Il mio errore più grande.

Continuo a fare tutto ciò che facevo: insegno, mi esibisco al locale, Edo è molto flessibile, sa che ora come ora una mossa falsa contribuirebbe a perdermi per sempre.

Questa sera non lavoro cosi andiamo tutti al locale a bere qualcosa con gli amici di Elena.

Edoardo sembra stare simpatico a tutti, ne sono contenta. Mi sento più rilassata e forse sto accantonando il pensiero di Clemente. 

A proposito di lui, lo vedo entrare con tutta la sua banda, al suo fianco c'è sempre Monica con la faccia da cane rabbioso. Li ignoro, lui però non sembra fare lo stesso, viene al nostro tavolo dopo aver parcheggiato la sua bella su una sedia. 

«Buonasera a tutti.» Sorride sarcastico, in coro lo salutano tutti. «Devo presentarmi con il nuovo arrivato.»

Porge la mano a Edoardo, mi fissa e ridacchia. «Prendo lezioni dalla tua ragazza.» 

«Piacere.» Edoardo afferra la sua mano, evidentemente non ha ancora colto il sarcasmo e spero non lo faccia. Io sono tesa quanto una corda di violino.

«La tua ragazza si muove benissimo.» Sorride, poi si gira verso di me. «Sopratutto a letto.» Mi bisbiglia, io sbianco e gli tiro un calcio.

«Scusami, ti ho fatto male?» Chiedo con un finto tono premuroso. 

Intanto, Monica lo chiama da lontano.

«Vedi che il cane da guardia ti sta chiamando a rapporto.» Gli faccio notare, Elena soffoca qualche risata.

«Vi lascio a una buona serata.» Saluta a denti stretti.

Mi rilasso appena si allontana. Lo vedo discutere con Monica da lontano, non capisco cosa altro voglia da me ora che si sono stabiliti gli equilibri.

Lo incrocio poco dopo mentre vado al bagno, mi tira con il suo solito fare da 'comando io', mi chiude con lui nel bagno.

«Sei impazzito? E' il bagno degli uomini, Edoardo potrebbe entrare in qualsiasi momento.» Bisbiglio.

«Perché, è uomo quello?» Ride.

«Sempre meglio di quella mezza donnina che hai affianco.» Stavolta rido io.

Mi blocca con le spalle al muro. «Che ci è venuto a fare qui?» Chiede con un'autorità che non potrebbe permettersi di avere.

«E' venuto a stare con me, è il mio ragazzo, siamo innamorati e tu sei stato solo la distrazione del momento.»

Gli urlo contro, quasi dimenticandomi che potrei essere sentita da qualcuno. Mi porta una mano alla bocca, mi fissa, poi poggia le sue labbra alle mie. Non faccio niente per divincolarmi, sarebbe tutto inutile, quest'uomo mi attira come la forza di gravità.

Dopo poco, cerco di ricompormi e di ricordarmi che di là ci sono i nostri rispettivi compagni, lo strattono.

«Clemè, hai 34 anni, quando la smetti di fare il bambino?» Gli colpisco più volte il petto, scoppio quasi in lacrime, non voglio più essere mandata in confusione da lui.

«Quando capirò come è possibile che una mocciosa che di anni ne ha 24, ha tutto questo potere su di me.»  Cerca di giustificarsi, giuro di vedere nei suoi occhi le stesse lacrime che passano nei miei.

«Cresci un po'.» Me lo lascio alle spalle, raggiungo gli altri.

Poco dopo comincia la solita gara di freestyle, anche lui si è iscritto. 

Giocherello con il cibo che ho lasciato nel mio piatto, Edo mi chiede più volte perché non l'abbia finito. 

Arriva il turno di Clemente di esibirsi, comincia a buttar giù qualche strofa, noto che ha buttato giù probabilmente anche qualche bicchiere di alcool, non sembra lucido, barcolla e mi toglie ogni dubbio non appena nelle strofe si riferisce ad Edoardo, dicendogli che si è scopato la sua ragazza.

Sbianco, tutto il posto guarda nella mia direzione, Clemente ancora non si è reso conto del casino che ha appena combinato, continua con le sue stupide rime che intanto fanno da sfondo al mio imbarazzo. 

Elena si porta le mani alla faccia, la vedo impotente. Edoardo mi fissa, Monica mi fissa, mi sento messa in croce.

«Che cosa ha detto?» Monica mi viene incontro mentre gli amici di Clemente cercano di bloccarla. 

Edoardo probabilmente sta ancora elaborando, o la sua compostezza non gli permette di fare scenate perché resta zitto, con lo sguardo fisso nel vuoto. Non so che fare, trattengo delle lacrime.

«Non lo vedi che è ubriaco?» Elena prende parola al posto mio.

«No, Ele, lascia stare.» Vado verso Monica. 

«È vero, siamo andati a letto, ma io non sapevo di te.» Trattengo le lacrime, fingo di essere fredda e distaccata dalla situazione. «La prossima volta metti un guinzaglio al tuo ragazzo, perché non sa portarti rispetto, e credimi che se avessi saputo che aveva una ragazza non ci sarei mai e poi mai stata. Ah, e ci sono stata perché mi faceva pena, perché a lui e al suo stupido alter ego faceva bene, aumentava l'autostima.» Lascio andare le lacrime trattenute poco prima. 

«Cosa credevi di fare, Clemè?» Mi avvicino a lui, avrà appena elaborato, ha la faccia stupida. «Tra me e te quello che fa più schifo chi pensi che sia? Io ed Edo non stavamo assieme, ed è vero, posso sembrare una stronza che l'ha rimpiazzato con il primo che è capitato, ma tu mi hai fornito una distrazione,niente di più. Io sono una ragazzina, o come dici tu, una mocciosa di 24 anni. Tu sei l'uomo di 34, fatti due domande.»  

Me ne vado, mi lascio tutti alle spalle, non ho voglia di vedere né sentire nessuno. 

Non ho voglia di prendermi a capelli con Monica, perché con lei cosi funzionano le cose. 

Non ho voglia di dare spiegazioni ad Edoardo, lui mi ha lasciata dopo 4 anni con un messaggio.

Non ho voglia di guardare le facce di quelli del locale, che andranno a casa con uno scoop. 

Io nemmeno ci torno a casa, vado sulla spiaggia, la stessa sulla quale abbiamo girato il video quella notte. Mi siedo sulla sabbia fredda e bagnata e maledico il momento in cui Clemente mi si è avvicinato. 

Non so domani cosa mi aspetterà, se al mercato non si parlerà d'altro, se mia zia sarà delusa dal mio comportamento, se Edoardo mi perdonerà. 

Non so nulla, eppure ora ho solo voglia di ascoltare il rumore delle onde.

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