VI. Il mio appuntamento prende una piega indesiderata
Adonis
Non ero entusiasta di avere tutta la comitiva Hell con me. Certo, forse riuscirò a procurarmi altre occasioni, ma mi sembrano tutte fatiche enormi, considerata la propensione di Kronos ad avermi intorno.
Mi dà forza e vigore però vedere come reagisce alle mie provocazioni. Ho la sensazione che vorrebbe ribattere, dirmi qualcosa di rimando per stuzzicarmi, ma resta bloccato in se stesso.
Kronos cammina al mio fianco; ogni tanto rotea gli occhi al cielo quando i suoi fratelli fanno qualche commento strano, o che forse lui reputa stupido -scenario decisamente più probabile.-
«Sai,» bisbiglio al suo orecchio, «inizio a credere che anche tu preferissi che stessimo soli.»
Kronos inarca un sopracciglio e scuote il capo. «Qui nella foresta di solito viene organizzato il Torneo.»
Iapetus si gira a guardarci per qualche istante. Lo vedo scrivere qualcosa su un taccuino e poi tornarsene sui propri passi.
Hyperion allarga le braccia. «Nostro padre collabora ogni anno con Artemis e Hades. A turno fanno vincere uno dei loro campioni. Quest'anno tocca a uno del distretto di Hades... stanno organizzando tutte le prove.»
Mi acciglio. Non mi dispiacerebbe partecipare a un torneo un giorno. Vorrei poter solo vendicarmi di mio padre. Ultimamente ho un sogno sempre più ricorrente. Lo immagino morire sotto le mie stesse mani. Sento la sua vita spezzarsi al tatto e vedo gli occhi annebbiarsi. È una sensazione esaltante e ne ho assoluto bisogno. «Come funziona il torneo?»
«Ogni console di ciascun distretto organizza una prova. Quindi ci sono un totale di cinque prove.» Kronos mi spiega le cose come fossi un bambino.
Annuisco. «Il mio distretto è quello dei ladri, suppongo. Ma gli altri?»
Hyperion si volta a guardarmi incuriosito. Poggia le mani sui fianchi. «Non ti hanno raccontato proprio nulla, eh?»
Scuoto il capo. «A quanto pare, tesoro. Lo sto chiedendo a voi, però, miei cari amici.» poggio un gomito sulla spalla di Kronos che sembra restare al gioco. Non reagisce in malo modo, né mi urla contro.
O ancora meglio non mi ha assestato un punto in pieno stomaco. Posso assicurare che sono molto dolorosi.
Arriviamo davanti a un enorme lago e ne resto incantato.
La pozza d'acqua cristallina è circondata dalla foresta, che sprigiona comunque un'aura misteriosa.
Ho la sensazione che quel posticino sia una piccola perla nascosta negli abissi di questo luogo inquietante e tetro. I raggi del sole in questo punto riescono a filtrare, nonostante le chiome ammassate degli alberi, e danno vita a giochi di luce sulla superficie dell'acqua, creando un caleidoscopio di colori brillanti.
Mi sembra quasi di individuare un arcobaleno e, come d'istinto, mi sporgo in avanti, sulla riva, cercando di accarezzarlo.
Mi volto a fissare Kronos al mio fianco e vedo che mi sorride appena.
Al centro del lago, una cascata si tuffa con grazia ed eleganza, formando un velo di nebbia che si disperde nell'aria. Mi perdo ad ascoltare lo scroscio dell'acqua, lasciando che alcune gocce mi schizzino in volto, rinfrescandomi i sensi.
L'acqua che cade produce un suono melodioso, che risuona attraverso la foresta, aggiungendo un tocco di magia all'atmosfera circostante.
Nonostante l'aspetto inquietante del bosco, il lago e la cascata creano un'armonia affascinante, un luogo dove la natura si mescola tra bellezza e mistero, luce e ombre si scontrano e si uniscono in una miscela incantevole.
Kronos si siede su un masso e si libera delle scarpe. Immerge i piedi nelle acque del Lago e i suoi fratelli fanno lo stesso. Anche se Iapetus corre dietro la cascata. Lo sentiamo ridacchiare divertito.
Rhea gli va dietro. «Prima che si butti in acqua e si prenda un malanno.»
Hyperion ghigna. «Se riesci a fermarlo, principessa, ti do dieci dracme.»
«Preparati a perdere, coglione.»
Kronos li osserva e ridacchia sommessamente. Mi accomodo al suo fianco, pur restando a fissare le acque limpide del Lago.
«Comunque,» Kronos tossicchia, cercando di attirare la mia attenzione. Ci riuscirebbe a prescindere. Preferisco specchiarmi in quell'abisso nero dei suoi occhi, «il nostro è il distretto di chi viene accusato di omicidi e violenza.»
Aggrotto la fronte, quando Hyperion si inserisce nel discorso, dopo aver raccolto una pietra da terra. La lancia contro la superficie del lago, lasciandola rimbalzare, e sorride soddisfatto. «C'è poi il distretto Vita, gestito da Zeus. Lì ci sono tutti coloro che sono stati banditi per le loro idee anti partito della Grande Città.»
«Criminali di pensiero.» mi lascio sfuggire, «mio padre ne parlava spesso. Diceva che non ci fossero di peggiori.»
Kronos sfila dalla tasca dei pantaloni un pacchetto di sigarette e se ne accende una. Resto impalato a fissargli le labbra per qualche istante di troppo, me ne rendo conto da solo.
«Poi c'è quello nautico, gestito da Mirah. Ci sono tutti i malati e anziani che non erano più utili alla Grande Città.» Kronos espira poi il fumo e fissa la nuvoletta chiara nell'aria. Inizia a formare degli anelli di fumo e sorride divertito a osservarli.
Aggrotto la fronte confuso. Inizio a contare i distretti nominati sulle dita della mano, ma ne manca ancora uno. «E quello di Hades?»
Hyperion si guarda intorno ed è di nuovo Kronos a rispondermi. «Hades è stato accusato di un crimine che non ha commesso, per questo odia questo posto. Così ha inventato un distretto tutto suo, dove possono rifugiarsi tutti coloro che non si sentono al sicuro nei loro distretti o si credono innocenti...» Sbuffa, «ma essere accettati nel distretto è a sua completa discrezione.»
«Beh, questo posto resta magnifico almeno quanto me, quindi è approvato.» Mi stiracchio divertito. «Prossima tappa?»
Hyperion sorride e scrolla le spalle. «Perché non superi anche tu il test degli Hell?»
Kronos aggrotta la fronte. «Perché dovrebbe farlo? Non è uno di noi ed è troppo pericoloso per questo idiota.»
Se da un lato mi commuove quasi che Kronos si stia preoccupando per me, dall'altro non riesco a sottrarmi a una prova. «E in cambio cosa vinco?»
Hyperion guarda suo fratello e mi osserva. «Questa è una scommessa tra noi, quindi ignora le parole di mio fratello. Se lo superi, Kronos verrà a una delle tue feste.»
Kronos aggrotta la fronte. «Scusa perché dovrei essere io il premio?!»
Gli poso l'indice sulle labbra per farlo stare zitto. Hyperion ha capito al volo le mie intenzioni e sorrido divertito. Mi piace. Non mi farò sfuggire quest'occasione. Di colpo una fitta mi travolge il dito. Kronos mi ha dato un morso e ci guarda in cagnesco. «E se perdo?»
Hyperion sorride. «Mio fratello sceglierà come fartela pagare.»
Mi volto a guardare Kronos e lo vedo ghignare cattivo. Non so cosa aspettarmi ma mi sembra di vincere in entrambi i casi in tutta onestà. Annuisco e tendo la mano verso Hyperion, che mi osserva accigliato. «Non vuoi sapere prima in che consiste la prova?»
Rhea ci raggiunge. Tiene per mano Iapetus che vuole liberarsi dalla sua presa in ogni modo. Nonostante abbia dodici anni, sembra un bambino di otto, capriccioso e dispettoso. Ammetto di adorarlo. «Che state facendo?»
Kronos si allunga verso di lei e le accarezza il lembo del vestito. «Vuole fargli fare la nostra prova.»
Una strana morsa mi attanaglia le viscere e mi sento un po' stupido, soprattutto mentre la vedo accarezzargli i capelli. Vorrei poterlo fare io. Vorrei far vagare le mie mani tra i suoi ricci scuri e assaporare ogni piccolo centimetro della sua pelle.
«Ma sei stupido?» Rhea dà un pugno sulla spalla di Hyperion che sghignazza.
«Allora? Di cosa si tratta?» Guardo Kronos che rotea appena gli occhi.
«Qui vicino c'è la baita di un vecchio pazzo del nostro distretto. È aggressivo e gira sempre con una mazza dentata. Devi intrufolarti nella sua baita, a quest'ora dorme, e rubargli in silenzio una delle collane che porta al collo. Devi tornare sano e salvo, non importa se ti becca.»
Sorrido divertito. «Tutto qui?»
«È un armadio di almeno due metri e più di cento chili. Con una sola mano ha fracassato il cranio di un uomo, una volta.» Kronos spegne il mozzicone contro il masso su cui è seduto.
«E ha ucciso lupi e orsi quasi a mani nude.» Hyperion rincara la dose.
Okay, forse è un tantino pericoloso, ma farei di tutto per poter avere l'onore di ricevere Kronos al The Sinners Club. Ho già in mente la serata perfetta. Artemis ha approvato la mia idea di festa a tema e sono sicuro che il mio piano si rivelerebbe perfetto. Mi tiro in piedi e stringo forte la mano di Hyperion.
«Ma sei pazzo? O sei stupido, Adonis?» Kronos ha uno strano tono di voce. Mi osserva nervoso. I suoi occhi scuri mi bruciano addosso.
Avanzo verso di lui e sorrido divertito. «Te l'ho detto che già ti sei perso un bellissimo spettacolo.» Mi avvicino al suo orecchio, «e non parlo della festa.»
Kronos mi spinge lontano e mi guarda stordito. Scuote il capo e alza le mani in segno di resa. Insieme ad Hyperion mi conduce alla baita. Rhea è rimasta al lago con Iapetus, non voleva mettere in pericolo il più piccolo di famiglia.
«Non verrò a salvarti.» Kronos mi guarda serio, «dio santo, sei proprio una testa di cazzo.»
Mi volto a osservarlo e gli ammicco. «Tranquillo, tesoro. Non mi succederà nulla.»
Kronos continua a lanciare occhiate di fuoco a suo fratello, che le ignora, restandosene con un ghigno divertito stampato sul volto.
Osservo la baita di fronte a me. È una piccola struttura in legno, che sembra quasi confondersi con gli alberi e la natura che la circondano. Noto alcuni pezzi di legno spezzati a metà e, non vedendo alcun tipo di ascia in giro, ho la sensazione che la mia nuova conoscenza abbia utilizzato semplicemente la sua forza fisica.
Hyperion abbassa lo sguardo sull'orologio. «A quest'ora dorme ancora. Credo sia tornato da poco con le sue pecore.» Mi indica un piccolo recinto al lato.
Mi aspettavo un gregge, ma sono letteralmente due pecore vecchie decrepite e una capra. Inarco un sopracciglio. Questo tipo diventa sempre più bizzarro. Faccio un giro di perlustrazione attorno alla baita e mi accorgo che Kronos è alle mie spalle. Lo osservo con la coda dell'occhio e sorrido sfrontato. «Ti stai preoccupando troppo, dolcezza. Quando avrò concluso questa piccola rapina, tu sarai il mio invitato speciale.»
Kronos digrigna i denti. A volte mi ricorda un lupo pronto ad azzannarmi. «Innanzitutto smettila di chiamarmi con questi nomignoli più idioti di te.» Mi punta un dito contro e lo sbatte sul mio petto. Di colpo dei brividi mi percorrono tutto il corpo, scariche elettriche solcano la mia spina dorsale. «E poi da dove credi di entrare?»
Scrollo le spalle. Indico la finestra semi aperta. «Mi sembra una buona soluzione.»
Kronos storce il naso. Mi si affianca e batte un colpo contro il terreno. Sposta alcune foglie e mi rivela una botola. La apre e mi fa cenno di entrarci. «Ti ritroverai nella sua cantina. Sali le scale ed esci sempre da qui. Ti aspetto.»
Vorrei fare un commento per metterlo in difficoltà. È così carino quando indossa quello sguardo confuso e smarrito. Mi sta aiutando, nonostante mi abbia chiaramente detto che non verrà a salvarmi. Inizio a dubitare fortemente di tutto ciò che dice. «Tu non hai detto che non volevi aiutarmi?»
Kronos mi guarda storto e non commenta. Mi avvicino alle scale che mi permetteranno di scendere al piano inferiore e lo guardo. «Ti prenderò anche un piccolo pensiero che dovrai portare con te alla mia festa, tesoro.» Ammicco e mi calo giù.
Inciampo sui miei piedi e perdo l'equilibrio. Atterro nella cantina col culo per terra e socchiudo gli occhi, mandando giù quel groppone doloroso. Non posso permettermi di urlare e fare altri rumori. Devo restare concentrato.
Quanto vino.
Okay la mia idea di super serata inizia a prendere forma. Osservo tutte le bottiglie. Mi chiedo se Kronos preferisca il vino rosso o bianco. Nel dubbio ne prenderò una di entrambi, così sicuramente non incappo in errori.
L'odore di uva calpestata è pregnante, tanto che devo trattenere più di una volta qualche starnuto. La cantina è poco illuminata e mi muovo lentamente a tentoni. Individuo le scale e inizio a salirle stando ben attento a non far rumore.
Quando raggiungo il salottino resto un po' affascinato dalla mobilia di legno e dalle fiamme che fanno scricchiolare la legna nel camino. C'è un buon odore di zuppa in giro e ci sono alcune bucce di cipolle e patate sul tavolo.
Il mio obiettivo è un uomo dalle proporzioni enormi. Se ne sta disteso a dormire su un divano -chiaramente costruito appositamente per la sua mole-. Russa così forte che non mi stupirebbe se riuscisse a provocare un tornado in stanza.
Ammetto che è un tantino spaventoso. Ha la barba lunga e rossa, sistemata in una treccia quasi vichinga. I capelli sono in disordine e tiene un cappello di paglia in volto, che si alza di tanto in tanto per i suoi gorgoglii da riposino.
Dai, puoi farcela, Adonis. Piano piano ti avvicini al suo collo.
Osservo le mani dell'omaccione e mi rendo conto che se volesse potrebbe uccidermi, strangolandomi come fossi un semplice agnellino.
Se ci sono riusciti Hyperion e Kronos, posso farlo anche io.
Magari riesco a far colpo su di lui una volta per tutte.
Mi avvicino lentamente e il respiro della bestia si fa sempre più pesante e vicino. Individuo al collo diverse collane. Ne basterà una qualsiasi. Allungo il braccio.
Lo ritiro subito, quando lo sento borbottare e muoversi su un lato. Mi acquatto contro il divano e aspetto si calmi.
Il sudore mi imperla la fronte. Mi asciugo le mani appiccicate contro i pantaloni e prendo un grosso respiro.
Posso farcela. Mi protendo di nuovo verso di lui e con un gesto secco gli stacco la collana dal collo.
Problema.
Enorme problema.
Gigantesco, direi.
Si sveglia. I suoi occhi scuri mi guardano e digrigna i denti. «Ora ti spacco la faccia.»
Non posso permettergli di rovinarmi una delle mie migliori qualità. Così corro via, tenendo la collana tra le mani. Scendo di nuovo in cantina, approfittando della sua lentezza, vista la mole. Afferro, ahimè, una sola bottiglia di vino e risalgo su per le scale.
«Io vi ammazzo, brutti bastardi!» lo sento urlare.
Individuo Hyperion correre via.
Kronos mi afferra il braccio e mi fa uscire dalla botola. «Cosa non ti è chiaro di silenzioso?»
Saltello sul posto. «Ne discutiamo dopo, tesoro mio. Meglio correre, mh?» Inizio a scappare, lanciandomi all'inseguimento di Hyperion che ridacchia divertito davanti a tutti.
Kronos mi segue e in pochi istanti raggiungiamo Iapetus e Rhea. Credo siano abituati a questa storia, perché senza lasciarselo dire nemmeno una volta, si uniscono con noi alla fuga.
Sento le urla dell'uomo armadio alle nostre spalle. Sembra quasi che i suoi passi rimbombino nella foresta.
Corro a perdifiato, azionato da una forza che non pensavo di avere. Le gambe scattano veloci in avanti, scansando fossi e pietre. La natura si muove con noi, la vedo confondersi nei colori, il verde si mischia al viola dei fiori e all'azzurro del cielo.
Individuiamo in lontananza la Villa Hell e mai come in quel momento mi sembra il riparo perfetto.
«Signora Mensoooon apraaa!» Hyperion urla come un forsennato, la voce spezzata dallo sforzo.
Kronos borbotta l'ennesima parolaccia. Credo che abbia un vocabolario immenso. Alcune parole non credevo nemmeno che esistessero.
Uranus Hell ci spalanca la porta e se la richiude alle spalle, non appena tutti noi ci lanciamo in salotto.
Dalla finestra individuo l'uomo armadio. Si è fermato davanti alla proprietà Hell e indietreggia amareggiato. Nonostante la sua possente mole, sembra intimorito alla sola idea di avvicinarsi a questo posto.
Forse è stata una buona idea essere amico degli Hell.
Uranus ci guarda. Aggrotta la fronte e intreccia le braccia al petto. «Vorrei sapere che cazzo di problemi vi affliggono.»
Rhea gli sorride benevola. «Lo sai che quel tipo ci odia! Vuole ammazzarci sempre senza ragione.»
Immagino che quel povero uomo non abbia idea di tutti i danni che i figli combinano alle sue spalle. Uranus sbuffa e mi scruta. Poi inizia a osservare Kronos, che tiene tra le mani una bottiglia di vino.
«Non voglio sapere altro.» Uranus alza le mani in segno di resa. Mi lancia un'occhiata. «Avviso Artemis che sei vivo e sei qui. Si starà preoccupando.» Si allontana.
Non appena siamo soli, lancio la collanina a Hyperion che ridacchia. «Mi sa, caro fratellino, che domani ti toccherà partecipare alla festa.»
Sorrido trionfante e ammicco in direzione di Kronos, che mi osserva serio.
🫀🫀🫀
Angolino
Allora spero che il capitolo non faccia schifo.
Sono abbastanza esaurita/esasperata/satura/depressa e chi più ne ha più ne metta.
Quindi se sembro più assente in generale è perché ho completamente la testa all'ultimo esame.
Mi dispiace e scusate.
Alla prossima 🫀
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