Capitolo I. Ricordi nella pioggia
Musica consigliata: "Forever you said" di Peter Gundry.
https://youtu.be/qdEV-MpgNm0
La pioggia continuava a imperversare ormai da quasi due giorni. Inizialmente avevano scelto di ignorarla e di proseguire il viaggio, ma quando le precipitazioni si erano fatte particolarmente pungenti e implacabili si erano visti costretti a sospendere il cammino e a trovare riparo.
Non ci sarebbe stato alcun problema, se solo non si fosse considerato un piccolo dettaglio: avevano lasciato il mondo umano da ormai quasi quattro mesi. Sembrava esser trascorsa un'eternità e sia Iago che Frederick cominciavano a percepire che Kyran si avvicinava sempre di più al pericolo.
Il tempo passava, forse stava scadendo e ancora non erano riusciti neppure ad attraversare le acque dell'Oceano di Cristallo, né tantomeno superare le sue correnti per entrare in quelle del Mare Græberdan, molto più difficile da domare perché perennemente squassato da tempeste, gorghi di grandi proporzioni e mostri celati nelle sue profondità che risalivano subito, non appena avvertivano la presenza degli stolti di turno.
Inizialmente il tempo per riposare che si erano concessi era stato molto breve, una pausa ogni quattro giorni di cammino, poi però Alex aveva cominciato a dare segni di peggioramento, ancora e ancora. Non era più lo stesso vampiro che era partito alla volta di Sverthian, la sua situazione era in caduta libera. Andrew si era illuso pensando che non sarebbe peggiorato.
Trattenne un sospiro e distolse gli occhi dalla pioggia incessante che andava riempiendo di pozzanghere il terreno fuori dalla grotta.
Lì dentro era umido, certo, ma sempre meglio che stare sotto quel putiferio a inzaccherarsi.
I suoi occhi verde opaco, specchi della stanchezza che iniziava ad avere la meglio, si posarono sul fidanzato.
Gli aveva detto di cercare di riposare un po', ma come al solito era servito a ben poco.
Alex non voleva più saperne di dormire, neppure per dieci minuti. Restava sempre vigile e per quelli della loro specie che non vantavano origini antiche era difficile non permettere all'assenza di riposo di mostrarsi anche nel fisico.
Durante quei mesi di viaggio avevano fatto una scoperta buona e cattiva allo stesso tempo: Alex pareva immune alle tossine contenute nel sangue degli Efialti, tossine che in teoria portavano molte creature sovrannaturali all'intossicazione e — nei casi più gravi — persino alla morte; era successo per caso, per disperazione, perché nei paraggi non c'era nulla di cui nutrirsi e il cibo normale non dava alcun beneficio.
Malgrado la reticenza di Iago, Alex aveva deciso di fare di sua spontanea volontà un tentativo e aveva preso un po' del sangue dell'Efialte.
Per stare sicuri, poi, avevano atteso qualche ora, finché non si erano resi conto che non ci sarebbe stato alcun effetto negativo. Non c'era voluto molto prima che Lex, contento come ormai raramente lo si poteva vedere, corresse da Andrew e lo convincesse a nutrirsi attraverso di lui.
La morale finale di tutto era la seguente: Alex era immune alle tossine, riusciva in un certo senso a filtrarle e neutralizzarle, ma da un po' di tempo sembrava voler sostentarsi solo per placare la sete di Andrew e far restare lui in forze, anziché la propria persona.
Questo Andy aveva iniziato a pensarlo dopo aver capito che Alex non si nutriva mai dopo aver sfamato lui, né in giorni diversi da quelli in cui magari lui doveva per forza ricaricarsi.
L'energia che acquisiva la cedeva subito a Drew, come se gli importasse solo ed unicamente di vederlo star bene, di assicurarsi che non morisse di fame.
Quella situazione stava diventando uno strazio insostenibile e Lex faceva di tutto pur di non parlarne veramente e nelle poche occasioni in cui si sarebbe potuta intavolare una conversazione si limitava a restare in silenzio e per conto proprio.
Continuava a isolarsi, quando si fermavano per la notte per consentire a Rick di riposare Alex si metteva in disparte e restava in silenzio, con lo sguardo perso nel vuoto. La sua battaglia nell'ombra contro i ripetuti e ormai quasi quotidiani attacchi psichici di Grober pareva non finire mai, essere sì e no un qualcosa di perenne.
Di quel passo Alex si sarebbe distrutto da solo e ormai neanche Andrew riusciva a penetrare nella sua fitta e soffocante rete di pensieri e paure.
Sembrava sempre in ascolto di qualcosa che solo lui poteva sentire, o vedere immagini visibili solamente ai suoi di occhi.
Per Andrew era uno strazio vederlo in quelle condizioni, come lo era per gli altri.
Deglutì e lanciò una rapida occhiata a Iago, il quale come lui aveva scelto di restar sveglio e di stare di guardia.
Ormai era diventata una routine, dato che spesso era capitato loro di ricevere attenzioni sgradite da parte di creature visibilmente alleate con Grober.
Come avevano avuto modo di notare, le schiere di quel bastardo criminale presentavano una specie di simbolo che pareva marchiato a fuoco nella pelle, a volte sul braccio e altre invece sul collo: un cerchio con all'interno qualcosa a metà fra una goccia e una spirale.
Che cosa significasse non gli era dato saperlo, ma avevano imparato a temere e detestare quel marchio maledetto.
Sapendo che sarebbe stato inutile cercare di convincere Alex a dormire almeno per qualche ora, Andrew si alzò e raggiunse Iago, sedendoglisi accanto.
La gelida aria mista a pioggia si sentiva in maniera chiara, erano molto vicini all'uscita della caverna.
Di nuovo un tuono rimbombò nel cielo, seguito da fulmini che schioccarono come assordanti e luminose fruste.
Drew si accorse di un particolare che fra una cosa e l'altra aveva pressoché ignorato: i capelli dell'Efialte non erano più corvini in modo uniforme, ma attraversati da argento sottile, oltre ad essersi allungati di molto.
Aveva l'aria di un guerriero venuto dal passato, vissuto in epoche molto più remote di quella. Insieme alla barba forniva un quadro generale che ispirava rispettabilità, in un certo senso, e tanta maturità.
Tutti loro erano cambiati, di tempo per curarsi dell'aspetto non ne avevano granché.
«Oggi sei più taciturno e cupo del solito» osservò il vampiro, sottraendo ai pensieri l'Efialte.
Iago si riscosse e deglutì, poi sembrò convincersi e recuperò qualcosa dalla borsa da viaggio, passandola a Andrew.
Si trattava di un piccolo rotolo di carta, uno di quelli che ogni tanto vedeva giungere nelle piccole fauci di Fenris, il Pheryon di Iago.
Lo distese e lesse, sbattendo le palpebre con fare stupito.
«Ah, però! Cynder non era innocente come pensavamo, a quanto pare!» esclamò, cercando di suonare allegro, o almeno spiritoso, ma l'espressione dell'altro scoraggiò subito quel tentativo.
Andy gli restituì il messaggio. «Cosa ti angoscia?»
«Stai scherzando, vero?» rimbeccò duramente l'Efialte. «Andrew, siamo in guerra! Non è proprio il momento adatto per metter su famiglia! Cynder e Skyler hanno già abbastanza rogne alle quali pensare tutti i santi giorni! Conoscendolo, quel ragazzo adesso sarà nel panico!»
Drew si passò due dita sugli occhi. «Quanto la fai lunga! È solo una gravidanza e prima o poi poteva accadere!»
«Non mi risulta che Skyler...»
«Skyler e mia sorella hanno un matrimonio a dir poco immacolato. Anche i sassi sanno che l'unico letto visitato da mio cugino è quello di Brian! Cristo santo, Iago, dacci un taglio!» protestò il vampiro, la voce fattasi quasi stridula per l'esasperazione. «Cynder è più sveglio e responsabile di quel che si possa pensare, vedrai che lui e sua moglie se la caveranno!»
«E se il mondo e Obyria andassero in pezzi come Grober vuole che facciano? A quel punto a cosa sarà servito far nascere l'ennesima creatura innocente destinata a essere spazzata via?»
Andy scoccò un'occhiata gelida all'Efialte. Non lo sopportava quando faceva così, parola sua.
«Parli come se avessimo già perso.»
Iago strinse le labbra e accennò brusco ad Alex, poi abbassò la voce: «Guardalo, Andrew! Quanto ancora pensi che potrà andare avanti? Lo sta distruggendo, dentro e fuori! Non si nutre, non dorme e quest'ultima settimana ci sono stati tre episodi di sonnambulismo, tre, e sempre con annesse situazioni pericolose e possibilmente letali per lui! Grober sta cercando di eliminarlo ad ogni costo, lo mette a rischio di continuo!».
Pareva a un passo dalle lacrime.
«Io... Io non ce la faccio più a vederlo così, Andrew! È troppo!»
«Allora cosa vorresti fare, sentiamo? Che facciamo, dimmi? Lo uccidiamo prima noi? Dopo quello che hai detto, sta' pur sicuro che potrebbe pensarci da solo!»
Iago fece per replicare e per giunta malamente, ma cambiò idea quando udì qualcuno avvicinarsi a loro.
«Zio, che succede?»
Si voltò a guardare Frederick, ma Andrew lo batté sul tempo e replicò: «Nulla, è che... be', lo vedi da solo». Accennò al fidanzato. «Non sappiamo cosa fare per farlo stare meglio.»
«Sicuri non ci sia altro?» Rick come al solito si dimostrò fin troppo sveglio per farsi fregare.
Andrew, dunque, gli comunicò la notizia che a rigor di logica sarebbe dovuta esser lieta. La nascita del primo erede di Cynder avrebbe dovuto risollevare anche gli animi, non c'era nulla di più bello di una nuova vita che veniva al mondo in un momento di odio e oscurità come quello, eppure Iago la pensava diversamente.
Frederick sorrise. «Finalmente una buona cosa, dopo mesi di angoscia» commentò sincero, per poi lanciare un'occhiataccia a Iago che con evidenza era in disaccordo. «A mio parere dovremmo accogliere con felicità questo evento, zio. La nascita di quel bambino potrebbe restituire a Obyria la speranza che ora le manca.»
«Sempre che Grober non decida di fare un'altra entrata in scena delle sue proprio il giorno della presentazione ufficiale del marmocchio» gli rispose per le rime l'Efialte. «Sai che festa allegra, poi! Più delle nozze di Skyler e Samantha!»
Andy sbuffò. «A volte dimentico che siamo amici e torno a detestarti come agli inizi, sai?»
«Detestami quanto ti pare, ciò non cambia che non sia esattamente il momento di mettere al mondo altra possibile carne da macello» tagliò corto Iago, mettendosi in piedi e avvicinandosi all'uscita della grotta. «Vado a fare un giro, almeno per stare sicuri di non ricevere qualche visita poco gradita.»
Prima che suo nipote o Andrew potessero fermarlo e chiedergli dove diamine pensasse di andare con quel tempo da lupi là fuori, era già andato via portandosi dietro la spada.
«Sta diventando più intrattabile che mai.»
Frederick sospirò rattristato e controllò che suo zio fosse effettivamente andato via, prima di decidersi a rivelare in confidenza al vampiro il reale problema: «Non voleva che lo dicessi a te e ad Alex, ma... un paio di settimane fa ha ricevuto un messaggio ed era da parte di Skyler».
Drew annuì. «Continua.»
«Be'... in poche parole gli aveva comunicato una cosa che non ha preso granché bene.»
«Ossia?»
«Zelda... lei...» Rick gesticolò, un po' in difficoltà. «Aspetta un figlio e a quanto pare è mio zio il padre. Lui, come ho detto, non l'ha presa bene e non ha neppure risposto al messaggio, anche se ho cercato di insistere e farlo ragionare. Non vuole saperne niente, dice che secondo lui il bambino è di un altro e Zelda sta facendo tutto solo per manipolarlo. So che la detesta e ha ottime ragioni per farlo, ma io credo che stia davvero esagerando.»
Andrew cercò di riprendersi dal lieve shock, ma non era semplice. Fin troppi erano i motivi che lo spingevano — in maniera un po' perfida e colma di pregiudizi — a pensare che forse avesse ragione Iago.
In fin dei conti Zelda, nonostante avesse dato una mano non indifferente in quei mesi — secondo Skyler, almeno — poteva esser rimasta nel profondo una spietata manipolatrice e quale modo migliore per stringere un cappio attorno al collo di Iago, se non una gravidanza, una vita innocente?
«Cristo santo» esalò. «Ecco perché non si riesce a parlarci, ultimamente. Penso che tra la situazione di Alex e il resto, questa faccenda sia stata la fatidica goccia.»
«Appunto, è quello che penso io, ma lo stesso credo che Zelda stia dicendo la verità.»
«Si sa se alla fine lo abbia tenuto?»
«Sì, nel messaggio Skyler ha spiegato che lei intende portare avanti la gestazione, con o senza l'approvazione e l'interesse di Iago. Un fondo di verità potrebbe esserci, in fin dei conti sono stati insieme.»
Andy fece per rispondere, ma si bloccò e fece sorpreso vedendo che Lex, alla fine, si era assopito.
«Spero solo non faccia di nuovo uno dei soliti incubi. Il fatto che sia crollato è un bene, non poteva andare avanti in quel modo.»
Si alzò e raggiunse il fidanzato, poi lo sollevò delicatamente e sempre facendo piano gli sistemò il capo sulle proprie ginocchia, così da farlo stare un po' più comodo.
Gli passò le dita fra i capelli biondi che ormai erano cresciuti fino a superare le spalle, rendendolo non poco diverso rispetto a quando erano partiti.
Non che non gli donassero, ma... lo inquietava pensare a quanto lui e il suo antenato Richard si somigliassero. Due gocce d'acqua, la cosa era davvero difficile da ignorare e anche accettare.
Sembrava assurdo, ma a preoccupare Andrew era la possibilità che Alexander potesse finire per condividere con il leggendario Principe della Notte non solo l'aspetto fisico, la voce e tanto altro, ma anche il triste destino.
Iago gli aveva raccontato cos'era successo, vicenda narratagli a sua volta da Dario che era presente quella notte di secoli addietro, e la morte per Richard era arrivata all'improvviso e in maniera violenta. Era stato ucciso dallo stesso vampiro che lo aveva creato, ossia Arwin.
Anche Andrew purtroppo si era ritrovato ad avere tale orribile legame con quel mostro, proprio come era successo a Dario, e si chiedeva che razza di uomo fosse diventato a un certo punto Richard per arrivare ad andare d'accordo con un simile mostro.
Il primo Principe della Notte era una figura controversa, in parte avvolta nelle tenebre dei secoli passati e nel mistico alone delle leggende, ma una cosa era certa: aveva avuto una parte fondamentale non solo nelle origini di Obyria, ma anche di quella faccenda dei vari sigilli e delle sgradevoli attenzioni di Grober.
Tutto questo, a distanza di secoli e secoli, era finito per ricadere sulle fragili spalle di Alex.
Più andavano avanti e più Andrew aveva paura, perché Lex pareva indebolirsi man mano che si avvicinavano alla meta.
Non stava bene, riusciva a percepirlo in quanto suo Creatore che con lui condivideva anche un legame amoroso e spirituale, ma pareva quasi che fosse destinato a non poter fare niente per aiutare la persona che amava. Sembrava destinato a vedere Alex soffrire e forse... forse persino spegnersi, per la seconda e ultima volta.
Aveva il costante assillo che quel viaggio sarebbe terminato in tragedia, che sarebbe accaduto qualcosa di irreparabile.
Non capiva perché Alex non voleva farsi aiutare in alcun modo. Tollerava tutto quanto in silenzio, senza lamentarsi né accennare a sfogarsi, neppure per un istante. Vedeva quella pesante croce come il peso che lui e solo lui doveva portare ad ogni costo, senza farsi dare una mano neanche da Andrew.
Le poche volte in cui pareva in vena di star a sentire le tante prediche dei suoi compagni di viaggio, si limitava a piegare le labbra in un flebile sorriso e a dire che non c'era da preoccuparsi. Dava l'impressione di essersi aspettato sin dal principio quelle conseguenze.
Che avesse formulato un piano di riserva insieme a James era ormai ovvio, ma per qualche motivo lo aveva fatto alle spalle di tutti quanti, forse per ragioni di sicurezza, forse perché era veramente un masochista.
Continuò a passare piano piano le dita fra i suoi capelli, cercando di non badare al suo aspetto stanco e al suo pessimo colorito. Di solito un vampiro non avrebbe dovuto avere quel sottotono grigio e spento, ma Alex lo aveva eccome. Inizialmente non era stato così palese, ma dopo mesi ecco che l'evidenza aveva scansato ogni dubbio.
Perché non ti lasci aiutare da me? Perché ti ostini a portare questo fardello da solo?
Non riusciva a capirlo, per quanto si sforzasse le ragioni di Alex gli erano incomprensibili, così come lo erano gli sguardi che ogni tanto catturava nei suoi occhi: sguardi nostalgici e malinconici che a volte sembravano sbattergli in faccia il finale di quella storia. Si trattava di un finale che difficilmente gli sarebbe piaciuto.
Sollevò lo sguardo su Frederick, sul suo viso da bravo ragazzo dietro al quale si celava un animo in parte ingenuo e fanciullesco. Eppure da lui sentiva provenire un doloroso eco di rimpianti e rimorsi, forse rivolti a Kyran, il fratello che anelava a salvare prima che fosse troppo tardi.
Nessuna vita valeva più delle altre, ma Andrew non avrebbe accettato di perdere Alex in cambio della salvezza di quell'uomo.
«Vedrai che ritroveremo tuo fratello» cercò di essere, nonostante tutto, solidale e incoraggiante.
Rick annuì debolmente. «Non faccio che ripensare a quando ci siamo parlati per l'ultima volta. Vorrei non aver mai discusso con lui, non avergli detto le cose orribili che gli ho detto. Non... non avevo idea dell'inferno che stava passando e... mi vergogno a dirlo, ma ammetto che inizialmente sono stato il primo a credere alle accuse che gli hanno mosso contro. Sono cresciuto con il costante pensiero che prima o poi l'avrebbe fatta grossa e in quel momento ho pensato "ecco, ci siamo"!»
Drew si morse il labbro inferiore e scelse di tacere, perché stava per dare a Frederick dello stronzo e riconosceva di non essere la persona migliore per giudicare il prossimo.
Da quel che aveva capito, Kyran in passato doveva esser stato qualcosa di molto peggio di un semplice teppista: dentro e fuori dal riformatorio, poi dalla prigione, la brutta storia del blitz finito male nel quale era stato l'ostaggio a perdere la vita e, infine, le accuse di omicidio e i tanti processi che si erano tenuti.
Era troppo facile mettersi su un piedistallo e criticare e lui, considerando cosa aveva combinato a Hanging Creek, doveva starsene zitto e non fare la predica.
«Sai cosa mi fa davvero male?» continuò l'altro. «Guardare mio zio negli occhi e avere l'impressione di guardarmi allo specchio. A volte penso si tratti quasi di una maledizione: lui non è riuscito a proteggere e salvare Misha e io, adesso, sto attraversando la stessa situazione con Kyran e non so se arriveremo in tempo per sventare quel dannato sacrificio. Ho paura di arrivare a destinazione e scoprire che è troppo tardi, che lui non c'è più ed è stato tutto vano.»
Andrew, col cuore in gola, ignorò appositamente il suo tentativo di asciugarsi le lacrime con discrezione.
Rick era uno di quelli che si vergognavano a mostrare le emozioni in pubblico, forse perché era stato addestrato a sembrare sempre forte e saldo, o forse era un aspetto del suo carattere.
«Ultimamente stanno riaffiorando ricordi diversi da quelli che ho sempre avuto in tutti questi anni. Comincio a credere che siano stati manipolati da qualcuno e che finalmente l'effetto stia svanendo.»
«Che intendi?» chiese perplesso Andy.
Rivers strinse le spalle. «Quando... Quando la mia famiglia venne assassinata al completo e solo io, Kyran e nostra sorella riuscimmo a salvarci, ci è sempre stato detto che fu il nostro padre adottivo ad arrivare in tempo e a intervenire, io stesso ne conservavo il ricordo, ma ora credo che le cose andarono diversamente. La persona che vidi arrivare di corsa e uccidere quei tizi coi volti coperti da maschere non era quella che poi mi ha cresciuto. Si trattava di qualcun altro e i ricordi, ormai, sono così vividi che alla fine quel viso è diventato chiaro e nitido.»
Andrew si chiese perché mai qualcuno avrebbe dovuto manipolare i ricordi di tre bambini già abbastanza traumatizzati.
«E chi era, allora?»
«Credo fosse Misha» rivelò Rick. «Mio zio ha detto che Kyran ha ripreso dal nostro padre biologico quei fanali di occhi verdi.» Nonostante la mezza battuta, Rivers non stava sorridendo. «Spiegherebbe perché, quando vidi James per la prima volta, il suo viso mi parve familiare. Il punto, però, è che Misha non ha mai parlato a nessuno di questa storia, non l'ha affidata neppure al suo prezioso diario.»
Andrew sospirò. «Be', considerando tutto il resto, credo che si sia portato la verità nella tomba per proteggervi. Forse sapeva che eravate sulla lista di Grober e i Pagani e ha scelto di tacere fino alla fine per il vostro bene. Fino a tempo fa ignoravano la vostra reale identità e magari questo lo si deve proprio a lui. Ha fatto quello che poteva per spostare la traiettoria del mirino di quei bastardi lontano da voi.»
Frederick deglutì. «È quello che sospetto anche io, eppure lo stesso ha scelto di seguirli e stare dalla loro parte. Sapeva tutto questo e li ha appoggiati per più di dieci anni, arrivando quasi a uccidere Nicholas e Petya, per non dire Desya. Ha voltato le spalle a tutti quanti.»
«Questo, però, è successo dopo che vi aveva salvati. Purtroppo non sapremo mai cosa avvenne nelle sua mente gli anni successivi al vostro salvataggio. Che Misha fosse un delinquente o un eroe incompreso, una cosa è sicura: vi ha salvati, Rick, e questo dimostra che forse aveva un cuore ed era capace di amare. Se si trovava lì, sta' pur sicuro che sapeva che eravate suoi figli. In fin dei conti dev'esser stato orribile vivere lontano da voi e cancellare i soli ricordi che condividevate con lui.»
L'ex-Cacciatore ricacciò indietro un singhiozzo. «A volte ripenso a quando io e gli altri siamo corsi dentro la foresta di Nordmarka e abbiamo visto quella scena raccapricciante. Lui era a pochi metri da me e io sono rimasto lì come un idiota. Non sapeva neanche che c'ero, è morto senza sapere se io e mio fratello eravamo ancora vivi o meno, senza che noi ricordassimo che ci aveva salvati. Quando ho saputo che c'era lui dietro a quella storia degli Efialti l'ho odiato con tutto il cuore e ho continuato a farlo anche dopo aver saputo chi era in realtà, ma ora sono confuso e non so più cosa pensare.»
Andrew fece un mezzo e triste sorriso. «Posso capire, sai? In minima parte, almeno.»
«Davvero?»
«Be', sì. Mio padre non è propriamente morto facendo l'antieroe di turno, però. Lo ha ucciso il cancro, beveva come una spugna e alla fine il suo fegato ha deciso di fare le valigie. Per anni anch'io l'ho detestato, non accettava quello che ero e si comportava come se lui fosse stato un santo e il genitore dell'anno, ma quando l'ho visto in quel letto d'ospedale, quando ho capito che sarebbe morto molto presto, il rancore è svanito. È tornato a essere solo e soltanto mio padre, nel bene e nel male. Il dolore impartisce dure lezioni, è vero, ma sono quelle che difficilmente tendiamo poi a dimenticare.»
«Perché tuo padre ti criticava?» domandò Rivers.
«Per via della mia sessualità. Non accettava di avere un figlio omosessuale, era convinto che fosse una fase ma poi... be', diciamo che la fase si è protratta fino a convincerlo che era qualcosa di naturale, insito dentro di me. Sul letto di morte si è pentito di avermi sempre visto come un figlio che andava quasi curato, mi ha chiesto di perdonarlo e cos'altro potevo fare, se non dirgli che era tutto a posto?»
Rick sorrise debolmente. «Se non altro tu sei stato coraggioso e onesto e non hai permesso a nessuno di cambiare ciò che sei» disse sibillino, anche se in realtà il significato di quelle parole era abbastanza palese. «Mio padre, quello adottivo, mi avrebbe spedito non so dove se gli avessi detto che le ragazze non mi sono mai interessate più di tanto. Da vigliacco ho scelto di vivere nell'ombra e alla fine di rinunciare a tutto e concentrarmi solo sul lavoro, sul ruolo di figlio perfetto, di fratello esemplare, di Cacciatore sul quale contare sempre. Kyran mi ha sempre visto come qualcuno da invidiare, ma in realtà ero io a invidiare lui. Se n'è sempre fregato di ciò che gli altri pensavano, è andato per la sua strada a testa alta, non aveva paura di spiccare il volo. Io invece sono rimasto a terra, ho preferito essere ciò che non ero perché sapevo che altrimenti avrei fatto del male a nostro padre.»
Il vampiro scosse la testa. «Fare del male significa ben altro, Rick, credimi.»
«Lo so, ma... Kyran ha sempre dato problemi, Andrew. Il suo combinarne sempre una ha alla fine fatto venire a nostro padre il crepacuore.»
«Così, però, hai negato a te stesso di vivere. Questo non andrebbe fatto mai, Frederick, neanche per il bene di chi amiamo. La tua vita appartiene a te e a te soltanto, sei libero di farne quel desideri.»
Rivers guardò altrove. «Mi pento di non aver mai fatto granché, di aver pensato solo alla carriera. Potrei non tornare vivo da questo viaggio e non posso non domandarmi quale senso abbia avuto la mia esistenza.»
«Non è mai troppo tardi» lo incoraggiò Andy. «E se anche in questo preciso istante c'è qualcuno che ti piace, ti consiglio di prendere qualche iniziativa non appena saremo tornati. Si vive una volta sola e accada quel che accada, è sempre meglio affrontare il futuro senza avere rimpianti.»
«Questo è vero, in effetti» concordò Frederick, per poi lanciare un'occhiata all'entrata della caverna e chiedersi dove fosse andato a finire suo zio. «Ormai Iago manca da un po'.»
Andrew si armò di buona volontà e si spostò lentamente, così da non svegliare il fidanzato, poi disse che sarebbe andato lui a cercare l'Efialte.
Comincia davvero a seccarmi — pensò, abbandonando a malincuore il riparo che in un secondo fu rimpiazzato dalla pioggia pungente.
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