Senza cuore.

Nei giorni seguenti continua tutto regolare, per modo di dire. 

Continuo a lavorare al negozio, Paolo per tutti è il mio ragazzo, manca poco al mio parto e probabilmente il mio bambino si sente già abbastanza confuso.

Paolo mi ha comunicato che questa domenica saremo a pranzo dai suoi perché ci saranno anche Clemente e Liliana, ho fatto un po' di storie ma poi come al solito l'ho data vinta a lui.


Siamo a tavola in una situazione per l'ennesima volta surreale. Ci vengono servite parecchie pietanze, mangio poco e niente, sono troppo nervosa per farlo.

Parliamo del più e del meno, fin quando si intavola il discorso del matrimonio e qui avrei solo voglia di andarmene al bagno. Liliana comincia a raccontare tutte le sue idee, fin quando Tina non la smonta.

«Pensavo, magari potremmo rimandare un po'.»

«Come?» Liliana risponde stizzita, la sua bocca si apre in una smorfia che mette ancor di più in evidenza il suo rossetto volgare.

«Vi conoscete da poco, poi tra un po' Crystal partorirà e magari tutti questi eventi insieme ci fanno perdere la concentrazione.» Continua Tina, la butta lì in maniera pacifica, nonostante le si legga negli occhi che questo matrimonio non le va giù.

«Io non dovrei sposarmi perché la puttanella partorisce?» Si alza, batte con forza il tovagliolo sul tavolo. «Già ho tollerato abbastanza da parte sua.» Allude al fatto che era presente quando Clemente ha saputo di essere il padre di questo bambino, allude al fatto che è consapevole che sta per sposare il padre di questo bambino, inizio a tremare.

«Modera i termini.» Si alza anche Tina, le punta il dito, io intanto vorrei solo sprofondare.

«Ma perché non è una puttanella? Una che si fa mettere incinta da uno e poi si mette con suo fratello.»  Mi urla contro, mi porto le mani alla faccia, lo stesso gesto lo fa Clemente. 

Ora chi parla? Chi spiega? Tutti fissano il nostro gesto all'unisono.

«Che ha detto?» Chiede Tina senza capire.

«Mamma, ora ti spiego..» Paolo cerca di prendere la parola, ma non è lui a doverlo fare, lo interrompo.

«No Paolo, se qui c'è uno che dovrebbe parlare quello è Clemente, non sei tu. Ora parlo io.» Mi alzo e con fatica comincio a raccontare.

«Ho conosciuto Clemente prima di conoscere tutti voi, gli davo lezioni di ballo e lui era uno stronzo maleducato che mi sminuiva appena poteva, ma forse come dice mia zia, gli uomini di qua fanno innamorare proprio per questa loro caratteristica. Siamo stati insieme, ma lui aveva una ragazza ed io non lo sapevo, così quando il mio ex è venuto qui ho accettato di tornare con lui, e a Clemente non è andata giù. Nonostante fossi stata ancora con lui, nonostante gli avessi detto 'tu sei il padre di questo bambino', mi ha risposto che non poteva fare il padre per tutte quelle che si portava nei camerini. È finita, è finita con me che crescerò da sola questo bambino, perché io e Paolo non stiamo realmente assieme, non avrei mai fatto una cosa del genere, perché io non sono te, Clemente.» Mi asciugo le lacrime, Milena mi viene affianco e mi stringe.

«Paolo voleva ammorbidire suo fratello, ma non ammorbidisci chi è senza cuore. Sono stata il suo gioco e ora mio figlio ne pagherà le conseguenze.» Concludo, Tina si asciuga le lacrime, non riesce a dire una parola, mi viene semplicemente accanto e mi abbraccia. lo sono stanca, chiedo di poter andare via, e mentre vengo accompagnata alla porta ci tengono tutti a dirmi di voler essere presenti nella vita del mio bambino.

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