Siamo il Nord e il Sud.

Il giorno dopo lo vedo arrivare puntuale, mi saluta con un sorrisetto scemo, il solito che ha stampato sul viso. 

«Cominciamo con il riscaldamento.» Suggerisco.

«Pure?» Chiede annoiato.

«Non vorrei mai ti rompessi per colpa mia.» Lo prendo in giro. «Ma non dovevi essere un bravo scolaro?» Gli ricordo la promessa fatta la sera prima.

«Scusa.» Sbuffa e segue i miei movimenti, ci scaldiamo assieme. 

C'è tanto silenzio e la sala sembra più grande di quella che in realtà è. Mi fissa e ha una faccia scema. Sorride.

«Ma al Nord non sono tutte biondine e pallidine?» Nota la mia pelle scura e i capelli altrettanto scuri.

«Ma non siete voi del Sud che volete cancellare i luoghi comuni?» Lo punzecchio. «Comunque mio padre è napoletano.» Gli spiego.

Resta a fissarmi ancora, come se studiasse ogni particolare del mio corpo, sembra curioso quasi quanto le mie allieve il primo giorno di corso. 

Cominciamo la lezione, mi sta dietro a modo suo, è un po' come un bambino che si fa distrarre facilmente da qualsiasi cosa.

Dopo un'oretta di lezione lo vedo stremato e ci fermiamo. 

«Poco allenato, eh?» Lo prendo in giro, respira a fatica.

«Ma com'è che tu non sei stanca?» Mi chiede sedendosi a terra. 

Rido, gli porgo la bottiglietta dell'acqua. Beve, poi si fa serio.

«Dovremmo cominciare le riprese, sei disponibile questa sera?» Chiede gentile.

«Sei proprio sicuro che vuoi me nel video? Ascolta, posso continuare a darti lezioni, ma inserisci un'altra.»

«No, voglio te, Crystal.» Pronuncia il mio nome, con quell'accento forte al quale mi sono ormai quasi abituata, non faccio nemmeno molto caso alla pronuncia sbagliata. 

«Sei, sei come la ragazza che immaginavo nel mio video, quando immaginavo il mio video.

Penso di non averlo seguito molto nel suo ragionamento, ma probabilmente gli vado bene io per il video.


Così la sera ci vediamo per le riprese. 

Arriviamo su una spiaggia, è buio, il vento soffia forte e agita le onde. Clemente spiega che vuole delle riprese in cui ballo davanti al mare. Ci accordiamo sul da farsi, poi mi vado a preparare. 

Mi fa indossare un vestito di bronzo trasparente, completamente trasparente. Ha bisogno di realizzare un effetto nudo, così lo indosso e cerco di scordare l'imbarazzo.

Ennio posiziona le luci, Mino sistema la videocamera, Clemente mi viene incontro, mi fissa, poi cerca di dirmi qualcosa. 

«É tutto ok?» Chiedo, coprendomi con le braccia all'altezza del seno.

«Sìsì, apposto.» Annuisce. «Sai già cosa fare, no?» 

Ho sentito già la canzone più volte, sono pronta. Annuisco, poi cominciamo a girare le scene. Ne giriamo delle belle, sono tutti entusiasti, io sono stanca e mi sto gelando.

Mino mi chiede di farne un'ultima, vuole che entri in acqua, e poi esca. Annuisco, purché dopo mi lascino andare. 

Entro, lui comincia a girare e mentre esco dall'acqua noto che il vestito bagnandosi mi si è totalmente appiccicato addosso. Clemente mi piomba addosso.

«Ok, ragazzi, può bastare.» Mi copre, si toglie la felpa e me la mette addosso.

«Clemè ma che fai? Io stavo girando.» Mino lo richiama.

Gli va incontro e gli colpisce il petto. «Mi pare che stai esagerando.» Gli bisbiglia in piena faccia.

«E il tuo problema qual è?» Mino si altera quanto lui.  «È proprietà tua?»

«È una brava ragazza, è la nipote di Giusy, e il maniaco porco lo vai a fare da un'altra parte.» Lo spintona, Ennio si mette tra loro e li divide, va via poco dopo con Mino. Clemente mi raggiunge.

«Non dovevi accettare di fare quella scena.» Mi chiude la felpa.

«Credevo tu fossi d'accordo.» Scrollo le spalle.

«Mi dispiace.» Sbuffa.

«Tranquillo.» Cerco di fargli capire che è tutto ok, corro poi a cambiarmi e una volta finito saliamo in macchina

Non ci diciamo nemmeno una parola, noto che ha il viso crucciato e imbarazzato al tempo stesso.

«Va tutto bene?» Esordisco distraendolo dalla guida.

«Non ero intenzionato a girare questo tipo di video, ti chiedo scusa.» Insiste, quasi non lo riconosco più, sembra aver scordato le cattive maniere del primo giorno in cui ci siamo incontrati.

«La smetti?» Gli colpisco il petto.  «Guarda che ho capito che è stata opera del tuo amico.» Scrollo le spalle. «So anche che i ragazzi di qui hanno il fuoco dentro.» Malizio la mia frase, anche lui del resto sarà come il suo amico.

Si ferma a guardarmi come colpito da un fulmine, riporta l'attenzione alla guida, poi di nuovo su di me. 

Accosta e si mette a fissarmi, gira all'indietro la visiera del suo berretto. Mi prende il viso tra le mani e poggia le sue labbra alle mie. 

Lo fa così velocemente da non darmi nemmeno il tempo di prevedere le sue mosse. Si stacca velocemente e rimette in moto. 

Sono così confusa che nemmeno chiedo spiegazioni, appena sotto casa mi congedo e sgattaiolo via dall'auto.

Non posso negare che ho sentito qualcosa, non posso negare che non è stato nemmeno un vero bacio, come non posso negare che un po' mi intriga. 

Salgo in stanza silenziosamente, cerco di non svegliare nessuno. Una volta dentro la luce si accende di scatto, Elena è ancora sveglia.

«Perché sorridi?» Mi fissa.

«Io? Cosa? Sorrido?» Mi rendo conto che alla sua domanda, mi viene da farlo ancora di più.

«Stai sorridendo.» Insiste. «Dove sei stata?»  

«A prendere un caffè con amiche.» Mento e non so perché lo faccio. 

Forse perché mi sento stupida a sorridere di qualcosa che non è accaduto, o meglio, è accaduto per metà. O forse perché con Edo è finita da troppo poco tempo, o ancora, perché mi rendo conto che effettivamente io e Clemente siamo il Nord e il Sud in tutto e per tutto.

«Sono contenta tu abbia conosciuto nuove ragazze.» Sorride, poi rilassa la testa sul cuscino. Io comincio a cambiarmi. «Come vanno le prove con Clemente?» 

«Bene.» Non aggiungo altro.

«È già venuto il cane da guardia a farti visita?» Ride stizzita.

«Chi?» Chiedo senza capire.

«Monica, la sua ragazza.» Lo dice come se fosse una cosa che tutti devono sapere, un po' come si fa con le tabelline a scuola.

«La sua ragazza?» Ripeto a denti stretti. 

Questa deve proprio spiegarmela. Ma spiegarla a chi? A una a cui ha dato un mezzo bacio, giusto perché l'ha vista mezza nuda poco prima?

«È un'arpia, sicuro te la ritroverai fra i piedi, verrà a controllare il suo uomo.» Ride, e la sua risata fa da sfondo alla mia confusione.

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