielo e pensò a come diavolo sia potuto finire in quella fottuta situazione di merda quando un tempo era una fottuta e pericolosa chimera della morte.
<Non prendertela, mica mi avevi avvertito> Liam pressò le labbra una sopra l'altra cercando di negare il sorriso e la piccola risata guardando come Theo si fosse subito girato e sgranato gli occhi come per dire "cosa hai detto?! Vuoi per caso morire?!"
<Theo ricorda che è il beta di Scott, non puoi ucciderlo senza fare una carneficina> Theo blaterò tra se e se prendendo un bel respiro e Liam rise ancora.
<la grande chimera della morte è arrabbiata?> Liam fece gli occhietti dolci avvicinandosi a Theo che aveva tra le mani per sbaglio un costume di Elsa.
<al contrario! vorrei stritolarti tra le mie braccia> Theo sogghignò aprendo le braccia ed avvicinandosi a Liam il quale sgranò gli occhi ed indietreggiò.
<Non osare avvicinarti> Liam iniziò a lanciare dei vestiti e anche alcuni oggetti come cappelli e stivali addosso a Theo solo per farlo stare lontano <non avvicinarti! Theo ti prego!> urlò non riuscendo a fermare l'avanzata di Theo nel avvicinarsi con i vestiti ancora sporchi.
<hai per caso paura di me, piccolo beta?> ora era Theo a ridere di quella disgrazia vedendo Liam sbattere la schiena contro il muro non riuscendo ad avere via di fuga.
<non voglio avere l'odore di vomito addosso! Cambiati ti prego!> Liam chiuse gli occhi e lanciò qualcosa sulla faccia di Theo, poteva giurare che la cosa lanciata non fosse un elmo romano ma mentirebbe.
Theo venne colpito alla fronte con il ferro freddo dell'elmo <Liam> fece un piccolo ringhio che provenisse dal petto per quanto la sua pazienza era andata anche fin troppo sotto terra, <ed io che avrei sperato che mi chiedessi di togliermi i vestiti in casi differenti da questo> borbottò infine <esci da qui, coglione> gli indicò con il pollice l'uscita sospirando.
Liam con il petto gonfio per la fierezza per non essere stato abbracciato, uscì dallo sgabuzzino e si sedette fuori nelle sedie. Prese il suo telefono scrollando tra le immagini che aveva scattato ed immortalato in quella sera. Liam sicuramente non era un bravo detective, non riusciva mai a risolvere un caso e soprattutto odiava il true crime e quando sentiva quei programmi trasmessi in televisione, perchè Jenna e Theo li guardavano, c'era qualcosa che non andava in quelle foto.
Liam inizialmente aveva un sorriso così evidente mentre guardava Theo sullo schermo e vedeva che in ogni foto lo sguardo non era mai rivolto verso la telecamera ma sempre verso di Liam. Solo ora Liam riusciva ad accorgersi quanto Theo posasse il suo sguardo su di lui, quanto vi rimanesse e quanto quello sguardo potesse essere sincero e perduto. In ogni immagine Theo guardava sempre Liam ma Liam mai Theo ma solo la fotocamera.
Ma c'era qualcos'altro di strano, qualcosa che man mano scorresse nelle foto iniziò a notare. Non sentì neanche più la voce di Theo e le sue imprecazioni riguardante i vestiti scadenti che vi potessero essere in quella sorta di ripostiglio. Nello sfondo delle foto vi era sempre un omone, li stava guardando, come se li stesse seguendo da un bel po'.
<finalmente te ne sei accorto> la voce di un uomo si fece largo alle spalle di Liam e Liam sentì il rumore della sicura della pistola dietro alla propria nuca.
Liam si alzò con le mani in alto e lentamente si voltò per vedere l'omone davanti a sè. Era un uomo pelato, robusto ed alto forse due metri. Liam deglutì, aveva già combattuto una volta con un gigante e dopo averlo messo k.o. crollò anche lui ma questo era differente, qui l'omone aveva in mano una pistola degli Argent e quindi pallottole con lo strozzalupo.
<cosa vuoi?> Liam non volle mandare delle occhiate verso lo sgabuzzino per cercare di non far uscire da esso Theo e salvarlo ma il suo intento venne subito capito dal cacciatore.
<non preoccuparti per il tuo fidanzatino>
<non è il mio fidanzato!> fece Liam quasi ad urlarlo negando le parole del cacciatore.
<non è questo il punto> il cacciatore scosse il capo cercando di riprendere la minaccia.
<secondo me è un ottimo punto, cioè ho sempre pensato che Theo fosse differente dagli altri e quando sto con lui sento sempre un senso di nervosismo e mi aumenta il battito cardiaco e mi sento mancare il respiro ma non credo che-> Liam agitò le mani cercando di formulare le fasi nel suo cervello e comunicandole ad un perfetto sconosciuto ma venne fermato dal cacciatore nel continuare a parlare.
<ti sto puntando una pistola contro e mi vieni a parlare dei tuoi problemi d'amore?> il cacciatore agitò la pistola in aria innervosito.
<wo wo calmo con quella prima che spari a qualcuno> Liam indicò la pistola e il cacciatore la ripuntò di nuovo contro Liam <ora va meglio, ma stavo dicendo, con Hayden la sensazione era diversa, cioè mi preoccupavo per lei, non volevo che morisse, ho sempre pensato che lei fosse la donna perfetta per me ma Theo mi sconvolge, sai?>
<okey, tenevi a lei, ed ora ti preoccupa il cambiamento?> il cacciatore abbassò la pistola e sospirò.
<amico, non so!> sbuffò Liam <con Hayden era tutto più facile, ma con Theo non so mai quello che pensa>
<quindi ti preoccupa se venissi rifiutato> il cacciatore ripensò a sua figlia e come parlassero sempre delle cotte della bambina fin quando non arrivò la pubertà, i diciotto anni e la voglia di andare via di casa, gli mancavano quelle chiacchierate padre e figlia.
<perchè? potrei essere rifiutato? Dio, no, aspetta! Cosa? Potrei Essere rifiutato? Io ho sempre pensato che Theo ci provasse con me semplicemente solo per farmi arrabbiare> Liam si risedette sulla sedia e le mani iniziarono a sfregare la fronte nel tentativo di usare tutte le sue ultime cellule celebrali per pensare.
<e se fosse un modo per dirti quello che prova?> il cacciatore si stava facendo un po' troppo coinvolgere dagli stupidi sentimenti di Liam.
<è una chimera assassina! Oltre a fare furti, rapine ed estorsioni non so che cosa diavolo pensi!> Liam sbuffò con il cuore irrequieto.
<cazzo, vero> il cacciatore ripuntò l'arma contro Liam <sei il beta di Scott McCall> gli fece cenno minacciosamente con la pistola di rialzarsi e mettersi davanti a lui.
<amico dai> Liam sbuffò e si alzò e sollevò anche le mani <ti ho rivelato i miei pensieri, non puoi farmi questo> borbottò con gli occhietti da cerbiatto cercando di dissuadere il cacciatore.
<mi hai solo distratto! io devo ucciderti!> il cacciatore gli afferrò una spalla e lo fece girare per spingerlo in avanti <andiamo verso la foresta e lì ti ucciderò. Prova a scappare e il tuo amichetto è morto>
<potresti almeno usare un termine differente da amichetto? Sto vivendo una crisi interiore> Liam avanzò verso la foresta con le mani in alto facendo quello che gli disse il cacciatore.
<amico speciale?> chiese il cacciatore.
<suona ancora così male, secondo te cosa mi consigli di fare?> chiese Liam mentre avanzava e si spostarono al di fuori del possibile raggio di azione di Theo finendo per arrivare vicino alla foresta ma ancora nella fiera e vi erano le ultime e poche bancarelle quasi sempre vuote intorno a loro.
L'atmosfera era perfetta per far scomparire un corpo secondo il cacciatore ed a nessuno gli sarebbe interessato di sentire uno sparo provenire dalla foresta. Intorno a loro vi erano alcuni tavoli da picnic, due bancarelle che vendessero cibo strano di strada ed una bancarella con un vecchietto alle redini di essa che vendeva del ghiaccio e delle bibite.
Il cacciatore portò la pistola dietro la schiena di Liam e gliela premette contro così da far sentire la canna fredda sopra alla felpa che Liam stesse indossando <muoviti con calma, tanto morirai sta sera, non dovresti preoccuparti> il cacciatore voleva essere rude con le sue parole e cattivo, non voleva simpatizzare con il nemico anche se sembrò solo fare quello.
Liam però non voleva morire quella notte, non voleva abbandonare la sua stupida famiglia, non voleva perdere i suoi stupidi amici sempre pronti a fare delle cazzate e non voleva perdere quelle sensazioni che provasse ogni fottuta volta che fosse accanto a Theo.
Proprio ora dovevano arrivare i cacciatori? Non potevano tipo arrivare quando era insieme a Scott sul campo di Lacrosse? Oppure quando stavano rapendo Peter Hale? Almeno lì avrebbero potuto uccidere per sbaglio Peter ma poi non avrebbero mai mangiato un panino come quello.
Così Liam lo fece.
Arrivati all'ultima bancarella cioè la bancarella del vecchietto che vendeva bibite e ghiaccio, Liam fece la sua mossa.
Si mosse velocemente cercando di bloccare l'arma per farla puntare verso l'alto e saltò sulla schiena del cacciatore come un piccolo scimpanzé cercando di bloccare il braccio ed il capo dell'ormone in una sola morsa. Tra imprecazioni, Liam che stava per volare via come un piccolo uccellino e tre spari rivolti verso l'alto, finirono sulla bancarella rovesciando e facendo volare ogni singola bibita ed il ghiaccio in aria, bagnandosi entrambi completamente.
L'omone cadde di faccia finendo con lo sbattere contro la grande bacinella di ferro pieno di ghiaccio ribaltandola e bagnando non solo lui ma anche Liam con l'acqua gelata ed il ghiaccio. Liam finì con il calpestare l'omone sotto ai suoi piedi, pregando Dio ed imprecando per quanto fosse gelida quell'acqua.
<Mio Dio che hai fatto?! Voi giovani di oggi!> Il vecchietto della bancarella era furioso. Letteralmente stava implodendo di rabbia nei confronti di Liam al tal punto che prese il suo bastone ed iniziò a colpire la schiena di Liam.
Liam sentì questi colpi di bastone e si voltò cercando un qualche modo di calmare il vecchietto ma vide che tutta l'attenzione ora era puntata su di lui. Tutte le persone che erano vicine a quella zona lo stavano guardando con fare giudicante e stavano borbottando qualcosa. Liam sentiva un enorme rabbia dentro di sé, quella rabbia che sentiva sempre. Lo guardavano come se non fosse umano, come se fosse solo un animale pronto a sbranare la propria preda.
Liam scese dal corpo dell'omone ed indietreggiò cercando di scappare nella foresta ma alle sue spalle arrivò un poliziotto e con fare veloce gli mise le manette ai polsi.
Liam sgranò gli occhi sentendo il freddo metallo sulla sua pelle <non è come pensa! Non ho fatto nulla!> Ringhiò quasi sembrando una minaccia e con la rabbia che gli pungesse la gola pronto ad ululare e sbranare chi gli capitasse davanti.
<Lo spiegherai allo sceriffo! Per il momento sei in arresto per aggressione e danneggiamento a luogo pubblico> il poliziotto strette le manette ancora più forte ai polsi di Liam e lo strattonò per farlo muovere nella direzione che volesse.
Liam ora aveva tutta la rabbia che gli formicolasse le mani ed il suo lupo voleva urlare e gridare <non ho fatto nulla! Quell'uomo voleva uccidermi!> Ringhiò ancora una volta indicando con il capo il corpo dell'omone ma appena si girò non c'era più <ha sparato!> Liam non riusciva più a comprendere niente, l'ansia lo stava assalendo, i sensi di colpa si facevano vivi sulla sua pelle e la consapevolezza che nessuno gli avrebbe dato ragione lo stava uccidendo <mi voleva sparare! Vi prego, ascoltatemi!> E dentro di sé sapeva che nessuno gli avrebbe dato retta, che nessuno poteva credergli, che nessuno sarebbe stato dalla sua parte.
Quel brutto bastardo era scappato!
Liam lanciò un'occhiata a tutti che ancora erano così dannatamente giudicanti e impauriti. Erano così fottutamente impauriti di lui che indietreggiavano ogni volta che Liam facesse un movimento come se li volesse attaccare. E poi tra la folla, in un angolo di quella fottutissima folla, lo vide.
Liam vide Theo ridere e non fare nulla a quella scena. Quel maledetto bastardo non stava facendo nulla. Non stava fottutamente facendo nulla.
Dentro di Liam si spezzò qualcosa.
Faceva male, perché faceva così fottutamente male?
Liam venne portato alla stazione dello sceriffo, in modo docile e pacato. Non riusciva a fare nulla, era stato abbandonato anche da Theo. Tutti lo consideravano un mostro? Era un mostro? Theo lo considerava un mostro?
Fanculo a quell'essere.
Fanculo a quella puttana traditrice di Theo.
Tanto lo sceriffo era il padre di Stiles, cioè quello che si definiva insieme a Scott un suo genitore, avrebbe giocato questo a suo favore per essere libero.
Si ritrovò dietro le sbarre di quella cella, aspettando che lo sceriffo si facesse vivo ma niente. Camminava avanti ed indietro aspettando ed aspettando anche che sua madre venisse e lo rimproverasse ma niente. Perché diavolo nessuno andava da lui?!
Liam imprecò e diede un calcio alle sbarre facendosi male al piede per quanto potessero essere dure e resistenti. Imprecò nuovamente zoppicando e maledicendo ogni essere vivente a questa terra solo per il dolore ma soprattutto maledisse Theo. Quel brutto bastardo ipocrita.
<Sai, questa prospettiva non è niente male>
Liam sentì la voce di quella maledetta puttana traditrice. Liam voleva distruggere la faccia di Theo e picchiarlo perché Theo lo aveva fatto sentire così tradito, così ferito e così abbandonato. Ma poi Liam vide Theo entrare con un vestito di Halloween, per la precisione, un vestito lungo e nero con una maschera da fantasma. Era letteralmente vestito da Ghostface. Perché diavolo Theo stava indossando un vestito da Ghostface?
<Chi l'avrebbe detto che i ruoli si sarebbero invertiti?> Continuò il coglione facendo dei passi in avanti ma ancora non togliendosi la maschera.
<Brutto bastardo! Perché non hai fatto nulla?!> Liam ringhiò con gli occhi che gli pizzicavano per il tradimento ed avvicinandosi alle sbarre, afferrandole tra le sue mani stringendole e quasi sentendo il rumore del ferro solido ammaccarsi.
<Wo!> Theo si fermò dalla sua avanzata mettendo le mani avanti <sei un fuorilegge! Aggressione e danneggiamento a luogo pubblico! Sei un ragazzo cattivo che viola le regole, non potevo fermare il pugno duro della legge!>
Liam rimase con la bocca spalancata. Lo stava prendendo per il culo? No perché se lo stava prendendo per il culo, porca di quella puttana ladra, gli avrebbe spaccato la faccia sbattendola ripetutamente contro il pavimento.
<Figlio di troia>
<Wo! Wo! Non si insultano le madri morte> Theo quasi gli scappò una risata fragorosa.
<Ma> Liam boccheggiò colpito dai sensi di colpa <mi dispiace> lasciò la presa dalle sbarre ed abbassò il capo. Cazzo.
<Non fare quella faccina, piccolo cucciolo> Theo tolse un po' la maschera portandola a coprirgli solo una parte del volto. Lasciò coperto proprio il lato del volto che poteva essere visto dalla telecamera messa dentro la stanza della cella e fece altri due passi davanti.
<Non chiamarmi così> ringhiò Liam mettendo il broncio <e poi perché hai la maschera da Ghostface?>
<Cos'è?> Theo abbacchiò un po' il capo non capendo il riferimento al film.
<Davvero? Non sai cos'è il Ghostface? Non hai mai vist->
Liam era fottutamente carino quando iniziava a parlare delle cose che gli piacevano oppure delle cose che non gli piacevano e se si trattasse di film horror ne aveva una paura matta.
Solo che Theo lo fermò, non poteva più fermare e drenare tutte quelle fottute sensazioni che il suo corpo provasse, tutte quelle sensazioni che il suo cervello cercasse di attribuire al cuore di sua sorella. Maledisse quel giorno in cui venne portato fuori dall'inferno e maledisse quel giorno in cui venne portato via dai Dread Doctors. Maledisse ogni cosa che lo portò proprio in quel preciso momento. Theo maledisse ogni secondo della sua vita ed ogni suo singolo pensiero stupido che quei sentimenti fossero solo di Tara, che quei sentimenti fossero solo dovuti ad un cuore non suo.
Theo era perso, era solo, non aveva nulla, non aveva una famiglia, non aveva niente che lo legasse a quel posto, non aveva niente che gli dicesse che quello che provava fosse giusto, nessuno che gli diceva cosa fosse giusto e sbagliato. Non aveva una strada da seguire, non aveva un obbiettivo, era solo un puntino nero in una stanza oscurata, fin quando non arrivò Liam.
La stanza prese il colore bianco, la luce gli accecò gli occhi e sentì del calore sulla sua pelle. Quel freddo che provasse ora non c'era più e tutto questo era grazie a Liam.
In fin dei conti stava solo nascondendo quello che provasse nella mera illusione che tutto quello fosse merito di Tara.
Theo afferrò la felpa di Liam e la strinse nel proprio pugno facendo sbattere Liam contro le sbarre della cella. Premette le proprie labbra sopra quelle semichiuse di Liam che ancora stavano cercando di capire che diavolo stesse succedendo e perché Theo l'avesse fermato nel parlare.
Il bacio era semplicemente duro, Theo premeva con tutte le sue forze e con tutti i suoi sentimenti sulle labbra di Liam, chiudendo gli occhi ed avendo paura che Liam potesse cacciarlo via perché non riuscì a fermarsi. E si maledisse perché stava distruggendo l'unica vera amicizia che avesse mai avuto e sicuramente stava allontanando l'unica persona che non lo facesse solo sentire un essere privo di sentimenti e solo una macchina da guerra.
Gli tremavano le mani aspettandosi che Liam lo colpisse e lo facesse volare dall'altra parte della stanza come era suo solito fare quando era in imbarazzo oppure era disgustato. Non riusciva a spostarsi dalle labbra di Liam, erano morbide e tremanti, quasi impanicate da quel bacio inaspettato.
Anche se Theo faceva tutto il gradasso provandoci con Liam e facendo vedere tutta la sua spavalderia, aveva solo baciato una donna in tutta la sua vita e quella era la donna che uccise tra le braccia per avere il suo potere.
Theo si staccò velocemente da Liam come se ora Liam stesse scottando e Theo si stesse bruciando la pelle. Aprì finalmente gli occhi un po' titubante e pronto a ricevere qualsiasi punizione. Avrebbe pagato per i suoi reati, avrebbe pagato per cercare la felicità perché lui non se la meritava. Già stava riflettendo su come preparare i bagagli in sette secondi e scappare dalla città.
Ma davanti a sé si trovò solo un piccolo beta con gli occhi sgranati e luccicanti, quell'azzurro fin troppo vivo e che trasmettesse solo tantissime altre parole ma senza riversarne neanche una. E Theo maledisse quel giorno in cui pensò che avrebbe voluto passare tutta la sua vita a guardare quei fottuti occhi.
<Mi hai reso irreparabilmente e fottutamente perso per te>
Il cuore di Liam sembrava essersi fermato, era una confessione giusto? Liam guardò il cuore di Theo e sentì solo il cuore accelerare così tanto da fare concorrenza al suo. Liam vide solo quei smeraldi così chiari e pieni di parole non dette, così come i suoi ancora persi in quel turbinio di emozioni.
Liam maledisse quel giorno in cui comprese che era fottutamente ed irreparabilmente perso per Theo.
Liam afferrò malamente il volto di Theo cercando di fare uscire le proprie braccia dalle fessure delle sbarre ed lo avvicinò al proprio volto. Era un bacio più semplice, meno ruvido, le loro labbra si toccavano con bisogno e con voglia di trasmettere quello che non riuscissero a dire a parole.
Theo abbassò completamente del tutto la sua maschera da Ghostface ed appoggiò una delle mani su quella di Liam mentre l'altra cercò di farla scivolare dentro le sbarre per cingere la schiena di Liam e farlo più vicino.
Si separano facendo un verso di dissenso, non volevano separarsi, volevano rimanere ancora un po' così, ancora stretti con il cuore a mille, ancora con il senso delle farfalle nello stomaco e con le vertigini.
Appoggiarono la propria fronte sull'altro e si guardarono negli occhi senza dire nulla, riprendendo fiato e recuperando quella razionalità che andò a bruciare in quei pochi minuti.
<Mi hai fottuto il cervello, sappilo Theodork> Liam fece una piccola smorfia divertita e Theo rise di gusto.
<Avrei preferito altro, ma Roma non è stata fondata in una sola notte, giusto?> Theo si beccò uno schiaffo sulla nuca da parte di Liam.
Almeno Liam poteva dire che Theo stava migliorando nel provarci con lui, faceva dei riferimenti storici.
<Comunque quand'è che vorresti uscire da quella cella?> Theo chiese con sempre in faccia quello stupido sogghigno divertito.
<Non posso uscire, coglione> Alcune volte non sapeva proprio che diavolo fare con Theo.
<Ah sì, vero> Theo arruffò dalla sua tasca il mazzo di chiavi della cella e le fece sventolare davanti al volto di Liam <me ne ero quasi dimenticato> gli fece un occhiolino.
Liam ebbe un tic all'occhio e tentò di afferrare le chiavi dallo stronzo che avesse davanti a lui ma non ci riuscì perché Theo fu più veloce ad allontanarle.
<Volevi lasciarmi qui se ti avessi rifiutato?!>
<Precauzioni mio piccolo e dolce zuccotto>
<Ti odio>
<Continua a dirlo, non ti crederò più~>
<Stronzo>
Ad un tratto il rumore della sirena della centrale di polizia che segnava un pericolo si fece largo nelle orecchie dei due ragazzi interrompendoli bruscamente. Poi il rumore delle grida da parte degli agenti si fece più vivo e l'ansia, che prima era sparita ed ora ricomparsa, di Liam si posò sul volto di Theo strabuzzando un po' gli occhi. Theo invece era tranquillo sembrava come se sapesse già la situazione cosa che fece stranire Liam. Poi le urla si fecero più chiare e Liam rimase a bocca aperta.
"Sta andando a fuoco il retro!"
"Chi ha appiccato l'incendio?!"
"C'è un emergenza al festival!"
"Dove diavolo è Parrish?!"
"Sceriffo! Un'auto è esplosa!"
"Perché sta andando a fuoco una bancarella?!"
Liam guardò Theo, Theo fece spallucce come se fosse del tutto una persona innocente e che non avesse fatto nulla di male.
<Ti prego, non dirmi che hai dato a fuoco il distretto...> Liam aveva paura di sapere la verità ma gli occhi fiammeggianti di Theo dimostravano tutto.
<Io? Non ho fatto assolutamente nulla!> Theo fece un piccolo sorriso innocente e fece penzolare ancora le chiavi <non vorrai mica finire carbonizzato, vero? Sai la carne dei lupi fa schifo>
"Hanno segnalato che uno vestito da Ghostface ha appiccato l'incendio alla bancarella!"
"Anche per chi ha fatto esplodere l'auto di un uomo"
"Sceriffo! Anche per il fuoco appiccato al cassonetto qui dietro!"
"Chi diavolo ha preso le chiavi delle celle?!"
Liam vide Theo, Theo sbuffò prendendo la maschera da terra e aprendo la gabbia.
<Vuoi muoverti?!>
Liam uscì dalla cella ancora scioccato per quello che stesse succedendo fin quando Theo non gli afferrò la mano ed intrecciò le loro dita trascinandolo fuori dalla stazione di polizia e buttando dentro al fuoco accesso il costume.
Corsero via sentendo il vento sulla loro pelle e il sorriso nascente in volto, il calore delle loro mani unite insieme e il rumore delle risate.
Liam pensò che quel giorno fu il più bello della sua vita.
In fin dei conti, cos'erano dei piccoli incendi? Non li avevano ancora scoperti!
❀Aggressione e danneggiamento a luogo pubblico❀
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