[Κεφάλαιο 12]
Due settimane dopo
Il cielo era scuro, limpido, dipinto da piccole stelle luminose, che rendevano il panorama ipnotico e pacifico, accompagnato da una piacevole brezza estiva.
La ragazza era distesa lungo il prato, con gli occhi
rivolti verso il cielo, manifestando un aria sognante, talvolta pensierosa.
Pensava alla vita, a quanto era fortunata ad avere una famiglia, degli amici, e di essere prediletta allo studio.
Era semplicemente grata alla vita.
Ignara di ciò che le avrebbe aspettato anni dopo, in età adulta, disgrazie su disgrazie, le quali il suo puro cuore non sarebbe stato in grado di affrontare.
Eppure con i suoi occhi innocenti era felice.
Felice di vivere.
Felice di assorbire l'aria che ispirava tra le narici, tirandola fuori dai polmoni.
Sorrideva.
Era semplicemente contenta.
«Sono bellissime, non trovi?» commentò una voce alla sua destra, si voltò verso sua sorella minore, bellissima e lucente, con l'espressione particolarmente serena.
I capelli ricci le circondavano la testa, indossava un bellissimo vestito bianco e sorrideva, con gli occhi ipnotici verso le stelle.
Stellina annuì in segno di apprezzo.
«Sì. Sai, il mio sogno é essere una stella, così posso illuminare la vita delle persone che amo.» mormorò la fanciulla con voce dolce, carica di speranza nel diventare una stella.
Le stelle erano coloro che le avevano accompagnato i suoi momenti meno belli, Sandie quando piangeva, rivolgeva lo sguardo verso le stelle, nella sua mente infantile, con la speranza che quei punti luminosi che arricchivano il cielo, potessero prendere vita, e diventare sue amiche.
La mente dei bambini a volte era davvero magica.
La sorella alzò il busto, puntando gli occhi verso la sorella maggiore dalla bellezza mozzafiato e dal cuore d'oro, puro, la quale non conosceva la cattiveria, incapace di fare del male, era tanto buona, così buona da far commuovere chiunque le stesse intorno
«Adelfì, ma tu sei già una stella. Illumini la mia vita.» mormorò la riccia, Sandie smise di guardare le stelle per guardare la sua amata sorellina.
Una delle persone più importanti della sua vita.
La sua complice in tutto.
La sua migliore amica.
Ma Nicole, anche a quell'età, indossava una maschera, un'abile attrice nel dimostrare "affetto" verso la maggiore.
In realtà provava un'invidia talmente forte verso di lei, la quale nessuno si sarebbe aspettato ciò che sarebbe successo dopo.
Sandie alzò il busto, sorrise verso Nicole e con grande spontaneità, l'abbracciò.
Le due sorelle si abbracciarono fortemente, stringendosi a vicenda, completandosi a vicenda.
«Non lasciarmi mai.» implorò Sandie, la minore scosse la testa e la strinse più forte a sé.
«Te lo giuro sulle stelle che ci stanno guardando, che non ti lascerò mai.» promise sicura, ma ingannevole.
A quel punto, Sandie si svegliò di soprassalto, con l'ansia a mille per il sogno che aveva fatto, sospirò, passò l'indice e il medio sugli occhi per massaggiarli, cercando di liberarsi dai residui del sonno.
Si girò verso sinistra, dove affianco a lei c'era Michael, con la testa posata sul cuscino morbido, che dormiva come un bambino, ella si avvicinò per fagli un bacio sulla guancia.
Nonostante il sonno negli occhi, il suo cuore gridava dal dolore.
Mano a mano, a ricordarsi del sogno che aveva fatto, iniziò a piangere silenziosamente.
Ricordando ogni attimo di quel terribile litigio.
Delle parole.
Di ogni gesto.
Di tutto.
Perché Nicole? Perché?
Eravamo così unite.
Possibile che il nostro rapporto é stata solo una recita?
A quel pensieri, Sandie si agitò, non riusciva a stare tranquilla, tant'è che Michael, percependo il corpo della donna in agitazione, si svegliò.
«Stellina.» disse assonnato, lei cominciò a piangere, posò la testa sul petto di lui, cercando di trovare rifugio.
Rifugio dal dolore.
Rifugio dalla sofferenza.
Rifugio dalle crepe che circondavano la sua anima.
Michael non disse niente, si limitò semplicemente ad accarezzarla, a coccolare la donna che amava più di se stesso.
Quanto gli faceva male vederla in quello stato.
Sarebbe morto per lei.
Avrebbe rinunciato alla sua felicità per lei.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di vederla sempre con il sorriso sulle labbra e mai il contrario.
Se qualcuno gli avesse detto di tagliarsi le vene per amore di Sandie, e per vederla felice, lo avrebbe fatto senza pensarci due volte.
Sandie mise le mani sui fianchi di lui, e dalle carezze del moro, poco a poco smise di piangere.
Il respiro divenne regolare e l'agitazione sparì.
«Non posso vederti così, non ce la faccio.» mormorò Michael di punto in bianco, stellina si sentì in colpa.
Si sentì in colpa di essere di troppo.
«Mi dispiace, mi dispiace tanto di averti messo in questa brutta posizione, io-» non finì la frase che l'uomo la baciò.
Non voleva sentire scuse, non voleva sentire niente.
Voleva solo, semplicemente, amarla.
Come aveva sempre fatto.
«Non dire niente, basta Sandie.» implorò il moro tra i baci, egli le accarezzò i fianchi, le sue mani sfiorarono il ventre dentro al tessuto del pigiama, la quale lo tolse per farla rimanere scoperta di sopra, si mise sopra di lei, incastrando il bacino tra le gambe della donna.
«Michael, io ...» ella provò a parlare, ma gemette non appena le labbra di Michael si posizionarono sul collo creando una lunga linea di baci.
«Lasciati amare, lasciami prendere cura di te.» il suo non era un ordine, era un gesto per farla rilassare, per farla sentire amata.
La donna acconsentì, e gemette ancora, le labbra di Michael erano morbide, la punta della lingua entrò in contatto con la zona esogena e Sandie chiuse gli occhi, emettendo un gemito.
Le baciò delicatamente il petto, posò la mano sul seno destro, perfettamente rotondo, con il capezzolo turgido ed evidente.
Egli non resistette a posare le labbra proprio lì, in quel bottone di carne sporgente, passando lievemente la lingua.
Ella gemette chiamando il suo nome, il che poté percepire la sua erezione tra le cosce.
Michael si vergognava di mostrarsi eccitato durante un rapporto, ma non poteva opporsi alla natura, non era solo eccitato di unirsi a lei sessualmente parlando, ma lo era anche per unire il cuore con quello dell'amore della sua vita.
E questo lo portò alla beatitudine.
La piccola tortura continuò per qualche secondo, fino a che le mani di Michael non scesero lungo il pantalone, si accorse che Sandie non indossava la biancheria intima e con la mano destra, le sfiorò il pube liscio, con il pollice accarezzò il clitoride, mandando in estasi la sua donna, egli per far sì che gli altri non si svegliassero, soprattutto i bambini, la baciò per coprire i gemiti.
I baci erano dolci.
Pieni d'amore.
Sentimento.
I cuori di entrambi battevano forte fino a fuoriuscire dalla gabbia toracica.
Si amavano ancora.
Certo che sì.
Ma orgogliosi com'erano, non erano ancora pronti per dirlo.
Non erano pronti a ricominciare daccapo.
Nonostante i gesti, e varie situazioni che li hanno portati a stare di nuovo insieme, non si erano di nuovo riuniti in amore.
Ma per Michael in quel momento lo era.
Non importava se Sandie non lo amasse più.
Non importava se lei lo usasse.
Avrebbe fatto l'amore con lei fino a quando lo avrebbe voluto lei stessa.
«Io non posso vederti piangere.» disse Michael tra i baci, non smettendo di torturare il bocciolo della donna, le dita accarezzarono la vulva, completamente bagnata a causa dell'eccitazione «Non posso vederti stare male.» continuò, ella gemette in risposta «Voglio vederti sorridere, luminosa, com'eri una volta.» il cuore di Sandie fece una capovolta «Perciò ti prego, permettimi di entrare fino al tuo cuore, permettimi di farti ritrovare il sorriso.»
Lo sei già Michael.
Ho trovato il mio sorriso.
Sei tu.
Sei sempre stato tu.
Vorrei dirtelo, ma ho paura di perderti di nuovo.
Le paure di Sandie aumentarono nell'animo, non esprimeva i suoi sentimenti perché non avrebbe accettato una futura delusione.
Un futuro cuore spezzato.
Era stanca.
Troppo stanca per combattere.
Voleva solo essere in pace.
«Sei la mia cura.» mormorò stellina tra i gemiti «Sei sempre stato la mia cura. La cura delle mie malattie interiori, la cura per le mie sofferenze, la cura per i miei pianti, la cura per le mie ferite, la cura per il mio cuore, per la mia anima, per il mio corpo. Sei sempre stato tu. E lo sarai per l'eternità. La cura porta il tuo nome.» fu spontanea, vera, con il battito accelerato pieno d'amore.
Michael smise di fare quello che stava facendo, trasalendo, rimanendo immobile, la guardò negli occhi, sorrise impacciato, emozionato dalle parole che aveva appena sentito.
Gli fecero eco nella sua mente, poco dopo ridacchiò con le gote rosse.
«Oh mio Dio.» mormorò poi, portò dietro all'orecchio un riccio ribelle «É la cosa più bella che potessi dirmi, davvero lo pensi?» le domandò, ella sorrise e gli accarezzò la guancia.
«Lo penso davvero, sei sempre stato una cura per me.» l'uomo le prese il palmo della mano e lo baciò in segno d'affetto, poi lo posò sulla guancia e la guardò.
«Anche tu sei sempre stata una cura per me, soltanto la tua presenza mandava via i miei demoni, i miei tormenti, i ricordi del passato.
C'eri tu, ci sei sempre stata tu, sempre.
Ci sarai oggi, domani, dopodomani, fino alle prossime vite che ci attendono.
Sarai sempre la cura per me, e come tale, io devo esserlo anche per te. Perché chi ama veramente, si prende cura della persona che porta il proprio cuore.» Sandie rimase incredula ad ogni parola, ad ogni periodo, ad ogni frase che Michael le aveva riferito.
Ormai era chiaro.
Si erano sempre amati.
Anche quando l'universo li aveva distanziati.
Anche quando si erano dovuti lasciare.
Ma quando l'amore era forte, neanche la separazione poteva cancellare i sentimenti.
Le loro anime, seppur distanti, appartenevano all'uno per l'altro.
Erano nati per stare insieme.
Nati per amarsi.
Per essere complici.
Per dare un senso alla loro esistenza.
Fu come una canzone dalla melodia dolce, innovativa, sarebbe rimasta nel cuore di chiunque.
Non disse niente, una lacrima sfuggente scese lungo il viso, e Michael baciò quella lacrima per assorbirla nelle sue stesse labbra.
I loro nasi si sfiorarono, sorrisero, e si baciarono.
Sandie lo aiutò a spogliarsi, fino a rimanere completamente nudo.
Le loro intimità erano tese, eccitate di unirsi.
Sandie posò le mani sulle spalle possenti dell'uomo per aggrapparsi, fino a che Michael non entrò dentro di lei con una spinta, gemettero e cominciarono a fare l'amore.
Le loro fronti si sfiorarono, i respiri affannati, la gabbia toracica scoppiare.
L'atto intimo in amore era qualcosa di meraviglioso, e stellina lo sentiva ovunque, lo avrebbe sentito per giorni, per sempre.
Si baciarono, si toccarono, si guardarono negli occhi fino a che Michael non pronunciò una semplice parola.
«Ti amo.» Sandie trasalì, per un attimo pensò di aver sentito male, invece no, lo aveva detto davvero.
Quanto le erano mancate quelle cinque lettere, quanto le era mancato quel ti amo pronunciato dal suo uomo.
Il suo vero uomo.
Era felice.
Il sorriso tornò.
«Ti amo.» ripete stellina, e poté finalmente toccare le stelle.
Michael continuò a spingere, e per un attimo, in un mondo parallelo, la piccola Sandie sorrise, contenta di aver ritrovato quella felicità infantile che aveva perso anni fa.
Egli azionò la velocità nelle spinte, colpendo di più a fondo, Sandie fece fatica a trattenersi dal piacere e le sue labbra erano gonfie a causa dei tanti baci che Michael le aveva dato.
Marchiami.
Marchiami sempre.
Marchiami il cuore.
L'anima.
Marchia ogni angolo di me stessa.
I due vennero insieme, fino a che Michael non si accasciò su di lei, sudato, ma con il sorriso sulle labbra, entrando in contratto con il corpo della donna che amava.
Forse il mondo, non era così ingiusto come Sandie pensava, aveva Michael.
Poteva aggrapparsi su di lui.
Poteva ritornare ad amarlo.
Potevano stare insieme più forti di prima.
Potevano essere una roccia.
Eppure perché percepiva come sempre un brutto presentimento?
Perché la paura le tornò dritta nell'animo?
Perché tremava al pensiero di perdere anche lui?
Quello che loro non sapevano, era che potevano amarsi ancora per lungo.
Ma purtroppo, non sarebbe stato un per sempre come si sarebbero immaginati.
Il per sempre non esisteva.
Non era mai esistito.
Era solo un illusione che creavano le fiabe ai bambini per avere un'idea della vita.
Ma non era così.
Perché la vita, era sempre stata contro all'essere umano, prendendo di mira essere umani, che non meritavano di soffrire.
Due giorni dopo
«Dai Michael! Smettila! Saranno qui a momenti.» disse stellina tra i risate mentre Michael le baciava il collo, le mani che stringevano i fianchi coperti da un bellissimo vestito di seta rosso, il viso decorato da un trucco naturale, e i capelli scuri racconti in un elegante crocchia.
«Sei bellissima, troppo bella, splendi come una stella.» disse Michael senza smettere di baciarla ispirando nelle sue narici il profumo della donna.
Della sua donna.
Era dolce come al solito, Sandie aveva la tendenza di utilizzare profumi dolci, delicati, che rispecchiavano la sua personalità. E Michael non poteva fare a meno di odorare il suo profumo.
«Vogliamo parlane di te? Che sei un principe?» gli domandò alzando la testa da dietro mugolando.
«Tua figlia pochi minuti fa mi ha detto che sono l'uomo più bello del mondo.» disse baciandole la clavicola, ella ridacchiò.
«Ha un debole per te.» gli fece notare.
«Adoro quella bambina, come adoro te.» disse con voce profonda che fece gemere la ragazza.
Ed é tua figlia, avrebbe voluto ricordargli, ma non lo fece, ancora una volta Sandie rimase in silenzio, non cogliendo l'opportunità di dire la verità a Michael su Chloè, che in realtà era il padre biologico, avuta quattro prima dopo la loro separazione.
Ma sapeva perfettamente che non poteva andare avanti con un segreto così pesante, prima o poi avrebbe saputo la verità.
A distrarre gli amanti, fu qualcuno che bussò la porta di camera del cantante, fu un busso strano, come se qualcuno fosse intimidito.
Michael aprì la porta e trovo una piccola creatura di quattro anni, vestita di rosa confetto, ballerine bianche al piede, e un piccolo cerchietto tra i capelli ricci.
Le guance della piccola si infiammarono non appena vide Michael in tutta la sua bellezza.
Egli si addolcì, e si abbassò alla sua altezza per darle un bacio sulla fronte.
«Ma come sei bella.» disse premuroso, instantaneamente Chloè gli si buttò tra le braccia dell'uomo, egli la prese in braccio e si alzò in piedi.
Posò la guancia paffuta sulla spalla, e si rilassò a quel contatto maschile che tanto bramava e cercava.
Sandie sorrise e le diede una carezza tra i riccioli della bambina. Ella mugolò in segno di disapprovazione, voleva essere solo coccolata da Michael.
«Che gelosona.» mormorò la madre, Michael ridacchiò e coccolò la bambina.
Sandie con la coda d'occhio, vide sulla soglia della porta un pargoletto dai capelli biondi che cercava attenzioni, ella guardò Michael e lui fece un cenno al capo, come se fosse d'accordo dí coccolare suo figlio.
Ella si avvicinò e prese in braccio il bambino, Prince le diede teneramente un bacio sulla guancia, aggrappandosi per bene.
«Sei una principessa.» mormorò il bambino con le gote arrossite, ella sorrise e gli diede un bacio sulla fronte.
«E tu sei un piccolo cavaliere.» gli sussurrò la donna.
Erano stupendi, una famiglia meravigliosa.
Piena di amore e valori.
E Sandie, valutò sempre di più, ma soprattutto la voglia, di dire la verità a Michael su sua figlia.
Poche ore dopo
Katherine, Janet e Tito, erano seduti attorno al tavolo gigante tra la grande cucina di Neverland, Sandie parlava tranquillamente con la Katherine mentre cullava la piccola Paris, Janet giocava con il nipote, e Tito parlava con Michael di affari e musica.
Tutti erano contenti.
L'unica persona a sentirti esclusa fu Chloè, guardava gli adulti con aria interrogativa, non ricevendo le attenzione, nel suo piccolo intuito capiva di essere nel posto sbagliato, di sentirti di troppo.
Janet con la coda d'occhio notò la tristezza della bambina.
«Ehi, piccina.» la chiamò, Chloè alzò subito lo sguardo e la sorella del cantante sorrise «Vieni qui.» disse battendo la gamba con la mano, ella intimidita scese sulla sedia e andò verso Janet, ella con lo sguardo dolce, le accarezzò la guancia e sorrise «Sei una bambina molto tenera e dolce.» si complimentò, guardò il fratello maggiore e poi Chloè, notando una certa somiglianza negli occhi, sulla fronte, in particolare sui lineamenti, poi guardò Sandie, che stava allegramente chiacchierando conn sua madre.
Fece due più due.
Non c'è dubbio, é la loro figlia.
Fu un pensiero istantaneo, che poi venne mandato via grazie alla voce dei bambini, così senza dire nulla porto Chloè e Prince fuori in giardino a farli giocare.
Michael vedendo la sorella con i bambini, decise di porre fine al discorso con suo fratello e raggiungere Janet in giardino.
I bambini stavano giocando a nascondino, Janet li teneva d'occhio, fino a che udì dei passi avvicinarsi a lei, era suo fratello.
Si voltò, era bellissimo, camicia rossa e jeans neri con le mani dentro alle tasche.
«Dalla coda bassa ai capelli sciolti?» domandò con ironia, lui sorrise.
«Ultimamente li preferisco sciolti.» rispose, era vero, perché piacevano molto a Sandie, lo avrebbe voluto dire ma evitò.
«Michael, quella bambina.» indicò Chloè con la testa «Ti assomiglia.» disse, Michael sospirò.
«Non é mia figlia.» mise in chiaro, e lo disse con grappo alla gola.
Avrebbe voluto che fosse sua.
Che in quel corpicino scorresse il suo sangue.
Eppure non fu così.
«Se fossi in te indagherei.» gli suggerì.
«Che vuoi dire?» domandò perplesso.
«Non fare lo scemo, so bene che tu e Sandie avete avuto una relazione in passato. E se fosse veramente tua figlia?» indagò.
«Magari, ne sarei solo felice.» disse abbassando le spalle.
«Te lo ripeto, ti assomiglia.»
«Assomiglia a Sandie, é la sua copia.»
«Ma ha i tuoi stessi lineamenti, Dio mio quando arrossisce e diventa timida mi sembra di vedere te da piccolo.» Michael abbassò gli occhi guardando l'erba perdendosi nei suoi pensieri, poi puntò lo sguardo verso quella meravigliosa bambina che giocava allegramente con Prince, ignara che quel bambino che vedeva come un amichetto fosse il suo fratellastro.
Janet gli mise una mano sulla spalla, e sorrise lievemente.
«Cerca di indagare, non é bello scoprire le cose quando qualcuno poteva benissimo dirti la verità. E so bene a quanto ci tieni a questa cosa.» gli consigliò, egli si limitò ad abbracciarla e stringerla tra le braccia.
Sandie, vedendo dalla finestra i due fratelli così uniti, le venne un colpo al cuore.
Nicole, io e te eravamo così.
Possibile che anche gli abbracci erano finti?
«Anche tu hai fratelli?» domandò Tito di punto in bianco, la donna annuì.
«Una sorella.» rispose.
«Immagino che avete un bel rapporto.» ipotizzò, quell'affermazione fu una coltellata nel petto.
«Avevamo.» rispose, spalancò gli occhi, non si aspettava di rispondere con sincerità, avrebbe voluto mentire ma non lo fece.
Probabilmente era stanca di fingere.
Stanca di tutto.
«Mi dispiace.» Tito bevve un sorso di vino e sospirò «Non é facile andare d'accordo, ho avuto anche io dei litigi con i miei fratelli ma come vedi, siamo sempre uniti.» commentò con profondità.
«Purtroppo a me funziona diversamente.» rispose lei con aria triste.
«Per quale motivo?»
Sapessi ...
«Ha fatto una cosa troppo grave, e non posso perdonarla. Anche se volessi, non posso fare questo torto a me stessa.» rispose.
«Ma é tua sorella, sangue del tuo sangue, come riesci a vivere con un peso del genere? Insomma, guarda Michael, ha perdonato LaToya nonostante quello che le ha fatto.» le spiegò.
Sandie chiuse gli occhi in fessura, nel suo animo si arrabbiò, si voltò verso il fratello di Michael e rispose.
«Dimmi un po' Tito, per te cos'è più grave: una sorella che accusa il fratello di molestie su minori in diretta tv per distruggerlo, oppure quando tua sorella minaccia di morte la sorella maggiore e la nipote, realizzando che tutto il rapporto era solo una recita? Ti inviterei a riflettere prima di rispondere.» gli domandò a tono, Sandie si alzò dalla sedia e si sedette sul divano del salone, completamente sola.
Pensò, pensò, e pensò ancora.
Ma l'immagine che fece bruciare il cuore fu Michael e Janet giocare insieme con i bambini.
Il petto divenne dolorante, la mente spaccarsi in mille pezzi.
Non poteva ancora crederci che era successa davvero una cosa del genere.
Non poteva credere di non avere più una famiglia.
La sera
Dopo il pranzo di famiglia, Michael, Prince, Sandie, Chloè, e la piccola Paris che il padre teneva tra le braccia guardarono un cartone tutto insieme, l'umore di stellina varcò sempre verso il basso, non riuscendo a sorridere.
Non riusciva a non pensare a Nicole.
Non riusciva a non essere triste.
Ad essere a pezzi.
Erano circa le undici di sera, i bambini dormivano, Michael e Sandie si coccolavano, lui indossava il pigiama, lei ancora il vestito.
Egli notò l'umore strano della ragazza.
«Amore tutto okay?» ella annuì in segno di risposta, e fece un sorriso forzato.
«Sono stata bene oggi.» disse.
Ma Michael non la raccontava giusta.
«Stai male per tua sorella vero?» le chiese.
Sandie alzò le spalle.
«Cerco di non pensarci, ma va tutto bene, tranquillo Michael, capita di avere dei momenti no, ora mi passa.» cercò di tranquillizzarlo, ma in quel momento tutto fu ingannevole.
«Vorrei poter fare qualcosa per te credimi.» ella lo zittì con un bacio e sorrise, lo baciò con un amore smisurato, come se lo stesse baciando per l'ultima volta. I suoi occhi si bagnarono di lacrime e lo accarezzò.
«Io credo che vado a fare un bel bagno caldo, é quello che mi ci vuole.»
Lui sorrise.
«Ti aspetto allora.» ella disse un semplice sì, si alzò dal letto, incamminandosi verso la porta.
«Sandie.» la chiamò, ella si voltò «Ti amo.» disse, lei sorrise dolcemente.
«Ti amo anch'io, tanto.» rispose, uscì dalla camera e si diresse verso il bagno che si trovava in fondo al corridoio.
Una volta entrata chiuse la porta.
Con aria persa guardò la grande vasca da bagno, e le parole di Nicole non le davano tregua.
Chiuse gli occhi, il cuore batteva forte, e sospirò.
Devo farlo.
Non ce la faccio più.
Perdonami Michael.
Perdonami Chloè.
Ma non riesco più a vivere in agonia.
Quello che voleva compiere Sandie, era un gesto che da tanto tempo, avrebbe voluto fare, e in quel momento, con la mente annebbiata dai ricordi e dalle parole orribili subite, la invitarono a fare una cosa davvero estrema.
Decise che era arrivato il momento di essere accolta nel buio, e trovare la pace nel suo animo.
[FINE SECONDA PARTE]
Ciao stelline!
Ecco a voi con un nuovo capitolo.
Ammetto che mi sono commossa scrivendo la prima parte tra Sandie e Michael, e finalmente si sono riuniti, i miei bimbi, li amo tanto😭❤️
Ma ovviamente, io bastarda che sono, deve sempre succedere qualcosa di negativo
Sandie che intenzioni ha? Scrivete nei commenti le vostre ipotesi.
Ora che é finita la seconda parte, dovrò iniziare a scrivere la terza, nonché ultima parte della storia.
Siamo sempre più vicini alla fine!
Perciò, tenetevi pronti, mi raccomando.
Vi è piaciuto il capitolo?
Se vi va lasciate un commento e una stellina.
Alla prossima ❤️
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