๐ ๐ข๐ง๐ ๐๐ซ๐ ๐๐ข ๐ง๐จ๐ง ๐ฆ๐จ๐ซ๐ข๐ซ๐
Mi sveglio piuttosto intontita, come se non riuscissi a distinguere la realtร da un sogno orribile.
Scendo dal letto e mi trascino verso la culla di Paolo, mi stropiccio gli occhi e lo afferro. Sembro essere in una bolla.
Una parte di me stenta a credere a ciรฒ che รจ successo ieri, un'altra parte si rimprovera perchรฉ probabilmente dovevo aspettarmi questo da un uomo come Clemente.
Scuoto la testa piรน volte di fronte al mio cellulare pieno zeppo di chiamate di Elena, probabilmente vuole sapere, ma io non ho ancora la forza di raccontare.
Noto anche qualche chiamata di Clemente, un messaggio lungo che ignoro. Sistemo Paolo nel passeggino e mi accingo a preparargli il biberon.
Casa mia oggi sembra una casa estranea, ho lo stomaco trafitto, l'aria di un pugile alla fine di un match disastroso.
Il campanello cattura la mia attenzione, corro ad aprire senza nemmeno chiedermi chi potrebbe essere alle 9:00 del mattino. Non voglio immaginare che Elena si sia fiondata da me per sapere cosa sia successo ieri sera.
Mi ritrovo faccia a faccia con Clemente.
Entra di prepotenza, รจ piรน alto e piรน grosso di me, cosรฌ ci mette due secondi a spostarmi e varcare la soglia.
Stringo i pugni, vorrei tirarglielo in piena faccia uno, ma mi trattengo.
''Ti sei calmata?'' Chiede, poi mi ignora e corre a baciare Paolo.
''Forse non sono stata chiara, prendi le tue cose e sparisci.''
''Crystal stai mandando tutto a puttane per una stronzata.'' Mi viene vicino.
''Non ti avvicinare.'' Faccio per andare dietro, ma sono costretta fra il suo corpo e il muro. ''E' una stronzata trovarti con una tra le braccia? E chissร quante altre volte vi siete visti, ecco spiegato il suo comportamento in palestra.'' Sputo sentenze.
''Ma cosa mi aspettavo da un uomo piccolo come te?'' Lo guardo schifata.
Cerca di replicare, la sua bocca si serra in una smorfia, sta forse trattenendo la sua ira.
''Sei una mocciosa.'' Fa spallucce e si dirige verso la stanza.
''Disse l'uomo di 34 anni che ha fatto un figlio con una sconosciuta a cui non ha detto di essere fidanzato e che dopo aver scoperto di aspettare un bambino si รจ inventato un matrimonio con un'altra sconosciuta pur di darsela a gambe levate.'' Urlo senza nemmeno andare in stanza, presto attenzione al biberon di Paolo.
Mi raggiunge poco dopo, ha una busta tra le mani con le sue cose infilate dentro alla meglio.
''Cambia un po' il disco, piccerรจ. Sei rimasta attaccata a quella storia, continua pure a credere che io sia solo quello.'' Bacia velocemente una guancia al piccolo. ''Mio figlio lo vedo, sia chiaro.'' Mi punta il dito.
''Ho mai detto il contrario?'' Gli vado contro, lo sfido.
''No, ma giร immagino tua madre cosa avrร da dire.'' Mi urla contro.
''Beh forse per la prima volta nella sua vita ci ha visto proprio lungo.'' Urlo anche io, piรน forte che posso, piรน forte di lui.
Paolo scoppia a piangere, le nostre urla devono averlo infastidito, cosรฌ corro a prenderlo in braccio e lo cullo sistemandogli meglio il ciuccio.
''Sei contento? Annodatelo se hai intenzione di scopare a destra e a manca, cosรฌ eviti altre situazioni di merda ad altri bambini.'' Me lo lascio alle spalle, vado in camera.
Non voglio sentire la sua replica, no ne ha nemmeno il diritto.
Probabilmente sarebbe stato meglio far crescere Paolo con un racconto di un padre eroico morto in guerra, piuttosto che nell'inferno che si prospetta.
Stavolta devo proprio dar ragione a mia madre, ho sbagliato.
Il tonfo violento della porta mi fa sobbalzare, ha segnato ufficialmente la fine di questa storia.
Il telefono comincia a squillare all'impazzata, ci metto un po' a ragiungerlo e svogliata rispondo.
''Dove diavolo sei finita?'' Mia madre dall'altro capo urla.
''Buongiorno anche a te, mamma cara.'' Dico a denti stretti.
''Ti sei dimenticata l'appuntamento.'' Sentenzia.
''L'appuntamento?'' Cerco di ricordare cosa avevamo da fare, รจ come se da ieri sera in poi la mia mente avesse azzerato tutto. ''L'appuntamento, certo.'' Improvvisamente ricordo. ''Arrivo subito.'' Stacco senza nemmeno attendere una replica.
Devo andare a provare il vestito con i nuovi aggiusti, mia madre ha preteso piรน volte che lo vedesse prima della cerimonia. Improvvisamente una stretta mi chiude lo stomaco. Chi glielo spiega ora che รจ saltato tutto!? Chi glielo dice che aveva ragione? Chi gliela da vinta?
Arrivo da lei in tempo record, sale in macchina in maniera frettolosa, Elena si posiziona dietro accanto alla sediolina di mio figlio.
Sbuffo e afferro il volante, sono visibilmente tesa, ho gli occhi scavati dal pianto che ho rigorosamente coperto con degli occhialoni da sole.
''Era ora.'' Tamburella con le dita.
Elena sa che qualcosa non va, forse immagina che quella di ieri non sia stata solo una banale discussione. La vedo in silenzio gettarmi occhiate, io cerco di evitarla.
Arriviamo al negozio e sono piรน tesa che mai, mi accolgono le commesse con le loro smielate parole messe in riga forzatamente una dietro l'altra per copione.
Non ci avevo mai fatto caso prima, ma odio questo posto. Tutti questi abiti pomposi messi in fila come soldati, tutto questo tulle, questi merletti e quest'atmosfera quasi fatata che sembra esistere solo all'interno di uno di questi negozi.
Ci servono dello champagne, ma io a cosa dovrei brindare? Al mio ragazzo tra le braccia di un'altra? Nemmeno avvicino il bicchiere alle labbra, sono nauseata.
Mia madre elegantemente sorseggia e comincia a chiacchierare con le commesse che quasi si mettono al suo servizio, come del resto fanno con chiunque decida di spendere cosรฌ tanti soldi per uno stupidissimo abito che una volta indossato prenderร muffa e polvere nell'armadio.
Mi fanno strada nel camerino, due delle ragazze mi aiutano a sistemare il vestito che ormai non sento piรน mio. Quasi non lo riconosco, quasi mi viene la nausea ad indossarlo.
Dicono mi stia un incanto, di uscire fuori e farmi vedere. Il mio respiro รจ corto, cosรฌ mi chiedono piรน volte se il corpetto sia troppo stretto.
Accenno un ''no'' con la testa, non รจ il corpetto il mio problema.
Esco fuori, fingo che vada tutto bene, mia madre sembra non accorgersi che qualcosa non va, ma del resto non si accorge nemmeno di me.
Il suo sguardo รจ rivolto infatti all'abito, lo guarda con quella sua aria aggraziata che mi da la nausea.
''E' bellissimo, peccato debba usarlo per sposare quel cafone.'' Storca il naso e sorseggia ancora dello champagne. Non raccolgo il suo insulto, Elena si stranisce di fronte al mio non ribattere.
Torno in camerino e prima ancora che io riesca a sfilarmi l'abito, Elena mi piomba addosso.
''Cos'hai?'' Chiede seria.
Scrollo le spalle. ''Nulla.'' Non riesco a raccontarle del mio fallimento.
''Avanti Crys, non hai per nulla lo sguardo di una donna felice che sta per sposarsi. E poi non hai risposto alla provocazione di tua madre, non hai difeso Clemente, non รจ da te.''
Cerco dell'ossigeno che possa arrivare al mio cervello, sperando me ne sia rimasto un po' nel corpo.
''Non mi sposo piรน.'' I miei occhi si riempiono di lacrime, sono un mare in tempesta, uno tzunami.
''Cosa?'' Sgrana gli occhi, probabilmente credeva che la lite fosse meno disastrosa di quanto le ho appena anticipato.
''Al locale ho visto Clemente con un'altra.'' Mando indietro la testa come se volessi restituire le lacrime alla parte piรน profonda del mio corpo, nel punto in cui nascono.
Non voglio vengano fuori, non ora, non qui con mia madre di lร pronta a sputare sentenze, pronta a constatare un ennesimo mio fallimento.
''Stai scherzando? Chi รจ questa?'' L'ira raggiunge il suo volto, la rende rossa.
''Lorella, prende lezioni da me in palestra, e giร una volta notai il suo mangiarselo con gli occhi quando venne a trovarmi durante la
lezione.'' Sbuffo e ora il percorso delle mie lacrime non lo comando piรน.
''Lorella? Quella che non dice una parola? Io dubitavo anche fosse viva quella ragazza.'' Il sarcasmo di mia cugina mi fa scappare una
risata veloce mista al pianto.
''E' viva eccome, anche se avrei voluto ammazzarla con le mie stesse mani ieri sera.'' Mi asciugo il viso. ''Ma non posso ammazzare lei, dovrei ammazzare lui piuttosto. E' lui che mi ha tradita, รจ lui che si รจ scordato che ha un figlio con me, รจ lui che ha deciso di sposarmi.''
''Quando hai intenzione di dirlo a tutti?'' Mi accarezza il viso, sa che ha appena fatto una domanda a cui non ho il coraggio di rispondere.
''Presto Elena, presto.''
Usciamo, mia cugina mi regge il gioco e giustifica il mio stato asserendo sia l'emozione di indossare quell'abito. A mia madre nemmeno sembra importare.
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