🐚 06.
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No... oh merda.
Y/N non si ricordava affatto di questo codice di sicurezza la sera prima.
Tentò di rivivere la scena passata dentro la sua mente... la ragazza aggrottò la fronte, turbata.
Il padre doveva aver inserito il codice molto velocemente, mentre lei non guardava.
La ragazza pensò che forse in quel momento si era distratta nel guardare l'ambiente circostante.
No no no... non posso fermarmi proprio adesso, non ora che sono arrivata fin qui!
Y/N rifletté, visualizzò lo schermo posto di fronte a lei, sopra la parola PASSCODE c'era il nome e il cognome di suo padre.
Poi i suoi occhi tornarono sugli spazi da riempire... erano sei, la ragazza doveva pensare a sei cifre.
La preoccupazione la assalì, suo padre non era il tipo da associare le password a qualcosa di importante per lui.
Spesso creava una sequenza di numeri e la appuntava su un foglio per non dimenticarsene... Y/N mentalmente imprecò, e se in uno di quei cassetti nel suo ufficio, ci fosse stato un foglio ripiegato con dentro tutte le password utilizzate dall'uomo?
Perché a questo non aveva pensato?
Perché non aveva fatto attenzione la sera prima?
Aveva fatto attenzione al colore della scheda ma era stato un caso, in fondo lei non sapeva che la scoperta sensazionale di cui l'uomo parlava fosse la cattura di Jimin.
Merda merda merda!
Y/N ripeté dentro di sé, non voleva arrendersi, ma non poteva solo digitare una sequenza di sei numeri a caso.
Non sapeva cosa sarebbe potuto accadere, forse avrebbe fatto scattare l'allarme.
Escluderei la data del suo compleanno... forse il compleanno di mamma?
Y/N provò a digitare la data di nascita di sua madre, lo schermo le diede errore.
La ragazza lesse che aveva altri due tentativi, scosse la testa amareggiata, sapeva che il primo sarebbe stato un tentativo a vuoto.
Suo padre non era così sentimentale, ma una piccola parte di lei ci sperava.
Provò ad usare la data in cui suo padre aveva aperto quello stesso laboratorio in cui stava cercando di intrufolarsi, era una data importante per l'uomo e anche se non era solito a questo tipo di cose, la ragazza pensò che fosse meglio pensare a delle date specifiche che ad una fila di numeri messi insieme per caso.
ERROR
Fantastico. Perfetto.
Y/N aggrottò le sopracciglia scocciata, sapeva di aver cantato vittoria troppo presto, ecco l'ostacolo che una piccola parte di sé aveva continuato a ricordarle tutto il tempo.
Le restava un ultimo tentativo.
Un ultimo tentativo probabilmente sbagliato, e che quasi sicuramente avrebbe fatto scattare l'allarme di sicurezza.
Y/N non sarebbe mai andata via da lì senza provarci fino alla fine.
Era certa che se l'avessero presa non le sarebbe accaduto nulla, suo padre avrebbe chiuso un occhio sulla questione... forse.
O forse, per la rabbia l'avrebbe lasciata marcire in una cella per settimane, se non mesi.
Cosa potrei mettere?
Y/N lanciò uno sguardo titubante allo schermo, che intanto era in attesa del terzo e ultimo tentativo per inserire il codice d'accesso.
Pensa a sei cifre. Pensa a sei cifre. Pensa a sei cifre. Pensa a sei cifre.
La ragazza avvicinò tremante l'indice allo schermo.
Aveva pensato a sei cifre che forse, avrebbero potuto funzionare.
Non sapeva nemmeno lei perché avesse pensato proprio a questa data, era certa che fosse sbagliata dato che non era giusta nemmeno la data del compleanno di sua madre.
Ma Y/N, spinta da non sapeva quale coraggio, ci provò.
Digitò con estrema lentezza i sei numeri; il dito era tremante, aveva il cuore in gola e il respiro bloccato.
I suoi occhi però divennero lucidi quando apparve immediatamente il segno della spunta verde.
Non ci credo... ce l'ho fatta...
Y/N disse dentro di sé, incredula.
Aprì la porta ed entrò, raggiunse a passo affrettato l'acquario dove si trovava Jimin.
Appena quest'ultimo vide la dolce umana a cui si era tanto affezionato, smise di essere invisibile e la sua figura apparve davanti agli occhi di Y/N come per magia.
"Y/N! Che ci fai qui?" Jimin domandò stupito.
"Taehyung non ti ha detto che sarei venuta stanotte? Sono qui per liberarti, mantengo sempre le mie promesse." La ragazza sorrise con gli occhi ancora lucidi, si abbassò la mascherina ma tenne sulla testa il cappuccio; il cuore di Jimin perse un battito quando riuscì a vedere il sorriso della fanciulla.
"Sì me lo aveva detto... ma non pensavo che saresti venuta." Il tritone mormorò a bassa voce, Y/N inarcò un sopracciglio.
"Ti fidi così poco di me?"
"Y/N, mi fido ciecamente di te. È solo che... questo è il laboratorio di tuo padre. E poi le guardie, il sistema di sicurezza... come hai fatto ad entrare?"
Y/N aveva un'espressione fiera e colma d'orgoglio quando mostrò a Jimin la boccetta contenente il veleno soporifero di Taehyung, il viola spalancò gli occhi.
La ragazza spiegò rapidamente come fosse andato l'incontro tra lei e il suo amico, sottolineò più volte quanto a Taehyung mancasse qualche rotella, e Jimin sorridendo, non poté non concordare con lei.
Quando però Y/N raccontò al viola che Taehyung le aveva dato una bella dose del loro veleno, Jimin smise di sorridere.
"Aspetta... Taehyung ti ha dato il nostro veleno e tu lo hai davvero usato? Lo hai davvero spruzzato in faccia ad una guardia?" Jimin ripeté sbalordito, Y/N annuì.
"Altrimenti non sarei qui! È un'arma perfetta, anche se non perdonerò mai Taehyung per averla provata prima su di me." La ragazza mormorò imbronciata.
Il tritone dai capelli blu era stato davvero un incosciente quella mattina, gli effetti di quel veleno potevano risultare molto più pericolosi per un essere umano.
Per fortuna era andato tutto bene, e il massimo che era accaduto era stato un pisolino di quasi quindici ore.
"Ora, devo trovare il modo di farti uscire da qui. E poi dovrai saltare qua." Y/N indicò prima l'acquario dove si trovava Jimin, poi indicò il carrello su ruote al suo fianco.
Il bel tritone sollevò un sopracciglio, poco convinto.
"Y/N... come hai fatto con le telecamere?"
"Telecamere?"
"Sì. Telecamere di sicurezza, l'edificio ne è pieno."
Fu come se un intero masso fosse appena affondato sulla testa della fanciulla.
Spaventata, Y/N sollevò lo sguardo, osservò gli angoli del soffitto.
Deglutì quando vide una piccola telecamera nera, un minuscolo pallino rosso che lampeggiava e che stava a significare che erano ripresi.
"Sei ancora qui però, evidentemente il tipo che controlla si è addormentato." Jimin pensò ad alta voce, si trovava lì da qualche giorno e aveva avuto modo di osservare per bene il laboratorio, almeno quel che era stato capace di vedere dal punto in cui si trovava lui.
"Dobbiamo sbrigarci! Cavolo, non ci avevo pensato alle telecamere di sicurezza!" Y/N piagnucolò, entrò nel panico, cominciò a muoversi in tondo agitata, Jimin tentò di calmarla.
"Come hai fatto a non pensarci? Comunque cerca di calmarti piccola... il fatto che tu sia riuscita ad arrivare fin qui è molto positivo."
"Okay, vorrei tanto chiederti se stai bene ma non abbiamo tempo, devo trovare un modo per farti uscire da questa dannata scatola di vetro!" Y/N si mosse e si fermò di fronte ad una tastiera, numerosi erano i comandi di cui lei non capiva niente.
"Tuo padre ha premuto dei tasti proprio dove ti trovi tu... e comunque sto bene." Jimin sorrise.
"Quindi... è un acquario che si può abbassare, vero?" Y/N domandò mentre osservava il contenitore pieno d'acqua dove si trovava Jimin.
"Sì. Queste lastre di vetro sono incastonate nel pavimento. Tuo padre aveva premuto dei tasti per farle innalzare fino al soffitto. Quindi dovrebbero esserci dei tasti per farle anche abbassare. E devi trovare anche il comando per aprire questo acquario, la parte superiore del vetro è rimovibile." Jimin spiegò, fece una capriola per arrivare fino al punto più alto dell'acquario e indicò la lastra di vetro sopra di lui, Y/N annuì.
"Non c'è scritto niente, ci sono solo tanti simboli..." La fanciulla sussurrò, guardò sempre più turbata tutti quei tasti, sentiva che stava per scoppiare a piangere per il troppo nervosismo.
"Tesoro calmati... cerca di non perdere il controllo."
"Come faccio a calmarmi? Ci sono un sacco di tasti con simboli mai visti, non saprei proprio quale premere per farti uscire da lì!" La ragazza piagnucolò sempre più agitata.
"Non starci troppo a pensare, tu premi qualche tasto e poi vediamo."
Y/N sollevò il capo, lanciò un'occhiata stranita al viola.
"Jimin, non posso solo premere qualche tasto a caso e poi vedere cosa accadrà, potrei fare un macello!"
"Y/N, ti sei appena intrufolata nel cuore della notte nel laboratorio di tuo padre per liberare una creatura sovrannaturale che potrebbe portare molti soldi sia a tuo padre, sia ai suoi colleghi... il macello tesoro, lo hai già fatto. A questo punto però, vai fino in fondo. No?"
Y/N per i primi secondi rimase immobile.
Non disse nulla, non fiatò, quasi non respirò.
Jimin aveva ragione, era arrivata fino a questo punto, lui era lì di fronte a lei, solo un'enorme vasca piena d'acqua li stava dividendo.
"Non parlare di te in quel modo..." La fanciulla mormorò sottovoce, Jimin le sorrise dolcemente.
"Per voi umani sono davvero una creatura sovrannaturale."
"Per me sei molto di più. Anche se ci siamo detti addio, tu sei mio amico. Tu resterai per sempre mio amico."
"Oh, solo un amico? Anche dopo che ci siamo baciati in quel modo?" Jimin non riuscì a controllarsi, stuzzicò giocosamente la più piccola che arrossì a dismisura.
"Sei così carina." Il tritone mormorò intenerito, Y/N avvertì le sue gote bruciare sempre di più.
"Okay basta, non mi distrarre!" La ragazza esclamò con il viso in fiamme, Jimin ridacchiò divertito.
Y/N osservò attentamente ogni comando presente sotto i suoi occhi.
Si morse nervosamente il lato interno della guancia, tra i tanti tasti rappresentati da dei simboli, finalmente ne trovò uno con scritto OPEN.
Pensava che fosse un tasto troppo ovvio, che di sicuro non fosse quello giusto che serviva per aprire la vasca dove si trovava Jimin ma lo premette comunque, nel profondo ci sperava.
E invece non accadde nulla.
"Non succede niente... perché non succede niente?" Y/N domandò sempre più ansiosa. Sobbalzò quando vide aprirsi il pavimento di fronte a sé.
La bocca della ragazza si allargò, non immaginava che potesse esserci un passaggio segreto sotto il pavimento di quel laboratorio. Seguì con lo sguardo le mosse che fece quella botola perfettamente nascosta, essa si mimetizzava perfettamente con il pavimento, solo in movimento la si poteva notare.
Quando Y/N aveva premuto quel tasto, quella botola si era sollevata e lentamente si era spostata da sola per permettere l'accesso.
"Non è un passaggio segreto, altrimenti il comando per aprirlo non sarebbe stato in bella vista, no?" Jimin parlò dopo aver letto la mente della ragazza.
"Allora che cos'è?" Y/N avanzò, si sporse per poter vedere meglio cosa ci fosse là sotto, ma lo spazio era completamente buio.
"Ci mettono degli attrezzi. Attrezzi che qua potrebbero occupare spazio, là sotto non rompono le scatole a nessuno." Jimin spiegò, aveva già visto il team del padre di Y/N aprire quella botola per prendere ciò che serviva loro.
"Allora la richiudo subito." Y/N provò a premere nuovamente lo stesso tasto e vide la botola muoversi e chiudersi, tornò ad essere parte del pavimento come prima.
"Visto? Anche se sbagli comando non succede niente di grave... quindi, prova." Jimin fece un cenno col capo verso la moltitudine di comandi, Y/N annuì.
La ragazza si sentiva un po' più sicura, non faceva altro che ripetersi che arrivata a quel punto ormai non poteva più tornare indietro, doveva trovare un modo per far uscire Jimin a tutti i costi.
Quindi, cominciò a premere tasti a caso.
Lo avesse mai fatto.
Si aprirono altre botole, botole che poi si chiusero da sole, si innalzò un altro acquario simile a quello dove si trovava Jimin ma più piccolo, altri attrezzi si mossero da soli. Macchinari sembrarono prendere vita.
Y/N si morse il labbro spaventata, tutto questo movimento dei macchinari e strumenti stava provocando un baccano enorme.
Jimin al contrario, scoppiò a ridere.
"Oddio, con questo di sicuro avrai svegliato tutte le guardie presenti nell'edificio!" Jimin scherzò, ma a Y/N quasi venne un colpo al cuore.
"Non dirlo neanche per scherzo!" La ragazza quasi si mise a piangere, la confusione che aveva causato premendo quei tasti era enorme.
All"improvviso però, anche l'acquario dove si trovava Jimin si mosse.
Y/N si avvicinò incredula, allontanandosi così dal centro comandi, era contenta di essere riuscita a beccare il tasto giusto tra tutti quelli che aveva premuto.
"Y/N! Ce l'hai fatta!" Jimin esultò felice mentre le lastre di vetro si abbassavano sparendo negli spazi nascosti sotto il pavimento.
La lastra che faceva da coperchio nel frattempo si stava aprendo.
"Non ci credo nemmeno io!" La giovane guardò il tutto con occhi lucidi, fortemente emozionata.
Quando Jimin vide che poteva saltare fuori dalla vasca non perse tempo, con un grosso slancio uscì fuori e finì dentro quel piccolo carrello.
"Non è per niente comodo." Il viola commentò storcendo il labbro, nel tuffarsi e atterrare dentro quel carrello Jimin aveva colpito le costole, una piccola smorfia di dolore comparve sul suo viso.
Y/N si mise dietro di lui e afferrò i manici.
"Tieniti forte, non dovrai stare dentro questo carrello per molto!" La ragazza esclamò euforica, stava per cominciare a correre quando Jimin la bloccò.
"Ferma un attimo!" Il tritone, sorreggendo il proprio corpo sulle braccia, si sollevò e allungò il viso verso quello della fanciulla.
Proprio come la prima volta, Jimin rubò un bacio dalle labbra di Y/N, che in un primo momento rimase attonita, ma quando Jimin allontanò il viso la giovane sorrise, le guance erano diventate visibilmente più rosee del normale.
"Okay, ora possiamo andare."
Non appena Jimin finì di parlare, il suono dell'allarme rimbombò nell'intero edificio.
Il sorriso sparì subito dalla bocca di Y/N, un'espressione di puro terrore occupò i suoi lineamenti spaventati.
"Mi hanno scoperta!" Y/N esclamò nel panico e cominciò a correre all'impazzata, spingendo il carrello con Jimin dentro.
"Cavolo, ora sì che dobbiamo andare." Jimin sussurrò, con le braccia cercò di tenersi stretto a quello strano carrello verde posizionato su quattro ruote, il viola sentiva distintamente l'odore di detersivo che riempiva le sue narici.
"Che cos'è questo profumo così forte? È il sapone che usate per lavarvi, giusto? O è quello per pulire il pavimento?" Jimin domandò incuriosito, tra le tante cose ricordava di aver studiato i numerosi tipi di saponi e detersivi che gli umani potevano usare.
"Jimin! Non ora!" Y/N sibilò a denti stretti, fortemente nervosa per il suono elevato dell'allarme.
"Okay okay. Perché corri? Dovresti rilassarti."
"Ma non lo senti l'allarme??"
"Sì che lo sento, ma ci siamo solo noi due qua!"
Y/N notò che effettivamente Jimin avesse ragione.
Lei stava correndo in mezzo ad un corridoio completamente vuoto, l'allarme l'aveva fatta entrare nel panico ma per ora non si vedeva nessuna guardia.
Ma la fanciulla era troppo spaventata per fermarsi o semplicemente per provare a calmarsi.
"Y/N te lo dico seriamente, rallenta. Sto per vomitare." Jimin si teneva stretto al carrello ma con la corsa il suo corpo sballottava di qua e di là.
"Voi tritoni vomitate?"
"Certo, abbiamo uno stomaco anche noi. E se ci gira non è che ci sentiamo tanto bene."
"Io... non posso andare più piano. Scusa." Y/N continuò a correre per raggiungere la porta da cui era entrata, era una delle porte secondarie che si trovavano sul retro.
"Per me questo è esattamente come il mal di mare per voi." Jimin si lamentò, si mise una mano sopra la bocca.
Y/N non disse nulla, ma se Jimin si sentiva così voleva dire che nei giorni in cui era stato prigioniero, suo padre gli aveva comunque dato da mangiare.
E questo la fece rilassare un pochino.
"Mi ha lanciato dei pesci come quando voi umani lanciate gli ossi ad un cane." Jimin ancora una volta lesse i pensieri di Y/N, quest'ultima si irrigidì.
"Mio padre?"
"Sì. Buffo che mio suocero mi tratti come se fossi un animaletto da compagnia."
Non appena Y/N udì la parola suocero, si bloccò.
Bastò questo per fermare la folle corsa della ragazza.
Jimin lesse la mente della sua dolce umana, capì che la parola l'avesse altamente scioccata.
"Suocero...?" Y/N ripeté con un filo di voce, il tritone si voltò, guardò l'espressione confusa dipinta sul volto della ragazza.
"Ho sbagliato termine? Dovevo dire cognato? Ma no... il cognato dovrebbe essere il fratello giusto? È tuo padre, quindi per me lui è mio suocero. E io per lui sono suo genero. Sì... è così. È corretto, guarda che ho studiato molto." Jimin si vantò, cercò di sistemarsi meglio su quel carrello, di mettersi comodo anche se il tentativo fu inutile.
Il maschio era ignaro dello sguardo sconcertato di Y/N.
"Jimin... se io te fossimo sposati o anche solo stessimo insieme, mio padre diventerebbe tuo suocero. Altrimenti lui non sarebbe niente per te."
"E non stiamo insieme?"
"Io... non lo so! Stiamo insieme?" Y/N cominciò a capirci sempre meno, il tritone le aveva detto addio giorni fa, adesso sembrava che fossero tornati indietro nel tempo, quando lui faceva il geloso perché Hoseok ci provava con lei.
"Perché no?"
"Jimin... mi avevi detto che era impossibile una relazione tra noi. Ti sei dimenticato dell'ultima conversazione che abbiamo avuto?"
Y/N ricominciò a camminare a passo svelto, spingeva il carrello con più attenzione, non voleva far vomitare il viola e in più il discorso nato tra i due aveva completamente catturato la sua attenzione, così tanto da rallentare la corsa verso l'uscita.
"Non potrei mai dimenticare le tue lacrime..." Jimin sussurrò, l'immagine di Y/N con gli occhi gonfi e lacrimosi apparve nella sua mente e il dispiacere attraversò le sue iridi viola.
Y/N evitò di ribattere.
Adesso era più importante allontanarsi il più possibile da lì, e portare Jimin al mare.
Anche se il tritone poteva resistere per alcune ore fuori dall'acqua, la ragazza non voleva rischiare.
"FERMO LÌ!"
L'omaccione che faceva la guardia all'ingresso principale aveva fatto il giro sul retro.
Il collega non gli aveva più risposto e aveva deciso di venire a controllare, trovando la figura dell'altro distesa per terra e priva di sensi.
Dopodiché era scattato anche l'allarme, e ovviamente il suono aveva messo subito sull'attenti l'uomo, che era entrato dalla stessa porta in cui era entrata Y/N.
Y/N si fermò.
Mancava così poco, qualche altro metro e lei e Jimin sarebbero stati fuori da quel posto.
La ragazza si era rimessa la mascherina, l'uomo quindi non la riconobbe; non poteva sapere che fosse la figlia del suo capo.
"Non ti azzardare a fare un altro passo!" L'uomo minacciò, gli occhi di Y/N erano spalancati poiché era la prima volta che vedeva una pistola dal vivo.
E quella pistola era puntata sulla sua testa.
Y/N fece un passo indietro, il desiderio di cambiare strada e fare il percorso al contrario pungolò la sua mente.
Ma sapeva bene che non avrebbe potuto farlo, nell'esatto momento in cui avrebbe voltato le spalle alla guardia, lui avrebbe colpito.
"Avvicinati. Fai finta di consegnarti." Jimin sussurrò, Y/N gli lanciò un'occhiata perplessa.
"Cosa?"
"Fallo."
La guardia abbassò lo sguardo, osservò incuriosito ma anche stranito l'affascinante ragazzo dai capelli viola e la coda di pesce al posto delle gambe, dentro il carrello solitamente usato dalla società di pulizie.
Non aveva mai visto niente di simile, solo alla TV.
Sapeva cosa studiassero le persone per cui lavorava, ma non credeva che simili creature potessero esistere davvero.
"Metti le mani bene in vista!" L'uomo posò nuovamente l'attenzione su Y/N, quest'ultima lo ascoltò.
Stava per avanzare quando la guardia la fermò.
"Fermati. Non ti muovere..." L'uomo avanzò verso di loro, i suoi occhi erano puntati su quelli spaventati di Y/N ma ogni tanto lanciava una veloce sbirciata alla creatura viola.
Jimin rivolse un sorriso arrogante alla guardia, lasciando l'uomo sempre più confuso.
Quest'ultimo evitava di parlare con la creatura, dava per scontato che non capisse il linguaggio umano, e sinceramente era anche un po' spaventato, sperava che il tritone rimanesse fermo, che non si muovesse.
Non ne sapeva nulla ma era certo che quella creatura fosse intoccabile, di sicuro non avrebbe mai provato a sparargli.
La guardia si avvicinò fino a trovarsi di fronte a Y/N e Jimin; stava per afferrare uno dei polsi della fanciulla quando il tritone, si mosse.
A Jimin bastò solo agitare la coda per disarmare l'uomo; con quest'ultima schiaffeggiò la mano della guardia, la pistola cadde a terra.
L'uomo non ebbe il tempo nemmeno di fiatare che Jimin fu velocissimo; il tritone raddrizzò la schiena, il suo viso si avvicinò a quello della guardia e uno zampillo di veleno finì dritto sulla faccia del più anziano.
Quest'ultimo urlò, spaventato dal liquido che il tritone gli aveva appena spruzzato, aveva paura che fosse un veleno mortale o comunque che adesso si trovasse in grosso pericolo.
"Che cosa mi ha fatto??" L'uomo indietreggiò per allontanarsi da Jimin, barcollò, la vista stava diventando sempre più sfocata.
"Non deve aver paura, non è niente di grave... dormirà solo un po'." Y/N spiegò.
L'uomo cadde a terra, perse i sensi; Y/N lo osservò attentamente, quando si rese conto che fosse fuori dai giochi, afferrò nuovamente i manici del carrello e ricominciò a spingere per portare Jimin via da lì.
"Procedi piano, potrebbe esserci qualche altra guardia..." Jimin mormorò.
"Okay."
"Se riusciremo davvero a scappare, ti farò fare quel giro sott'acqua che ti avevo promesso." Jimin sorrise dolcemente, Y/N si imbronciò.
"Perché sei così negativo? Riusciremo sicuramente a scappare! Ecco guarda, siamo arrivati all'uscita." Y/N con il capo fece un cenno verso la porta, era stranamente aperta ma pensò che fosse stato quell'uomo a lasciarla così, quando era entrato per controllare chi avesse fatto scattare l'allarme.
"E comunque... per il tuo bene sarebbe meglio evitare di avere a che fare con me." Y/N sussurrò.
Se Jimin era stato scoperto e catturato, era solo perché era nato un legame tra loro.
Y/N ancora non sapeva per bene come fossero andate le cose, sapeva solo che era stato Hoseok a fare una soffiata a suo padre; la ragazza non era stupida, immaginava che Hoseok avesse avuto qualche dubbio da quella volta che l'aveva sentita nominare Jimin sulla spiaggia.
Y/N si sentiva in colpa.
Era stata disattenta, e per lei era unicamente colpa sua se Jimin aveva passato tutto questo e se adesso loro si trovavano lì, nel cuore della notte, a scappare dal posto dove lavorava suo padre.
"Non è stata colpa tua Y/N..."
"Sì invece. Ho cercato di proteggerti più che potevo, e invece-"
"Invece mi sono messo in trappola da solo. Credimi, tu non c'entri nulla... sono io ad essermi avvicinato a riva pur sapendo che non c'eri. Purtroppo quel tipo ha saputo quali parole usare per farmi uscire allo scoperto."
"Ha saputo quali parole usare? In che senso? Cosa ti ha detto?" Y/N domandò incuriosita, non aveva più parlato con Hoseok per fortuna, ma non riusciva ad immaginare cosa avesse detto il ragazzo a Jimin per farlo uscire allo scoperto.
Y/N cercò di aprire per bene il portone per far passare il carrello, non riuscì a vedere il velo di rabbia misto a disagio che si rifletté sul viso di Jimin.
Il tritone non voleva ripetere quel che aveva detto Hoseok, per lui le parole dette da quell'umano erano state molto offensive nei confronti di Y/N.
Per questo il viola si era arrabbiato così tanto da non riuscire a controllarsi e uscire allo scoperto, Hoseok aveva detto tante cose, tutte cose che neanche avrebbe dovuto pensare.
"Non posso dirtelo."
"Oh andiamo... vuoi farmi morire di curiosità?" Y/N spinse il carrello fuori, finalmente erano fuori dall'edificio ma era troppo presto per cantar vittoria. Dovevano allontanarsi subito.
"No Y/N... davvero, sono parole che non posso e non voglio ripetere. Spero solo che tu non abbia più a che fare con lui."
"Non ci siamo più parlati, nemmeno a scuola."
"Bene." Jimin disse con una serietà e una freddezza che mettevano i brividi.
Y/N riscontrò qualche difficoltà a spingere il carrello, il terreno era irregolare, erano presenti buche, sarebbe stata un'impresa per lei spostare Jimin e riuscire a farlo arrivare alla spiaggia.
"Y/N aspetta..."
"No no, ce la faccio. Aspetta solo un secondo." La ragazza fece fatica a far spostare le ruote del carrello, una di queste si era bloccata a causa di una buca, avrebbe dovuto sollevare il carrello per tirare fuori la ruota ma Jimin con la sua coda era un peso che la fanciulla aveva sottovalutato.
"Aspetta dai, faccio io. Allontanati."
"Che hai intenzione di fare?" Y/N inarcò un sopracciglio, ma Jimin insistette e la ragazza allora lo ascoltò, si mise di lato.
Jimin mosse il braccio e puntò la mano sul terreno, un potente getto d'acqua uscì dal palmo e l'attrito tra il getto e il terreno fu così forte da far spostare il carrello, di conseguenza la ruota saltò fuori da quella buca.
Y/N spalancò la bocca, questo non se lo aspettava.
"Ma... ma è incredibile! Spari getti d'acqua dalle mani come Spiderman spara le ragnatele dai polsi!" La ragazza era una fan della Marvel, Jimin corrugò la fronte.
"Spiderman?"
"Sì... non lo hai studiato?" Y/N sorrise divertita, ricominciò a spingere il carrello, ora con più facilità.
"Perché voi umani vi stupite tanto per un tritone se avete un uomo ragno sulla Terra?"
"Spiderman non esiste... è un personaggio dei fumetti." Y/N ridacchiò, scoprì finalmente qualcosa che Jimin non aveva studiato.
Era un po' inquietante che il tritone sapesse ogni cosa riguardante gli umani, loro sapevano così poco della sua specie, neanche sapevano della loro esistenza, mentre invece sirene e tritoni li avevano studiati così accuratamente.
Y/N pensò quanto tutti gli umani fossero ignoranti, ma forse era meglio così. Quelle creature marine avrebbero corso meno pericoli se gli umani avessero continuato a vivere nell'ignoranza.
"Oh, è uno dei fumetti che ti leggi sempre?" Jimin ricordava che tra le tante cose, Y/N gli aveva detto che per passare il tempo leggeva molto, libri ma anche fumetti.
La ragazza sorridendo scosse la testa.
"Spiderman non è uno dei fumetti che leggo... ma ci hanno fatto tanti film, rientra tra i miei film preferiti."
Jimin si guardò intorno, vide che non c'era anima viva.
Il viola cercò di attivare la mente e ascoltare i pensieri delle persone che potevano trovarsi lì nei dintorni, così avrebbe scoperto se qualche umano nascosto li stesse osservando.
Ma gli unici pensieri che trovò furono quelli di Y/N, Jimin sorrise quando vide che la fanciulla condivideva il suo stesso pensiero.
Anche la più piccola si guardava intorno, anche se era più rilassata perché si trovavano fuori dall'edificio, stava comunque sull'attenti.
"Chissà perché il laboratorio di tuo padre ha solo due guardie..." Jimin ragionò ad alta voce.
"Penso che le guardie fossero solo due perché alla fine è un laboratorio dove si studia e basta... l'unica cosa costosa sono i macchinari. Ah aspetta... ora è diventato mio padre? Non è più tuo suocero?" La ragazza non sapeva dove avesse trovato il coraggio di scherzare in un momento simile.
"Non volevo più dire quella parola, ti sei spaventata così tanto prima." Jimin sogghignò.
"Mi avevi colta alla sprovvista... ora sono più preparata."
Y/N non disse nulla ma Jimin avvertì la stanchezza della ragazza.
Il tono con cui quest'ultima gli aveva appena risposto era leggermente affannoso, faceva fatica a spingere il carrello e questa volta non per il terreno irregolare ma perché era proprio Jimin ad essere pesante, la ragazza stringeva i denti e cercava di farsi coraggio, nonostante gli arti doloranti.
Ma Jimin leggeva perfettamente i suoi pensieri, gli dispiaceva sentire quanto fosse stanca. Così il tritone ebbe un'idea.
"Fermati un attimo."
"Non posso fermarmi ora, siamo quasi arrivati." Y/N ansimò con tono stanco, Jimin sollevò un sopracciglio.
Non erano quasi arrivati, mancava ancora un bel po' di strada per giungere alla spiaggia.
"Piccola, fermati."
Y/N sentì il suo viso bruciare per il modo con cui Jimin l'aveva appena chiamata.
Non era la prima volta, eppure la fanciulla avvertì il suo cuore battere più forte. E Jimin lesse nella sua mente, sorrise per quanto fosse carina la giovane.
"Dovresti riposarti, sei esausta."
"Jimin, non abbiamo tempo da perdere. Mi riposerò dopo, quando ti avrò finalmente riportato al mare."
"No, tu ora ti riposi. Salta su." Jimin indicò il proprio grembo, Y/N strabuzzò gli occhi.
"Aspetta... dove dovrei saltare?" La ragazza mormorò timidamente.
Quella era una domanda retorica, dentro di sé Y/N aveva capito benissimo dove dovesse saltare.
Un ghigno malizioso comparve sul viso del tritone, Jimin mosse il braccio e spinse Y/N su di sé.
La ragazza, fortemente arrossita, cercò di sistemarsi al meglio, tentò di non pensare al fatto che fosse completamente sdraiata sopra il corpo del viola.
Jimin circondò la schiena della fanciulla con un braccio, e mosse l'altro facendolo uscire dal carrello.
Fece la medesima cosa di poco prima, dal palmo fuoriuscì un potente getto d'acqua che colpendo il terreno, fece muovere in avanti il carrello dove si trovavano loro.
"Okay, tieniti forte." Jimin sorrise soddisfatto.
Non appena Y/N avvolse le braccia attorno al busto di Jimin, il viola mosse entrambe le braccia; due forti e intensi getti d'acqua colpirono il terreno e il carrello iniziò a muoversi velocemente.
La ragazza si teneva ben stretta al tritone, non riusciva a credere a quel che stava vedendo; stavano scendendo rapidamente la collina, se avessero continuato così nel giro di pochi minuti sarebbero arrivati alla spiaggia.
Era la prima volta che Y/N si trovava così vicina alla sua coda.
L'aveva sempre vista di sfuggita, nelle settimane passate aveva sempre avuto a che fare con la parte superiore del corpo di Jimin, la coda la vedeva solo quando lui faceva qualche capriola per immergersi.
Ma adesso Y/N si trovava letteralmente sopra il corpo di Jimin, la coda viola piena di squame, quella stessa coda che aveva visto quel giorno di dodici anni fa.
Non poté fare a meno di toccarla incantata; la sfumatura del viola era brillante e accesa, sentì come la coda fosse dura al tatto, ruvida e bagnata, come se stesse davvero toccando il corpo di un pesce.
I due continuarono a scendere con rapidità, a Y/N sembrò di stare sulle montagne russe; la sensazione era la stessa, l'unica differenza era la posizione e il fatto che si trovassero su un carrello in precedenza colmo di detersivi e spugne.
Jimin faceva attenzione ogni volta che sparava un getto d'acqua, il terreno aveva comunque delle irregolarità e il tritone cercava di regolare la potenza dei suoi getti per evitare che il loro mezzo di trasporto improvvisato si ribaltasse.
Y/N continuò a tenersi stretta al busto di Jimin, con la coda dell'occhio vide che stavano raggiungendo la spiaggia, sorrise.
"Ehi, ci siamo." Jimin sussurrò, smise di lanciare getti d'acqua e quando il carrello si fermò, Y/N scese.
La ragazza sorrise felice, l'unica cosa da fare ora era spingere un altro po' Jimin fino al bagnasciuga e finalmente il tritone sarebbe stato libero.
Ma sul volto di Jimin non era presente alcun sorriso.
Y/N si girò, vide come i lineamenti del viola fossero cupi e gelidi; la ragazza inclinò di lato il capo, confusa.
"Jimin-"
"Non siamo soli." Jimin mormorò freddamente, si guardò intorno per vedere dove si trovasse la persona che li stava spiando.
Aveva capito chi fosse, lo aveva capito dal pensiero che stava leggendo, ma evitò di dire a Y/N chi li avesse scoperti.
"In che senso non siamo soli?" Y/N ripeté spaventata, anche lei come Jimin si guardò attorno.
Il cuore di Y/N sussultò e il suo respiro si bloccò, non appena vide uscire da dietro uno dei tanti cespugli proprio la persona che temeva di più.
Suo padre.
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~ Angolo Autrice ~
Chi ha capito quali numeri ha usato Y/N per accedere al laboratorio del padre?👀
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, il prossimo aggiornamento ci sarà la prossima domenica.💙🐚
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