๐๐จ๐ข ๐œ๐ž ๐ง๐ž ๐š๐ง๐๐ข๐š๐ฆ๐จ, ๐ฉ๐ž๐ซ ๐๐ฎ๐ž ๐ฌ๐ญ๐ซ๐š๐๐ž ๐๐ข๐ฏ๐ž๐ซ๐ฌ๐ž, ๐ฉ๐ž๐ซ๐œ๐ก๐žฬ ๐ง๐จ๐ง ๐œ๐ข ๐œ๐š๐ฉ๐ข๐š๐ฆ๐จ

Mi risveglio il giorno dopo poggiata sul suo corpo, lo guardo dormire, mi libero poi dal suo braccio cercando di non svegliarlo, mugola qualcosa ma non ci faccio molto caso. Preparo il biberon a Paolo, la colazione a Clemente, nel frattempo sistemo casa e mi preparo.

Clemente si trascina verso il tavolo, si stropiccia gli occhi con una mano e mi dedica qualche sbadiglio.

''Buongiorno piccerรจ.'' Esordisce sedendosi di fronte alla colazione.

''Buongiorno amore.'' Gli stampo un bacio veloce, poi continuo a fare a destra e a manca per sistemare tutto.

Corro in stanza ed esco non appena anche Paolo รจ vestito e profumato.

''Vado con mamma a vedere le bomboniere.'' Spiego, intanto รจ riuscito ad addentare un biscotto, pur avendo ancora gli occhi semichiusi.

''Mi raccomando, non ci litigare.'' Sembra aver capito piรน lui mia madre che io. Lo rassicuro e dopo averlo salutato prendo l'auto e passo a prendere mia madre.

Il viaggio verso il negozio sembra un viaggio verso la speranza, non ha fatto altro che farmi sermoni per tutto il tempo del viaggio: come cresco Paolo, come mi vesto, che non gli sta bene se provo a parlare napoletano, e ultimo -ma non per importanza- il fatto che non รจ d'accordo io sposi Clemente.

''Si puรฒ sapere che ha che non va?'' Freno bruscamente, parcheggio fuori al negozio.

''Facciamo prima a dire cosa ha che va.'' Il suo modo composto anche mentre discute mi da la nausea, porta lo sguardo fuori dal finestrino, ha mezza faccia coperta da un grosso cappello nero.

''E' il padre di mio figlio, tuo nipote.'' Le ricordo fiera.

''Tesoro, ha 34 anni mentre tu ne hai ancora 24, sei praticamente una bambina. Sei rimasta incinta per caso, non รจ un figlio voluto e praticamente a stento vi conoscevate. E' napoletano, e non dirmi che anche tuo padre lo รจ perchรฉ a Milano l'ho ripulito per bene. E' scarabocchiato dalla testa ai piedi e fa il cantante. Ma che futuro puoi avere? Io ti immaginavo con un medico, un avvocato, un ingegnere e invece...''

''E invece mi sono innamorata di lui.'' La interrompo. ''Sono una persona che si รจ innamorata di una persona, non di un titolo.'' Scendo scompostamente dall'auto, prendo Paolo in braccio e sbatto la portiera.

Segue i miei movimenti, nonostante i suoi siano tremendamente ancora composti.

''Vedi? Sei diventata una cafona. Quando eri con Edoardo mai ti saresti permessa di parlarmi cosรฌ.''

''Quando ero con Edoardo non ero cosรฌ viva, sono scappata da Milano per non essere piรน tollerante nei tuoi confronti.'' Urlo. ''E levati quel cappello che sei ridicola, non stai andando in gita a Sorrento.'' Le giro le spalle e mi incammino.

Segue la mia camminata con fatica, dall'alto del suo tacco a spillo.

''Fermati Crystal.'' Mi afferra un braccio. ''E va bene, fingerรฒ di essere felice, tanto poi me ne torno a Milano e con quel cafone ci resti tu.'' Sentenza.

Dovrei protestare ancora, ma mi va bene cosรฌ. Non cambierebbe il suo pensiero nemmeno sotto tortura, dunque mi sta bene questa sorta di tregua.

''E prendi un po' tuo nipote, che da quando sei qui non l'hai mai nemmeno guardato.'' Gli piazzo Paolo in braccio, finge di non provare niente, ma in realtร  so bene che sta morendo dalla voglia di spupazzarselo.

Dopo essere state al negozio e aver litigato per circa tutte le bomboniere, finalmente raggiungiamo casa di zia Giusy.

Il mio sguardo rassegnato รจ la sintesi di questa mattinata, mia zia afferra Paolo dalle mie braccia e gli bacia una guancia, nel contempo soffoca una risata, probabilmente immagina come รจ andata.

''C'รจ il caffรจ.'' Spiega, mentre noi ci lasciamo andare su delle sedie.

''Mia figlia ha perso pure il buongusto da quando รจ a Napoli.'' Sorseggia dalla tazzina. ''Ha perso il buongusto e la ragione.'' Continua.

''Non doveva fare un figlio con un napoletano appena conosciuto..'' Zia Giusy prosegue la frase imitando il suo accento milanese, probabilmente da quando mia madre รจ arrivata avrร  ripetuto sempre la stessa cantilena.

Rido istintivamente e porto una mano alla bocca, mia zia mi fa un occhiolino dondolandosi Paolo sulle gambe.

''Non posso di certo avere appoggio da te, hai fatto il suo stesso errore.'' Fa spallucce. ''Sono stanca, vado a riposare.'' Se ne va nella sua stanza.

Mia zia sembra non essere per niente colpita da quei commenti, ormai deve averci fatto il callo. Elena รจ ormai una donna adulta, eppure ancora la considerano un errore.

Suonano al campanello, mia zia mi porge Paolo e va ad aprire. Io intanto mi metto a fissarlo, in ogni suo particolare. I miei occhi verdissimi, l'unica cosa uguale a me, i suoi capelli ricci come Clemente da bambino, il suo nasino all'insรน. Il suo cercarmi come se a questo mondo non avesse bisogno d'altro, le manine con cui mi stringe il viso. Non riuscirรฒ mai a considerarlo un errore, non lo sarebbe stato nemmeno se suo padre non avesse scelto di riconoscerlo.

Ad un tratto, capisco perchรฉ zia Giusy non si sente minimamente toccata da quei commenti.

Piombano in cucina lei e Clemente, lui sembra rassegnato, probabilmente mia zia gli avrร  anticipato la mia mattinata.

''Io ci ho provato, ma non c'รจ verso di non scannarsi con quella donna.'' Sbuffo, si era raccomandato. Lui piรน di me sembra volere che le cose con mia madre funzionino. Forse perchรฉ non vuole ancora essere insultato da lei, o forse perchรฉ l'ha letto nei miei occhi quanto io stia male nel non avere con lei un normalissimo rapporto madre e figlia.

Mi bacia la fronte, il suo bacio di protezione per me, me la bacia con la rassegnazione di chi sa che ormai ci ho provato e riprovato.

Sospira appena, poi mi suggerisce di andarcene a casa e smetterla di aggrovigliarmi i nervi per lei.

Quella sera ha una serata al locale, io non ho molta voglia di andarci, sembra deluso dalla mia decisione ma non sono dell'umore. Inoltre ho ancora mille cose da sistemare per il matrimonio, metterรฒ Paolo a dormire e mi dedicherรฒ ai preparativi.

Cosรฌ dopo che Clemente รจ uscito mi dedico a sistemare un po' casa.

Non immaginavo che a 24 anni avrei fatto la mamma a tempo pieno, che mi sarei occupata di una casa e di un uomo. Sรฌ perchรฉ alla fine a volte devo occuparmi di Clemente esattamente come mi occupo di Paolo.

E proprio mentre maturo questo pensiero sul pavimento della nostra stanza scorgo un suo paio di calzini sporchi.

Sbuffo nevrotica, รจ l'ennesimo paio di calzini che raccolgo, a volte mi vien voglia di farcelo affogare nei calzini.

Ma poi realizzo che probabilmente ho bisogno dei suoi calzini per casa.

Quasi sorrido raccogliendoli, ma da quant'รจ che non mi sentivo cosรฌ stupida per amore!? Clemente riesce a farmi sentire viva, anche con un paio di calzini sparsi per casa.

Il campanello interrompe i miei pensieri, non aspetto nessuno.

Vado ad aprire e mia cugina Elena agghindata piomba in casa.

''Musona, vestiti immediatamente e andiamo al locale.'' Mi strattona.

''Non sono dell'umore, Ele.'' Sbuffo ancora con i calzini tra le mani.

''Vuoi restare a raccogliere calzini tutta la sera? Avanti, hai 24 anni.''

''E un bambino.'' Faccio spallucce.

''E la tua vita รจ finita perchรฉ hai un bambino? Nossignore.'' Corre in stanza, comincia a frugare tra le mie cose. ''A me non dai a berla, come non mi davi a bere che non ti eri innamorata di Clemente, e infatti eccovi qua. Lo so che il problema non รจ Paolo ma tua madre e proprio per questo pretendo ancor di piรน che ti vesti e che vesti il piccolo e lo porti alla serata del suo papร . Ci teneva.''

Brutta stronza, punta ad intenerirmi palesandomi i sentimenti di Clemente.

''E va bene.'' Sbuffo e mi trascino verso l'armadio.

Scelgo cosa indossare, intanto Elena ticchetta piรน volte sull'orologio, poi si decide a vestire Paolo cosรฌ da fare piรน in fretta. Dopo poco finalmente usciamo, con Elena che mi urla contro di muovermi.

Mi sembra di rivedere i nostri vecchi momenti, due pazze scatenate che urlano di sera per strada, in piรน perรฒ ora c'รจ il mio piccolo Paolo.

Arriviamo, c'รจ casino, il piccolino sembra gradire tant'รจ che agita le manine a suon di musica.

Mi faccio spazio tra la gente prestando attenzione a stringermi Paolo al petto. C'รจ caldo, c'รจ caos, ma non c'รจ Clemente.

Non รจ sul palchetto, probabilmente sta facendo una pausa, cosรฌ butto un'occhiata al bar. Resto delusa perchรฉ non lo trovo nemmeno lรฌ.

Mi guardo attorno spazientita, forse รจ al bagno, forse รจ sul retro a fumare. Forse รจ uno stronzo cazzone di merda. Risposta esatta Crystal, risposta esatta.

E' in disparte, ci sono dei ragazzi attorno a lui, ho appena visto Lorella tuffarsi tra le sue braccia.

Guardo appena la scena, per poi voltargli subito le spalle. Sono inorridita, sono incazzata, sono delusa.

Si accorge di me e mi corre dietro, lo sento chiamare il mio nome. Corro fuori con il piccolo tra le braccia, Elena non si รจ accorta di nulla, l'ho persa tra la folla e forse mi starร  cercando ma non ci do peso, voglio solo uscire da questo posto.

''Crystal, che cazz, fermati.'' Clemente mi urla tirandomi per un braccio.

''Non mi toccare, non osare toccarmi.'' Balzo indietro.

''Dammi Paolo, non rispondi delle tue azioni.'' Apre le braccia aspettando che glielo porga.

''Sei stato tu quello a fargli del male stasera, non io, non ti permettere. E' mio figlio.'' Urlo.

''Crystal calmati, mi รจ saltata addosso, non so nemmeno chi sia.'' Cerca di giustificarsi, ha le mani alte in segno di resa.

Il Clemente di 6 mesi fa sembra completamente sparito, non fa spallucce e mi dice che gli andava di farsi un'altra, non mi ignora e mi lascia con mille dubbi, cerca di spiegarmi.

''Sei uno stronzo bastardo, hai giocato abbastanza sulla mia pelle.'' Faccio per andare.

''Crystal.'' Mi ferma di nuovo. ''Quei ragazzi sono venuti a farmi i complimenti, lei era tra loro e mentre parlavo mi รจ saltata addosso. Ho avuto appena il momento di respingerla e ho visto te.'' Spiega calmo, sembra sincero, ma questo stronzo lo sembrava anche quando stava con Monica ma รจ venuto a letto con me.

''Non mi incanti piรน Clementรฌ.'' Scuoto la testa, si irrigidisce non appena non pronuncio il suo nome di battesimo. ''Tu sei venuto a letto con me pur avendo una ragazza, saresti capace di questo e altro.''

''Non sai le cose con Monica come stavano, era giร  finita, tu sei stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Invece io amo te, porca puttana. Ti amo Crystal, o vuo capรฌ o no?'' Si porta le mani al viso, se lo struscia.

''E questo magari lo hai detto pure a lei, che l'amavi, ma sei venuto con me.'' Sospiro arresa.

''Tu non ti sei mai fidata di me, eh?'' Chiede arreso. ''Rispunn Crystal.'' Mi strattona, io sfuggo alla sua presa e mi sistemo meglio Paolo tra le braccia.

''Tu 6 mesi hai finto con me, hai finto di fidarti, di essere andata avanti, di aver perdonato i miei errori ma lo hai fatto solo per Paolo, non รจ vero?'' Cerca ancora risposte, intanto ingoio quintali di saliva.

''Crystal.'' Elena mi chiama, ci fissa senza capire.

''Mi dispiace, non ero io quella lรฌ dentro con Lorella tra le braccia.'' Trattengo le lacrime. ''Non tornare a casa stanotte, รจ finita.''

Gli volto le spalle e non credevo potesse farmi cosรฌ male. Non credevo che nel voltare le spalle a lui mi sarei sentita come voltare le spalle al mondo. Al mio mondo.

Fatto di sogni e progetti, di voglia di crescere insieme, di valori da tramandare al nostro bambino. Fatto della mia danza e la sua musica, di voglia di arrivare, di fare, di arricchirci. Il mio mondo fatto di Clemente, che ha deciso di travolgermi e stravolgermi. Di coinvolgermi, riaccendermi il cuore, riaccendermi i sensi.

Il mio mondo che guardo sgretolarsi senza aver modo di fermarlo.

''Andiamo via.'' Dico quasi in un sospiro a Elena, che continua a fissare la scena senza capire.

Obbedisce senza dire una parola, prende la macchina e ci incamminiamo.

''Vuoi dirmi cosa รจ successo?'' Chiede quasi impaurita.

''Diciamo che non รจ stata una buona idea venire qui.'' Scrollo le spalle e tiro su con il naso, accenno una risata sarcastica. ''O forse รจ stato meglio cosรฌ.'' Ci ripenso, del resto stavo per sposarlo quest'uomo.

Ad un tratto mi passa tutto davanti agli occhi: il mio abito da sposa provato e riprovato, le bomboniere, i preparativi. Mia madre venuta fin qui per vedere il mio matrimonio a cui si opporrebbe volentieri con tutte le forze.

Chi stavo per sposare? Un uomo che prima di me stava per sposare una donna quasi per dispetto? Un uomo che forse mi stava sposando perchรฉ sono la madre di suo figlio?

Il viaggio verso casa mi รจ sembrato piรน lungo del solito, le immagini fuori dal finestrino hanno fatto da sfondo ad ogni mio pensiero.

Elena non mi ha chiesto nulla, ha rispettato i miei silenzi.

Probabilmente domani glielo racconterรฒ, probabilmente domani troverรฒ la forza di raccontarlo a zia Giusy, a

Tina, a mia madre.

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