𝐋𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐮𝐧𝐢𝐭𝐚 𝐝'𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚

Incontro Clemente nuovamente alla prova generale, finalmente siamo giunti al termine di questo percorso e tra un'ora andremo in scena.
Cammino con Dalila parlando del più e del meno, quando Clemente mi urta, la sua spalla contro la mia.
"Uh scusami." Dice quasi sarcastico.
"E fai un poco di attenzione, no?" Dalila lo riprende.
"Scusami, dimenticavo che sei una donna incinta." Mi dice quasi sfidandomi.
"Abbassa la voce." Stringo i denti e avvicino il mio viso al suo, siamo l'uno contro l'altra, ci facciamo la guerra con gli occhi.
"Che c'è, ti vergogni?" Continua a punzecchiarmi, intanto Dalila ci ha lasciati soli.
"E di cosa dovrei vergognarmi? Sentiamo."
"Sei seria, Crystal? Davvero non capisci?" Sputa veleno, sembra quasi guardarmi nauseato, come se non riconoscesse più la mia figura.
"Hai ragione, devo vergognarmi di aver amato ancora." Faccio per andarmene, ma mi tira a se.
"Amare? Quante volte lo dici, eh? A chiunque? La differenza tra me e te è proprio questa, che io non ho mai amato, ho sempre posseduto, ma a te ti amavo. Tu invece ami, ami a convenienza, ami me, poi Edoardo, poi di nuovo me, poi per te il meglio era Edoardo ma hai accettato di sposare me e alla fine ami di nuovo Edoardo." Si fa rosso in viso, parlotta ed io credo di non seguire il suo discorso.
"Oh, frena, frena." Poggio le mani al suo petto. "Ma che c'entra Edoardo, cosa stai dicendo?"
"Quanto era fiera tua madre quella mattina quando me l'ha detto: "dai a me il bambino e vai, stiamo festeggiando, mia figlia ha finalmente capito con chi fare una famiglia. È incinta di Edoardo." Sai per quanto non ho vomitato sull'uscio di casa di tua zia Giusy?" Mi confida in pieno viso con gli occhi spauriti.
"Che cosa ti ha detto mia madre?" Credo di non aver capito, o forse fingo, non posso credere sia stata così meschina. Metto istintivamente entrambe le mani sul viso di Clemente, me le sposta in malo modo.
Respiro e porto pazienza, poi riprendo.
"Clemè, non sono mai tornata con Edoardo, te l'ho detto per farti stare male almeno la metà di quanto stavo male io. Sono incinta, è vero, ma di te." Quasi rido sarcastica, un po' sono sollevata perché stavolta non è scappato pensando fosse suo.
"Che cosa? È figlio mio?" Dice e vedo le lacrime che gli passano negli occhi, le sue labbra si aprono in un sorriso che sembra quasi dire "non me ne frega di cosa ci sta succedendo, sono felice di questo figlio."
"È figlio tuo, sì." Annuisco e mi mordo un labbro per non sorridere, per non fargli vedere che sono felice che lui la stia prendendo così.
Mi afferra il viso con entrambe le mani e mi stampa un bacio veloce sulle labbra.
"Ma che fai?" Lo spintono, c'è ancora tutta la faccenda di Lorella.
"Ascolta, io non so come ma cercherò di capire che cazzo è successo quella sera al locale, perché quella mi è saltata addosso proprio quando sei arrivata tu. Ma te lo giuro su questo figlio che porti in pancia, non ti ho mai tradita." Dice e sembra convincente, lo vedo quasi tremante, ma perché mai dovrebbe insistere così tanto se vuole correre dietro le gonnelle?
Del resto mia madre gli ha detto che aspettavo un figlio da Edoardo, Edoardo si trova qui quando ci sono i miei genitori che non sono ripartiti non appena ho annullato il matrimonio, come se mia madre stesse aspettando il compimento del suo piano.
È tutto troppo strano, come era strano che mia madre si arrendesse così all'idea che io sposassi Clemente, solitamente fa di tutto per far sì che le cose vadano come vuole lei. E allora forse dovrei seguire questa assurda teoria? Dar ragione a Clemente?
"Ti sei incantata?" Mi chiede passandomi una mano avanti agli occhi.
"E se tu avessi ragione?" Dico guardando altrove, come se cercassi una risposta scritta chissà dove.
"Ma io ho ragione, perché so cosa ho fatto, cosa penso, cosa sento."
"E che senti?" Chiedo stupidamente, voglio sentirglielo dire.
"Che ti amo, piccerè, pure se si 'na cap 'e cazz." (Anche se sei una testa di cazzo) Mi spintona per poi tirarmi a se, mi bacia e stavolta non lo respingo, lo assecondo.
"Aeee." Il Coach ci nota. "Dobbiamo andare in scena, forza." Ci sollecita come sempre battendo le mani.
Controlla la scaletta, mentre sentiamo il presentatore parlare sul palco.
"Clemè, sei il primo, prendi la ballerina e vai su, muoviti." Gli dice frettoloso, Clemente non mi lascia la mano.
"Ma che stai facenn?" Il Coach gli chiede senza capire, intanto Lorella se ne sta a braccia conserte a fissare la scena.
"Allora? Andiamo?" Gli chiede e si avvia sulla scaletta che porta al palco.
Clemente mi trascina con se, sposta Lorella.
"Scusate, ma esibizione mia, la ballerina la scelgo io." Saliamo entrambi sul palco e la folla è in delirio, riconosco in prima fila la sua famiglia, Elena che nel vederci insieme urla fortissimo, mio padre e mia madre con un'espressione di disappunto.
Torniamo dietro le quinte aspettando il nostro prossimo numero, vedo Elena sbracciarsi per cercare di passare così Clemente corre dalle guardie e gli dice di spostarsi.
"Ragazzi, che corsa." Respira a fatica. "È tutto il giorno che cerco di rintracciarvi." Farfuglia appena, così le porgo la bottiglietta con l'acqua. "Tua madre è una stronza." Asserisce rivolta a me. "Con tutto il rispetto." Sorseggia.
"Dimmi qualcosa che non so." Rispondo sarcastica.
"Non credevo però potesse arrivare a tanto." Prosegue. "Oggi è passata da mia madre e ha scordato il telefono, so che non si fa ma io ho sempre sospettato di lei in questa storia, volevo solo essere delicata e non dirtelo. Ma bingo, avevo ragione." Accede ai messaggi e ci mette avanti al telefono. "Ha pagato Lorella per farvi litigare, Edoardo è d'accordo con lei su tutto, lui è ancora innamorato pazzo di te mentre lei è semplicemente stronza." Elena fa spallucce facendoci ridere, il mio viso si incupisce.
"È arrivata a tanto? A farmi soffrire così?" Delle lacrime mi passano negli occhi. "Ho disdetto il matrimonio, ho sofferto come un cane, ho creduto che Clemente non volesse il nostro secondo figlio per le bugie di una persona che dovrebbe amarmi incondizionatamente?" Stavolta le lacrime scendono, così Clemente le arresta con un dito.
"Guardami." Mi alza il viso verso il suo. "Organizzeremo un matrimonio ancora più bello." Dice convinto.
"Ragazzi, forza, è il vostro turno." Il coach ci chiama a gran voce, così risaliamo la scaletta, stavolta ho un magone esagerato. Non riesco a credere a tutto quanto, guardo mia madre e sono inorridita dalla sua figura. Quanto deve essere infelice questa donna per fare tutto ciò?
"Ragazzi avrei dovuto cantare un altro pezzo ma nella vita l'improvvisazione è quella che ti salva sempre." Clemente comincia ed io non capisco cosa stia per fare. "E allora siccome state per ascoltare "Cristallo", vi presento il mio cristallo, la persona alla quale è dedicata questa canzone, la persona che mi ha insegnato cosa vuol dire amare e che mi ha reso padre del nostro piccolo Paolo. E che presto mi renderà padre di nuovo." Poggia le sue mani alla mia pancia e il pubblico è in delirio, anche se sta cambiando tutto quello che avevamo provato la faccia soddisfatta del coach ci dice che non ci ucciderà a fine concerto.
Vedo sua madre, suo padre e i suoi fratelli esultare insieme a zia Giusy, mentre mia madre fa per andarsene.
"No, aspetta, suocera." Clemente la chiama dal microfono. "Non te ne andare, altrimenti ti perdi il meglio." Si inginocchia avanti a me, così stavolta, complici anche gli ormoni, le lacrime non le trattengo più.
"Non ho nessun anello perché sto improvvisando, ma so che tanto a te non importa nulla ed è anche per questo che ti voglio chiedere di sposarmi. Te lo voglio chiedere avanti a tutti così che siano testimoni della tua risposta e se dirai sì voglio chiedere a tua madre di testimoniare alle nostre nozze il nostro amore." Dice e riceve un applauso.
Ok, tocca a me? Devo rispondere.
"Devo rispondere?" Chiedo e provoco la risata di tutti. "Devo proprio? Non credo ce ne sia nemmeno il bisogno." Rido e vedo la faccia di Clemente rilassarsi. "Ti direi sì tutta la vita." Gli sussurro.
"No, aspè, la vogliono sapere tutti la risposta." Mi porge il microfono, così il mio "sì" che rimbomba fa in modo che mia madre giri le spalle e se ne vada.
E spero lo faccia per sempre dalla mia vita.
Ci ritroviamo a fine concerto con tutti gli altri, apriamo dello champagne, la serata è andata benissimo. Tutti si congratulano con noi per i lieti eventi annunciati.
Faccio per portare il bicchiere alle labbra, ma Clemente mi blocca.
"No, tu no." Mi rimprovera.
"Ah, una volta tanto dice una cosa buona." Dalila lo prende in giro, così tutti ridiamo e brindiamo alla salute.
"Amore, negli accordi matrimoniali vorrei ce ne fosse uno in particolare." Esordisco bevendo dell'acqua.
"Quale?" Alza un sopracciglio.
"Che quando bevi non mi guardi nemmeno da lontano, altrimenti sto sempre a figliare." Rido facendo ridere tutti.
Clemente mi spintona prendendomi in giro per poi tirarmi a se e baciarmi la testa.
Vedo entrare mio padre, fissa la scena e sorride.
"Buonasera." Clemente si schiarisce la voce e si fa serio.
"Papà, credevo fossi andato via." Dico tossendo nervosa.
"Crystal, potrei avere l'onore di accompagnarti all'altare?" Mi chiede quasi in un filo di voce, così capisco che è andato contro mia madre per il mio bene, che la cosa gli porterà non pochi problemi ma sembra fregarsene pur di starmi accanto nel giorno più bello della mia vita.
"Certo che puoi." Lo abbraccio forte e lasciamo entrambi cadere le lacrime.
Porge la mano a Clemente.
"Benvenuto in famiglia." Gli dice e si legano in un abbraccio.
"Tanto, zia Giusy un posto per me ce l'ha se divorzio, no?" Chiede ridendo e fa ridere anche noi.
"Comm, non vi preoccupate, se vi serve vengo io a testimoniare a favore vostro." Clemente gli risponde e si incamminano parlando e ridendo.
E finalmente mi sento veramente completa.
Non metterò più in dubbio la fede di Clemente e forse non c'è nemmeno bisogno di quella sul dito e cercherò di crescere per lui e con lui e per i miei bambini.
Io e lui saremo sempre il Nord e il Sud, ma troveremo sempre il modo di fare la nostra unità d'Italia.

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