𝙻'𝚒𝚗𝚒𝚣𝚒𝚘 {𝟜/𝟝}

Natalie percepiva l'intensa, ma al medesimo tempo, strana sintonia con il cantante; che non distolse mai il suo sguardo caldo dal suo, nemmeno per un battito di ciglia.
Erano ancora fermi al bancone del bar: lei seduta sullo sgabello con una gamba accavallata sull'altra e lui, con i gomiti appoggiati sul marmo freddo, mentre si reggeva il mento, con una mano.

I secondi scoccavano veloci ed audaci; e l'attenzione del moro, venne completamente distolta dalle labbra carnose della fanciulla che accortasi di questo, si morse quello inferiore in modo estremamente sensuale.

Il cantante chiuse gli occhi, inspirando rumorosamente e captando l'area di sfida che si era creata tra di loro; al parer suo, la ragazza stava giocando e l'idea non gli dispiaceva dopotutto, affatto.

Seppur dilettato, decise di imitarla, passando poi, la lingua sul labbro inferiore, catturando esso tra la sua dentatura perfetta.

I loro sguardi erano vitrei, sinceri e completamente nitidi. Il cantante  era certo che non ne sarebbe uscito vivo, da quel gioco così strano ma al medesimo tempo, eccitante.

«Mike, è ora.» lo richiamò Frank, da lontano. «Ti stiamo aspettando da dieci minuti, popstar.» aggiunse, ridendo sotto i baffi.

«Ah - Ah.» mugolò l'altro, virando lo sguardo verso il fanciullo. «Arriviamo.» esordí.

«Arriviamo?» gli domandò Natalie, leggermente scossa dal fatto che egli - avesse usato il plurale.

«Esattamente, ballerina.» gli rispose. «Dopo di te.» concluse, facendole cenno di camminare dinnanzi a lui per tutto il pezzo di strada che li avrebbe condotti poi - alle macchine.

**

Il tragitto fu breve dopotutto ed arrivarono allo Stadio Olimpico di Seul - in poco tempo, ma nonostante ciò il cantante aveva richiesto alle due fanciulle di fare compagnia a lui ed al suo fedele amico, nuovamente.

Frank non diede molta attenzione alla celebrità in quanto era impegnato a parlare in maniera fitta e continua con la bella massaggiatrice, che curiosa e leggermente attratta, era ben che contenta di conoscere quel ragazzo.

Mentre Natalie, nonostante si sentisse leggermente in imbarazzo a causa di quel gioco di sguardi avvenuto al bar dell'hotel, tentava di non incrociare mai gli occhi del moro, che invece era sempre più invogliato ad aumentare quella conoscenza eccitante.

Era sicuro che quella donna celasse in lei, qualcosa di caldo, passionale - e che preferisse però, non mostrare al pubblico o alla gente che aveva attorno, sopratutto a lui stesso che prima di qualsiasi altra cosa, era ufficialmente il suo capo per le due settimane a venire.

Lo intrigava totalmente - completamente; ella era sfuggente, audace e sensuale in ogni cosa facesse e non gli dispiaceva nemmeno che in quel breve percorso in macchina, dove erano costretti a stare l'uno di fronte all'altra, lei non virò mai lo sguardo verso di lui.

Natalie nel frattempo, totalmente lontana dai pensieri misti e continui del suo capo, era persa a vedere la popolazione nella loro quotidianità e vedere tutti quei bambini sereni, giocare per la strada - le riempivano il cuore di gioia e spensieratezza.

«Siamo arrivati.» esordí Frank, prendendo per mano Bonnie e scortandola poi dietro le quinte - in quanto entrambi non dovevano preoccuparsi di provare le canzoni del suo amico - dopotutto avevano altri progetti di cui occuparsi.

«Sign. Jackson.» gli disse un uomo scuro di carnagione, che lavorava per la celebrità, sorridendogli appena.

«Prima la signorina Miller.» esordí quest'ultimo, con fare galante e uno strano ma trepidante luccichio nelle iridi scure.
«Grazie.» rispose semplicemente lei, con un sorriso cordiale prima di farsi strada nel grande stadio, raggiungendo a passo svelto gli altri ballerini ed allontanandosi così dal moro.

Quest'ultimo infatti raggiunse la sua fedele truccatrice, la bella Karen Faye, di enorme dote e chioma rossa leggermente mossa.

«Mike, tesoro.» gli disse lei, stringendolo in un dolce abbraccio.
«Karen.» le rispose, ricambiando la stretta.

«Ti faccio qualcosa di leggero, come sei solito fare durante le prove. D'accordo?» gli aveva domandato poi, facendolo accomodare sulla comoda poltrona in pelle - mentre con movimenti leggeri e curati - gli tamponava il viso con del fondotinta chiaro.

«Si, fà tu - sono nelle tue mani.» esordí lui, sfuggente mentre con lo sguardo era alla ricerca di lei - di quella fanciulla intrigante.

Quest'ultima infatti, si stava cambiando e doveva danzare su un paio di tacchi, non indifferenti - bensí erano dei veri e propri trampoli.
Lo short gli fasciava perfettamente il fondoschiena tonico, mettendolo leggermente in evidenza mentre il top, era sportivo e comodo come era solita vestirsi lei.

Raggiunse poi, la truccatrice che scalpitante la stava attendendo. «Oh, tesoro e questi?» le domandò Karen, alludendo ai tacchi che ella, reggeva ancora in mano.

«Ho paura ad indossarli a dir la verità.» le confessò, quando prese posto sulla comoda poltrona dove vi era poco prima la celebrità.
Karen le sorrise, in segno di totale comprensione. «Sei Natalie giusto?» le domandò poi.

«Si.» rispose leggermente interdetta, chiedendosi come mai quella donna - professionale e brava nel make up, conoscesse il suo nome tra tanti ballerini presenti. «Conosco il tuo nome - perché il Sign. Jackson ha chiesto testualmente di farti bella ancora più di come sei.» aggiunse, rispondendo alla sua domanda inespressa.

La fanciulla sospirò, arrossendo di poco sulle gote. «Io sono Karen comunque.» si presentò, mostrando nuovamente un sorriso amichevole.

«Oh beh, d'accordo.» rispose leggermente intimidita dalla sua affermazione.
«E non avere paura di indossarli, te la caverai perfettamente.» continuava la rossa, con l'intento di tranquillizzarla.

«Lo spero, Karen - però ti ringrazio del tuo conforto.» le rispose, abbandonandosi completamente alle mani della professionista.

Tuttavia il moro era vestito con una semplice camicia bianca ed un pantalone nero, che era solito indossare durante le prove dei suoi concerti. Era impegnato ad intraprendere una discussione accesa con il chitarrista Slash - che lo affiancava in diverse canzoni come ad esempio: Black or White e in un assolo poi, da solita.

Scaldava la sua voce e provava qualche passo con ai piedi i suoi fedeli mocassini neri mentre - dava istruzioni dettagliate ai ballerini intenti a riprodurre la coreografia della canzone - che era una vera e propria chicca di quello show - ovvero la sua Dangerous.

Si lasciava trasportare interamente dalla musica, dalle sue note - improvvisando passi, movimenti - piroette e gira volte sotto le urla entusiaste del suo staff.

«Okay» disse poi ridendo, racchiudendo la sua folta chioma corvina, in una coda bassa. «Iniziamo dal Medley.» concluse, facendo una leggero movimento di mano, indicando con l'indice in direzione della sua ballerina, della sua dama.

«Vuole te, è il tuo turno.» le sussurrò Bonnie, scalpitante e battendo le mani entusiasta.
«Ho paura.» sospirò Natalie, cercando il giusto equilibrio con le scarpe alte.

«Andrai benissimo, devi solo camminare in maniera seducente davanti a lui.» continuava, ridendo appena.

«Fosse facile con questi cosi.» rispose lei, esasperata e in completa agitazione.
Fece poi un respiro profondo, lasciandosi andare letteralmente al ritmo della musica ed alle prime note di: The way you me fell - fece il suo ingresso sul palco.

Era concentrata, agitata ma completamente sotto l'effetto della famosa adrenalina che percepiva ogni tal volta - danzava.
Camminava decisa in direzione del cantante, il quale sorrise malizioso come era solito fare, mentre intonava le prime parole di quella canzone.

Lei muoveva il bacino, i fianchi in modo estremamente sinuoso e sensuale mentre gli passava davanti, senza incrociare il suo sguardo.
Lui invece: divertito da quella scena, diede via al suo famoso inseguimento, avvicinandosi in maniera pericolosa al fondoschiena della fanciulla.

Natalie si voltò, portando entrambi le mani sui fianchi, virando lo sguardo in quello infuocato del moro - che gli sorrise e protese le braccia verso il suo corpo. Erano vicini, estremamente vicini a tal punto che lei potesse percepire il respiro caldo di lui - il quale mai distolse le sue iride scure dalle sue.
Il ritmo mutò - dando inizio al pezzo successivo e intonando Scream, le fece l'occhiolino e trotterellò dall'altra parte del palco, tutto sorridente.

La ragazza uscí di scena e sospirando, si abbandonò alla comodità della poltrona, vicino alla truccatrice che era intenta ad aggiustarle la base di fondotinta per il brano successivo.
«Sei stata pazzesca, fattelo dire.» le disse poi. «Si intuisce una forte chimica tra di voi.» aggiunse, alludendo al loro gioco di rincorrersi.
La ragazza le sorrise a mo' di ringraziamento, leggermente in imbarazzo.

«Facciamo una pausa ragazzi, riprendiamo tra dieci minuti.» esordí poi il cantante, rientrando dentro le quinte con tutto il volto bandito di sudore.

Frank gli si avvicinò, portandogli il succo d'arancia che era solito bere- quando doveva reintegrare gli zuccheri dopo ogni performance.
«Gli stavi per palpare il fondoschiena, amico.» gli disse sottovoce, provocando una risata generale tra i due.
Michael alzò gli occhi al cielo, trattenendosi dal rigettare l'intera bevanda a causa della battuta, poco casta ma sincera del fanciullo.

«Dí la verità, era allettante l'idea eh - mascalzone» continuava a ridere Cascio, prendendo l'amico per le spalle.

«Frank, smettila.» esordí, ridendo. «Sono un professionista io, certe cose - non mi competono.» mentí, provocando un'altra fragorosa risata nel ragazzo.

«Certo celebrità, come no.» concluse, enfatizzando quelle parole con voce squillante.
Il cantante gli diede un leggero schiaffo amichevole sulla spalla prima di marciare a passo sostenuto, vero Natalie - la quale era impegnata a parlare con Karen e Bonnie.

«Mi dispiace interrompervi.» disse, schiarendosi la voce. «Ma devo rubarvi Natalie per qualche minuto - devo spiegarle alcune cose prima di provare Dangerous.» aggiunse, aggiustandosi la camicia con le mani.

La ragazza fece un cenno di consenso con il viso, raggiungendo l'uomo che era in piedi davanti a lei - le mise un braccio dietro la schiena - per condurla insieme a lui - lontano dalle altre due donne.

«Sei stata ottima, se domani al concerto sarai così - andrai benissimo.» prese parola lui, guardando altrove. «Però.» sospirò, portando l'indice sul mento. «Durante la prossima canzone - ti voglio attenta e più concentrata su di me - dovrai essere accattivante ed aggressiva - la canzone parla di questo.» concluse, arrossendo un poco sulle gote.

«D'accordo, lo farò.» gli rispose con un sorriso, avvicinandosi al corpo teso e muscoloso dell'uomo. Indossava ancora i tacchi - e quindi gli arrivava perfettamente al viso e i loro occhi - si incatenarono in un vortice di sensazioni diverse.
Lui schiuse di poco le labbra, perdendosi completamente in quei pozzi chiari, profondi e sensuali - percependo nuovamente le farfalle nello stomaco - ma non poteva, non in quel momento - non davanti a tutti.
Cosi virò lo sguardo altrove, sospirando appena.

«Mi riesce bene, però.» enfatizzò lei, ridendo mesta. Inspirò, quando ebbe modo di notare il totale imbarazzo del cantante.

«Cosa?»

«Metterti in imbarazzo.» concluse, incamminandosi poi, in direzione completamente diversa dando modo a quest'ultimo, di osservare nuovamente il suo perfetto fondoschiena.

'È veramente audace questa ragazza.' pensò, scalpitante come non mai, di voler approfondire quella conoscenza che mano a mano passavano le ore, diveniva sempre più interessante.

Natalie sorrise; dopotutto quell'uomo la intrigava e molto anche, ma al medesimo tempo si sentiva patetica e stupida - perché non voleva fare la fine di quelle semplici e minute ragazze - che si invaghivano di un personaggio famoso e delle sue eccentricità.

Tuttavia si diede due pizzicotti sulle guance, raccolse i capelli in una coda alta ed alle prime note di Dangerous - fece il suo ingresso.
Camminava decisa e lenta, con le mani lungo i fianchi; fermandosi poi al centro del palco mentre l'altro, dalla chioma corvina e sciolta lungo le spalle, le girava attorno improvvisando alcuni passi di danza.
Con le braccia in aria fissava con fare audace il cantante che serio, le girava attorno, vicino al suo corpo seducente.

Mise le mani sui fianchi della ragazza, che ebbe un fremito al tocco di quell'uomo - che mano a mano aumentava la presa su di essi.
Le sue labbra, erano vicine al suo collo ed al suo orecchio, percepiva il suo fiato caldo per la seconda volta in poco tempo.

«Voltati e girami intorno.» le sussurrò, dandole quel piccolo ordine e Natalie, fece come le era stato detto.
Fece una giravolta, ballarono un poco insieme - sempre ad una vicinanza pericolosa ma estremamente piacevole per il cantante - e poi chiese di fermare la musica con un cenno di mano.

«Sei stata formidabile Nat, complimenti.» si congratulò l'uomo, accennando un sorriso prima di congedarla e dare inizio al brano seguente.

Lei una volta uscita di scena, si potè finalmente rilassare ed era visibilmente soddisfatta - dopotutto anche il cantante era fiero di lei - era professionale sopra ogni lato - curava ogni minimo dettaglio e guardarlo- ammirarlo ballare e cantare era un vero e proprio spettacolo per chiunque.
Emanava energia- passione, adrenalina e ogni passo, era una scarica di puro talento che difficilmente Natalie aveva visto in altri artisti o persone comuni.

Ne rimase leggermente folgorata mentre da dietro le quinte, continuava ad osservare la celebrità esibirsi in passi leggiadri, caldi ed eccitanti, Poco dopo, i suoi occhi si incrociarono nuovamente con quelli di lui, il quale le fece un occhiolino di rimando.

[...]

«È stata fantastica Frank, davvero.» esordí il cantante, una volta uscito dalla doccia con ancora tutti i capelli bagnati che gli ricadevano lungo le spalle. «Non ho mai avuto la fortuna di ballare con una ragazza con questo talento.» continuava, mentre era intento a cercare una camicia comoda dal suo armadio da poter indossare.

Il fanciullo di rimando rise, mentre era seduto sul morbido letto del cantante; adorava passare il tempo in quel stanza, dopotutto era la più bella dell'hotel. «Ho notato una certa sintonia, Mike.» gli rispose, virando il suo sguardo in quello dell'amico.

«Tu trovi?»

«Si, io trovo.»

«Anch'io, mi sono proprio divertito - erano anni che non mi sentivo così.» aggiunse l'uomo, con un sorriso fanciullesco in volto. «Mi ha fatto sentire - una persona normale, Frank.»

«Immagino.» rispose l'altro, alzando di poco lo sguardo al cielo. «E perché non vai da lei questa sera?»

Il cantante sgranó gli occhi in un'espressione di pieno stupore e portando le mani alle tempie, iniziò a massaggiarle con movimenti circolari. «E che le dico? Insomma, mi sento impacciato - ha solo venticinque anni.» mormorò, con voce flebile - leggermente scosso dalla loro - parecchia differenza di età.

«Beh? Da quando l'età con una donna ti ferma nel corteggiarla?» lo canzonò l'altro, esasperato.

«Da quando non voglio solo sesso - Frank.» gli spiegò il moro, agitando di poco le mani in aria. «Voglio conoscerla, avere accesso ai suoi pensieri - al suo modo di pensare e perdermi continuamente nei suoi occhi cristallini e penetranti che mi fanno sentire..» prese un grande respiro. «Vivo - sereno, normale come non mi capitava da anni.»

«Ammazza, amico - qua la cosa si fa seria.» disse l'altro, fischiando tra i denti e iniziando a vagare per la stanza. «Però rimango dell'idea che tu - debba andare da lei questa sera, per parlare e per conoscervi.» continuava il piccolo Cascio, leggermente interdetto di dare consigli ad un uomo molto più grande di lui e quindi - con molta più esperienza sulle donne. «Penso che l'importante è che tu sia se stesso - pienamente stesso.»

«E se fosse solo - interessata al mio nome? A chi sono?» domandò il cantante, con voce leggermente scossa dalla sua preoccupazione.

«Mike, non per smorzarti l'entusiasmo - ma non sai se è interessata o meno.» esordí l'altro, con aria scaltra. «Dá retta a Frank.» continuava, ridendo sommessamente mentre parla di se stesso in terza persona. «Vá da lei, questa sera. Ora.» concluse.

«Ora?»

«Si, ora e per favore.» aggiunse il ragazzo. «Fai il moderno - non la solita celebrità schizzata di altri tempi.» e si mise a ridere con una mano davanti alle labbra, in modo da infastidire il cantante.

«Ah-Ah.» lo canzonò l'altro. «Mi stai dando del vecchio, forse?» domandò offeso, da perfetto permaloso - il quale egli era, non percependo l'ironia del fanciullo.

«Diamine, Mike.» rise l'altro, quasi urlando. «Vá!» concluse, congedando l'amico con un cenno di capo e un sorriso complice.

**

Natalie era stata tutto il tempo a parlare con Bonnie, dopotutto durante la cena - avevano avuto modo di interloquire con altri dell'entourage- e mai, mai aveva virato il suo sguardo, in quello del cantante; il quale era distratto ed occupato a parlare con altri personaggi di altrettanta importanza.

Aveva avuto modo di conoscere anche altri ragazzi, tutti di bello aspetto e dal talento eccezionale, ma dentro di sè, le era tornato il forte magone che da mesi - non la lasciava libera, in pace.

Era sgattaiolata in camera, congedando Bonnie con una scusa sincera e pulita, ma dopotutto sentiva il bisogno di stare da sola.
Era appoggiata sul lavandino del bagno, mentre si era vestita per andare a dormire, indossando così, un semplice completo da notte, leggermente scollato.

Prese la cornetta del telefono tra le mani, ricordando della sua promessa fatta a quel ragazzo, che ancora la stava attendendo dall'altra parte del mondo.

«Klaus.» disse, con voce bassa.
«Oh Nat.» rispose assonnato l'altro, con voce ancora impastata per via del sonno. «Che bello sentirti.»

«Ah - se ti ho chiamato in un brutto momento, possiamo sempre sentirci un'altra volta.» mormorò, percependo la sua stanchezza dall'altra parte del telefono.
«Oh no.» si affrettò a risponderle. «Sono davvero felice di sentirti, aspettavo una tua chiamata a dir la verità.» aggiunse.

«Potresti anche chiamarmi tu, Klaus - lo sai.»

L'uomo emanó un sospiro, rimanendo in silenzio per qualche secondo. «Non mi sembrava il caso dato come ci eravamo lasciati - e poi, stai lavorando e non vorrei disturbarti Nat.» le disse poi.

«D'accordo.» si limitò a rispondere.
'Sei proprio una stupida - lo tieni sulle spine da settimane e pretendi anche che sprechi il suo tempo a cercarti.' pensó poi, maledicendo se stessa.

«Come stai?» le aveva domandò il ragazzo, con tono dolce.
«Bene, oggi ho provato alcune coreografie per lo spettacolo di domani - sono andata bene.»

«Ti trovi bene?» continuava lui.

«Si, sono molto grata al Sign. Jackson di questa opportunità.» gli confidò, tralasciando i vari particolari.

«Lo immagino.» disse l'altro. «Riguardo noi..»
«Ancora non so una risposta Klaus, sto valutando molto in questi giorni.»

«No, non mi riferivo a questo.» la interruppe. «Ma come sai, sono sempre stato sincero con te - perché provo un sentimento vero nei tuoi confronti.» continuava, facendo leggere pause tra una parola e l'altra. «E quindi ci tenevo a dirti che sono uscito con i miei amici ieri e ho avuto modo di conoscere una ragazza.»

«Ah.» disse lei, leggermente stizzita non capendo poi - il motivo di quella notizia da parte sua.
«Non capire male Nat, non è successo niente - nel mio cuore ci sei solo tu, anche se non so bene che periodo stiamo affrontando.» prese nuovamente parola. «Ma volevo essere sincero con te - come sono sempre stato.»

Natalie prese respiro, rimanendo in silenzio, ancora leggermente scossa da quella notizia ma dopotutto come biasimarlo? Era lei quella confusa, mentre lui stava solo tentando di ricominciare e magari, di andare avanti.

«Nat, per favore - tesoro davvero, non capire male.»

«No Klaus, hai ragione.» rispose, con un grosso magone sullo stomaco. «È giusto che fai nuove conoscenze, non puoi aspettarmi un'intera vita.» aggiunse, sedendosi sul letto - leggermente sopraffatta dalle sue stesse emozioni contrastanti.

«Non voglio che ora tu creda che io ti stia sostituendo - ho promesso di aspettarti, io ti amo ancora Nat.»

«Lo so, questo lo so.»

«È solo che..» provò a ribattere lui, triste - avvilito di non avere più, la sua ragazza al suo fianco. Percepiva che ormai, il loro - era solo un sentimento di forte bene.

«Grazie di aspettarmi, grazie della pazienza che hai con me.» lo interruppe lei, sentendo poi un leggero bussare. Aprì la porta, convinta di trovarsi davanti Bonnie - magari con del gelato da mangiare insieme, invece rimase immobile quando intravide la figura snella e piazzata del cantante - sorridergli leggermente intimidito.

«Ora devo lasciarti.» si affrettò a dire Natalie, al suo ragazzo. «Ci sentiamo i prossimi giorni.» aggiunse, chiudendo la chiamata in modo abile, leggermente rossa sulle gote per via del forte imbarazzo di trovarsi -Michael Jackson alla porta e lei, con una semplice sottoveste addosso - gli aveva aperta la porta.

«Michael.» disse poi, con voce flebile.

«Ho interrotto qualcosa di importante?» le domandò lui, leggermente confuso. Inspirò, e grattandosi la nuca con la mano destra, il suo sguardo laconico, gli cadde sulla scollatura ben evidente della fanciulla.
Arrossì di poco e con nonchalance, virò lo sguardo altrove.

«Oh no - figurati.» gli rispose. «Non era poi così importante.»

«Sicura? Posso sempre passare domani o..»
«Sicura.»

Il cantante scosse il capo, ancora fermo sulla soglia della stanza. «Posso entrare, quindi?» le domandò poi, con un leggero sorriso timido.

«Oh certo, perdonami.» disse. «Prego.» e lo fece entrare, saettando per bene cosa egli indossasse: camicia rossa, leggermente larga e un pantalone nero - attillato che fasciava per bene le sue gambe muscolose da ballerino.

«Devi dirmi qualcosa?» gli chiese nuovamente lei, non capendo la natura della presenza del cantante nella sua stanza.

«No, volevo solo vederti.» gli rispose, guardandola perfettamente negli occhi provocando in lei - un sorriso sincero di piena gratitudine. Dopotutto era entusiasta della presenza di quell'uomo - anche lei, desiderava conoscerlo - vederlo.

«Ne sono felice.» mormorò, prendendo una sua grande mano, nelle sue.
«Raccontami un po' di te.» esordí l'uomo, sedendosi sul materasso della ragazza.

«Da dove inizio?»

«Umh vediamo.» e si grattò nuovamente il capo con la mano. «Ad esempio, con chi stavi parlando?»

«Oh, nessuno di importante.» disse, virando lo sguardo altrove - in completo disagio.
«Era il tuo ragazzo?» domandò l'uomo, con un modo leggermente inopportuno ma dentro di se moriva dalla curiosità di saperlo ed al medesimo tempo - sperava in una risposta negativa.

«In un certo senso.» inizió a spiegare lei, notando l'espressione dell'uomo incupirsi leggermente. «Ma gli ho chiesto tempo, non sono più convinta dei miei sentimenti - ecco.» si limitò a rispondere, leggermente confusa.

«Mh, ho capito.» si rilassó l'uomo - dopotutto lui non poteva parlare, era ancora sposato.
«Evidentemente sto ancora cercando una possibile soluzione dentro di me, magari questa esperienza - mi sarà di aiuto nelle risposte che sto cercando.» continuava lei, aprendosi totalmente a quell'uomo - il quale rimase in assoluto silenzio, ascoltando attentamente il modo di pensare di quella fanciulla.
Non solo ne era attratto fisicamente, ma mano a mano che aveva modo di parlare con lei - la sua mente si invaghiva completamente di ogni parola che fuoriusciva dalle sue labbra carnose.

«E te invece?» gli domandò, innocentemente lei.

«Oh Natalie, ma davvero non sai niente di me?» chiese, con fare civettuolo da perfetta persona di successo.

La ragazza scosse la testa. «No, quindi inizia a parlare.» sorrise, prendendo un sacchetto di pop corn dalla dispensa - iniziando a mangiarli.

«Ho due bambini - di uno e due anni, rispettivamente Paris e Prince, frutto del secondo matrimonio con mia moglie.» sospirò, leggermente preoccupato dalla possibile reazione della fanciulla - di certo, non era quello l'argomento da cui avrebbe voluto iniziare la conoscenza.

«Oh, che meraviglia i bambini.» esordí lei, incurante della notizia leggermente scioccante dell'uomo che dopotutto - era interessato a lei. «Quindi sei sposato..» aggiunse dopo, prendendo un'altra manciata di quella leccornia, porgendoli poi al moro.

«Già.» esordí, accettando ben volentieri quel gesto. «Ma proprio ieri abbiamo affrontando il discorso del divorzio.» esordí, con estrema nonchalance nella voce.

«Oh, mi dispiace..»
«Non devi, dopotutto - non siamo più innamorati.» la interruppe. «Molto volte le cose sono destinate a nascere e poi a finire, semplicemente perché è il loro corso.» aggiunse, sorridendo. «Però parliamo di altro ora, che dici?» continuava, porgendo la sua mano alla fanciulla.

«Cosa vuoi fare?» gli domandò, leggermente confusa.
«Se andassimo a fare una passeggiata - io e te?» le propose, con un sorriso stampato in volto.
Ella percepì un forte brivido percorrerle la schiena e non poteva negare che egli, fosse davvero un bell'uomo.
Dopotutto era intenta a conoscerlo e lui - non avrebbe mai accettato un no di risposta, così prese la sua mano e si mise in piedi, dinnanzi a lui.

«D'accordo, però avrei una proposta migliore.» disse di risposta, cogliendo la piena concentrazione dell'uomo.
«Sono tutto orecchie.» scherzò.

«Se vedessimo un film?» propose, sincera. «Dopotutto questa sera c'è la festa pre-concerto - e non ho molta voglia di stare tra la gente - sono sgattaiolata via apposta.» confessò abbassando di poco lo sguardo dall'imbarazzo.

«Nat» sospirò il cantante, alzando di poco i lati della bocca. «Concordo pienamente con te - dopotutto nella mia vita estremamente caotica, un film in buona compagnia - è un'ottima idea.» aggiunse.

Lei gli fece un grande sorriso di risposta ed i due si sedettero sul morbido divano in pelle della stanza d'albergo della ragazza - iniziando a guardare un grande classico Disney.
«Lo porto sempre con me quando faccio dei viaggi lunghi.» gli disse poi, alludendo al cartone Pinocchio.

Michael si sedette di fianco a lei, mantenendo però una certa distanza; nonostante il suo intento fosse quello di corteggiarla, voleva fare ogni passo con calma- assoluta e curata calma. Non voleva affrettare i momenti perché già di tempo, non ne avevano molto e non voleva sprecare nemmeno un secondo di quello che avevano a disposizione.
Parlarono- parlarono molto e la sua opinione nei confronti di quella fanciulla, migliorava di minuto in minuto.

Non si curò della sua vita sentimentale - voleva fidarsi di lei e seguire il suo istinto ma sopratutto non era quello il momento per pensarci.
Non ancora per lo meno.

«È stata una bellissima serata Nat, spero di averne altre così.» le disse poi, mostrando un'espressione sincera in volto - di assoluta ed estrema gratitudine.
«Anch'io.» gli rispose.

«Beh.» disse prendendole una mano e appoggiando le sue labbra calde, sul suo dorso. «Buonanotte ballerina.» concluse, prima di congedarsi.

«Buonanotte Michael.»

E una volta conclusa quella serata, ella si gettò nel letto entusiasta e serena di aver intrapreso quella conoscenza bizzarra al medesimo tempo intrigante.
Il suo cuore galoppava ad un ritmo risoluto con la gioia intrinseca dalla solita adrenalina che solo quell'uomo dopotutto le sapeva trasmettere e chiuse gli occhi con l'augurio e la speranza di poter avere altri momenti- attimi per conoscere ancora di più, Michael Jackson.

Continua-

Revisionato il: 09/03/2021

Spazio Autrice:

Spero vi piaccia, vi aspetto qua sotto nei commenti.

I love uuu more

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