Scontro.
Il giorno dopo mi sveglio presto, ho ancora i vestiti in valigia, così fatico a trovare le cose.
Infilo i miei leggins grigi e una magliettina bianca. Lego i miei lunghi capelli, di un nero corvino, in una coda. Si concludono in dei boccoli, e fanno un perfetto contrasto con i miei occhi verdissimi.
Mi sistemo il borsone sulla spalla e raggiungo il posto indicatomi da mia zia.
Con un po' di difficoltà riesco finalmente a trovarlo, lei è già lì.
«Zia Giusy.» Sorrido.
«Tesoro, vuoi un caffè?» Mi chiede, poi sorseggia dalla tazzina.
«No, ti ringrazio.» Rispondo nauseata, troppi caffè.
Mi mostra la sala, mi sono diplomata in vari generi, stamattina comincerò con la mia prima lezione di danza del ventre.
Do un'occhiata in giro, mi arrotolo la maglietta per mostrare la pancia, è importante per capire il movimento, intanto vedo arrivare le mie prime allieve. Sono tesissima.
«Ciao ragazze, lei è mia nipote Crystal.» Probabilmente mia zia deve essersene accorta, prende lei la parola. «Si è appena diplomata e insegnerà varie discipline.» Sorride, poi mi da una pacca sul sedere per incoraggiarmi.
«Sì ragazze, stamattina cominceremo con la danza del ventre, spero di essere all'altezza delle vostre aspettative. Con me non ci sono regole precise da rispettare, a parte divertirsi mentre si balla. E un'altra, piuttosto fondamentale, non parlare molto in dialetto altrimenti non vi capisco.» Ridono, ed io con loro, probabilmente sono riuscita a rompere il ghiaccio, comincio così la lezione.
Mi seguono e sembrano entusiaste, quasi affascinate da me, ed è buffo perché non credo di essere così interessante. Mi fanno tante domande, alle quali mi diverto a rispondere. Le saluto a fine lezione.
Mi trattengo per preparare qualche coreografia e perché probabilmente l'unico momento in cui mi sento davvero bene è mentre danzo. Ho bisogno di restare in questa sala e non pensare a niente altro.
Accendo la musica a tutto volume e comincio a danzare, perdo la cognizione del tempo e dello spazio.
Dopo un po' sento la musica interrompersi, mi interrompo di scatto anche io. Vedo mia zia in compagnia di qualcuno, vengono verso di me.
«Zia, preparavo la prossima coreografia di danza del ventre.» Spiego, intanto mi tiro giù la maglietta e cerco di riprendere fiato.
Si volta verso dei ragazzi che sono con lei. «Lei è mia nipote, l'avete vista no? Credo sia in grado quanto me di soddisfare le vostre aspettative.» Sorride convinta, io non capisco e la scruto.
«In effetti, quel movimento di culo non è male.» Uno di quei ragazzi scherza facendo ridere il resto, compresa mia zia.
Mi sento offesa e gli lancio un'occhiataccia.
«Tesoro, lui è Clemente, ma qui lo chiamiamo Clementino, è un rapper emergente.» Mia zia comincia a spiegare chi è il cafone che ha appena parlato.
Ma per quale motivo dovrebbe interessarmi la cosa?
Do una veloce occhiata a lui, poi a mia zia, intanto sciolgo i capelli che mi arrivano fin sopra al sedere. Lui segue con gli occhi il mio movimento.
«Deve realizzare un video, questi sono i ragazzi che lo gireranno, e gli servirebbe una ballerina. Inoltre, ha bisogno di alcune lezioni di ballo private, e penso tu sia perfetta per entrambe le cose.» Sorride.
«Sì, basta che ci metti due, tre movimenti di culo che hai fatto prima, e stiamo apposto.» Ride lui, facendomi innervosire ancora di più.
«Movimenti di culo?» Chiedo a denti stretti.
«Si, bellè.» Marca l'ultima parola in un napoletano forte.
«Mi chiamo Crystal.» Lo rimprovero.
«Che nome di cazzo hai!?» Ride.
«Ti chiami Clementino, hai il nome di un frutto e ridi pure?»
Se pensa di aver trovato uno spasso ha fatto male i suoi conti.
«Bam, colpito e affondato.» Scherza uno di quelli che è con lui.
«Ok ragazzi, commenti sui nomi a parte, penso che da questa collaborazione può nascere qualcosa di buono.» Mia zia prende parola.
«Muovi il culo in sala domani, per cominciare qualche prova.» Parla a lui, che la saluta e poi va via.
Non ha lasciato a me nemmeno il tempo di rispondere, inizio a raccogliere le mie cose.
«Zia, non credo sia una buona idea questa cosa.»
«Perché tesoro?» Chiede senza capire.
«È un cafone.»
«Crystal, qui non sei a Milano, i ragazzi qui hanno il fuoco dentro e lo tirano fuori, e cercano sempre qualcosa su cui scherzare. Clemente ha la fama dello scapestrato ma alla fine è un bravo ragazzo, l'ho visto crescere. Credimi, è una buona pubblicità per te, le sue canzoni cominciano a sentirsi anche in radio, fidati di me.» Spiega incoraggiandomi, non mi ha ancora convinta.
«Devo ballare per uno che ha appena arronzato i miei passi in movimenti di culo.» Imito la sua voce e sbruffo nevrotica, mia zia ride.
«Quanto la fai lunga Crystal.» Ogni volta che pronuncia il mio nome, pone l'accento fastidiosamente sulla L.
«Potresti pronunciare correttamente il mio nome?» Borbotto.
Mi da uno scappellotto e andiamo via.
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