Stretta al cuore.
L'indomani mi sveglio stordita, ho mal di stomaco, ma devo andare in palestra, oggi dovrò dare lezioni di hip hop.
Edoardo dorme ancora, cosi faccio meno rumore possibile. Non ho voglia di incontrarlo, non ho voglia di fingere che non ho in grembo il figlio di un altro uomo.
Quanto è strano questo pensiero, c'è una vita in me, eppure stamattina io mi sento senza vita, come se questo esserino dentro la mia pancia l'avesse assorbita tutta.
Arrivo in palestra, ho l'aria sciatta e sfiancata, i continui crampi allo stomaco mi tolgono l'aria, mi domando se sia normale.
Mia zia è in segreteria, mi scruta e poi ritorna a prestare attenzione al pc.
«Va tutto bene?» Continua a guardare lo schermo luminoso.
«Tutto bene zia.» Annuisco, chiudo gli occhi e cerco di prendere una boccata d'aria.
«Sei pallidissima.» Nota.
«Non è niente, sono solo un po' stanca.» Mando la testa all'indietro, do poi un'occhiata alla sala nella quale sto per entrare. Un calore mi prende alla bocca dello stomaco, ho i nervi congelati e no, non è la gravidanza.
«Che ci fa Clemente qui?» Chiedo a mia zia.
«Ah sì, ho scordato di dirtelo, lui e i suoi amici si sono iscritti al corso di hip hop.» Dice con leggerezza mentre io ho un terremoto dentro. E no, davvero non è il bambino.
«Che cosa? E tu l'hai permesso?» Sbuffo.
«Tesoro, sono clienti, non posso impedirgli di frequentare le lezioni. Massima professionalità e andrà tutto alla grande.» Sminuisce così il nostro discorso, mi tocca entrare in sala e fare finta di niente. Anche se ora è ancora più difficile.
Dovrei parlargli? No, non ho il coraggio, non è un discorso semplice da affrontare, non con uno sconosciuto
Da dove dovrei cominciare? «Oh, sai Clemé, io e te siamo andati un paio di volte a letto, senza conoscerci poi cosi tanto e ora pensa te, stiamo per diventare genitori.» No, non funziona cosi. Non posso condividere un figlio con una persona che non conosce niente di me ed io non conosco niente di lui.
Entro in sala, credo di essere visibilmente tesa. Abbozzo un saluto e corro al mio posto.
Dallo specchio posso notare che lo sguardo di Clemente è fisso su di me. Già, che scema, sono l'insegnante. I suoi amici lo sgomitano più volte, vola qualche sorrisino ironico.
Finisco la lezione, e la solita ora mi è sembrata un'eternità. Comincio a mettere in ordine la sala, intanto Clemente e i suoi amici bevono dell'acqua in un angolo, sono abbastanza vicini da permettermi di ascoltare i loro discorsi.
«Clemè, allora stasera ci fai finalmente conoscere Liliana?» Ridacchiano, io sento di nuovo lo stesso calore allo stomaco di un'ora prima.
«Certo, ci vediamo al locale.» Sentenzia lui sistemandosi il cappellino.
Mi porto una mano sulla pancia, a chi dovrei dire che sta per diventare padre? Ad uno che salta da delle gambe ad altre in tempo record? Non ci penso nemmeno.
La sera sono come al solito al locale, sono più nervosa del solito, tra un po' ci sarà Edoardo che ancora non sa nulla, e solo Dio sa quando avrò il coraggio di dirgli tutto. Ci sarà Elena che sa e vorrei che non sapesse. E infine ci sarà Clemente, con la sua nuova fiamma. Ci sarà il padre di un figlio che non sa che esiste.
Deglutisco al solo pensiero, vorrei scappare, urlare e sparire ma in questo momento non posso far altro che uscire fuori e ballare.
Comincio il mio spettacolo, riesco ad inquadrare questa Liliana, non dovrebbe interessarmi ma in realtà mi interessa.
Ha l'aria volgare, gli occhi impiastricciati di un azzurro forte e le labbra rosse come il fuoco. I capelli con delle meches irregolari bionde, il viso bruciacchiato dal sole. Mastica in maniera molto visibile una gomma e la sua gonnella arriva a coprirla appena.
Riesco a studiarla mentre ballo, ma ad un certo punto la vista mi si offusca, temo il peggio, e cado di nuovo in terra. Stavolta almeno non perdo i sensi.
Mi corrono in contro Edo, Elena, e con mia sorpresa Clemente. Spinge gli altri due, comincia a ventilarmi con le sue mani. Mi tiene su la testa e cerca di interagire con me.
«Stai bene?» Chiede preoccupato. Intanto, prima di avere il tempo di rispondergli, vedo Edoardo, scostarlo in malo modo.
«Scusami, questi non sono affari tuoi.» Prende il suo posto di fronte a me.
«E perché non sarebbero affari miei?» Clemente gli batte sul petto, io riesco appena a seguire la scena.
«Perché il suo ragazzo sono io.» Sentenzia Edoardo, non l'avevo mai visto tanto nervoso.
«La smettete? Qui c'è una ragazza incinta.» Elena urla, riportando l'ordine.
L'ha detto davvero? Istintivamente si porta le mani alla bocca, Edoardo e Clemente guardano entrambi nella mia direzione, io vorrei perdere i sensi.
«Che ha detto?» Edoardo chiede con un espressione stupida.
«Mi dispiace Crystal.» Elena si maledice.
Il locale sembra essere interessato alla cosa, mi guardo intorno, sono come sotto processo.
«Crystal, cosa ha detto?» Edoardo mi strattona per un braccio, intanto Clemente ha lo sguardo fisso nel vuoto. Probabilmente immagina.
«Sono incinta.» Lascio cadere delle lacrime.
La mano di Edoardo lascia la presa, se la passa poi sul viso, come a strofinarselo. Intanto vedo Mino ed Ennio avvicinarsi, prendono posto accanto a Clemente, probabilmente il prossimo che perderà i sensi sarà lui.
«E' incinta.» Edoardo comincia a ridere. «E' incinta.» II suo tono si fa sempre più alto, la sua risata sempre più strozzata.
«Come è possibile che sei incinta, se non ti ho toccata nemmeno con un dito?» Mi urla contro, sono spaventata.
«Non è tuo, infatti.» Chiudo gli occhi e sospiro.
«Ma davvero? Menomale che lo hai specificato, altrimenti mi sarei sentito il nuovo San Giuseppe.» Sentenzia sarcastico. Qualcuno abbozza una risata, io intanto mi sto vergognando da morire.
«Fammi indovinare.» Prosegue, mentre cammina avanti e dietro, con un fare simile a quello degli avvocati nei processi quando devono convincere il giudice che la loro tesi è corretta. «Sarà forse Clemente il padre?» Gli colpisce una spalla, lui non reagisce. Fissa me, poi il vuoto. lo intanto, riesco solo a piangere.
«La cosa non mi sorprende affatto.» Continua. «Sei una puttanella Crystal, avevi detto che eri andata a letto con lui quando non stavamo insieme, ma la matematica non è un opinione e qualcosa mi suggerisce che non ci sei andata solo quella volta.» Mi urla contro, Elena si mette tra noi come a proteggermi, fino a quando Edoardo lascia il locale.
Ha ragione, sono una puttanella, e lo staranno pensando tutti. Ma come glielo spiego che probabilmente devo essermi innamorata di questa testa di cazzo che mi sta davanti senza dire una parola?!
Lui non parla, né lo faccio io, restiamo nelle nostre postazioni mentre le persone abbandonano il locale, è ora di chiudere.
Ennio gli da uno spintone come ad incoraggiarlo, così finalmente si avvicina a me. Ha le lacrime che gli passano negli occhi, sembra quasi spaventato dalla mia figura.
Intanto Liliana è rimasta in disparte a guardare, ha le braccia conserte e continua a masticare rumorosamente la sua gomma.
«Clemente, sono incinta, e il bambino è tuo.» Gli sussurro in piena faccia, intanto le lacrime continuano a rigarmi il viso.
Lui mi guarda stordito, si guarda intorno, Ennio e Mino lo guardano straniti, probabilmente deve essere la prima volta che lo vedono così provato. Continua a fare silenzio.
«Clemè, allora, ci vuole ancora tempo?» Liliana richiama la sua attenzione con un accento volgare.
«Se voglio mettermi a fare il padre per tutte quelle che mi porto nei camerini, è la fine, piccerè.» Mi dice con un fare da stronzo, mi volta le spalle ed io resto ferma, senza avere la capacità di pensare o di reagire.
Elena mi tira per un braccio, c'è ben poco da fare.
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