7. Sophia's Pov
Dylan mi solleva da terra euforico, finalmente avevano vinto e io non posso fare a meno di sorridergli. Dopotutto è la prima vittoria dell'anno e se la sono meritata.
Con la coda dell'occhio osservo Matthew, la sua fidanzata lo sta raggiungendo da dietro e una smorfia impercettibile mi fa storcere il naso.
Nonostante la odi, non posso restare indifferente di fronte a questa situazione: io e Matt non siamo più niente. Di noi sono rimasti solo vecchi ricordi, che si sgretolano tassello dopo tassello.
Fa male, ma andare avanti è la cosa giusta da fare.
« Dobbiamo festeggiare! » Dylan avvicina le sue labbra alla mia bocca e fingendo di essere distratta gli porgo la guancia, non credo di essere pronta per un bacio da parte sua stasera.
Effettivamente però qualcosa che mi distrae c'è, ed è la mia migliore amica, ma pur volendo, non posso risultare maleducata nei confronti del ragazzo di fronte a me.
Rivolgo uno sguardo d'intesa ad Abigail, che lo coglie all'istante e mi aspetta pazientemente.
« Certo che festeggeremo, cos'hai in mente di fare? » Rispondo cercando di essere il più convincente possibile, ma Dylan non risponde, limitandosi ad appoggiarmi a terra stringendomi i fianchi, mentre i suoi occhi così grandi e sinceri riflettono nei miei.
« Dylan? » mi mordo il labbro inferiore facendomi prendere dall'agitazione.
Non ho mai avuto l'occasione di trovarmi così vicina a questo ragazzo dai capelli biondi e gli occhi terribilmente magnetici.
Devo ammetterlo, è davvero attraente.
Ma poi mi ricordo che è il cugino di Raylee, e tutto cambia, e con un accenno di disperazione cerco Abby con lo sguardo, ma incrocio nuovamente quello di Matthew.
Giurerei di averlo intravisto alzare un sopracciglio, segno che è infastidito.
Oh Sophia cosa diavolo stai facendo?
« Ti prego sorridimi un'altra volta » dice quasi in un timido sussurro mentre un sorriso da ebete gli si stampa sul viso.
E io sorrido, smetto di pensare a tutto e incantata dal suo sguardo sorrido come non facevo da tempo.
E penso che in fondo non è un male se provo ad aprirmi con qualcun altro, anche se la cosa mi spaventa.
« Sei bellissima… » mi accarezza la guancia, facendomi diventare rossa in viso.
« Posso dire una cosa stupida? » esordisce senza interrompere il contatto visivo neanche per un'istante, annuisco, e lui sgancia la bomba.
« Non so bene come dirlo… Insomma… » sposta lo sguardo su Matthew e Raylee, schiarendosi la voce e continua.
« Vorresti essere la mia ragazza? ».
Rimango in silenzio per un breve istante, senza sapere cosa dire. Tutto questo era inaspettato.
Cerco di prendere fiato, mentre il cuore martella incessantemente nel petto.
« Ehi piccola, è tutto ok… non devi darmi una risposta ora » si precipita a dire, forse perché ha visto nei miei occhi il panico.
« Vorrei solo una chance. Ci andrò piano, promesso » riprende, avvolgendomi in un tenero abbraccio.
Non ho mai negato a nessuno l'opportunità di provarci con me, perché sapevo che il mio cuore sarebbe appartenuto sempre e solo a Matthew, ma adesso che le cose sono cambiate sono in conflitto con me stessa. E Dylan sembra essersene accorto.
Mi appoggio al suo petto, sentendo il suo battito calmo, rassicurante, così diverso dal mio. Chiudo gli occhi, cercando di mettere ordine nei pensieri che si rincorrono, mentre lui mi tiene stretta. Dylan mi trasmette sicurezza, una dolcezza che sembra curare ogni mia ferita, senza chiedere niente in cambio.
Sento il suo respiro regolare e, quasi senza accorgermene, mi lascio andare a quel contatto. Le sue mani sulla mia schiena, la sua voce bassa e gentile non vuole mettermi pressione.
«Grazie» mormoro in un bisbiglio, alzando finalmente lo sguardo verso di lui.
Nei suoi occhi vedo solo sincerità, ma qualcosa in lui non mi convince del tutto.
« Stasera andiamo al pub a festeggiare allora? » cambia discorso.
Annuisco e nei suoi occhi vedo accendersi un'altra scintilla, non so più davvero cosa aspettarmi.
« Aspettami qua » dice allontanandosi… verso Raylee.
Cazzo, perché ho un brutto presentimento? Perché?!
Resto immobile, mentre osservo Dylan che parla con sua cugina prendendola in disparte, facendole diventare la faccia rossa dalla rabbia. Anche Matt li guarda con uno sguardo interrogativo, poi guarda me e io mi sento morire annegata nei suoi occhi, così limpidi, da leggermi dentro.
Entrambi lo sappiamo.
È finita.
Dylan torna da me con un sorriso a trentadue denti e mi abbraccia, a quanto pare ama il contatto fisico.
Neanche a me dispiace in realtà, solo che non sono più abituata.
« Stasera ti passo a prendere dopo cena, va bene? Vuoi che ti accompagno a casa? » sussurra sottovoce mentre continua ad avvolgermi con le sue braccia.
« Non ti preoccupare, vado a casa con Abby. Mi faccio trovare pronta per le nove? »
« Perfetto » ammicca dandomi un bacio sulla fronte, per poi lasciarmi andare.
Mentre mi dirigo verso l'uscita lancio un'occhiata discreta al mio ex ragazzo, che con mia sorpresa stava nuovamente guardando nella mia direzione.
Perdo nuovamente un battito, ma mi ricompongo quando vedo la mia migliore amica, mi sento così sopraffatta da tutte queste emozioni contrastanti che allargo le braccia in cerca di un abbraccio di conforto.
« Ho bisogno di una tisana alle erbe, o di sbattere la testa contro uno spigolo » sdrammatizzo affondando la testa tra i suoi capelli.
Lei ricambia l'abbraccio e si stacca, poi sorride e mi prende a braccetto.
« Dimmi solo chi uccidere e lo farò. Ma prima voglio sapere perché quel bocconcino ti stava così attaccato » ridacchia, con uno sguardo divertito.
« È questo è il problema numero uno. Vuole conoscermi meglio, ma io non so cosa fare… Sembra davvero un buon partito, però non sono sicura. C'è qualcosa sotto » sospiro, guardando in basso.
« Però se non provi a conoscerlo non capirai mai cosa ti nasconde. O no? » Abigail si ferma e si mette di fronte a me, mettendomi le mani sulle spalle.
« Non voglio sentire nient'altro ok? Se non il tonfo della mascella di Matthew che si scontra col pavimento. E ora che ti rimetti in gioco amica mia, e io ti aiuterò a farlo ».
Abigail sorride di nuovo, guardandomi con aria sicura. Così determinata da far sentire meglio anche un disastro come me.
La ringrazio e insieme ci incamminiamo verso casa e quando arriva il momento di salutarci, ci scambiamo un bacio sulla guancia prima di separarci.
« Stasera ci siete anche te e Alex? »
« Non ci perderemmo questa serata per nulla al mondo » risponde entusiasta, alzando un braccio in segno di saluto prima di girare l'angolo.
Quando arrivo a casa, lascio le chiavi sul tavolino all'ingresso e salgo le scale per andare in camera mia. Apro l'armadio in cerca di qualcosa da mettere e quasi mi scappa un gridolino di gioia quando trovo l’outfit perfetto: un body di pizzo bordeaux, con uno scollo profondo a v, le spalline che si incrociano sul collo, che creano un effetto incrociato sul petto e un paio di jeans neri a vita alta, strappati sulle ginocchia, come tocco finale aggiungo un paio di tacchi bassi e una borsetta nera.
Quando restano soltanto capelli e trucco da sistemare manca ancora una buona mezz'ora prima che Dylan mi passi a prendere, così faccio una semplice piega liscia e metto l’eyeliner, insieme ad una punta di mascara per completare il lavoro.
Mettermi a tiro mi è sempre piaciuto, mi fa stare bene con me stessa, e non succede spesso che io mi piaccia.
Dieci minuti dopo mi ritrovo distesa a pancia in su nel letto, a fissare il telefono, senza neanche accorgermi di avere ancora una foto che ritrae me e Matt come sfondo.
Eravamo in spiaggia quel giorno, c'era il tramonto più bello che avessi mai visto ma non era niente in confronto ai suoi occhi; guardo le nostre facce buffe e ricordo che avevamo appena fatto pace dopo aver litigato per qualcosa.
Eravamo testardi, troppo ingenui e troppo orgogliosi per ammettere i nostri sentimenti… e chissà se forse è ancora così.
Scaccio immediatamente questi pensieri, quando il suono di un clacson dall'esterno attira la mia attenzione, Dylan è arrivato.
Senza farlo aspettare, metto un po' di profumo e scendo giù, chiudendomi la porta di casa alle spalle.
Anche Dylan si è messo a tiro stasera, indossa una camicia e dei pantaloni bianchi che mettono in risalto la sua carnagione olivastra. È davvero mozzafiato.
« Pronta piccola? » sorride, mentre salgo in macchina, poi mi bacia la mano.
« Dove andiamo? » domando, mentre imposta il tom tom sul “Sandpiper Lounge”, rispondendo alla mia domanda.
Il nome di quel locale rimbomba nella mia testa incessantemente. Tra tutti i pub possibili, proprio quello, che ha fatto da sfondo alle giornate più belle e a quelle più tristi e malinconiche.
Tra tutti proprio il Sandpiper, che mi ha visto crescere e innamorarmi, ma anche piangere e soffrire, festeggiare in compagnia e bere qualcosa in solitudine.
Quel posto fa parte del mio passato, racchiude tutto il tempo passato in questa città, e rimetterci piede senza inciampare in qualche vecchia memoria, non sarà affatto facile.
Soprattutto non se ci sarà anche Matthew.
Prima di arrivare scrivo un messaggio ad Abigail, per chiedere a che punto sono, la mia migliore amica risponde un minuto dopo con un selfie di lei e mio fratello, con dietro l'insegna del pub.
Il navigatore segna che manca ancora qualche minuto prima di arrivare, così mi metto a guardare il panorama fuori dal finestrino. L'idea di tornare in quel luogo non mi piace particolarmente, ma non voglio dire niente a Dylan, dopotutto non mi fido ancora al cento per cento di lui.
« A cosa pensi? » mi guarda con la coda dell'occhio, distraendomi dai miei pensieri, tentenno prima di rispondere.
« A nulla. Siamo arrivati? » chiedo rivolgendogli un sorriso, a cui risponde con un cenno della testa, non sembra convinto della mia risposta, ma decide ugualmente di lasciare perdere.
Ad accoglierci nel locale c'è un odore familiare di legno e birra, lo stesso di sempre. Il Sandpiper è esattamente come lo ricordavo: luci soffuse, pareti piene di vecchie fotografie e quadri, e quel bancone in legno scuro che sembra portare i segni di tutte le notti che ha visto. C’è una piccola folla attorno ai tavoli e un brusio leggero riempie l'aria, punteggiato di risate e chiacchiere.
Appena entrati, Abigail mi corre incontro, avvolgendomi in un abbraccio che mi toglie il respiro.
« Ce ne avete messo di tempo per arrivare! » esclama con un sorriso enorme. Al suo fianco c'è mio fratello, che mi saluta con quel suo solito mezzo sorriso sbilenco, sono sempre stati complici loro due, e vederli insieme mi fa sentire a casa, anche se il peso dei ricordi rende il tutto un po’ più difficile da gestire, visto che eravamo in quattro e sempre lo siamo stati.
« Mio fratello e… ugh… Raylee, sono hanno preso il tavolo » Abigail, indica con riluttanza un angolo del salone, ignorando l'esistenza di Dylan.
Per non farlo sentire in disparte lo prendo per la mano, ma è in quel momento che, con un nodo allo stomaco, scorgo Matthew, seduto in silenzio, con un braccio intorno alle spalle della sua fidanzata, con una birra davanti, quasi assorbito dai suoi pensieri mentre lei continua a parlargli.
Dylan mi guarda, sembra aver notato il mio sguardo fisso su Matthew. Cerca di leggere la mia espressione, ma abbasso lo sguardo prima che possa capire troppo. Non sono pronta a parlare di ciò che c'è stato tra me e Matthew, né di come sia finito tutto. Troppi ricordi ancora troppo freschi, e troppi sentimenti che non so se riuscirò mai a seppellire completamente.
Abigail, come sempre, sembra intuire i miei pensieri. « Loro hanno già ordinato, tu cosa prendi? » dice, mentre ci sediamo uno accanto all'altro.
Mentre ci avviciniamo al tavolo, posso sentire lo sguardo di Matthew su di me. È un peso che avverto nel petto, come se stesse vagando dentro di me, un richiamo che fa riaffiorare tutto ciò che credevo fino a poco fa di aver lasciato alle spalle. Il Sandpiper mi ha visto crescere, sì, ma ha anche assistito alla nostra storia. E ora, di fronte a tutto ciò, non posso fare altro che sedermi e cercare di fingere che il passato non abbia alcun potere su di me.
Raylee che fino a quel momento era rimasta in silenzio, posa il suo sguardo su di me.
« Allora, raccontaci cosa c'è tra te e mio cugino », chiede serpeggiante, con un sorrisetto che non riesce a nascondere del tutto le sue intenzioni, mentre stringe il braccio di Matt, che era appoggiato al tavolo..
Il mio sguardo scivola inesorabilmente verso Matthew, che evita di incrociare i miei occhi.
« Solo il tempo ce lo dirà » sorrido, stringendo a mia volta la mano di Dylan, che anche se preso alla sprovvista ricambia il gesto, provocando un mezzo sorriso amareggiato da parte di Matthew.
Raylee osserva la scena con interesse malcelato, trattenendo un sorrisetto soddisfatto.
È così evidente il nostro odio reciproco?
Con disinvoltura si volta, notando l’espressione impassibile di Matthew, e per un istante si limita a osservarlo. Poi il suo sorriso torna a farsi più affilato, come la lama di un coltello, e si rivolge di nuovo a me.
« Solo il tempo? Ne sei sicura? » domanda, la voce intrisa di una sfida sottile. Il suo sorrisetto è un’ombra tagliente. Vuole provocarmi, testare la mia pazienza, ma senza riuscirci.
Sento il mio cuore accelerare, ma mantengo il controllo. Dylan, al mio fianco, mi lancia uno sguardo di incoraggiamento, per farmi capire che è dalla mia parte. Matthew, invece, è una statua di indifferenza, apparentemente immune a tutto ciò, ma so che qualcosa in lui sta reagendo e me ne accorgo dalle sue spalle rigide in una tensione che riconosco fin troppo bene.
« Comunque opto per un Sex on the beach » cambio discorso, sfoderando il miglior sorriso che riesco a trovare.
« Voi cosa prendete? »
La tensione che aleggiava al nostro tavolo si dissolve quando mio fratello inizia a raccontare qualcosa per intrattenere e distrarre gli altri da me e Raylee.
Alex è sempre stato un ottimo intrattenitore, ed è anche grazie a questo se siamo così legati, non saprei davvero cosa fare senza di lui.
Una mezz'ora più tardi Alex mi fa cenno con la testa di seguirlo, mentre con Matthew esce per fumare una sigaretta.
Non capisco il motivo di quel gesto, ma in ogni caso li seguo e rimango in disparte ad ascoltare i loro discorsi, ma non parlano di granché.
Poi mio fratello torna dentro e io rimango da sola con Matthew, la tentazione di chiedergli una sigaretta e alta e come se mi leggesse nel pensiero, ne tira fuori una e se l’accende, aspirando il fumo e tirandolo fuori dalla bocca.
« Mi lasci un tiro? » azzardo prendendo coraggio, conosco la risposta, ma ho talmente tanto stress nel corpo da non poterne fare a meno.
« Vuoi già rovinarti, Stellina? » alza un sopracciglio, facendo un sorrisetto divertito.
Quel soprannome, detto così per ironizzare, mi provoca un brivido lungo la schiena, perché solo lui sa che effetto mi fa.
« Se non vuoi lascia stare » rispondo velocemente, con voce bassa, rimanendo immobile mentre lo osservo finché non finisce la sigaretta.
Lui ne lascia un’ultima boccata, poi me la passa e si avvicina a me, fermandosi accanto, prima di sussurrarmi vicino all’orecchio.
Il suo profumo mi pervade, così dolce e pungente, che non mi basta mai.
« Puoi pure mentire a te stessa Stellina, ma non a me » sussurra con voce roca.
La voce di chi sa, che con un solo gesto può mandare in frantumi tutta la mia sicurezza, spezzandomi, inerme in un angolo.
La stessa che allo stesso tempo è in grado di scacciare ogni preoccupazione dalla mia testa.
Ma noi avevamo iniziato a giocare, e questo era solo l'inizio.
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Buonasera a tutti miei cari lettori, come state?
Cosa ne pensate di questo ultimo capitolo? Chissà in cosa si cacceranno i nostri protagonisti questa volta!
Ci tenevo a ringraziare tutti quanti per le 500 visualizzazioni.
È un piccolo traguardo per Wattpad, ma un grande traguardo per me💜.
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