𝙻'𝚎𝚜𝚜𝚎𝚗𝚣𝚒𝚊𝚕𝚎 {𝟜/𝟝}

Premessa: altro scorcio, antecedente.
Approfondirò l'incontro di Natalie con Depp e la dinamica della questione.
Anche questo, non sarà un capitolo lungo per mia scelta.

Quel delicato ticchettio, risuonava lampante nella mente della giovane. Era così nervosa, che le mani ancora le sudavano avidamente e gli occhi, erano divenuti lucidi e leggermente rossastri.

Non voleva cedere al suo ennesimo crollo emotivo, sarebbe stato il quinto quella settimana.

Abel le stringeva la mano per darle conforto. Amanda le sorrideva gentile e le altre ragazze della sua compagnia di ballo, erano concentrate ad osservare l'immensa sala da ricevimento.

Vi erano enormi lampadari dorati. Tele dipinte a mano da artisti importanti. Tavolate con al di sopra, banchetti per degustare qualsiasi cosa di cui avevi voglia: dal dolce al salato. Dal vino al succo. Dallo champagne al ponch.

Natalie non era abituata a tutto quel lusso; erano state varie le occasioni a cui aveva avuto modo di partecipare, ma mai in compagnia del cantante. Michael era per lo più un amante del semplice e della propria privacy. Si frequentavano da mesi ormai, ma mai le aveva dato l'opportunità di accompagnarlo ad eventi così mondani e belli da vedere.

Questo non perché fosse avido del suo successo o si vergognasse della donna che amava, ma la sua fame di protezione nei suoi confronti era impossibile da far cessare.

Ad ogni modo, oramai non era importante. Lui aveva scelto di non partecipare nonostante quella sera fossero presenti molti personaggi di grande importanza: Madonna, Prince, Sophia Loren ed Eddie Murphy. Quest'ultimo era noto per la sua amicizia con la celebrità a cui ella tanto era legata e difatti, rimase sbigottita quando egli le rivolse la parola con estrema nonchalance.

Amanda non perdeva occasione, per spingere la sua pupilla da ogni star presente; dopotutto ella aveva ballato e lavorato per il grande Michael Jackson. Non era famosa ma il suo volto era noto a molti di loro che ammiravano o seguivano il cantante in questione.

La stessa Madonna le aveva proposto di fare qualche comparsa nei suoi videoclip. Le mani affusolate, le unghie dipinte di un rosso infuocato. Le labbra scarlatte e la personalità di chi, non provava alcuna vergogna. Conosceva le sue potenzialità e Natalie era un poco intimidita nei suoi confronti.

Prince invece, per quanto eccentrico ed eclettico sembrasse il suo personaggio, fu cordiale ed alla mano. Ma la giovane percepiva la testa girare in modo vertiginoso, accusando anche un po' di vergogna ad essere sballottata in ogni dove all'interno di quella sala.

Sorseggiava del buon vino bianco, mentre batteva le ciglia ripetutamente. Era da poco più di un'ora che era arrivata in quel luogo e mano a mano, vide altre grandi figure del mondo dello spettacolo.
Al Pacino, Brad Pitt accompagnato da sua moglie Jennifer Anniston, Morgan Freeman, Will Smith e la stessa Lisa Marie Presley.

Le due si osservarono a lungo ma dopotutto, fu inutile. La fanciulla conosceva la grande figlia di Presley ed era consapevole che fosse proprio lei, la prima moglie del suo attuale compagno segreto. Non provava invidia, bensí ammirazione. Era bella ed elegante. Audace e comunicativa. Una parte di lei era entusiasta che quest'ultima non fosse a conoscenza della sua attuale storia con il suo ex marito, ma dall'altra, percepiva una forte energia enigmatica che la spronava continuamente ad andare da lei per parlarle.

Desiderava sapere tutto. La immaginava una donna dal carattere forte e determinato, degna di essere la donna per Jackson. Sorrise, dopotutto era molto bella, molto di più della Rowe.

Ma fece spallucce. Lisa non immaginava che fosse proprio lei, l'attuale dama del suo ex, perché se solo lo avesse saputo- si sarebbe concessa l'opportunità di conoscerla- dopotutto che male vi era?

La serata proseguiva lenta e ricca di emozioni. Molte delle tante, non le aveva previste. Essere la ballerina di Michael Jackson, poteva mutare avidamente la tua sorte. Ella non voleva approfittare di quella opportunità, ma in cuor suo lo sapeva bene: il mondo è una scala sociale. Si arriva in alto con le giuste conoscenze. Michael era il suo inizio, ma non poteva essere la sua fine. La sua personalità decisa ed il suo essere continuamente curiosa ed astuta, erano tali da portarla ovunque ella desiderasse arrivare.

Eddie le aveva stretto candidamente la mano e le aveva chiesto come fosse Michael, come capo e amico. Lui lo sapeva bene del resto, erano anni che i due si conoscevano. Avevano collaborato insieme anche per parecchie canzoni e video.

La Anniston si era presentata come grande ammiratrice di Jackson. Era stata dolce e le aveva fatto così tante domande che Natalie, ebbe la paura di perdersi in quel continuo farneticare.

Ci furono le premiazioni e molti di loro, salirono sul palco. Tra questi spiccarono Christina Ricci e Johnny Depp, protagonisti del recente ed ultimo film di Tim Burton- Il mistero di Sleepy Hallow- [*1].

Quest'ultimo ricevette numerosi premi, tra cui l'oscar per la migliore scenografia mai inventata. Del resto era particolare quella pellicola; ella lo aveva visto in compagnia di Abel qualche settimana prima.

Jennifer era rimasta al fianco di Natalie, a mo' di conforto. Amanda le fece l'occhiolino ed ella, imbarazzata, finse di essere al suo agio.

In un ambiente così estraneo, temo di non essere all'altezza- pensava, sospirando mesta. Ma se in questo momento mi trovo in questo luogo ed in questa circostanza, un motivo ci sarà- aggiunse, stirandosi il vestito con entrambe le mani.

Era ferma al bancone, con lo sguardo perso nel vuoto. Luci forti e colorate, musica alta e persone in ogni dove. Celebrità dilettate, perse nel proprio ego e divertimento.

Al contempo vi era un altro uomo, che fin a quel momento non aveva amato dare nell'occhio. Era sceso dal palco e fugacemente, aveva congedato la sua partner Cristina, co-protagonista del suo medesimo film.
La sua compagna, Vanessa gli sorrise complice prendendo la sua mano. La strinse forte e Johnny, posò delicatamente le sue labbra morbide su una sua guancia.

Egli usufruiva del banchetto e Pitt, con fare lampante, aveva preso parola. Gli spiegò che sua moglie, era in compagnia di una giovane ragazza che di professione, era una bravissima ballerina. Talmente brava che il suo volto era noto, per aver affiancato Michael Jackson nei suoi recenti spettacoli.

Si erano conosciute in quell'occasione, quella medesima sera e Depp era alla ricerca di una fanciulla acerba nel mondo cinematografico. Lo spinse verso ella, con il fine di fare due chiacchiere. La stessa Vanessa, gli disse di esporsi e tastare il terreno: non era semplice trovare persone genuine, semplici e con talento.

Natalie sospiró, quando una voce le chiese se fosse sola. Ella voltandosi, intravide lo scorcio di viso di quest'ultimo, estremamente perfetto. Naso dritto, labbra minute e carnose. Occhi scuri e chioma brizzolata, a tratti spettinata.

«Oh Johnny-» disse Jennifer, con fare amichevole. Era palese che i due si conoscessero e per stemperare il clima, si era lanciata in soccorso della fanciulla leggermente imbarazzata.

Depp le mostrò un ghigno timido e ammiccandole un occhiolino, si insinuò tra le due. «Non sono qui per fare il provolone-» ridacchiò, schioccando la lingua al palato. «Mi sono giunte voci, che sei una ballerina molto brava» e fece spallucce, sedendosi.

Era strana quella situazione. Natalie non era pronta, o meglio, non era abituata a subire quei colpi sorprendenti. Insomma, non immaginava che dopo aver ballato per la grande star che era, il suo amante, le voci fossero fluttuate così avidamente alle orecchie di altri divi.

Le mostrò un sorriso dolce, colmo di gratitudine ma tentennò dal rispondere. Era troppo imbarazzata, in quel frangente.

Johnny era spavaldo, a tratti ignorante. Era ben vestito: un abito coordinato, con sopra disegnata una stramba e luminosa fantasia abbagliante.
Insomma, nonostante tentasse di mettere al suo agio con i suoi modi lascivi, quella giovane ragazza, non le restava semplice.
Era molto più bello da quello che si poteva vedere in televisione ed il loro contatto visivo, metteva avidamente in soggezione la ballerina.

Le spiegò di essere venuto a conoscenza delle sue collaborazioni con Michael, che fosse interessato a sapere nei dettagli; se fosse solamente interessata al mondo della danza o fosse curiosa, di andare oltre quest'ultimo.

«In che senso, signor. Depp?»

«Oh, chiamami solo Johnny-» apostrofò, sorridendo. «Sono stato vago e forse eccessivo, nel presentarmi all'improvviso e parlarti come se fossimo amici di vecchia data-» si imbarazzò, ridendo. «Intendevo, se fossi interessata ad essere protagonista in un film-»

[...]

Dopo un'ora esauriente, i due erano entrati in confidenza. Natalie, nonostante fosse imbarazzata ed intimidita, non poteva negare di sentirsi lusingata. Percepiva il suo attento sguardo, lungo le sue sinuose forme messe ancora più in evidenza, dal vestito aderente. Non che la cosa le dispiacesse, del resto chi non desiderava essere guardata in quel modo da un uomo così affascinante ed eclettico.

Ella lo ammirava, fin da piccolina era cresciuta con i suoi film. Egli era l'uomo dalle mille sfaccettature, mille volti e mille personalità. Era bravo e lampante, adulatore ed educato.

«Scusami per la franchezza ma-» e rise, accusando le gote oramai rosse. «Per un ruolo del genere, non è meglio un'attrice professionista?»

Gli fissava le mani grandi e leggermente usurate. Su di esse vi erano tatuati, dei disegni che non riusciva bene a comprendere. Le dita magre, erano adornate da una sfilza di anelli: alcuni con il teschio, altri con pietre di colori diversi.

Lo vide ridere. «Il mondo del cinema, è un mondo dalla mentalità aperta e sempre affamato di nuovi talenti. Bisogna dare spazio anche a coloro che sono emergenti, ma curiosi-» le spiegava, sfiorandosi il labbro inferiore con l'indice. «E poi è una scalata sociale, con i buoni contatti- hai buone opportunità. È quello che successe a me, da ragazzino»

«Ma io sono solamente una ballerina-»

«Ed è quello che cerca il mio regista, a dir la verità. Pensa che mi ha detto-"Cazzo John, per questo film ho in mente di trovare una ragazza inesperta ed acerba ma che sappia come muovere il suo corpo"- » la vide ridere, inarcando un sopracciglio. «Se non sei affamata, nessuno ti regala nulla. Se hai voglia di conoscere, non dovresti tentennare dal buttarti!»

Quando parlava, conosceva il fatto suo. Non era venuto per essere un adulatore, o un mascalzone. Non era venuto, solo per carpire se tra lei e Jackson ci fosse del tenero. Era avaro solo di trovare la sua co-protagonista perfetta, per quel film.

E nel suo discorso, vi era verità: il mondo è una scala e più ti rimbocchi le maniche, più hai chance di sopravvivere all'interno del suo girone e di arrivare alla vetta.

Se lei fosse interessata alla fama?

Beh, era curiosa di mettersi in gioco. Ribadiva a se stessa che Michael doveva rappresentare il suo inizio, ma non la sua fine. Poi nessuno era a conoscenza della loro storia d'amore; aveva imparato troppo bene a scindere le due cose.

Lui stava per andarsene, temendo di essere stato troppo schietto ed invasivo ma lei lo fermò da un braccio. «Sono interessata ma-» si morse il labbro, alzando lo sguardo.

Johnny si ricompose, prendendo posto al suo fianco. Le guardava il viso e scrutava attentamente, i suoi lineamenti. Amava le donne, sopratutto quelle belle e giovani. Amava corteggiarle ed essere il loro amante perfetto, anche solo per una notte.
Eclettico, divo e perennemente sulla cresta dell'onda. Vanessa gli era stata dietro per anni, corteggiandolo con fare instancabile, dai tempi che egli era ancora insieme a Kate Moss. Erano divenuti poi una coppia ma ora, nonostante non fosse molto che rappresentassero un duo, vi era aria di crisi.

Era conosciuto per stufarsi facilmente, di essere un cacciatore attento e bramoso della bellezza scaltra. Tra le falangi, si passava più volte, il ciondolo azzurro della sua collana.

Scambiarono altre due parole e lui le domandò se fosse sola, quella sera. Non voleva provarci, era un uomo impegnato in fin dei conti. Ma era curioso e dilettato.

«Sono insieme alla mia squadra di ballo-» e indicò Abel, Amanda e le altre ragazze. «Sono molto bravi anche loro-» e si chiuse nelle spalle, sorridendo.

Johnny annuì, non volendo approfondire. Forse ella, non voleva parlare del suo uomo. Forse ella teneva dentro un peso, che era leggibile dai suoi occhi cerulei nonostante tentasse vana, di nasconderlo.

«La tua compagna non è gelosa che il suo uomo, stia parlando con un'altra ragazza?» si permise, ridacchiando. Era consapevole che non vi era malizia, ma erano quasi due ore che i due stavano discutendo.

Depp fu vago. «È felice quando mi occupo del mio lavoro. In esso sono costretto a collaborare con molte donne e quindi ci ha fatto il callo-» limitò a dire, virando lo sguardo altrove.

Una piccola lama, trafisse il petto della fanciulla. Si vergognava di provare invidia, del loro rapporto. Avevano un compromesso; nel bene e nel male vi era stima e amore reciproco. In quel momento si sentì sola più che mai e una piccola lacrima, scorse sul suo viso.

La asciugò in fretta e diede le spalle al divo. Quest'ultimo si morse il labbro confuso e sporgendosi in avanti, avvicinò il volto al suo. Entrambi ancora seduti al bancone. Ella percepiva il suo respiro caldo, sul suo collo- dietro la sua nuca- preoccupato di aver esagerato.

«Ho detto qualcosa di sbagliato?»

Il telefono le vibrò: Michael stava tentando di chiamarla, dopo un'intera giornata di assenza. Ora si ricorda, che esisto anch'io nella sua vita- pensò sentendosi sola e triste, per l'ennesima volta.

Johnny rimase in silenzio, attendendo che ella azzardasse un cenno o un gesto. «Se devi rispondere, fai pure!» mormorò, destandola.

La giovane scosse il capo, ritornando in se.

Sono fuori e non posso rispondere.
Ti chiamo domani mattina,
Un bacio.

Scrisse velocemente quel messaggio al suo cantante che nonostante tutto, le aveva rubato il cuore. Era stata glaciale, ma sentiva il peso dell'abbandono da colui che urlava di amarla.

Depp serrò le labbra, fermandosi sul suo sguardo disorientato e laconico. «Segui i tuoi sogni e non farti abbattere dalle controversie altrui-» si era permesso di delucidarla, in quello che era il suo spirito libertino. «Intravedo incertezza nel tuo essere ma- non temere mai di essere quello che davvero desideri essere. Non ci conosciamo e quindi puoi prendermi per matto ma, io iniziai così. Mi lasciai ciò che era divenuto pesante alle spalle e seguii il mio cuore» le ammiccò un occhiolino, lasciandole un minuto biglietto di carta dinnanzi la sua figura. «Quando hai deciso cosa fare, chiamami!» la congedò prima di allontanarsi dalla ragazza, con estrema eleganza nelle movenze.

❃ ❃

Ella voleva sapere le sue verità, le sue emozioni e le sue paure. Voleva sentirsi viva ed al medesimo tempo, amata e tenuta dalle sue mani grandi e calde.

Natalie sentiva freddo in quel frangente.

Cosa era lei, per Michael?
Che posizioni avevano loro, in quel mondo?

Sospirò.
Sentiva come un macigno, depositato in mezzo alla sua cassa toracica. Percepiva di essere in gabbia e di non poter urlare. Ma lei voleva urlare, voleva farsi sentire. Voleva prendere quel viso scavato, dolente e bellissimo per poter urlare quanto lo amasse. Quanto le mancasse. Quanto era stanca di vivere nell'ombra. Quanto sentisse nuovamente il bisogno, di ubriacarsi della sua magnetica esistenza.

Si guardava intorno, piangendo sommessamente. Il telefono aveva cessato da un bel po' di squillare, dopo ore incessanti che non smetteva di farlo; nonostante ella lo avesse congedato un quel messaggio gelido e lampante.

La magia si era spenta, mano a mano che la distanza si era contrapposta nel loro rapporto. La testa le girava e sospirando, guardò altrove della grande vetrata della sua dimora.

Le prime luci dell'alba, fiorivano al di là del mare.
Un forte frastuono, destò il suo pianto.

La piccola bambina che in cambio, non chiedeva niente se non essere amata avidamente come percepiva di meritare, scosse il capo. Tirò su con il naso quando qualcuno aprì la sua porta in mogano.

Tremò, impaurita da chi poteva essere.

Ma la persona di cui si era innamorata, non era un amante delle cose fatte alla luce del sole. Preoccupato ed arrabbiato, dopo ogni rifiuto alle sue telefonate si era presentato nuovamente da lei, senza preavviso.

«Michael!»

Il moro scosse il volto e serrò la mascella. Bill e Javon erano dietro la sua gracile figura, ma egli li congedò con un misero cenno.
Chiuse la porta alle spalle e schioccò la lingua al palato.

«Hai idea di quanto fossi preoccupato?» mormorò, a bassa voce. «Mi hai scritto quel messaggio e poi non hai più risposto. Hai rifiutato ogni mia telefonata ed io, io-» si massaggiava il petto, incredulo di vederla dinanzi lui, sana e bellissima. «Non ho esitato a correre da te, temendo il peggio. Ho preso la chiave che nascondi sotto al vaso di tulipani e ho aperto non pensando di trovarti qui. Ma evidentemente sbagliavo..» inspirò, tirando un pugno contro il muro.
«Natalie cazzo, ho temuto il peggio. LO CAPISCI QUESTO?» urlò, esasperato.

Egli era così. Riusciva a darti tutto, come niente. Era assente come avvilente ed esasperato. Non conosceva le mezze misure ma lei, questo lo sapeva bene. Era consapevole che dopo l'incidente dove lui era lontano, a migliaia e migliaia di chilometri di distanza, si preoccupasse di ogni sua assenza improvvisa.

Aveva sbagliato a non rispondere e dare voce, alla sua delusione. Aveva sbagliato a comportarsi lei, da egoista.

Non disse niente; si avvicinò al suo corpo e gli cinse le spalle con le braccia. La guancia pigiata contro il suo petto ed il forte odore di sandalo, le pervase le narici.

«Perdonami-» gli sussurrò, singhiozzando. «Perdonami amore» e nonostante la paura, l'ansia e la sua incertezza, si guardarono negli occhi ancora.
Lui inspirò socchiudendo le palpebre.

«Sarò ciò che respiri, capirò cosa hai dentro-» le disse, sfiorandole la guancia con due dita. «Ma ti prego» e con le stesse, le racchiuse il mento.

«Ti prego bambina, non abbandonarmi più..»

Continua-

[*1] Il Mistero di Sleepy Hallow, uscì nel 1999 ma fu premiato nel 2000. Regia di Tim Burton e protagonista Johnny Depp e Christina Ricci.

La vita di Johnny non è completamente inerente alla realtà: nel 2000 lui era insieme a Vanessa ma la crisi è creata da me. Il fatto però della sua corte sfrenata e di Kate Moss, è vero.

Spazio Autrice:

Eccolo qui, l'ultimo scorcio del racconto.
Spero di essere stata dritta e coincisa. Natalie non è la classica protagonista, dove tutti pendono dalle sue labbra.
Che ne pensate di Depp e del suo ruolo?
Per il resto, scusate se non è lungo ma come ho già premesso ad inizio capitolo, stata una mia precisa scelta.
Vi aspetto qua sotto con i vostri pareri, sapete quanto tengo avere discussioni introspettive con voi.
I love u all girl.

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