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[N/A] Mi sono impegnata a scrivere il capitolo tutto in una notte, mi dispiace per come vi ho lasciati la scorsa volta, IHIH ^^ Ricordatevi una stellina e soprattutto che quotidianamente, nella mia bacheca, posto spoiler giornalieri riguardo ai nuovi capitoli <33.
V - H O N G J O O N G
I miei genitori non amavano particolarmente trascorrere le vacanze al mare: la sabbia li infastidiva, come anche le spiagge affollate. Il sole, seppur lontano, screpolava la loro pelle delicata. Preferivano senza ombra di dubbio una bella passeggiata rinfrescante tra i boschi, o l'intimità di un laghetto poco distante da Seoul. Mi ci portarono diverse volte, con l'obbiettivo di pescare una carpa. Nessuno in famiglia aveva però particolari abilità nella pesca, neanche mio padre. Ricordo infatti la sorpresa di mia madre non appena qualcosa aveva finalmente abboccato all'amo. Mio padre era quasi scivolato in acqua, mentre nonostante l'emozione mi approcciavo a pescare per la mia prima volta, le mani tremanti attorno la canna da pesca. Non scordai mai il rumore che emise la carpa, una volta costretta fuori dall'acqua: blop, come se qualcuno avesse appena sfilato il tappo dal fondo di un lavandino. Da lì in poi, l'alluvione.
Credetti di assomigliare momentaneamente ad una carpa. Qualcosa mi estrasse forzatamente dal mio stato vegetativo, immergendomi impreparato al di sotto di in un acquazzone. Il dolore mi travolse ancor prima che potessi rendermi conto di essere tornato cosciente, di poter respirare nonostante tenessero ferma la mia testa nel bel mezzo di un maremoto. Ed io annegavo lentamente, immerso in un dolore che non riuscivo a gestire. Il mio risveglio fu breve: tentando disperatamente di fuggire a quel supplizio, spalancai di scatto gli occhi, mentre una luce abbagliante mi accoglieva nuovamente nel mondo reale. Era bianca, ospedaliera, non la sopportavo. Quel bagliore accecò la mia vista, troppo intenso per i miei deboli occhi ormai abituati al buio, e tentai impacciato di muovere una mano a coprirmi il viso.
《Hongjoong!》qualcuno esclamò ad un tratto, alla mia destra. Non riconobbi immediatamente la voce, distorta dall'emozione, dal momento che mi assalì d'improvviso un forte ed incontrollabile mal di testa. Gemetti dolorante, mentre lentamente recuperavo la sensibilità del mio corpo. Innumerevoli spasmi scuotevano il mio petto, vampate di calore bruciavano la mia pelle. L'eco di qualche passo fu l'unica cosa che captai, mentre venni travolto da un aspro odore medicinale. Disgustato, mi sforzai di aprire nuovamente gli occhi.
La prima cosa che notai, fu il caloroso e stretto sorriso sulla faccia sottile di Mingi. I denti di entrambe le arcate erano messi perfettamente in mostra, brillanti sotto quella triste luce al neon. Il sorriso gli donava, perciò sorrisi titubante a mia volta, tentando di ricordare il motivo per cui mi trovassi immobilitato in un letto d'ospedale. Eppure mi accorsi che la mia mente non riusciva ben a focalizzare gli eventi passati, come se stessi consultando un libro di sole pagine bianche: più lo sfogliavi, più prendevi consapevolezza di non saper scrivere.
《Hongjoong, come ti senti?》mi chiese Mingi, allarmato. Le infermiere nel frattempo misuravano i miei parametri, lanciandomi scrupolose occhiate. Tentai di ignorarle, cercando di focalizzarmi unicamente su Mingi, nonostante percepissi la mia mente abbandonarsi alla deriva. La mia vista iniziò ad appannarsi, e per un attimo temetti di star diventando cieco.
《Sto bene. Cosa è successo?》chiesi cautamente, percependo la mia stessa voce graffiarmi le pareti della gola. Ne rimasi stupito, tossendo leggermente per il fastidio. Solo in quel momento mi accorsi dell'ingente quantità di macchinari a cui ero attaccato, un brivido percorse la mia spina dorsale. Mi guardai cauto attorno, per quanto i tubi me lo permettessero. Mingi nel frattempo sgranò gli occhi, stupito dal fatto che non ricordassi nulla. Il pallore macchiò immediatamente il suo viso, mentre lo vedevo chinare titubante il capo. Mi strinse semplicemente una mano, ed io sorrisi appena nel riconoscere il suo tocco, rassicurato.
《Hai salvato la vita di Yeosang.》mi disse con cautela, temendo la mia reazione. Lentamente mi ritrovai a sgranare gli occhi, incredulo, mentre nel mio cervello scattò qualcosa: rividi per un breve attimo una macchina correre a tutta velocità verso di me, e mi venne da vomitare. Nervoso, iniziai a tossire, e Mingi mi diede subito delle premurose pacche sulla schiena. Ricordavo di aver spinto Yeosang lontano dalla strada, di esserci riuscito nonostante tremassi come una foglia. Non volevo gli accadesse qualcosa di male, nessuno avrebbe meritato una sorte simile. Sapevo fosse un gesto sconsiderato, ma non avrei potuto tollerare che Seonghwa potesse soffrire per uno sciocco scherzo del destino.
Seonghwa.
Venni percosso da un altro spasmo, impreparato. Seonghwa. Cosa gli era successo? Stava bene? Come avrà preso la notizia dell'incidente? Un improvviso vuoto andò a colmare il mio stomaco in subbuglio, infiammando il mio petto di una profonda nostalgia. Mi chiesi da quanto non lo vedessi, perché non fosse qui con me, e la sua mancanza iniziò a divorarmi le viscere. Le lacrime iniziarono ben presto ad accumularsi nei miei occhi, ed evitai di battere ciglio per non permettere scivolassero indegne sul mio viso. L'elettrocardiogramma registrò l'accelerarsi del mio mio battito. Mingi parve accorgersene, e il sospiro rassegnato che si lasciò sfuggire graffiò le mie orecchie.
《...Il tuo ragazzo è fuori da questa stanza. Ha dormito cinque notti consecutive accanto al tuo letto, senza lasciarti un attimo.》a quelle parole mi voltai di scatto verso di lui, ignorando i tubi che ostacolavano i miei movimenti, sgranando inconsapevolmente gli occhi. Mingi sapeva. Un sentimento di vergogna si impossessò del mio corpo, e le lacrime ormai scorrevano inesorabili sul mio viso ossuto. Nonostante il mio impegno nel non ferire nessuno, ero riuscito a mortificare due delle persone a cui più tenevo: Seonghwa per primo si era fatto carico di preoccupazioni inutili, ostinandosi a rimanere con uno sciocco come me. Nessuno glielo aveva chiesto, eppure era rimasto. Mingi invece aveva un ulteriore fardello da sopportare: il mio tradimento. Il dolore in quel momento era insopportabile, il mio cuore doleva come non mai e la mia pelle continuava a bruciare di una sofferenza inestinguibile.
《Ehi, Hongjoong, sto bene, davvero. Preoccupati solo per te.》mi rassicurò immediatamente Mingi, agitandosi nel vedermi piangere. Impacciato, tentò di asciugarmi le lacrime. Lo fissai in silenzio, sforzandomi di trattenere il mio pianto, ma i singhiozzi scuotevano in maniera sin troppo dolorosa il mio corpo. Di una sola cosa ero convinto: sarei dovuto svanire assieme alla macchina. A quel pensiero, volli vomitare seriamente, ma nel mio stomaco non c'era nulla se non profondo pentimento.
《M-Mingi, mi dispiace...》singhiozzai come un bambino, cercando di confortarlo in qualche modo. Mingi sorrise appena a quel mio tentativo, accarezzandomi dolcemente i capelli. Non sembrava ferito, ad osservarlo meglio, semplicemente rassegnato. Non mi piaceva quel sentimento su di lui: desideravo il Mingi ridente e scherzoso al quale eravamo tutti abituati, e realizzare fossi stato io ad averlo trasformato in quel modo, era per me un supplizio. Delle voci nel corridoio interruppero il mio pianto, mentre mi ritrovai a trattenere bruscamente il fiato.
Era la sua voce. Avrei potuto riconoscere l'eco dei suoi passi ad occhi chiusi. Mingi si scostò nel momento in cui la porta della mia stanza venne aperta bruscamente, permettendo l'ingresso di Seonghwa. Uno spicchio di sole proveniente dalla finestra gli illuminò il volto etereo, seppur visibilmente stanco. Le occhiaie risaltavano i suoi occhi arrossati, e probabilmente quella mattina non si era neanche pettinato. Eppure, ai miei occhi, possedeva sempre quel tipo di bellezza che apparteneva unicamente a lui: le spalle larghe, lo sguardo orgoglioso, un'elegante postura. I miei occhi soffrirono a quella visione: era talmente bello, non mi ero ancora abituato all'effetto che aveva su di me. Mi parve fossero passati mesi, dall'ultima volta che lo vidi.
L'elettrocardiogramma stavolta suonò un paio di volte, avvertendoci riguardo la brusca accelerazione del mio battito cardiaco mentre mi ritrovavo a trattenere il fiato. Nessuno parve farci caso. Seonghwa incrociò lo sguardo al mio, e desiderai il tempo si fermasse. I suoi occhi, anch'essi lucidi dal dolore, riversarono nei miei un contrasto di sentimenti al quale non ero preparato. Con un solo sguardo, condivise le sue emozioni con me, e mai mi ero sentito più vivo. A passo svelto si diresse verso di me, mentre con la coda dell'occhio vidi Mingi uscire cauto dalla stanza, Yunho ad attenderlo nel corridoio. Stupito, mi ritrovai a sorridere debolmente.
Seonghwa si bloccò accanto a me, esitante, osservando frustrato i tubi che impedivano il nostro riavvicinamento. Fortunatamente tra le lenzuola ritrovò la mia mano, e la strinse con forza nella sua. Le mie dita ritrovarono posto tra le sue. Per un attimo desiderai solamente essere tra le sue braccia, cullato contro il suo petto, e il desiderio di quella irrealizzabile volontà mi bruciò la gola. Eravamo entrambi in lacrime, osservandoci in silenzio come due sciocchi. Seonghwa tentò un paio di volte di parlare, ma si costrinse a distogliere lo sguardo, infastidito dal fatto che si stesse mostrando in quelle condizioni. Visibilmente più tranquillo, ricambiai delicatamente la sua stretta, domandandomi per quanto tempo sarei dovuto rimanere in quel triste letto.
Seonghwa si riprese rapidamente. Sapevo detestasse mostrare i propri sentimenti, perciò quando incontrò nuovamente il mio sguardo non una lacrima rovinava il suo viso perfetto. Gli occhi erano semplicemente poco più gonfi, e non esitavano ad osservarmi con preoccupazione. Si sedette in silenzio accanto a me, poggiando cauto il capo sul mio petto. Chiudemmo entrambi gli occhi, finalmente sereni, entrambi cullati dal suono altalenante dell'elettrocardiogramma. Gli sfiorai cauto i capelli, mentre lui mi accarezzava il dorso della mano con il pollice. Un'altra lacrima scivolò sulle mie guance, arrossate dall'emozione.
Grazie per aver portato un pezzo di casa con te.
《Ti voglio baciare.》sussurrò ad un tratto, contro il mio petto. La sua voce vibrò contro il mio stomaco, mentre mi lasciava un rapido bacio sulla maglietta. Si rialzò lentamente, sistemandosi composto sulla sedia, senza sciogliere le nostre mani. Lo guardai in silenzio, sorridendo lievemente. Anche io avrei voluto baciarlo. Infinitamente, eternamente. Smarrirmi nel suo sapore, naufragare nella sua bocca.
《Baceresti un medicinale.》osservai allora, ridacchiando appena. Quella risata mi costò un altro spasmo, mentre tossivo appena. Seonghwa mi guardò allarmato, sorreggendomi il capo con la mano libera. Aprofittò di quella vicinanza per baciarmi il capo, agitato. La stretta sulla mia mano aumentò ancora un poco, come se temesse potessi fuggire via.
《Mi dispiace...》sussurrai dunque cautamente, temendo la sua reazione. Come da copione, lo vidi irrigidirsi, mentre serrava lievemente la mascella. Quasi potei percepire i muscoli tendersi al di sotto dei vestiti, e dovetti distogliere lo sguardo per non mostrargli di essere arrossito. Al culmine del mio imbarazzo, desiderai riaddormentarmi sul momento.
《Non dire cazzate Hongjoong. Non è colpa di nessuno.》disse semplicemente, guardandomi male. Sospirai esausto, sapendo di non poter discutere con lui in quelle condizioni. Seonghwa sorrise alla mia rassegnazione, baciandomi stavolta il dorso della mano. Rimanemmo in silenzio diversi minuti, immersi nella nostra intima tranquillità: lo osservavo in silenzio, illuminato dalle deboli luci al neon, mentre attento disegnava con la punta delle dita sul palmo della mia mano. Ogni tanto si chinava su di me, baciandomi prima il petto, poi il braccio, poi la spalla. Era come essere tornati a scuola, nascosti insieme nel giardino sul retro: immersi nel verde del prato, le nostre figure intrecciate tra i primi fiori primaverili.
《Ti amo.》mi lasciai sfuggire allora, involontariamente. Lo dissi con sicurezza, nonostante il tremore della mia voce, dunque non potevo sperare non mi avesse sentito. Per quanto mi vergognassi nell'averlo espresso ad alta voce, sapevo di provare realmente un sentimento verso di lui. Quell'incontrollabile amore incondizionato che solamente lui suscitava nel mio petto, e che giorno dopo giorno soffocava la mia lucidità. Come quel giorno negli spogliatoi scolastici, quando piansi come uno sciocco dal momento che non sapevo come gestire quell'immensa mole d'amore che provavo verso di lui. Era un amore quasi tossico, al quale sapevo di essermi aggrappato incondizionatamente.
Seonghwa mi guardò stupito, senza dire nulla. Non seppi capire cosa gli passasse per la mente, e l'ansia divorò il mio stomaco. Solamente quando lo vidi sorridere imbarazzato ripresi a respirare normalmente, con le lacrime agli occhi per il sollievo. Un lieve rossore colorava le sue guance. Lo vidi chinarsi su di me, come se volesse rivelarmi un segreto. Avvicinò la bocca al mio orecchio, serrando nuovamente la presa sulla mia mano.
《Ti amo.》
Le infermiere dovettero intervenire una seconda volta, dal momento che l'elettrocardiogramma aveva inziato a suonare all'impazzata. Costrinsero Seonghwa a lasciare la stanza, e lo vidi ridere sulla soglia, mentre mi lanciava uno sguardo radioso. Un piacevole tepore si impossessò del mio corpo, cessando i miei continui spasmi e tremori, e mi addormentai con l'immagine del suo sorriso nella mente. La sua mano, nel mio incosciente sogno, stringeva ancora la mia.
[N/A] Questo capitolo è particolarmente più lungo, spero comunque che vi piaccia ^^ Preparatevi per il prossimo capitolo... 🌚
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