Quiete, dopo la tempesta.
Io ed Elena ci rincontriamo direttamente la sera, usciamo per andare ad un falò sulla spiaggia. La vedo rilassata mentre io la tratto quasi con rancore.
Ma perché dovrei avercela con lei!? Perché forse mi legge dentro e ha capito più di quanto ho capito io!? No, non voglio pensarci.
Arriviamo in spiaggia e incontriamo le altre, ci sono vari ragazzi, dopo un po' vedo arrivare anche Clemente con i suoi amici. C'è anche Monica, ma se ne sta in disparte con le sue amiche, chissà se avranno chiuso o meno. Ma queste sono cose che non mi competono, d'altronde.
Distolgo lo sguardo, saluto altre persone, anche lui evita me ed è meglio cosi.
Poco dopo ci sediamo intorno al fuoco, cominciano ad abbozzare qualche canzone, lui suona la chitarra. Io cerco di chiacchierare con qualcuno giusto per non prestargli nemmeno la minima attenzione.
«Clementino perché non ci canti la tua nuova canzone?» Monica esordisce alzandosi in piedi. Mi fissa, io abbasso lo sguardo.
Vuole ricordare ancora una volta che sono stata una stronza? Vuole passare per Ia vittima? Per la santa? E va bene, che ci passi pure.
«E' cosi bella, non ti pare, Cristallo?» Si avvicina e mi chiede con fare smorfioso.
«Mi chiamo Crystal.» Sbuffo.
«La traduzione del tuo nome è cristallo, o sbaglio?»
Getto una veloce occhiata a lui come una richiesta di aiuto, in fondo non gli ho chiesto io di scrivermi una canzone. Ma se ne sta lì, a stringere la sua chitarra, senza dire nulla.
«È cristallo, e allora?» Mi alzo anche io, la affronto.
«E allora hai una canzone tutta tua, ne sei contenta? Io non lo sarei, il nostro Clementino ha voluto imprimere nero su bianco che si è fatto una puttanella.» Mi urla contro.
«Monica, sei una stronza.» Elena si alza, mi viene in soccorso.
«Ele, lasciala stare, ha ragione. Clemente si è fatto una puttanella, magari tu non lo soddisfacevi abbastanza.» La vedo sbiancare, Elena si porta una mano al viso, sa che sto gettando benzina sul fuoco, ma non me ne importa.
«Che cosa hai detto?» Avanza sempre più verso di me.
«Oltre che stronza, sei pure sorda? Si è fatto una puttanella è vero, vogliamo dirlo ancora? Magari qualcuno non l'ha ancora capito. Pensi di sminuire me dicendolo a destra e a manca, ma non ti sei resa conto che hai sminuito solo te, lui e la vostra storia. Io me lo sarò pure fatto, ma chi si è rifugiato tra le mie cosce, pur avendo una donna affianco, è stato lui. Vai a dire anche questo in giro.» Le parlo con calma, non mi riconosco. Sono calma e fredda, lei resta di stucco.
Tutti intorno restano immobili come ad aspettare una sua reazione, che però non arriva. Probabilmente la verità deve averla colpita, come un cazzotto in piena faccia.
Guardo Clemente, stringe ancora la chitarra e non dice niente, guarda la scena stordito. Mi aspettavo dicesse qualcosa e invece non ha detto niente. Ne ho anche per lui.
«Tu con il tuo bel testo ti ci puoi pulire il culo.» Sbotto e mi allontano.
Resto sempre in spiaggia, ma lontana da quell'atmosfera, lontana dal falò, lontana da lui. Mi siedo a guardare il mare, cerco di rilassarmi, mi sento come la quiete dopo una tempesta.
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