↬3. "Ci sono le telecamere?!"
La terza volta che Liam assistette personalmente a Theo che commettesse un reato fu proprio quando si intromise anche lui nel reato. Liam forse doveva stare lontano da quella chimera che non riusciva a comprendere la linea sottile tra legalità e illegalità.
Ma forse Liam non doveva porgli quella domanda, doveva semplicemente e solo stare zitto, vedere Theo dormire sporadicamente nel divano del salotto di casa Geyer dopo che si appisolava durante un documentario di storia.
Forse Liam doveva rimanere nell'ignoranza e magari sopportare un po' di più il peso del capo di Theo sulla sua spalla mentre guardavano la televisione. La curiosità lo spinse in avanti, lo portò ad indagare ed a fare quella stupida domanda portandolo a superare la legalità e fuggire con la coda tra le gambe durante la notte.
Era iniziato con una semplice serata. Liam aveva invitato Theo a cenare a casa sua come ogni venerdì sera solo perchè sua madre gli diceva di chiamarlo e di farlo venire visto che solo il venerdì potevano fare una cena regolare in famiglia senza turni di lavoro e senza che Liam scappasse ovunque pur di non stare a casa.
La cosa che Liam non riusciva a sopportare era proprio che Jenna mandasse messaggi a Theo per dirgli di comprare qualche cosa al supermercato per la cena. Se Jenna aveva il numero di Theo perchè diavolo Liam doveva invitarlo a cena? Tanto lo voleva lei, mica voleva lui fare una cena di "famiglia" con una chimera assassina.
E da quando era nella sua famiglia poi? E perchè sua madre preferisse Theo al suo figlio biologico? Era ingiusta la vita, così come era ingiusto che Theo si presentasse con una bottiglia di vino, quella preferita di Jenna, e con una felpa rosa e giacca di pelle. La vita è ingiusta. Theo con le sue stupide converse bianche logore e i suoi jeans strappati. Fanculo Theo Raeken.
Liam vide Theo entrare dalla porta dopo che Jenna l'avesse aperta e avesse abbracciato il forestiero come un figlio che ritorna a casa dopo una giornata di scuola. Fanculo sua madre. Theo teneva nelle mani una bottiglia di vino e l'altra la teneva dentro alla tasca della giacca di pelle. Liam sapeva che Theo stava solo cercando di regolarizzare il battito del cuore perchè questa forma di affetto, che Jenna gli mostrasse, non riusciva a gestirla.
Liam non sapeva quale fosse il passato i Theo ne tantomeno per quale motivo era quasi terrorizzato dal contatto umano improvviso e gentile. Era strano perchè Liam iniziò a comprendere piano piano ogni piccola caratteristica di Theo, di quello che cercasse di nascondere e di quello che volesse dimostrare e come disperatamente volesse semplicemente e solo sopravvivere.
Liam era seduto sul bancone dell'isolotto della cucina, con il telefono sopra al bancone e con il fianco rivolto verso la porta e il gomito appoggiato al bancone.
Alzò lo sguardo al cielo mentre vedeva Theo venire nella sua direzione con così tanta familiarità del luogo e soprattutto come se quella fosse casa sua, ma spoiler, non lo era. Quella era la casa di Liam. E quella casa era stata anche del fantasma Tommy e della signora Testa Quadrata fino a quando Liam non compì otto anni ed insieme a Mason fecero quel rituale con caramelle e bastoncini di liquirizia. Se Theo l'avesse sentito gli avrebbe detto "adorabile". Fottiti Theo.
Theo posò il vino sul bacone dove vi fosse Liam e si mise nella parte opposta così da poter vedere il volto di Liam.
<Sai che non fai parte della famiglia, vero?> Forse Liam non comprese quanto potesse essere vulnerabile il cuore di un ragazzino che non avesse mai avuto nulla e che non avesse tutt'ora nulla.
<per ora> Theo sogghignò guardando il bancone e le proprie dita circondare la base della bottiglia <ho dei progetti futuri> alzò lo sguardo verso Liam e lo guardò dritto in quei occhi oceano da poterci annegare dentro con passione e determinazione.
<vuoi per caso rapire la mia famiglia, portarla in un posto lontano e fare la bella famiglia felice?> Liam crucciò lo sguardo, era decisamente giudicante e le sue parole erano sarcastiche. Era sicuro che non avrebbe fatto rapire la sua famiglia da Theo anche se probabilmente sua madre sarebbe stata favorevole.
<per chi mi hai preso?> Theo indietreggiò offeso e con fare teatrale alla affermazione di Liam <le persone non si rapiscono per renderle felici, le basi, Liam>
<Stai dicendo che renderesti felice la mia famiglia?> Liam indietreggiò anche lui con il capo trasmettendo un'espressione più da "che minchia stai dicendo?".
<io renderei felice chiunque, mi hai visto?> Theo indicò se stesso come se la cosa fosse lampante ed ovvia <e poi, Dunbar> sbattè le mani sul bancone di marmo rosa.
Theo continuava a fissare le labbra di Liam a due centimetri dal suo volto. Theo premette le proprie labbra una sopra l'altra e prese un respiro corto cercando di fermare il suo stupido cuore che continuava a strepitare nel guardare Liam deglutire per il disagio e fremere dalla paura di un'azione improvvisa che avrebbe potuto rompere quella sorta di linea che non dovessero superare. Ovviamente Theo si divertiva a mettere in soggezione e far entrare in panico Liam.
Theo alzò gli occhi per fissare quelli oceano del beta con problemi di rabbia e sogghignò <il rapimento è...> anche se si divertiva una parte del suo cuore andava fottutamente a deragliare alla sola vicinanza di Liam.
Liam sentì il soffio di quelle parole sulle proprie labbra e Dio se poteva il suo cuore accelerare così drasticamente che i battiti sembravano letteralmente saltare ed accavallarsi uno sull'altro.
Liam non riusciva a non guardare altro che le labbra di Theo, così magnetiche e sembravano così soffici! Ancora non capiva per quale diavolo di motivo non si fosse allontanato immediatamente! Il cervello di Liam implorava il suo corpo di muoversi ma l'unica cosa che si stesse muovendo in quel momento era il suo cuore che stava correndo una maratona di 20km in dieci minuti neanche fosse un'auto in cosa.
Theo si allontanò subito facendo rimanere Liam come un fesso mentre sperava dentro di se' potesse capitare qualcosa di più che di quella semplice e fin troppa viva vicinanza da fargli girare la testa.
<è portare la vittima allo stato di rottura> Theo scrollò le spalle e si stiracchiò rimettendo le mani nelle tasche della giacca di pelle <torturarla, mutilarla, fargli credere che la sua vita non è nulla e farla vivere nella perenne paura che possa capitare qualcosa alla sua famiglia> Theo fece un piccolo sorriso come se ciò che disse fosse del tutto normale e che fosse cosa di ogni giorno.
Forse Liam aveva appena deciso di uccidere quel grande figlio di puttana.
Gli intenti criminali di Liam vennero fermati dalla bellissima e dolcissima Jenna che mise le mani sulle spalle di Theo e appoggiò sul dorso di una di essa, il proprio capo così che potesse vedere solo una parte del volto di Theo e invece lui poteva vederla con la coda dell'occhio.
<Dovresti toglierti la giacca> fece la donna con un ampio sorriso sul suo volto. Quasi Theo poteva affezionarsi all'affetto della donna se solo sapesse come si faceva, come ricambiare i gesti amorevoli e come essere una persona normale che ricambiasse almeno un abbraccio. Nella sua breve vita da esperimento scientifico fallito gli avevano solo insegnato che se avesse provato dei sentimenti e dell'affetto verso un'altra persona questa sarebbe morta in atroci sofferenze.
Forse non voleva che Jenna morisse. Theo era un'anima contorta, piena di intrugli e piena di traumi da nascondere con una fervente battuta sarcastica e un ghigno malefico.
Theo fece un piccolo sorriso, non riuscì ad impedire almeno questo di nascere. Era così strano perchè quella donna gli stava mostrando così tanto affetto come un figlio e lui non se lo meritava, non si meritava niente di tutto quello, né le cene con la famiglia Geyer, né tantomeno di rimanere ancora in quella città. Però i pensieri negativi nascenti da quel piccolo sorriso vero, che divenne ben presto uno di sofferenza e falsità, vennero scacciati via dall'abbraccio della donna.
<Sei così adorabile!> la donna fece mentre stringeva le proprie braccia intorno al collo della chimera lasciandolo restio e stranito dal contatto fisico <se solo tu non avessi dei genitori ti adotterei!> ed era comico per Theo perchè non li aveva, ma mica poteva dirglielo. Sarebbero solo sbucate stupide domande inopportune ed obblighi che avrebbe dovuto rispettare e lui non era un asso nel rispettare obblighi e leggi.
<Mamma se hai finito di preferire Theo a tuo figlio vero, potresti sfamarmi?> Liam interruppe quel abbraccio. Era decisamente geloso delle attenzioni che Jenna rivolgesse a Theo e non capiva come era possibile che per Jenna fosse così facile toccare, abbracciare e baciare sulla guancia Theo quando nessun'altro lo facesse.
Liam mise le mani sulle spalle della madre e la tirò via da Theo ricevendo uno sbuffo e un "guastafeste" da parte della donna. Fino a prova contraria era Liam il figlio! Hey? Era lui quello a cui dovesse volere bene! Era obbligata perchè era sua madre, sangue del suo sangue!
<Brontolo ha bisogno di attenzioni, mia adorata suocera> Theo sorrise e fece l'occhiolino a Jenna la quale si mise a ridere. Si tolse la giacca ed andò a posarla sulla poltrona dove si sedesse di solito.
<non ti farò mai più vedere un film disney, lo giuro!> Liam ringhiò spingendo sua madre verso la cucina non voltandosi verso di Theo <e prova di nuovo a chiamare mia madre "suocera" e ti rompo il naso!>
<mi ha chiamato "suocera"> la donna continuava a ripeterlo con fare sognante appoggiando il capo sulla spalla del figlio coso potendogli vedere il volto dimostrandogli quanto potesse essere felice solo con una parola.
<vi odio> ringhiò il piccolo beta posando sua madre in cucina e muovendosi con passo pesante e iracondo verso il salone per adornare la tavola.
Finiva sempre in quel modo, Theo che diceva qualcosa, Jenna che lo amasse e David che ancora non spuntava fin quando la tavola non fosse pronta. Liam afferrò le posate d'argento dal cassetto del mobiluccio vicino al tavolo del soggiorno dove cenassero. Guardò le posate quanto potessero essere lucenti e come potessero riflettere la sua figura così perfettamente. Pensò a quanto potesse fare male infilare una forchetta nella mano di Theo. Non poteva entrare nella sua famiglia e per giunta piacere più di Liam stesso! Era impossibile!
Ci aveva messo due anni a farsi piacere da David e Theo in due giorni era già entrato nelle sue grazie! Fanculo Theo!
Alzò lo sguardo velocemente verso la cucina così da poter vedere Theo e lanciargli uno sguardo di disapprovazione e rancore. Aveva ucciso il suo alpha, per l'amore del cielo! Ma ciò che Liam vide fu solo un ragazzo che si era arrotolato le maniche della felpa per non farle bagnare mentre lavava la lattuga nel lavandino.
Quello stesso ragazzo che chiedeva a Jenna se dovesse riminare ancora il sugo; se dovesse mettere la pasta nell'acqua e anche chiederle che cosa fosse il basilico. E lo vedeva lì, in una scena di vita quotidiana con il sorriso e con il profumo più buono che Liam potesse mai sentire in vita sua facendogli perdere la testa.
Odiava quelle scene perchè stavano diventando la sua normalità e se non le avesse più avute, il suo cuore si sarebbe spezzato in mille pezzi di vetro.
Liam sistemò la tavola posando il piatto di Theo e tutte le posate che gli servissero nel posto accanto il proprio Così Liam poteva rubare in modo più facile dal piatto di Theo. Non poteva impedire che sua madre amasse di più Theo ma poteva rubargli le patatine. Finito di sistemare si diresse verso la cucina per appoggiare la propria spalla nel legno della porta e guardare come si divertissero a cucinare e soprattutto a fraternizzare quei due.
Theo aveva appena tirato fuori dal forno le cotolette di pollo con le patate fritte che aveva preparato Jenna prima e che le aveva solo messe nel forno per riscaldarle.
Theo aveva i guanti da forno con i fiorellini ed i cuoricini e con attenzione posò la teglia sul bancone. Liam ridacchiò per la scena o forse ridacchiò perchè Theo stesse indossando un grembiule rosa con gli arcobaleni e gli unicorni.
<chi mai se lo sarebbe aspettato che il grande Theodore Karl Raeken indossasse un grembiule con gli unicorni> Liam premette le labbra una sull'altra per cercare di trattenere il fervente sorriso che gli stesse per nascere e la piccola risata di felicità.
<oh non sai quante cose io abbia in comune con un unicorno, Dunbar> Theo gli fece un piccolo occhiolino togliendosi i guanti da forno e poggiandoli sul bancone di marmo rosa.
<Ti stai paragonando ad un animale di fantasia per bambini?> Liam alzò le sopracciglia curioso e forse scettico.
<beh...> Theo amava prenderlo in giro. Era quasi quello che lo spingeva ad essere lì ogni venerdì sera.
Liam vide Theo avvicinarsi, guardare a terra senza rivolgergli lo sguardo di prima; aveva cambiato espressione e il suo volto era diventato serio, fin troppo poiché Liam si mise sull'attenti nervosamente. Che ci sia qualcosa nel passato di Theo che avesse fatto risorgere? Esistevano davvero gli unicorni? Beh esistevano i lupi mannari, era ovvio che potessero esistere anche gli unicorni. E se Theo avesse ucciso un unicorno? Theo è un assassino di povere e piccole bestiole così carine? Ma gli unicorni scoreggiavano arcobaleni? Con tutti quei pensieri che gli frullassero nella testa, Liam non notò minimamente che Theo si avvicinò a due passi da lui. Liam si immobilizzò sentendo le labbra di Theo quasi a baciargli l'orecchio. Sgranò gli occhi e deglutì sentendo il respiro di Theo farsi presente ed fu l'unica cosa che riusciva a registrare senza impazzire del tutto. Theo si stava divertendo a farlo impazzire? Era probabile! Theo si divertiva anche a far impazzire il cuore di Liam? era scontato!
Theo sussurrò qualcosa al suo orecchio allontanandosi subito dopo. Fu così veloce che quasi sembrava si fosse teletrasportato via. Era tornato ad aiutare Jenna cercando di trattenere le risate, pensando che se ci fosse stata Jenna tra di loro Liam non lo avrebbe ucciso.
Solo che Liam ancora doveva processare che cosa diavolo fosse successo: tra le sue guance diventate completamente rosse per l'imbarazzo, la realizzazione improvvisa di cosa Theo avesse detto, Jenna che gli urlava di aiutarlo e David che gli appoggiava le mani nelle spalle per invitarlo ad andare nella sala pranzo per mangiare; quella vicenda sembrò essere solo una delle tante volte che Theo flirtasse con lui.
Si sedettero a tavola trovando tantissime cose buone da mangiare, dalle cotolette e patatine fritte all'insalata accompagnata con pane all'aglio preparato, dopo un lungo lavoro di spiegazione e di pasticci fatto il giorno prima, da Theo.
Liam raccolse avaramente le cose che gli piacessero di più della cena, sembrando uno che non avesse mangiato da sette anni. Raccolse un po' di cose da una ciotola all'altra saltando quelle che odiasse di più come l'insalata con le olive ed i fagiolini.
Invece Theo, visto che era una persona civile, a differenza del piccolo beta che si comportava come un animale, prese un po' di tutto mettendo nel piatto di Liam anche le cose che gli avrebbe fatto bene mangiare.
Le chiacchere variavano da: Theo e Jenna con il true crime; discussioni mediche tra Theo e David; di come Liam fosse un bravo giocatore di lacrosse dell' ultima figura di merda di Liam fatta cadendo di faccia in una pozzanghera mentre tentava di raccattare la pallina che "magicamente" ogni volta che si avvicinasse essa si allontanava; dell'istruzione che Theo avesse avuto e se l'avesse terminata e delle sue prospettive future; fino ad arrivare a chiedere a Theo come fosse la sua famiglia.
Erano delle chiacchere piacevoli anche se in alcuni casi Liam sentiva uno strano sentore di bugia provenire da Theo, come se volesse nascondere la verità ma non ci diede molta importanza.
Soprattutto quando Theo, tra tutti, si comportava in maniera così gentile, come se fosse una persona completamente differente da quella che mise piede a Beacon Hills due anni prima.
Theo continuò a prendere le olive dal piatto di Liam mentre Liam continuò a rubargli tutte le patatine. Erano così dolci che Jenna quasi non pianse.
Theo venne invitato nel rimanere per la notte e gli offrirono la stanza degli ospiti al posto del divano in cui solitamente si appisolava insieme a Liam. Però Theo non accettò, era stato in quella casa anche per troppo tempo disturbandoli e mangiando quel dolce pasto fatto in casa, non poteva pretendere altra gentilezza, forse per quanta ne avesse sopportata quel giorno sarebbe potuto morire sputando arcobaleni e diventando un 'my Little Pony'.
Theo salutò Jenna sul ciglio della porta e David gli diede una pacca sulla spalla con fare paterno. "carino" doveva ammettere Theo, sembrava proprio come se avessero appena cenato con il fidanzato del figlio ad un passo dalle nozze. Cosa che per Theo sicuramente non dispiaceva per quanto ci sperasse ma comunque si parlava di Liam il negazionista stupido.
<La prossima volta vorremmo conoscere i tuoi genitori!> Fece Jenna mentre veniva spinta via da Liam che teneva la porta di legno per cercare di chiuderla in faccia a Theo.
<Perchè vuoi conoscere i suoi?!> Liam sbottò innervosito guardando sua madre solo con la coda dell'occhio.
<Liam non lo sai?> Theo ghignò con il cuore che ridesse, guardando la scena tra madre e figlio <stiamo per sposarci, come fai a non ricordarlo?>
Liam crucciò lo sguardo e rimase con la bocca semi spalancata innervosito, prese la prima cosa che gli capitò sopra al mobiluccio vicino alla porta di ingresso e glielo tirò contro <Dio mio, no!>
<voglio incontrare la mia consuocera!> fece Jenna pizzicando il fianco di Liam.
<ed io vorrei una madre non pazza>
<ed io vorrei che tu capissi tutti i miei sforzi ma non si può avere tutto nella vita> Theo scrollò le spalle e si mise le mani dentro le tasche del giubbotto di pelle.
Erano delle parole decifrate? che diavolo volesse dire Theo? Liam vedeva che Theo si stesse sforzando di essere una persona migliore e ci stava riuscendo. Era quello a cui si riferiva ovviamente, non poteva essere inevitabilmente altro, giusto?
Quanto si sbagliava Liam.
<mi dispiace> Jenna quasi le venne da piangere, forse lei aveva capito qualcosa che Liam non avesse fatto?
<Okey, basta, avete finito di fare la bella famiglia felice che è sofferente alla partenza del figlio?> Liam lanciò lo sguardo più tagliente che potesse fare verso sua madre ma sembrò solo un piccolo cagnolino con quei adorabili occhi azzurri.
<sta per iniziare il telegiornale> Fece David afferrando sua moglie per le spalle e trascinandola dentro casa così da togliere ogni possibile soggezione di Liam in quella situazione <sta attento mi raccomando, Theo> e scomparvero dentro l'abitazione.
Rimasero solo Liam e Theo. Solo loro due. Il venticello che colpiva la loro pelle e quello strano silenzio che venisse prima di una risata imbarazzante.
<Buonanotte Dunbar> Theo fece stringendo di più la giacca con le mani dento le tasche. Era stata in fondo una bella serata, perchè Liam era così ottuso?
<Buonanotte> era strano per Liam dargli la buonanotte, non si erano mai separati a notte fonda, erano rimasti sempre l'uno accanto all'altro o si erano separati ancora prima che la notte calasse completamente. Mentre che Liam stesse per chiudere le porta di casa gli venne un colpo.
Liam non avrebbe mai dovuto farsi venire quel pensiero e quella curiosità sfacciata, fu il suo più grande errore dopo aver deciso di ingoiare una mentos con della coca cola.
<aspetta> Liam aveva già visto Theo mettere la chiave nello sportello del guidatore per aprire la macchina, uscì dal porticato lasciando la porta aperta di casa e si diresse verso di lui con alcuni passi veloci <Theo ma tu dove abiti?>
<Oh> Theo come poteva dire dove abitasse? Al solo pensarci Theo pensò che Liam lo avrebbe giudicato e per giunta offerto un tetto sulla testa ed era l'unica cosa che non volesse. Non voleva la pietà di Liam così come non volesse la pietà di nessuno. I pensieri di Theo andarono a divagare mentre guardava il tettuccio della propria macchina.
<Theo?>
Theo rinsavì dal frullato nella sua testa e gli venne una d'annata e stupenda idea maligna. Il suo piano era per uno ma non gli sarebbe costato nulla avere una sorta di aiuto, si sarebbe anche divertito, diciamo. Sogghignò malignamente e il suo ego si colmò di malvagità e determinazione, sarebbe stata una notte meravigliosa! Ma quale tentare di uccidere Scott! Ma cosa sarà mai cercare di distruggere e prendere possesso di un branco di scellerati quanto avrebbe potuto fare questo suo piano dall'inizio?
<Oh sei così interessato a me, Dunbar?>
<no> la risposta di Liam fu così immediata che per Theo fu come ricevere una pallottola dritto nel petto bloccandosi nelle costole, esperienza che tra l'altro Theo aveva fatto ed era sopravvissuto <però siamo sempre stati da me, non ho mai visto casa tua>
Perché era così ingenuo Liam? Era come convincere un bambino a prendere delle caramelle. Theo quasi non poteva farglielo, sembrava solo un piccolo cucciolo innocente, ma la malvagità residua nel suo corpo gli stava urlando di farlo. In fin dei conti aveva qualche questione da risolvere con quel tipo, no? Non poteva lasciargliela passare liscia a quel cacciatore, giusto?
<vuoi per caso venire a vederla?> la voce di Theo era calma, non sembrava una bugia e tanto meno uno scherzo, sembrava seria e con tonalità timida.
Liam non si aspettava decisamente che Theo gli venisse a chiedere una cosa del genere e se avesse rifiutato oggi, Theo glielo avrebbe richiesto? Col cazzo. Quello stronzo era a giornata. Un giorno ti convince che andare sullo skate fosse facile e l'altro giorno quando avrebbe dovuto insegnarti ad andarci ti spingeva dentro la rampa di skate e ti lasciava lì. Non poteva farsi sfuggire questa opportunità perchè sicuramente poi Theo non gliel'avrebbe mai più offerta di nuovo.
<Si> Liam sembrò quasi urlare, con il sorriso sulle labbra e l'adrenalina che gli scorresse nel sangue. Voleva incontrare i genitori della chimera assassina, voleva vedere la camera della chimera assassina, voleva dormire nel letto dov'è cresciuta la sua chimera assassina.
<wow con che velocità> sbeffeggiò Theo divertito mentre vedeva il piccolo Liam correre verso casa sua.
Liam era impaziente, le mani tremavano dall'eccitazione e la sua faccia non smetteva di sorridere. Arrivò al porticato davanti alla porta di casa e vide i suoi genitori seduti sul divano a guardare il telegiornale. Prese la sua giacca dall'appendiabiti e gridò un <non torno a casa sta sera, vado da Theo!> e quelle parole sembravano musica per le sue orecchie e per le orecchie di sua madre che scattò subito con il capo verso il figlio, quasi alzandosi di scatto solo perché volesse accompagnarli ma venne trattenuta da David. Quell'uomo era un santo.
Liam chiuse la porta di casa velocemente con il suo mazzo di chiavi mettendolo poi dentro la propria giacca di Jeans così inserendo le proprie mani dentro le tasche e stringendosi dentro.
<oh sei così fottutamente perso per me> Theo fece quel suo adorabile sogghigno soddisfatto e sussurrò quelle parole. Lanciò un sospiro e voleva che il cuore di Tara si fermasse per un secondo solo perché così il suo cervello avrebbe trovato una soluzione a quel fottuto casino che gli scombussolava ogni parte del corpo.
A Liam non importava, voleva solo vedere le persone che avessero messo al mondo uno stronzo del genere, solo che Liam non sapeva la verità, solo che lui aveva già visto, incontrato e lottato contro gli esseri che avessero cresciuto Theo per tutta l'infanzia e l'adolescenza.
Liam salì sulla macchina nel posto del passeggero e Theo mise in moto la macchina. Se solo Liam avesse seguito quella vocina che gli sussurrava che ci fosse qualcosa di sbagliato in tutto quello a quest'ora sarebbe rimasto al calduccio della sua camera ignaro di tutto.
Ogni volta che Liam credeva che Theo potesse provare dei sentimenti, si ricredeva così velocemente che doveva fare dieci passi indietro e ogni volta aveva quella sensazione di amaro nella bocca e un po' di dolore al petto.
Ma Liam questa volta era fiducioso, fremente dalla volontà di vedere dove Theo abitasse, non stava nella pelle e sicuramente Theo stava sentendo il suo odore di felicità ma non riusciva a frenare quella sensazione.
Liam vide Theo parcheggiare davanti ad una piccola villetta moderna un po' ed est, alla fine della via residenziale proprio dove vi risiedevano i più ricchi della città, ed in quel momento Liam si fermò d'impatto.
<La tua famiglia è ricca e tu facevi lo stronzo serial killer?> chiese di getto senza neanche pensarci, come se la sua bocca non fosse collegata al suo cervello e si mise subito le mani sulle labbra solo per coprire la sua boccaccia. Si voltò verso Theo che non resistette al sorridere dolcemente.
Theo sapeva sorridere dolcemente?
<mi hai chiamato "Stronzo Serial killer"> quasi lo disse con affetto e soddisfazione, come se fosse un complimento. Poi fece una piccola risata dolce e Liam si sorprese perchè aveva appena sentito la risata più bella a questo mondo <capirai appena entrerai>
Theo era così enigmatico, così complesso e Liam non riusciva a fare altro che guardarlo ed osservare ogni suo piccolo gesto. Lo vide spegnere il motore, forse doveva accorgersi che già nel camion non vi fossero le due targhe attaccate, e forse doveva anche sospettare di qualcosa quando Theo si allungò verso il sedile posteriore ed afferrò un borsone da palestra.
Liam vide Theo mettere il borsone nelle proprie gambe e tirare fuori un piccolo borsellino quadrato e piatto con la cerniera, poi lo vide metterselo nella tasca della giacca di pelle e lo vide estrarre dalla borsa due berretti.
L'ultima volta che Liam vide quei berretti fu proprio quel giorno in cui Theo aveva rapinato quella pompa di benzina. Forse rivedendoli avrebbe dovuto comprendere istantaneamente che cosa stesse per succedere.
<Tranquillo Liam> la voce di Theo risuonò nei pensieri di Liam, come se lo avesse letto dentro ed avesse afferrato le sue preoccupazioni e strappate subito via <ho pensato che essendo quasi mezzanotte potesse fare freddo e così->
Liam vide Theo stringere dolcemente il cappellino ed abbassare lo sguardo, le parole uscivano a stento ed ora Liam si sentiva in colpa di aver mal pensato subito che Theo potesse commettere qualcosa di sbagliato.
<Lo riposo subito> quelle parole erano espresse con dolcezza e preoccupazione, quasi non era il Theo che conoscesse. Liam doveva avere paura? Forse doveva averla giusto? Era impossibile che Theo potesse essere "dolce".
<No no!> Liam lo fermò posando la sua mano sopra a quella in cui Theo stesse stringendo il cappellino. L'errore più grande della sua vita perchè si ritrovò il volto di Theo a due centimetri dal suo e il tocco di Theo caldo e dolce sulla sua mano.
Liam si perse in quel verde vivo che fossero gli occhi di Theo e voleva sprofondare così come voleva far tacere il suo cuore per quanto stesse accelerando così fottutamente forte. Liam non riusciva a non guardare i piccoli gesti di Theo, come il socchiudere le labbra, lo sguardo puntato sulle sue labbra, il respiro di Theo sulle sue labbra quasi a toccarsi, il pollice di Theo che gli accarezzasse delicatamente il dorso della mano.
Era decisamente fottuto.
Perchè Liam non si stava spostando? dove cazzo era il suo fottuto cervello quando dovesse funzionare per una buona volta? Dove minchia si trovava la sua forza di volontà? dove diavolo era la sua spina dorsale?!
Probabilmente non sapeva che avevano deciso di fare un viaggio in Messico.
Liam sentiva come se le gambe gli stessero per diventare di gelatina e non fece altro che pensare a Theo. Ogni suo piccolo dettaglio, ogni piccolo gesto, ogni parola pronunciata ed ogni sguardo lanciato. Gli facevano venire solo un forte senso di nervosismo e i suoi polmoni non volevano aiutare! Liam voleva dare un fottuto pugno in faccia a Theo perché tutto questo era colpa sua.
<allora tieni> Theo era decisamente stato fin troppo veloce a rompere quella strana tensione sessuale che stesse riempiendo il camion in un batter ciglio. Si era subito allontanato dal volto di Liam e con fare lesto gli aveva già messo il cappellino sul capo sistemandolo come l'ultima volta cercando di coprirgli il più possibile il viso come se non si dovesse fare vedere dalle telecamere di videosorveglianza.
Liam odiava Theo più di ogni altra cosa al mondo.
Tra il provarci per la dodicesima volta di Theo nell'arco di ben quattro ore e lo stordimento di Liam per l'accaduto, riuscirono a scendere dalla macchina. Theo non la chiuse a chiave come Liam si aspettasse ma al dire il vero prese solo un ulteriore borsone dalla parte aperta del camion e se lo caricò sulle spalle infilandosi il cappello velocemente con fare da professionista.
Si avvicinarono velocemente all'abitazione, passando per il piccolo cortiletto che vi fosse di fronte fatto di rocce di mare bianche incastrate nel terreno rendendo il vialetto per arrivare alla porta d'ingresso.
<Passiamo da dietro, mia madre starà dormendo, non vorrei fare rumore> quelle parole per Theo erano più false di una preghiera rivolta a Dio.
Forse era proprio lì che Liam doveva fermarsi e tornare indietro, ma ahimè il ragazzo era fin troppo svampito per accorgersi di quello che stessero per andare a fare.
Arrivati sul porticato di dietro alla casa, salirono sopra al piccolo rialzo di legno bianco dove vi fosse anche una panca appesa per dondolarvisi e dove vi fossero anche delle sedie a sdraio ed un tavolino. Liam si guardava intorno così meravigliato, non aveva visto così tanto bianco in vita sua e quelle piante che scendessero dalla grondaia e dessero quell'effetto floreale e da luogo da lettura, rendeva tutto così sorprendentemente irrealistico soprattutto visto che non si abbinava con l'anima di Theo perché era nera come la il petrolio.
Liam vide Theo mettersi davanti alla porta e coprire che cosa stesse facendo. Ovviamente Liam era così ottuso che non prestò minimamente interesse a Theo in quel momento. Non notò che Theo prese il piccolo kit per le serrature dalla tasca, lo aprì estraendo due Grimaldelli a lama seghettata, li infilò nella serratura e cercò di forzarla riuscendoci anche fin troppo velocemente come aprire una porta aperta.
Liam entrò tutto contento nella casa. Non poteva immaginare quanto potesse essere bella. La porta di dietro dell'abitazione era una gigantesca finestra che prendeva tutto il lato della parete ricoperta da tende avana così che la casa non potesse essere vista dall'esterno.
Liam corse subito urlando vedendo il televisore gigantesco quanto quasi mezza parete appeso proprio sopra al camino falso e sul muro realizzato con mattoni di pietra bianca.
<Sh!> subito venne ripreso da Theo che appoggiò un dito sulle labbra in segno di fare silenzio.
Liam portò subito le mani sulla bocca sentendosi in colpa per aver fatto rumore. Però la sua curiosità non finì lì. La casa era fin troppo grande e mentre Liam girovagava un po' ovunque guardando la dispensa, la cucina, il soggiorno, il secondo soggiorno e la mini cucina ed i tre bagni con la carta-igienica a tre veli e nera che andava in contrasto con il luccichio dello specchio ornato con decorazioni d'oro e la stanza bianca, Theo salì al piano superiore.
Theo era un uomo furbo, non lasciava mai un lavoro incompiuto soprattutto se qualcuno tentasse di ucciderlo. Salì al piano di sopra, sapeva che i proprietari dell'abitazione non erano in casa fino alla fine di quel weekend e questo gli dava il tempo di andare nel quadro elettrico e staccare le telecamere di sicurezza ed ogni forma di elettricità e poi prese quello che gli era necessario dal suo borsone.
Arrivò nella stanza principale della casa cioè la camera da letto del proprietario. Poggiò il suo borsone a terra e lo aprì tirando fuori i suoi attrezzi del mestiere, l'arte di rubare senza essere scoperti era preziosa e stava diventando sempre meno comune. Ora quando andava al bar, poteva scambiare solo idee con Billy! Il suo gruppo era dimezzato! Fanculo lo sceriffo che arrestava persone innocenti!
Aprì la porta del guardaroba, questo lusso era troppo forzato, però! C'era chi moriva per strada ed invece questi avevano un guardaroba con una bacheca piena di orologi che costavano letteralmente un mutuo per una casa?
Theo, visto che era sempre pronto a tutto, frugò in mezzo ai diversi oggetti che vi fossero dentro alla sua borsa per tirare fuori un altro borsone piegato e conservato in fondo. Lo prese per allargarlo e dopo essersi messo i guanti ed avvolto una delle mani con un indumento per fare minor rumore possibile, ruppe il vetro che proteggesse quei orologi messi in bella vista. Iniziò a sgraffignare tutto il possibile dentro a quel guardaroba fin quando non arrivò alla portata principale. Aveva trovato anche un bel vestito per Jenna ed un'ottima cravatta per David da usare durante il lavoro.
<Sei bellissima> Theo sussurrò al freddo metallo grigio della cassaforte che era posta ai piedi del guardaroba dell'uomo, nascosto tra le scarpe firmate e quelle da tennis con qualsiasi altro oggetto futile nella vita come un calza scarpe.
Era una di quelle cassa-forti con vecchie combinazioni, le quali solitamente a Theo bastava prendere lo stetoscopio ed leggere la combinazione, ma c'era uno stupido aggeggio con il codice sulla manopola. Questi ricconi paranoici! Non permettevano alle brave persone di fare il loro lavoro!
Intanto Liam girovagava per casa, era stato lasciato senza custodia da Theo nella sua casa, era un po' strano, doveva esserci Theo ad accompagnarlo come guida turistica perchè probabilmente quella sarebbe diventata la sua nuova casa. Sarebbe stato lì ogni giorno ad ogni ora ed avrebbe incontrato sempre i genitori di Theo anche se quelli potevano prenderlo in antipatia. Non gli importava! Forse invece gli importava un po'. Okey, gli importava solo perché voleva essere amato dai genitori di Theo. Quel pensiero però non era normale come pensava che fosse. Perché voleva essere amato dai genitori di un suo forse amico? Fanculo i suoi pensieri!
Era del tutto eccitato dall'idea di far venire un infarto ai genitori di Theo spiandoli mentre dormissero, ma Liam era una persona normale, non lo avrebbe mai fatto. O almeno fin quando non li avesse conosciuti fino a farsi amare. Però girovagò in casa come se niente fosse riuscendo a trovare le scale per il secondo piano. Probabilmente Theo era al piano di sopra nella sua camera e voleva raggiungerlo al più presto.
Così salì le scale a chiocciola con il manico fatto di ferro nero che andava in contrasto con il resto dell'immobile completamente bianco. Si sentiva un po' a disagio ora trovarsi in quel piano, c'era così silenzio, tutti stavano dormendo, le porte delle stanze erano chiuse e non sapeva in quale stanza entrare per trovare Theo.
Perchè c'erano così tante stanze?! In fin dei conti ormai Theo era figlio unico! Sua sorella era morta, potevano anche togliere qualche stanza!
Liam arrivò davanti ad una stanza con una porta rosa ed un piccolo cartellino con cui scritto "Lucy". Il cartellino era ornato di tante belle margherite e degli arcobaleni. Theo aveva una sorella?! Theo Raeken aveva una sorella in più?!
Liam era una persona molto curiosa, così tanto che capitò in quel grosso problema solo perchè non riusciva a frenare il suo interesse per la vita di Theo. Appoggiò la mano sulla maniglia della porta e l'aprì lentamente senza fare rumore. Voleva vedere la sorella di Theo. Voleva assolutamente vedere la sorella di Theo.
Solo che non trovò quello che si aspettava di trovare. La stanza di per se era completamente vuota, non c'era nessuna bambina che dormisse. Poi a differenza di tutte le altre stanze, quella era letteralmente l'arcobaleno fatto a muri. Vi erano diversi pupazzi e unicorni giocattolo, una casa delle principesse con Barbie e Ken e diverse stupide bambole di plastica.
Non poteva immaginare che la sorella di Theo fosse così colorata. Era impossibile. Chiuse le porta non investigando oltre e continuò a camminare lungo i corridoi. Erano ampi e coperti di diverse cose come quadri e in alcuni, come il corridoio in cui stesse camminando, con delle foto.
Voleva vedere delle scene del passato di Theo, della loro famiglia felice, dei genitori di Theo. Iniziò a guardare quella coppia così carina, erano due giovani, la donna con dei lunghi capelli neri e l'uomo lievemente abbronzato e robusto come se fosse uscito da una pesante sessione di palestra per invigorire ogni centimetro del suo corpo.
La coppia era ritratta in diverse foto lungo il corridoio, come loro ad un picnic, loro ad una cena galante, loro ad una partita di baseball, il momento della laurea dell'uomo in Economia, il momento della gravidanza della donna e lì Liam si fermò ed accarezzò il pancione della donna.
Quello poteva essere Theo. Pensò Liam sviluppando uno strano sorriso dolce e tenero. Fino ad ora sembrava tutto normale, fin quando non incominciò a vedere le foto della bambina, da neonata, fino all'età di otto anni.
In tutte quelle foto di famiglia non vi era neanche una in cui vi fosse Theo, neanche al baby shower del bambino, neanche alla cena di ringraziamento e neanche nel giorno di Natale. In nessuna di quelle fotografie c'era Theo.
Poi Liam sentì il rumore di una fiamma ossidrica e sentì l'odore pungente del ferro che si stava sciogliendo. Liam voltò subito la direzione verso il rumore e l'odore forte, corse verso dove provenisse quasi a perdere l'equilibrio e cadere a terra.
Arrivò subito nella stanza dove vi fosse tutto quel rumore e vide Theo con una fiamma ossidrica accesa nelle mani e una cassaforte ai suoi piedi.
L'ansia di Liam si fece sempre più viva, quasi stava andando nel pallone quando vide un borsone pieno di contanti, gioielli ed orologi. Forse proprio quello fu il punto che fece traboccare completamente la sanità mentale di Liam quella fottuta notte.
<Ma che cazzo ti passa per quella fottuta testa?!> aveva urlato strattonando la spalla di Theo e rischiando di essere bruciato visto che Theo aveva ancora la fiamma ossidrica nelle mani.
<Niente di cui tu possa preoccuparti> aveva detto come contro risposta Theo cercando di calmare l'animo del beta. Theo aveva appena arricciato il naso dal disgusto sentendo l'odore orribile di ansia, frustrazione e paura che provenisse dal beta.
<questa non è casa tua> Liam aveva urlato gesticolando.
<ci sei arrivato solo ora?> Theo lo trattava con condiscendenza come se fosse uno stupido così alimentando ancora di più la rabbia di Liam.
<mi hai fatto credere che questa fosse casa tua ma mi hai portato ad derubare una povera famiglia innocente?> La voce di Liam sembrava spezzarsi, quasi sul punto di piangere. Era stato ingannato, deluso ed ora era amareggiato perchè tutto quello in cui aveva sperato erano solo delle fottute bugie. Aveva sperato nelle parole di Theo, aveva creduto di fare avere della vita di Theo quando lui. Ma niente. Theo era solo un fottuto psicopatico.
Come se una chimera assassina potesse cambiare, come se potesse diventare buona, come se potesse ancora avere qualcuno che gli volesse bene.
<Lo stronzo ha tentato di ucciderci all'ospedale> le parole di Theo sembravano uscire dalla sua bocca con molta apaticità che fecero spaventare Liam ed indietreggiare.
<pensavo fossi cambiato> Liam era incazzato, anche fin troppo. Gli pizzicavano gli occhi da delle lacrime ma non voleva farle uscire. Quando era arrabbiato così tanto da non riuscire a calmare il suo lupo interiore gli occhi gli pizzicavano. Il suo terapista aveva detto che fosse un modo diverso di esprimere la rabbia che si teneva così tanto dentro logorandolo e sembrando sempre sul punto di esplodere.
Ad un tratto il suono dell'allarme anti-incendio iniziò a suonare e il gettò d'acqua iniziò a colpirli ed a bagnarli completamente spegnendo così la fiamma ossidrica lasciata accesa nelle mani di Theo e bagnando i contanti dentro la borsa tenuta aperta.
<Cazzo> Theo fece sgranando gli occhi e guardando gli occhi oceano di Liam che facevano altrettanto.
Liam si precipitò verso il corridoio cercando la via di fuga più veloce mentre Theo raccoglieva i due borsoni pieni caricandoseli sulle spalle ed uscendo dalla porta della stanza. Afferrò per il colletto Liam che stava correndo verso la direzione sbagliata perdendosi ancora di più dentro la casa e lo spinse verso il corridoio giusto davanti a sé.
<Cazzo> urlavano in contemporanea cercando di scendere le scale il più velocemente possibile ma iniziò a suonare anche l'allarme che avvertiva la polizia che ci fosse stata una infrazione dentro l'abitazione.
<Vaffanculo Theo> urlò Liam cercando di aggrapparsi in qualche modo a qualcosa senza scivolare a causa del pavimento bagnato mentre correva.
<stai lasciando le tue impronte, cazzo!> fece invece Theo ridendo e vedendo la scena del piccolo lupo mannaro in preda al panico <nessuno ti ha insegnato che non bisogna lasciare impronte?!>
<io non derubo le case degli altri, porca puttana> Liam gli ringhiò contro voltandosi verso di Theo e fermandosi ma venne spinto fuori dalla veranda da dove fossero entrati la prima volta.
<Non voltarti, ci sono le telecamere, coglione!>
<ci sono le telecamere?!>
Liam pensò che la sua vita fosse appena finita. Non voleva derubare quella casa, ma Theo l'ha portato a farlo. Sarebbe finito in prigione.
Gli vennero le lacrime agli occhi così spesse che se sbatteva le palpebre gli cadevano lungo il volto. Così non le sbattè. Non poteva piangere, non gli avrebbe dato questa soddisfazione a Theo.
Riuscirono ad uscire dall'abitazione e poi corsero subito verso il camion parcheggiato nella strada, salirono dentro e Theo in meno di due secondi mise in moto la macchina.
Sfrecciarono lungo la strada uscendo di corsa e tagliando per un tratto dalla foresta così da evitare eventuali telecamere o che qualcuno come la polizia li seguissero. Theo lanciava qualche sguardo verso Liam ma egli stava con il broncio voltato verso il finestrino della macchina.
Theo sicuramente aveva esagerato, non doveva immischiare Liam nei suoi affari, ed ora Liam non gli avrebbe più parlato.
<Liam> Theo lo richiamò lanciandogli un'altra occhiata e continuando a guidare lungo la strada deserta che vi fosse tra l'entrata di Beacon Hills ed il bosco.
<Riportami a casa> disse semplicemente Liam senza guardarlo e Theo sapeva dal suo odore che se non fossero stati in macchina Liam lo avrebbe colpito pesantemente rompendogli così tante volte il setto nasale da farlo diventare Voldermort.
<Liam hanno l'assicurazione, verranno rimborsati su quello che hanno perso> anche se Theo disse in quel modo, non facilitava quella strana tensione creata, quella di rammarico, frustrazione e solitudine.
In quel momento Theo si stava chiedendo che cosa gli stesse passando per la testa a Liam, se avesse rivalutato la sua vita, se pensasse che dovesse costituirsi, se pensasse davvero che Theo non fosse diventato una brava persona.
<Riportami a casa e non farti più vedere>
Quelle parole per Theo furono come il bisturi che i Dread Doctors usassero su di lui per aprirlo ed ucciderlo così tante volte da non credere più che la vita potesse essere preziosa. Che avesse un senso. Che fosse unica.
Così in quel momento Theo fece la sua scelta.
<ti ho detto di riportarmi a casa> quelle furono le uniche parole uscite da Liam mentre Theo svoltò subito per decidere di percorrere la strada che li avrebbe portati completamente fuori da Beacon Hills.
Prima che Theo parlasse di nuovo spiegando che cosa stesse succedendo a Liam, si ritrovarono nel motel fuori Beacon Hills. Un posto buio e con un'auto nel suo parcheggio. Theo parcheggiò nella parte più interna del cortile e fermò lì l'auto. Prese un bel respiro tenendo le mani sul volante e ticchettando ad un ritmo regolare le dita sullo sterzo così che potesse regolare il suo battito cardiaco.
Liam voleva delle spiegazioni, anzi voleva semplicemente solo andarsene da quel luogo squallido e così triste e tornare a casa e magari non vedere mai più Theo.
<Ti devo mostrare una cosa> Theo disse, guardava solo davanti a sè, ma ormai Liam non ci credeva più alla serietà di Theo perchè lo aveva già ingannato due volte!
Alla terza allora Liam poteva definirsi davvero uno stupido. Voleva solo che Mason non lo sapesse così da non essere preso per il culo per il resto della sua vita.
<voglio tornare a casa> fece Liam scricchiolandosi le dita delle mani con fare minaccioso ma sembrava solo un piccolo golden retriver con il broncio.
<ti riaccompagnerò dopo che tu l'avrai visto> fece Theo e questa volta Liam poteva davvero sentire le emozioni di Theo, erano ricolme di sensi di colpa e vergogna. Per la prima volta Theo aveva mostrato il suo reale battito del cuore, le sue reali emozioni tramite l'odore.
Così Liam annuì, alla fine che cosa vi fosse di peggio che rapinare una povera famiglia dopo aver allagato la loro casa?
Scesero dal camion, Theo lo chiuse a chiave dopo aver afferrato il borsone pieno di refurtiva e issato sulle spalle trovandosi un senso di disgusto da parte di Liam.
Arrivarono al secondo piano, stanza 09, a quanto pare in quello stupido e sciatto motel il numero delle stanze era al contrario e quindi al piano di sotto vi erano le camere dal 11 al 20 ed al piano di sopra dall'1 al 10.
Theo tirò fuori la chiave della camera ed aprì la porta, cercò l'interruttore della luce sulla parete assestante per illuminare la stanza. Si spostò leggermente per far spazio nel passare a Liam.
Liam ancora non comprendeva perchè Theo avesse la chiave di quella stanza, ma appena vide il suo interno, il letto disfatto, i vestiti sulla sedia, il tavolino con il cibo d'asporto da buttare, dei libri sparsi per la stanza, comprese il motivo.
<Benvenuto a casa mia> La voce di Theo sembrava normale, un filino in soggezione per l'opinione giudicante di Liam. Ora Theo dopo essersi abbassato a tanto nel fargli vedere che tipo di persona di merda fosse, poteva dire addio a quel briciolo di strana relazione di amicizia che avesse con Liam. Bene, quasi stava provando delle emozioni strane che gli mettevano lo stomaco in soggezione.
Liam sgranò un po' gli occhi guardando la stanza, sentendo quelle parole, la bocca sembrava secca e un po' spalancata.
<Mi hai portato a casa tua?> Liam sbattè le palpebre un paio di volte voltandosi a guardare il volto di Theo ma ritrovandosi solo uno sguardo puntato verso il basso, non osando ricambiare lo sguardo, colmo di emozioni di rabbia verso se stessi e verso la propria fragilità.
<ti riaccompagno dalla signora Geyer e me ne andrò> Theo prese un bel respiro e premette le labbra una sull'altra, il disagio che provasse in quel momento era grande perchè stava mostrando una parte di lui così vulnerabile e così deprimente. Era arrabbiato perché era vulnerabile ed era vulnerabile perché non aveva mai avuto nessuno a cui fare affidamento.
Era una persona deprimente.
Doveva andarsene da Beacon Hills.
Liam però corse verso il letto buttandovisi sopra a stella marina e sospirando. Arraffò il cuscino e vi premette il volto contro sentendo l'odore di Theo così pesantemente da fargli venire le vertigini. Ogni cosa odorava di Theo e il cuore di Liam batteva così forte da aiutare le vertigini a farlo svenire.
<Perchè rimani sull'uscio? dai entra!>
Questo non era qualcosa che il cuore di Tara potesse sopportare.
Theo chiuse la porta dietro di sè.
*
Erano sdraiati nel letto, le luci spente e l'unica luce che illuminasse tutta l'intera stanza era quella che provenisse dal lampione al di fuori del cortile ed entrava nella stanza tramite la finestra con le tende bianche chiuse.
Era un'atmosfera piacevole, dolce e piena di un silenzio che potessero semplicemente fare loro senza provare un minimo imbarazzo.
Liam era sdraiato nel letto con il capo sopra il cuscino di Theo e le mani stese di lungo il proprio corpo. Aveva gettato le scarpe dall'altra parte della stanza, forse erano arrivate anche nel bagno con quella stupida vasca da bagno che era diventata così lucente da quando lì vi abitasse Theo. Solitamente le vasche dei motel erano luride, poco usufruibili e sembrava proprio che nessuno cambiasse mai le lenzuola. Ma in quella stanza vi era l'odore dell'ammorbidente, di pulito, la moquette sembrava davvero un rosso acceso al posto di quello scadente che vi fosse nella piccola sala comune dove vi si prendesse il ghiaccio.
Era una bella sensazione, avevano appena finito di vedersi un po' la televisione, avevano parlato, erano stati l'uno accanto all'altro e tra l'altro la refurtiva venne conservata da Theo dietro ad una mattonella del bagno.
Quella serata era stata divertente su un altro punto di vista, chi mai si immaginasse che entrare davvero dentro la casa di qualcuno, in quel modo, era così facile?
Fatto sta è che Liam non riusciva a dormire, sentiva l'odore di Theo innondargli le narici e non era abituato, non lo era minimamente quando Theo era proprio accanto a lui, nello stesso letto, a due centimetri di distanza.
Theo al dire il vero non era sdraiato con il capo sul cuscino, si era sdraiato al contrario, con il capo che se si girasse poteva trovare i buffi calzini di Liam con l'avocado che spara arcobaleni dal nocciolo al centro. Ancora non si capacitava come una persona normale potesse indossare dei calzini del genere, ma Liam era tutt'altro che normale.
Erano entrambi a pancia sopra, le braccia sopra al petto e guardavano entrambi il soffitto in quella morsa silenziosa che si fosse creata ma che non fosse per nulla imbarazzante.
<Quindi> Liam osò spezzare quel silenzio e attirare l'attenzione di Theo che finalmente riusciva a respirare per la prima volta dopo così tanto tempo <vivi da solo?>
Liam era curioso, diversamente curioso e quindi glielo chiese. Ancora non capì che la curiosità Non voleva né confortarlo, né abbracciarlo per i suoi dolori, né tantomeno mostrare pena nei suoi confronti. Non poteva perché non era da lui, non poteva perché l'orgoglio di Theo si sarebbe frantumato in un solo gesto. Non poteva perché Theo non glielo avrebbe permesso, perché se Theo glielo avesse permesso a quest'ora starebbero dormendo l'uno accanto all'altro nel confortevole letto di Liam, senza dire una parola, senza respirare e con il cuore che cercasse di uscire dal petto.
<L'ho sempre fatto> Theo risultò non essere un uomo di molte parole, soprattutto quando si trattava della sua vita ed fu abbastanza restio a dire anche quella frase.
<Non avevi detto che ci avresti presentato i tuoi?> Liam cercò di usare parole più dolci ma uscì quella strana di frase.
<Lo farò> La voce di Theo sembrò spezzata e Liam si impanicò leggermente.
<Non devi se non vuoi> Liam si mise a sedere solo per vedere il volto di Theo.
Liam lo vide con gli occhi chiusi, con un piccolo sorriso rammaricato e con quelle adorabili borse sotto agli occhi che lo rendevano solo un'uomo più stanco di quello che fosse già.
<Lo farò> la voce di Theo questa volta fu solo un sussurro che una persona normale non l'avrebbe sentito, e Liam ringraziò Dio che fosse un lupo mannaro.
<Hai rapinato una famiglia, non credo che per te possa essere difficile d'altronde> Liam accennò un sorriso e sbuffò scrollando le spalle.
Theo fece uno sbuffo divertito ed Liam sentì che il suo battito diventava sempre più debole e calmo, come se stesse dormendo.
Theo si era addormentato e Liam non poteva fare altro che guardare il volto sereno e non più tormentato della chimera.
Liam si sdraiò nuovamente e con il cuore a mille e l'odore della felicità che arieggiava nella stanza insieme ai loro due odori mischiati insieme. Liam non riuscì inizialmente a dormire ma poi sentì il dolce tocco delicato di Theo che si faceva strada alla ricerca della sua mano. Liam sentì Theo afferrargli dolcemente il polso e posare le proprie dita sul suo polso come se stesse sentendo il battito del suo cuore.
Il cuore di Liam si calmò, prese dei respiri profondi facendo diminuire l'accelerazione del suo cuore e comprese che Theo si stava cullando con il battito del cuore di Liam.
Liam di addormentò con il cuore in pace.
In fin dei conti quella famiglia aveva l'assicurazione, no?
❀Infrazione❀
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