🐚 05.

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La mattina dopo, più puntuale che mai, Y/N si recò sul punto più lontano della scogliera, lo stesso punto dove lei e Jimin si erano dati appuntamento per ben tre mesi.

Era ovviamente ancora arrabbiata con suo padre; quando erano tornati a casa la sera prima, la fanciulla si era chiusa in camera senza rivolgergli parola, e quella stessa mattina era uscita senza salutarlo.
Suo padre non poteva sapere il legame che era nato tra lei e Jimin; per lui il tritone viola era solo una creatura sovrannaturale da esporre a tutto il mondo per poterci guadagnare sopra, ma per lei Jimin era un ragazzo dolcissimo e gentile, molto più buono di tanti esseri umani e non si meritava affatto quel che gli stava accadendo.

Si era sentita male quando lo aveva visto così dolorante a causa di quelle scosse elettriche, Y/N quella notte aveva avuto gli incubi per questo.
Aveva già pensato ad un piano per far uscire Jimin da lì; avrebbe dovuto prima di tutto appropriarsi del piccolo telecomando collegato al collarino elettronico, non vedeva l'ora di togliergli di dosso quell'oggetto infernale.
E poi sapeva che avrebbe avuto bisogno dell'astuccio nero contenente le chiavi magnetiche dei vari laboratori. Le serviva quella viola.

Il grosso problema era la presenza delle guardie, lei era sola, come avrebbe fatto ad intrufolarsi nel posto senza farsi vedere?
Senza contare che Jimin non avrebbe potuto camminare, avrebbe dovuto trovare un modo per trasportarlo con più facilità e soprattutto velocità.

Troppo presa dai propri pensieri, Y/N non si era resa conto che Taehyung fosse già arrivato.
Il tritone dai capelli celesti guardò con curiosità e interesse quell'umana, aveva compreso subito che fosse lei la ragazza di cui gli aveva sempre parlato l'amico.

Senza farsi vedere e con estrema rapidità, con un movimento repentino Taehyung afferrò la caviglia di Y/N e la fece cadere in acqua.
La ragazza urlò ma quel grido venne subito soffocato dall'acqua salata, fortunatamente nella caduta non aveva colpito gli scogli, si sarebbe potuta fare male ma Taehyung in questo aveva fatto particolare attenzione.

Il tritone strinse il corpo della fanciulla a sé e cominciò a nuotare al largo, lontano dalla scogliera e di conseguenza dalla terraferma; Y/N spalancò gli occhi, tentò di trattenere il respiro e di tenere chiusa la bocca, cercò di guardarsi attorno ma Taehyung era velocissimo, riuscì ad intravedere solo una coda di pesce dorata, essa brillava sott'acqua.

Y/N dopo qualche secondo avvertì l'ossigeno venire sempre meno, diede quindi un colpo al braccio di Taehyung e quando questo si voltò verso di lei, la ragazza rimase ammaliata dalla bellezza della creatura.
Jimin era bellissimo, ma il suo amico non scherzava, si chiese se fosse normale che i tritoni fossero tutti così belli.

Taehyung lesse i pensieri della giovane e con uno slancio tornò in superficie, le braccia erano ben strette attorno al busto della fanciulla.
Y/N fece un grosso respiro non appena la sua testa spuntò fuori dall'acqua, boccheggiò alla ricerca d'aria, sentì i suoi polmoni bruciare e tossì, durante la caduta aveva ingerito un po' d'acqua salata.

"Ehi seppiolina!"

Y/N continuò a tossire ma prestò attenzione alla creatura che nel frattempo la stava tenendo tra le braccia, stringendola a sé.
Adesso che lo guardava meglio ne era certa, quella creatura era dotata di una bellezza spropositata, si capiva subito che non fosse umano da quanto il suo volto fosse etereo.

Il viso perfetto era incorniciato da una chioma celeste, gli occhi erano dorati come la sua coda, la pelle era leggermente più scura rispetto a Jimin, che era così pallido.

"Accidenti, non pensavo di essere così bello..." Taehyung come Jimin non si fece problemi a leggere nella mente di Y/N, la ragazza sbuffò.

"Sei proprio amico di Jimin." Y/N mormorò con voce arrochita, tossì di nuovo, percepiva ancora la sensazione bruciante dell'acqua salata nella gola.

Non appena Y/N riuscì a regolare il suo respiro, si apprestò a rimproverare il bel tritone.

"Sei per caso impazzito? Perché siamo qui? Siamo lontanissimi dalla riva!" Y/N guardò all'orizzonte, spaventata che la scogliera dove si trovava nemmeno un minuto fa, fosse diventata un piccolo punto quasi invisibile ai suoi occhi.

Erano davvero distanti, Taehyung era stato velocissimo; Jimin le aveva raccontato che la sua specie fosse molto veloce nel nuoto, ma Y/N non credeva che potessero essere così veloci.

"Anche se il sole è sorto solo ora, ci sono già alcune persone in spiaggia. Siccome non sono scemo quanto Jimin, cerco di stare lontano dalla riva il più possibile. Ecco perché siamo qua, al largo."

"Ma potevi farmi un cenno, perché traumatizzarmi in questo modo?"

"Mi piace entrare sempre con l'effetto a sorpresa." Taehyung sorrise, la ragazza cercò di non far caso al proprio batticuore, provava sentimenti per Jimin ma non era indifferente di fronte a così tanto fascino.

"Okay, Jimin mi ha detto che ci penserai tu a liberarlo. Hai un piano?" Taehyung divenne improvvisamente serio, Y/N capì che fosse finito il momento di scherzare, annuì.

La ragazza parlò del collarino, del telecomando e delle chiavi magnetiche ad un Taehyung che storse il naso, non capendo nulla di quel che la giovane gli stesse dicendo.
Quando però Y/N disse al tritone della sua paura riguardo la presenza di uomini che facevano la guardia al posto in cui era intrappolato Jimin, Taehyung parve illuminarsi.

"Su questo forse posso esserti d'aiuto."

"Davvero? E come potresti? Non puoi venire con me."

"Jimin mi ha detto che sai nuotare quindi... aspetta un attimo, torno subito."

Y/N non fece in tempo a dire mezza parola che Taehyung era già sparito; il tritone si era immerso sott'acqua lasciando la ragazza da sola, in mezzo al mare aperto.
La fanciulla cercò di non farsi prendere dal panico; sì, sapeva nuotare, ma si trovava comunque al largo, esposta a tutti i pericoli che il mare poteva contenere.

"È pazzo... è assolutamente pazzo. Ma come può avermi lasciata qui?" La ragazza parlò affaticata, mosse i piedi e le braccia per continuare a stare in superficie, il pensiero che potesse attirare l'attenzione di qualche squalo si fece vivido nella sua mente.

Oddio morirò così, me lo sento... non è giusto, non me lo merito.

La ragazza pensò mentre continuava a restare con la testa fuori dalla superficie, inconsciamente aveva cominciato ad agitare ancor di più gli arti, percepiva che a breve sarebbe stata colpita da un attacco di panico.

Ad un certo punto Y/N sentì qualcosa afferrare il suo piede e tirarlo verso il fondo, la paura crebbe a dismisura per la fanciulla, che urlò spaventata e tentò di scalciare via qualsiasi cosa avesse appena preso il suo piede.
Si rilassò quando non avvertì più la presa ma quella sensazione durò poco, poiché la testa di Taehyung spuntò da sotto il livello dell'acqua, a Y/N venne quasi un colpo al cuore.

"Eri tu??? Ma che diavolo-" La ragazza boccheggiò nel panico, la risata di Taehyung la fece incupire.

"Scusa, è che agitavi così tanto le gambe che non potevo non farti uno scherzetto!" Taehyung scoppiò a ridere, incurante dell'occhiata assassina che gli stava lanciando la povera Y/N.

"Mi hai spaventata! E poi, sei impazzito a lasciarmi così, da sola, in mezzo al mare aperto? Uno squalo mi avrebbe potuto attaccare!" La ragazza lo rimproverò, ma Taehyung se possibile rise ancor più forte.

"Gli squali il giorno non si fanno vedere, e non ce ne sono in questa zona. E poi curioso che tu abbia paura degli squali, dovresti più avere paura del sottoscritto." Taehyung sogghignò malizioso, ma i pensieri e la confusione che si rifletté negli occhi di Y/N, fecero sparire subito il ghigno dal volto del bel tritone.

"Oh... Jimin deve tanto tenere a te se non ti ha detto una cosa così importante..." Taehyung sussurrò suadente, il tritone si avvicinò a Y/N, e anche se quest'ultima avrebbe voluto indietreggiare, non riuscì a muoversi.

Un po' perché era paralizzata per tutto quel che era accaduto negli ultimi minuti, ma soprattutto perché era stanca; era appesantita dai vestiti bagnati, il bagno non lo aveva previsto, per di più in quel punto del mare faceva molto più freddo rispetto alla zona vicina alla riva.

"Se voglio, posso essere più pericoloso e vorace di uno squalo, piccola seppiolina." Taehyung sussurrò, mostrò la fila di denti aguzzi e Y/N rabbrividì.
Una volta capito di aver spaventato a sufficienza la giovane umana, il tritone ridacchiò.

"Non ti farei mai niente tesoro, Jimin non mi perdonerebbe." Taehyung con un balzo raggiunse la ragazza e avvolse le braccia attorno al suo busto.

"Puoi riposarti ora, ti tengo io." Il maschio disse dolcemente, Y/N deglutì.

"Jimin mi ha detto che posso fidarmi di te..." La fanciulla cominciò a dire, ma la voce profonda di Taehyung la bloccò.

"Devi fidarti di me. Come io mi sto fidando di te. Sei l'unica che può aiutare a liberare Jimin, e lui non ha fatto altro che parlarmi bene di te negli ultimi mesi. Io e Jimin riponiamo tanta fiducia in te."

Y/N spalancò gli occhi.
Annuì un po' incerta, anche se non avrebbe dimenticato molto facilmente tutti quegli scherzi di cattivo gusto.
Ma Jimin la sera prima aveva parlato di Taehyung dicendo che fosse come un fratello per lui.
Se Jimin si fidava, allora lo avrebbe fatto anche lei.

"Okay, ti ho lasciata da sola in quel minuto perché sono andato a recuperare questa." Taehyung mostrò a Y/N un'enorme conchiglia, dal guscio rotondo e capiente, la fanciulla sgranò gli occhi incantata, era la conchiglia più grossa che avesse mai visto.

Il tritone svuotò quel guscio pieno di acqua di mare, e una volta vuoto lo avvicinò alla bocca, la aprì; alla vista dei numerosi denti appuntiti, la ragazza si sentì rabbrividire.

"Co- cosa fai...?" Fu istintivo per Y/N provare ad allontanarsi da Taehyung, ma quest'ultimo esercitò maggior pressione sulla presa che aveva sul suo corpo.

"Calmati seppiolina... Jimin non ti ha parlato dei nostri veleni?"

"Veleni...?" Y/N ripeté sempre più spaventata, Taehyung alzò gli occhi al cielo.

"Smettila di pensare che io voglia avvelenarti, ti ricordo che posso leggerti la mente ed è abbastanza oltraggioso quel che hai appena pensato di me. Preferisco che tu riprenda a dire nella tua testa quanto io sia straordinariamente bello."

"Io... scusa." Y/N mormorò imbarazzata, neanche un minuto fa si era ordinata di provare ad avere fiducia in lui, non poteva pensare che volesse avvelenarla.
Purtroppo però la ragazza non poteva comandare i propri pensieri.

"Abbiamo due diversi tipi di veleno. Possiamo decidere noi quale usare, a nostro piacimento. I denti che abbiamo qua davanti donano più ossigeno alle creature terrestri, è un veleno abbastanza inutile per noi, però... non è così inutile per chi ha un umano come amico e vuole fargli fare un giro nei fondali marini." Taehyung spiegò, fece l'occhiolino a Y/N, alludendo al fatto che quell'umana potesse essere proprio lei.

Y/N strabuzzò gli occhi incredula, Jimin non le aveva mai detto niente di simile.
Non capì perché il viola le avesse nascosto una cosa del genere, quel veleno era comodissimo per lei, avrebbe potuto resistere sott'acqua per molto più tempo.
In quel momento, mentre rifletteva per bene sulle parole di Taehyung, a Y/N tornò a galla una cosa che disse Jimin non molto tempo fa.

"Lascia fare a me, ho un qualcosa che può aiutarti a stare sott'acqua per più tempo."

La faccia di Y/N si piegò per la realizzazione, Jimin non le aveva parlato direttamente del veleno, ma glielo aveva accennato.
Forse aspettava il momento giusto per parlargliene, momento che non era mai arrivato perché avevano deciso di comune accordo di dirsi addio.

"Comunque, non è questo il veleno che ci interessa. Con i denti che si trovano qua in fondo..." Taehyung indicò gli ultimi denti, anch'essi belli aguzzi come i loro compagni, che facevano da apri e chiudi fila. Y/N annuì.

"Il veleno che producono quei denti è soporifero. Lo usiamo per catturare le prede che facciamo fatica a mordere perché hanno la pellaccia dura."

"Soporifero? Dovrebbe funzionare come un sonnifero quindi?" La ragazza domandò particolarmente incuriosita, non immaginava che i tritoni potessero avere un tipo di veleno, figuriamoci due.

"Sì... il caro Jimin mi ha addormentato quando l'ho avvertito e gli ho detto di non andare, perché non era sicuro. E guarda ora dove si trova?" Taehyung si fece beffe, era arrabbiato con Jimin.

L'amico avrebbe dovuto ascoltarlo, se lo avesse fatto ora non si sarebbe trovato in quella situazione.
E adesso non era in pericolo solo Jimin, ma l'intera specie.

"Te ne darò un bel po', e tu potrai usarlo per addormentare quelle guardie. Basterà spruzzarlo sulle loro facce." Taehyung continuò a spiegare e avvicinò di nuovo il guscio del conchiglione vuoto alla bocca.

Lo infilò dentro la cavità orale, Y/N essendo vicina poté vedere perfettamente la punta del dente inserirsi all'interno del guscio.
La ragazza attese qualche secondo, questo non poteva vederlo ma immaginava che Taehyung stesse riempiendo quel grosso guscio con quel liquido soporifero.

"Ecco qua... fai attenzione a non versarlo." Taehyung porse il conchiglione a Y/N, lei lo guardò sospettosa.

"Ma... come fai ad essere certo che questo veleno funzioni anche con gli esseri umani?"

Taehyung si bloccò, rimase fermo con il braccio a mezz'aria, la mano impugnava con attenzione il guscio pieno del suo veleno.
Il tritone allargò gli occhi, la domanda che gli fece Y/N non era così stupida.

"Hai ragione... dovremmo fare una prova."

Quando la fanciulla si rese conto che Taehyung stesse stringendo ancor di più il suo busto, lei cominciò ad agitarsi.

"Ehi aspetta, non vorrai mica-" Y/N chiuse gli occhi e si tappò la bocca appena in tempo, uno zampillo di veleno partì dalla bocca del tritone e finì dritto sul viso della giovane.

Non era un liquido bruciante, non diede alcun effetto sensoriale alla ragazza; quest'ultima si sfregò il viso come se avesse appena ricevuto lo spruzzo di una semplicissima acqua, non poteva sapere che il veleno stesse già facendo il suo ricorso.

Quando Y/N riaprì gli occhi, la vista era completamente sfocata, poggiò le mani sul petto di quel tritone pazzo.

"Tu sei pazzo! Completamente pazzo! Come hai... come hai potuto..." La stanchezza si abbatté sul fisico e sulla mente di Y/N, che non riuscì a tenere più gli occhi aperti.

Cercò di combattere e di resistere, sentì la testa diventare sempre più pesante ma cercò di non perdere conoscenza, non era né il momento ma soprattutto il luogo esatto in cui svenire.
La ragazza però, ad un certo punto non resistette più e cedette.

Prima di addormentarsi in un sonno profondo, i suoi occhi incontrarono quelli curiosi e sorridenti di Taehyung.

"A quanto pare funziona anche sugli umani." Y/N sentì dire dal tritone tanto bello quanto maledetto, avrebbe voluto rispondergli ma non ne fu in grado, l'oscurità pervase la sua mente.

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Quando Y/N riaprì gli occhi, si trovava di nuovo sulla scogliera.
Si guardò intorno confusa e spalancò gli occhi scioccata quando vide che era tutto buio.

Quanto cavolo ho dormito?
La ragazza domandò dentro di sé, spaventata che fosse sparita per un'intera giornata e che il padre avesse già contattato le forze dell'ordine per denunciare la sua scomparsa.

"Ehi! Buone notizie seppiolina! Il veleno con voi umani dura pure di più!" Taehyung emerse da sotto il livello dell'acqua, mostrò un sorriso rettangolare a Y/N che in un altro momento avrebbe trovato adorabile.
Ma la sua mente era completamente offuscata da un unico pensiero: uccidere quel pazzo.

"Tu sei un pazzo deviato!"

"Ma perché non fai altro che ripetere questa parola, ho studiato il vostro linguaggio e so che non è un complimento!" Taehyung si lamentò offeso, Y/N spalancò gli occhi, stupita.

"Pretendi anche che ti faccia dei complimenti? Mi hai avvelenata! Non puoi fare test su di me, ma ti sembro una cavia? E se il tuo veleno avesse avuto un effetto totalmente diverso su di me? E se il tuo veleno fosse stato così forte da uccidere un essere umano? Per colpa della tua incoscienza sarei potuta morire! È un bene che l'effetto di quel veleno per me sia stato davvero soporifero, perché poteva andare molto peggio!"

"Uff quanto sei tragica... Jimin ti aveva descritta in una maniera del tutto diversa." Taehyung sbuffò, non riusciva a comprendere la gravità della situazione.

"Oddio sarà tardissimo! Che ore saranno?" Y/N si alzò di scatto, evitò di rispondere a Taehyung e con i muscoli tutti indolenziti raggiunse il punto dove aveva nascosto il suo zaino quella mattina.

Per fortuna lo trovò lì dove lo aveva lasciato, in fretta e furia la ragazza prese il cellulare, già pronta alla marea di notifiche che segnalavano messaggi e chiamate perse da parte di suo padre.
Quando controllò, il cuore di Y/N perse un battito e non perché fossero già le 22:00 passate, ma perché suo padre quel giorno non l'aveva minimamente cercata.

La fanciulla guardò immobile lo schermo del suo telefono, c'era qualche messaggio da parte di Yoora, qualche notifica dai vari social a cui era iscritta, ma neanche un messaggio o una chiamata persa dal suo vecchio.
Y/N non seppe come reagire.

La fanciulla avvertì il naso pizzicare e gli occhi bruciare, cercò di non piangere di fronte a Taehyung, sapeva che il tritone potesse leggere i suoi pensieri e la ragazza tentò di focalizzare la sua mente solo su Jimin.
Quella notte avrebbe tentato di liberarlo, era passato fin troppo tempo e non voleva che il viola passasse qualche altra ora dentro quella sottospecie di acquario.

"Tutto bene?" Taehyung sentì che qualcosa non andava, Y/N scosse la testa.

"Sono solo... agitata. Tutto qui." La ragazza mormorò cercando di non singhiozzare, un'espressione dispiaciuta apparve sul viso di Taehyung.

"Devo andare." Y/N si mise lo zaino in spalla.

"Ehi! Non ti dimenticare questo... non hai dormito tutte queste ore per niente." Taehyung allungò il braccio e porse il guscio colmo del suo veleno a Y/N, che si piegò e lo afferrò con molta attenzione.

"Basta un piccolo spruzzo, dormiranno un bel po'." Taehyung spiegò, Y/N annuì.

"Okay... grazie." La ragazza stava per voltarsi ma il tritone per la prima volta, la chiamò per nome.

"Y/N." La fanciulla si girò nuovamente, un po' sorpresa che il celeste l'avesse chiamata per nome e non con lo strano nomignolo con cui l'aveva chiamata tutto il giorno.

"Stai attenta."

Gli occhi di Y/N si allargarono leggermente.
Sorrise dolcemente a Taehyung e annuì, dopo averlo salutato tornò di corsa a casa sua.

Una volta entrata in casa, la prima cosa che fece la ragazza fu prendere uno di quei profumi che non usava.
Svuotò la boccetta nel wc e al suo interno trasferì il veleno ricevuto da Taehyung; in questo modo sarebbe stato più facile non solo da portare dietro, ma anche da spruzzare in faccia alle guardie, se necessario.

"Dove diavolo sei stata oggi?" Il padre fece capolino dalla porta, Y/N si premurò di nascondere la boccetta ai suoi occhi.

"Ero alla spiaggia."

"Tutto il giorno? È da stamattina che non ti vedo Y/N."

"Non pensavo mi cercassi, non mi hai chiamata neanche una volta." Y/N mormorò freddamente, il padre sospirò.

"Non ti ho chiamata perché ieri sera non mi hai più parlato, e stamattina sei uscita senza neanche salutarmi... eri arrabbiata con me, so che se ti avessi chiamata, tu non mi avresti risposto. Ma mi sono preoccupato tanto per te, non sei mai sparita per tutte queste ore, senza farmi sapere niente."

"Eri preoccupato per me? Ma sono sicura che tu sia riuscito a distrarti, in fondo immagino che tu oggi abbia lavorato alla tua sensazionale scoperta, no?" Y/N ribatté con tono cinico, l'uomo inarcò un sopracciglio.

"Perché questo tono indisponente?"

"Perché sono delusa papà. Pensavo che fossi un amante della natura, del mare, per questo avevi scelto di fare questo lavoro... ma sei solo un amante dei soldi e della fama."

"Non ti permetto di parlarmi così!"

"Libera quella creatura, e forse posso tornare a riavere quel rispetto che ho sempre avuto per te da quando sono nata." Y/N ordinò con tono freddo, l'uomo sgranò gli occhi.

"Diavolo Y/N, perché non capisci l'importanza di questa scoperta? Perché non capisci che la nostra vita potrebbe, anzi... cambierà di certo quando mostreremo quella sirena al mondo intero?"

"Tritone." Y/N sibilò a denti stretti, l'uomo sospirò.

"Fa lo stesso. Avessi saputo che avresti reagito così, non te ne avrei mai parlato. Dimenticati di questa faccenda e fa come se non ti avessi mai detto nulla." Il più anziano sbottò alterato e se ne andò, si chiuse in camera sua e Y/N finalmente poté tornare a respirare.

La fanciulla aveva trattenuto il respiro tutto il tempo, troppo agitata e nervosa dalle parole di suo padre.
Y/N raggiunse sveltamente camera sua, si chiuse dentro; avrebbe dovuto aspettare almeno un paio d'ore, suo padre si addormentava sempre verso mezzanotte.
Con suo padre immerso nel mondo dei sogni, lei avrebbe potuto cercare liberamente tutto quel che le serviva nel suo ufficio, sperando e pregando che tutto l'occorrente per liberare Jimin si trovasse lì e che il padre non lo avesse nascosto.
O peggio, portato con sé in camera sua.

Y/N si sedette alla scrivania, cercò di calmarsi e di elencare su un foglio tutto quel che le serviva.
Primo tra tutti l'astuccio nero contenente le chiavi magnetiche del laboratorio; serviva quella viola per aprire la porta dove si trovava Jimin, quella nera per la porta principale.

Il nervosismo crebbe quando Y/N pensò che se fosse entrata dalla porta principale, avrebbe dovuto per forza addormentare quella guardia che aveva visto la notte prima, e quell'idea la turbava parecchio; cercò di riflettere e pensare ad altri ingressi, un ingresso che non dovesse per forza costringerla ad usare il veleno su uno degli uomini della sicurezza.

Y/N si ordinò di trovare anche il telecomando del collare che avevano messo a Jimin, non vedeva l'ora di prendere quell'affare e gettarlo nella spazzatura.
Era un'invenzione che le faceva accapponare la pelle, l'immagine di Jimin che soffriva a causa di quelle scariche elettriche era diventato un ricordo indelebile nella sua mente, un ricordo doloroso e di cui avrebbe fatto volentieri a meno.

L'immagine del carrello usato dalle persone che lavoravano per la ditta delle pulizie apparve nella sua mente, Y/N pensò che potesse usarlo per trasportare Jimin.
Il laboratorio non era tanto distante dal mare, e le serviva qualcosa che la aiutasse a trasportare il viola senza difficoltà, di certo non avrebbe potuto sollevare il tritone con le sole forze.
Ma avrebbe potuto benissimo svuotare il carrello, togliere tutti i prodotti di pulizia e chiedere a Jimin di saltare dentro.

Un altro dubbio prese possesso della mente di Y/N, come avrebbe fatto a farlo uscire da quell'acquario?
C'era un comando per aprirlo?
Da quel che ricordava, sembrava attaccato al soffitto ma sapeva bene che si poteva far abbassare quel contenitore di vetro... bastava trovare il comando giusto.

La giovane scosse la testa, in quel momento si ritrovò a sperare in un miracolo.
Non avrebbe abbandonato Jimin, era disposta ad andare contro suo padre per aiutarlo, ma lei stessa riconosceva la difficoltà dell'impresa.
Y/N sospirò, non doveva lasciarsi scoraggiare.

Non appena la ragazza si accertò che suo padre fosse completamente immerso nel mondo dei sogni, si diresse silenziosamente verso il suo ufficio.
Aprì la porta cercando di fare il minimo rumore, ringraziò il cielo che l'uomo non l'avesse chiusa a chiave, ed entrò.

Y/N pensò che la dea bendata fosse dalla sua parte non appena i suoi occhi si posarono sulla superficie della scrivania; lì, proprio al centro, in mezzo a fogli, documenti e cartelle, si trovava l'astuccio nero dove suo padre teneva le tessere magnetiche.

Le cose sono due... o è una trappola, o si fida così tanto di me da non credere che io possa fare una cosa del genere.

Y/N ragionò, e dentro di sé sperò che suo padre avesse semplicemente sottovalutato la situazione, non voleva credere che quella fosse una trappola e che in realtà l'uomo avesse posizionato l'astuccio sulla scrivania apposta, per vedere se lei lo avrebbe preso o meno.

Y/N afferrò l'astuccio, lo aprì e controllò l'interno; il suo cuore batteva impazzito, ma si sentì quasi sollevata quando vide la tessera viola.
Decise di portarsi dietro tutto l'astuccio, se la situazione fosse peggiorata le avrebbe fatto comodo avere le chiavi di tutte le porte dell'edificio.

Si mise subito a cercare quel dannato telecomando; Y/N ricordò mentalmente come fosse fatto, era piccolo dalla forma allungata, nero con dei tasti colorati sopra.
La ragazza ricordava quando il padre aveva premuto sul verde per dare la scossa a Jimin.
Y/N percepì gli occhi frizzare e diventare lucidi, ma ordinò a sé stessa di non perdere il controllo e di continuare a cercare quell'oggetto, doveva trovarlo il prima possibile.

Aprì senza fare troppo rumore tutti i cassetti della scrivania, rufolò tra i fogli e le cartelle, il telecomando non si trovava lì.
Y/N raddrizzò la schiena e si guardò intorno, si diresse verso la libreria e cominciò a cercare tra i tanti tomi presenti.
Non pensava che suo padre lo avesse nascosto lì in mezzo, ma era così disperata da cercarlo ovunque.
Y/N cercò nella libreria, dopo cercò nel mobile accanto, dopo ancora cercò tra i documenti posti nell'altro mobile.

La ragazza si sedette sfinita, guardò che ore fossero, mancavano pochi minuti all'una.
Y/N mentalmente imprecò, non poteva perdere così tanto tempo, ma non poteva andare da Jimin senza aver prima trovato il telecomando collegato a quel maledetto collare.

Con uno sguardo corrucciato Y/N si rialzò, sentiva di essersi seduta sopra qualcosa e la sensazione la disturbava; vide il camice da laboratorio di suo padre appeso alla sedia, una delle due maniche erano rimaste sotto il suo sedere.
La ragazza stava per spostare la manica quando una lampadina si accese nella sua testa.

La sera prima suo padre indossava ancora il camice da lavoro.
E ricordava perfettamente il momento in cui l'uomo tirò fuori dalla tasca quel dannato telecomando nero.
La giovane in fretta e furia cercò nelle tasche del camice, non appena la sua mano tastò qualcosa di piccolo, allungato e duro, sorrise soddisfatta.

Tirò fuori da una delle tasche interne, il telecomando che serviva per disattivare il collare di Jimin.
Y/N avrebbe urlato dalla gioia se non fosse stata per l'ora tarda e per la missione che stava per intraprendere.

Si accertò di avere con sé sia l'astuccio con le tessere, trovato con estrema facilità, sia il telecomando, che al contrario l'aveva fatta faticare molto di più.
Mise anche la boccetta con il veleno di Taehyung nella borsa e scese le scale rapidamente, facendo sempre attenzione a non destare suo padre.

Una volta fuori, Y/N cominciò a correre.
Corse così veloce che raggiunse il laboratorio del padre in meno di quindici minuti; era fortunata che il posto non fosse distante né dal mare, e nemmeno da casa sua.
Y/N si nascose dietro un albero, tentò di regolare il respiro, reso affannoso dalla corsa.

Lo stesso omaccione della sera prima si trovava di fronte all'ingresso principale, ma Y/N con lo sguardo cercò subito le uscite d'emergenza, voleva cercare di evitare di avvelenare una persona che stava solamente facendo il suo lavoro.

Oltre la spiaggia quello era il luogo dove aveva trascorso la maggior parte delle sue giornate da piccola.
Stava però sempre chiusa nell'ufficio del padre, non conosceva quindi tutte le strade dell'edificio e di conseguenza la posizione di altre entrate e uscite secondarie.
Ma Y/N era certa che ci fossero, non era possibile che tutti i dipendenti entrassero e uscissero dal medesimo ingresso.

La ragazza si avvicinò all'edificio ancor di più, si diresse direttamente verso il retro.
Il sangue si gelò nelle vene non appena Y/N vide che fosse presente un altro uomo di guardia.
Si nascose immediatamente dietro la parete, il secondo uomo si era mimetizzato perfettamente nel buio della notte, da dietro quell'albero Y/N non lo aveva intravisto per niente.

La fanciulla dentro di sé si maledì, doveva agire con attenzione e controllare meglio prima di muoversi; si stava recando sul retro certa che non ci fosse nessuno, e invece la presenza della seconda guardia l'aveva colta alla sprovvista.
Il respiro era tornato ad essere affannoso da tanto che era agitata, Y/N mise una mano sopra la bocca per fare in modo che i suoi ansiti così rumorosi e sonori non venissero uditi da quell'uomo.
Con una cautela e una lentezza spaventosa, la ragazza tirò fuori dalla borsa la boccetta contenente il veleno.

Signore aiutami e perdonami per quello che sto per fare.
Y/N pensò, con il dito già pronto per spruzzare una leggera dose di veleno in faccia all'uomo.

La ragazza si infilò il cappuccio della felpa che aveva indosso e si mise una mascherina sul viso, lei non conosceva la guardia ma la guardia poteva conoscere lei, in fondo era la figlia di uno degli uomini che stavano al comando di tutto.

Y/N fece qualche altro respiro profondo, contò fino a tre e si mosse.
L'uomo avvertì un leggero rumore di passi dietro di sé, neanche il tempo di voltarsi che lo spruzzo del veleno di Taehyung finì dritto sulla sua faccia.

"Ma che cazzo-" La guardia barcollò, mosse le braccia agitandole a mezz'aria per afferrare qualcosa e cercare di restare in piedi, la vista era già stata compromessa, difatti l'uomo abbassò l'arma ma cercò di prendere la radio che usava per comunicare con le altre guardie, voleva avvisare il collega della presenza di un intruso.

Ma non ci riuscì, Y/N sapeva che l'effetto del veleno del tritone era immediato, dato che lo aveva provato lei stessa sulla propria pelle; l'uomo cadde a terra con un tonfo sordo, la ragazza osservò la figura robusta di quest'ultimo dispiaciuta, non voleva arrivare a tanto.
Ma Jimin si trovava là dentro e nessuno sarebbe riuscito a fermarla.

Certa che l'uomo fosse completamente privo di sensi, Y/N si diresse verso la porta; aprì l'astuccio e guardò la marea di tessere al suo interno, si morse il lato della guancia.

Maledizione...
La ragazza non poteva mettersi a provarle tutte, la viola era per il laboratorio dove si trovava Jimin, la nera per l'ingresso principale, ma tutte le altre?

Poi fece più attenzione, quella porta poteva essere aperta sia con una tessera magnetica, sia con una normalissima chiave.
Y/N inarcò un sopracciglio confusa, stranita da come funzionasse quella porta ma se poteva essere aperta con una normale chiave, la sua attenzione si spostò alle sue spalle.

Y/N si voltò, il suo sguardo si posò sulla figura dormiente della guardia.
Pensò che l'uomo dovesse avere addosso la chiave di quella porta, dato che era l'addetto al controllo di quella zona.
La fanciulla era un po' spaventata all'idea di inserire la mano nelle tasche degli indumenti di uno sconosciuto, ma aveva la certezza che questo avrebbe dormito per un bel po' di ore, quindi si fece coraggio.

Trovò subito un mazzo di chiavi nella tasca del giubbotto, la ragazza si rialzò e raggiunse il portone; osservò quelle poche chiavi mentre se le rigirava tra le dita, erano solo sei e ormai arrivata a quel punto le avrebbe provate tutte, ma doveva darsi una mossa.

Ogni chiave che Y/N provava e che non coincideva con la serratura, era per lei un pugno in più sullo stomaco.
Sempre più agitata, dopo i primi tre tentativi andati a vuoto, la ragazza provò la quarta chiave; la inserì con difficoltà poiché le dita le stavano tremando da quanto fosse nervosa, però quando vide che questa aprì finalmente la porta, Y/N quasi pianse per la commozione.
La ragazza entrò e prima di richiudere la porta lanciò un'ultima occhiata alla guardia; questa stava ronfando alla grande, sembrava che stesse tranquillamente facendo un sonnellino, il corpo era completamente disteso per terra.
La giovane sperò che l'altra guardia non facesse il giro dell'edificio, altrimenti l'avrebbero beccata subito.

Y/N richiuse la porta alle sue spalle e si voltò; mentre cercava di capire in quale punto dell'edificio si trovasse, la ragazza non poté fare a meno di pensare che sembrasse tutto troppo facile, il suo lato pessimista non faceva altro che ricordarle che prima o poi avrebbe incontrato qualche ostacolo.

Ma Y/N cercò di non soffermarsi a pensarci troppo, proseguì per il lungo corridoio, capì subito in quale parte dell'edificio fosse capitata.
Ricordò il giro che le aveva fatto fare suo padre la sera prima e lo ripeté; affrettò il passo quando riconobbe di fronte a lei il laboratorio dove era rinchiuso Jimin.

Prima di aprire il laboratorio, Y/N si diresse verso lo stanzino dove gli addetti alle pulizie lasciavano tutti i prodotti e anche il carrello che usavano per spostare l'occorrente da una stanza all'altra.
La ragazza fu svelta a liberare quel carrello di tutti i suoi prodotti, una volta svuotato Y/N pensò che fosse perfetto per portare Jimin via da lì.

Certo, il carrello era un po' piccolo per la corporatura del tritone, la coda di sicuro non sarebbe entrata, ma o questo o niente.
Cercò di fare molto piano quando spostò il carrello, le ruote cigolavano e in un posto così silenzioso il rumore rimbombava maggiormente.
Y/N si morse il labbro inferiore, spinse quel carrello con una lentezza disarmante e si fermò di fronte alla porta di metallo.

La ragazza, con un sorrisone dipinto sul volto, sfilò la tessera viola dall'astuccio e come fece suo padre il giorno prima, anche lei trascinò la scheda nell'apposito spazio.
Era felice, non vedeva l'ora di rivedere Jimin, di liberarlo.
Sperava tanto che in queste ore suo padre e i suoi colleghi non gli avessero fatto niente di male, non sarebbe stata in grado di sopportare una cosa simile.
Non avrebbe mai perdonato suo padre, già solo mettergli addosso quel collare che procurava le scosse per lei era stata un'azione a dir poco spietata.

Sullo schermo apparve la scritta che la carta era stata letta e accettata, apparve anche il segno della spunta verde, il sorriso di Y/N si allargò.
Ma la scritta che comparve subito dopo la lettura della carta fece dissolvere immediatamente il sorriso dal volto della ragazza.

PASSCODE:

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~ Angolo Autrice ~

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, io ho amato scrivere la scena dove Y/N incontra Taehyung, la protagonista ha ragione, Taehyung è abbastanza pazzerello ma proprio per questo non si può non amare.🤣

Spero che Under the sea stia continuando a piacervi, fatemelo sapere con un voto e/o un commento!🐚
Prossima settimana arriverà il nuovo capitolo.💙

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