𝙰𝚝𝚝𝚒𝚖𝚒 {𝟛/𝟝}
I due ordinarono la medesima pietanza, ovvero la buonissima ratatouille, a base interamente di verdure. Esso era un piatto ricco di colori sgargianti e di origine francese - cucina che al cantante, non faceva letteralmente impazzire, bensí preferiva quella italiana o messicana.
Sorseggiarono del buon vino bianco, mentre intrapresero una lunga discussione su chi era la celebrità, prima di divenire tale.
Aveva iniziato a raccontarle di lui, agitando un poco le mani in aria mente narrava il corso della sua storia. Era il settimo di dieci figli, di una famiglia di origine afroamericana. La madre, di nome Katherine - era una fedele e devota testimone di Geova - mentre il padre, Joseph, era un semplice operaio di un'acciaieria mentre in gioventù, era stato anche il chitarrista dei Falcons, un semplice gruppo amatoriale.
«Ma devo tutto a mio padre dopotutto, nonostante il nostro rapporto conflittuale.» continuava, virando le sue iridi scure e penetranti, in qualche parte remota del posto circostante. «Era molto severo e delle volte arrivava a menarci con la cinghia.» ammise, sfregando i palmi delle mani sui suoi pantaloni di velluto. «Pretendeva educazione e buon senso e ci obbligava a provare ogni giorno a qualsiasi ora e quindi io ero estremamente terrorizzato da lui.» emanó un sospiro, ricordando quei momenti orrendi che non si augurano a nessuno bambino, di dover passare.
«Sono nato e cresciuto sul palco, è praticamente la mia seconda casa. Lì sopra, riesco ad essere pianamente me stesso. Mi è stato insegnato così, non posso farci niente.»
«Era un uomo piuttosto dispotico.» precisò Natalie, con un'espressione cupa e torva, iniziando a provare un sentimento di dispiacere nei confronti di quell'uomo che di sofferenze, ne aveva passate molte per arrivare a quello che ad oggi era.
«Abbastanza.»
La ragazza alzò di poco il calice che teneva in mano, alludendo a un mini brindisi da fare insieme al cantante, il quale accettò ben volentieri.
«Questo posto..» gli disse lei, virando la sua attenzione altrove. «È davvero meraviglioso.»
«Lo so, l'ho scelto apposta per questa dolce cena in tua compagnia, Nat.»
Gli sorrise caldamente, prime di racchiudere tra i suoi palmi, la sua grande mano in segno di gratitudine.
«Raccontami dei tuoi bambini, se ti va.»
Michael ebbe un brivido lungo la schiena, a quella dolce richiesta da parte di quella fanciulla; dopotutto mai nessuna si era interessata alla sua famiglia. Si strinse un poco nelle spalle, prima di prendere parola.
«Allora..» aggiunse, posando l'indice sul mento. «Prince ha compiuto due anni ad aprile, mentre la piccola Paris, la principessa di papà..» precisò, ridendo sommessamente. «Un anno ed è ancora un piccolo scricciolo, con i suoi occhi grandi ed azzurri.»
«Lo immagino, saranno meravigliosi.»
«Si e trovo bellissimo che mia figlia, abbia lo stesso colore dei tuoi occhi! Mi riempie il cuore di gioia ogni volta che mi perdo nelle tue iridi chiare e profonde, estremamente comunicative.»
«Oh Michael ne sono davvero onorata.» gli rispose, arrossendo di poco sulle gote, intravedendo l'uomo muoversi un poco col busto, mentre prese dal taschino della sua giacca appoggiata sulla sedia, una piccola fotografia. Lo raffigurava con i suoi due bambini, entrambe stretti tra le sue braccia.
«Eccoli qui» mormorò, mostrando il pezzo di carta alla ragazza, la quale ne rimase rapita completamente.
«Sono davvero meravigliosi, io..»
«Tu?» le domandò, fiero e curioso.
«Io adoro i bambini, in ogni loro espressione, dimensione ed età. E sono davvero belli come il loro papà.» concluse, mostrando un dolce sorriso sincero.
«Ne sono felice, Nat e ti ringrazio del dolce complimento.»
La ragazza gli ridiede la fotografia, dando un ultimo sguardo ad essa. Fu completamente meravigliata dalla bellezza di quei fanciulli minuti dalla folta chioma bionda ed occhi grandi.
«Ti piacerebbe un giorno conoscerli?» le domandò, sicuro di se, estasiato di aver trovato il coraggio di porle quella domanda. E dopotutto per lui era anche insolito chiedere a qualcuna di vedere i suoi figli.
Ne era geloso e mai aveva chiesto a qualcuno tale richiesta, ma sentiva che lei fosse la ragazza giusta.
«Mike, mi piacerebbe tanto davvero.» rispose, battendo le mani in segno di completa trepidazione.
«Perfetto, così sarà allora.» concluse ammiccando un sorriso e alzandosi in piedi, porgendo la sua mano alla ragazza per avvicinarla al suo corpo. Entrambi si sedettero sul divano presente nel grande ristorante, intenti a godersi quella serata colma di sorprese e dolci discorsi.
Lei si strinse al suo corpo, posando il viso sulla spalla dell'uomo. Con le dita tastava i lineamenti marcati del suo volto, delineando la sua mascella, i suoi zigomi e il suo naso. Sorrise quando vide che quest'ultimo fosse leggermente ritoccato dalla chirurgia.
Michael si abbandonò a quel dolce contatto, circondando la vita della ragazza con il braccio destro ed accarezzando con la sua mano, il fianco della fanciulla.
«In questo preciso istante, desidero rimanere qui per sempre.» gli confessò, chiudendo di poco gli occhi, mentre le labbra del moro si posavano di tanto in tanto tra i suoi capelli, lasciando su di essi, piccoli baci muti.
«Anch'io, mi sento davvero bene insieme a te.»
«Vale lo stesso per me Michael, credimi.»
Lui emanó un sospiro di risposta, dopotutto desiderava con tutto se stesso crederle. Voleva credere a quelle dolci parole di quella fanciulla, ma la sua anima tormentata e la sua vita caotica, non glielo permettevano. Non sempre, per lo meno.
Il pensiero che dopo quei tre giorni, si sarebbero dovuti allontanare per non si sa quanto tempo, lo premeva nel suo più profondo animo ed era anche consapevole che entrambi avevano la propria quotidianità da riprendere e mandare avanti, senza la presenza dell'altro.
Dopotutto lei era di un altro; i quali entrambi erano due comuni e semplici persone dedite ai propri sogni e con un passato in comune, liberi completamente di viversi e condurre così una vita insieme. Lui invece, nonostante desiderasse una semplice esistenza normale, non poteva. Questo a causa del suo nome, del suo successo, della sua persona e della sua fama.
«Non mi credi?» gli chiese lei, notando il suo eccessivo cambio di umore.
Il cantante rimase nuovamente in silenzio - annullando quel dolce contatto che si era venuto a creare tra di loro, pervaso per un istante dai suoi demoni interiori che mai lo abbandonavano. «Vorrei crederti Nat, ci sto provando con tutto me stesso.» le confidò, posando i gomiti sulle sue ginocchia mentre manteneva lo sguardo rivolto verso l'ignoto.
«Ma?»
«Ma sono anche consapevole che entrambi torneremo alla nostra normale quotidianità tra qualche giorno e tu sei già una ragazza impegnata per quanto ne so! Secondo i tuoi racconti..» aggiunse, leggermente scosso a quel pensiero di non poter avere quella ragazza, completamente per se. «Ed io non potrei mai darti una normale vita, colma di spensieratezza e felicità.»
«Michael, perché non ci viviamo il momento?» le domandò, passando le sue dita sulla pelle calda del suo collo, intenta a farlo voltare verso di lei a fine che le loro iridi potessero incontrarsi ancora.
Lui sbuffó, inumidendosi il labbro inferiore con la lingua, socchiudendo di poco gli occhi. «Dovrei imparare a farlo, lo so.» mormorò. «Ma è così difficile per me che..»
Lei possò l'indice sulla morbida e piena bocca del cantante, interrompendo così il suo discorso. Lui la saettò con lo sguardo, ridendo appena. «Stavo diventando la classica celebrità che si piange addosso?» domandò.
«Leggermente.» scherzò la ragazza, avvolgendo il cantante tra le sue braccia a fine di dare nuovamente inizio a quel dolce contatto che si era interrotto pochi istanti prima.
Rimasero insieme, intenti a scrutare l'immenso cielo scuro, avvolti in una calorosa ma potente stretta salda. Michael ispirò e propose di tornare nuovamente in albergo dato che ormai si era fatta tarda notte.
Camminava l'uno di fianco all'altro, mano nella mano ed il suo cuore, pompava il sangue ad un ritmo risoluto mentre i suoi occhi vagano verso l'ignoto -alla ricerca del coraggio- che tanto gli mancava.
Il cantante protese le braccia verso la vita della ragazza, attirandola poi a se ed avvicinando in modo pericoloso il suo viso a quello di lei.
Natalie sobbalzò quando la sua schiena si scontrò contro la fredda parete di marmo e le sue mani si posarono sull'addome dell'uomo.
«Mi-Michael.» balbettò, totalmente pervasa dalla completa situazione di imbarazzo che si era venuta a creare. Quest'ultimo invece, in totale silenzio fissava con acuta attenzione le sue labbra carnose e leggermente schiuse.
Si morse le proprie, accusando un leggero tepore spargersi su entrambe le gote -e l'eccelso desiderio di baciarla- quel bramante bisogno, si fece strada dentro di lui.
«Natalie» disse, con voce roca ed il fiato corto mentre una grande mano si posò sulla parete, all'altezza del volto della fanciulla. «V-volevo dirti..» continuava, balbettando un poco nonostante le eccessive bandate di calore prendere possesso del suo corpo. Con le sue iridi studiava i mille modi per possedere una volta per tutte quelle meravigliose labbra. «Ri-ricordati la maschera, p-potrebbero esserci i paparazzi qua fuori.» concluse, tentando di ritornare in se - mentre quest'ultima eseguí l'ordine nell'istante dopo, sorridendo appena.
«D'accordo» gli rispose, posizionando in maniera corretta la mascherina del cantante sul suo viso.
Il moro le fece l'occhiolino ed entrambi, uscirono dal ristorante per poi salire nuovamente nel mezzo che li avrebbe ricondotti in albergo. Entrambi non proferirono parola e lei era ancora scossa da quella reazione così strana e intrigante da parte del cantante, mentre quest'ultimo ancora si malediceva di non essersi buttato. Ma sopratutto di non aver fatto sue quelle labbra che tanto bramava.
La mente di Natalie era un continuo rimuginare sulla giusta azione da compiere e su cosa invece era completamente sbagliato. Poco le importava però, a tal punto da prendere nuovamente parola appena arrivarono davanti alla sua stanza.
«Rimani con me, questa notte?» gli domandò, con aria speranzosa mentre protese le braccia verso l'uomo.
«C-con te?» balbettò quest'ultimo, leggermente sorpreso.
«È quello che ho detto.»
«Ne sei sicura?»
«Mai stata così sicura.» mormorò, aprendo la porta. «Allora cosa decidi?» continuava, facendosi strada nella stanza. «Rimani?»
L'uomo che aveva davanti, titubò un poco prima di accettare quella proposta che però, ne fu estremamente felice di poter accogliere. La imitò intravedendo la fanciulla smanettare con il telefono, prima di infilarsi la sua adorabile e delicata camicia da notte.
Dopotutto Natalie - decise di rimandare la fatidica telefonata al suo ragazzo - decidendo così, di dedicarsi a pieno a quell'uomo più grande ma completamente intrigante che aveva davanti.
Si stese sul morbido materasso, invitando lui a fare lo stesso ed entrambi, dopo un delicato scambio di parole si addormentarono cullati dal battito dei loro cuori.
❀ ❀
Ed era lì, davanti a lui, in tutta la sua completa bellezza, mentre ballava sinuosa e provocante. Natalie, completamente pervasa dal desiderio di possedere anch'ella - quell'uomo, gli girò intorno posando le sue mani, sulle spalle di lui.
Quell'ultimo era seduto su una sedia di ciliegio ed entrambi, erano soli in quelle quattro mura.
Ella si tolse mano a mano la biancheria intima, rimanendo completamente nuda dinnanzi agli occhi del cantante che, leggermente eccitato, la accolse ben volentieri tra le sue braccia.
«Natalie s-sei bellissima.» balbettava l'uomo, mentre i seni tondi e non esageratamente prosperosi di quella fanciulla, erano appoggiati sul suo addome e le sue mani grandi finirono sul suo fondoschiena, iniziando a stringerlo piano.
Le labbra di lei, si avvicinarono pericolosamente a quelle della celebrità il quale, si morse quello inferiore per dare un freno alla sua voglia incessabile di possederla. Lei si posizionò tra le sue gambe, accarezzando con le sue dita affusolate la pelle calda del suo collo schioccando leggeri baci casti di essa.
«Sei così bello, Mike! Ti desidero così tanto.» gli diceva lei, tra un bacio e l'altro - mentre lui palpava per bene il suo fondoschiena perfetto.
La strinse a se, iniziando a divorare con estrema cura e possessione l'incavo tra la mandibola e la spalla destra, scoperto dai suoi lunghi capelli biondi e lei gemette, schiudendo un poco le labbra, quando lui le circondò entrambi i seni con le mani.
«Na-Natalie» sussurrava l'uomo, aprendo di colpo gli occhi ritrovandosi sul letto, ancora completamente vestito ed il respiro accelerato. «Ma c-che..» continuava, portando una mano alla tempia, intravedendo la dolce fanciulla ancora dormiente, con tutti i capi addosso.
«Oh cazzo.» imprecò sotto voce, accorgendosi di aver sognato quel momento così intenso e passionale, che tanto bramava.
Si tolse la camicia sudata, abbassando di poco lo sguardo verso il cavallo dei suoi pantaloni, arrossendo appena. Dopotutto era un uomo ed era normale che dopo un sogno del genere, era visibilmente eccitato.
Raggiunse la finestra della stanza, aspirando a pieni polmoni la dolce aria fresca di inizio estate, maledicendosi in quanto era consapevole che stava letteralmente perdendo la testa per quella fanciulla dagli occhi blue.
Dopotutto gli era sembrato così vero: lei, completamente nuda su di lui in quella dolce danza di sussurri e gemiti, con le sue mani piazzate sui suoi seni tondi. Le labbra di lei calde e burrose lungo tutto il perimetro della sua mandibola ben squadrata.
«Oh Nat - Nat, cosa mi stai facendo» continuava a dire, sempre con tono di voce basso, mentre guardava l'orizzonte in cerca di una plausibile risposta che avrebbe salvato entrambi dal quel vortice di sensazioni che ben presto, li avrebbe risucchiati.
Quest'ultima tuttavia, ancora dormiva beata leggermente coperta dal lenzuolo bianco, mentre tastava la parte di letto vicino a lei. L'uomo se ne accorse e nell'istante dopo si era preoccupato di riposizionarsi al suo fianco, avvolgendola nuovamente tra le sue braccia. Con dolcezza le baciava la fronte, le guance, e l'angolo della bocca -desideroso come non mai, di far sue quelle dolci labbra.
Lei schiuse gli occhi focalizzando appena la figura dell'uomo accanto a lei e sorridendo appena, lo strinse nuovamente a se, prima di richiuderli ancora. Il cantante ammiccò un sorriso sghembo per poi imitarla e cadere per l'ennesima volta, tra le braccia di Morfeo vicino alla sua dama.
[...]
Parigi - 29 Giugno 1999
Il giorno successivo, Michael era corso nella sua suite per non destare ulteriori sospetti con il resto del suo entourage; un poco divertito dalle plausibili domande che presto, gli avrebbe fatto il suo giovane amico Frank.
«Dannazione Mike, siete su tutti i giornali.» prese parola l'altro, posizionando la rivista cartacea davanti agli occhi del cantante il quale ammiccò un sorriso sommesso, alzando gli occhi al cielo.
«Lo so, ci sono abituato.» gli rispose con voce triste e bassa, terrorizzato dalla possibile reazione della ragazza alla vista di quel giornale.
«Vi siete divertiti almeno - piccioncini?» continuava l'altro, estremamente curioso in volto.
L'uomo scosse la testa a mo' di consenso, mentre leggeva il titolo sopra riportato: Il re del pop insieme alla sua nuova fiamma lesse, con sotto una foto di lui coperto mano nella mano con Natalie, fortunatamente ben nascosta anche lei.
«Ehy, popstar.» lo interruppe il fanciullo, posizionando la mano sopra il giornale, impedendogli così di continuare a leggere. «Mi vuoi raccontare invece di leggere queste cazzate?» lo canzonò.
«È andata bene Frank, cosa vuoi che ti dica? Abbiamo cenato, parlato molto, ci siamo raccontati..» disse, agitando di poco le mani in aria. «E stavo per baciarla ma non ho avuto coraggio e mi sono tirato indietro!» concluse, sospirando appena.
Frank rise sommessamente, intravedendo Bonnie entrare nella stanza, intenta a massaggiare il cantante.
«Oggi no Bonnie! Ho molto dolore ancora e non sono perfettamente dell'umore.» le disse, sorridendole appena.
«Oh..» sospirò la ragazza bruna, portando le mani al viso. «È tutto okay, Sign. Jackson?» domandò, intravedendo la rivista che aveva tra le mani.
L'uomo virò lo sguardo verso il suo manager, completamente interessato e perso per quella fanciulla. Prese parola, spiegò la situazione che turbava leggermente il cantante. «Natalie e Michael sono finiti in prima pagina..» iniziò a spiegare, con nonchalance. «Ma fortunatamente Michael ha giocato di astuzia e ha protetto Natalie, facendo si che lei indossasse una maschera! In questo modo i paparazzi non sono riusciti a riconoscere la sua identità..»
«Oh..» sospirò Bonnie. «E adesso?»
«Niente! Credono che abbia una storia con una ragazza sconosciuta, probabilmente pensano che sia una scappatella con qualche mia fan!» inspirò, laconico. «Pensano che io sia un uomo bastardo e non fedele al mio matrimonio ormai giunto a termine.» concluse leggermente scosso e stanco di quelle vicissitudini.
«Ma sappiamo che non è così..» sussurrò Bonnie, stringendosi a Frank.
«No, non è così infatti.» disse quest'ultimo. «Ma popstar alla fine poteva andarti peggio! Invece la ragazza è salva e siete stati bene, quindi non vedo perché devi tenere quel muso lungo!» ribattè il ragazzo, dando una pacca sulla spalla all'uomo dalla chioma corvina.
«Dannazione Frank! Perché non posso avere una vita normale? Perché devono pubblicare qualsiasi mio minimo spostamento?» imprecò poi.
«Perché amico, insomma sei Michael Jackson! Il tuo nome è sulla bocca di tutti!»
«Dannazione.» sbuffò nuovamente l'uomo, abbandonandosi sulla sua poltrona in pelle quando la sua attenzione fu destata da un leggero bussare.
«Apri, Frank.» ordinò.
Natalie intravide Frank, mentre anch'ella stringeva tra le mani la rivista che raffigurava lei con la celebrità, in prima pagina.
«Nat..» disse il piccolo Cascio, facendola accomodare nella comoda suite.
«Oh, Nat..» mormorò il cantante, alzando di poco il busto quando vide quella fanciulla, scossa e dagli occhi leggermente arrossati.
«Natalie è tutto okay?» le domandò invece Bonnie, affiancandosi al suo corpo teso.
«Si-siamo finiti in prima pagina.» sussurrò, saettando con lo sguardo la celebrità. Era avidamente scosso ed abbassò il capo a mo' di scuse.
«Si, lo so.» le disse, virando nuovamente il suo sguardo altrove.
«Oh andiamo ragazzi» prese parola Frank, mettendosi in mezzo tra i due che tentavano di guardarsi. «Okay, è bizzarro finire in prima pagina al primo appuntamento per giunta! Ma insomma..» continuava, virando lo sguardo verso l'amico. «Tu Mike sapevi che sarebbe successo, ci sei dentro da tutta la vita!» aggiunse, rivolgendosi al bruno. «E tu Nat sta tranquilla, non si capisce minimamente che sei tu!» la rassicurò, con un sorriso gentile.
La ragazza si strinse all'amica, portando una mano alla fronte mentre pensava e rimuginava su quella dannata copertina che la ritraeva insieme al cantante. Era preoccupata dal fatto che quel povero ragazzo che scalpitante la stava aspettando a casa, potesse riconoscerla e rimanerci male. Tuttavia era cosciente di avere delle colpe, concedendosi completamente a quel benessere insieme a quell'uomo, che la intrigava come non mai.
Michael la saettò con lo sguardo, scattando in piedi intento a raggiungerla quando la intravide dirigersi fuori da quella stanza ancora sconvolta.
La ragazza doveva rispondere a quella chiamata. Il telefono le vibrava e lei non poteva rimandare, non ancora.
«Natalie, aspetta..» disse l'uomo, una volta fuori dalla sua suite. La vide arrossire ed abbassare il suo sguardo perso ed attonito.
«Michael, non posso davvero..»
«Ti prego non voltarmi le spalle, nessuno ti ha riconosciuta! E questo posso giurartelo!» la interruppe, con voce supplichevole.
«Lo so, infatti è tutto apposto! Solamente che ho bisogno un attimo dei miei spazi, nonostante io sia stata benissimo ieri sera e questa notte con te.»
«I tuoi spazi?» le chiese, leggermente ferito da quella frase, tutt'altro che carina e dolce.
La ragazza affermò con il capo. «Mi dispiace Michael, ora devo andare-» fece spallucce, dondolandosi sui talloni. «Non posso rimandare, questa è una chiamata importante.» concluse, voltando le spalle a quell'uomo.
❀ ❀
«Klaus, perdonami ieri abbiamo provato finito a tardi.» mentí, portando il telefono vicino al suo minuto orecchio leggermente preoccupata che quel ragazzo, potesse averla riconosciuta su quella dannata copertina.
«Non preoccuparti Nat, stai lavorando e lo capisco.» le rispose invece, con estrema dolcezza e gratitudine come era solito fare. «Come stai?» aggiunse.
La ragazza sospirò. «Tutto bene, è una bellissima giornata qua a Parigi ed ora mi sto riposando al bar.» disse, sedendosi infatti su un divanetto color verde. Era completamente sola, ed era riuscita a sfuggire dalle grinfie del cantante il quale rimase nella sua suite, totalmente solo e perso nei suoi innumerevoli pensieri.
Bonnie e Frank si erano congedati a fine di lasciarlo tranquillo a pensare, mentre lui rimuginava sull'atteggiamento sfuggente di Natalie con in mano il cellulare che squillava.
'Molto probabilmente era lui.' pensava, alludendo a quel ragazzo di cui non conosceva per niente l'aspetto al quale però, apparteneva il cuore della fanciulla.
Prese nuovamente tra le mani la dannata rivista. Lesse ancora il titolo con estremo disgusto mentre malediceva quel giornalista che l'avevo messo per l'ennesima volta, in copertina.
Sapeva che appena si sarebbe esposto, lo avrebbero divorato vivo, come fanno le iene appena il leone si allontana dalla propria preda. Ma che poteva farci? Cosa poteva farci, quel povero uomo che desiderava solo poter amare ed essere amato?
Ed eccolo lì invece, ancora una volta, a sentirsi il nulla dopo aver provato la celestiale sensazione di tornare a respirare ancora.
Desiderava solo avere una vita normale, non essere conosciuto e avere così la possibilità di poter fare ciò che più voleva e bramava fare. Ma dopotutto, come poteva?
Se solo l'avesse baciata, posseduta. Se solo avesse perso ancora di più la testa, non sarebbe stato più capace di tornare indietro.
Sospirava mentre teneva lo sguardo fisso verso l'ignoto di quella stanza buia e silenziosa, laddove solo il suo telefono vibrava sommessamente.
«Debbie, cosa c'è?» rispose con tono rude, sbuffando appena. Consapevole del fatto che la moglie, era pronta per la sua ennesima ramanzina nonostante sapesse che il cantante non provasse più niente nei suoi confronti.
«Te la fai ancora con le tue fan Mike, davvero?»
«Non era un fan ma era..» sbuffò nuovamente il cantante, desideroso di urlare e di rivelare al mondo intero di essersi quasi innamorato di una comune ragazza, nonchè bellissima e giovane, americana.
«Non importa, chiunque essa fosse - ma non demordi mai, potresti almeno aspettare il divorzio prima di mostrarti in pubblico o no?» lo canzonò la donna a telefono.
«Giá.» sbuffò ancora la celebrità. «Hai ragione, Deb.» ammise, con totale ed estrema nonchalance.
Natalie chiuse la chiamata con quel ragazzo dall'animo buono e candido, ancora in completa confusione con i suoi galoppanti sentimenti. Ma mano a mano passavano le ore, questi aumentavano nei confronti del moro che aveva congedando in malo modo.
Raggiunse nuovamente la sua stanza, bussando appena ed intravedendo così, Bill fare perfettamente la guardia e sorriderle.
«È impegnato con una chiamata, presto ti aprirà signorina Natalie.» disse, con tono gentile.
«D'accordo, grazie Bill.»
La celebrità infatti aprí la porta mentre manteneva l'accessa discussione con sua moglie ed intravedendo la giovane sull'uscio della porta, le fece cenno con la testa di entrare.
Natalie fece come le era stato ordinando, chiudendo la porta alle sue spalle e con nonchalance mista ad imbarazzo, si sedette sul morbido materasso in attesa dell'attenzione del cantante.
«Deb, devo andare ora! Ho del lavoro da sbrigare.» disse l'uomo, con voce schietta prima di congedare la chiamata e saettare con le sue iridi nere la fanciulla.
«E i tuoi spazi?» domandò, mantenendo sempre un tono duro e stizzito.
«Michael ero scossa e preoccupata! Non capita tutti i giorni di finire in prima pagina!» rispose, agitando di poco le mani. «Beh, per lo meno non a me!»aggiunse, alludendo al fatto che l'uomo dinnanzi a lei fosse la celebrità più importante del momento.
«Ah-Ah» mugolò. «Beh, potevi spiegarti invece di comportanti da bambina e trattarmi in quel modo! Come se quello che è successo, fosse davvero colpa mia!» la canzonò, sedendosi al suo fianco.
«Lo so, ho sbagliato, ti chiedo scusa..» ammise, ammiccando un sorriso. «Come sta tua moglie?» domandò, con piena curiosità.
«Bene! Mi ha solo rimproverato perché desidera che io aspetti il divorzio prima di farmi vedere in giro, in compagnia di altre ragazze.»
«Beh, tutti i torti non li ha.» mormorò Natalie, ridendo sommessamente.
«Ora anche tu, prendi la sua parte?» rispose l'altro, accennando un risolino.
Lei gli diede un leggero spintone, per poi appoggiare il suo volto alla spalla di lui. «È davvero complicato essere te, credo.» ammise, prendendo una mano del cantante tra le sue.
«Lo è.» rispose. «Però vorrei proporti un'idea bizzarra, per dimenticarci di tutto questo» aggiunse, grattandosi la nuca ricoperta dai ricci.
«Ovvero?»
«Stavo pensando..ti andrebbe di andare a Disneyland domani?» le propose, ammiccando un sorriso a trentadue denti. Era scalpitante come non mai di ricevere una risposta positiva da parte di quella bellissima e caparbia ragazza dalla folta chioma bionda.
Continua-
[Revisionato il: 02/08/2021]
Spazio Autrice:
So di essere sparita - ma tre giorni buoni ci ho messo per scrivere questo capitolo. Spero sia di vostro gradimento - come sempre, vi aspetto qua sotto nei commenti.
I love u all.
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