Segreti.

Continuo a lavorare al negozio nonostante abbia fatto un sermone a mia zia sul fatto che non mi ha detto per chi andassi a lavorare. Si è giustificata dicendo che non avrei mai accettato se l'avessi saputo.

Beh, non è del tutto naturale lavorare con la nonna del mio bambino, vedere come riempie entrambi di attenzioni e non poterle dire la verità, perché ha un figlio testa di cazzo.

È venuto spesso Paolo al negozio ed io ho ripensato alla scenata di Clemente e alle sue parole in auto. È davvero geloso? 

Parlando del diavolo, lo vedo entrare e con lui c'è la sua Liliana. A sua madre non deve starle molto simpatica, lo noto da come storca il naso.

«Fai vedere qualcosa alla mia ragazza.» Mi ordina, con tanto di schiocco di dita.

«Ti ho insegnato l'educazione, mi pare.» Sua madre lo ammonisce. «Saluta Crystal e chiedile se gentilmente le mostra qualcosa.»

«La paghi, o mi sbaglio?» Ribatte lui innervosendomi.

«Lasci stare signora Tina, provvedo subito.» Smorzo la tensione e comincio a prendere vari vestiti.

Ci raggiunge poco dopo anche Paolo, ha un cartoccio tra le mani, entra con il suo solito sorriso.

«Buongiorno.» Poggia sul bancone, mi cerca poi con lo sguardo. «Ti ho portato una pizza, devi proprio assaggiarla, è la più buona che fanno qui.» Spiega, poi si avvicina e mi poggia le mani alla pancia. «Visto? Ti penso sempre piccolino.» Sussurra.

Clemente segue la scena da lontano, lo vedo con gli occhi infuocati, raggiunge poi la nostra postazione.

«Paolo, sta lavorando e deve servire Liliana.»

«Clemè stiamo in famiglia, Liliana può prendersi da sola le cose o la aiuta mamma. Crystal è incinta e non voglio che si stanchi troppo.» Spiega.

«Ma perché, sei il compare di battesimo? Cos'è tutta questa premura? Se non ce la fa perché è incinta se ne sta a casa e lascia lavorare altre.» Urla, prende poi la sua ragazza per mano e se ne va.

Tina e Paolo cercano di scusarsi per il suo comportamento, inspiegabile a parer loro. lo purtroppo me lo spiego benissimo.

Dopo un po' Tina esce per delle commissioni, Paolo resta a farmi compagnia. Parliamo tanto, mi racconta tante cose, altrettante gliele racconto io.

«Sei una ragazza dolcissima.» Esordisce improvvisamente, ha l'aria sognante, e quasi mi spaventa la sua espressione. 

Lo vedo ad un palmo da me, sta cercando di baciarmi, ed io lo scanso subito.

«Che c'è?» Chiede, ovviamente senza capire.

«Non posso.» Sbuffo.

«Perché?» Continua a chiedere.

«Paolo fidati, non posso.» Scrollo le spalle, mi alzo e comincio a camminare nervosamente.

«Va bene, ma basta dirlo che non ti piaccio.» Non comprende il mio nervosismo, e come posso biasimarlo?

«Non si tratta di questo...» Continuo a muovermi nevrotica.

«E di cosa? Non capisco il tuo nervosismo.» Alza le mani. «Puoi stare tranquilla, non è successo nulla.» Cerca di tranquillizzarmi.

«Paolo, sono incinta..» Dico stupidamente.

«È abbastanza evidente.» Ride.

«Sì, questo bambino chiaramente ha un padre.» Continuo a parlare in modo confusionario.

«Certo, altrimenti non esisterebbe.» Mi asseconda.

«E il padre è tuo fratello.» Sbuffo, dico la frase tutta d'un fiato, è stato più difficile partorirla di quanto sarà partorire questo bambino.

«Come hai detto?» Ora sembra esattamente confuso quanto me.

«Hai capito.» Annuisco, parto a raccontargli tutto: le lezioni di ballo, il suo essere scortese, il video, la spiaggia, l'essere stati assieme. Tutto.

Ascolta attentamente, non mi interrompe nemmeno una volta. Aspetta che finisco, poi prende parola.

«Voglio starti vicino.» Esordisce.

«Come?» Non capisco cosa voglia intendere.

«Mio fratello è uno stupido, vorrei aiutarti io in ogni cosa. Sono o non sono lo zio di questo bambino?» Sorride e mi abbraccia.

«Per favore, almeno per un po', puoi tenere la cosa per te?» Chiedo quasi implorando, non sono pronta a niente.

«Va bene.» Annuisce convinto.

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